PROLOGO:
Distaccamento 33-CA-di, FDI-DFS/CESAM. Dieci minuti fa.
L’interno
della base-fortezza, ricavata da uno dei più grandi asteroidi della cintura
interna fra Marte e Giove, si era trasformato in un alveare di frenetica
attività. Gli allarmi erano diventati una cacofonia ininterrotta fin dalla loro
attivazione. La migliore descrizione che si potesse dare dello stato generale
del personale era: panico ordinato.
In
sala comando, il Capitano di Divisione era nel mezzo di una teleconferenza con
il QG delle Forze di Difesa Interplanetaria e con la Società delle Nazioni e
delle Specie, entrambe sulla Terra. Presente su una terza finestra, il rappresentante
del maggiore network di comunicazione multimediale interplanetaria. Tenere a
bada quelle tre figure si stava rivelando facile come destreggiarsi come con
l’impatto di una pioggia di asteroidi.
“No,
signori, non ho ancora alcuna notizia della System Force,” stava dicendo Fabio
Shinker, usando tutta la calma di cui disponeva raschiando il fondo del barile
della sua mente. “Allo stadio attuale, ogni speculazione è valida quanto
l’altra.”
“Di
mandare rinforzi, altre sonde, dei robot…insomma, qualunque cosa, non se ne
parla?” chiese il rappresentante della Gesellschaft des Reichs von
Kommunikationen.
Fabio
si morse il labbro inferiore. Conta fino a dieci, conta fino a dieci… “Herr
Weisskraft, chiedo scusa per avere usato una frase impropria, nel descrivere la
situazione dei nostri Agenti: in effetti, le loro sonde ci dicono che sono vivi
e vegeti. Non sappiamo cosa stia succedendo loro.”
Il
Presidente del Collegio Direttivo della SNS, un nero dai capelli bianchi e gli
occhi celesti, sbuffò, impaziente. “Non ha risposto alla domanda di Herr Weisskraft,
Capitano Shinker. Cosa intendono fare le FDI per supportare…”
Fabio
lo interruppe senza pensarci su due volte –era parte del suo carattere,
rispondere a tono e senza guardare più di tanto ai gradi. “Signor Presidente,
lo stesso fenomeno che ha…alterato le condizioni di Venere ha altresì reso
impossibile ogni forma di avvicinamento. Ogni sonda e satellite orbitale sono
resi inefficaci.”
“Confermo
il rapporto, Signor Presidente,” interloquì il Direttore Generale delle FDI, un
mutante dalla pelle bianchissima e gli occhi verdi da gatto in un volto
elegante ed affilato, simile a quello di un elfo. “Il nostro Mietitore è stato
reso inoffensivo.”
Il
Mietitore era un satellite artificiale armato con un’interfaccia Richards
‘sintonizzata’ su una quasar. Era l’arma definitiva per distruggere
un’eventuale minaccia degli abitanti di Inferno, la città-prigione per i più
pericolosi Umanisti. A meno di distruggere l’intero pianeta, non c’erano armi migliori
da usare.
“Che
gli Dei ci assistano, allora,” disse il Presidente Munroe. Non c’era minaccia
peggiore, per la stabilità di un mondo così diverso da quello di sessant’anni
prima, della Chiesa Umanista, intenta in ogni azione illecita nota o inventata
per abbattere il Patto stabilito fra l’Uomo e gli Dei tornati per portare l’Era
del Rinnovamento sul mondo…
“Herr
Presidente,” disse Weisskraft, che, da Presidente del GRK, ne aveva viste di
cotte e di crude, in posti che le stesse istituzioni ignoravano, “se in questa
crisi si arrivasse ad avere bisogno degli Dei, sarebbe veramente la fine.”
Niente
di più vero, pensò Shinker, guardando il pianeta Venere al centro di uno
schermo. Si chiese, però, come potesse la sola System Force risolvere quella
follia piombata fra capo e collo…
A
memoria d’uomo, una cosa del genere non era mai capitata. Letteralmente.
