La donna dai capelli neri si avvicinò a Steve, tendendogli la mano per aiutarlo a rialzarsi.
- Chi dobbiamo ringraziare per aver ucciso costui? - chiese Steve, mentre accettava l'aiuto della donna.
- Cross, Stacy Cross, agente scelto della Mutant Academy di Genosha.
- Genosha è entrata in questo gioco? - chiese Vladimir.
Cap scosse il capo.
- Ho come il presentimento che sono tante le forze entrate in gioco, anche se mi chiedo perchè...
Stacy si avvicinò all'uomo che aveva appena ucciso.
- Questa si che è bella! - esclamò.
- Cosa? - chiese Cap.
La donna indicò il buco nella fronte del cadavere, fatto dalla sua pistola.
- Notate nulla di strano?
- Non c'è sangue... - osservò Vladimir.
- Nè materia cerebrale... - aggiunse Steve.
- Bravi, ma guardate meglio.
I due si avvicinarono e fissarono il buco stupiti.
- Ma... ma... non vedi l'osso, ne la materia cerebrale all'interno del cavo... ma cosa diavolo è? - esclamò Vladimir.
Stacy si alzò assumendo un'espressione sbalordita.
- Per il grande Magnus, ma da che secolo venite entrambi?
I due rimasero colpevolmente in silenzio.
- Questa è una guardia scelta di Latveria... uno degli uomini di fiducia di Victor Von Doom... anche se uomo è una parola
grossa.
Cap sorrise, mentre raccoglieva lo scudo.
- Ok, so di Latveria, non è molto distante da qui. E so anche di Von Doom. Ma tutto questo non mi aiuta.
- Neanche a me.
- Non è un essere umano, ma una creatura creata nei laboratori alchemici del castello di Latveria.
- Un Frankenstein, insomma...
- No, non proprio... ma non è questo il problema adesso. Il vero punto è che le forze in gioco sono diventate davvero
tante.
- Latveria, Genosha... - disse Vladimir.
- Stati Uniti, Russia... - aggiunse Stacy.
- Ok, ok! - intervenne Cap – Timeout! Ora cara Stacy ti ringrazio, ma tu non fai parte dei nostri progetti, quindi ti devo
una vita. - si rivolse a Vladimir – Non continuiamo per la nostra strada.
Si avvicinò al corpo di Manuel, riverso a terra nel suo stesso sangue.
- E' andato.
Si guardò attorno.
- Ci sarà qualcosa, qualche appunto. Altrimenti siamo di nuovo a zero.
- Ed è qui che ritorno in gioco io. - suggerì Stacy.
Cap la fissò.
- Cosa vorresti dire?
- Voi non sapete chi è il “dormiente” impazzito, vero? Forse è Americano, o almeno questo pensano tutti. Evidentemente
qualcuno sa qualcosa di più, qualche segreto sporco che nessuno ha il coraggio di dirvi, ma non chiedetemi quale, perchè
nemmeno io lo so.
- Fin qui non ci stai aiutando. - disse Vladimir.
- Infatti vi ho esposto il vostro status, non il mio. Io ho un qualcosa in più di voi.
- Sarebbe a dire?
- Sono una mutante!
I due rimasero un attimo interdetti, stupendosi del fatto di non aver considerato questa ipotesi.
- Come puoi aiutarci?
- Voi avevate il nome di Manuel, e siete arrivati tardi. Che altri vi resta?
- Niente.
- Appunto! Io ho però un altro nome, per cui muoviamoci, perchè non ho intenzione di trovare altra concorrenza. - disse
dirigendosi verso la porta.
- Ferma! - disse Cap - Mi sfuggono due dettagli.
- Sarebbero?
- Primo: qual'è il tuo potere mutante? Secondo: cosa succederà quando noi decideremo di portare con noi il “dormiente”?
Non credo che tu sia venuta qui per andare via a mani vuote.
Stacy sorrise.
- Tutto a suo tempo, credetemi! - ed uscì, seguita da Cap e Vladimir.
Pentagono.
Fury entrò nell'ufficio del Segretario alla Difesa.
- Segretario Rumsfeld.
- Generale Fury, a cosa devo la sua visita?
Fury si accomodò sul divano e incrociò le mani.
- Cosa sta succedendo?
- Prego?
- Ho letto alcuni rapporti sugli omicidi a Praga, ed ho trovato alcune strane coincidenze.
- Sarebbero?
