LET'S
ROLL...
New York, 11 Settembre
2002, ore 8 e 47.
E' passato il minuto di silenzio e l'ex sindaco Rudolph Giuliani si
alza in piedi sul palco e lentamente inizia a scandire i nomi di tutte
le vittime dell'attentato perpetrato un anno prima al World Trade Center.
Gordy Aamoth!
Tutti tacciono,
mentre le campane di tutta Manhattan iniziano a rintoccare seccamente,
mentre un forte vento proveniente dall'Hudson alza la polvere dalle
strade, ricordando ai presenti l'enorme nube di polvere di un anno prima.
Frank Abbott
Jack Daniels uscì
sull'attico di uno dei palazzi che si affaccia sullo spiazzo dove prima
c'erano le torri gemelle. Si affacciò e fece una smorfia di disgusto
nel vedere l'enorme buco. Dietro di lui apparve Sharon Carter.
- Sai cosa odio di più in questo momento?
- Cosa? - chiese lei.
Jayceryll
Dechavez
- Il non aver concluso
niente! Dopo un anno non siamo certi che Bin Laden sia ancora vivo,
Painer continua a sfuggirci, Saddam ride sotto i suoi baffi nel vedere
l'occidente pacifista che lo difende, occidente pacifista che dimentica
i suoi soprusi nei confronti dei curdi.
Sharon si affacciò alla ringhiera.
- Ti capisco, anche io provo un senso di orrore e disgusto... Ci definiscono
gli sceriffi del Mondo, mentre io credo che siamo solo dei semplici
abitanti del mondo che lottano a loro modo per renderlo migliore!
Robert Fangman
- Però saremmo
ipocriti, perché abbiamo la pena di morte... - aggiunse Nick
Fury, uscendo anche lui sull'attico.
Jack diede un pugno sulla ringhiera.
- Ce lo siamo cercati! Ecco cosa dicono molti idioti...
perché non vanno a dirlo alle famiglie di tutti coloro che sono
morti? Perché non vanno a spiegargli cosa si sono meritati? Stronzi!
David Garcia
- Questi non capiscono
che non sono stati colpiti solo gli Stati Uniti, - disse a voce bassa
Fury ma l'intero mondo! Qui lavoravano persone di 90 nazioni
diverse, che poco avevano a che fare con la pazzia di alcuni fanatici
religiosi...
- Già! Però quando penso al loro fanatismo mi sento meglio,
- disse Sharon perché mi sento libera, mentre loro erano
dei poveri pazzi soggiogati da qualcuno più pazzo di loro, da
dei maledetti miliardari il cui unico scopo è seminare terrore
e morte...
Laurie Mitchell
- Goebbels dichiarava
spesso che abbattere l'avversario consiste nell'infliggergli, prima
ancora della morte, il terrore della morte! - commentò Fury,
appoggiandosi alla ringhiera e guardando in basso Costoro hanno
cercato di far di meglio, di dare la morte e il terrore della morte
in un colpo solo, ma non ci sono riusciti... e non ci riusciranno mai!
Gianni Spataro
Lentamente Giuliani
scandisce i nomi, per poi avvicendarsi ad altri personaggi come Robert
De Niro ed Hillary Clinton, mentre al centro di Ground Zero i familiari
depongono dei fiori in ricordo e pregano.
- Dov'è
il soldatino? - chiese Jack.
- In missione, - rispose Fury e appena avrà scoperto qualcosa
ci chiamerà!
Jack sorrise, poi si girò verso il mare.
- Let's roll...
COME
UN FALCO...
New York, Harlem,
ore 9.
L'assistente sociale Samuel Wilson afferrò una serie di fascicoli
dalla sua scrivania e cominciò a sistemarli nello schedario.
Aveva spento la radio, visto che tutte le stazioni sembravano interessate
solamente a Ground Zero e ai discorsi del Presidente. Niente musica,
niente radio, aveva sentenziato mentre la spegneva. Improvvisamente
un ragazzino entrò nella stanza, ansimando.
- Signor... Wilson!
- Gary, quante volte di ho detto che si bussa prima di entrare!
- Ha ragione... ma... c'è....
- Che succede?
- C'è un... bianco... in strada...
