Salvation, Texas, 1.328 abitanti.

06.00 AM.

 

Una lieve brezza soffia soffice sul prato verde dei Griffin, poco oltre il cartello di ingresso alla cittadina. “BENVENUTI A SALVATION”, recita a grossi caratteri neri, gli angoli cosparsi qua e là da piccole macchie di ruggine. E’ una tiepida mattina, la rugiada sta ancora imperlando le foglie degli alberi, prima che il caldo sole del sud si risvegli pienamente e le asciughi. Tapparelle abbassate dalle abitazioni circostanti, ancora pochi hanno cominciato a vivere oggi.

E molti desidereranno non averlo mai fatto.

 

#14 - Salvation!

di Sergio Gambitt

 

 

Salvation, Texas.

11.32 AM.

 

La luce appare improvvisamente, riempiendo la strada vuota della propria intensità. Quando scompare, otto individui ne prendono il posto, vestiti di spesse tute da combattimento e dai tratti fisici non proprio usuali.

“Formazione a ventaglio.” dice Tempesta, un tono deciso nella voce “Cerchiamo di coprire un’area più vasta possibile. Rogue, seguimi in volo. Gli altri si dividano in coppie di due. Il primo che scopre qualcosa avverta immediatamente gli altri tramite le trasmittenti. Buona fortuna.”

Come fosse qualcosa che hanno fatto innumerevoli altre volte, il gruppo si divide ed ognuno prende direzioni diverse.

Da dietro le tapparelle di una abitazione, due occhi acuti li scrutano per un secondo, prima di scomparire di nuovo.

 

Nightcrawler e Shadowcat.

 

“Non dico che ce l’ho con loro, Kitty, è solo che avrebbero potuto avvertirmi delle intenzioni di Warren... non sono il capo della squadra ma anche io ne ho guidata per anni una.”

“Ma dai lascia perdere Kurt, probabilmente a Tempesta e Cable è semplicemente passato di mente con tutto quello che ci è successo ultimamente...”

“Sì ma il punto è che... devo ammettere che mi dà fastidio essere retrocesso a semplice membro del gruppo dopo anni di leadership.”

“Allora prova a parlane con Te... oh!” svoltando dietro un vicolo, i due si accorgono di una presenza. Un bambino, seduto sul ciglio del marciapiede, gomiti poggiati sulle ginocchia e viso tra le mani, sta piangendo silenziosamente tutto rannicchiato su sé stesso.

“Ehy ragazzino cosa c’è che non va?” dice Kitty avvicinandosi a lui preoccupata.

“La mia mamma...” risponde questo alzando il viso verso la ragazza “Non riesco a trovare la mia mamma...”

“Oh mio Dio...!” esclama Kitty indietreggiando improvvisamente con una mano sulla bocca, mentre mille riflessi di lei provenienti dagli occhi da mosca del bambino la imitano.

 

Havok e Psylocke.

 

All’interno di un vicolo, i due X Men stanno procedendo guardinghi a piccoli passi. Havok tiene con la mano sinistra il proprio polso destro, saturo di energia pronta a fuoriuscire in qualsiasi momento, mentre un bagliore viola circonda le nocche delle dita di Psylocke. Prima di svoltare dietro un angolo però, i due sentono un rumore. I loro occhi si incrociano, quindi Havok si mette spalle al muro, mano carica, proprio accanto la svolta. Attraverso il visore cerca con lo sguardo Psylocke, la quale annuisce impercettibilmente, quindi scatta in avanti e punta il braccio verso il vicolo. Niente, a parte un cassonetto della spazzatura semiaperto ed un alto steccato dopo una decina di metri.

“Uff...” dice Havok rilassandosi ed abbassando il braccio “Falso allarme.”

“Shhh...” lo interrompe Psylocke assumendo una posa di difesa ninja, e subito dopo scatta in avanti materializzando la lama psionica e gridando “KYAHIIII!!!”

“AAHHGG!!” si sente risuonare nel vuoto, quindi un tonfo raggiunge le loro orecchie e alcune gocce d’acqua di una pozzanghera per terra schizzano tutt’attorno. Subito dopo sul pavimento compare un uomo, a petto nudo e con solo indosso i pantaloni di un pigiama, svenuto.

“Non tutto è come sembra.” dice Psylocke guardandosi attorno circospetta.

 

Alfiere e Cable.

 

“Troppa tranquillità...” sussurra Cable avanzando con il fucile in mano “Non mi convince...”

