#2 - SCORRE IL SANGUE

by Pablo

Riassunto: mandati in una base americana a catturare due mutanti, la squadra Extremes perde quasi immediatamente un membro, Rebecca, durante l'attacco del mutante noto come Wolverine, mentre in un altro settore della stessa trovano tracce di cannibalismo.

Logan, il mutante con il nome in codice Wolverine, giaceva a terra, ricoperto di sangue, con la pelle scuoiata, in una posizione contorta. Carl gli si avvicinò, puntandogli l'arma alla nuca.
- Ed ora vediamo se il tuo potere rigenerante ti permetterà di recuperare il cervello sparso per il pavimento, Logan!
Era sconvolto, aveva appena ucciso la sua collega Rebecca. Oddio, forse non l'aveva uccisa lui, forse ci aveva già pensato Logan, però vedere il suo corpo in decine di pezzi, immaginare che lei fosse ancora viva quando ha sparato non fece altro che accentuargli un senso di dolore.
Logan lo fissava, ringhiando, mentre le escoriazioni pian piano sparivano, e le ossa tornavano pian piano al loro posto, facendo un sinistro rumore. Carl se ne accorse e gli sparò con il cannone a media potenza alle gambe, spezzandogliele e facendolo rotolare sul pavimento.
La radio gracchiò.
- Carl, tutto bene?
Era la voce di Ron. Rimase qualche secondo in silenzio.
- Ho catturato Logan...
- Rebecca sta bene?
Altro silenzio.
- E' morta, Ron...
Non ci fu nessuna risposta, e Carl pensò che fosse meglio così. Poi si avvicinò a Logan, afferrando lo storditore, deciso a metterlo fuori combattimento, ma il mutante fece apparire i suoi artigli dal polso della mano destra e graffiò leggermente al braccio Carl.
- FOTTITI! - urlò Carl, scaricando il fucile Gauss alla massima potenza su di lui, scaraventandolo contro un pilone e facendogli perdere i sensi.
Si avvicinò quel tanto da poter constatare che era vivo e privo di sensi, poi gli puntò il fucile al volto.
- Ed ora dimmi cosa mi impedirebbe di ucciderti!

Jonathan giunse all'esterno.
Era preoccupato di aver perso i contatti radio con il resto della squadra, ma doveva contattare Fury o Ross, e dire loro che nella base si erano verificati casi di cannibalismo. Si collegò alle frequenze di comunicazione prestabilite e attivò il cripting.
- Qui EX003, comunicazione riservata e prioritaria con il generale Ross o il generale Fury.
Nessuna risposta.
- Ripeto. Qui EX003, comunicazione riservata e prioritaria con il generale Ross o il generale Fury.
- Qui Nicholas Fury, matricola 189045H. - Jonathan riconobbe il codice – Parli pure, agente Jonathan Wenstein.
- Signore, ci sono alcuni dettagli da aggiungere alla missione, assenti nel briefing.
- L'ascolto.
Jonathan fece rapporto completo sugli sviluppi a lui noti finora, e rimase in ascolto di nuovi ordini che non tardarono ad arrivare.
- La missione va avanti. Questi sviluppi non incidono sul metodo approntato per portare a termine la missione stessa. Passo e chiudo.
Jonathan rimase in silenzio per qualche secondo. Fury aveva liquidato troppo semplicemente, almeno secondo lui, il presunto cannibalismo dei due killer mutanti, mentre lui temeva che questa scoperta indicava una maggiore aggressività dei due elementi.
Scosse il capo, sconsolato, e tornò verso la base.