MARVELIT
presenta
di Valerio Pastore
SYSTEM
FORCE /4
MISSIONE
ALL’INFERNO - NUOVO ORDINE MONDIALE (Parte 4 di 4)
‘Alterato
le condizioni di Venere’. Se ne era parlato come di un ‘fenomeno’.
Miracolo
avrebbe reso meglio l’idea. La scienza aveva rivelato Venere quale angolo
d’inferno, con una pressione atmosferica al suolo di 90 atmosfere, un’atmosfera
rovente composta prevalentemente di acido, con una temperatura tale da fondere
il piombo. Il solo posto sicuro dove vivere era la città cupolare di Inferno.
Questo,
fino a circa 30 minuti fa.
Adesso,
il pianeta Venere era un gemello della Terra. Letteralmente. Dall’atmosfera
limpida, agli oceani azzurri, alla vegetazione che colorava di un verde intenso
le terre emerse di Ishtar Terra ed Aphrodite Terra. Pressione atmosferica al
suolo: 1, temperatura media al suolo: 18°C.
Un’impossibilità
fisica, ma reale. E tutto per merito dell’ultima persona da cui aspettarsi tale
miracolo: un mutante…
…Per
la precisione, l’essere noto come Proteus.
Il
mutante, un corpo senza una sua forma definita, uno squarcio vivente
caleidoscopico nel tessuto spaziale, brillava accanto al signore del nuovo
Venere: un uomo di una bellezza e delicatezza tali da farlo sembrare sia uomo
che donna, un volto affilato, lunghi capelli così biondi da sembrare bianchi.
Come l’angelo ribelle il cui nome si fregiava di portare, l’uomo si chiamava
Lucifero.
“Non
so cosa sperassero di fare, spingendoti ad usare il tuo prezioso potere prima
del tempo, figlio mio,” disse Lucifero, mentre insieme alla creatura
passeggiava lungo quell’immenso giardino dell’Eden. Un giardino impossibile
come il mondo che lo ospitava: nessuna forma di vita, oltre quella vegetale,
abitava il nuovo mondo. E la varietà delle piante era ridotta alla macchia
Mediterranea, tutte piante utili all’Uomo, facili da coltivare, senza
sgradevoli imprevisti, libere di crescere in un terreno fertile e senza zolle,
il sogno di qualunque contadino. “Ma una cosa è certa: presto le masse dei
fedeli si solleveranno, mentre la sola vista di questo miracolo solleverà il
velo dagli occhi degli stolti.
“Certo,
è un peccato doverci accontentare, per ora, solo di questo mondo, mentre la
nostra amata Terra deve ancora sottostare alla barbarie e all’anarchia…Ma Dio
ti ha conferito una potenza miracolosa, Kevin. Molto presto, i falsi Dei pagani
torneranno a strisciare negli angoli più bui della cultura e della storia che a
loro spettano!”
Proteus fluttuava a mezz’aria. Era impossibile dire
se fosse d’accordo o meno con le parole del suo levatore e signore, o cosa
pensasse…
“Potete prendervela comoda, signori. Potete
sfruttare tutto il tempo che rimane ai vostri fragili gusci, ed anche qualcosina
in più…fino all’eternità stessa.”
Un’osservazione
quantomai adatta alla situazione, essendo il proprietario di quella voce
un’entità che esisteva fin da quando esiste il Male stesso: l’entità di nome Mefisto.
Mefisto.
Il terzo giocatore, la mente dietro il piano di Lucifero. Mefisto, per il quale
i limiti spaziali auto-impostisi dagli Dei non esistevano. Mefisto, il cui
potere su Venere era integro come sulla Terra, come ovunque nel cosmo.
Mefisto
sedeva su un trono di anime urlanti, dannate per sempre. Una frazione meno che
minima delle oltre cinque milioni, costrette prematuramente al tormento eterno
dall’azione di uno solo degli Agenti della System Force.
