Riassunto:
mandati in una base americana a catturare due mutanti, la squadra
Extremes perde quasi immediatamente un membro, Rebecca, durante
l'attacco del mutante noto come Wolverine, mentre in un altro
settore della stessa trovano tracce di cannibalismo. |
Logan,
il mutante con il nome in codice Wolverine, giaceva a terra, ricoperto
di sangue, con la pelle scuoiata, in una posizione contorta. Carl gli
si avvicinò, puntandogli l'arma alla nuca.
- Ed ora vediamo se il tuo potere rigenerante ti permetterà di
recuperare il cervello sparso per il pavimento, Logan!
Era sconvolto, aveva appena ucciso la sua collega Rebecca. Oddio, forse
non l'aveva uccisa lui, forse ci aveva già pensato Logan, però
vedere il suo corpo in decine di pezzi, immaginare che lei fosse ancora
viva quando ha sparato non fece altro che accentuargli un senso di dolore.
Logan lo fissava, ringhiando, mentre le escoriazioni pian piano sparivano,
e le ossa tornavano pian piano al loro posto, facendo un sinistro rumore.
Carl se ne accorse e gli sparò con il cannone a media potenza
alle gambe, spezzandogliele e facendolo rotolare sul pavimento.
La radio gracchiò.
- Carl, tutto bene?
Era la voce di Ron. Rimase qualche secondo in silenzio.
- Ho catturato Logan...
- Rebecca sta bene?
Altro silenzio.
- E' morta, Ron...
Non ci fu nessuna risposta, e Carl pensò che fosse meglio così.
Poi si avvicinò a Logan, afferrando lo storditore, deciso a metterlo
fuori combattimento, ma il mutante fece apparire i suoi artigli dal
polso della mano destra e graffiò leggermente al braccio Carl.
- FOTTITI! - urlò Carl, scaricando il fucile Gauss alla massima
potenza su di lui, scaraventandolo contro un pilone e facendogli perdere
i sensi.
Si avvicinò quel tanto da poter constatare che era vivo e privo
di sensi, poi gli puntò il fucile al volto.
- Ed ora dimmi cosa mi impedirebbe di ucciderti!
Jonathan giunse
all'esterno.
Era preoccupato di aver perso i contatti radio con il resto della squadra,
ma doveva contattare Fury o Ross, e dire loro che nella base si erano
verificati casi di cannibalismo. Si collegò alle frequenze di
comunicazione prestabilite e attivò il cripting.
- Qui EX003, comunicazione riservata e prioritaria con il generale Ross
o il generale Fury.
Nessuna risposta.
- Ripeto. Qui EX003, comunicazione riservata e prioritaria con il generale
Ross o il generale Fury.
- Qui Nicholas Fury, matricola 189045H. - Jonathan riconobbe il codice
– Parli pure, agente Jonathan Wenstein.
- Signore, ci sono alcuni dettagli da aggiungere alla missione, assenti
nel briefing.
- L'ascolto.
Jonathan fece rapporto completo sugli sviluppi a lui noti finora, e
rimase in ascolto di nuovi ordini che non tardarono ad arrivare.
- La missione va avanti. Questi sviluppi non incidono sul metodo approntato
per portare a termine la missione stessa. Passo e chiudo.
Jonathan rimase in silenzio per qualche secondo. Fury aveva liquidato
troppo semplicemente, almeno secondo lui, il presunto cannibalismo dei
due killer mutanti, mentre lui temeva che questa scoperta indicava una
maggiore aggressività dei due elementi.
Scosse il capo, sconsolato, e tornò verso la base.
Ron fissò
Maggie.
- Rebecca è morta... - disse lui, abbassando gli occhi e appoggiandosi
ad una delle scrivanie che affollavano quello che sembrava la stanza
di una sorta di reparto amministrativo.
Gli occhi dell'altra ragazza si fecero rossi, lacrime cominciarono a
sgorgare da essi, lacrime che lui immediatamente fermò, asciugandosi
il volto con il braccio.
- Ok, ok, sapevamo che poteva succedere! Prendiamo questi fottuti bastardi...
Carl ha preso l'assassino? - chiese lei, improvvisamente fredda.
- Sì, ha catturato Logan... manca l'altro.
Come per esaudire un loro preciso desiderio, un bip prolungato risuonò
sui rilevatori di movimento. I due fissarono i loro display.
- Sta arrivando! - esclamò Carl, caricando l'arma.
- Sì, sta venendo da quel corridoio. - rispose la sua compagna,
puntando l'arma – Sta correndo!
Improvvisamente dal buio del corridoio, con un balzo, apparve un uomo
alto e robusto, dai lunghi e fluenti capelli biondi.
Lanciò un ruggito e con i lunghi artigli cercò di colpire
i due soldati, che con una semirotazione riuscirono a evitare di essere
feriti. Il mutante atterrò su una scrivania, si girò verso
di loro e ruggì, mostrando i suoi lunghi e affilati canini.