- I rapporti precedenti al 1997 non sono stati schedati del tutto nel sistema informativo delle varie agenzie, anzi in
genere venivano schedate solo i riferimenti per il ritrovo delle pratiche, gli agenti coinvolti e qualche parola chiave di
possibile uso per la ricerca. Sono quindi andato a ricercare tutti i rapporti riguardanti gli agenti uccisi, e ho scoperto
che tutti si intrecciavano con un nostro agente in loco. La cosa strana è che questo agente non ha una sua scheda
nell'archivio, ne ci sono rapporti di sue operazioni.
- Un agente Omega.
- All'inizio l'ho pensato anch'io, ma poi mi sono ricordato di questo... - appoggiò una cartellina sulla scrivania del
Segretario alla Difesa.
Rumsfeld raccolse la cartellina e la sfogliò, rimanendo un attimo perplesso sul suo contenuto.
- Come ha...?
Fury sorrise, ma era un sorriso triste.
- Durante la presidenza Ford, nel breve periodo che fu Segretario alla Difesa, lei ha dato il via ad un progetto chiamato“Centauro”. Ricordo chiaramente, quando tornai da Saigon, che fui contattato da un uomo del suo staff per entrare a farvi
parte, ed io rifiutai perchè avevo voglia di riposarmi un po' dopo tutti gli orrori che avevo visto.
Rumsfeld fece per interromperlo, ma Fury fece un gesto perentorio con la mano.
- Solo ora ricordo qualche dettaglio di quel progetto, e solo ora capisco l'interesse dietro gli omicidi a Praga.
Si alzò in piedi e lo fissò dal suo unico occhio.
- Son venuto solo a dirle che SO, e che credo che il nostro soldato per eccellenza debba venire a conoscenza di ciò che lo
riguarda.
- Non può farlo, è un ordine.
- Signore, con tutto il rispetto, ho quasi 90 anni e un tumore alla prostrata. Dovrei essere a riposo da così tanto tempo
che ho perso il conto. Dovrei dormire 10 ore al giorno e ne dormo si e no 4. Mi dica lei che valore possono avere a questo
punto i suoi ordini.
- Dovrò farla arrestare, lo sa?
- Scelga, signor Segretario. Scelga tra la verità o un nuovo Watergate.
Ci furono momenti di silenzio, poi Fury uscì dall'ufficio, chiudendo lentamente la porta.
Praga.
Steve, Vladimir e Stacy entrarono nella macchina di quest'ultima.
- Fammi capire, - chiese Vladimir – c'è un altro contatto?
- Si, - rispose Stacy – dovevo andare da lui prima di Manuel, poi ho visto voi ed ho pensato che forse avevate una pista
più concreta della mia.
Steve sgranò gli occhi.
- Ci hai visti? Dove?
- Uscire dal municipio...
- Municipio? - la interruppe Vladimir – Chi era l'altro tuo contatto?
- Sergej Lieb... - si interruppè anche lei – Oh, merda! Vi ha messo fuori strada!
Vladimir le mise una mano sulla spalla.
- Corri presto!
Stacy accelerò, percorrendo le strade della città a tutta velocità, fino a fermarsi di colpo davanti al municipio. I tre
uscirono dalla macchina, e Vladimir alzò il dito verso una finestra illuminata.
- E' l'ufficio di Sergej.
In quel momento una figura finì contro la vetrata della finestra, frantumandola e finendo sulla strada dopo un volo di
qualche decina di metri. Vladimir gli si avvicinò, riconoscendo il corpo della spia, e gli toccò la gola.
- E' morto!
- Entriamo! - disse Cap, mentre curiosi e guardie di sicurezza si avvicinavano al corpo sulla strada.
I tre salirono di fretta le scale, giungendo nel corridoio che conduceva all'ufficio di Sergej. E lì videro uscire dalla
stanza dell'uomo appena morto un gruppo di uomini che indossavano un'uniforme nera, e che conducevano un prigioniero con
loro. Dietro di loro apparve una figura che Steve Rogers non esitò a riconoscere.
- ZEMO!
La figura si voltò rivelandosi per colui che Steve aveva fronteggiato qualche anno prima, poco dopo il suo risveglio.
- Oh, oh! Abbiamo qui il nostro piccolo Patriota e i suoi amici.
- Lascia quell'uomo, Zemo!
Zemo scoppiò a ridere.
- Sembra quasi che tu non sappia niente! - si rivolse ai suoi uomini – Mostrateglielo!
Gli uomini di Zemo fecero girare il prigioniero, che incrociò lo sguardo di Cap.