“E avverto... nell’aria... una specie di radiazione... o almeno i residui di quella che deve essere stata una forte scarica radioattiva.” dice Alfiere, i suoi poteri di immagazzinazione e trasformazione di energia a pieno ritmo.

“Ed io sento... dei pensieri.” risponde Cable bloccando con una mano Alfiere, poi lo guarda, e accenna ad una casa a qualche metro da loro. Alfiere tende le orecchie, ed anche lui avverte qualcosa. Una serie di rumori decisi e liquidi, come di qualcosa che ripetutamente affonda nell’acqua. Cable gli indica la strategia da seguire attraverso cenni delle dita, Alfiere annuisce. Ad un tacito segnale, i due scattano verso l’abitazione, sistemandosi uno alla destra e l’altro alla sinistra della porta d’ingresso. Sporgendo la propria testa abbastanza da poter vedere dentro le tapparelle della finestra, Alfiere la ritrae immediatamente inorridito, ed allarmato dà il segnale di attaccare a Cable. La porta viene sfondata da un poderoso calcio, e due uomini armati di grossi fucili fanno irruzione nella casa. Lo spettacolo che gli si para innanzi però li blocca sull’uscio. Ci sono tre creature, tutte di base umana ma dai tratti felini e dal pelo scuro la prima, dalla criniera leonina la seconda e dal pelo maculato la terza, che stanno pasteggiando attorno ad un’altra distesa per terra e dal ventre squarciato. Sullo specchio dei suoi occhi vitrei si fissano per un attimo le espressioni inorridite di Alfiere e Cable, prima che questi carichino i fucili ed aprano il fuoco.

 

Tempesta e Rogue.

 

“Da qui tutto tranquillo, Ororo.”

Rogue è sospesa in aria, e sta lentamente ruotando su sé stessa per avere un’ampia panoramica dei dintorni. Quando una improvvisa folata di vento più forte delle altre la raggiunge, sa che è arrivata Tempesta.

“Non ha senso. Madre Natura ha regalato una splendida mattinata a questo paese, e nessuno esce dalle proprie case per godersela?”

“Forse hanno finito l’olio solare...” tenta di ironizzare Rogue, quando un improvviso fascio di luce, seguito da un forte boato, cattura la loro attenzione.

“Lì.” indica Tempesta, prima di lanciarsi verso il tetto della casa che è stato distrutto da un violento raggio arancione.

Rogue la segue in volo, introducendosi nel grosso buco causato dal raggio. Dentro, una donna il cui corpo è completamente arso dalle fiamme, accanto alla quale giace un corpo carbonizzato sui resti di un letto quasi completamente disintegrato dall’esplosione di fuoco.

“AAAAHHHHHH!!!!” grida la donna al vedere Tempesta, ed istintivamente allunga le braccia nella sua direzione. Una gigantesca fiammata parte dalle sue mani, prontamente interrotta dall’intervento di Rogue, che si mette tra lei e Tempesta intercettando sul proprio petto le lingue di fuoco.

“Eh no... non ci si comporta così con gli ospiti!” esclama, mentre dietro di lei gli occhi della sua compagna iniziano a diventare completamente bianchi. Pochi istanti dopo l’ambiente diventa più scuro, mentre la temperatura comincia a precipitare. Sugli stipiti compaiono piccole stalattiti di ghiaccio, mentre all’interno della piccola bufera che si sta scatenando nella stanza cominciano a turbinare diversi fiocchi di neve che si posano sul corpo della donna, spegnendola. Quando la tempesta si placa, la donna crolla a terra e comincia a piangere nascondendosi il viso tra le mani. Tempesta le si avvicina, mentre Rogue nota il proprio respiro addensarsi in una nuvoletta non appena emesso e dice:

“Una bufera evocata in un ambiente circoscritto in pochi secondi... quanto sei diventata potente, Tempesta?”

“Abbastanza.” le risponde lei abbassandosi sulla donna che adesso sembra completamente indifesa e dicendole: “Va tutto bene, adesso, stai tranquilla.”

Ma la donna nemmeno alza il volto per guardarla. Si limita a rimanere lì, in stato di shock, a ripetere ossessivamente il nome ‘Craig’.

“Niente da fare con lei.” risponde Tempesta alzandosi “Non ci darà risposte, a meno che... Rogue, non potresti...?”

“NO!” scatta la ragazza sentendo chiamati in causa i propri poteri di assorbimento mnemonico tattile “Meglio... meglio chiamare Psylocke.”