Ron sparò il suo colpo, ma il mutante balzò via e cominciò
a correre lungo il muro, evitando le micidiali raffiche dei fucili Gauss
che i due soldati gli indirizzavano contro. Poi, a circa metà
del muro meridionale si lanciò con un altro poderoso balzo verso
di due, stavolta troppo vicini tra loro e chiusi tra due scrivanie per
poter evitare il colpo, e infatti le sue lunghe unghie graffiarono il
volto di Carl, facendone uscire un rivolo di sangue.
Carl si girò, sparando verso il corridoio da cui era apparso
e in cui era fuggito, ma il bip incessante era la prova che era ancora
in grado di fuggire. Ansimò, toccandosi il volto e osservando
il sangue che stava coagulandosi sulla sua mano.
- Rebecca, tutto bene? - disse distrattamente, ma si rese conto che
non vi era nessuna risposta.
Si guardò attorno e non la vide.
- Rebecca? - chiese di nuovo, mentre la preoccupazione montava in lui.
Poi da dietro una delle scrivanie vide apparire un rivolo di sangue.
Si affacciò lentamente, e vide i piedi della sua compagna.
Si inclinò un altro po', per capire meglio, e quando vide si
ritrasse, trattenendo a stento i conati di vomito: la ragazza era stata
tranciata in due all'altezza della vita.
- In che razza di missione suicida ci hanno buttato? - si chiese, esasperato
ed ansimante – Che razza di demoni sono stati creati in questo
laboratorio?
Con un colpo secco del suo fucile fece sbricciolare un schedario che
aveva di fronte. Poi si voltò verso il corridoio da cui era uscito
e successivamente svanito il killer, e vi si incamminò.
- Ora a noi due, Victor Creed!
Jonathan rientrò
nella base, e si ritrovò davanti a se Carl, che trascinava il
corpo privo di sensi di Logan.
- E Rebecca? - chiese allarmato, come se i suoi sensi lo avessero già
avvertito di quello che era successo.
E infatti Carl non ebbe il tempo di rispondere, che lui si era già
precipitato verso la zona che i due avrebbero dovuto pattugliare, sperando
che il suo presentimento fosse smentito.
Giunse nel garage, e vide diverse macchie di sangue un po' ovunque,
a terra, sui muri, accanto a dei pilastri. Poi improvvisamente sentì
qualcosa, un rumore strano, come qualcuno che masticava in maniera energica.
Si voltò verso la fonte del rumore e l'orrore prese il sopravvento
dentro di lui: il mutante chiamato Victor Creed, nome in codice Sabretooth,
stava divorando un braccio umano, mentre accanto a lui giaceva la testa
della donna che lui amava, Rebecca. Il mutante alzò lo sguardo
verso di lui, uno sguardo
carico di rabbia e di ferocia, poi mise da parte il braccio, si lecco
il sangue sulle labbra e si alzò in piedi.
Jonathan puntò il fucile verso il mutante, ma Creed fu rapido
a corrergli attorno, mentre lui cercava disperatamente di mantenere
la mira.
- Fottuto mutante cannibale - sibilò a denti stretti - morirai!
Schiacciò il grilletto, ma non solo mancò il bersaglio,
ma si ritrovò sbalzato via dal rinculo al quale non si era preparato.
Per via del movimento rotatorio che stava effettuando, in volo eseguì
una leggera parabola, andando a finire con un pilastro non poco distante
dalla posizione di Sabretooth, che subito gli si scagliò addosso,
afferrandolo per il collo.
- Chi è il fottuto? - disse sorridendo e mostrando i suoi lunghi
denti, affilati come coltelli, a pochi centimetri dal volto terrorizzato
del ragazzo. Poi improvvisamente affondò i suoi denti nella sua
gola; il ragazzo gorgogliò il suo orrore per qualche secondo,
cercando una improbabile resistenza, poi crollò esanime. Victor
alzò la testa e annusò l'aria. Poi afferrò il fucile
Gauss e lo puntò verso l'ascensore. Quando si aprì, lui
sparò e a Ron non rimase nemmeno il tempo di una preghiera.
Carl attese che
l'elicottero atterrasse e ingabbiasse Wolverine, poi afferrò
il fucile e decise di rientrare, ma il capitano lo fermò, mettendogli
una mano sulla spalla.
- Cosa...?
- Ti ricordi dei segnalatori presenti sulle vostre armature?
- Si, ma che... - in quel momento realizzò che lui era l'unico
sopravvissuto alla loro prima missione. Inspirò con rabbia -
Ma l'altro mutante?
- Da solo non puoi farcela, e sarà già fuggito... mi dispiace!
I due rientrarono nell'elicottero, che ripartì subito dopo.
Note
dell'autore: dopo mesi di assenza, ecco il
secondo episodio di Extremes che chiude la storia iniziata nel primo.
Come avete potuto notare la squadra è stata praticamente distrutta,
ma questo non significa che la serie è finita, anzi già
dal prossimo episodio vedrete che ci sarà una nuova squadra e
una nuova minaccia da affrontare, una minaccia che parte da una storia
di Capitan America.
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