#14 – Prima della tempesta
di Mickey


Riassunto: Peter Parker ha intravisto la sua migliore amica Gwen Stacy a letto con il loro ex-professore, nonché ricercatore ambiguo, Miles Warren. La ragazza, però, ha verosimilmente negato tutto. Da alcuni indizi sulle credenze di Warren e del suo attuale datore di lavoro Norman Osborn, l’uomo-ragno sta iniziando ad elaborare una bizzarra teoria…

Empire State
University.
Un turbato Peter Parker entra nell’aula di Biofisica, senza troppa voglia di seguire la lezione, né tantomeno di incontrare il suo compagno di stanza. Ma non può sfuggire a nessuna delle due eventualità.
- Ciao, Peter! – lo saluta calorosamente il suo amico, sedendoglisi accanto con molta agilità.
- Ciao, Harry – ricambia Spidey, continuando a riguardare i suoi appunti come se niente fosse.
- Grazie ancora di avermi lasciato la stanza libera
stanotte! Tutto alla grande!
- Mi fa piacere.
- Davvero, la rossa è tutto un fuoco! – incalza Osborn, incurante della poca attenzione che Peter gli sta dedicando volontariamente.
- Buon per te – liquida l’antipatica questione con un malcelato tono di gelosia - Senti, Harry, potrei parlare con tuo padre un giorno di questi?
- Vuoi… be’, posso chiedere. Come mai?
- Mi hai detto che è un Raeliano, vero?
- Sì, ma non dirlo in giro – abbassa la voce il ragazzo, guardandosi in giro guardingo.
- Non preoccuparti. Voglio solo informarmi sulla dottrina di Rael. Mi affascina – gli propina Peter.
- Va bene, ti faccio sapere. E’ il minimo che ti devo!
- Grazie. Adesso seguiamo la lezione, va’…
Ma Peter scrive i suoi appunti meccanicamente, intento a svelare il mistero della lasciva Gwen e a preparare il terzo grado che farà a Norman Osborn.