Tempesta rimane a fissarla, indecisa se parlare o meno della sua reazione, quindi annuisce e porta le dita sul comunicatore a forma di X nel proprio petto ed afferma:

“X Men... a raccolta nel...” ma prima che possa finire la frase sente un altro boato, molto più forte del precedente, che fa tremare le finestre ed i quadri della casa in cui si trovano.

Le due si guardano, quindi Tempesta rilascia una piccola scarica di energia nel corpo della donna, sufficiente a tramortirla, ed assieme a Rogue spicca il volo.

 

Nello stesso momento.

 

“Allora bambino ora resta a casa e aspetta che la mamma o io torniamo, ma non uscire per nessun motivo, d’accordo?”

Shadowcat si è calata sulle ginocchia fino a parlare faccia a faccia con il ragazzino dal viso di mosca, e, mani sulle sue spalle, lo sta rassicurando.

“Ma io... sniff... voglio la mia mamma...”

“E arriverà, sta’ tranquillo, ma per ora...” la sua voce viene interrotta dalla trasmittente, dalla quale esce la voce di Tempesta:

 

“X Men... a raccolta nel...” e quindi un grosso boato.

 

Havok chiude il contatto, quindi guarda Psylocke e dice:

“Il rumore veniva dal centro del paese.”

“Sì.” conferma lei, quindi lo afferra da dietro ed entrambi svaniscono nelle ombre del vicolo in cui si trovavano

 

“Veniva da quella parte.” dice Alfiere indicando una via oltre la finestra. Cable, in piedi sui corpi tramortiti delle tre creature dall’aspetto bestiale, ha appena poggiato la tovaglia da tavola sui resti del loro banchetto.

“Andiamo, allora.”

 

Piazza del municipio di Salvation.

 

Una bolgia infernale, è questo che Rogue e Tempesta vedono non appena raggiungono il centro del paese. Un’ammasso quasi informe di uomini e donne dai tratti alterati ognuno dei quali sta tentando di colpire qualsiasi cosa gli capiti a tiro. Di qua un ragazzo dagli occhi infiammati sta carbonizzando con lo sguardo un vecchio che si fa scudo con escrescenze ossee fuoriuscite dalle proprie braccia, di là una donna dalla pelle interamente coperta di aculei sta cercando di strangolare un bambino dalla pelle azzurra e dalle lacrime acide. Uomo contro uomo, folle contro folle, in un insensato massacro in cui non importa chi colpire, ma solo colpire.

Il fulmine improvviso al centro della piazza, li prende tutti alla sprovvista. Il gelo cade nella zona, mentre un centinaio di volti si girano verso Tempesta e Rogue.

“FERMI!” tuona la prima imponente “Questa carneficina non è necessaria!! Cosa vi ha spinto ad abbassarvi a colpire il vostro simile con così poco rispetto per le vite umane?! Mettete da parte la vostra rabbia, gli X Men sono qui per aiutarvi!”

“X Men...” ripete uno di quelli in prima fila, un uomo dalle braccia di pietra.

“X Men...” lo imita una donna sulle cui dita si affacciano dieci piccoli occhi dalle pupille verdi.

“Mutanti...” aggiunge una ragazza dai capelli biondi lunghi svariati metri che le si muovono tutt’attorno.

Un altro la imita, ed un altro ancora. In breve tutta la folla non fa che ripetere le due parole, prima piano, sommessamente, e poi sempre più forte, fino a divenire un grido di rabbia che esplode attraverso un uomo dalla pelle dorata che urla:

“MUTANTI! SIETE STATI VOI A FARCI QUESTO!!!” e dal centro della sua fronte si apre una bocca dalla quale fuoriesce un getto di liquido giallo.

“Ottima idea Tempesta!” esclama Rogue spiccando il volo subito prima che la zona su cui si trovava venga letteralmente sciolta dall’azione di quel liquido “La prossima volta che mi dici di voler calmare una folla assassina prima di neutralizzarla saprò come risponderti!”

“Ho fatto un tentativo.” risponde Tempesta raggiungendola in aria “Ed ora avrò meno remore ad usare il mio potere.” e muovendo le mani crea un vortice d’aria che manda in direzione degli altri, molti dei quali ne vengono travolti. L’intera piazza sprofonda nel caos. La maggior parte di quelli dotati di poteri energetici esplode in letali raggi diretti verso le due X Men, uomini e donne schizzano via dall’asfalto incapaci di controllare i loro poteri di volo, energumeni alti due metri e mezzo distruggono tutto quello che incontrano sulla loro strada mentre tentano di raggiungerle. Un uomo con tre braccia per fianco afferra un lampione e con le vene dell’intero corpo che quasi fuoriescono dalla pelle lo strappa violentemente per lanciarlo subito dopo contro una Rogue impegnata a districarsi tra gli arti gommosi di un ragazzo che le si è attorcigliato attorno. Subito prima di venire colpita, però, qualcosa alle sue spalle compare con una piccola esplosione nera, e mani a tre dita in guanti bianchi la afferrano per farla svanire immediatamente dopo.

