MARVEL IT presenta:

(UN VIAGGIO DI 15 ANNI IN UN FUTURO POSSIBILE)

 

di  Carlo Monni

Mickey (ispirazione e supervisione)

 Fabio Furlanetto (critiche spietate)

Roy Thomas, Gerry Conway, Steve Gerber e Chris Claremont (Numi Tutelari)

 

 

 

IL MALE DORMIENTE

 

 

(Attenzione: continua da Midnight Sons Speciale Next)

 

 

1.

 

           

            Il mondo lo conosce come l'Incredibile Hulk ma il suo vero nome è Robert Bruce Banner, Dottore in Fisica Nucleare, scienziato di fama internazionale e mostro verde di fama ancor più sinistra. Fa uno strano effetto vederlo con indosso un gessato scuro fatto su misura per il suo fisico eccezionale con tanto di camicia bianca e cravatta color rosso porpora.

            Da molti anni Hulk ha fatto pace con le varie parti della sua frastagliata personalità ricomponendone il puzzle. Quello che pochi si aspettavano e ancor meno sospettano ancor oggi, è che da questa ricomposizione sarebbe emersa una personalità cinica, amorale e a tratti perfino violenta. Il suo viso incorniciato da una folta barba che sta imbiancando non sembra esprimere particolari emozioni mentre osserva una serie di fotografie su una parete e sulla sua scrivania. Amici, nemici, amori, alcuni quasi dimenticati, altri che rimarranno per sempre vivi nella sua memoria.

            Il suo sguardo si sofferma su alcune immagini in particolare, quelle dei suoi figli, avuti da donne diverse in epoche e perfino luoghi differenti. Il suo rapporto con loro è stato spesso burrascoso e sempre complicato, cosa decisamente non insolita per lui e di certo non è sorprendente che entrambe le sue figlie siano finite nel giro dei cosiddetti supereroi.

            La donna che entra nel suo studio non dimostra la sua età, il fisico è ancora abbastanza tonico, il  viso è solcato da poche rughe, i capelli sono nerissimi e li porta acconciati in una crocchia sulla testa. La Dottoressa Katherine Waynesboro è una delle poche persone che ha libero accesso allo studio di Banner e che può parlargli con schiettezza, un privilegio guadagnato in anni di lealtà pressoché incondizionata.

            Notando la direzione del suo sguardo gli dice:

-Stai indulgendo nel sentimentalismo, Bruce? Non è da te.-

-Sono umano anch’io, Kate, anche se non molti lo credono.- ribatte Hulk -Diciamo che stavo riflettendo su quanto siano vere le parole del Bardo: “Quanto è più crudele del morso di un serpente l’ingratitudine di un figlio”.-

-Conosci "Re Lear"? Ecco una cosa che sorprenderebbe molta gente.-

-Non sono un bruto senza cervello da tempo e di certo non sono digiuno di letteratura. Diversamente da Lear, però, io non ho una Cordelia che mi ami nonostante tutto: entrambe le mie figlie mi detestano.

-Questo non puoi dirlo con certezza.-

-Le vedi forse qui al mio fianco? La maggiore, Carmilla, da quanto sono riuscito a capire, dovrebbe essere entrata in una specie di squadra segreta dello S.H.I.E.L.D. ed è troppo impegnata a salvare il Mondo o qualcosa di simile opponendosi ai piani di gente come la sua stessa madre, Monica Rappaccini, l’attuale  Scienziata Suprema dell’A.I.M., e non posso biasimarla: quella donna e ha pasticciato col suo DNA quando era bambina per darle superpoteri.[1] Non che con me sia diversa. Posso ritenermi fortunato se non mi disprezza quanto lei.-

-Non puoi affermarlo con certezza.-

-Fidati, so quel che dico. Le cose non vanno meglio con la minore, Lyra: non bastava che considerasse Ben Grimm come una specie di secondo padre, doveva pure unirsi ai Difensori.-

-Non è il tuo vecchio gruppo? Magari vuole seguire le tue orme.-

            Il volto di Banner si fa cupo mentre replica:

-Credimi, Kate, non è affatto così, ne sono certo.-

 

            Dove potrebbe andare una giovane donna alta più di due metri dalla pelle verde lunghi capelli rossi e dal fisico atletico e muscoloso stretto in un costume aderente rosso che le lascia scoperto l’ombelico? La risposta è: dove le pare. In questo caso in California.

            Il suo nome è Lyra. Se avesse un cognome sarebbe Banner come suo padre. Se sua madre ne ha mai avuto uno, lei non l’ha mai saputo. Suo padre, ovviamente è l’Incredibile Hulk. Quanto a sua madre, il suo nome è Thundra, e viene da una Terra parallela futura dove i due sessi sono (saranno?) separati ed in perenne guerra tra loro, un mondo distopico come pochi dove la riproduzione avviene (avverrà?) per via asessuata. Thundra era stata selezionata dal governo della Sorellanza di Femizonia per avere una figlia alla vecchia maniera, che fosse la guerriera perfetta, nata dall’unione dei geni della migliore combattente di Femizonia e del migliore tra i maschi. La segreta speranza delle più lungimiranti tra le governanti di quella repubblica di sole donne era che non solo si trovasse una via per uscire dal vicolo cieco genetico in cui stava finendo la popolazione, ma anche che la nuova nata potesse fare da ponte con il cosiddetto Mondo dell’Uomo.

