#13 - DI GIGANTI E DRAGHI

by Pablo

 

Afghanistan, 12 Ottobre.
Tra le montagne di Tora Bora si sta svolgendo da quasi un anno una battaglia da molti giudicata fondamentale affinchè la Terra sia libera dalla piaga chiamata terrorismo e dal criminale chiamato Bin Laden. Improvvissamente un'esplosione scuotè la montagna, alzando una nuvola di polvere, seguiti da minuti di silenzio tombale. Poi una squadra di soldati apparve tra le nubi di polvere.
- Fate attenzione, quei bastardi potrebbero spuntare all'improvviso! - disse il loro capo, il tenente Cumming.
- Non credo ce ne siano ancora in giro, e se ci sono sono a pezzettoni! - rispose il marine Rodriguez.
Gli altri sorrisero.
Dopo qualche minuto si ritrovarono difronte l'ingresso di una grotta.
- Deve essere stata aperta dall'esplosione! - sentenziò la sergente Stenner, toccando le mura distrutte.
- Accendete le torcie ed entriamo con circospezione! - ordinò Cumming.
I marines, attrezzati come vere macchine da guerra, entrarono dentro il budello. Proseguirono per circa 20 metri, sempre in discesa, finchè non giunsero alla base di una grande caverna.
- Oh mio Dio! - esclamò Rodriguez.
- Cazzo succede? - esclamò Cumming, per poi tacere davanti a quello che gli si parò davanti - Ehm, credo che sia necessario interpellare le alte sfere per... questo! - continuò, puntando col dito l'enorme figura metallica che riempiva la caverna.

Il giorno dopo, Inghilterra.
Sebastian Shaw è un uomo potente: baronetto, amico personale di Tony Blair, membro del gabinetto di sicurezza del Regno Unito, proprietario di una delle più grandi aziende di ricerca genetica d'Europa. Ora però è leggermente preoccupato: ha ricevuto una chiamata su un canale riservato, usato pochissimo negli ultimi anni.
- Salve Sebastian! - disse Painer, fissando il suo interlocutore dall'altra parte del monitor.
- Painer, è un onore rivederla dopo così tanto tempo.
Painer sorrise.
- Infido come sempre, vero?
- Cosa vuole da me?
- E anche diretto. Bene, andiamo subito al dunque. Sono stato informato che ieri in Afghanistan è stato ritrovato un manufatto di origine ignota, una sorta di robot. E' mio espresso desiderio che tu lo recuperi e lo studi per me, e ovviamente anche per te.
- Non mi occupo di robotica io!
- Sono convinto che con questo ritrovamento la robotica in sé per sé c'entri ben poco, mentre il tuo campo di ricerca sembra più adatto.
- Come fai a dirlo?
- Sesto senso? Sottile intuizione? Capacità premonitive? Non lo so, so solo che dobbiamo recuperare quel robot.
- E come?
- Ti sto adesso trasmettendo dei dati che ti saranno utili per capire cosa fare. Mi raccomando, conto su di te!
Il monitor si spense, lasciando Sebastian a fissare i dati inviatigli da Painer. Poi accese l'interfono.
- Voglio che Wyngarde venga subito qui!