Quel
qualcuno era Sun, un neomano-lupo, il leader del gruppo. L’intera SF era
impotente, prigioniera in campi mistici di stasi, schierata di fronte al
Maligno. Una situazione a dir poco disperata, eppure il neomano non esitò a
dire, “Non hai potere su di noi, Mefisto. Anche se qualcuno ci chiamerà
malvagi, per quello che ho fatto, sai quanto me che si è trattato di un atto di
giustizia, anche se molto duro.”
Un
bell’eufemismo! Per costringere Proteus a venire allo scoperto e mostrare al
mondo l’estensione dei suoi poteri, e quindi l’estensione degli Umanisti
estremisti, Sun aveva usato la sua Interfaccia-Richards per liberare su Venere
una porzione del cuore stesso del Sole. Inferno era stata praticamente
atomizzata all’istante.
Mefisto
si accarezzò il mento, soddisfatto. “Questione di
punti di vista, signori. Mentre parliamo, il seme del dubbio si è insinuato
nelle menti dei convertiti. Proprio grazie alla vostra tecnologia televisiva,
tutti hanno potuto vedere di cosa siete capaci. Entro breve tempo, quando un
numero sufficiente della massa avrà abbandonato la nuova fede, voi sarete irrimediabilmente
classificati come malvagi. Le vostre anime saranno mie per diritto naturale.” Ridacchiò.
“Non
possiamo vantare un’anima pura, demonio,” disse il vice-leader, la femmina
neomana-pantera nera Nemesi, “in fondo solo i Naturali sono innocenti
fin dalla nascita…Ma non puoi trattenerci a lungo contro la nostra volontà, Dio
o non Dio.”
Mefisto
fece spallucce, mentre un servo mostruoso e deforme gli serviva un calice pieno
di sangue ribollente. Mefisto mandò giù il liquido. Alcune gocce colarono lungo
il mento, e da lì caddero sul trono, sfrigolando contro le anime che lo
componevano, facendole urlare ancora più pietosamente.
Mefisto
si pulì la bocca con un braccio, contemporaneamente gettando via il calice. “Qui,
qualcuno ha fatto i compiti a casa…Mia cara,” accarezzò un bracciolo, e strinse in modo da
cavare gli occhi dello spirito con le unghie. “Il
concetto di ‘tempo’, nel mio Regno, è alquanto diverso dal vostro metro.
‘Presto’, per me, non significa altrettanto, per voi. Come vi ho già detto,
posso aspettare…io.”
Parole
che avrebbero dovuto dettare disperazione nel cuore degli eroi. Parole che,
invece, nel biodroide di nome Deep-10 suonarono foriere di speranza.
Perché false.
Ma un buon scienziato doveva sempre cercare la
controprova, prima di abbandonarsi all’euforia. Perciò, per provare tale punto,
Takashi Shimano attivò con un comando mentale uno speciale trasmettitore
inserito nell’armatura che faceva parte del suo corpo. Frequenza subspaziale;
direzione, il satellite geostazionario Mietitore. Se aveva ragione…
“Capitano!
Abbiamo un segnale da Venere!”
L’operatore
che aveva pronunciato quelle parole divenne di colpo il centro dell’attenzione
generale. Come un avvoltoio, Shinker fu subito su di lui. “Che segnale? È
successo qualcosa...?” Qualcosa di grave? È un segnale di ‘caduto sul campo’?
Shinker tremava al pensiero!
“Nossignore.”
L’uomo era visibilmente eccitato. Ed a buon diritto, mentre puntava lo schermo,
occupato da una sola linea, che a tratti regolari schizzava in picchi. “Viene
da Deep-10. Il computer lo riconosce come codice morse. Ecco, la prima frase è
completa…”
Effettivamente,
proprio sotto la linea intermittente, stavano comparendo delle parole, Se potete
ricevere questo messaggio, rispondete solo ‘positivo’. A sistemare questi
balordi ci pensiamo noi! Poi, la frase veniva ripetuta.
