WEBSPINNERS:
SOLITAIRE
di Michele "Mickey" Miglionico
Introduzione
Eccovi al secondo e ultimo ciclo di questa serie partorito dalla mia mente. Se nel primo story-arc ho preferito concentrarmi sui personaggi
ragneschi uno per volta, il crossover “Inferno2” (che
vi consiglio di leggere, nella sezione “Marvel IT Presenta”) mi ha dato l’occasione
per cambiare l’impostazione della serie per le storie finali. I personaggi non
finiscono però nel dimenticatoio: in fondo alla raccolta, ne saprete di più del
loro destino e di quello di questa serie. Buona lettura!
#2003 – ROAD TO
PERDITION
"...calano
le Ombre e puoi scoprire
ogni difetto che
gelosamente nel Limbo tuo
Nasconderai..."
Tiziano Ferro, Le cose che non dici
Casa di Madame Web.
- Sono così preoccupata… mai avvertito tante sensazioni negative - annuncia
tetra la veggente alla sua coinquilina, Sharon Kane, guardando fuori dalla finestra - e come se non bastasse… il legame
psichico con mia nipote… si è spezzato.
- Scusami, Cassandra, ma… di cosa parli? Non riesco a seguirti… - scuote la
testa incuriosita l’anziana Regina Ragno.
- Scusami tu, non dovrei parlare di queste cose… non
posso… ma mia nipote… potrebbe essere morta in questo momento. O essere stata sopraffatta dal Re delle Ombre. Non
me ne stupirei, con l’energia maligna che sta saturando l’aria, immagina in segreto.
- Lo capisco, anch’io ti nascondo tante cose - sussurra - E mi dispiace per tua
nipote, anche se non capisco da cosa tu desuma che sia in pericolo… adesso
siediti e rilassati, è da stamattina che sei tutta un nervo… se potessi farei
qualcosa per te, lo farei, ma abbiamo visto che sono alquanto… impedita
attualmente.
- Apprezzo il pensiero - la ringrazia Madame Web, conoscendo le sue condizioni
e sentendosi quasi in colpa per essere di nuovo giovane e in salute.
L’ultima performance - una spericolata fuga dal Carnefice [nel #6] - è costata a Sharon una settimana di
convalescenza, distesa nel letto, accusando dolori di ogni
tipo. Assumere un siero mutageno di origine aracnide dopo
i sessant’anni aveva senz’altro contribuito a
rigenerare il suo organismo decadente, a partire dal suo sistema muscolare
(cuore compreso), per non parlare dei suoi riflessi e della sua lucidità, ma
spesso Sharon Kane dimentica di essere abbastanza vicina a compiere un secolo
di età. E quando questa consapevolezza ritorna così
prepotente, la donna non può che cadere preda dello sconforto. Ha perso mezzo
secolo della sua vita in un carcere militare… graziata dalla sua pena, ha
cercato di riconquistare il tempo perduto viaggiando in lungo e in largo e
toccando con mano ciò che aveva solo potuto studiare tra le mura della sua
cella… ma il tempo è tiranno, e ben presto ha dovuto fermare le sue
peregrinazioni a causa dell’età. Una cosa che le brucia sempre e fa rinnovare
il suo odio verso un paese in cui solo recentemente ha trovato la forza di
tornare...
- Per ora rimaniamo in casa, è più sicuro - consiglia Cassandra, e la sua
coinquilina annuisce distrattamente.
Quartier Generale della Confraternita degli Eterni.
Adrian Toomes è sconvolto. E’ da molte settimane, ormai, il galoppino di questa
società segreta. Lo fa volentieri: gli hanno ridato la giovinezza e gli danno
vitto e alloggio, in cambio di un po’ di lavoro sporco. Una pacchia.
Oggi, però, qualcosa sta andando terribilmente storto.
Dalla sua stanza privata, ha sentito urla e grida provenire dal piano
superiore, dove l’associazione a delinquere suole
riunirsi. Quando, insospettito, si è recato di sopra
per controllare, ha assistito ad una scena sanguinolenta.
Il leader della Confraternita… è stato appena linciato dai suoi colleghi. E l’Avvoltoio ha assistito impassibile al massacro.
- Era ora! - grida qualcuno - Saremmo marciti seguendo la sua ideologia… ci
vuole una brusca sterzata, qui!
- Sì, ben detto… - gli fa eco un confratello - … ma non sarai certo tu a darla!
- dà una botta mortale in testa a chi aveva parlato.