Due giorni dopo.
Tony Stark toccò la superficie del gigantesco gigante di ferro che riempiva la caverna, non nascondendo una certa eccitazione.
- Non è prudente, - lo reguardì il tenente Cumming - potrebbe attivarlo o chissà cos'altro!
Tony si rivolse a lui sorridendo.
- Non sarei l'esperto cibernetico del Pentagono se non sapessi quello che sto facendo.
- Certo, ma credo che questo vada oltre la cibernetica. Ho qualche esperienza nel campo, e le posso dire che questo non è un robot... o meglio, non è solo un robot!
Tony alzò lo sguardo verso la figura robotica. Era alto oltre 6 metri, la forma era antropomorfa, e sul volto c'era una sorta di pannello a griglia. Misteriosamente non era provvisto di giunti, cosa che incuriosì Tony Stark.
- Mi chiedo come faccia a muoversi.
- Me lo sono chiesto anche io! All'inizio pensavamo fosse una statua, ma gli esami ai raggi x hanno confermato la presenza al suo interno di strutture meccaniche, che lasciano poco spazio ai dubbi!
- Potrebbe essere un semplice servo meccanismo, tipo quelli in voga nella metà dello scorso millennio.
- E per questo che abbiamo chiamato lei, no?
Tony sorrise.
- Ed è per questo che io sono qui! - disse una voce alle loro spalle.
I due si girarono e videro apparire dal tunnel Capitan America.
- Salve signori, sono stato mandato qui per scortare il convoglio con quella cosa fino all'aereoporto di Kabul, e poi in aereo fino agli Stati Uniti.
- E' un piacere stringerle la mano, Capitano! - disse Tony, porgendogli la mano.
Cap rispose stringendogli rapidamente la mano, per poi avvicinarsi a Cumming.
- Entro 12 ore la caverna sarà aperta per permettere l'uso delle gru per prelevare l'oggeto. Siete pronti?
- Sissignore! - rispose.
- Bene, lascio a lei il controllo di questa operazione!
- Ne sono onorato, signore! - rispose Cumming, allontanandosi verso l'uscita.
Cap si rivolse a Stark.
- Ora, se vuole seguirmi fuori di qui...
Tony lo fissò, poi lentamente si diresse verso l'uscita.

Tredici ore dopo.
Le gru stavano posando il gigante di ferro sui pianali montati appositamente su tre tir diversi, sotto lo sguardo di Cap, di Tony Stark e di Iron Man.
- Si dice in giro che lei controlli Iron Man! - disse Cap con un tono di voce piatto.
- Diciamo che Iron Man sono io, che è più onesto. Certo che alcuni segreti sono quasi impossibili da nascondere!
- Ha ucciso lei la sua segretaria?
Tony lo fissò, chiedendosi perchè era così freddo nei suoi confronti.
- No, non l'ho uccisa io, anche se lei ha cercato di uccidere me.
Steve sorrise.
- Capisco - disse con il suo tono piatto, e questo fece sorridere Tony.
- E' vero che lei aveva stretto un patto col Teschio Rosso?
Cap lo fissò con uno sguardo fulminante, ma Tony non smise di sorridere mentre guardava il gigante che veniva adagiato.