“Un vero cavaliere deve sapere quando una donna non vuole le sue attenzioni, eh Fraulehn?” dice Nightcrawler rimaterializzandosi sul tetto di un palazzo poco lontano.

“LASCIAMI!” grida Rogue, quasi isterica, ed apre di scatto le braccia scaraventando il suo compagno proprio nel centro della piazza.

“Ouff!!” fa questo atterrando, e non riesce a riprendersi in tempo che l’ombra di una gigantesca donna dalla pelle di marmo lo sovrasta minacciosa

“Uh oh.” dice aspettandosi i suoi pugni sopra la testa. Che non arriveranno mai, perché dal nulla compare un raggio che la abbatte, mentre mani completamente nere fuoriescono dall’asfalto trascinandolo letteralmente dentro.

“Non per fare il pignolo...” comincia a dire Havok continuando a sparare alla folla impazzita piccole raffiche per tenerli lontani “...ma qualcuno ci ha capito qualcosa?”

“Non conosciamo i motivi del loro agire.” risponde fiera Tempesta mentre da una posizione centrale neutralizza tutti gli attacchi che gli altri le sferrano “Quindi l’obbiettivo primario è ricondurli alla calma.”

“Prova a ripeterlo mentre una donna falco cerca di staccarti la testa a beccate!” ribatte Kitty uscendo dall’asfalto, mentre poco lontano di lì Psylocke e Nightcrawler emergono dal muro di un vicolo.

*Sono confusi, spaventati.* dice Psylocke telepaticamente, le mani sulle tempie a captare i loro pensieri *Non sanno cosa gli sia successo e se la stanno prendendo con chiunque gli si trovi davanti.*

“Sono fortunati ad aver trovato noi, allora!” esclama Rogue abbattendo un gigante dalla pelle squamata.

*Questione di punti di vista...* aggiunge una voce telepatica nelle menti di ogni X Men, prima che al centro della piazza arrivi un piccolo oggetto sferico e metallico, e la voce esclami *Al riparo!*

Rogue spicca il volo, imitata da Tempesta la quale crea una corrente ascendente sotto i piedi di Havok per farlo decollare. Psylocke e Nightcrawler si teleportano immediatamente via, mentre Shadowcat sprofonda nel terreno.

L’istante dopo, la bomba neurale esplode, tramortendo tutti i restanti.

“Una mossa azzardata, Cable.” afferma Tempesta ritornando a terra assieme ad Havok, che viene poggiato da una lieve brezza su un terreno cosparso dei corpi svenuti della folla che fino a pochi secondi prima li avrebbe uccisi volentieri.

“Efficace.” disponde l’uomo uscendo dal proprio riparo, Alfiere al suo seguito “Siete tutti addestrati per manovre come questa, e se avessi tardato un altro secondo avremmo perso l’elemento sorpresa.”

“Puoi trattare come soldati noi, Cable.” risponde Nightcrawler teleportandosi in prossimità degli altri “Ma loro non lo sono.”

“Ha ragione.” conferma Psylocke “Non sono riuscita ad effettuare uno scan preciso, ma uno dei pensieri predominanti e più forti è che tutti quelli che vedete adesso mutati fino a stanotte erano esseri umani.”

“Mutazioni indotte in esseri umani...” dice Rogue “...ci sono stati alcuni casi in cui venivano causate attraverso virus mutageni.”

“No, non virus.” la corregge Alfiere “Radiazioni. Questo posto ne è saturo. Le sento ovunque.”

“Intendete dire che abbiamo a che fare con un intero paese pieno di umani resi mutanti da radiazioni mutagene?” chiede Havok.

“E’ l’ipotesi più sensata degli ultimi venti minuti, biondo,” risponde Shadowcat “e per quanto mi riguarda intendo aggrapparmici.”