Meglio squagliarsela, questi sono tutti matti, pensa saggiamente il
criminale, scendendo nel suo alloggio e indossando la sua attrezzatura per
andare via.
Improvvisamente, però, oscuri pensieri vengono a galla nella sua mente
criminale, evocati dalla violenza a cui ha appena assistito. Probabilmente, la
Confraternita subirà un tracollo o un completo cambio al vertice da cui potrebbe non uscirne avvantaggiato. E, altrettanto
improvvisamente e irrazionalmente, gli torna in mente che c’è molta gente che
l’ha umiliato e trattato male, nel corso degli anni… ed è ora di riscattare il
suo onore, a partire dai colpevoli più inermi e dalle ferite più recenti, a
costo di usare il Juvenator
portatile inserito nel suo costume e che i suoi datori di lavoro gli avevano
sempre impedito di usare.
In questo caso, Madame Web sarà la prima a ricevere una lezione.
San Francisco. Stazione di polizia di Richmond.
- E’ un pandemonio! Ci faranno saltare la pausa pranzo, con questo
andazzo! - grida esasperato Steve Harris, e il suo collega Ben Reilly
non può non capirlo. Non ne ha parlato con nessuno, ma avverte una sensazione
di disagio fin da quando si è svegliato. Disagio incrementato
dal crescendo di delitti e segnalazioni di cui giunge notizia alla centrale,
con una frequenza a dir poco insolita. Per sua sfortuna, Ben non è nella
Grande Mela… altrimenti, sarebbe subito venuto a sapere delle cause di quello
strano fenomeno. Perché c’è una spiegazione all’improvvisa impennata di omicidi, suicidi, stupri che si sta avendo nelle ultime
ore… e che è destinata ad aumentare vertiginosamente. Un complesso fenomeno
mistico che ha come epicentro New York e che si sta diffondendo in tutto il
mondo.
- Ehi, guardate qui - Paul Carlson attira
l'attenzione di tutti verso il televisore, alzando il volume. E' sempre un
brutto segno quando la CNN mette in onda delle Breaking
News.
"… questa edizione straordinaria del notiziario.
Sembra incomba una maledizione su New York City. La Grande Mela, infatti, è da
mezz’ora vittima della più completa follia. Non solo i suoi cittadini stanno
dando inaudite manifestazioni di violenza, ma si registrano innumerevoli
apparizioni di mostri e demoni. Secondo alcune indiscrezioni, il fenomeno si
starebbe allargando a macchia d’olio nei paesi vicini, ma le autorità non
confermano. Abbiamo difficoltà a contattare---
- Oh mio dio… non anche questo… - si accarezza la fronte Steve.
- Che annata del diavolo! Prima i Marziani, poi le Twin
Towers, poi Phoenix… e adesso questo! - sbotta Jack Roberts.
- Scusate, devo chiamare mio cugino… - si allontana in apprensione Ben,
usando il telefono della sua postazione.
- Sì? - risponde una voce anziana e tremante, che riconosce come quella di Anna Watson. Con una mano sul microfono della cornetta,
il poliziotto chiede:
- Salve, signora... Peter è in casa?
- Con chi parlo? - chiede sospettosa la donna. In città la crisi è in pieno
fermento e Anna è barricata in casa.
- Un amico, da fuori città... ho sentito la televisione...
- Capisco. No, Peter non c'è adesso...
- Grazie lo stesso. Si prenda cura di sé, signora - chiude
in fretta la telefonata.
Un tentativo al cellulare di Peter va a vuoto. Fa niente, se la saprà cavare...
spero bene per la bambina e la zia. Adesso... se la situazione dovesse peggiorare anche qui... dovrò darmi da fare,
decide di dileguarsi, nella confusione generale.
New York, nei pressi di Harlem...
Felicia Hardy è nel suo sensuale costume da Gatta Nera, appollaiata sul
cornicione di un tetto. Scruta la città dall'alto, con un misto di paura e
curiosità: per sua fortuna non ha ancora incontrato demoni, ma ne vede qualcuno
scorrazzare per le strade, insieme a gesti irrazionali e violenti da parte della
gente comune. Sente che c'è qualcosa nell'aria che sta facendo impazzire
tutti... e sta iniziando a corrodere anche la sua mente.
