#13 - Qui pro quo?
di Mickey

Empire State University. Dormitorio.
Peter Parker ha gli occhi puntati sullo schermo del suo portatile. Sta finalmente visionando, con una certa cognizione di causa (fornitagli dai suoi attuali studi), il materiale rubato alla fondazione Osborn con l'aiuto del dottor Octavius. E' a causa delle ricerche segrete del centro ricerche se è diventato un uomo-ragno e, a sentire Harry, suo padre Norman ha le mani in pasta in molte questioni poco ortodosse.
Quello che legge sul Progetto Centauro non lo rassicura: tutte le sperimentazioni effettuate hanno dato cattivi esiti e nessuna delle sperimentazioni descritte sarebbe mai stata approvata da un comitato etico degno di questo nome. E' la prova che alcune ricerche della fondazione non avvengono alla luce del sole. Ma perché poi si affannano a cercare di rendere gli uomini come animali?, si chiede Peter, sfogliando i documenti. Da quello che può desumere, avrebbe dovuto manifestare molto tempo prima letali effetti collaterali del siero mutageno a cui è stato esposto. Come mai invece sta così bene? (Non sa che è la stessa domanda che si pongono Norman Osborn e i suoi collaboratori.) Solo adesso, però, si chiede se sia un caso che il magnate è così premuroso nei suoi confronti. e se sia un caso che condivida la camera proprio con il figlio.
Il senso di ragno scatta improvviso, facendogli chiudere d'istinto il laptop, proprio mentre Harry Osborn sta rientrando nella loro camera.
- Ciao, Peter. che fai? - lo saluta, chiudendo la porta.
- Niente, ho appena perso a "Worms" - il Ragno cerca di rispondere con non-chalance, anche se sta sudando freddo.
- Ah, non sapevo ce l'avessi, mi ci devi far giocare qualche volta - dice Harry, lanciando la giacca sul letto.
Se ce l'avessi davvero, ti ci farei giocare pure, sorride inquieto il ragazzo.
- Se ti interessa, sono uscito con quella Watson - continua - E' una bomba ambulante, credimi.
- Oh, davvero? Se, si vede che è una bella ragazza. - guarda altrove, ferito all'idea del ragazzo che ama con un'altra.
- Non solo bella! Non ti dico cosa abbiamo combinato. penso che se stasera usciamo di nuovo, finalmente andiamo al sodo.
- Di già?!
- Se non è la solita stronza che ti stuzzica e poi si nega. non so dove portarla, ma. nel caso che questo sia l'unico posto.
- Ok, andrò a farmi un giro - si alza nervoso Peter, prendendo il suo cappotto - come sto per fare adesso. A dopo - sbatte la porta dietro di sé. Harry lo chiama, ma senza esito.
Certo che è strano quel ragazzo, alza le spalle il figlio di Norman.

I ragazzi non sono ben visti nell'ala femminile del dormitorio, ma Peter non si fa scrupoli, ormai sono tutte abituate alla sua presenza le.
- Ah, ciao Pete - lo saluta Sally, compagna di stanza di. - Gwen, è Pete!
La bionda, impegnata a vestirsi, si presenta alla porta in desabileé. Sally non se ne stupisce, perché ufficialmente i due sono fidanzati.
- Dimmi. ma che hai? Ti vedo mogio mogio. - gli squadra il volto la ragazza.
- Niente - finge Peter, cacciando i brutti pensieri sul suo possibile stato - volevo sapere se ti sei organizzata per andare da Warren.
- Oggi non posso, mio padre vuole vedermi. ah, comunque ho trovato il suo recapito, anche se al telefono non risponde nessuno.
- Dammelo, cose provo anch'io.
- Va bene! - acconsente la bionda, rientrando un attimo in camera e riportando un biglietto al suo migliore amico. - Se ti capita, avvisalo che domani passiamo da lui. a meno che tu non voglia fargli una sorpresa.
- Adesso vedo. allora divertiti con tuo padre. - dice Peter, senza troppo rancore.
- Eh, capirai. ci sentiamo, Pete - e la porta si chiude.

Osborn Research Foundation.
Nell'ufficio privato di Norman Osborn.

