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3 Novembre 2001
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50 cents
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HANNO RISVEGLIATO IL PATRIOTA!
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Quando i miti ritornano
Ben Urich
Sin da quando siamo andati a scuola ci hanno detto che i miti non esistono,
che sono solo figure che servono a rappresentare concetti più grandi, e che
venivano usati dalle popolazioni antiche perché non avevano le conoscenze
scientifiche per poter spiegare eventi naturali come i temporali e i
terremoti, o oggetti come il Sole e la Luna. Di seguito le religioni
monoteistiche ci hanno diffidato nel credere nei miti perché non erano
compatibili con i principi della fede stessa. Beh, non voglio sembrare od
essere blasfemo, ma credo che un mito, un vero mito, sia stato risvegliato
per riunirci sotto la nostra bandiera, da sempre ideale di libertà. Posso
sembrare retorico, ma credetemi se vi dico che dopo i lutti dell'11 Settembre
provo un senso di gioia nel sapere che colui che la generazione di mio padre
ha celebrato come simbolo del Sogno Americano è di nuovo qui tra noi. Non
sarò ipocrita nel dire che l'America è perfetta, ma di certo posso essere
fiero di... Continua a pag.2
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Foto di Fabio Graziano |
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LATVERIA
Atto di arroganza
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ONU
Kofi Annan chiede chiarimenti a Bush
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UE
Prodi riunisce i ministri degli esteri
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Analisi di un risveglio
Reed Richards
Con il risveglio del Patriota, una delle barriere della tecnologia cade del
tutto. Il risveglio da un sonno criogenico durato oltre 50 anni è una realtà
incontrovertibile, sulla quale dovremmo fare le nostre dovute riflessioni. Il
primo...
Continua a pag.4
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Chi è Capitan America
L'uomo dietro la Maschera
Ripercorriamo insieme la storia dell'uomo conosciuto come Capitan America, del
suo passato e delle sue origini grazie a numerosi documenti storici.
Scopriremo perché lui è il Sogno Americano incarnato.
Pagine 4 e 5
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Sondaggio del NYT
Cosa ne pensate del risveglio del Patriota?
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Pentagono.
Steve Rogers piegò il giornale e lo appoggio sulla console alla sua destra.
Con lui c'erano Nick Fury e Sharon Carter.
- Qualcosa non va? - chiese il primo, notando l'espressione di disappunto sul
volto di Steve.
- Non so, tutta questa attenzione mi irrita.
- Perché? Da quando ti sei risvegliato ti ho detto che sei una celebrità, un
mito!
Cap rimase a fissare i giornali, poi fece un cenno di fastidio con la mano.
- Gli eroi sono destinati a deludere! - disse sottovoce.
- Cosa intendi dire?
- Intendo dire che basterà un errore, un qualcosa che l'opinione pubblica non
apprezzerà, e mi ritroverò riempito di critiche... se tutto va bene!
- E' un rischio...
- E' un rischio che ho conosciuto una volta 50 anni fa e che non voglio
conoscere più!
- Tutto dipende da te! - disse Sharon.
- Ne sei sicura? E cosa dipende da te? Uccidermi se non uccido un altro, come
si chiamano, robot?
Sharon lo fulminò con lo sguardo, prima di uscire dalla stanza.
- Sei stato duro con lei. - commento Nick.
- DURO! - urlò Steve - LEI MI HA PUNTATO UNA PISTOLA ALLA TEMPIA, PRONTA AD
UCCIDERMI SENZA ALCUN APPELLO, ED IO SAREI STATO DURO?
Si alzò e si diresse verso la porta.
- Tu sei pazzo Nick! - disse, sbattendo la porta.
- Povero quel mondo che ha bisogno di eroi. - disse laconicamente il presidente Bush, mentre girava la pagine di People che parlavano di Cap.
- Cosa? - chiese Powell, che in quel momento stava entrando nella Sala Ovale.
