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PRESENTA

 

EXTREME FANTASTIC FOUR

# 1

...THE SAINTS ARE COMING”

di Giorgio

 

ENTRATA DEL CASINO' DIAZ, BASE SEGRETA HYDRA

-Nome?

-Reed.

-Cognome?

-Richards.

-Perché vuoi entrare nel casinò?

-Insomma, ma chiedi così a tutti i clienti?

-Esatto.

-Ecco perché da quando ci sei tu ne abbiamo di meno. Forza Ben, fammi entrare!

-Ok, passa e attento a non farti vedere da Sue: è pazza di te!

-La sua corte non mi interessa al momento. Dì a suo padre che sono dentro.

 

Reed Richards entrò nella struttura con disinvoltura, senza curarsi delle belle ragazze che lo palpeggiavano per poi lasciarsi distrarre da un nuovo cliente. Chiamò l'ascensore ed attese pochi secondi. Quando le porte si aprirono, vi entrò ed inserì la scheda personale.

 

-IDENTIFICAZIONE VOCALE.

-Reed Richards.

-PASSWORD.

-Owen79.

-ACCESSO CONSENTITO.

-Piano -1.

-AFFERMATIVO.

 

Tempo dieci secondi e le porte si riaprirono, permettendo a Richards l'accesso nel gigantesco laboratorio di ricerca HYDRA situato sotto il casinò. Lo scienziato venne salutato da molti colleghi, ma non rispose mostrando con evidenza la sua maleducazione.

Finalmente trovò l'uomo che cercava: il dottor Storm stava parlando con la viziata figlia, Susan.

 

-Dottor Storm, ha un minuto?

-Anche due per il mio scienziato preferito. Aspettami di sopra, Sue.

-Ho terminato le ricerche sulle molecole elastiche e le ho spedito un prototipo di vestito, personalizzato con il marchio dell'HYDRA ovviamente. Poi ho continuato con il progetto GAMMA, ma i risultati sono ancora in fase di stallo.

-Fermo un secondo, Reed. C'è un problema: ci è arrivato un messaggio da parte di alcuni membri della Chiave, la setta che tenta di evocare demoni da altre dimensioni. Pare che gli interessi la tua macchina di teletrasporto atomico, ma non so per quale misterioso scopo.

-Dunque dovremmo vendere la mia invenzione a quei pazzi?

-Non venderla, ma cederla. Ho risposto no al loro tentativo di acquisto, ed hanno promesso di vendicarsi al più presto, perché la macchina deve essere loro. Io devo restare qui, ma nel caso mi succedesse qualcosa voi dovete nascondere la tua tecnologia. Ho provveduto a distruggere la tua macchina, Reed.

-Oddio... ma perché non l'ha spedita in una base maggiore?

-Purtroppo non sarebbe mai stata al sicuro, Reed. Quindi, ricorda che la chiave è nelle tue mani.

-La chiave?

-Sì, il disco che contiene i dati per ricreare la macchina, in base ai tuoi calcoli. Ho pensato di doverlo dare a te. Eccolo.

 

Il dottor Storm diede a Richards il disco, sapientemente protetto da una custodia di vetro.

 

-Tienilo, ed ora va via, prima che la Chiave arrivi.

-Ma... e lei?

-Io rimarrò qui, in attesa che si compia il mio destino. Tu scappa verso una base maggiore: ti prego, porta con te i miei figli, Susan e Johnny!

-Perché dovrebbe importarmi di loro?

-Te lo chiedo per piacere, fallo per me: ti concedo di portare con te anche Benjamin, che saprà difendervi dai soldati della Chiave.

-Una volta raggiunta una base maggiore, quale sarà il nostro compito?

-Nessuno, solo riferire all'alto l'accaduto ed attendere nuovi ordini. Ora sbrigati a fuggire.

-Vado.

-Aspetta un momento!

-Dica. Professor Storm.

-Troverai mio figlio al cinema Odeon con gli amici: assicurati che non scoprano nulla.

-Ricevuto.

