Riassunto:giunto
in Iraq insieme a Sharon a Jack per riportare in America il professor
Bruce Banner, Cap si ritrova ad affrontare un gigantesco mostro
verde. Vi si butta dentro per trovare il modo di sconfiggerlo,
e vi trova un uomo ch afferma di chiamarsi Brian Banner. |
Iraq,
da qualche parte dentro il mostro chiamato Hulk.
Cap osservò incuriosito la figura che gli stava davanti. Sembrava
Bruce Banner, lo scienziato traditore che lavorava per Saddam Hussein,
ma non era lui. Era leggermente più vecchio, il volto più
scavato, e diceva di chiamarsi Brian Banner. No, non era lui, si convinse
Steve Rogers, ma allora chi diavolo era?
- Chi diavolo sei tu? - ripetè.
- Io sono Brian Banner! - fu la replica.
Cap scosse il capo spazientito, si avvicinò verso la figura e
cercò di afferrarla, ma una forza invisibile lo sbalzò
lontano.
- Non conosco nessuno Brian Banner! - disse Steve, rialzandosi e pulendosi
il rivolo di sangue che fuoriusciva dalla sua bocca con il polso - Io
conosco scolo un certo Bruce Banner, sono venuto qui per impedirgli
di usare le sue conoscenza al servizio di Saddam Hussein, ed ora mi
ritrovo in un mostro verde, davanti ad un tizio che dice di chiamarsi
Brian Banner!
L'uomo gli si avvicino, e prima che questi potesse tentare qualsiasi
reazione gli afferrò la testa tra le sue mani.
- Ora saprai chi sono! - disse, mentre Steve urlava senza emettere alcun
suono.
New
Mexico, base di Alabard, 1963.
- Profesor Banner, professor Banner!
Il soldato rincorse l'allampanato scienziato lungo il corridoio, con
in mano una serie di pratiche.
- Mi dica... - osservò la targhetta - sergente Livemoore.
- Ha dimenticato di firmare i protocolli di sicurezza.
Banner si diede una manata sulla fronte.
- Ah già, è vero! Sono il solito distratto, mi perdoni.
- Non si preoccupi, dottore.
- Invece deve preoccuparsi! - disse una voce sprezzante. Era del colonnello
Thompson, il responsabile militare del progetto Prometeo. - Non possiamo
pensare, nemmeno per un secondo, di abbassare la guardia davanti al
rischio che queste informazioni escano fuori dal perimetro di questa
base, senza le necessarie tutele. E la sua sbadataggine non deve essere
un appiglio per giustificare la scorretta esecuzione dei protocolli
di sicurezza, dottor Banner.
- Mi scusi, colonnello, ma sa, fra tutti gli esperimenti che faccio
ogni giorno, non riesco a ricordarmi di mettere le tre firme richieste.
- Me ne frego dei suoi pensieri, dottor Banner, lei deve firmare, e
questo quello che conta per me e per i responsabili politici del progetto
Prometeo.
Banner chinò il capo, firmò i tre documenti e si allontanò
lungo il corridoio.
Washington
DC, Senato degli Stati Uniti d'America, qualche mese dopo.
- Lo so che le idee del senatore McCarthy stanno mostrando la corda,
- enunciò il senatore Walley al colonnello Thompson - ma il concetto
di base è giusto e sacrosanto, era stata solo sbagliata l'applicazione.
Usare la stampa in quel modo barbaro e assillante lo ha solo messo in
pessima luce. Dopo le prime roboanti adesioni al suo movimento, sta
cadendo in disgrazia.
- L'ho sentito dire.
- Però il suo pensiero è un punto di riferimento per noi
che amiamo la libertà, la giustizia. E noi, in maniera meno spettacolare,
siamo pronti a cogliere questa eredità.
- Senatore, sono venuto giusto per questo.
- Ha voce di qualche comunista che gira tra le nostre istituzioni?
- Signor senatore, come lei sa io sono a capo del progetto Prometeo.
- Si, un progetto interessante e ambizioso. Ne sono a conoscenza, conosco
anche il responsabile scientifico del progetto, il professor Banner.
