IL DESTINO DI UN UOMO
Di Tobia
8 Ottobre 2001
Gli Stati Uniti iniziano i
bombardamenti in Afghanistan. Nei giorni successivi solo un piccolo stato
europeo continua a condannare pubblicamente le azioni americane. Il suo nome è Latveria, e parla attraverso il suo reggente, il Dottor
Destino.
“Gli Stati Uniti giustificano
la loro politica espansionistica con il pretesto di fare giustizia. Latveria non sosterrà mai atti di una simile barbarie. Se gli americani cercano la giustizia, ci sono altri modi
per ottenerla, piuttosto che sganciare bombe su un intero popolo!”
Palazzo delle Nazioni Unite,
New York. Tre settimane dopo. Per la prima volta dopo il colpo di stato
organizzato due settimane prima, un rappresentante di Latveria
siede nell’assemblea. L’uomo, ricoperto da un’armatura metallica avvolta da un
mantello verde, è guardato con timore e sospetto da tutti i presenti. Il
segretario generale, Khofi Annan,
prende la parola.
“Devo avvertire i presenti
che abbiamo per la prima volta nella nostra assemblea un rappresentante del
governo di Latveria.”
La minacciosa figura si alza
in piedi e prende la parola. “Destino è
il governo di Latveria! Nessuno può rappresentare
Destino al di fuori di Destino stesso!”
Si ode un mormorio diffuso.
Destino sembra assolutamente non curarsi del resto dei presenti. L’unica
persona che sembra meritare la sua attenzione è Khofi Annan.
“Ehm… Si, mi scusi, Dottor
Destino. Vorrei sapere la situazione del suo paese, di cui si hanno solo
notizie frammentarie da due anni a questa parte.”
”Immagino che alle vostre orecchie siano giunte solo
notizie tendenziose. Posso dire che oggi Latveria è
un paese con una solida economia. Grazie al genio di Destino, l’estrazione
mineraria e l’agricoltura sono state ottimizzate dalle notevoli innovazioni
tecnologiche introdotte nell’ultimo anno. Ora la produzione di materie prime e
di prodotti agricoli è ampiamente in grado di soddisfare il fabbisogno interno,
ed il tasso di crescita lascia presupporre che entro otto mesi i prodotti latveriani saranno presenti sul mercato internazionale a
prezzi decisamente concorrenziali. Potremmo dire che al giorno d’oggi l’economia latveriana
è la più promettente del mondo.”
”Questo è senza dubbio un dato positivo, ma cosa ci dice riguardo le presunte
violazioni dei diritti umani ai danni dei dissidenti di cui si vocifera?”
”Destino opera per il bene del suo popolo. Se questo
vuol dire muoversi contro sobillatori, terroristi e rivoluzionari, Destino fa
ciò che va fatto! Ad ogni modo Destino non è tenuto a rendere conto delle sue
azioni ad un’assemblea dove siedono rappresentanti di paesi che si sono
macchiati di crimini ben peggiori in passato.” Lo
sguardo di Destino si posa implacabilmente sui rappresentanti
cinese ed argentino.
Una stanza del Pentagono.
Nell’edificio che porta ancora i segni degli attentati avvenuti il mese
precedente, tre persone stanno visionando il video dell’intervento di Destino
all’ONU. Uno di loro, in divisa militare, interviene.
“Qualcuno mi spiega come
abbiamo potuto permettere che questo individuo
prendesse il potere? Da dove viene?”
”Non ne sappiamo molto su Von Doom.” risponde
un individuo in completo nero “Sappiamo che da giovane ha studiato qui in
America, al MIT di Boston. A quanto pare era molto
amico dell’attuale rettore, il Dr. Richards. Poi è
successo qualcosa (il Dr. Richards
ha liquidato la faccenda come beghe scientifiche), e Von
Doom è tornato a Latveria.”
”E
come ha fatto uno studente universitario a diventare una delle più grandi
minacce per il nostro paese?”
“Abbiamo solo notizie
frammentarie… A quanto pare un Von
Doom arrivò a Latveria dopo
la Seconda Guerra Mondiale. All’epoca l’economia latveriana
era in piena crescita, essendo uno dei pochi stati europei a non essere stato
toccato dalla guerra. Sappiamo che questo Von Doom sposò una ragazza del luogo, di origine
zingara.”
“Zingara? Un tedesco?”
“A quanto pare Von Doom non condivideva gli
ideali nazisti… anzi, può darsi che durante la guerra sia stato perseguitato
dalle S.S.. Fatto sta che si
sistemò a Latveria, e pochi anni dopo nacque Victor.