Sam si avvicinò alla finestra del suo ufficio; guardò
in basso e vide un ragazzo biondo, alto e slanciato che camminava sul
marciapiede di fronte, guardandosi ogni tanto attorno. Davanti a lui
un gruppo di ragazzi di colore stavano chiacchierando tra loro, e nessuno
di loro si era avveduto di lui.
- Ma è un pazzo... solo un pazzo non sa che qui per uno come
lui è meglio non esserci! - disse.
Afferrò la giacca e uscì rapidamente dalla porta dell'ufficio.
Steve si fermò
a fissare il gruppetto di ragazzi di colore seduti a circa 100 metri
da lui. Erano quattro ragazzi ed una ragazza. I ragazzi erano vestiti
tutti grunge, alti e pieni di muscoli. La ragazza invece aveva un semplice
vestitino blu, ed un fisico asciutto. Sorrise nel vedere la scena e
in quel momento uno dei ragazzi se ne accorse.
- Ehi, muso bianco, cosa vuoi? - disse alzandosi.
Steve smise di sorridere e girò lo sguardo.
- Sto dicendo a te, viso pallido! Ti sei perso? - incalzò, avvicinandosi.
Steve sospirò, mentre i ragazzi si avvicinavano sempre di più.
Uno di loro mise la mano dietro la giacca, afferrando un coltello.
- Ehi, faccia di culo, stai sbagliando atteggiamento! - disse il ragazzo,
oramai giunto a pochi metri da Steve.
- Ah si!? - rispose Steve, girandosi a guardare i ragazzi, che si fermarono
per un attimo, stupiti dalla reazione dell'uomo.
Poi il ragazzo con la mano sul coltello si avvicinò a Steve,
sorridendo, e poi improvvisamente gli puntò contro il coltello.
- A me piace la carne di maiale bianco, e a voi? - disse ai suoi amici
che sorridevano, ma poi urlò dal dolore quando Steve gli afferrò
il polso e glielo girò, lussandoglielo. Gli altri ragazzi rimasero
immobili pochi attimi, poi però cercarono di aggredire Steve,
ma Sam Wilson si intromise tra di loro.
- FERMI!!! - urlò.
I ragazzi si fermarono, e Steve rilasciò il polso dell'altro,
che si allontanò imprecando.
- Non credo sia il caso... - disse Sam rivolto a loro.
Poi si girò verso Steve.
- E tu, chi ti credi di essere? Non sai che in questa zona i bianchi
non sono benvisti?
Steve sorrise.
- Credevo che l'America fosse un paese libero e democratico!
Sam scoppiò in una grassa risata.
- Benvenuto nella realtà, biondino! Qui non c'è libertà
e democrazia per i visi pallidi come te! - gli mise una mano sulla spalla
Ti voglio essere amico, gira i tacchi e sparisci! Non ti posso
sempre proteggere, non credi?
Steve fece un cenno di assenso con la testa, tolse la mano di Sam dalla
sua spalla, si girò e cominciò ad allontanarsi.
- Non fate cazzate, ragazzi! - disse Sam agli altri, fissandoli con
uno sguardo carico di rimprovero Abbiamo già abbastanza
problemi, non ce ne servono altri!
Gli altri annuirono, e anche Steve annuì a quasi 30 metri di
distanza. Grazie ai nanoidi presenti nel suo padiglione auricolare la
frase non gli era sfuggita.
Tardo pomeriggio.
Il sole oramai era quasi del tutto svanito dietro i tetti delle case.
In un magazzino ad Harlem quattro uomini stavano discutendo animosamente,
mentre altri due prendevano una cassa dal portabagagli di una Ford station
wagon.
- Dovevano arrivarci tre inneschi, perché ce ne sono solo due?
- chiese uno di loro, un uomo di colore dalla barba incolta agli altri
due.
Accanto a lui Sam Wilson fissava la macchina, rimanendo con le braccia
incrociate, come disinteressato alla discussione.
- A Reginald Duscombe serviva un altro innesco! Siamo stati costretti
a darglielo...
Con un cenno deciso della mano Sam zittì l'uomo.
- Non si fanno nomi, lo sai?
L'altro tremò, poi fece un cenno di assenso.
Ad osservare la scena c'era una figura nascosta su una trave, protetta
dall'ombra. Improvvisamente però un falco lo aggredì,
costringendolo a sbilanciarsi. Il rumore e il grido acuto emesso dall'animale
attirarono immediatamente l'attenzione degli uomini in basso, che alzarono
lo sguardo e videro Capitan America saltare su una cassa, inseguito
dal falco.