Mantieni la calma, Felicia... concentrati e pensa solo a proteggere te
stessa e gli altri, si ripete, lanciando un lazo intorno al comignolo di un
palazzo adiacente. Non riesce a lanciarsi nel vuoto, però. Come faccio a
farlo di solito? Non ho lo straccio di un potere, se dovessi
cadere... l'altra volta fu... Kaine, a salvarmi. Chissà cosa sta facendo in
questo momento, si chiede, immobile, mentre particolari ormoni iniziano a
bersagliare il suo organismo. Non devi pensare a lui in quei termini... è un
assassino ed è il clone del tuo ex. Ci sono tanti bei ragazzi al mondo,
pensa, mentre decide di scendere per le più tranquille scale. Mentre passa accanto a vari appartamenti, tra cui qualcuno
facilmente accessibile - qualcuno è fuggito lasciando la porta aperta, per
esempio - le sovviene il suo vecchio mestiere, all'eccitamento e alla
soddisfazione che le portava un furto ben riuscito. Sarebbe così facile,
adesso... nessuno se ne accorgerebbe, nel caos. Appunto,
non c'è gusto, caccia via il pensiero, subito rimpiazzato da certe fantasie
sessuali che non pensava di poter concepire.
- Ho bisogno di un uomo! - urla al mondo, senza che
nessuno la ascolti, per sfortuna della popolazione maschile.
- Eccotene uno - rantola una
voce alle sue spalle… un demone, troppo simile ad un normale essere umano, sta
incedendo verso di lei, voglioso.
- Io... ho parlato a vanvera - indietreggia la vigilante.
- Ti sbagli... hai parlato con tutta la sincerità possibile... e io voglio
accontentarti... - dice la creatura, mentre assume alcuni lineamenti
caratteristici di Peter Parker, agli occhi di Felicia.
- Sta' lontano da me! - si mette in posizione d'attacco la Gatta.
- Saremo più vicini e uniti di quanto potrai mai essere con un mortale - le
assicura, saltandole addosso.
Brooklyn.
Edward Brock stava lavorando ad un pezzo sulle novità nel processo
all’Incappucciata, per il New York Express, quando ha sentito caos provenire dalle strade
ed ha acceso la tv, scoprendo quello che sta succedendo in città. Ecco
perché mi sentivo così a disagio, oggi, capisce, ripensando alle strane
sensazioni che hanno affollato la sua mente da quando è sveglio. Credo sia
proprio il caso di uscire come Ragno nero, il costume è nella naftalina da
troppi giorni, prende l'uniforme e la indossa,
guardandosi nello specchio. Quel grosso ragno bianco cucito sul petto gli porta alla mente vecchi ricordi.
Quando si affaccia sul davanzale della finestra e si rende conto della
situazione che sta peggiorando, viene preso dallo
sconforto. Ha resistito nelle situazioni più impensabili… ma oggi sente di non
potercela fare. Perché? Cosa
gli manca? Ha il potere, la libertà, un lavoro… cosa potrebbe desiderare di più
- oltre ad una compagna? Ecco, forse è questo che gli manca… una partner. Forse
dovrebbe richiamare la sua ex-moglie Ann. Pensandoci,
però, il simbionte è asessuato ed è capace di stabilire una relazione che due
semplici esseri umani non potrebbero stabilire... no, dimenticalo, spara
una ragnatela e inizia a volteggiare per il quartiere. Però
non ho nessuna voglia di aiutare nessuno... questa gente si sta facendo del
male da sola: la punizione è compresa nelle cose brutte che fanno. Invece altre sue vecchie conoscenze hanno bisogno che un eroe
come lui li punisca per quello che gli hanno fatto.
Sa chi si vorrebbe trovare avanti adesso.
Kaine, per esempio. Da quel che sa, è un criminale peggiore di lui, che gli ha
rubato l’idea del costume nero… un design concepito dallo stesso simbionte… e
che non merita.
La Donna Ragno, efferata delinquente responsabile dell'ultima
separazione tra Eddie e l'alieno. Imperdonabile.
E poi c’è Peter Parker… tanti anni di odio covato per lui, sorto dalla vendetta
e dal risentimento… altrettanti anni di tregua, amnesie, ritrattazioni… finché
ha riscoperto la sua identità segreta, è miracolosamente scampato alla morte
per mano di Carnage, la Donna Ragno - quanto odia anche quella troia -
lo ha separato dal simbionte e… poi, grazie alle facoltà aracnidi lasciategli
in eredità dall’alieno, ha aiutato l’Uomo Ragno a fuggire di prigione per
riprendersi la sua vita. A parte una telefonata, non sente di essere stato
abbastanza ringraziato dal Ragno… se crede che io abbia scontato quello che
gli ho fatto passare negli anni… be’,
non ha capito niente, gli rimonta la rabbia.
