#8 - L'INGANNO DI ZEMO

 

by Pablo

 

Jack Daniels prelevò da una tasca impermeabile un palmare e lo collegò all'interfaccia Firewire della console.
- Maledizione! Maledizione! - imprecò, mentre il palmare prelevava i dati dalla console.
- [Un intruso!] - disse un voce alla sue spalle. [Tradotto dal tedesco]
Un paio degli uomini con il fulmine sulla spalla erano entrati nel ponte comando senza che lui li sentisse. Imprecò in silenzio, maledicendo questa sua distrazione che sarebbe potuta essere fatale. Il primo dei due sparò col mitragliatore, costringendolo a ripararsi dietro una delle console, non prima di aver staccato il palmare.
- [Dai l'allarme!] - disse l'uomo che aveva sparato all'altro, che subito si ritirò dietro un muro e prese la ricetrasmittente. Jack approfittò dell'attimo, balzò fuori e colpì con un calcio in faccia l'uomo che gli aveva sparato. Questi cercò di reagire, ma Jack gli afferrò il capo e con rapido gesto lo girò, spezzandogli l'osso del collo. Si girò verso l'altro, ma si rese conto che era troppo tardi, che aveva già dato l'allarme.
- Figlio di puttana! - sibilò Jack, mentre gli si avventava contro. L'uomo impugnò il mitra, ma Jack fu rapido e lo disarmò. Poi cercò di colpirlo con un calcio allo stomaco, ma il soldato parò il colpo con il braccio destro. Immobili i due si guardarono negli occhi, e Jack capì che questa volta sarebbe stata dura.

L'allarme risuonò nella stanza di comunicazione, allarmando Zemo, i suoi uomini e Painer.
- Che succede? - chiese quest'ultimo.
Zemo si girò verso lo schermo.
- Un intruso nel ponte comando, un americano.
Nella mente di Steve si materializzò un nome: Jack.
- Dovete fermarlo!
- Sarà fatto! Non è un problema che i miei Thunderbolts non possano risolvere!
- Lo spero per te! - disse Painer, prima che lo schermo si spegnesse.
Zemo si diresse verso l'uscita, quando Capitan America apparve sfondando il pannello dell'aerazione, colpendolo e facendolo finire contro il muro alle sue spalle. Subito le sue due guardie impugnarono i mitragliatori e spararono, ma Steve fu rapido e, usando lo scudo per proteggersi, si avvicinò alle due guardie con un solo balzo. Colpì la prima al volto, stordendola, per poi usarla come scudo contro i colpi della seconda, che la uccise. Il Patriota non smise mai di avvicinarsi, mentre i colpi crivellavano il suo scudo umano, e quando fu giunto a meno di due metri dall'altro soldato gli buttò addosso il fardello. Nell'attimo di disorientamento seguente, Cap gli fu già addosso, colpendolo alla bocca dello stomaco col taglio dello scudo. La profonda lacerazione fece cadere l'uomo a terra, mentre il sangue sgorgava dalla ferita.
- Il Capitan America che conoscevo io non era così cruento! - disse Zemo, alle sue spalle.
Cap si girò rapidamente, e vide il suo avversario in piedi a fissarlo.
- E' passato molto tempo, i tempi sono cambiati, non credi Zemo? Dopotutto tu dovresti essere morto, ucciso da Citizen V, decine di anni fa! Zemo sorrise, rimanendo immobile a fissare il suo interlocutore.
- Certo, mio nonno è morto oltre 50 anni fa, per mano di quel mezzosangue che era Citizen V, ma io, suo nipote, erede del suo regno, sono vivo e vegeto, e sto per prendermi la mia rivincita sui nemici del Terzo Reich!
Steve lo fissò stupefatto. La somiglianza tra lui e il nonno era incredibile, Erano praticamente identici, stesso volto, stesso fisico, stessi occhi e stessa arroganza.
- Tu sei fuori dal mondo! - disse Steve.
- Credi? E' ridicolo sentirselo dire da uno rimasto addormentato per 50 anni, proprio come quel tipo di una famosa storia di voi americani...
- Peter Stuveysant!
- Già, proprio lui! Ti risvegli in un mondo che non ti appartiene, senza alcun legame col passato se non un fratello...
Gli occhi di Steve si sgranarono.
- Ma come? Non ti hanno detto che tuo fratello è vivo? Che misera creatura che sei, una macchina per uccidere, un soldatino di piombo, privo di ideali, se non di quelli che ti hanno costruito, o meglio risvegliato!
- TACI! - urlò Steve.
- Hai ragione, basta parlare noi, lasciamo parlare le nostre armi!
Come dal nulla dalla mano destra di Zemo si compose una spada. Steve fissò la scena meravigliato e incredulo.
- Scommetto che non ti hanno parlato nemmeno della nanotecnologia! Vedi? Non ti hanno dato armi se non lo scudo, sei solo un portabandiera sacrificabile, Steve Rogers!
Zemo si mise in posizione di attaccò, mente Steve rimase immabile, come se il suo attacco cruento e terribile l'avesse già ricevuto.