 

Lo scienziato si allontanò e tornò al piano terra prendendo lo stesso ascensore. Uscito di lì si trovò davanti una scena inquietante: una miriade di morti in mezzo a due fronti. Uno era quello alleato, con Ben e altri uomini che difendevano Susan. L'altro era nemico, con questi esseri simili a samurai e con il simbolo della Chiave che attaccavano. Reed prese la pistola che portava sempre con sé e sparò il primo colpo: un samurai cadde a terra morto. Era la prima volta che commetteva un omicidio, di solito erano gli altri a sporcarsi le mani per lui.

Reed rimase qualche secondo immobile, incredulo per l'impulsivo gesto compiuto, quando un nemico gli si avvicinò puntando una pistola. Non sapeva cosa fare: era completamente pietrificato.

I suoi occhi scrutarono gli alleati: erano tutti impegnati. Questa volta avrebbe dovuto cavarsela da solo, senza qualcuno che lo aiutasse.

Ad un tratto, nella sua mente si accese la proverbiale lampadina.

 

-Sai, non sapevo che adesso i samurai possedessero anche delle moderne pistole- disse Richards evitando di guardare negli occhi l'avversario, in segno di sfida.

-Stai zitto, cane, e preparati ad esalare l'ultimo respiro!-

-Sai, non credo che sarà così: guarda un po' chi è arrivato!-

-Che cosa?- il samurai si girò per qualche secondo, giusto il tempo perché Reed premesse il grilletto.

BLAM!

-E fanno due assassini in pochi minuti... Non male, devo dire!-

-Reed, sei qui!- urlò Susan.

-Sì, adesso tu e Benjamin dovete evitare di parlarmi e tentare di seguirmi in mezzo a questi pazzi della Chiave, ok?-

-Sì, ma… E mio padre?-

-Te ne parlerò dopo. Ora limitati a seguirmi.-

-Ridicolo, io non seguirò mai Mister superbia!- esclamò Ben.

-No? Allora stai contravvenendo agli ordini del professor Storm che, a quanto ricordo, ha un grado superiore al tuo, così come me...-

-E va bene, ma dovrai spiegarmi tutto appena fuori di qui!-

-Affare fatto, allora.-

 

Lo strano trio si districò fra la folla a colpi di pistola, eliminando le tre guardie della Chiave alla porta e riuscendo a raggiungere la Tata di Ben. Quest'ultimo si mise al volante, mentre Reed si sistemò davanti e Susan dietro.

 

-Possibile che dopo anni di non proprio onesto lavoro per l'HYDRA possiedi ancora una macchinetta di questo tipo? Ha a stento il climatizzatore e la radio, e poi non mi sembra il massimo della resistenza!- rimproverò Reed.

-Vuoi che usiamo la tua costosissima Jaguar, mio caro scienziato? Oppure optiamo per la Mercedes? Purtroppo io non mi posso permettere aggeggi di questo tipo, ed evita di rinfacciarmelo, se vuoi mantenere intatto il tuo naso!-

-Smettetela, bambini! Piuttosto andiamo a prendere mio fratello John, che al momento si trova in una situazione di reale pericolo!-

-Giusto, piccola. Dove dobbiamo andare con esattezza?-

-Al cinema Odeon, secondo quanto mi ha detto vostro padre.- disse Reed.

-Lo faremo solo se ci racconterai tutta la verità, Reed.-

-Va bene, ma prima blocca le portiere, Ben: così eviteremo fughe improvvise di Miss Storm dalla macchina.-

-E perché dovrei scappare?-

-Lasciami prima parlare, e vedremo quanto sei forte, ragazzina.-

 

Durante il tragitto nella scomoda utilitaria di Ben, Reed Richards ebbe modo di raccontare ai due come erano andati i fatti, parlando loro della Chiave e del sacrificio del professore Storm. Susan passò oltre metà del tragitto piangendo. Arrivati nei pressi del cinema, Ben accostò la macchina e lasciò scendere Sue, che aveva espresso la volontà di andare a prendere il fratello da sola, noncurante del pericolo che correva. In macchina rimasero Reed e Ben, finalmente faccia a faccia.