- E' una frase di Brecht o Goethe, non ricordo.
- Cosa c'è che non va?
Bush indicò i giornali sparsi sul tavolo di cristallo.
- Quello non va... non può essere un uomo mascherato a decidere le sorti di una nazione.
- Qualche settimana fa non eri dello stesso avviso.
- Sono stato precipitoso, lo ammetto. Avrei dovuto valutare meglio i rischi. Questi super esseri stanno invadendo il mondo, basta pensare ai mutanti, a Von Doom, alle notizie del ritorno di Thor nei paesi nord europei. E noi cosa facciamo? Ne buttiamo un altro nella mischia.
- Capitan America è un simbolo, come la nostra bandiera!
- Capitan America è un uomo, ricordatelo bene tutti. Ho letto e riletto la sua storia, quella dei suoi genitori, la faccenda del siero del super soldato... tutto, e ho capito che di fronte a noi non abbiamo un simbolo, ma un uomo che può sbagliare e che viene reputato un eroe.
- Non lo è forse?
- Certo che lo è! Ma le nazioni non prosperano grazie agli eroi, ma grazie ai principi, questo va ricordato.
Powell si sedette, fissando il presidente.
- Dove vuoi arrivare?
- Voglio che tutti i super esseri siano controllati, studiati e se necessario neutralizzati!
- Stiamo facendo una cosa simile con i mutanti e le sentinelle!
- Non basta, voglio qualcosa di più netto, voglio uno SCUDO che protegga il nostro paese, voglio un'organizzazione efficace come poche, composta esclusivamente da uomini attrezzati e addestrati a fronteggiare i super esseri!
- E le organizzazioni paramilitari con super esseri attualmente attive?
- Devono essere smantellate in maniera rapida e indolore o controllate. Non possiamo affidarci esclusivamente a loro, almeno finché non siamo certi di poterci difendere. Cosa succederebbe se Magnus decidesse di spostare l'asse magnetico della Terra? Siamo attrezzati per simili rischi?
- No - rispose Powell, chinando il capo.
- E' giunta l'ora di farlo, è giunta l'ora di dirottare i capitali investiti in strutture paramilitari verso una nuova direzione.
Powell si alzò e guardò negli occhi il presidente Bush.
- Capisco. A chi possiamo rivolgerci per studiare questa situazione?
- Pensavo a Tony Stark, viste le sue competenze nel ramo armamenti, e al generale Ross per la logistica di base e la composizione dell'organizzazione. Il resto lo lascio a te, dammi buone notizie.
- Sarà fatto! - rispose Powell uscendo.
Altrove.
L'uomo chiamato Painer sfogliò con rapidità le decine di giornali arrivati da tutto il mondo. Tutti parlavano di Capitan America, del suo ritorno e del suo ruolo nel nuovo ordine mondiale. La sua bocca si allargò, mostrando un sorriso sadico e inquietante.
Caracas, Venezuela.
In una casa fuori città, adagiata su una collina, da tempo vive un uomo che tutti chiamano "El Vecio". Nessuno ricorda di preciso da quanto tempo sia lì, né tantomeno l'hanno mai visto. Non è mai uscito di casa, i pochi fidati domestici dicono che soffre di agorafobia, misantropia e di una strana malattia della pelle, molto contagiosa.
Come ogni mattina da tre anni a questa parte,il giovane Enrique portò il giornale alla villa, affidandolo ad uno dei domestici.
Questi entrò nella villa, salì le scale nell'androne e percorse i lunghi corridoi che portavano al suo studio e fece passare il giornale attraverso l'apposita fessura.
Mentre il domestico si allontanava, dietro la porta si potevano sentire dei passi avvicinarsi ad essa, seguiti dal fruscio dei fogli del giornale sollevato.
Ci fu qualche secondo di silenzio, poi una voce dall'altro lato lancio un urlò strozzato.
- MEIN GOT!
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