Circa 36 ore dopo.
Il robot era stato sistemato su un cargo militare che era partito di gran lena verso gli Stati Uniti, scortato da un paio di caccia e seguito da Iron Man.
- Come fa? - chiese Capitan America a Tony Stark, che stava esaminando il gigantesco robot.
- Come fa cosa? - rispose, sollevando la testa.
- A pilotare il suo robot e a studiare questo? Come fa a farlo contemporaneamente?
Tony sorrise.
- All'inizio era difficile, poi però ho migliorato alcune cose a livello di software e di hardware, e mi sono anche un po' abituato, e così la cosa mi risulta quasi naturale.
- Come potrà capire, io sono rimasto fuori dal giro per parecchio tempo. Però imparo in fretta.
- Già, è vero, l'ibernazione, o sonno criogenico, mi chiedo... - si accorse che Cap si stava toccando le tempie, stringendo i denti - Qualcosa non va?
- Da un po' di tempo ho un fastidioso mal di testa. Nulla di grave, hanno detto i dottori, però non fa altro che darmi fastidio...
In quel momento il comunicatore interno dell'aereo gracchiò.
- Capitano, - disse la voce allarmata del copilota - potrebbe venire in cabina di pilotaggio?
Steve si girò e si diresse verso di essa, seguito da un incuriosito Tony.
- Cosa succede? - chiese Cap.
Il pilota non parlò, indicando solamente fuori dall'aereo. Steve e Tony rimaserò a bocca aperta nel vedere dei giganteschi draghi che giravano a cerchio attorno al loro aereo. Iron Man si interfacciò alla sensore ottico di Iron Man.
- Lui non vede niente! - esclamò, ma senza ricevere alcuna attenzione.
Poi due draghi attaccarono i caccia di scorta. I piloti cabrarono, si avvitarono poi tentarono di colpirlo con i loro missili, che però i draghi schivarono con eleganza.
- Dove siamo? - chiese Cap.
- Sull'Atlantico, signore. - rispose il pilota.
In quel momento uno degli aerei fece un mezzo giro della morte, poi si avvitò e si diresse verso un drago, sparando verso di lui. Questo si schivò verso destra, l'aereo lo riagganciò per poi vederlo scomparire e veder comparire davanti a sé l'altro aereo. L'impatto fu inevitabile e fragoroso. Dal cargo tutti videro la scena e rimasero in silenzio per qualche attimo, finchè i draghi non puntarono verso di esso.
- MERDAAAAAAAAAAAAA!!!! - urlò il pilota, che cercò di evitare l'impatto ruotando bruscamente verso destra.
- NOOOOOOOOOOOO!!! - urlò Tony Stark - Questo aereo non potrà mai resistere ad una simile manovra!
E infatti un motore saltò, facendo contro avvitare sulla sinistra il cargo e facendogli perdere bruscamente quota. Il pilota imprecò, mentre cercava di prendere nuovamente quota, ma alla fine riuscì solo ad urlare fin quando l'aereo non impattò con l'oceano con un rumore assordante. L'ultima cosa che riuscì a vedere furono i draghi svanire nel nulla, come se non fossero mai esistiti.

A qualche miglio di distanza, su un elicottero con le insegne della Shaw Biotech, Jason Wyngarde si rilassò. Generare quei draghi gli era costato molto sforzo, ma alla fine aveva compiuto il suo dovere. Toccava ora alla squadra di Shaw recuperare l'oggetto.

Iron Man sfrecciò nel cielo, con Cap e Tony Stark tra le braccia.
- Devo ringraziarla per il suo tempismo! - disse Cap a Tony.
- Di nulla!
- Mi dispiace per quegli uomini!
- Posso capirlo, ma Iron Man non c'è l'avrebbe fatta!
Dopo una decina di minuti Iron Man raggiunse le coste spagnole e lasciò a terra i due uomini, per poi ripartire verso l'oceano.
- Dove va?
- A controllare l'aereo, o meglio i suoi resti!
Dopo qualche minuto di attesa, Tony granò gli occhi.
- Che succede? - chiese Cap.
- Ho trovato l'aereo!
- E allora?
- Beh, il suo ospite è sparitco!

Note: nuova saga per Capitan America, con nuove e vecchie minacce che intersecheranno la sua vita, intersecandosi pian piano con le trame degli X-Men di Vick. In più, dopo la sua miniserie (che ha ricevuto parecchi apprezzamenti anche privati) ritorna Tony Stark e il suo Iron Man. Ma non perdetevi la chicca, mi raccomando!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

