#7 - LA LETTERA RUBATA
by Paolo


Qualche settimana prima.
Sharon entrò nell'ufficio di Fury poggiando sulla scrivania un fascicolo. Fury lo afferrò e lo sfogliò.
- E allora?
- Chi è Jack Daniels?
Fury si appoggiò alla sedia, sorridendo.
- Un patriota!
- Che brutta parola per definire un soldato.
- Questione di punti di vista. Cosa non va?
Sharon rimase in silenzio per qualche secondo, poi iniziò.
- Chi è? Da dove viene? Perchè sul suo passato ci sono solo ombre?
Fury fece un cennò di fastidio con la mano.
- Guarda che almeno l'80% dei soldati speciali degli Stati Uniti hanno caratteristiche tali da poter essere inquadrati con queste tre domande.
- Questo non significa che non ci siano risposte. E' alle nostre dipendenze, è nostro diritto saperne di più.
- Io SO di più! - esclamò Fury.
- Ed io non ho diritto a sapere?
- No, visto che è alle MIE dipendenze, non alle nostre. Se qualcosa va storto, io pago lo scotto, non tu, mia cara Sharon.
Sharon si sedette. Il suo volto traspariva un'ira mal celata, che Fury cercò subito di stemperare cambiando argomento.
- Come sta Steve?
- Ha letto dei suoi...
- Come è stato possibile?
- Beh, i giornali non sono sotto segreto militare, e andando a leggere le notizie dopo la sentenza, ha letto del loro destino.
- Come l'ha presa?
- Male, molto male! E' stato lì lì per ridurre in polvere un settore della biblioteca. Meno male che c'ero anche io.
- E cosa ha chiesto a te?
Sharon sorrise.
- A me? Alla donna che lo ucciderà al primo errore? L'ultima sua richiesta che io ricordi nei miei confronti era di andare a farmi fottere, o giù di lì... sai non sono di Brooklyn!
Fury fece un gesto pacificatore con le mani.
- Ok, ok, non aggiungere altro.
- Cosa farai quando ti chiederà spiegazioni ulteriori su quello che è successo ai genitori?
- Gli ricorderò che ha un fratello ancora vivo nel Maryland.
- Davvero? Ma non lo dovrebbe odiare a morte, dopo quello che è successo?
- Oh, al diavolo, sono pur sempre fratelli.
Sharon sorrise, poi si incupì di nuovo.
- Riguardo a Jack Daniels? Non hai nulla da dirmi?
- No, nulla che potrebbe mantenere la tua sanità mentale, quindi ti prego di smetterla e di uscire da qui che devo fare una telefonata importante.
Sharon lo fissò per qualche secondo, poi uscì dalla stanza. Nick sorrise, poi sollevò la cornetta.

Steve Rogers a Jack Daniels si fissarono.
- Qualcosa non va? - disse il primo, mentre si toglieva la tuta da sub, rivelando il suo costume.
- Si, tu! - rispose il secondo.
La voce si fece risentire grazie ai nanoidi nell'orecchio di Jack.
- Non è il momento di discutere, avete un'operazione da portare avanti. Tu dirigiti nella sala controllo e fai la verifica che ti avevo chiesto prima, mentre Capitan America penserà agli Steel Soldier.
Jack annuì, poi si rivolse al Patriota.
- Sai cosa fare, vero?
Steve fece cennò di si, poi i due si incaminarono verso la poppa della nave. A metà percorso Steve si fermò davanti ad una botola.
- Ho visto la mappa della nave, io scendo qui. - disse.
Jack annuì e fece cenno che lui avrebbe proseguito. Si girò e sibilò a denti stretti: - Ci mancava il super eroe adesso!
Poi rapidamente si mosse verso la prua.

Casa Bianca, Washington DC.
Il presidente Bush prese il rapporto che pochi istanti prima Powell aveva poggiato sulla sua scrivania.
- Di cosa si tratta?
- E' un rapporto del MOSSAD su un traffico di armi verso la Palestina ad opera di potenze straniere.
Bush lo sfogliò silenziosamente, senza soffermarsi su nessuna pagina.
- Dammi un'idea del contenuto.
- Molto semplice, le solite potenze, Iran, Irak, Al Qaeda, Painer e...
- Gli Hezbollah?
- No, gli Stati Uniti d'America! - disse Powell.
Bush fece cadere il rapporto sulla scrivania, fissando il suo consigliere.
- Che intendi?
- Quello che traspare dal rapporto è che ci sono alcuni indutriali americani senza scrupoli che finanziano la guerra Israelo-Palestinese.
- Chiaramente dal lato palestinese, vero?
- Già... dopotutto dal lato israeliano ci siamo noi, almeno stando ai media.
- E non è del tutto falso.
- Infatti.
- Chi sono costoro?
- Purtroppo non è scritto nel rapporto, ma ho come il presentimento che gli israeliani lo sappiano e vogliano utilizzare questa informazione a modo loro.
- Mmmm... devo sentire Sharon al più presto, questa situazione comincia a stancarmi. Siamo stati intempestivi sugli attentati dell'11 Settembre, ma non ci faremo travolgere da uno scandalo del genere. Non ci sarà un altro Nixon.
Powell sorrise amaro.
- E' per questo che stiamo svolgendo la missione a Suez adesso. Potremmo ricevere dati importanti sulla faccenda degli industriali che forniscono armi e tecnologie al terrorismo mediorientale.
- Bene, mi tenga informato. - rispose Bush, prima di far cenno a Powell di lasciarlo solo.