            Naturalmente Thundra aveva dovuto cercarsi il partner adatto nel passato. Per gli uomini della sua epoca, infatti, la sola femmina buona era una femmina morta ed in più non ce n’era nessuno che si potesse considerare alla sua altezza. Così, grazie ad una macchina del tempo sopravvissuta alle guerre, aveva viaggiato in un’epoca in cui maschi e femmine formavano ancora un’unica comunità. Lì, tra tutti i possibili candidati, alla fine era stato prescelto Hulk. L’incontro era avvenuto ed aveva avuto i suoi lati piacevoli, per entrambi,[2] Thundra era tornata nel suo tempo e, nove mesi dopo, aveva partorito una bambina che le somigliava tantissimo ma aveva la pelle e gli occhi verdi. Dal padre aveva anche ereditato una forza straordinaria. Tuttavia, alla fine le cose non erano andate come volevano le reggenti di Femizonia: Thundra aveva cominciato a mettere in dubbio la giustezza dello stile di vita in cui era cresciuta mentre Lyra era guardata con ostilità dalle fazioni più intransigenti a causa della sua “femminilità impura”, cosa che la portò a scegliere di fuggire da quel mondo senza speranza per cercare avventure in quello di suo padre. Fu così che madre e figlia si erano ritrovate, di fatto, esiliate in quello che per loro era il passato.

            Lyra non ha avuto nulla da lamentarsi per questo: cercava avventure e le ha trovate. Ha scoperto un mondo dove uomini e donne vivono fianco a fianco invece di combattersi e vi si è adattata in fretta. Ha vissuto per un po’ coi Fantastici Quattro quando sua madre e la Cosa si sono messi insieme per un po’, cosa che nel suo tempo sarebbe stata assolutamente impensabile, un crimine per entrambe le parti in conflitto. In quel periodo Ben e Thundra erano in una nuova formazione dei Fantastici Quattro mentre lei si era unita ad un gruppo che si faceva chiamare Fantastic Force, per poi entrare lei stessa in una formazione successiva del Favoloso Quartetto. Ancora oggi considera Ben Grimm come una sorta di patrigno, cosa che il suo vero padre non ha mai digerito.

            Suo padre... per Lyra non è sempre piacevole pensare a lui. Quando l’ha conosciuto lei aveva già 15 anni e per lui erano passati solo pochi mesi da quel fugace incontro con sua madre, cose che capitano coi viaggi nel tempo. Ha cercato di stabilire un rapporto con lui, ma, per usare un eufemismo, la cosa non è stata facile: il meno che si possa dire di Bruce Banner è che è un uomo complesso dalla vita molto complicata.

            La ragazza dalla pelle verde è tornata da poco sulla Terra ed ora sta cercando di riambientarsi in un mondo diverso eppure ancora molto simile a quello che ha lasciato. Ha accettato volentieri l’offerta che le ha fatto Kyle Richmond di unirsi ai suoi nuovi Difensori. Con loro ha vissuto avventure interessanti e a volte bizzarre ma soprattutto ha trovato gente come lei: emarginati ed esclusi.

            Seduta su una spiaggia di Malibu di fronte ad una villa cha appartiene proprio a suo padre, si concede un momento per riflettere sulla sua vita e decide di fare una chiamata. Compone sul suo Starkphone ultrapiatto un numero che conosce bene ma non ha fortuna: c’è la segreteria telefonica. Per un attimo pensa di riattaccare, poi decide di lasciare un messaggio:

-Zio Ben. Lunedì sono a New York e mi piacerebbe vederti. Dimmi che sei libero.-[3]

            Se conosce bene Ben Grimm, si dispiacerà di non aver risposto. New York. Laggiù Lyra ha una sorella, una sorellastra per essere esatti, per parte di padre. Magari le farà visita, sempre che sia in città: anche lei ha una vita molto complicata dopotutto. Tutti i membri della sua famiglia hanno la vocazione di salvare il Mondo… quando non cercano di distruggerlo o schiavizzarlo.

            Il ronzio della vibrazione del suo cellulare la distrae da quei pensieri. Possibile che Ben le stia già rispondendo? O forse è qualcos’altro.

 

            Avete presente l’immagine tradizionale del Diavolo? Ma sì: corna, barba forcuta, piedi caprini e praticamente nudo? Bene: è un essere esattamente così che appare improvvisamente davanti ad una giovane donna dai capelli corvini vestita di nero.

-Chi chiama Y’Garon della Triade?- chiede.

-Io ho osato.- risponde la donna -In nome dell’antico patto con la tua stirpe ti chiedo di prestarmi obbedienza.-

            Il demone la fissa negli occhi e ciò che ci vede lo convince a piegare le ginocchia.

-Sono pronto a servirti, mia signora.- dice.

            La donna sorride.

 

 

2.

 

 

            Attraverso una porta segreta del suo studio Robert Bruce Banner scende in un attrezzatissimo laboratorio sotterraneo accompagnato dalla sua assistente.

-Dottor Banner… Dottoressa Waynesboro…- li  saluta uno degli scienziati presenti, tutti identificabili a vista dal classico camice.

-Come procede?- gli chiede Hulk.

-Ci siamo quasi.- risponde l’uomo intimidito dall’incombente presenza del suo capo.

-Me lo auguro.- risponde questi -Come sa, detesto i fallimenti.-

            L’uomo inghiotte a vuoto ma prima che possa replicare, Hulk è distratto da qualcosa, ovvero una figura eterea che fluttua a mezz’aria, una figura che solo lui può vedere e sentire:.

-Ma guarda un po’, il vecchio Steve!- esclama -Che c’è, Steverino? Una qualche minaccia all’ordine cosmico per cui c’è bisogno dei Difensori per darle una lezione?-

“In effetti, è così, Bruce.” risponde, cupo, il Dottor Strange “Gli Immortali sono tornati.”

-Gli Immortali? Gli amichetti di quel Chthulu di seconda categoria del Senza Nome? Mi hai convinto, Steverino. Dove ti trovo?-

“A questo penso io.”

            Un attimo dopo, la massiccia figura di Hulk è scomparsa dal salone.

 

            Gli anni sono stati decisamente gentili con Namor McKenzie, noto anche come Sub Mariner. Sono passati più di cento anni dalla sua nascita ma sembra che ne abbia meno della metà, merito della sua fisiologia per metà atlantidea. Dal padre, il Capitano della Marina Mercantile americana Leonard McKenzie, ha ereditato il colore rosa della pelle e i lineamenti del viso, oltre che polmoni funzionanti che gli permettono di respirare sulla superficie terrestre. Dalla madre, Fen, principessa ereditaria dell’Impero sottomarino di Atlantide, ha preso le orecchie a punta, le sopracciglia arcuate e le branchie che gli permettono di respirare sott’acqua.

