#7 - IL RICHIAMO DELLA FENICE

by Pablo

 

L'uomo chiamato Cable si avvicinò all'ingresso, seguito da Jean e dagli altri membri del gruppo. Tutti erano invisibili agli occhi degli altri, ma i dispositivi elettronici non potevano essere ingannati così facilmente, ma a questo doveva pensarci Shiro, e infatti passarono tutti i controlli elettronici senza che nessun allarme scattasse.
- Hai visto com'è stato semplice? - disse Cable, ammiccando a Jean Grey.
Alex si innervosì, pensando al fatto che quell'uomo ci stesse provando con la sua donna.
- Sì. - rispose laconicamente Jean, mentre un lento e inesorabile pulsare si faceva largo nella sua testa.
La prima ad accorgersene fu Ororo, che si avvicinò a lei mentre stavano passando accanto ad un paio di guardie.
- Che c'è?
- Non lo so, mi sento strana, come se qualcuno mi stesse osservando.
Ororo si preoccupò e si rivolse subito a Cable, il quale le lesse subito la mente.
/* Temi sia una trappola? */ chiese mentalmente il capo.
/* Non so, qualcosa non mi convince a questo punto. */
Cable si fermò per un istante, poi riprese a camminare.
/* A questo punto andiamo avanti. */
Non fece in tempo a finire il pensiero, che un lampo psichico stordì i loro neuroni, facendoli cadere tutti a terra nel tentativo di mantenere un pò di lucidità. Sopra di loro, barcollante ma ancora in piedi, c'era Jean Grey.
- S-scusate... non so cosa... - un colpo con un calcio di un fucile la colpì alla nuca, facendole perdere i sensi.
L'uomo alle sue spalle parlò nell'auricolare che aveva nell'orecchio.
- Sì, non so da dove siano usciti, sono apparsi all'improvviso... sì, sono tutti fuori combattimento... va bene, mandatemi una squadra.

Appartamento privato di Amahl Farouk.
Era stato informato della tentata irruzione, per fortuna non riuscita, eppure non si sentiva a suo agio. La scomparsa del Re Nero, dopo l'attacco al suo castello da parte di Capitan America e Capitan Bretagna, aveva creato un vuoto di potere nella Cerchia Interna, e sia lui sia il misterioso Re Rosso stavano cercando di prendere il controllo del Club Infernale. Il suo autocontrollo si stava lentamente disgregando, aveva assolutamente bisogno di energia. Suonò il campanello e la sua vestale, la mutante nota come Scarlet la Strega, entrò nella Sancta Sanctorum.
- Ha appetito, mio signore? - disse la donna, il cui sguardo era vacuo.
- Avvicinati. - le ordinò, poi le afferrò la testa tra le mani. - Creatrice di mondi, dammi l'energia di cui ho bisogno per non perdere il controllo di questo corpo.
Un'onda psichica partì dalla testa della donna, riempiendo la stanza, per poi riconcentrarsi nella testa dell'uomo.
Farouk si alzò in piedi, soddisfatto.
- Ora mi sento meglio, è giunta l'ora che mi dia da fare per prendere il potere nella Cerchia Interna.
Scarlet si alzò in piedi, intontita, poi lentamente uscì dalla stanza.