Shinker faticò a nascondere il proprio sollievo.
“Che stai aspettando?” chiese a muso duro all’operatore. “Rispondi, no?”
Takashi
ricevette la conferma in Morse. E sorrise.
“Pensi che sia una situazione divertente,
mortale?”
chiese il demonio.
“Oh,
lo penso sì, Mefisto-san. Devo ammetterlo, è da quando avemmo a che fare con
Galactus che non ci siamo imbattuti in una creatura di tale potenza…Un vero
peccato,” si guardò intorno con gli occhi, “che un simile sforzo debba, alla
fine, rivelarsi essere una semplice coreografia…Proteus.”
Mefisto
si accigliò. “Cosa..?”
La
stessa sorpresa si dipinse nei volti degli altri Agenti.
Deep-10 andò avanti. “Il gioco è scoperto,
ragazzo: sei abile, nel manipolare la realtà, ma non hai ancora l’esperienza
necessaria…o ti saresti premunito di isolare tutte le nostre fonti di
comunicazione, in modo da farmi credere fino in fondo che questo è l’Inferno, e
non una distorsione del tessuto spaziotemporale.
“E
non puoi neanche tentare il tuo rito magico per la Spada del Giudizio su di
noi, altrimenti Wartask,” ed indicò con gli occhi il rettiliano
Marziano, “copierebbe i tuoi poteri.”
‘Mefisto’
non ebbe, non poteva avere nulla, da obiettare. In effetti, solo costringendoli
a cadere nella disperazione più nera poteva spingerli a sacrificarsi. Adesso,
invece…
L’’Inferno’,
svanì, le anime urlanti svanirono. Il campo di stasi si dissolse. Mefisto scomparve,
ed al suo posto c’erano Lucifero e Proteus. “NO!” urlò l’uomo, rivolto alla
massa pulsante. “Non puoi arrenderti adesso! Siamo così vicini…” la sua
bocca scomparve di colpo. Lucifero cadde in ginocchio, istintivamente cercando
di respirare con qualcosa che non aveva, invece che dal naso…Poi, lo stesso
Proteus gli restituì l’organo.
“Sono
curioso,” disse, rivolto agli eroi. “Siete…diversi dalle creature descritte dal
mio levatore. Non ho mai incontrato esseri come voi. Ditemi, perché combattete
con tanto ardore contro una giusta causa, arrivando a rischiare la dannazione
eterna? Sicuramente degli infidi codardi quali dovreste essere non avrebbero
opposto alcuna resistenza.”
“La
giusta causa di Lucifero,” disse il neomano-orso, Ringmaster, “è una causa
malvagia, un atto criminale.
“L’umanità
abbandonò la fede nell’Onnipotente non perché vi fu costretta, ma perché gli
Dei erano tornati per rispondere alle preghiere dell’Uomo, e per aiutarlo a non
distruggere sé stesso ed il mondo su cui vive.”
“Qualunque
cosa prometta o dica la Bibbia,” aggiunse l’umana Vapora, “alla fine,
nei fatti, l’Uomo è abbandonato a sé stesso, e pochissimi fedeli, in tempi
moderni, hanno beneficiato di un miracolo.”
“Sebbene
gli Dei, in passato, siano stati anche duri e sanguinari,” disse un’altra
umana, Farside, “ora persino Loro hanno imparato il valore del libero
arbitrio. La civiltà umana è priva di molti mali, ma altri ancora corrompono i
rapporti sociali.”
“Gli
Dei non sono qui per soggiogarci con il bastone, o per imporci uno stile di
vita,” questa era la neomana-pantera nera, Nemesi. “Abbiamo deciso da
soli, di convertire il nostro sapere in modo costruttivo, invece di abbandonare
la scienza e precipitare nell’abisso dell’ignoranza.”
