Riassunto:
Son passati diversi mesi dalla cattura di Banner, e molte cose
stanno cambiando: Steve sta indagando sul padre del professore,
l'amministrazione americana sta cercando di ripristinare il progetto
Avalon, mentre Painer è pronto a fare la sua mossa per
riprendersi ciò che è suo, e per farlo ha creato
una squadra di super mercenari. |
Aeroporto
di Washington D.C., 14 Agosto 2003. Ore 11:10 am.
La guardia doganale restituì il passaporto al signore anziano.
- Bentornato in America, mister Carter. Le auguro una buona permamenza.
L'uomo sorrise alla guardia, mentre si infilava il passaporto in tasca.
Già, pensò, sarebbe stata un'ottima permanenza.
Luis
Solvado lavora da quasi otto anni ad una delle centrali elettriche in
Ohio. Sposato con tre figli, con lo stipendio che riceve non riesce
a soddisfare tutte le proprie necessità. Ed è per questo
che quando quello strano uomo gli ha proposto un affare, pensando ai
suoi tre pargoletti, non ha saputo dire di no. Gli hanno mostrato una
valigetta con dentro due milioni di dollari in contanti. Gli hanno chiesto
di boicottare per qualche ora l'emissione di energia in un giorno che
loro avrebbero stabilito. Gli hanno consegnato la valigietta, dicendogli
che era protetta da un dispositivo esplosivo, e che se avesse fatto
quello che gli chiedevano, avrebbe avuto la chiave. E lui si sentiva
determinato a farlo. Fissò irrequieto il cellulare che gli avevano
fornito, in attesa dell'ordine.
Washington
D.C., 14 Agosto 2003. Ore 0:01 pm.
Steve Rogers era seduto su una sedia nella sala d'aspetto della Sala
Ovale. Non indosavva il suo costume, e la cosa lo faceva sentire a disagio.
Giocherellò con i nanoidi che formavano il suo scudo (quello
lo portava sempre con sé), facendoli scorrere lungo le dita,
ottenendo forme stravaganti. Lo faceva sempre quando era nervoso. La
porta si aprì, e un sorridente Presidente Bush gli andò
incontro.
- Capitano Rogers, è un piacere stringerle la mano. - i due si
strinsero la mano, poi il Presidente lo indirizzò verso la Sala
Ovale. - So benissimo che in questi ultimi tempi non ho avuto il tempo
di parlare con la nostra bandiera, il nostro simbolo, e me ne scuso.
- Non deve scusarsi, signore, capisco che le sue priorità politiche
hanno la precedenza su un normale capitano.
- Lei fa parte della politica di questo paese, capitano Rogers, ed è
per questo che l'ho invitata qui. Si accomodi.
- La ringrazio signor Presidente.
Steve si sedette, mentre il presidente in piedi accanto a lui lo fissava.
- Sa una cosa, capitano Rogers? Della sua genesi ci sono arrivati pochissimi
dati, ed è nostra intenzione recuperare quelli mancanti.
- Volete fare affidamento alla mia memoria? Signor Presidente - disse
toccandosi la testa - guardi che io ho qualcosa che non va qui dentro,
non credo di essere affidabilissimo.
- Capitano Rogers so benissimo dei suoi problemi, ma sono anche convinto
che lei potrà aiutarci.
- A cosa?
- A ritrovare la base di Weapon Zero.
Washington
D.C., 14 Agosto 2003. Ore 1:40 pm.
L'elicottero personale di Tony Stark atterrò nell'area riservata
del Pentagono. Il miliardario uscì fuori e annusò l'aria
della capitale. Il generale Fury gli si fece incontro, accompagnato
da Natasha.
- Mister Stark, è un piacere rivederla.
- Anche per me generale. - poi rivolse il suo sguardo verso la spia
russa - E' un piacere anche conoscere lei. Sono Antony Stark.
- Natasha Romanova. Molto onorata. - rispose lei mentre Stark le baciava
la mano.
- Ora dobbiamo parlare di cose serie. - li interruppe Fury - Una guardia
l'accompagnerà all'uscita, miss Romanova.