Basta, inutile rifuggire: per raddrizzare tutti questi torti, c'è bisogno
che torni Venom, sentenzia tra sé e sé, dirigendosi verso la TriCorp Pharmaceuticals.
Pianeta Dendera, già Chelemek
III.
Charlotte Witter non capisce assolutamente cosa sia successo. Sembrava tutto
tranquillo, stamattina, finché sua nonna Cassandra non ha rotto il silenzio
dopo settimane di rottura tra di loro per chiederle aiuto,
per indagare su sconvolgenti avvenimenti che stavano per accadere. Riluttante,
aveva indagato come Donna Ragno nel Greenwich Village,
dove sembrava esserci l’epicentro dei guai. Nel Sancta Sanctorum del dottor
Strange ha trovato una strega molto potente… che senza mezzi termini l’ha
scagliata in un portale[1].
E adesso si ritrova qui, in quello che reputa un
mondo… alieno. C’è qualcosa di vagamente terrestre, ma è del tutto
anacronistico. Nelle architetture. E soprattutto nel
vestiario della gente che la sta circondando, spaventata e incuriosita.
Per la maggior parte, sono donne.
- Chiamate le Consigliere della Dea! - gridava qualcuna.
- Sta arrivando qualcuno - acquietava i timori un’altra donna.
Ma dove diavolo sono finita? Chi sono
queste donne vestite per Halloween? Che lingua parlano?
Oh, ma che domande… scrolla
la testa Charlotte, rialzandosi dopo essersi ripresa dallo shock.
Improvvisamente, un silenzio innaturale cala sulla piazza in
cui è apparsa la Donna Ragno. Il volto delle donne attorno a lei (e di
un paio di affascinanti uomini, all’apparenza timorati
di dio) si incupisce, per poi sparire: tutte le persone si sono prostate sul
terreno, con la testa premuta per terra. Solo così Charlotte può vederla… una
donna bellissima sta avanzando verso di lei, accompagnata dalla musica di un
sistro che porta sotto il braccio e che suona da solo. In testa, un bizzarro
copricapo ispirato a una testa bovina.
- Salve, straniera…
Ma come? Parla inglese?, si meraviglia, ma poi
si rende conto che il suono che giunge alle sue orecchie e le informazioni che
giungono al suo cervello non coincidono.
- Dove mi trovo?
- Benvenuta su Dendera. Io sono Hathor…
e ti invito nella mia reggia.
San Francisco, videoteca VideoMania.
Helen Spacey lavora da poco tempo in questo negozio come commessa e si è
trovata abbastanza bene. Stamattina, invece, è venuta davvero controvoglia: avrebbe voluto rimanere a dormire, e il fatto di essere
dietro il bancone, senza un cliente neanche a pagarlo, la sta facendo davvero
innervosire.
- Giornata fiaccia, eh? - nota Anthony, il padrone
che l'ha assunta.
- Già... se continua così me ne vado - lo avvisa Helen.
- A tuo rischio e pericolo, non ti pagherei dopo - l'avvisa anche lui.
- Stronzo - sussurra tra i denti la ragazza.
Prima che Anthony possa inalberarsi per ciò che ha
vagamente sentito, una banda di ragazzi irrompe nel negozio, rumoreggiando.
- Ciao, bellezza... hai qualche film porno da consigliarci? - esordisce uno di
loro.
- Abbiamo voglia di farci qualche sega... ci vuoi aiutare per caso? - lo segue
a ruota un suo compagno.
- Ehi, come vi permettete... - cerca di difenderla Anthony, ma una sprangata
sulla spalla e un calcio nell'addome lo mettono fuori gioco.
Helen indietreggia, atterrita e confusa. Dov'è il Ragno Rosso quando serve!?, si chiede retoricamente,
pensando al suo ragazzo. Gli verrebbe in mente di chiamarlo, ma non ha né lo spazio per muoversi né il tempo di farlo.
- Perché accontentarci di una sega... quando abbiamo della bella carne fresca?
- propone uno di loro.
Helen urla prima ancora che l'intera banda la violi.
Harlem.