Qualche anno dopo il paese entrò nell’orbita comunista, almeno fino a quando,
mentre Victor era in America, non abbiamo appoggiato il colpo di stato di Felix Wylde, che portò alla
guerra civile.
“Probabilmente la morte dei
genitori durante la guerra civile deve aver causato una crescente ostilità di Von Doom verso il nostro paese.
Fu espulso dall’università, e di lui si perdono le tracce fino a tre anni fa,
quando tornò sulla scena con l’identità di Dottor Destino. Praticamente
rovesciò il governo Wylde da solo, con l’aiuto del
suo genio e della sua armatura. Le perizie di Richards
e Stark sull’armatura” dice passando dei dossier “si
basano sui pochissimi dati in nostro possesso, ma concordano nel definirla un
vero e proprio capolavoro della tecnologia bellica.”
Il militare riprende la parola.
“Abbiamo qualche appoggio a Latveria?”
“Pochi, in realtà. Per quanto
i metodi di Destino furono molto discussi all’epoca della presa del potere,
oggi la gente di Latveria lo ama: ha traghettato il
paese in una vera e propria età dell’oro. Per quanto siano
dispotici ed autoritari i suoi mezzi, non dà motivo al popolo di ribellarsi.
Tra i dissidenti, la maggior parte di essi è spinta
anch’essa da un forte sentimento antiamericano.”
”Quindi…”
”Resta Bram
Velsing, il cosiddetto Dreadknight,
ed i suoi seguaci. Era il ministro degli interni sotto il governo Wylde.”
Il generale sfoglia il dossier “Mio dio… Quest’uomo è
un mostro! Meriterebbe un posto d’onore a Norimberga… Si rende
conto che rischiamo un nuovo Bin Laden?”
“L’alternativa
è lasciare Latveria in mano a Von
Doom.”
La terza figura,
rimasta zitta fino a questo momento, interviene.
“Fate quel che dovete per rovesciare Von Doom!”
“Come desidera, signor
Presidente.”
Latveria. Per l’ennesima volta negli ultimi anni, questo paese
è afflitto dalla guerra civile. Nel giro di due settimane le milizie di Dreadknight, approfittando dell’assenza di Destino, in
visita diplomatica nella vicina Serbia, invadono le strade, sbaragliando facilmente
le truppe di Destino. Il vessillo di Von Doom viene ammainato in tutto il
paese. Coloro che si rifiutano di rinnegare Destino vengono
impiccati per le strade.
Dreadknight osserva i combattimenti che imperversano per le
strade di Doomstadt dall’alto della torre del castello di destino, Al suo fianco c’è un uomo in tuta
mimetica.
“Ha visto, Ryker? Con le armi e l’addestramento che avete fornito ai
miei uomini siamo riusciti a sbaragliare le truppe di
Destino. Ora Latveria è mia, e voi americani avrete
certo una posizione privilegiata nella nostra economia…”
“Mi preoccupa
il fatto che ci siano tanti fedeli di Von Doom… È sicuro di riuscire a mantenere la posizione?”
“Ah! Fedeli! Ne lasci un paio
a penzolare nella piazza, uccida i vecchi e stupri le
donne e vedrà quanti ‘fedeli’ resteranno. Destino non
avrà il coraggio di rimettere piede a Latveria,
ve lo assicuro!”
I confini meridionali di Latveria. Le truppe di Dreadknight
compiono operazioni di rastrellamento negli accampamenti zingari, caricando tutti
gli uomini in camion che partono verso destinazioni sconosciute. Tra i pianti
disperati di donne e bambini un viandante, avvolto da un mantello verde,
cammina imperterrito verso i soldati. La sua presenza mette in allarme i
militari, i quali si dispongono immediatamente attorno allo sconosciuto,
puntandogli addosso le armi.
“Fermo! Sdraiati a terra
lentamente!”
Il viandante osserva con
disprezzo i soldati attorno a lui e si toglie lentamente il mantello, rivelando
l’armatura scintillante indossata sotto di esso.
“Destino non striscerà mai!”
Un lampo parte dalle mani di Von Doom: i soldati non hanno il
tempo di vederlo che sono già carbonizzati. Gli zingari osservano con timore e
felicità contemporaneamente. Raccoglie da ciò che resta di un soldato lo stemma
dell’uniforme. “Americani… e lo stemma di Velsing…”.
Lo sguardo si sposta in direzione di Doomstadt.
“Latveria,
è tornato il tuo signore!”