Jack Daniels raggiunse il ponte di comando della nava con una certa tranquillità. Nessun nemico, nessuna guardia, nè palestinese, ne tedesca, o presunta tale l'aveva ostacolato durante la strada. La Sephiroth era una nave di ultima generazione, e come tale non necessitava di un equipaggio completo in sala manovra. Bastava un capitano e due tecnici esperti per guidarla, ma in genere questi entravano in azione nei punti critici tipo l'entrata o l'uscita da un porto, oppure manovre particolari. Per il resto la nave si affidava ad un complesso sistema satellitare automatizzato di guida, che le permetteva di attraversare con estrema sicurezza tutti i mari e gli oceani. Per di più la nave era in quel momento ancorata nei pressi del passaggio di Suez, e quindi c'erano ancora meno ragioni per trovare qualcuno sul ponte. E infatti non c'era nessuno.
- Vediamo dove va questa bagnarola! - disse.
Si avvicinò alla console di guida, sulla quale era visualizzata una mappa del mediterraneo orientale. La mappa non era però percorsa dalle linee della rotta.
- Mmm... non sono visibili le linee della rotta. Questo mi fa pensare che chi guida la nave non si fida di chi ci sta dentro.
Afferrò dalla cintura una smart card e la infilò nello slot accanto alla console. Gli uomini in possesso della smart card adatta la infilavano in quello slot per poter accedere così ai controlli della nave. La smart card di Jack era invece una speciale; conteneva infatti un microcomputer composto da migliaia di nanoidi, in gradi di capire che tipo di informazione richiedeva l'integrato di lettura e fornirgliela. E infatti dopo meno di 2 secondi sul display apparve un menù.
- Brava la mia bestiolina ultratecnologica! - disse Jack, premendo subito il pulsante di visualizzazione della rotta.
Dopo qualche secondo la rotta apparve impressa sul display e gli occhi di Jack si sgranarono dallo stupore.
- No... non è possibile!
Steve si infilò senza esitazione nel condotto dell'areazione. Strisciò per una decina di metri, per poi girare a destra al primo bivio, per poi avvicinarsi ad una grata.
Aveva studiato bene, anche se per pochi minuti, la mappa della nava fornita dal MOSSAD, e si era reso conto che sotto il ponte c'erano due aree importanti. La prima era quella dove presumibilmente tenevano gli Steel Soldier, la seconda era invece una sola più piccola, dove però, grazie all'addestramento mirato ricevuto negli ultimi mesi, aveva notato la presenza di complesse strutture di trasmissione.
E, contrariamente agli ordini, era lì che si era diretto, perchè sapeva che lì avrebbe potuto capire chi è che guidava realmente tutto questo. Era infatti ancora convinto che la minaccia di Painer non era stata del tutto definita, che il suo volto era ancora sconosciuto, e questo lo turbava molto, perchè gli ricordava altre minacce, di un passato per molti remoto, ma per lui non più vecchio di un anno.
Si avvicinò alla grata e si rese conto che aveva visto giusto. Infatti cer'a un uomo biondo di spalle, che stava in piedi davanti ad un monitor. Dietro quest'uomo c'erano due uomini pesantemente armati e vestiti di nero, con un fulmnie giallo sulle spalline.
E sul monitor c'era il volto di un vecchio diverso da quello del robot affrontato in Iran, ma in cuor suo sentì che quello era il volto (un altro?) di Painer.
- Tra meno di due ore lasceremo il mar Rosso per il Mediterraneo. - disse l'uomo biondo al vecchio sullo schermo.
- Bene, tutto sommato non siete in eccessivo ritardo.
- Infatti.
- Ci sono stati problemi con i palestinesi?
- Hanno fatto un po' i capricci, ne abbiamo ammazzato uno, ed ora sono più tranquilli.
Il vecchio sorrise.
- Docili come agnelli. - aggiunse l'uomo. Solo allora Steve si rese conto dell'inflessione tedesca della sua voce.
- Bene bene, - aggiunse Painer - sperò che non ci siano problemi alla consegna. Dopotutto quello che trasportate è abbastanza ghiotto per molti.
- Non ce ne saranno. Piuttosto, perchè fornire queste armi a dei pulciosi palestinesi? Voglio dire, è vero che serviranno a distruggere degli sporchi ebrei, ma loro non sono tanto meglio.
- Hai mai letto Edgar Alan Poe?
- Non leggo nulla oltre il Mein Kampf, potrei dire... ma si, l'ho letto in realtà.
- Nel racconto la lettera rubata si sostiene che...
- ...che per nascondere meglio una cosa, la si mette tra cose simili.
- Esattamente! Quindi quale mezzo migliore per nascondere un genocidio, che nasconderlo in mezzo ad un altro genocidio?
L'uomo biondo rimase qualche secondo in silenzio.
- Può essere una buona idea, ma i miei uomini vorranno entrare in azione prima o poi.
- E lo faranno, fidati, lo faranno, barone Helmut Zemo!
L'uomo biondo sorrise, girandosi verso Steve. Steve lo fissò attraverso la grata dell'areazione incredulo. Era il suo nemico ai tempi della seconda guerra mondiale, ed era morto. Ed ora era qui, davanti a lui, giovane come se lo ricordava.





Note dell'autore: come vedete la situazione inizia a complicarsi. Dove è diretta realmente la nave? Cosa è successo hai genitori di Steve? Perchè il fratello dovrebbe odiarlo? Chi è il misterioso finanziatore americano dei terroristi? (Per rispondere a questa domanda basterà leggere EXTREME IRON MAN: SYSTEM SHOCK dal prossimo aggiornamento). E infine un no-prize a chi mi dice il nome della squadra di uomini guidata da Zemo.