 

-Sai una cosa, Richards? Non mi sei mai stato simpatico.

-Spiegami il motivo di questa tua affrettata esclamazione.

-Ma smettila di fare finta di essere diverso! Sono 30 anni che ti nascondi dietro quei paroloni, per mezzo dei quali ti senti elevato al di sopra di ognuno di noi, mentre non hai capito di essere esattamente pari ad ogni abitante del pianeta.

-Dunque mi giudichi così? Credo proprio che sbagli, caro mio.

-Non mi è mai stata gradevole la tua espressione da sapientone, ho sempre odiato il tuo eccessivo guadagno e la tua smisurata superbia, disprezzo il modo in cui mi tratti ma, Reed...

-Continua.

-...sento di potermi fidare di te. Non chiedermi perché o come, ma impulsivamente mi ispiri fiducia: certo, non simpatia, ma almeno fiducia. Quindi cerchiamo di stare in pace durante quest’avventura, da persone civili. Chiaro?

-Chiaro.

BOOM!

 

Il rumore dell'esplosione agitò i due, che guardarono immediatamente verso il cinema e trovarono Sue e Johnny che scappavano dai samurai.

Ben accese subito la macchina e gli venne incontro, mentre Reed apriva gli sportelli.

 

-Presto, saltate su!- disse Ben.

 

I fratelli Storm non si fecero pregare ed in poco tempo furono a bordo della macchina, e dopo aver chiuso gli sportelli con la sicura ed essersi assicurati di avere sufficientemente distanziato gli inseguitori, riuscirono a parlare.

 

-E' stato terribile, ve lo giuro!- disse Susan.

-Perché? Cosa è successo?- chiese Reed.

-Un gruppo di samurai della Chiave ha attaccato il cinema proprio mentre prendevo Johnny. Per fortuna non ci sono stati morti o feriti, l'esplosione che avete sentito era quella di un fumogeno. Ho subito riconosciuto mio fratello e siamo scappati insieme. A proposito, questo è mio fratello Johnny. Vi sembrerà un po' snob, ma vi assicuro che è una brava persona.

-Ma dove sta papà?

-Ne parliamo dopo, piccolo- disse Ben -ora concentriamoci sui nostri obiettivi: dove dobbiamo andare?

-Adesso alla base HYDRA della 5th Avenue, cercando di non morire nel frattempo. Occhio agli inseguitori, mi raccomando: e Ben, premi sull'acceleratore!- puntualizzò Reed.

-A proposito, ecco arrivare i samurai!- urlò terrorizzato Johnny.

-Credo che siamo in un mare di guai... o è solo la mia impressione?

-No. Susan, è la verità! A tutta birra!- gridò Ben.

 

L'ex pilota a livello dilettantistico Benjamin Grimm spinse l'acceleratore, cercando di dare la massima velocità alla macchina. Il veicolo, dopo qualche tentennamento, cominciò a tenere bene la strada, agevolando l'autista nelle manovre più pericolose.

I samurai però non demordevano, seppur rimanendo ad una notevole distanza dalla Tata Indica di Grimm.

 

-Dobbiamo trovare il modo di raggirarli, cercando di fargli credere di essere morti o qualcosa del genere...- fu l'intuizione di Johnny.

-E come dovremmo fare, furbone?- puntualizzò Ben.

-Ho trovato: Ben, segui le mie istruzioni. Accelera al massimo e punta dritto verso quel camion contenente gas.- disse Richards.

-Cosa? Ma sei pazzo? Come potremmo scampare da un pericolo simile?

-Infatti, ragazzo mio. Infatti...

 

La macchina virò bruscamente ed andò verso il camion. I due samurai che gli erano più vicini non riuscivano a capire le intenzioni del quartetto.

 

-Ehi, Kenjiko, cosa credi stiano facendo?

-Non ne ho proprio idea. Comunque, se si vogliono suicidare, cerchiamo di aumentare la distanza fra noi e loro.