“Non
è un’utopia,” disse Sun, “Umani, mutanti e persino neomani, hanno scoperto il
modo di fare del male con le nuove tecnologie od il proprio potere. Senza
contare le minacce che vengono dalle altre dimensioni o dal cosmo. Noi proteggiamo
il mondo da tali minacce, e da coloro che vorrebbero nuovamente inquadrare
tutte le civiltà in un credo che si è dimostrato nemico del progresso e della
libertà di pensiero.”
“È
vero,” aggiunse il più giovane membro del gruppo, l’umano Forger. “Nella
Bibbia, nel Nuovo Testamento, viene insegnato il valore dell’amore…ma la
vecchia Chiesa ha sempre fatto del suo meglio per punire i ‘pervertiti’ come
me, o i semplici omosessuali, bollandoci come figli del demonio o peggio…”
“Per
non parlare della scienza,” continuò Deep-10. “Libri bruciati, crociate
sanguinarie contro i ‘blasfemi’ colpevoli di avere fatto due più due, lasciare
nell’ignoranza intere popolazioni a rischio demografico in nome di un dogma
che, portato all’estremo, avrebbe solo generato altra povertà e miseria in un
ciclo senza fine.”
“Tutto
questo, naturalmente,” disse Stonecut, “non può negare il grande bene fatto da
migliaia di fedeli volenterosi, che si sono dedicati anima e corpo ad aiutare
chi ne aveva bisogno. Per questa ragione, la Chiesa Umanista non è stata soppressa.
Ma non accetteremo che qualcuno possa nuovamente rimettere l’Uomo al centro di
un immaginario ordine cosmico.”
“Noi
Neomani,” disse il ghepardino Cloud, “siamo la prova che le qualità
dell’Uomo, nel bene e nel male, non sono una sua esclusiva. Noi viviamo,
pensiamo ed amiamo, e siamo pronti a combattere per il bene comune, qualunque
sacrificio costi. Se dipendesse dagli Umanisti estremisti, noi dovremmo essere
niente altro che servi o soggetti da esperimento. Dimmi, Proteus, è giusto?”
Il
mutante pulsò erraticamente per qualche istante, prima di rispondere, “Non lo
so.” Accanto a lui, Lucifero passò da un principio di sconforto ad un sorriso
sicuro di sé. “Il mio levatore dice che l’Ordine Divino è una cosa naturale in
sé, come scritto nel Vecchio e nel Nuovo Testamento. L’Uomo è il gioiello della
corona della creazione, ed ha il diritto di dominio. Per quanto ne so, siete
voi ad essere in errore. Il vostro sistema corrompe l’anima stessa, e alla
morte, essa finirà persa nel nulla, per sempre. E ciò non vale i piaceri
terreni offerti dal progresso materiale.”
“Dimentichi
un particolare,” disse l’inumano Thunderbird. “Forse non c’è più un solo
Paradiso, ma c’è ancora, a seconda del Pantheon adorato. E vuoi saperne
un’altra? Da quando gli Dei sono tornati, si può parlare con i cari estinti. E
non mi ricordo che si potesse fare, nel vecchio ordine, se non a titolo di
miracolo.”
“Già
che ci sei,” disse il neomano-drago Red Spot, “il tuo levatore ti ha
detto in che condizioni si era portata l’umanità, quando gli Dei tornarono? Era
sull’orlo di una Seconda Guerra Mondiale. Intere nazioni, spogliate
della loro dignità, erano ridotte a colonie da sfruttare senza ritegno, con la
popolazione locale ridotta in larga misura alla miseria. Le nazioni più ricche
spendevano ingenti quantità del loro budget nella ricerca militare. Un razzismo
endemico come una malattia, con milioni di individui innocenti perseguitati per
la loro etnia…” sibilò una risata, “Davvero un mondo meraviglioso, proiettato
verso un futuro luminoso.”