- E' di lui che le volevo parlare.
Il Senatore si fermò, fissando con uno sguardo indagatore il
generale Thompson.
- Mi vuole forse dire che Banner...?
- Signore, so solo che da qualche tempo a questa parte, in maniera molto
goffa, evita di firmare i protocolli di sicurezza.
- Beh... mi par di ricordare che Banner fosse un tipo un po’...
come dire... svampito?
Il volto di Thompson si alterò leggermente, come colpito da un'ondata
di sdegno.
- Signor senatore, lungi da me non fidarmi della sua capacità
di giudizio, ma non crede che simili dimenticanze possano anche far
parte di un piano preciso per mandare a monte il progetto Prometeo?
Di conseguenza, non possono essere tenute in scarsa considerazione.
Il senatore abbassò il capo leggermente, afferrandosi il mento
con un mano e grattandoselo lentamente.
- Ha ragione, colonnello Thompson, e mi scuso con lei per essere stato...
come dire... così avventato nei miei giudizi.
- No, signor senatore, mi scuso io per la mia franchezza.
- Scuse a parte, dobbiamo ragionare con serenità e senso dello
stato su questa faccenda.
Il generale aprì la sua borsa, facendone uscire un fascicoletto.
- Per poterla aiutare, signore, ecco un dossier su tutte le violazioni
al protocollo di sicurezza perpetrate dal professor Banner.
Il senatore sorrise.
- Molto solerte, lei sarà di sicuro aiuto per la nostra nazione,
e per il mondo libero intero.
Il colonnello fece il saluto militare.
- E' la mia massima aspirazione, signore!
Poi si allontanò lungo il corridoio del senato.
Fuori,
all'esterno dell'enorme creatura che Painer ha chiamato HULK, Jack Daniels
e Sharon Carter, gli altri due agenti che hanno trovato Banner insieme
a Cap, stanno osservando delusi gli inutili attacchi delle sentinelle.
- Il nostro amico venuto dal passato è ancora lì dentro,
e la sua strategia da pazzo sembra inutile, almeno ad occhio. - commentò
il soldato.
- Chi di noi due spiegherà a Fury che il bel soldatino è
morto? - aggiunse Sharon.
Jack alzò le mani, sorridendo.
- Proporrei di aspettare come finisce questa storia.
- Aspettare?! - si alterò Sharon - E magari ci ritroviamo questo
mostro verde al confine con la Giordania, vero?
Jack scuotè il capo.
- E che pare siamo impotenti di fronte a questo tipo di minaccia! -
si difese Jack, abbassando il capo.
- Già hai ragione!
- Vorrei che il governo non avesse preso la decisione di bloccare l'utilizzo
dei super esseri e dei mutanti, dopo gli attacchi terroristici per mano
dei mutanti. A volte chiodo schiaccia chiodo!
Jack
e Sharon non lo sanno, ma a migliaia di chilometri da loro, nello studio
ovale, alcune persone tra le più potenti al mondo stanno visionando
in diretta l'attacco dell'Hulk,e anche nelle loro menti questo pensiero
si sta concretizzando.
- Dobbiamo ritornare sui nostri passi. - disse Rumsfeld.
Il Presidente scosse il capo, non del tutto convinto.
- Si e no. Preferirei un profilo più basso su una simile questione.
- Cioè? - chiese la Rice.
- L'America non avrà una forza di intervento super umana, a lei
basta lo SHIELD.
- La cui prima squadra è stata massacrata senza tanti complimenti
da due mutanti figli dei nostri progetti. - commentò il Segretario
alla Difesa.
- Le strategie vanno riviste, non lo nego, e anche in quella direzione.
Ma no, l'America non si esporrà in prima fila.
- Vuole che sia l'ONU a gestire la cosa? - chiese Powell.
Bush alzò le mani al cielo.
- Che Dio ce ne scampi, il presidente Annan sarebbe in grado di ridurre
dei super esseri in membri dell'esercito della salvezza! Pensavo a qualcosa
di più adatto, come la NATO.