Sul ponte comando, Jack e il Thunderbolt si fissarono in silenzio, poi fu quest'ultimo ad attaccare, mettendo uno sgambetto a Jack, facendolo cadere, ma con un balzo fu di nuovo in piedi ad un paio di metri di distanza. Jack balzò in alto, avvitandosi in senso antiorario e allungando la gamba sinistra, per colpire il suo avversario in faccia. Ma l'altro fu più rapido, piegò la testa di lato schivando il colpo, per poi balzare in rovesciata, colpendo Jack alle spalle e facendolo cadere rovinosamente.
- Maledizione! - imprecò, mentre si rialzava.
Non fece in tempo a capire dove era il suo avversario, che lui gli era già addosso, colpendolo con un doppio calcio al viso e uno dello stomaco, che lo fece finire contro il muro.
- Ora basta! - disse, mentre si scagliava contro di lui.
Prima cercò di colpirlo con un destro, ma l'altro lo evitò, poi però con la rapidità di un serpente lo sgambettò, facendolo cadere a terra. In un attimo gli fu addosso, con tutto il suo peso sul corpo dell'avversario.
- Ed ora vediamo chi si nasconde dietro questa maschera! - disse Jack ,mentre gliela sfilava. Rimase fermo per lo stupore: il soldato era una donna, una splendida ragazza di circa 24 anni, dagli occhi verdi e dai capelli bianchi, se si escludevano due lunghi ciuffi rosso fuoco davanti.
- Chi sei tu? - disse Jack - Chi siete voi col fulmine?
- Fottiti! - rispose la ragazza.
- Ehi, vedo che conosci anche l'inglese! Un passo avanti devo dire, peccato che tu non voglia darmi risposte!
La baciò per qualche secondo, si rialzò e rapidamente le sparò in faccia.
- Ora vediamo di ritrovare quel buffone in costume, prima che tutto si complichi più del dovuto.
Afferrò il mitra della ragazza e cominciò a correre verso le stive.