“Gli
Dei!” Lucifero sputò quella parola con sommo disprezzo. “Si sono arrogati il
diritto di sapere cosa riserva il futuro! Hanno deciso di instradare l’Uomo,
togliergli l’ultima parola in fatto di libero arbitrio! Dio ci ha dato un mondo
perché potessimo gestirlo in piena libertà, da dominatori quali siamo, non con
dei limiti.”
“Proprio
in ossequio a questa prospettiva,” disse Sun, “gli Dei hanno accettato di
lasciare piena libertà di azione fuori dal sistema Terra-Luna. Marte è un
pianeta morto, su cui l’Uomo avrà diritto di esprimersi al peggio dello spreco,
perché non potrà ‘ucciderlo’. Non ci sono popolazioni native da sfruttare e
schiavizzare, e la vita nelle colonie spaziali è egualmente difficile per
tutti.
“Vanti
una rete di informatori capillare sulla Terra, Lucifero. Allora, dimmi, visto
che gli Dei non possono interferire su Marte, perché il razzismo non è tornato?
Come mai le quattro Grandi Specie riescono a vivere in armonia anche nelle
colonie, invece di tornare a scannarsi in nome di una presunta Superiorità
Divina?”
“…”
“Il
perché lo conosce, Proteus,” disse il lupo, puntando l’indice su Lucifero.
“Perché l’Uomo non ha bisogno di Dio, o degli Dei, per comportarsi con onore e
rispetto! Gli Dei sono il nostro confine, è vero, ma l’Uomo ha raggiunto da
solo la consapevolezza del bene sul male. E il tuo levatore non lo vuole
accettare: è solo un meschino individuo affamato di potere, totalmente
incurante di quello che il suo successo costerà al resto del mondo!”
“Eresia…”
Lucifero indietreggiò come se quelle parole lo avessero colpito fisicamente.
“Voi volete solo confonderlo, corromperlo…” gocce di sudore si formarono sulla
sua fronte. “Voi siete i responsabili di cinque milioni di morti, con che
diritto osate…”
“Intendevi
dire questi morti?” disse un altro Agente, il normalmente silente Atlas,
l’Uomo Topografico. La creatura, che di umano aveva solo i contorni, era un
mondo vivente, la Terra incarnata in un uomo per benedizione della stessa Madre
di Tutti, Gaea, un enigma per i suoi stessi amici. Atlas si avvicinò a
Lucifero, il quale continuava a scuotere istericamente la testa. Poi, stese una
mano verso di lui, con il palmo rivolto verso l’alto. “Guarda, Lucifero,” disse
chetamente.
Lucifero
lo fece. Sotto i suoi occhi, la mano divenne immensa, come la Terra stessa
vista da un satellite artificiale, e ancora più grande, sempre più vicina. Con
lo sguardo, Lucifero oltrepassò le nuvole, vide le montagne e le pianure venate
d’azzurro, vide gli animali…e vide la gente! La vide, sparpagliata per un mondo
intero, confusa, spaventata, ma viva e vegeta. E la riconobbe. “No…Non è vero…”
Poi, la visione tornò ad indietreggiare, rimpicciolire. E Lucifero fu di nuovo
nel suo ‘Eden’, in ginocchio, intento a stringersi i pugni alle tempie. Un filo
di bava gli usciva dalla bocca, i suoi occhi erano vitrei, enormi.
“Se
al posto di Proteus ci fosse stato Mefisto,” disse Deep-10 a Proteus, perché
Lucifero era al di là di ogni ragione, chiuso nella propria negazione, “non
avrebbe potuto tenerci prigionieri, perché non abbiamo mai commesso l’atto di cui
ci ‘accusava’. La sua ignoranza sul fato dei Demoni era la prima prova che si
trattava di un falso.”
Proteus
brillò di vivaci colori, come una bellissima rosa fatta dell’arcobaleno. “Così,
avete rivoltato la presunzione del mio levatore contro di lui, e costringendomi
ad ammettere che non è il male che vi motiva. Siete stati astuti e generosi con
un nemico che altrimenti non lo sarebbe stato.