            Il destino bizzarro lo ha anche dotato di doti uniche rispetto alle due specie di cui è un ibrido: una forza molto superiore a quella di chiunque altro e la capacità di volare, in qualche modo legata alle alucce che gli ornano le caviglie.

            Dalla prima volta che il Mondo apprese la sua esistenza, nel lontano 1939, Namor è stato, di volta in volta, alleato e nemico di quella che chiama Gente di Superficie, eroe o criminale a seconda delle contingenze. Ha governato un impero e lo ha lasciato alle cure di altri. È stato un capitano d’industria ma ancora una volta ha lasciato ciò che ha costruito in mano altrui. Ha visto morire quasi tutta la sua famiglia e molti amici e donne che ha amato. La tragedia ha segnato la sua vita e scavato cicatrici nel suo animo.

            Per un certo tempo si è allontanato da tutto e tutti ma non ha funzionato. Non si può sfuggire a ciò che si è.

“Namor!”

            La voce echeggia direttamente nella sua mente mentre davanti a lui appare l’immagine eterea di un volto che ben conosce.

-Strange!- esclama -Credevo di averti detto di non cercarmi mai più.-

 “È una questione d’emergenza. Ho bisogno del tuo aiuto.” ribatte il Dottor Strange.

-Non sono stato abbastanza chiaro? Non m’interessano le tue beghe o i Difensori: ho chiuso con voi.-

“Il Senza-Nome è stato risvegliato.”

            A quelle parole l’atteggiamento di Namor cambia e con voce cupa dice:

-Dimmi tutto.-

“Farò di più: te lo mostrerò.”

            Un attimo dopo, Namor è scomparso.

 

            La figura argentea in piedi su un’asse da surf contempla da oltre l’atmosfera il globo terrestre e medita su recenti avvenimenti.[4]

            In qualche modo incomprensibile il destino di colui che è chiamato Silver Surfer pare inestricabilmente legato al pianeta Terra. Per quanto viaggi nello spazio, per quanto lungo possa essere il tempo che ne sta lontano, finisce inevitabilmente per tornarci. C’è qualcosa nei terrestri, nel loro spirito che lo affascina e lo atterrisce al tempo stesso: i semi della grandezza crescono insieme a quelli dell’autodistruzione. Era così quasi trent’anni prima ed è così ancora oggi.

“Norrin Radd”

            La vista del volto che appare davanti a lui non turba affatto Silver Surfer che nella sua vita ha visto cose decisamente più strane.

-Stephen Strange, che posso fare per te?- si limita a chiedere.

“Ho bisogno del tuo aiuto contro gli Immortali.” è la risposta di Strange.

-Non dire altro, ti raggiungo immediatamente.-

            E senza esitare, Surfer punta verso la Terra a velocità inimmaginabile.

 

 

3.

 

           

            La donna che indossa un ampio mantello rosso con un cappuccio che le copre il viso procede in un luogo di desolazione assoluta che indubbiamente che si potrebbe ben definire infernale e lei si può dire che abbia dell’Inferno esperienza di prima mano.

            Il suo cammino si arresta quando davanti a lei si erge un’imponente croce egizia a cui è appeso un uomo dai capelli rossi vestito solo di un paio di aderenti pantaloni scarlatti e sul cui petto nudo campeggia un pentacolo che ne marchia le carni.

-Come sempre, Daimon…- dice la donna in tono vagamente divertito -… hai un talento speciale per metterti nei guai.-

 

            In una lamasseria sperduta da qualche parte in Tibet, quattro personaggi straordinari si incontrano di nuovo.

-Carino questo posto, Doc.- commenta Hulk -Un po’ fuori dal mondo, magari e fa un po’ troppo freddo per i miei gusti ma non è male. È la tua personale Fortezza della Solitudine o solo una specie di ospizio del tuo ordine di maghi?-

-Non sono sicuro di apprezzare il tuo senso dell’umorismo, Bruce.- ribatte Strange -Comunque è un posto dove vengo quando ho voglia di meditare. Vi risiedeva il mio mentore, l’Antico.-

-Potremmo parlare dell’emergenza per cui ci hai chiamato, Strange?- interviene con impazienza Sub Mariner -Non ho tanto tempo da perdere.-

-Credevo che fossi in modalità: vagabondo dei sette mari di questi tempi.- ribatte Hulk -Cos’è: la decima volta? La ventesima?-

-Ti preferivo quando eri solo un bestione senza cervello, Banner.-

-Non discutiamo tra noi, vi prego.- interviene Silver Surfer -Parlaci del ritorno degli Immortali, Strange.-

            Strange racconta dell’avvertimento ricevuto in sogno da Daimon Hellstrom.[5] E quando ha finito di raccontare aggiunge:

-Voi tutti sapete che se vi ho chiamato è perché sono certo che non è stato un semplice sogno. Posso anche essermi ritirato dal ruolo di Stregone Supremo ma so ancora riconoscere la presenza del Male ed in questo momento la avverto molto forte.-

-Solo una cosa…- lo interrompe Hulk -… perché hai chiamato noi tre e non, per esempio, il tuo successore?-

-Ci ho provato ma mi è stato impossibile: qualcosa mi impedisce di comunicare con Billy Kaplan. Ho usato tutte le risorse a mia disposizione ma non sono stato capace di contattarlo. Sono certo che sia opera delle forze oscure che abbiamo di fronte ed anche con tutta la mia conoscenza non sono riuscito a rompere l’incantesimo.-

-Se non ne sei stato capace tu, che sei uno dei più potenti maghi di questa Terra, le forze all’opera devono essere davvero molto forti.- commenta Silver Surfer.

-Ma perché tra tutti hai contattato proprio noi?- chiede Namor.