Lo scontro tra Cap e Zemo fu rapido e silenzioso. I due attraversavano corridoi spogli, senza parlare, uno cercando di colpire con la spada, l'altro sparando i suoi colpi e cercando di travolgerlo. Nessuno di loro riuscì ad avere la meglio sull'altro. Lo scontro proseguì, e i due si ritrovarono in una delle stive.
- Cosa... - disse Steve, guardandosi attorno senza però perdere di vista Zemo.
Lungo i lati della stiva c'erano 4 Steel Soldier. Ognuno di loro era alto quasi 5 metri. Sistemati attorno al corpo si potevano notare le armi di distruzione di cui erano dotati, come mitragliatori, laser, lanciamissili. Decine di Thunderbolts si girarono a fissare la scena, per poi mettere mano alle loro armi.
- NO! - urlò Zemo, alzando la mano - Mancano pochi secondi... continuate!
Gli uomini si affrettarono nelle loro operazioni. Alcuni di loro entrarono nei Steel Soldier, altri si infilarono ai posti di guida, altri ancora si appoggiarono sulle spalle dell'esoscheletro.
- Che hai intenzione di fare?
Zemo sorrise.
- Lo saprai... - si guardò l'orologio - ADESSO!
Un boato scuotè la nave, facendola inclinare. Il Patriota si sbilanciò, cadendo a terra. Zemo fu su di lui e con la spada tra trafisse il costato.
- Non ti uccido perchè voglio che tu non mi dimentichi, sono stato chiaro?
Cap e Zemo si guardarono dritto negli occhi. In quel momento entrò Jack, sparando in direzione di Zemo, che fece uscire la spada dal fianco di Steve e si diresse verso lo Steel Soldier mentre i colpi gli fischiavano attorno. Gli altri Steel Soldier si misero in moto, mentre Zemo entrava dentro al suo, e sparavano in direzione di Jack e Steve. Quest'ultimo con uno scatto felino giunse sull'esoscheletro di Zemo, ma troppo tardi, e con lo scudo colpì il pannello di metallo sul petto.
- ZEMOOOOOOOOOOOOOOOO!!! - urlò, mentre i colpi di mitragliatore dei Thunderbolts poggiati sulla spalla del gigante gli graffiavano la pelle. Poi vide brillare qualcosa nello squarcio e aguzzò la vista per capire cosa era, pochi istanti prima che l'esoscheletro si alzasse in volo, seguito dagli altri, e lo facesse cadere nel pavimento della stiva, che ormai si stava riempiendo di acqua.
- Dobbiamo andare via! - disse Jack a Steve.
Si alzò e si guardò attorno, poi annuì. La Sephiroth si spezzò rapidamente in due. Una grossa bomba l'aveva squarciata al centro, sotto la linea di navigazione. Riuscendo a vincere il risucchio generato dall'affondamento della nave, Steve e Jack, entrambi feriti, giunsero in superficie, mandando così un segnale di tracciamento della posizione.
- Maledizione! - imprecò Jack - Doveva essere una passeggiata, e invece vedi cosa diavolo è successo!
- Credo che qualcosa sia cambiato... - disse Steve.
- Cioè?
- Zemo ha rubato gli Steel Soldier ai palestinesi, che avevano pagato Painer per questi, quindi c'è un nuovo elemento in campo adesso.
- Hai qualche idea?
- No, non conosco tutte le forze in campo attuali, ma per mettersi contro uno come Painer deve sentirsi altrettanto potente.
- A me verrebbe in mente Destino... ma lascio agli analisti queste cose! Piuttosto non abbiamo scoperto chi ha fabbricato queste armi.
- Ho aperto uno squarcio nel rivestimento di una di esse.
- E' allora?
- C'era un scritta che brillava su uno di quei quadrati neri.
- Un microprocessore... cosa stava scritto?
- Stark Industries!

Altrove.
Painer è furibondo. Zemo lo ha tradito, ha rubato gli Steel Soldier, e ora li avrà portati al suo nuovo capo. Chiunque lui sia non sfuggirà di certo alla sua vendetta. Questo è il suo giuramento.

 

NOTE DELL'AUTORE: Fanno la loro apparizione ufficiale nell'Extreme Universe i Thunderbolts, la squadra scelta di Zemo, e una di loro, presumibilmente Melissa, fa già una brutta fine sotto le mani di Jack Daniels. In più iniziano ad intracciarsi le serie tra loro, visto che il riferimento alle Stark Industries ci porterà alla mini EXTREME IRON MAN: SYSTEM SHOCK attualmente in pubblicazione. Dal prossimo numero inizia la saga SOGNO AMERICANO che ridefinirà lo Status Quo del Patriota. Non mancate.