“Eroi,
il titolo bene vi si addice. Lasciate che possa scusarmi con voi fornendovi i
mezzi per tornare al vostro mondo.” E, dal nulla, apparvero, in perfette
condizioni, le navette che erano servite per portarli su Inferno. “Nonostante
tutto, io credo nell’Onnipotente nostro Creatore. E alla fine, so che in fondo
al cuore, anche voi non potete escludere la sua esistenza…Perché, alla fine,
tutto si riconduce a Lui. A colui che Tutto è, non importa quanti Dei ci siano
nel mezzo.
“Oggi,
campioni della Terra, mi avete dato da riflettere. Vi do la mia parola che non
cercherò di lavorare per imporre un credo su un altro, non importa quanto buone
le intenzioni…Solo una cosa desidero chiedervi.” Tacque, ed aspettò gli assensi,
che vennero, dagli altri. “Ho costruito questo mondo secondo quello che so sul
Giardino dell’Eden. Lasciate che questo pianeta non sia più una prigione, ma
una meta per coloro che desiderano viverci, in libertà, sotto la bandiera della
nostra Fede.”
Ecco
quello che si diceva uno sviluppo inaspettato! Dopo un lungo silenzio
imbarazzato, Sun disse, “Onestamente, Proteus, non possiamo promettertelo noi.
Non abbiamo il potere decisionale dei nostri governanti sulla Terra e nelle Colonie.
Posso solo prometterti che mostreremo loro il resoconto di questo incontro,
registrato da Deep-10, se ce lo permetterai. E ti promettiamo che peroreremo la
tua richiesta con tutta l’autorità di cui disponiamo. Le possibilità sono
uguali: noi non vogliamo certamente un’altra guerra, ma sappiamo che quelli
come Lucifero sanno essere pericolosi sulla lunga distanza, anche dopo
generazioni, come una malattia latente.”
Fu la volta di Proteus di tacere in riflessione, per
poi dire, “E sia. Neanche io intendo permettere che l’Eden venga corrotto dal
male della guerra, e per quanto riguarda il mio levatore, potete prenderlo con
voi, ed interrogarlo a vostro piacimento. Egli si è dimostrato comunque indegno
di seguire la strada tracciata da Dio.”
“Capitano!
I satelliti in orbita intorno a Venere…sono tornati pienamente operativi!”
“Capitano!
La nave della System Force ha appena accolto i gusci, e si prepara a lasciare
l’orbita. Tutti i membri della squadra sono sani e salvi!”
L’entusiasmo
che scoppiò in sala era mitigato solo dalla visione del nuovo Venere, che
ancora era un gemello della Terra.
Fabio
Shinker si mise in collegamento con la nave. “Signori, devo ammettere che ci
avete fatto stare con il cuore in gola. Mi aspetto un rapporto più che
dettagliato sulla missione.”
Sullo
schermo, Sun annuì. “Lo avrà, signore. A proposito, vorremmo che al rapporto
fossero presenti anche il Gran Capo, il Presidente Munroe e Herr Weisskraft in
persona. Dobbiamo trasmettere un messaggio molto importante.”
Shinker
si sentì avvilire tutto -alla fine della giornata, avrebbe avuto bisogno di un
trapianto cerebrale, se lo sentiva! “C’è…dell’altro?”
“Sissignore.
Abbiamo fatto prigioniero il capo di una cellula degli Umanisti estremisti che
avevano organizzato questo casino, e credo proprio che alla fine faremo un bel
bottino di parecchie altre cellule. Oh, e per la cronaca, giusto per rilassarvi
i nervi, tutti i Demoni sono su Venere e non si muoveranno da lì.”
Shinker
esalò il respiro che aveva trattenuto durante il breve resoconto. “Ottimo
lavoro, Agenti, davvero ottimo lavoro. Fate presto, allora, che questo lavoro
del cavolo è come la scuola: non finisce mai.”