-Voi siete i soli che hanno risposto all’appello finora.- risponde Strange

-Vuoi dire che nessuno degli altri eroi terrestri interverrà al nostro fianco?- chiede Surfer perplesso.

-Temo di no.-

-Gran peccato.- commenta Hulk -Richmond può essere una gran rottura di scatole con tutti i suoi tentativi di coinvolgermi in una delle sue formazioni dei Difensori ma i suoi ragazzi ci avrebbero fatto comodo e non lo dico solo perché una delle mie bambine è una di loro.-

-Non credo che Lyra apprezzerebbe di essere chiamata bambina.- ribatte Namor -Ammetto, però, che ci avrebbe potuto essere utile. Qualche idea, Strange, sul perché sei stato capace di contattare solo noi?-

-Non proprio.- risponde l’ex Stregone Supremo -Forse dipende dal fatto che noi quattro, in passato, abbiamo affrontato il Senza Nome sul suo terreno e l’abbiamo fermato, se non proprio sconfitto. Non escludo che questo abbia forgiato una sorta di legame tra noi e lui.-

-Quindi, ci stai dicendo che il figlio di Cthulhu o quel che è sta per venire a farci visita col suo codazzo di demoni e noi siamo i soli che possano chiudergli la porta in faccia?- puntualizza Bruce Banner.

-Una rappresentazione un po’ cruda dei fatti, ma in sostanza è proprio così.-    

-Beh, dov’è il problema? In passato abbiamo già preso a calci nel sedere quel tipo, non vedo perché non dovremmo essere capaci di rifarlo anche da soli.-

            Il volto di Strange si incupisce mentre replica:

-Temo che non sia così semplice: il Senza Nome era a capo solo di una fazione dei cosiddetti Immortali, creature che abitavano questo mondo in ere passate e che solo a fatica ne furono scacciate. Creature che hanno lasciato il segno nelle leggende umane e che anche noi, da soli od insieme, abbiamo affrontato in passato. Le barriere che le tenevano lontane si stanno indebolendo tutte insieme e quando saranno cadute nessuna forza al Mondo potrà fermarle.-

            Hulk scoppia a ridere.

-Scusa, ma è troppo divertente. In passato noi quattro abbiamo salvato il Mondo varie volte e o non se ne sono accorti o ci hanno preso lo stesso a pesci in faccia. Perché dovrebbe importarmi stavolta? Anche se quei mostri devasteranno questa palla di fango o tutto l’universo, io so come sopravvivere.-

-Perché è il tuo Mondo.- ribatte Namor -Se qualcun altro lo distrugge a te che resterà? Che ne sarà della rivincita che pianifichi da tanto e… dei tuoi figli?-

            C’è un attimo di silenzio mentre Strange e Surfer forse si chiedono a cosa stia alludendo Namor, poi Banner replica:

-Ottimo argomento: se qualcuno ha il diritto di devastare o governare questo miserabile pianeta, quello sono io.-

-Mi ricordi il Dottor Destino quando parli così.- ribatte Namor.

-Solo perché uno è un pazzoide megalomane, non vuol dire che non abbia delle buone idee, credimi, me ne intendo.-

-Visto che siamo tutti d’accordo, direi che possiamo cominciare.- annuncia Strange.

-Beh, odio dirlo, ma se devo combattere, questo completo di Armani che mi è costato svariate migliaia di dollari non è l’ideale.- dice ancora Hulk.

            Strange sospira e schiocca le dita. Un attimo dopo l’abito di Banner è sostituito da una tuta e le scarpe di marca da stivali.

-Argh!- esclama il mostro verde -Porpora! Perché proprio porpora?-

            Strange non si disturba a rispondergli.

 

            New York. Richmond Tower. Un uomo seduto su una sedia a rotelle entra in un ampio salone lussuosamente arredato, del tipo che ci si può aspettare di trovare nell’attico di un miliardario a Manhattan.

             Il suo volto è giovanile ed il fisico ancora atletico. Se non fosse che le tempie sono ormai totalmente imbiancate, pochi crederebbero che ha superato i cinquant’anni. Ha un’espressione corrucciata, è evidente che qualcosa lo preoccupa.

-Maledizione.- borbotta tra sé -Se le cose sono davvero come sembrano, non mi resta molta scelta.-

            Aziona un comando incorporato nella sedia e una parete si sposta per farlo accedere ad una sala operativa piena di monitor ed altri aggeggi.

            Kyle Richmond attiva il più grande dei monitor ed esclama:

-Questo è indubbiamente un lavoro per i Difensori.-

 

 

4.

 

 

            Il Golia Verde conosciuto come l’Incredibile Hulk osserva il panorama del cosiddetto Tetto del Mondo senza apparentemente sentire il freddo ed è immerso in chissà quali riflessioni quando intorno a lui tutto muta improvvisamente.

            Di colpo è altrove, in un luogo che sembra uscito da un’illustrazione dell’Inferno di Dante e si tratta di un paragone molto appropriato.

-È sempre un piacere vederti nel mio regno, Dottor Banner.-

            Mefisto, Signore delle Menzogne, preteso angelo caduto siede sul suo trono. Nella sua voce un tono di divertita arroganza.

-Tu?- esclama Hulk -Perché mi hai portato qui?

-Non ti piace forse?- ribatte Mefisto -Forse è meglio che ti ci abitui: un giorno sarà la tua dimora permanente. Il posto per te è già pronto.-

-Gelerà l’Inferno prima che io mi sottometta ad uno come te.- ribatte Hulk.

