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#10

“Ragni e guerra”

di Vick Sebastian Shaw

 

Poche ore sono passate da quando il giovane uomo-ragno ha fatto ritorno dalla sua prima missione per la CIA. È stato chiamato da Nicholas Fury in persona che, pensa lui, vorrà sicuramente complimentarsi con lui per l’ottimo lavoro svolto e per chiedere un rapporto sulla gita improvvisa fatta grazie a Kravinoff. Arrivato a Washington, davanti alla porta dell’ufficio di Fury prima di entrare, incrocia una bella ragazza dai capelli rossi e la pelle candida, vestita con un’aderente tuta in pelle nera. Lei gli sorride e si va a sedere nella sala d’aspetto. I loro sguardi s’incontrano per un attimo. Nonostante lui sia un omosessuale riconosce in lei un grande fascino ammaliatore. Dall’uscio si affaccia la segretaria del colonnello che gli fa cenno di entrare. Dopo una vigorosa stretta di mano i due si siedono ai lati opposti di una scrivania. Fury dalla sua comodissima poltrona di pelle dice: «Ragazzo, mi dispiace, ma sei fuori. Il Ministro ha detto che se non ti scarico mi sbatte fuori. Mi dispiace di averti illuso, ma se vuoi fare l’agente della CIA, dovrai ripassare tra qualche anno, quando sarai maggiorenne.»

«Ma signore non può mandarmi via ho appena cominciato!» afferma il ragazzo seccato.

«Il fatto è che non avrei mai dovuto assumerti, quindi riconsegnami tutto l’equipaggiamento che ti hanno consegnato e vai via. Torna da tua madre, che è meglio.»

Peter riconsegna tutto, distintivo compreso, continuando a porre all’uomo le sue riserve su questa decisione; poi corre via sbattendo la porta. Arriva davanti alle porte degli ascensori quando si accorge di essere seguito.

«Salve, posso parlarti un attimo ragazzino?» Chiede la rossa che era uscita dall’ufficio di Fury. «Sì, ma non chiamarmi ragazzino.» I due si spostano nella tromba delle scale di servizio dove fanno conoscenza.

«Mi chiamo Natasha Alianova Romanova, qui in America Natasha Romanoff, nome in codice: Vedova Nera. Sono un’agente del servizio segreto russo. Mentre tu sei il nuovo agente di quel pazzoide bendato: Spider-man.» Esordisce la spia appoggiandosi al muro e calando la zip dell’uniforme x mostrare una vistosa scollatura.

«Ex agente da pochi minuti fa. Nonostante una missione compiuta e le enormi potenzialità sono stato fatto fuori e solo perché sono minorenne. Ti rendi conto?»

«Ahem… veramente io mi riferivo ad un'altra cosa, cioè a come mai ti sei offerto volontario per recuperare il mio collega in mano ai talebani?»

«Beh, dopo l’attentato al World Trade Center mi sembrava il minimo che potesse fare uno con i miei poteri e poi non sono più al servizio della CIA.» Risponde Pete senza mostrarsi minimamente interessato allo spettacolo offerto dalla donna.

«Un vero peccato che qui non abbiano ascoltato gli avvertimenti del MOSSAD e dei nostri servizi sui movimenti dei terroristi islamici di Al Qaeda… Molte vite avrebbero potuto essere salvate.»

«Cosa??? Fury e i suoi sapevano e non hanno fatto nulla per fermare quei pazzi fanatici???»

Urla per lo stupore Spidey.

«Io avevo portato qui da lui dei documenti che dimostravano i movimenti dei terroristi mesi fa, ma non credo, visti i risultati degli attentati, che siano stati tenuti in debita considerazione. È anche per questo che io e il tuo ex capo abbiamo avuto una violenta discussione. Mi vuole fuori dagli U. S. A. entro stasera.»

«Così il vecchio vuole far scomparire quei documenti? In effetti creerebbero qualche impiccio ai capoccioni del governo se fossero resi pubblici…» Continua Peter strofinandosi il mento come se stesse pensando a qualcosa per vendicarsi. «Natasha che ne dici, ti va di fare uno scherzetto al vecchio babbione? Sai dove custodiscono i documenti vero?» «Sì, penso di aver capito cosa vuoi fare. Ci sto.»

I due ragni si dirigono spediti verso il seminterrato. La Vedova scassina tutte le porte che si trova dinnanzi. Quando finalmente arrivano nella stanza dove sono archiviati i documenti dove gli agenti Dum-Dum Dugan e la Contessa hanno quasi terminato di distruggere gli incartamenti  in questione.