Di fronte alla scrivania del finanziatore della fondazione siede un uomo di media età, mutilato; a giudicare dal camice che porta, dev'essere un medico o uno scienziato. Quello che bisogna sapere del professor Curt Connors è che ha perso un braccio nella prima Guerra del Golfo. Certe persone sono predestinate a subire certe tragedie, in qualsiasi karma, eppure non possono rendersene conto: fanno di tutto per evitarle o, una volta subite, per superarle e cancellarle. Invano, di solito.
- Bene, ha firmato il consenso. tenga, allora - Norman Osborn gli pone una valigetta.
- Ci sono le istruzioni, all'interno, no? - Connors la poggia su una scrivania e la apre a fatica, con una mano.
- Certo, ma un biologo come lei non dovrebbe avere problemi.
- I medici leggono i foglietti illustrativi prima di somministrare farmaci che non conoscono, signor Osborn.
- Ha ragione. Ad ogni modo, deve assumere queste tre dosi, una alla settimana. Si conceda il massimo riposo possibile; per il suo organismo, la trasformazione sarà uno sforzo eccezionale. L'unico esemplare sano del progetto ha avuto bisogno di un coma per sopportare la trasformazione. Ma la sua situazione è piu calcolata, non si preoccupi.
- Come lo spiegherò a mia moglie e mio figlio?
- Le verrà sicuramente la febbre; per i primi tempi andrà bene. I medici del centro la visiteranno e tranquillizzeranno i suoi. Per eventuali altri risultati. le daremo il nostro appoggio al momento opportuno.
- Va bene, allora. le farò avere presto notizie - Curt saluta l'ipocrita mecenate, senza potergli stringere la mano.
- Spero buone! Auguri, professore. - sorride Norman. Grazie, Peter Parker: grazie a te farò una montagna di soldi.

Per le strade di Manhattan.
Perché diavolo sto cose giù?, si chiede Peter, camminando solitario su un marciapiede saturo di gas di scarico e clacson assordanti. Forse perché teme che la sua fortunata mutazione possa rivelarsi patologica, forse perché non riesce ancora a convivere serenamente con il ragazzo di cui è innamorato o forse è solo inquietato dal padre di Harry, un Raeliano che finanzia sperimentazioni umane illegali . Si concentra poi sul fatto che la carriera universitaria va a gonfie vele, che la sua migliore amica è una ragazza eccezionale e che sua madre è contenta all'idea che suo figlio si sia finalmente trovato una ragazza. Anche se quest'ultimo pensiero dovrebbe inquietarlo.
Troppo lontano, il Queens, rinuncia ad andare a trovare sua madre, né voglio dar spettacolo con i miei poteri, né voglio chiudermi nella metropolitana. Poi prende dalla tasca il biglietto accartocciato che ha in tasca e rilegge l'indirizzo del professor Warren, con una piacevole sorpresa.
Il prof abita al Village allora, se non sto prendendo una cantonata, inizia a dirigersi inconsciamente verso il Greenwich Village, che strano... due passi e posso vedere se è in casa, cose lo avviso che un giorno di questi io e Gwen andiamo a trovarlo.
Un quarto d'ora dopo, le sue ipotesi trovano conferma. E' un modesto villino, troppo grande per una persona sola, probabilmente ereditato, immagina Peter sull'uscio della porta, suonando il campanello.
Non risponde nessuno. Le tende sono tutte chiuse, le luci sono spente, però... sento dei rumori, non vorrei gli fosse successo qualcosa! E' come se il mio sesto senso mi stesse dicendo di controllare.
Del tutto irrazionalmente, costeggia la casa guardingo, attento a ciò che gli segnala il suo senso di ragno: eventuali osservatori o altre sensazioni di pericolo all'interno dell'edificio. Così, ha la conferma che c'è qualcuno dentro. Forse sta dormendo, o è con una donna... che mi interessa? Eppure... c'è qualcosa... continua a ripetersi, con il naso all'insù, verso la finestra della camera da letto.
Dopo la sua mutazione, ha studiato alcuni testi di zoologia sugli aracnidi e ha scoperto che alcuni ragni hanno sensi raffinatissimi, ad esempio un udito che permette di cogliere le minime vibrazioni dell'aria. forse sono queste percezioni inumane a spingerlo ad arrampicarsi sul muro del villino, per soddisfare qualcosa che è metà tra un senso animalesco e una percezione extra-sensoriale?
Evidentemente se, perché quello che gli si para davanti agli occhi, a malapena occultato da una persiana, lo fa trasecolare.
Non ci posso credere!
Nella penombra della stanza, la vista animalesca del Ragno riesce a distinguere chiaramente i corpi nudi e avvinghiati di Gwen Stacy e Miles Warren, intenti in un passionale amplesso.
Quella... ipocrita, mi ha detto solo cazzate! Doveva vedere da sola il prof!
Il senso del pericolo pizzica e Peter si lascia cadere come un gatto al terreno. Non saprà mai se erano i due amanti o curiosi vicini a far scattare l'allarme, ma in ogni caso è ben lieto di scappare via.
Perché Gwen l'ha ingannato? Si sente tradito dalla persona di cui si è piu fidato... non farò questo errore un'altra volta, si ripromette, fuggendo via deluso e amareggiato, correndo verso il Queens.