-Interessante scelta di vocaboli, il ghiaccio non è molto di casa da queste parti per quanto il Sommo Poeta Dante mi immaginasse imprigionato al centro di un lago ghiacciato. Ad essere sinceri, preferisco il ritratto che ha fatto di me John Milton, mi rende più giustizia. Ma scusa la mia tendenza a divagare, non è per fare conversazione che ti ho portato qui.-

-Lo immaginavo: ma perché io e non Surfer? Non è lui il tuo abituale compagno di giochi?-

-La disgustosa aura di bontà dell’anima di Silver Surfer mi disturba. Molto meglio parlare con te, Banner… parlare degli Immortali.-

-Cosa sai di loro? Stai dalla loro parte?-

-Il gioco è più complesso di quanto credi. Uomo. Se tu e Strange volete una risposta, cercate gli eredi di Kenneth Ward.-

-Che vuoi dire?-

-Ho già detto troppo. Ci rivedremo ancora ma per adesso, torna da dove sei venuto.-

            Il panorama muta ancora e Hulk si ritrova nella lamasseria. A quanto sembra, nessuno degli altri si è accorto di nulla.

            Con passo risoluto il Gigante di Giada di avvicina ai suoi alleati e dice:

-Steve… dobbiamo parlare.-

 

            A New York continua a piovere. Il demone rinnegato chiamato Omen ha smesso i panni dell’avvocato Charles Blackwater per mostrare la sua vera forma. Davanti a lui altri demoni mandati ad ucciderlo o quantomeno a neutralizzarlo.[6]

            Hanno atteso prima di attaccarlo ed ora Omen capisce perché. In uno sbuffo di fumo è apparso il loro leader, uno capace di terrorizzare anche lui.

-Y’Garon!- esclama -Anche tu sei libero, dunque.-

-Libero, sì, e mi prenderò il gusto di ucciderti personalmente, traditore.-

            Omen sa che non sta scherzando. Y’Garon è uno degli Antichi ed il suo potere è secondo solo a quello di gente del calibro di Chthon e Set. Le sue speranze di resistergli sono quasi nulle.

            Da quando è sulla Terra questa è la sua sfida più difficile, pensa il demone rinnegato.

 

            Ci sono pochi posti nell’Universo che Silver Surfer non è in grado di raggiungere ma questa valle nel complesso dell’Himalaya non è uno di essi.

            Nella sua lunga vita Norrin Radd ne ha viste di cose strane ma deve ammettere che le bizzarre statue che lo circondano inquietano anche lui. Nessuna mano umana può averle scolpite e la loro posa… è come se fossero esseri viventi che sono stati bloccati da una qualche forza potente oltre ogni immaginazione. Sì, in qualche modo Surfer ne è sicuro: è questo che è accaduto ed è da allora che questi esseri aspettano il momento in cui saranno liberati dalla loro prigione. Un momento che potrebbe essere molto vicino.

            Da quel che gli ha raccontato Strange, il Senza Nome ed i suoi seguaci sono stati distrutti anni fa, [7] ma forse i demoni non muoiono davvero o forse c’è qualcosa di molto più sinistro all’opera.

            Un rumore attira la sua attenzione: una delle gigantesche statue sta cadendo su di lui. Una minaccia risibile per chi possiede il potere cosmico e può ridurla facilmente in cenere.

            Il vento soffia nella valle e porta con sé delle voci.

“Hai osato troppo, cavaliere degli spazi profondi.”

“Noi veniamo da vastità che nemmeno immagini”

“Resterai con noi per sempre.”

            Le statue… i loro occhi si sono animati ed ora, mentre il sole comincia a calare dietro le montagne, cominciano lentamente a muoversi. Da bocche non abituate a parlare da tempo immemorabile escono nuove parole:

-Resterai con noi per sempre. Il tuo potere è nulla in confronto al nostro.-

            Senza farsi intimidire Silver Surfer balza sulla sua asse e si solleva al di sopra delle statue che allungano le loro braccia verso di lui.

-Chi ha davvero un grande potere, non perde tempo a vantarsene.- proclama -Lo usa!-

            Libera il suo potere cosmico distruggendo le statue prima che la loro trasformazione sia completa. Se fossero state nella loro vera forma non avrebbe potuto riuscirci, lo sente. Eppure non può essere stato così facile neutralizzare il pericolo.

            La Terra si solleva improvvisamente, una voragine si apre sotto i piedi di Surfer attirando tutto ciò che trova. L’ex araldo di Galactus si ritrova a precipitare verso un calderone fiammeggiante al cui centro c’è una figura indistinta da cui proviene una voce non umana:

-Surfer, Silver Surfer, hai sfidato gli Immortali ed ora ne subirai le conseguenze.-

            L’asse di Surfer ha cavalcato i venti solari e sfidato tempeste cosmiche, la gravità di pianeti molto più grandi della Terra non l’hanno impensierita, eppure adesso fatica ad opporsi alla forza che sempre più irresistibilmente lo attira verso l’abisso.

            Norrin Radd convoglia ogni oncia della sua forza di volontà verso il compito di una quasi impossibile risalita. Tentacoli si protendono verso di lui ma senza riuscire a sfiorarlo. Gli sembra di essere lentissimo e di impiegare un’eternità nel suo compito. Se solo potesse vedere la strada….

            Aspetta: non è uno spiraglio di luce quello? Silver Surfer si protende ed un attimo dopo è scomparso.

 

 

5.

 

 

            Piove anche a Derry nel Maine quando un uomo intabarrato in un impermeabile nero scende dall’ultimo treno proveniente dalla capitale Augusta. Mentre alza una mano per chiamare un taxi, un lampo lo illumina rivelando il volto di un uomo anziano dai capelli bianchi ed una benda sull’occhio destro.

-Dove devo portarla, signore?- gli chiede il tassista una volta che è salito a bordo.

-Conosce un posto che si chiama Herbert Manor?- replica l’altro.

-Certo che lo conosco e se fossi in lei non ci andrei. Si dice che accadano cose strane laggiù e che la gente che vi si reca abbia la tendenza a non fare più ritorno.-

-Magari apprezzano l’ospitalità della casa.-

-Ne dubito. Qui a Derry siamo abituati alle cose più strane, ne avrei da raccontare di storie al riguardo, ma quella casa… devo ammetterlo: mi mette i brividi. Se credessi in certe cose direi che è maledetta.-

            E avresti ragione, pensa Gabriel Rosetti.