Qualche ora dopo, Doomstadt. Destino si è fatto strada fino alle porte del
castello. Dreadknight e Ryker
sono all’interno del laboratorio del tiranno.
“Ryker!
I suoi uomini hanno fallito! Von Doom
è qui!”
“Non si preoccupi. Ho un
piano d’emergenza, se Destino arriverà fino a qui sarà spacciato!Piuttosto,
come mai quella ridicola armatura medioevale?”
“Non rida. Questa è la
corazza con cui il mio antenato Vladimir Velsing
respinse gli attacchi dei turchi, è il simbolo dell’importanza della mia
famiglia nella storia di Latveria…”
“Si, si, ok…”
La porta salta in aria, e la
figura del Dottor Destino avanza lentamente nella stanza. “Elsing,
povero pazzo! Credevi davvero di potermi spodestare? Tu piccolo, misero,
codardo ministro?”
Dreadknight è paralizzato dalla paura. Ryker
riesce a raggiungere uno strano congegno installato nel laboratorio ed a
premere un pulsante. Tutti i macchinari, inclusa l’armatura di Destino, si
spengono. Victor Von Doom
rovina a terra.
“Fregato, gran genio! Nemmeno
tu puoi fare molto contro una scarica E.M.[I], eh?”
Ryker si avvicina all’inerme figura e rimuove la maschera
dell’armatura.
“Mio dio!!!
La tua faccia…” In quel momento si accorge che Von Doom sta pronunciando una litania in qualche lingua
sconosciuta. Un cerchio di fuoco si alza intorno ai due. Al di fuori, Dreadknight non capisce cosa sta succedendo, solo che il
fuoco gli blocca la strada verso l’uscita. Vede delle ombre indistinte,
mostruose, gigantesche all’interno del cerchio infuocato, e poi l’urlo
straziante di Ryker. Quando
il fuoco si dirada, Dreadknight vede rialzarsi il
Dottor Destino e rimettersi la maschera. Di Ryker
nessuna traccia.
“Stupido americano, Destino
non si affida alla sola tecnologia, Destino è maestro delle arti mistiche… Bram Velsing!”
Mentre Destino si volta lentamente verso di lui, Velsing si sente gelare il sangue. Quando
fissa quegli occhi attraverso le fessure della maschera, tutta la sua vita gli
scorre davanti. Destino afferra il nemico per la faccia. Sente il metallo
dell’elmo deformarsi sotto la stretta delle sue mani.
“Sei fiero di indossare questa armatura, Velsing? Hai
dimenticato cosa vuol dire? Quest’armatura è
appartenuta ai migliori cavalieri di Latveria!Con che
diritto l’indossi?”
“Di-Diritto di sangue! Sono
un Velsing, un cavaliere di Latveria…”
“Non è il sangue a decidere
se una persona è degna di Latveria, è Destino!” Le mani
di Destino diventano incandescenti, mentre l’elmo di Dreadknight
di fonde con la faccia del suo possessore. Destino
solleva il cavaliere e lo porta in cima alla torre.
“Tuttavia, Bram Velsing, non ti ucciderò. Per rispetto al nome che porti. Ma
non osare rimettere piede a Latveria.” La scia
infuocata che il corpo di Dreadknight lascia nel
cielo annuncia il ritorno del sovrano di Latveria.
Victor Von
Doom osserva il suo paese, dilaniato ancora una volta
dalla guerra civile.
Una volta
tornato nel suo laboratorio, una
chiamata appare sullo schermo. A causa dei danni causati dallo scontro appena conclusosi, il volto sul monitor è irriconoscibile.
“Salve, Destino. A quanto
pare il mio aiuto per rientrare a Latveria
si è rivelato determinante. Spero che te ne ricorderai in
futuro.”
”Senza dubbio, Painer. Hai la parola di
Destino! Addio.”
-Ma una volta saldato il
debito non vorrò aver più nulla a che fare con te,
mostro!-
FINE
Note: Ecco la versione Estreme del più pericoloso villain della Marvel. Inserire il
Dottor Destino nel mondo Estreme non è stato molto difficile (tra l’altro si
accennava a lui su EXTREME CAPITAN AMERICA 1, a cui questa storia è praticamente contemporanea), il vero problema è stato creare
un personaggio credibile nel mondo “reale”. Pur
mantenendo alcune caratteristiche del classico Destino (le cui origini sono
mirabilmente raccontate su ULTIMATE DOOM), ho cercato di rappresentare un capo
di stato piuttosto che un criminale… ci sono riuscito?