- Mi sembra una buona idea coinvolgere gli altri paesi del patto atlantico
- sorrise Powell -nella creazione di una unità di super esseri
atta alla difesa del...
- Dei paesi del patto atlantico stesso! - lo interruppe Rumsfeld - Fondamentalmente
non devono fare altro.
- Tranne emergenze particolari, come ad esempio questa! - incalzò
la Rice.
- Infatti. - aggiunse Cheney, che fino ad allora era stato zitto.
- Da dove partiamo? - chiese il presidente.
- Ci dia due giorni, - rispose la Rice - ci faccia vedere i vecchi progetti
accantonati, e troveremo qualcosa di ottimale.
- OK, - concluse il presidente - ci vediamo tra 48 ore qui, per la colazione.
Gli altri uscirono dalla sala ovale, mentre il presidente afferrava
il telefono e chiedeva al centralino di poter parlare con il Premier
inglese.
-
COSA?!?!?!?! - urlò Brian Banner - IO COMUNISTA?!?!! SPIA DEL
CREMLINO?!?!?! VOI SIETE PAZZI!!!!
I due soldati non reagirono in nessun modo alla reazione, peraltro prevista,
dello scienziato.
- Deve seguirci nel settore di sicurezza, signore.
- Ma chi vi ha dato questo ordine?
La figura del colonnello Thompson si stagliò davanti ai suoi
occhi.
- Sono stato io, sotto preciso mandato del senatore Walley, presidente
del comitato di relazione dei servizi segreti.
- Ma io non sono comunista, ne tantomeno sono una spia del Cremlino.
Thompson sorrise.
- Oh, mai una spia che ammetta i suoi peccati!
I soldati accompagnarono via il dottore, che sommessamente piagnucolava
qualcosa, mentre sul volto del colonnello Thompson si disegnava un ghigno
di soddisfazione.
-
Di cosa ti stanno accusando, marito mio? - chiese la moglie di Banner
al suo uomo.
Aveva penato non poco per poter vedere il marito, diversi dinieghi avevano
accompagnato le sue richieste per intere settimane, poi però
un burocrate più umano degli altri aveva deciso di venirle incontro,
concedendogli 10 minuti di colloquio, strettamente sorvegliati da una
guardia.
- Rebecca, amore, è atroce! E' un incubo incredibile, io vittima
del maccartismo di ritorno...
Rebecca scoppiò a ridere.
- Impossibile!
- Eppure è così! Ma dimmi, come sta Bruce? Sente la mia
mancanza?
- Molto, è molto affezionato a te! Mi chiede sempre come stai...
Brian strinse la mani della moglie.
- Digli che sto bene! Digli che non si deve dimenticare mai di me!
Rebecca lo fissò con sguardo carico di interrogativi.
- Che cosa stai dicendo?
- Niente... - rispose lui pensoso - E solo che sarà difficile
uscire da questo incubo in tempi brevi!
La moglie gli bacio le mani.
- Andrà tutto bene, fidati! - disse lei.
Un soldato le si avvicinò, indicandole che i 10 minuti erano
passati. Lei si alzò e si allontanò, ma quando si girò
per rivedere il marito vide qualcosa negli occhi di lui che la convinse
che non l'avrebbe mai più rivisto.
Cara Rebecca,
sono passati
sei mesi, ed ho potuto vederti solo una volta. Sono convinto
che tu mi stia scrivendo, e che mi stia mandando le foto del
piccolo Bruce mentre cresce e impara a giocare a baseball, ma
sono altresì
convinto che le aprono loro, le leggono magari, e poi le bruciano,
così che io pensi che lì fuori si sono dimenticati
tutti di me. E magari è anche vero, magari nessuno sa
più chi era Brian Banner. Magari il progetto Prometeo
è morto e sepolto, anche se il mio unico tentativo pare
sia riuscito bene. Ora so però che non voglio morire
qui dimenticato da tutti fra 10/20 anni, senza rivedere te,
senza rivedere Bruce, ed ho deciso di chiudere qui questo incubo,
di non dare ulteriori soddisfazioni ai miei carnefici. Di' a
Bruce di non dimenticarsi mai di me.