Gli uomini della sicurezza buttarono, senza tanti complimenti, la squadra capitanata da Cable in una stanza molto larga, priva di finestre, con delle griglie per il riciclo dell'aria larghe e strette lungo il bordo del soffitto. Nella cella, in silenzio, assorto nei propri pensieri, c'era l'aborigeno che i Reavers, la guardia scelta della Cerchia Interna, avevano catturato nella piana di Ayers Rock.
I Reavers si allargarono, facendo entrare il loro capo Pierce e il suo braccio destro Yuriko.
- E così la guardia scelta di Genosha, la leggendaria X-Patrol, è caduta fortuitamente nelle nostre mani. Con un solo mutante ne abbiamo presi una dozzina. - si rivolse al vecchio, che non gli prestò nessuna attenzione. - Credo che ci sia il tuo zampino in tutto questo, o forse mi sbaglio?
Attese per qualche secondo, poi non ricevendo nessuna risposta fece un cenno di resa con le mani e uscì dalla stanza, ordinando ai suoi uomini di aumentare la potenza degli storditori neuronici presenti nella stanza.
Non appena la stanza venne chiusa, Cable, ancora intontito si alzò e si rivolse verso Jean Grey, che aveva gli occhi sbarrati.
- Cosa diavolo hai combinato? - le chiese.
- N-non lo so... - rispose lei, senza fare alcun movimento.
Cable era confuso. Gli storditori neurali riducevano notevolmente il suo pur grande potere, e quel poco che gli era rimasto era costretto ad usarlo per controllare il cancro che lo divorava, il cancro tecno-organico che l'avrebbe reso... scuotè il capo come per allontanare un pensiero sgradevole.
Poi Jean si alzò, si avvicinò ad Alex e gli accarezzò i capelli con fare materno.
- Sento che sta bene, si rimetterà. - disse con il tono di chi non accettava repliche.
- Però adesso dobbiamo uscire di qui. - rispose Cable, mentre cercava di far tornare in sé Tempesta e Moonstar.
Jean si accorse della presenza del vecchio aborigeno nella stanza. Si toccò la testa, e si ricordò dello strano mal di testa che la stava torturando da un po' di tempo.
- Sei tu, vero? - gli chiese.
Il vecchio alzò gli occhi e la fissò, senza mostrare alcuna emozione. Poi si alzò in piedi, si avvicinò a lei.
- Stalle lontano! - gli intimò Cable, ma non appena lo sguardò dell'aborigeno si posò su lui, ammutolì.
Tempesta gli si avvicinò preoccupata.
- Chi diavolo è?
- E' meglio che tu non lo sappia, Ororo. - rispose Cable.
Il vecchio afferrò il capo di Jean tra le sue mani, che si sentì pervadere di sollievo e di energia, poi un'enorme fiammata psichica uscì dai suoi occhi e tutto attorno a lei divenne nero.

La fiammata psichica colpì Scarlet, che si sentì sbalzare via attraverso un tunnel di stelle.
- Cosa...? - disse mentre fasci di energia psichica esplodevano attorno a lei.
Poi sentì i pensieri di miliardi di creature, creature che non erano quelle dei mondi creati da lei con il suo potere di piegare la realtà, ma erano quelli di esseri che morivano, distrutti da una forza superiore a tutte le altre.
- La Fenice! - scandì lentamente - E' qui!
Si fiondò fuori dalla stanza, seguendo la traccia psichica, che brillava come non mai, finchè non giunse alla stanza dove era stato messo l'aborigeno.
- NOOOOOO! - urlò, facendosi spazio attraverso i Reavers ed entrando nella stanza.
La scena che le si presentò era assurda: la stanza era come sospesa nello spazio cosmico, al centro di essa c'erano il vecchio aborigeno e Jean Grey, uno di fronte all'altro, mentre attorno a loro, privi di sensi, c'erano gli altri quattro mutanti catturati, che ruotavano attorno ai due come dei satelliti ruotano attorno al pianeta.
- No, non lo farai... - disse Scarlet, concentrò i suoi poteri e immediatamente fece variare lo spazio dentro la stanza, facendo cadere tutti a terra nel pavimento.
Poi, con passi lenti e cadenzati, si avvicinò al centro della stanza e si rivolse all'aborigeno.
- Non so come sei riuscito a superare gli inibitori, però so che la Fenice spetta a me...
Jean aprì gli occhi e si rivolse a Jean.
- Questo è tutto da vedere!

Altrove, nella sua sancta sanctorum, i sensi di Farouk furono colpiti in pieno da una strana ondata di energia. All'inizio si lasciò andare alla gradevole sensazione, sentiva la sua coscienza scivolare via come acqua, poi ne riprese il controllo e la strinse a sé, come un gioiello inestimabile. Riaprì gli occhi e sentì le proprie mani tremare mentre si asciugava la fronte madida di sudore.
- Sta succedendo qualcosa... quel potere...
Sentì circondarlo flussi e riflussi di energia tanto potente quanto sconosciuta. La percepiva, la sentiva calda e accogliente, infinita e indefinibile. Come un cane da caccia, seguì la traccia che l'energia lasciava per l'enorme villa. Scese nei sotterranei, attirato dalla quantità enorme di potere che lo circondava, fino a giungere a quelle che erano le celle. Attorno giacevano uomini privi di sensi, mentre quando si affacciò nella stanza vide qualcosa di stupefacente.