Mentre la Vedova Nera si allontanava, Stark si rivolse a Fury.
- Mi interessa il progetto Avalon. Voglio farne parte.
Fury sorrise.
- Mi ascolti mister Stark...
- Anthony.
- Ok, Anthony... personalmente ero molto scettico sul fatto di informarla.
Ok, va bene, lei ha creato le Sentinelle, che verranno usate nel progetto
Avalon, usa quella meraviglia della tecnologia chiamata Iron Man, -
alzò lo sguardo per vedere il robot sfrecciare nel cielo - di
cui non vuole rivelare i segreti. Ma il progetto Avalon è una
cosa molto seria, non un giocattolo per ricchi e annoiati miliardari.
Tony fece finta di non aver sentito, avviandosi verso gli uffici.
- Su, Nicholas, non sia così burbero e mi parli nel dettaglio
del progetto. Ho sentito che cercate il dottor Pym.
- Come l'ha saputo?
- Oddio, ovvio, siete venuti a cercarlo sotto il mio naso.
Nick rimase in silenzio.
- L'avete trovato?
- No.
- Volete una mano?
Fury lo fissò con uno sguardo interrogativo con il suo unico
occhio.
- Sai dove si trova?
- Certo, lavora per me.
- Ma...?
- Per la mia filiale in Giappone.
Fury imprecò in maniera irripetibile, mentre Tony sorrideva sadicamente.
Volare
sulla stratosfera era un compito semplice per il nuovo War Machine.
Si piazzò sulla verticale di Washington e rimase fermo in un'orbita
geostazionaria. I collegamenti neurali si acquietarono, mettendo il
sistema in stand-by e lasciando aperti solo i canali di intercettazione
e di comunicazione. Il suo pilota, seduto su una comoda poltrona, in
un ufficio ampio e spazioso, socchiuse gli occhi e pregustò la
battaglia. Non ci sarebbe stata un'altra sconfitta, come quella ricevuta
da Iron Man. Questa volta War Machine, il nuovo War Machine, avrebbe
vinto.
Washington
D.C, 14 Agosto 2003, ore 3:00 pm.
Jack Daniels entrò nel laboratorio dello SHIELD. Il professor
Cavanagh lo stava aspettando in piedi accanto ad un tavolo.
- Benvenuto. - gli disse - Presumo che lei abbia già letto i
file riguardanti il progetto Avalon.
- Sì, e Fury mi ha detto, o meglio ordinato, di rivolgermi a
lei.
L'uomo gli indicò gli oggetti presenti sul tavolo. C'erano due
pistole dalla forma molto particolare, prive di grilletto. Un vestito
in kevlar nero. Un palmare dal display a colori. Più un mucchio
di altre cianfrusaglie.
- Che roba è?
- E' la tua nuova tenuta.
Jack rimase perplesso.
- Ne devo dedurre che nessuno ti avevo messo al corrente di questi cambiamenti.
- Quali cambiamenti?
Dietro di lui qualcuno scoppiò a ridere. Jack si voltò
e vide Sharon.
- Cosa c'è da ridere?
- E me lo chiedi pure? Diventerai ciò che hai sempre odiato,
un buffone mascherato.
Jack riosservò il vestito nero, poi alzò lo sguardo verso
Cavanagh.
- E' vero?
- Sì e no. Lei non sarà mascherato come Capitan America
o Guardian, la tuta di kevlar e nanoidi è solo un'ulteriore protezione,
oltre che da fungere da simbolo.
- Simbolo di che?
- Lei sarà chiamato USAgent, sarà il simbolo della polizia
mondiale americana.
- Ehi, ma per questo non 'cè quel pagliaccio di Capitan America?
Sharon scosse il capo.
- Decisioni politiche e d'immagine.
- Ma perchè io?
- Perchè sei l'uomo più imbottito di nanoidi dopo Tony
Stark in tutti gli USA, - rispose Cavanagh, mentre indicava le pistole
e gli altri accessori sul tavolo - e tutti questi funzionano grazie
ai nanoidi.
Jack sorrise.
- Ottima risposta, ma anche il Patrotia ha i suoi nanoidi.