#0

Un lampo rosso attraversò l'aria, sfiorando di pochi centimetri il viso di Carl, che si catapultò a terra imprecando, fino a riparare dietro un angolo.
- Attenzione! - disse - Una minaccia di classe D è nel mio settore!
- Chi sarebbe? - rispose con una domanda Rebecca.
Carl si affacciò per vedere chi lo aveva attaccato, poi si nascose di nuovo, deglutendo.
- Allora? - chiese Rebecca.
- Allora siamo nei guai! - rispose aumentando la carica del suo fucile - C'è quel terrorista mutante... cazzo, muovetevi!
- Ok, Maggie, Jonathan, Ron, tutti nel settore di Carl! - esclamò Rebecca.
E infatti in pochi attimi erano tutti lì.
- Dov'è? - chiese Jonathan. Carl indicò l'angolo. Si affacciò, poi uscì completamente allo scoperto.
- Ma sei impazzito?! - urlò a denti stretti Carl.
- Ma non c'è nessuno! - rispose Jonathan, prima che un laser rosso non lo dividesse in due.
- OH MERDA! - urlò Rebecca, prima che venisse improvvisamente trasportata in alto.
- Magneto!? - esclamò Ron, osservando la figura che si librava in aria ad un centinaio di metri da loro. Poi gli altri tre iniziarono a sparare contro di lui, ma non riuscirono a salvare Rebecca, che venne trafitta da una serie di sbarre di ferro.
Si allontanarono rapidamente da lì, entrando in una sorta di magazzino, e lì videro un figura imponente con in mano un martello.
- Ci mancava anche Thor oggi! - imprecò Maggie.
Cercarono di allontanarsi sparandogli, ma i colpi sembravano non avere nessun effetto. Poi Thor si alzò rapidamente in volo, lanciandosi contro di loro. I tre indietreggiarono, e mentre Thor li stava per raggiungere Carl inciampò, finendo a terra ed evitando la martellata del dio del tuono, che però colpì gli altri due, frantumando i loro crani. Si rialzò e riprese a correre, incespicò ma non si fermò, finchè qualcuno o qualcosa non gli bloccò le gambe, facendolo rovinare a terra. Si girò e vide che una ragnatela vischiosa la attaccava a terra. Alzò lo sguardo e vide appolaiato sul soffitto l'Uomo Ragno.
- Ci mancava soltanto lui! Meno male che è una minaccia di livello H... - ma un'ombra lo coprì dalle spalle. Si girò e vide Capitan America - E che cazzo! - imprecò, mentre l'altro faceva cadere il suo scudo di taglio sulla gola.
Poi tutto svanì.

DIFFICULTY: VERY VERY HARD
RESISTENCE: 4' 22''

CARL REWAN - EX004 - 158 POINTS
RON AIMED - EX002 - 136 POINTS
MAGGIE STEELE - EX005 - 130 POINTS
REBECCA REEVE - EX001 - 101 POINTS
JONATHAN WENSTEIN - EX003 - 87 POINTS

I cinque si rialzarono dalle loro camere di deprivazione e si avvicinarono ai monitor.
- Ricordatevi di non attivare più questo livello! E' impossibile! - esclamò Ron.
- Già, - aggiunse Maggie - ci hanno massacrati subito...
Rebecca fissò il monitor.
- Ehi Jonathan, tesoro, sei ultimo! - e gli diede un bacio, abbracciandolo.
- Tu non scherzi, visto che sei penultima! - rispose lui, restituendo il bacio.
- Si, però tu ti sei fatto fregare come un idiota! "Ma non c'è nessuno!" - disse Carl, facendo l'imitazione di Jonathan.
- Ha ragione, non dovresti essere così spavaldo, altrimenti come ci arriviamo al matrimonio? - concluse Rebecca.
Gli altri fissarono i due, poi lo sguardo si posò sugli occhi spaventati del ragazzo. Scoppiarono tutti a ridere, allontandosi verso i loro alloggi.
- Beh, gente, pensate che tra un po' avremo la nostra prima missione! - esclamò Carl.
- Speriamo non ci mandino a Genosha o a Latveria! - imprecò Ron.
- Non ti preoccupare, per te c'è sempre Attilan!
- Attiche?!!?!?!?!?!!? - chiesero tutti in coro.
Carl scuotè la testa, sorridendo.
- Lasciamo perdere, dimenticavo che voi non leggete fumetti! - rispose infilandosi nella sua stanza, e lasciando gli altri senza risposta. Dopo qualche secondo scrollarono le spalle e si mossero verso i loro alloggi.

Note: ecco la chicca che vi dicevo sopra! Non mancate al primo episodio di questa serie, che spero vi sorprenderà.