 

            Namor ha fatto del suo meglio per dimenticarsi di questo posto ma è stato inutile: i ricordi del suo scontro col popolo degli abissi e di quello che hanno fatto a Namorita continuano a tormentare i suoi incubi. [8]

            Il Dottor Strange sostiene che tra i Grandi Antichi ed il loro attuale nemico c’è un collegamento e gli ha chiesto di controllare questo posto maledetto: la perduta città di R'lyeh, dimora di creature innominabili adorate anche da parte del Popolo Sottomarino che abita gli imperi di Atlantide e Lemuria.

            La città sembra abbandonata. Sua cugina Namora ha fatto un buon lavoro cacciando fino agli estremi limiti del mondo sommerso i suoi mostruosi abitanti, pensa Namor, ma l’architettura bizzarra di questo posto trasuda ancora malvagità. Tuttavia è deserto, sembra che Strange si sia sbagliato.

            Ma ecco che dal nulla arriva un suono dapprima sommesso ed inintelligibile e che poi sale man mano di intensità e diventa una frase che Namor ha già udito in passato e che gli raggela il sangue:

Ph'nglui mglw'nafh Cthulhu R'lyeh wgah'nagl fhtagn"

Ph'nglui mglw'nafh Cthulhu R'lyeh wgah'nagl fhtagn"

Ph'nglui mglw'nafh Cthulhu R'lyeh wgah'nagl fhtagn"

            Oh sì, Namor conosce bene quella litania ed il suo sinistro significato. L’impensabile sta dunque davvero accadendo: i Grandi Antichi si stanno risvegliando?

"Nella sua dimora di R'lyeh, il morto Cthulhu attende sognando"

            Questa volta la frase è stata pronunciata nella sua lingua, anche se Namor non è sicuro di averla udita in Inglese o in Atlantideo.

            Davanti a lui si eleva una figura spettrale che ha ben poco di umano e la cui testa assomiglia ad una piovra con tanto di tentacoli. Punta un dito su di lui e dice:.

-E così hai osato tornare. Namor McKenzie, il Sub Mariner, ex sovrano di Atlantide. Ti fai chiamare Signore dei Sette Mari, un titolo su cui Dagon avrebbe molto da dire.-

-Ho incontrato la stirpe di Dagon in passato e non mi ha impressionato.- ribatte Namor con fermezza.

            Dalla figura si leva una risata impressionante.

-L’arroganza è sempre stata il tuo punto debole, erede della stirpe di Kamuu. Lui è stato un degno avversario. Ci tributava il giusto rispetto.-

-Vi temeva, forse, ma non smise mai di combattervi ed io non sarò da meno.-

-Oh, siamo certi che lo farai, ma non vuol dire che vincerai.-.

            Escono dagli angoli più oscuri della città maledetta i suoi osceni abitanti e si stringono addosso a Namor cercando di sopraffarlo ma lui reagisce e se li scrolla di dosso.

-Indietro, sporchi servi del Male!- proclama.

            Si solleva in volo sopra di loro ma mani adunche lo afferrano e lo risbattono giù. Con la sua forza straordinaria ne abbatte uno poi un altro ed un altro ancora ma continuano a tornare e lo sommergono con la forza del loro numero e nonostante la sua resistenza sembra che stiano per sopraffarlo, poi, qualcosa di inaspettato accade: il Figlio Vendicativo improvvisamente scompare.

 

            Las Vegas, Nevada, ne ha viste di cose strane da quando il leggendario gangster Bugsy Siegel ebbe l’idea di farne la capitale del gioco d’azzardo e tra queste ci sono anche le colorate figure chiamate supereroi e supercriminali che negli ultimi trent’anni circa si sono diffusi un po’ in tutto il Mondo. Si potrebbe dire che nulla può sorprendere questa città ormai, ma ci si sbaglierebbe.

            Tutto comincia quando nel bel mezzo del viale si forma di colpo una pozza ribollente e da essa escono creature dall’aspetto mostruoso che subito cominciano a devastare quello che li circonda. Le forze dell’ordine sono del tutto inefficaci contro queste creature e gli eventuali aiuti da agenzie come l’F.B.S.A. o lo S.H.I.E.L.D. potrebbero arrivare troppo tardi.

            Improvvisamente una figura atterra al suolo aprendo delle crepe nel selciato: una ragazza dalla pelle verde:

 -Non so chi siate, bruttoni…- esclama -… ma come direbbe mio zio Ben, è tempo di distruzione!-

            La nuova arrivata si precipita verso i mostri e comincia a picchiarli senza pietà mostrando di possedere tutta la forza che ci si potrebbe aspettare dalla figlia dell’Incredibile Hulk ma per quanto picchi forte, i suoi avversari sono duri da battere.

            Improvvisamente una nuova figura irrompe nello scontro mulinando fendenti con una lama lucente.

-Indietro, mostruosità demoniache, ve lo ordina Brunhilde, condottiera delle Valchirie.- esclama con voce roboante una donna dai capelli biondi anche lei alta ed atletica.

            Indossa un costume nero che le lascia scoperte braccia e gambe ed un mantello blu. Alle sue spalle un uomo di colore che indossa il classico costume del Nottolone, due ragazzi biondi dai costumi simili di color arancione scuro con maschere verdi e una giovane donna dai capelli neri e corti che indossa un costume scuro e una maschera domino sul volto.

            La ragazza bionda usa la telecinesi per allontanare i demoni mentre quello che potrebbe essere il suo fratello gemello li colpisce con pugni duri come magli. Nottolone li colpisce coi laser nei guanti. La ragazza dai capelli corvini si muove agilmente evitando gli assalti ma tutto quello che riescono a fare i nuovi venuti è rallentare i loro avversari, poi, improvvisamente questi si arrestano come udendo un silenzioso richiamo e cominciano a ritirarsi per poi scomparire del tutto.