Nella camera da letto di casa Warren.
Miles è alla finestra della sua stanza, seminudo, e guarda fuori iracondo.
- Quell'ombra... non può essere stato che Peter Parker - borbotta tra sé.
- Perché, Miles? Cosa c'entra Peter adesso? - si incuriosisce la bionda dietro di lui.
- Cara, devi sapere: Peter Parker è un mostro... è metà uomo e metà ragno - le rivela.
- No, non ci credo... - si porta una mano alla guancia la ragazza, a dir poco sorpresa.
- E' cose. Solo lui poteva arrampicarsi facilmente e spiarci. ma nessuno deve sapere della nostra storia.
- Sì, amore... nessuno deve sapere - fa eco la ragazza, con lo sguardo perso nel vuoto.
- Devo rimediare in qualche modo. non so se occuparmene di persona o lasciare che sia lui stesso a scavarsi la fossa... ah ah - scoppia in una fragorosa risata lo scienziato, con buona pace della sua spaventata partner.

Empire State University. Campus.
Il giorno dopo.
Dopo aver passato qualche ora consolatoria in compagna di sua madre - raggiunta incollandosi sul tetto di un autobus - il taciturno e deluso Peter è rimasto a dormire nella sua vecchia casa, per permettere a Harry e Mary Jane di dare sfogo alle proprie pulsioni. Ma perché sono cose autolesionista?, è una delle tante dolorose domande che si è posto in un agitato dormiveglia. Adesso, con profonde borse sotto gli occhi e un'espressione da funerale, il giovane Parker sta andando a lezione, da solo. Non ha voglia di vedere nessuno, ma il suo desiderio non rimarrà appagato a lungo.
- Ehi, Peter! - lo chiama alle sue spalle Gwen. Il ragazzo la ignora. Affrettando il passo, la bionda lo raggiunge e lo ferma mettendogli una mano sulla spalla, che il ragazzo-ragno non bada neanche ad evitare.
- Peter, che hai? - incalza lei, costringendolo a girarsi.
- Io e te abbiamo chiuso, Gwen. Se per ripicca vuoi dire a tutti che sono frocio, fa' pure, ma io non voglio piu avere a che fare con te.
- Ma, ma. tu dai di matto! Posso almeno sapere cosa ti ho fatto?! - cade dalle nuvole la Stacy.
- So cosa hai fatto ieri pomeriggio! E ho detto abbastanza.
- Ieri? Volevi rivedere anche tu "Le due torri"? Mio padre ha voluto vederlo con me, non ho pensato di avvisarti. so che Elijah Wood ti ha fatto girare la testa, ma non pensavo ta---
- Gwen, ti prego, fai i provini per qualche spettacolo, perché come attrice sei strepitosa!
- Attrice? Peter, tu stai delirando! - gli punta il dito contro.
- No! Ieri non ho avuto un'allucinazione!
- Che allucinazione?!
- Ti ho visto mentre scopavi con Warren!
Il bel viso di Gwen rimane per qualche secondo statico, occhi aperti, bocca socchiusa, solo per prorompere in un:
- Cosa? Dove?!
E' vero, in teoria non potevo vederli, al primo piano!, Peter vorrebbe dare una capocciata al muro. Cose rischia di svelare il suo secondo segreto alla ragazza che meno lo merita in questo momento - almeno secondo il suo attuale umore.
- A... a casa sua! - balbetta, preoccupato, l'Uomo Ragno.
- Che ci facevi a casa sua? E chi hai visto?!
- Passavo di le e vi ho visti!
- Peter, io so solo l'indirizzo del professore! E devi avermi confusa, te lo assicuro! Anzi, adesso sono curiosa di sapere chi è questa ragazza bionda che si fa Warren.
- No, no, io... ti ho visto benissimo, eri tu!
- Peter... credimi - lo guarda negli occhi, con tutta la serietà di cui è capace - Non vedo il professor Warren dall'ultima lezione che abbiamo fatto. Non andrei a letto con lui e, nel caso in cui volessi, saresti il primo a saperlo. Credimi!
- Sono... sono cose confuso.
- Mi dispiace di tutto quello che hai potuto pensare di me. ma è un equivoco..
Improvvisamente, Peter ricorda di aver visto la scena incriminata solo mezz'ora dopo aver lasciato Gwen al dormitorio, mentre si stava ancora preparando. Con il traffico tipico di Manhattan, sarebbe potuta arrivare a casa di Warren, spogliarsi e tutto il resto prima di lui? Ragionevolmente la risposta sarebbe no... ma perché il dubbio gli permane? Perché ha avuto la sicurezza di aver visto Gwen tra le braccia del professore? I suoi sensi animaleschi lo hanno condotto lì, non può essere una coincidenza.
Qualunque sia la risposta alle sue domande dev'essere alquanto inquietante.

Continua…