«Arrivati tardi ragazzini. Con tutto quel gridare nelle scale è stato facile intuire a cosa miravate e prevenire eventuali danni» Sentenzia la donna con una sgargiante ciocca bianca tra i capelli corvini. I ragazzi escono di corsa dal locale chiudendo dentro le due spie, dopodiché si dirigono verso la stanza del colonnello. La russa resta fuori  ad occuparsi degli uomini della sicurezza, mentre Spider-man spalanca la porta. Nell’ufficio di Fury, dove Sharon Carter sta esponendo i progressi nella cattura dei talebani in Afghanistan e nell’acquisizione di informazioni su Bin Laden grazie ai detenuti nel carcere della base cubana di Guantanamo, entra di gran carriera un furioso Peter Parker. «Brutto bastardo leccapiedi del governo. È vero dunque che siete una massa di incompetenti qui dopo quello che ho saputo dalla Vedova Nera sono più che contento di non fare parte di questa banda di spioni deficienti. Da quanto sapevate che Al Qaeda voleva buttar giù le Twin Towers? Come diavolo v’è venuto in mente di nascondere quelle informazioni solo per far fare a quel bellimbusto di Bush una tranquilla campagna elettorale? Come fate a dormire la notte dopo tutte queste menzogne che avete raccontato, con tutte le vite che avete sulla coscienza?» Senza concedere al militare alcuna possibilità di risposta il ragazzo continua: «E adesso trattiamo anche i prigionieri di guerra come bestie? Siamo all’avanguardia nella tecnologia, nella scienza e in tanti altri campi del sapere, ma, nonostante ciò, permettiamo all’odio per il diverso, alla paura di farci tornare ad essere degli uomini primitivi. Mi sembra di stare in mezzo a dei barbari, a dei bestioni vichiani più che a persone normali. Addio Fury. Non voglio più rivedere il tuo brutto muso. Dimenticati di avermi conosciuto o te ne pentirai.»

Una volta fuori di lì nel corridoio Pete trova ad attenderlo tanti agenti storditi che giacciono sul pavimento ed un biglietto su quello più vicino all’ascensore:

Ciao Ragnetto,

La prossima volta spero di avere più tempo da dedicarti. Non credo che ti perderò di vista, dolcezza.

 A presto

Tua Vedova Nera.

Letto il biglietto spalanca una finestra dello stabile e si lancia nel vuoto penzolando tra i palazzi circostanti fino ad arrivare all’aeroporto.

 

Sull’aereo il giovane Parker ripensa all’esperienza al servizio del suo paese.

- Mia madre aveva ragione, la CIA non è il posto per una persona serena come me. Non riesco a credere che lei e papà abbiano fatto un lavoro simile. Chissà quante persone devono loro la vita o quante invece li vorrebbero morti. Ho sbagliato a farmi trascinare dall’angoscia e dal rimorso per non aver agito in tempo cosa poteva mai fare un uomo solo… Figuriamoci poi un ragazzo, seppur dotato di poteri speciali. Natasha ha ragione non dovrei preoccuparmi di queste cose alla mia età. Dovrei pensare a ben altro. Chissà cosa starà facendo Flash. Dopo l’incontro col camaleontico agente russo non posso fare a meno di pensare a lui, a quello che ancora provo per lui.

Forse dovrei prendermi una pausa dalla mia carriera di uomo di spettacolo e di eroe e concentrarmi sullo studio. Non ho scelto a quale facoltà iscrivermi. Mi attirano molto alcuni corsi di ingegneria genetica dell’Empire State University, ma non ci penso più seriamente da quando ho avuto i poteri di ragno, o meglio, da quando ho cominciato a guadagnarci. È giunto il momento di usare per il meglio quei soldi. Peter Parker adesso penserà solo a Peter Parker, il resto può aspettare.

 

Note dell’autore:

Salve a tutti! No, non state sbagliando questo è il vostro uomo-ragno extreme di quartiere. Vi chiedete che diavolo ci faccio io qui allora? Beh, ecco… Pablo, Mickey ed io questo mese ci siamo scambiati i ruoli. Mentre Pablo ha lavorato a EXTREME X-MEN e Mickey a EXTREME CAPITAN AMERICA io mi son dedicato a EXTREME SPIDER-MAN. Di sicuro non ho eguagliato la bravura di Mickey, ma spero di avervi fatto divertire ugualmente.

Detto questo vi saluto  col mio solito

 

Xiauzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz!!!!!!!!