Ron fissò Maggie.
- Rebecca è morta... - disse lui, abbassando gli occhi e appoggiandosi ad una delle scrivanie che affollavano quello che sembrava la stanza di una sorta di reparto amministrativo.
Gli occhi dell'altra ragazza si fecero rossi, lacrime cominciarono a sgorgare da essi, lacrime che lui immediatamente fermò, asciugandosi il volto con il braccio.
- Ok, ok, sapevamo che poteva succedere! Prendiamo questi fottuti bastardi... Carl ha preso l'assassino? - chiese lei, improvvisamente fredda.
- Sì, ha catturato Logan... manca l'altro.
Come per esaudire un loro preciso desiderio, un bip prolungato risuonò sui rilevatori di movimento. I due fissarono i loro display.
- Sta arrivando! - esclamò Carl, caricando l'arma.
- Sì, sta venendo da quel corridoio. - rispose la sua compagna, puntando l'arma – Sta correndo!
Improvvisamente dal buio del corridoio, con un balzo, apparve un uomo alto e robusto, dai lunghi e fluenti capelli biondi.
Lanciò un ruggito e con i lunghi artigli cercò di colpire i due soldati, che con una semirotazione riuscirono a evitare di essere feriti. Il mutante atterrò su una scrivania, si girò verso di loro e ruggì, mostrando i suoi lunghi e affilati canini.
Ron sparò il suo colpo, ma il mutante balzò via e cominciò a correre lungo il muro, evitando le micidiali raffiche dei fucili Gauss che i due soldati gli indirizzavano contro. Poi, a circa metà del muro meridionale si lanciò con un altro poderoso balzo verso di due, stavolta troppo vicini tra loro e chiusi tra due scrivanie per poter evitare il colpo, e infatti le sue lunghe unghie graffiarono il volto di Carl, facendone uscire un rivolo di sangue.
Carl si girò, sparando verso il corridoio da cui era apparso e in cui era fuggito, ma il bip incessante era la prova che era ancora in grado di fuggire. Ansimò, toccandosi il volto e osservando il sangue che stava coagulandosi sulla sua mano.
- Rebecca, tutto bene? - disse distrattamente, ma si rese conto che non vi era nessuna risposta.
Si guardò attorno e non la vide.
- Rebecca? - chiese di nuovo, mentre la preoccupazione montava in lui.
Poi da dietro una delle scrivanie vide apparire un rivolo di sangue.
Si affacciò lentamente, e vide i piedi della sua compagna.
Si inclinò un altro po', per capire meglio, e quando vide si ritrasse, trattenendo a stento i conati di vomito: la ragazza era stata tranciata in due all'altezza della vita.
- In che razza di missione suicida ci hanno buttato? - si chiese, esasperato ed ansimante – Che razza di demoni sono stati creati in questo laboratorio?
Con un colpo secco del suo fucile fece sbricciolare un schedario che aveva di fronte. Poi si voltò verso il corridoio da cui era uscito e successivamente svanito il killer, e vi si incamminò.
- Ora a noi due, Victor Creed!

Jonathan rientrò nella base, e si ritrovò davanti a se Carl, che trascinava il corpo privo di sensi di Logan.
- E Rebecca? - chiese allarmato, come se i suoi sensi lo avessero già avvertito di quello che era successo.
E infatti Carl non ebbe il tempo di rispondere, che lui si era già precipitato verso la zona che i due avrebbero dovuto pattugliare, sperando che il suo presentimento fosse smentito.
Giunse nel garage, e vide diverse macchie di sangue un po' ovunque, a terra, sui muri, accanto a dei pilastri. Poi improvvisamente sentì qualcosa, un rumore strano, come qualcuno che masticava in maniera energica. Si voltò verso la fonte del rumore e l'orrore prese il sopravvento dentro di lui: il mutante chiamato Victor Creed, nome in codice Sabretooth, stava divorando un braccio umano, mentre accanto a lui giaceva la testa della donna che lui amava, Rebecca. Il mutante alzò lo sguardo verso di lui, uno sguardo
carico di rabbia e di ferocia, poi mise da parte il braccio, si lecco il sangue sulle labbra e si alzò in piedi.
Jonathan puntò il fucile verso il mutante, ma Creed fu rapido a corrergli attorno, mentre lui cercava disperatamente di mantenere la mira.
- Fottuto mutante cannibale - sibilò a denti stretti - morirai!
Schiacciò il grilletto, ma non solo mancò il bersaglio, ma si ritrovò sbalzato via dal rinculo al quale non si era preparato. Per via del movimento rotatorio che stava effettuando, in volo eseguì una leggera parabola, andando a finire con un pilastro non poco distante dalla posizione di Sabretooth, che subito gli si scagliò addosso, afferrandolo per il collo.
- Chi è il fottuto? - disse sorridendo e mostrando i suoi lunghi denti, affilati come coltelli, a pochi centimetri dal volto terrorizzato del ragazzo. Poi improvvisamente affondò i suoi denti nella sua gola; il ragazzo gorgogliò il suo orrore per qualche secondo, cercando una improbabile resistenza, poi crollò esanime. Victor alzò la testa e annusò l'aria. Poi afferrò il fucile Gauss e lo puntò verso l'ascensore. Quando si aprì, lui sparò e a Ron non rimase nemmeno il tempo di una preghiera.

Carl attese che l'elicottero atterrasse e ingabbiasse Wolverine, poi afferrò il fucile e decise di rientrare, ma il capitano lo fermò, mettendogli una mano sulla spalla.
- Cosa...?
- Ti ricordi dei segnalatori presenti sulle vostre armature?
- Si, ma che... - in quel momento realizzò che lui era l'unico sopravvissuto alla loro prima missione. Inspirò con rabbia - Ma l'altro mutante?
- Da solo non puoi farcela, e sarà già fuggito... mi dispiace!
I due rientrarono nell'elicottero, che ripartì subito dopo.

Note dell'autore: dopo mesi di assenza, ecco il secondo episodio di Extremes che chiude la storia iniziata nel primo. Come avete potuto notare la squadra è stata praticamente distrutta, ma questo non significa che la serie è finita, anzi già dal prossimo episodio vedrete che ci sarà una nuova squadra e una nuova minaccia da affrontare, una minaccia che parte da una storia di Capitan America.