In quel momento un violento rumore scuote il terreno, seguito da un altro, ed un altro ancora. Quindi il municipio esplode, e tra i fumi delle macerie si vedono avanzare alcuni esseri. Quello centrale è un uomo alto almeno tre metri e dall’imponente massa muscolare colorata di rosso. Sul suo petto, sopra un tatuaggio dilatato raffigurante un teschio, spiccano le parole Diablo Rojo, che danno un senso al volto demoniaco dell’essere sulla fronte del quale spiccano due piccole corna ribollenti di energia rossa. Dietro di lui, almeno altri sei elementi altrettanto minacciosi.

“Voi...” sibila il mostro “E’ tutta colpa vostra!” e la luce rossa prorompente dalla sua fronte circonda tutto.

 

Interludio.

Chrysler Building, 55° piano.

 

Il pomello della maniglia gira, la porta si apre.

“Ciao...” dice piuttosto timidamente il miliardario Warren Worthington III.

“Ciao.” risponde con un grande sorriso sulle labbra la ragazza bionda seduta sul letto. Grace O’Sullivan, Angel, Grace Worthington, sua figlia.

“Come... stai?”

“Bene. Mi trattano bene, qui.”

“Ottimo... ascolta...” Warren si siede sul letto accanto a lei “Hai visto che qui sto... stiamo facendo qualcosa di grande. Se riusciamo, nessuno un giorno dovrà più temere di essere escluso perché è diverso dagli altri. Ed è importante, questo.”

Grace continua a guardarlo, senza dire niente.

“E... ci serve tutto l’aiuto possibile. Abbiamo già mobilitato tutti gli uomini disponibili ma ogni giorno compaiono nuovi mutanti ed il lavoro è così tanto che... io stesso non trovo più tempo per me. Però ci sei anche tu, e non voglio metterti da parte. Non ci conosciamo, è vero, e credo sia ora di rimediare, nonostante i miei altri impegni. In breve... vorresti essere la mia assistente personale? Dovresti solo prendere le telefonate, segnare gli appuntamenti e far...”

“Sì.”

“Come?”

“Sì, mi piacerebbe molto.”

I tratti del viso di Warren si rilassano, come se si fosse tolto un gran peso.

“Bene. Allora...” e si rialza muovendosi verso la porta “...passa dall’ufficio della mia segretaria per i dettagli e... e ci vediamo dopo.”

“A dopo, papà.”

Warren si blocca sulla porta, quindi si gira, di nuovo imbarazzato.

“Warren.”

“Cosa?”

“Warren, chiamami Warren.”

Grace lo guarda fisso negli occhi per qualche istante, quindi sorride, e risponde:

“Warren, va bene.”

 

Salvation.

Piazza municipale.

 

Sono sette. Oltre all’essere dall’aspetto demoniaco, una creatura umanoide dal torso in giù serpente, una donna anziana dalla pelle rugosa in continuo mutamento, un bimbo pelato dallo sguardo di un bianco brillante, un ragazzo le cui fessure del corpo, occhi e bocca compresi, sono completamente nere, una ragazza con ogni arto fatto di materiale diverso, un uomo dalla testa e dalle ali d’aquila.

E a combatterli, gli X Men.

“Alfiere, Psylocke, Shadowcat, Nightcrawler, andate e cercate di scoprire la causa di tutto questo!” dice Tempesta cercando di mantenerli a debita distanza “Pensiamo noi a questi!”

“Ma…!” scatta Shadowcat, subito interrotta da Cable.

“Ha ragione lei. Qui serve potenza di fuoco, voi invece avete più possibilità di muovervi sul campo.”

Silenzio, poi Psylocke lancia un’occhiata ad Havok, il quale la ricambia rassegnato senza dire niente. La ragazza si volta verso gli altri e:

“Va bene… tutti qui con me.”

Riluttanti, Shadowcat e Nightcrawler si avvicinano ad Alfiere e Psylocke e scompaiono nel terreno.

Rogue, Havok, Cable e Tempesta rimangono nella piazza municipale, a contrastare sette potenti furie assassine.

 

 

 Continua...

 

 

Note dell’autore:  tante domande in questa storia, tante mezze frasi e tante parole non dette, che rendono ancora più vaga ed incerta l’atmosfera di Salvation. Certo... se voleste qualche indizio in più per scoprire cosa è successo, non dovreste far altro che andare a rileggere gli interludi interni ad Arcangelo #1, #2, #3 e #4, in cui oltre a comparire Diablo Rojo e Salvation si trovano un altro paio di personaggi che di qui a breve assumeranno grande importanza.

 

Next:  la conclusione di ‘Salvation!’, un nuovo arrivo e l’ombra della morte che si stende sugli X Men.

 

Per commenti e/o suggerimenti l’indirizzo è: gambittolo@hotmail.com