Tenuta Osborn. Primo pomeriggio.
La ricchezza rende opulenti. E’ bastata una chiamata del figlio perché un taxi raggiungesse il campus, dopo il pranzo in mensa, e portasse Peter Parker dal suo ex-beniamino. Lasciando un deluso Harry al dormitorio.
- Salve, signor Osborn – entra in un ampio salone Peter, con tutta la faccia tosta di cui è capace.
- Ciao, Peter. Accomodati. Mi fa piacere la tua visita.
- Grazie. Come mai non ha fatto venire Harry?
- Deve studiare e, ad ogni modo, lo vedr pi\ tardi,
- Allora, volevi informazioni sul messaggio di Rael?
- Sì. Sa, se studio l’ingegneria genetica c’è un motivo – mente spudoratamente.
- Va bene, cercherò di darti un quadro chiaro. Nel ’73 Rael ricevette la visita di un alieno, facente parte di una specie superiore di scienziati, che hanno creato ogni forma di vita sulla Terra. Possiamo trovare le tracce di questo in tutti gli scritti religiosi. L’alieno ha chiesto a Rael di creare un’ambasciata per accogliere degnamente la prossima Coorte.
- Coorte? – ripeté Peter, sfruttando le sue allenate capacità istrioniche per trattenere un sorriso.
- La Quinta Coorte degli Elohim. Vedi, nella Genesi, il resoconto biblico della creazione, la parola "Elohim" è stata tradotta erroneamente con la parola "Dio" al singolare, ma questo termine è invece un plurale che significa "coloro che sono venuti dal cielo". Ovvero… i Celestiali. Pur lasciando la nostra umanità progredire da sola, i Celestiali mantennero il contatto con noi attraverso i profeti e attraverso le cosiddette Coorti, visite degli Elohim con lo scopo di monitorare lo sviluppo della nostra specie. Ad ogni modo, caro, voglio regalarti le pubblicazioni scritte da Rael – prende dietro di sé dei libri e glieli porge – ti farai un’idea più chiara. Se aderissi alla filosofia raeliana, sarebbe un grosso acquisto per la nostra causa.
- Grazie, signor Osborn. Ma cosa ha a che fare la clonazione con tutto questo?
- Be’, i Celestiali ci hanno svelato che con essa possiamo raggiungere la vita eterna. Con le giuste tecniche, che stiamo appunto cercando di sviluppare, si può clonare un individuo adulto, trasferendone la coscienza mnemonica nel nuovo corpo. Ma ci sono tre tappe da segnare prima di poter raggiungere questo obiettivo.
Molto interessante, pensa Peter, non ancora del tutto soddisfatto.
- Posso farle un’altra domanda ancora?
- Dimmi e vediamo.
- Il professor Miles Warren è un Raeliano?
Le sopracciglia irsute di Norman si alzano, tra lo spaventato e il sorpreso.
- E’ una questione complessa, ragazzo mio.
- Perché?
- Warren lavorava per la ClonAid, aveva aderito al movimento. Poi ad un certo punto entrò in contrasto con le alte sfere per alcune sue idee poco… ortodosse sulla clonazione ed è stato estromesso.
- Non lavora forse per lei adesso? – continua Peter, senza più alcuna remora.
- Collabora ad alcuni progetti della mia fondazione, questo sì. Sono ancora capace di discernere la… religione dalla scienza. E riconosco il suo valore come scienziato.
- Quali erano queste idee poco ortodosse?
- Ammiro la tua curiosità, Peter, ma non posso rispondere su alcune questioni, a causa della loro delicatezza
. Spero sarai rimasto comunque soddisfatto del nostro colloquio.
- Sì, grazie della sua disponibilità.
- Se hai bisogno di qualcosa, chiedimi e cercherò di accontentarti.
- Troppo buono, signor Osborn. Non avrebbe dovuto neanche disturbarsi a chiamare un taxi.
- Figurati. Rifletti su quello che ti ho detto, ragazzo - congeda il ragazzo, con una pacca sulla spalla.
Nell’atrio della villa…
- Allora, com’è andata?
- Bene, grazie, tuo padre è stato molto gentile.
- Vuoi rimanere o vai? C’è un taxi ad aspettarti, però…
- Ne approfitterò allora, grazie.
- Allora ci vediamo stasera, ok? Stammi bene! – Harry va nella sua stanza, con un paio di libri sottobraccio.
Intanto, rimasto solo con i suoi inquieti pensieri, Norman Osborn alza il telefono e digita un numero che, suo malgrado, ha imparato a memoria.
- Miles, si può sapere cosa succede? Peter Parker è venuto da me a farmi domande sul Movimento e su di te! – vomita addosso al suo interlocutore, senza dargli neanche il tempo di dire “Pronto”.
- Norman? Immagino parli di quel piccolo mostro. I miei sospetti erano fondati. Deve aver scoperto i miei… progetti segreti.
- Quali progetti?
- Sulla clonazione.
- Sei andato oltre? Miles, io ti finanzio e pretendo non solo di avere i risultati che chiedo, ma soprattutto di essere messo al corrente di quello che stai facendo!
- Ho fatto le mie sperimentazioni con i miei risparmi e non mi sembra di aver intaccato il Progetto Centauro e il resto con le mie ricerche parallele.
- Ne riparleremo. Ma cosa ha scoperto Parker, nella fattispecie?
- Deve aver capito che ho clonato la sua amichetta.
- La Stacy?
- La divina Gwendolyne Stacy, se permetti.
- Se mi coinvolgerai in qualche guaio per colpa delle tue manie sessuali, giuro che ti faccio passare un brutto quarto d’ora!
- Non preoccuparti, Norman, mi occuperò io di quell’aracnide.
- Che cosa intendi?
- Non preoccuparti, ti ho detto…
- Lascia stare Parker, Miles! E’ affar mio!
- Non più. Abbiamo trovato la chiave genetica che ci serviva. E lui non ci serve più, anzi.
- Non-devi-occupartene!
- Perché lo hai tanto a cuore?
- Non sono affari tuoi!
- Allora non mi farò scrupoli – conclude bruscamente la conversazione, riattaccando.
Ancora più nervoso di prima, Norman si alza e si dirige a passo spedito nel suo studio, accendendo il computer e accedendo ad un programma criptato con una password. Sullo schermo appare la camera del dormitorio di suo figlio e Parker. La stanza è evidentemente monitorata, all’insaputa dei ragazzi, persino al sesto senso dell’uomo-ragno, che da subito ha archiviato il pericolo come “rumore di fondo”.
Il programma non ha segnalato la presenza di altre parole chiave nelle conversazioni, fa mente locale, ma ci dev’essere qualcos’altro, guarda le registrazioni degli ultimi due giorni, febbrilmente quanto la velocità con cui esse avanzano. Finché l’occhio non capta qualcosa. “Ho appena perso a Worms”, ha detto Peter ad Harry ieri. Ma la telecamera mostra qualcos’altro sullo schermo del portatile che il ragazzo ha chiuso in tutta fretta. Nascondeva qualcosa. Sforzando al massimo il potere di risoluzione della telecamera, Norman zoomma sullo schermo, sempre più, finché… non realizza.
I miei dati!!, si rende conto. E la sua giornata ha davvero toccato il fondo.