-Per quanto siano potenti, gli N’Garai non sono all’altezza di una vera figlia di Asgard.- afferma orgogliosamente la Valchiria.

-Come li hai chiamati?- chiede la donna dalla pelle verde.

-N’Garai, una razza di demoni molto antica e molto potente confinata in un’oscura dimensione i cui portali sono pozzi come questo.-

-È vero- interviene il giovane biondo -Gli X-Men li conoscono bene. Uno dei varchi tra il loro mondo ed il nostro si trova nella Tenuta Xavier ma è stato sigillato da anni.-

-Demoni.- borbotta la ragazza dalla pelle verde.

-È ciò che ho detto ed è ciò che sono, amica Lyra.- ribadisce la Valchiria -Qualcosa… o qualcuno… ha aperto le porte del loro inferno scatenandoli contro questa città indifesa. Non si aspettavano di trovare noi come avversari e si sono ritirati a leccarsi le ferite ma presto torneranno se non troviamo il modo di chiudere la Sa’arpool.-

-La… cosa?-

-La Sa’arpool, il condotto tra il loro mondo ed il nostro.-

            La Valchiria indica la pozza ribollente e Lyra borbotta:

-Magnifico! Abbiamo un pozzo magico da chiudere e Billy ha scelto proprio questo momento per scomparire.-

-Anche senza lo Stregone Supremo, non ci mancano validi alleati… come lei!-

            Brunhilde indica con lo sguardo una figura in motocicletta che sta scalando la parete liscia di un palazzo poco distante lasciandosi dietro una scia fiammeggiante.

 

 

6.

 

 

            Lo scontro è finito e colui che è chiamato Y’Garon sovrasta il demone noto come Omen.

-Ti sei battuto bene.- dice all’avversario caduto -Purtroppo per te, non hai mai avuto speranze contro di me.-

-Mi hai deluso, Y’Garon.- ribatte Omen –Un tempo eri orgoglioso e mai ti saresti sottomesso ad un altro, tu che eri venerato come un dio, il primo della Triade, il cui solo nome instillava il terrore nei cuori più coraggiosi.-

-Lei è l’Erede, Colei Che Deve Essere Obbedita. Perfino io non ho altra scelta che onorare l’antico patto. Ma ora basta: la tua ora è venuta, Omen.-

            Y’Garon solleva la sua spada di fuoco e si prepara a calarla.

-Fa ciò che devi.- gli dice Omen –Non mi aspetto pietà e non ne chiedo.-

-E da me non ne avrai.-

            La spada cala sul bersaglio.

 

            La pioggia aumenta d’intensità e il vento fa sbattere le imposte della vecchia casa sulla scogliera. È come se la furia degli elementi cercasse deliberatamente di farla a pezzi e forse è davvero così.

-Stanno arrivando.- dice una voce che non sembra provenire da gola umana -Li sento.-

-Che vengano.- risponde un’altra voce -Non usciranno da qui… vivi.-

            I due visitatori si avvicinano alla dimora mentre il  temporale diventa sempre più intenso. All’occhio di un profano sembrerebbero persone comuni intabarrate in impermeabili dal bavero rialzato con un cappello Borsalino a proteggere loro la testa. Un osservatore più attento, però, percepirebbe immediatamente un’anomalia: i loro abiti sono asciutti.

-Sei certo che questo sia il posto?- chiede uno dei due.

-Certissimo.- ribatte quello più anziano -L’energia oscura ha qui il suo punto focale. Questo posto irradia un male antico percepibile istintivamente anche per i non iniziati. La cosa non è sorprendente: da sempre il New England è il fulcro di fenomeni arcani. Qui spesso si sono manifestati esseri abominevoli. Ricorderai le nostre vicissitudini a Rutland, in Vermont.-

-Non ho bisogno delle tue lezioni adesso. Piuttosto, attento, il portone si sta aprendo.-

            Quello che appare sul vano della porta può essere descritto come un sosia del personaggio noto come Zio Tibia. Il suo sorriso è tutt’altro che rassicurante e la sua voce ricorda lo scricchiolio di un gesso su una lavagna:

-Il Dottor Sanders e il Dottor Banner presumo. Il mio padrone vi stava aspettando.-

            Se l’uomo che è stato chiamato Sanders è sorpreso di essere atteso quanto lo è il suo compagno, non lo dà a vedere e con la massima tranquillità replica:

-È possibile vederlo?-

-Ma certo! Venite, vi condurrò da lui.-

            Il maggiordomo volta loro le spalle e li accompagna lungo un corridoio male illuminato mentre il pesante portone si richiude dietro di loro.

-Non mi piace per niente, Strange.- sussurra l’uomo apparentemente più giovane -Ci stavano aspettando e non si curano di nasconderlo. Ti ha anche chiamato Sanders, il nome che usavi quando ci conoscemmo.[9] È chiaramente una trappola e noi ci siamo finiti dentro di nostra spontanea volontà,-.

-Certo che è una trappola, ma non siamo certo sprovveduti visitatori. Sappiamo a cosa andiamo incontro.- ribatte l’altro.

            Il maggiordomo li introduce in uno studio immerso nel buio, a parte la luce di un candelabro su una scrivania e quella di un braciere nell’angolo opposto della stanza.

            Da una poltrona praticamente immersa nell’oscurità arriva una voce dai toni strani:

-Dovete scusarmi, ma da un po’ di tempo non sopporto la luce.-

-Una cosa normale per una creatura dell’oscurità.- commenta il visitatore più anziano levandosi il cappello e rivelando le fattezze di un uomo dai capelli e baffi grigi.

            La sola risposta è una risatina poi il padrone di casa prosegue:

-Stephen Sanders… o dovrei dire il Dottor Strange, Maestro delle Arti Mistiche ed ex Stregone Supremo di questa palla di fango, sapevo che saresti venuto e quello che hai portato con te… l’Incredibile Hulk. Non è più un bruto senza cervello ma con l’intelligenza è arrivata una personalità più sinistra.-

-Una che non si fa impressionare facilmente.- ribatte Banner.