-Ma guardali, stanno continuando ad andare dritto e...

 

BABOOM!

 

Il camion era scoppiato, e con esso la macchina di Ben. Le fiamme divampavano in ogni dove, ed anche le sagome dei veicoli erano indistinguibili.

 

-Merda, credo siano rimasti secchi. Andiamocene prima che arrivino gli sbirri e comincino a fare domande- disse un samurai.

-Ottima idea. Ragazzi, torniamo alla base!

 

CONCESSIONARIO FG, 1 ORA DOPO

I quattro avevano appena acquistato una nuova macchina, naturalmente con i soldi degli Storm, e si preparavano ad andare verso la base HYDRA sulla 5th Avenue. Entrati nella macchina, sempre con Ben al posto di guida, uscirono dal concessionario e svoltarono a destra.

 

-Ehi ragazzi, è stato troppo figo!- commentò Johnny.

-Esatto, la mia intuizione è stata come sempre adeguata alla situazione. L'idea di lanciare un accendino verso quel punto di perdita del camion per farlo esplodere, poco prima dell'impatto, era ottima. Poi aggiungiamola alla forza muscolare di Ben, che ha lanciato l'oggetto ad una altissima velocità, ed il gioco è fatto. Il camion infatti è esploso poco prima dell'impatto con la nostra macchina, giusto il tempo di lanciarci per strada e dileguarci in mezzo alle fiamme- rispose Reed.

-A parte questi paroloni, siamo in gamba ragazzi! Anzi, siamo fantastici! Siamo i Fantastici Quattro!

-Bel nome Johnny, ma adesso non è l'ora di giocare ai super-eroi. Papà si arrabbierà appena scoprirà che abbiamo usato i suoi soldi per comprare questa Smart Forfour...

-Sì, se fosse vivo si arrabbierebbe, però...

 

I fratelli Storm si abbracciarono, e così rimasero per il resto del viaggio. La rimanente parte dei passeggeri non parlò, ognuno riflettendo sui propri problemi, problemi che li avevano uniti.

Reed Richards naturalmente pensò alle diverse complicazioni che avrebbero potuto presentarsi, se non fosse stato per la sua mente geniale.

Susan Storm era divisa fra l'amore per Reed e il dispiacere per la morte del padre: sapeva che era successo, e non vedeva l'ora di prendere in mano la situazione, dal momento che i soldi del padre non avrebbero fatto mancare alcuna agevolazione ai quattro.

John Storm pensava ancora al padre, e si era giurato di non smettere mai di farlo. Non gli importava di tutte le altre cose, dei samurai e dei compagni. Lui voleva solo riavere la famiglia che, a poco a poco, gli era stata tolta: i nonni per quell'incidente stradale, la madre per il cancro, ed ora il padre. Gli rimaneva solamente sua sorella, e non aveva intenzione di perderla.

Benjamin Grimm aveva il fermo pensiero di farsi pagare, una volta arrivati alla base HYDRA, tutti i rischi che aveva corso per proteggere i tre compagni. Non aveva mai fatto nulla per nulla, e di certo non avrebbe cominciato quel giorno.

 

Quattro pareri contrastanti, ma ognuno sapeva in cuor suo di dovere accettare l'altro, perché il nemico si nascondeva dietro l'angolo.

Arrivati alla base dell'HYDRA, un orrido spettacolo gli si parò di fronte: la distruzione totale! Non c'erano samurai con pistole, ma solo fuoco e fiamme, insieme ad alcuni morti. Cosa era successo? E soprattutto… Cosa dovevano fare?

 

 

FINE EPISODIO 1

CONTINUA NELL'EPISODIO 2

 

Nel prossimo numero: i Fantastici Quattro, senza avere ancora acquistato i poteri, contro i samurai della Chiave! Ma questi quattro individui diventeranno mai la Cosa, Mister Fantastic, la Torcia Umana e la Donna Invisibile?

 

Per commenti, info e altro: gioluipal@tiscali.it