- Maledizione! - imprecò uno degli uomini, impugnando una pistola
e sparando verso Cap, che si protesse con la scudo, mentre balzava su
un'altra cassa per evitare l'ennesimo attacco del falco.
- REDWING ATTENTO! - urlò Samuel Wilson, ma fu troppo tardi:
infatti Steve colpì in pieno l'animale col piatto dello scudo,
facendolo cadere.
Nel frattempo anche gli altri uomini cominciarono a usarlo come bersaglio
delle loro pistole. Il Patriota balzò all'indietro, e lanciò
il suo scudo; quest'ultimo iniziò a seguire una traiettoria strana
e inusuale, roteando su se stesso e colpendo il primo dei suoi avversari,
per poi cambiare rotta e colpire secondo, poi il terzo, fino a colpirli
tutti, per poi tornare nella sua mano. Ma qualcuno colpì la mano,
facendogli cadere lo scudo, per poi colpirlo al fianco con un calcio,
facendolo così cadere rovinosamente dalle casse. Si girò
rapidamente, nonostante la fitta al costato, e vide Wilson che gli piombava
addosso come un falco. Rotolò su se stesso, evitando il colpo,
e si rialzò.
- Maledetti americani imperialisti! - disse a denti stretti, cercando
di colpire Steve Non fermerete la collera del nostro Dio!
Steve schivò il colpo e cercò di restituirlo, ma Wilson
era altrettanto rapido e veloce.
- Distruggeremo i luoghi del male e la progenie del peccato, e il Dio
di Maometto splenderà su tutto il mondo! - disse Samuel, cercando
di colpire con un calcio in faccia Capitan America. Ma questa volta
Cap fu più lesto, parò il colpo con un braccio e con un
calcio basso fece cadere sulla schiena il suo avversario Cerco di alzarsi,
ma ancora una volta Steve fu più veloce e lo colpì al
volto, facendogli perdere i sensi.
Poi parlò ad alta voce.
- Missione compiuta, venite a prenderli in consegna! - disse.
Venti minuti dopo
gli uomini venivano portati via. Nick Fury accese il sigaro e diede
una pacca sulla spalla di Steve.
- Le nostre intercettazioni non erano sbagliate, qui si progettavano
attentati con bombe sporche!
- Già aggiunse Sharon avevano già l'uranio
necessario, mancavano solo gli inneschi!
- Mmm... parlavano di un terzo innesco, mandato ad un certo Reginald
Duscombe... dovremmo indagare! - disse Steve.
- Sei sicuro che non fosse un nome in codice? - chiese Jack Daniels.
- Si, Wilson ha zittito chi lo ha nominato, dicendo che non si facevano
nomi!
- Indagherò di persona... - disse Fury Come ti trovi col
nuovo scudo?
Cap lo strinse.
- Bene! La struttura in nanoidi di titanio lo rendono altamente controllabile
e resistente!
- Tony Stark fa sempre un buon lavoro! - aggiunse Fury.
Steve si tolse il cappuccio, sorridendo, e Sharon lo fissò, per
poi spostare il suo sguardo di Jack.
- Sai che non mi ero mai accorto di quanto vi somigliate voi
due?
Note: "Let's
roll" vuol dire "muoviamoci, diamoci da fare", ed è
la frase usata da uno dei passeggeri del volo caduto in Pennsylvania,
prima che si ribellassero ai dirottatori. Scritta sulla lapide commemorativa
situata sul luogo dello schianto, questa frase è entrata rapidamente
nel gergo di un'America che ha voglia di reagire. Nel secondo episodio
introduco Sam Wilson, che nel MU ufficiale altri non è che Falcon,
partner di Cap in molte battaglie. La sua versione Extreme racchiude
connotazioni "negative". Tornerà? E' presto per dirlo,
ma dato che non è morto, aspettatevi una clamorosa evasione da
Guantanamo. Per Reginald Duscombe invece aspettatevi sorprese alla James
Bond (o alla Jack Ryan, fate vobis). Mi scuso infinese questo special
non è tanto SPECIALE, come magari voi vi sareste aspettati o
come io avrei voluti.
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