-Chi sei?- chiede, brusco, Strange.

            Qualcuno… o qualcosa… si alza dalla poltrona mentre risponde:

-Un tempo questo corpo apparteneva a Gerald Herbert ma ora lui non esiste più, consumato dalle forze che ha incautamente risvegliato, ora ci sono solo io… il cui nome non può essere pronunciato da gole umane.-

            Avanza verso la fonte di luce rivelando un’oscena parodia di essere umano con due teste sovrapposte.

-Il Senza Nome!- esclamano all’unisono il Dottor Strange e Hulk.

            Nello stesso istante l’illusione sui loro abiti cade rivelando l’usuale costume del mago e la stazza del Golia Verde nella sua pratica tuta color porpora.

            Gli occhi del Senza Nome si illuminano e la realtà cessa di avere un senso.

 

            Las Vegas. All’ultimo piano di un edificio che ricorda un teocalli[10] una donna vestita con un tailleur nero guarda fuori da un’ampia finestra ed apparentemente non bada all’altra donna che arriva alle sue spalle.

-Signora…- esclama la ragazza, chiaramente spaventata -… c’è il caos nelle strade.-

-Ne sono decisamente consapevole, Miss Anderson.- risponde, tranquilla, la donna mentre si volta verso la nuova venuta -Dopotutto, si potrebbe dire che sono stata io a crearlo.-

            Qualunque cosa sia quello che la ragazza vede negli occhi della sua datrice di lavoro è sufficiente a farla urlare e svenire.

            In quel momento la finestra s’infrange e una motocicletta avvolta da fiamme irrompe nella stanza. Alla sua guida un essere che al posto della testa ha un teschio fiammeggiante. La donna non ne sembra scossa.

-Ah, Noble Kale!- esclama -Ci rivediamo dopo tanto tempo. Non hai ancora cessato di tormentare la vita dei tuoi discendenti, vedo.-

-Tu… chi sei?- esclama lo Spirito della Vendetta.

            L’altra sorride sinistramente mentre replica:

-Davvero non mi riconosci? Non credevo di essere così cambiata.-

            La consapevolezza di chi ha di fronte colpisce lo Spirito della Vendetta con la potenza di un maglio.

-TU! Non è possibile!-

-Tutto è possibile per chi possiede il potere degli abissi.- replica la donna con una voce raggelante -Un potere di fronte al quale ogni altro impallidisce.-

            La donna afferra Ghost Rider per il collo e lo solleva come se fosse senza peso.

-Il tuo sguardo della penitenza non è nulla per me e tu stesso non sei nulla per me!-

            Lo Spirito della Vendetta muta rapidamente forma rivelando quella di una ragazza dai capelli biondi.

-Emma Blaze. Il Medaglione ha scelto te, dunque. Tuo padre e tuo zio avrebbero dovuto prepararti meglio al tuo compito, non che ti sarebbe servito ad evitare il tuo destino.-

            La giovane donna di nome Emma Blaze annaspa senza riuscire a liberarsi dalla stretta al collo. Negli occhi della sua avversaria legge la sua fine.

-Ferma!-

            La donna si volta verso il punto da cui è arrivata la voce.

-Chi osa?- esclama.

            Dalle ombre emerge una figura vestita di azzurro scuro con un mantello dello stesso colore drappeggiato sulle spalle e la cui testa è un teschio scarlatto avvolto da una fiamma bluastra, una figura che incuterebbe sicuramente terrore in chiunque altro e che replica:

-Io oso…. Io… ZARATHOS!-

 

 

CONTINUA SU DIFENSORI SPECIALE NEXT

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Eccoci alfine giunti in fondo a questa storia che è parte di una tetralogia iniziata su Midnight Sons Speciale Next e che finirà su Ghost Rider Speciale Next. Celebriamo anni di Marvelit offrendovi uno sguardo su un futuro possibile, in questo caso focalizzandoci sull’Incredibile Hulk ma non solo.

            Ma diamo un’occhiata ai nostri personaggi:

1)    Lo status quo di Hulk deriva da quello impostato da Fabio Volino e sviluppato da me su un’idea di Mickey nella serie MIT. Il nome Operazione Maestro è ovviamente un omaggio ad una classica storia di Peter David & George Perez.

2)     Lyra, la figlia di Hulk, è stata creata da Jeff Parker & Mitch Breitweiser su Hulk: Raging Thunder #1 datato 2008 ed introdotta in MIT da Fabio Furlanetto e dal sottoscritto nello Speciale Next dei Fantastici Quattro.

3)     Y’Garon è un demone il cui livello di potere è appena al di sotto degli esseri noti come Dei Primevi e Grandi antichi è stato creato da Chris Claremont & Don Heck su Giant Size Dracula #2 datato gennaio 1975 come avversario di Dracula e riutilizzato anni dopo come avversario di Marada la Lupa nell’omonima Graphic Novel del 1985.

4)     Derry, la cittadina del Maine in cui arriva Gabriel Rosetti, è un omaggio al luogo in cui Stephen King ha ambientato alcuni suoi romanzi e racconti tra cui il capolavoro IT.

          E con questo abbiamo finito. Non perdete lo Speciale Difensori Next, mi raccomando.

 

 

Carlo



[1] E se avete letto Vendicatori Segreti Next ne sapete più di lui. -_^

[2] Ne saprete più in futuri episodi di Hulk MIT.

[3] Un punto di vista diverso su questa telefonata lo potete vedere su Fantastici Quattro Speciale Next.

[4] Vedi Silver Surfer Speciale Next.

[5] Come visto su Midnight Sons Next.

[6] Sempre su Midnight Sons Next.

[7] Su Doctor Strange Sorcerer Supreme #41 inedito in Italia.

[8] Nella serie Namor MIT

[9] Incredible Hulk Vol. 1° #126 (In Italia su Hulk & i Difensori, Corno #3).

[10] La costruzione a forma di piramide a terrazza tipica dell’architettura azteca e maya.