Jean e Scarlet erano sospese nel vuoto, una di fronte all'altra. Al centro, in mezzo alle due donne, seduto a terra c'era il vecchio aborigeno australiano, che rimaneva con gli occhi chiusi in atteggiamento meditabondo.
- Quel potere è mio... - sibilò Scarlet.
- Dovrai vedertela con me. Lei mi ha chiamato, mi ha liberato dagli inibitori, è evidente che vuole donarsi a me.
Scarlet scoppiò a ridere.
- Tu non sai nemmeno cosa è la Fenice.
Gli occhi di Jean diventarono rossi.
- Sei tu che forse non sai cosa è la Fenice.
Un colpo psionico di potenza mai vista partì dalla fronte di Jean, colpendo in pieno Scarlet che finì per schiantarsi contro il muro. Lentamente la donna si rialzò e fissò la sua avversaria.
- Una goccia di potere dell'infinito... questo ti è stato dato...
Jean sorrise.
- Una goccia di infinito, per quanto piccola mia cara, corrisponde all'infinito stesso...
Scarlet agitò le sue mani agghindate con decine di anelli, simbolo del suo retaggio, e improvvisamente il mondo attorno alle due donne cominciò a cambiare.
- Che sta succedendo?
Scarlet sorrise.
- Il mio potere agisce sulle probabilità che qualcosa avvenga. Posso spingere questo potere, grazie all'addestramento subito, ai massimi limiti, spingendolo alla variazioni più incredibili, perchè la statistica è una scienza in grado di farti succedere l'impossibile.
Vortici di energia cominciarono a circolare attorno alle due donne, mentre il volto di Scarlet si induriva. Il mondo attorno a loro cambiò di nuovo.
- Conosci la teoria degli universi paralleli? - chiese a sorpresa Scarlet.
- Ne ho sentito parlare. - fu la risposta di Jean, concentrata mentalmente sulle mosse della sua avversaria.
- Il mio potere sulle probabilità altera questa possibilità, rende possibile ciò che statisticamente è ritenuto difficile se non improbabile, quindi... - agitò le mani seguendo uno schema apparentemente casuale, finchè le due donne non si ritrovarono in un campo di battaglia, dove migliaia di guerrieri si stavano combattendo con ferocia - ...benvenuta in una Terra parallela!
La mente di Jean collassò nell'arco di qualche millisecondo, inondata da infiniti pensieri.
- In questo mondo sono tutti telepati ed empati, e quindi stanno riempiendo la tua mente di sensazioni e pensieri, la stanno portando al limite massimo, e tra poco ci saranno due sole alternative: o la tua testa scoppierà per lo sforzo di contenere tutto, oppure ti spegnerai come una candela in un uragano.
L'urlo di Jean non uscì dalla sua bocca, poi improvvisamente si girò verso Scarlet.
- Credi che basti questo per farmi fuori?
L'espressione di Scarlet riassumeva tutto il suo stupore.
- Sei una valida avversaria, lo ammetto!
Improvvisamente i pensieri dei combattenti, le energie psioniche si fusero in un'unica sfera bianca, che aleggiò sulla testa di Jean. Poi, in mezzo alle due donne, una lunga ombra apparve quasi dal nulla. All'inizio era informe, poi assunse lentamente l'aspetto di una creatura alata, dagli occhi di fuoco.
Le due donne fissarono con stupore misto a timore l'imponente essere.
- La Fenice... - disse sottovoce Scarlet - è qui per vedere chi riceverà il suo potere...
Jean sorrise, fissandola.
- Non facciamola attendere!
La sfera di energie psioniche venne scagliata contro Scarlet, che si difese alzando uno scudo probabilistico contro il quale essa avrebbe dovuto infrangersi. La battaglia tra le due donne era appena iniziata.

Note: dopo la parentesi di storie scritte da Vick, tocca a me riprendere le redini della serie e condurla verso lidi più stabili, almeno secondo la mia concezione della serie stessa. Vedrete a chi sarà affidato il potere della Fenice, ci sarà l'atteso Mutant Pryde, e saprete qualcosa di più su Magneto e sul suo fato. Non vi resta che rimanere sintonizzati qui.