- Ne ha solo un centinaio sulla corteccia cerebrale per guidare il suo
scudo, nulla di più. Al resto provvede il siero del supersoldato.
- Ok, convinto, proviamo questa roba. - disse afferrando la tuta.
Washington
D.C., 14 Agosto 2003. Ore 4:21 pm.
Il TIR-laboratorio partì dall'aereoporto militare. Al suo interno
diversi soldati e scienziati tenevano sotto controllo un cilindro di
sospensione criogenica. Al suo interno il professor Banner giaceva in
una sorta di sonno vigile, visto che era rimasto con gli occhi aperti
e sbarrati, e ogni informazione veniva recepita dalle sue pupille come
in uno stato forzato di R.E.M. Dentro la sua testa, lentamente ma in
maniera costante, penetravano suoni, immagini e sensazioni che rombombavano
assurdamente, fino a sfinire i suoi neuroni.
Washington
D.C, 14 Agosto 2003. Ore 4:25 pm.
Il camion guidato da Dane Whitman, conosciuto tra gli ambienti dei mercenari
come Black Knight, si fermò lungo il marcapiede di uno dei parchi
di Washington, su una strada che puntava dritta verso il centro. Guardò
l'orologio nervosamente, poi aprì la portierà e uscì.
Si guardò attorno, osservando con attenzione i ritmi della città,
poi riguardò l'orologio.
Washington
D.C, 14 Agosto 2003. Ore 4:33 pm.
Random, il mercenario mutante, inspirò il fumo della sigaretta,
tossicchiando leggermente, poi guardò l'orologio, eccitato come
un bambino a cui avevano promesso di regalargli un nuovo videogame.
Sorrise, mostrando i suoi denti gialli, e parcheggiò il suo camion
lungo un cavalcavia che si estendeva parallelamente al Potomac, in un'area
di sosta.
Washington
D.C, 14 Agosto 2003. Ore 4:40 pm.
Falcon si affacciò dal tetto di uno dei palazzi più alti
della città. Conteneva solo uffici di aziende, e non aveva avuto
alcun problema nel salire fin sopra. Lasciò partire i sensi amplificati,
attivò i supporti di feedback dei nanoidi, e milioni di uccelli,
tutti quelli presenti nella capitale, entrarono in contatto. Non tutti
erano recettivi, e non tutti lo interessavano. I più importanti,
quelli potenziati e allenati da lui, erano al sicuro in 3 camion che
stavano raggiungendo i punti cruciali, e presto, molto presto, avrebbero
scatenato il caos.
Solvado
ricevette lo squillo sul cellulare "speciale" ed entrò
in azione: in pochi secondi manomise alcuni sistemi di controllo e disattivò
il feedback; pochi secondi e il sistema si cortocircuitò e cadde,
facendo così finire l'erogazione di energia. Non sapeva, Solvado,
che altre persone, in altre centrali lungo la costa orientale, stavano
facendo la stessa cosa, e che le conseguenze sarebbe state disastrose.
Washington
D.C, 14 Agosto 2003. Ore 4:44 pm.
La città si spense improvvisamente, tutti i sistemi informativi
caddero, i sistemi di sicurezza ripristinarono dopo meno di un decimo
i secondo l'erogazione negli uffici e nei dipartimenti di stato, ma
i servizi erogati ai cittadini come i semafori, i telefoni e i mezzi
di comunicazione e di informazione caddero. E fu il caos. E in quel
caos, il cielo si riempì di uccelli rapaci, fin quasi ad oscurarne
il Sole.
Washington
D.C, 14 Agosto 2003. Ore 4:45 pm.
Davanti alla Casa Bianca, con il caos ormai diffuso in tutta la città,
il signor Carter spense il suo cellulare e sorrise.
Note:
dopo l'interludio dell'episodio precedente, qui le cose cominciano a
farsi più concrete, e iniziano a svilupparsi le sottotrame che
inizierete a leggere (se non cambio idea) un pò qui e un pò
sulla nuova serie EXTREME (indovinate qual'è?). Non mancate ovviamente
ai prossimi episodi, dove Washington D.C. sarà testimone di una
grossa battaglia.
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