Ti
Amo
Brian Banner
14 Giugno 1964 |
Cap
si liberò dalle mani di Brian, o del suo spettro.
- Tu sei morto! - disse, ansimando per lo sforzo mentale.
Brian sorrise.
- Io sono vivo, lo vedi? Nemmeno una corda di lenzuoli, con un nodo
scorsoio, ha potuto mettere fine alla mia esistenza! Io distruggerò
gli Stati Uniti d'America, schiaccerò la testa di quel putrido
e immondo serpente, e per farlo inizierò uccidendo te, un soldatucolo
che si crede essere una bandiera, un fantoccio nelle mani di chissà
quale signore del male!
A quelle parole Steve si scosse, alzò lo sguardo e fissò
quello del suo avversario.
- Ti stai sbagliando!
- Cosa?
Con un doppio pugno Cap colpì in pieno volto l'uomo, facendolo
sbalzare di qualche metro.
- IO NON SONO UN SOLDATUCOLO!
Un calcio ben assestato nel fianco lo fece alzare da terra. La afferrò
e lo fissò dritto negli occhi, prima di colpirlo con un calcio
nel basso ventre.
- IO.
Un colpo col piatto dello scudo al volto lo fece barcollare.
- SONO.
Un calcio rotante, dato alla base del collo, lo fece barcollare verso
dietro.
- L'AMERICA!!!
Infine un montante destro, assestato alla base del mento, mise KO l'uomo,
che cadde riverso a terra in una posizione innaturale.
All'esterno,
in quel momento, Jack e Sharon non credettero ai loro occhi quando videro
l'essere dapprima fermarsi, poi lentamente sgonfiarsi come un grosso
palloncino bucato, fino a scomparire del tutto.
- Non ci crederete mai, - esclamò il pilota - ma il tasso di
radioattività è arrivato a zero in pochi secondi.
I due si fissarono, come stupiti, poi si rivolsero al pilota.
- Atterra, adesso!
Dopo pochi minuti erano sul luogo dove prima vi era l'enorme creatura
verde, e videro due corpi privi di sensi, distanti tra loro un paio
di metri. Erano quelli di Cap e del professor Bruce Banner. Mentre si
avvicinarono, Steve si alzò lentamente in piedi, fissando i due.
- Avete visto che gli ho fatto male?
Si alzò, si avvicino al professor Banner che lo fissava impaurito,
sibilò qualcosa a denti stretti e si allontanò verso l'elicottero.
Tokyo,
in quello stesso momento.
- Bene! - esclamò soddisfatto l'uomo chiamato Painer, mentre
con un telecomando annullava l'ordine dato ad un satellite poche ore
prime- Il nostro soldatino di piombo è stato in grado di fermare
l'HULK, senza la mia spintarella.
Entro in una stanza molto ampia, dove ad attenderlo c'erano diverse
persone.
- Bene, signori, tra breve inizierà la fase Beta del nostro piano,
che prevede la cattura del professor Banner in pieno suolo americano.
Fissò i suoi interlocutori.
- Vi ho riuniti e vi ho attrezzati, quando è stato necessario,
perchè voi siate la mia squadra scelta, il mio team d'assalto.
Hawkeye, Falcon, il misterioso War Machine - "ma neanche poi tanto"
penso tra se e se Painer -, Random e Black Knight, voi sarete la mia
forza d'elite. Se dovessi darvi un nome da proscenio, vi chiamerei I
SIGNORI DEL MALE.
Tutti sorrisero, mentre Painer abbandonava la stanza.
Note:
Con questo episodio si chiude il ciclo iniziato nel 17mo episodio, con
una serie di rivelazioni sul dottor Banner e sui piani di Painer che
avranno seguito certo nei prossimi episodi, dove il fato dell'HULK avrà
una svolta decisiva, che ci porterà dritti dritti in una nuova
serie Extreme. Indovinate quale?
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