Empire State University. Dormitorio.
La porta della sorvegliata stanza si apre, lasciando entrare la bionda e avvenente Stacy.
- Ehi, Pete, volevi vedermi?
- Sì, entra. Vieni – dà una pacca sul letto, invitandola a sedersi accanto a lui.
- Allora, che c’è?
- Volevo chiederti scusa per ieri. Gwen, lo so che sembra assurdo, ma quello che ho visto  può spiegarsi solo con una cosa: la clonazione!
- Peter, ma di che parli? – lo guarda stralunata la ragazza.
- Pensaci
! Warren era, o è, un Raeliano, sosteneva moltissimo la clonazione, tanto da essere stato cacciato perché andava addirittura oltre i principi raeliani! Dopo aver insegnato da noi, è praticamente sparito dalla circolazione, pagato solo da Norman Osborn, che, te lo assicuro, ha le mani in pasta in questioni molto poco etiche. Ed è anche lui un Raeliano.
- Ma ti rendi conto di quello che dici? Il mese scorso è stata annunciata la prima clonazione! E in ogni caso che c’entro io?
- Evidentemente piaci moltissimo a Warren! Ricordi quando ci prelevò il sangue, all’inizio del primo anno?
- E tu pensi che da quel semplice prelievo possa avermi clonato, per… disporre di me quando voleva?!
- Esattamente! Tu non immagini quanto la scienza sia molto più avanti di quello che si sa ufficialmente.
- A me sembra solo un delirio fantascientifico, scusami se te lo dico.
- Avrei dovuto immaginarlo. Tu non sai quello che so io.
- Cosa sai?
- Niente, Gwen. Fai finta che non abbia parlato, è meglio per la tua sicurezza! Ci vediamo!
- Ma---
- Ci vediamo
, Gwen – la interrompe secco Peter. Offesa, la ragazza si alza e se ne va, sbattendo la porta.

Dopo una rilassante seduta di autoerotismo, alimentata dalla fantasia di Harry e Mary Jane avvinghiati su quello stesso letto, Peter Parker è rimasto disteso, a guardare il soffitto, aspettando il ritorno del suo amato. Dovrei studiare, si ripromette, senza avere tuttavia la forza di alzarsi o fare niente. Sta perdendo un sacco di tempo a pensare, senza trovare una soluzione.
”… la moglie Martha e il figlio Bill orribilmente mutilati, apparentemente da qualcosa di non umano, probabilmente un mutante. Del dottor Connors non c’è alcuna traccia, il che ha fatto inserire il professore nella lista dei sospetti della polizia…”
E’ una notizia come un’altra per Peter, captata in un catatonico quanto furioso zapping, interrotto dal secco rumore della finestra della camera, pesantemente forzata. Da due anni a questa parte, l’uomo-ragno fa completo affidamento al suo senso di pericolo e non è più abituato a essere colto di sorpresa. Quindi normale che sobbalzi platealmente alla vista de…l’Uomo Ragno!
- E’ finita la pacchia, impostore! – gli grida l’intruso con la sua stessa voce, inguainato del suo costume da scena rossoblu.  
Continua…

Note
Questa storia non ha alcun intento di ridicolizzare (e simili) il movimento raeliano. Ho cercato di adattare la reale dottrina di Rael alla mitologia dell’Universo Marvel, senza con questo voler mancare di rispetto a nessuno. Precisato questo…  adesso possiamo dirlo esplicitamente: state leggendo la Saga del Clone! Ma non pensate di poter prevedere quello che succederà… molto di ciò che avete letto nella versione originale verrà rovesciato: non per niente state leggendo una serie Extreme!