La Gatta Nera si sente stranissima. Non e' riuscita ad evitare che il demone le si avvinghiasse addosso... ma non si aspettava la
successiva mossa. Il mostro non la sta violentando: sta penetrando in lei, ma
non nell'accezione sessuale. Sta entrando nel suo corpo, risvegliando
sensazioni sopite ed evocandone nuove di tipo orgasmico, che la pervadono. Poi, improvvisamente, tutto tace, come se il
demone fosse sparito... o fosse stato assorbito.
- Dio, che diavolo e' successo?! - si chiede, guardandosi intorno. Pur nel suo
stato confusionale, riesce ad arrivare in strada.
Un uomo esce da un portone brandendo una pistola contro una donna, che fugge
terrorizzata qualche metro davanti a lui.
- Fermo! - gli corre incontro Felicia, pur stordita, nell'impossibile intento
di raggiungerlo e fermarlo in tempo.
L'uomo preme il grilletto. Nulla. Ci riprova più volte: ma la pistola si è
inceppata.
Per fortuna, pensa la Gatta, rendendo inconsciente
con un paio di mosse il pericoloso individuo e disarmandolo.
Intanto, la donna in fuga si è fermata per capire come ha fatto a salvarsi. Sta
andando incontro alla vigilante per ringraziarla, quando una macchina in corsa
a più di 200 km/h macina in pochi secondi il tratto di strada che la separa
dalle due.
- No! - urla Felicia, consapevole di non potersi in alcun modo scansare in
tempo.
Improvvisamente, una gomma dell'automobile scoppia, facendo sbandare il
veicolo, che si va a schiantare sul muro di un palazzo, senza alcuna vittima
oltre il conducente.
Oddio, allora... il demone ha risvegliato i miei poteri iettatori!, capisce la Gatta Nera, inquietata ma piacevolmente
sorpresa. Adesso sa come usare questa facoltà contro chi
vuol far uso di violenza...
Dendera.
La Donna Ragno segue perplessa la donna che si è dichiarata essere una dea, che
la sta conducendo in un lussuosissimo palazzo. Charlotte nota con interesse che
gli individui del suo sesso sono libere, mentre gli
uomini sembrano addetti a incarichi più umili e servili. Forse è solo
un'impressione, si giustifica.
- I miei colleghi sono molto più restrittivi verso i visitatori del nostro
vecchio universo - spiega Hathor - a ragione; spesso
voi metaumani siete forieri di seccature. Ma io so
riconoscere un’ospite gradita da una sgradita.
- Io sarei gradita? - chiede sfacciata la Donna Ragno, per nulla intimorita
dall’essere alla presenza di una dea.
- Sì… avverto un’affinità tra di noi. Continua a
seguirmi… e capirai.
Non posso fare altro… non sono sulla Terra e non so come tornare a casa. Ho
un appuntamento fra poco!, ricorda con dispiacere.
- Dentro di te alberga un male oscuro… - la avverte la dea, squadrandola da
capo a piedi, forte della sua sensibilità metafisica.
- Ne sono a conoscenza… - si riferisce al Re delle Ombre imbrigliato nella sua
psiche.
- Posso fare qualcosa per aiutarti?
La tentazione di risponderle positivamente è forte... ma Charlotte Witter ha
bisogno di conferme per la sua autostima, dopo essere stata usata in tutti i
modi in cui una donna può essere usata.
- No, grazie... - dice a malincuore.
- Non si rifiuta impunemente il dono di una dea. Ad ogni modo... benvenuta nel
mio harem - apre con un gesto un grosso portale. Nell'immensa sala, Charlotte
vede dozzine di uomini bellissimi, avvinghiati ai
piedi di pochissime donne, e altrettanti impegnati in danze sensuali per la
gioia di alcune spettatrici.
- Wow - commenta.
- Questa è la filosofia imperante sul mio mondo: l'unico scopo dell'uomo è dare
piacere a noi donne... e permettere a chi vuole di sperimentare la gioia della
maternità.
- Oh... io... sono sorpresa.
- So che sulla Terra le cose non funzionano in questo modo... tantomeno nelle
terre che il mio pantheon governava. Non sono mai riuscita a
imporre questa mentalità tra i miei simili... ma qui, su Dendera,
ho piena autorità.
- Perché sono qui?
- Charlotte, sei un libro aperto per me. So cosa ti spinge a vendere il tuo
corpo: il desiderio di dominare gli uomini per trarne soddisfazione. Ebbene... qui avrai ciò che desideri. Da ora in poi farai
parte della mia corte privata.
La Donna Ragno sorride maliziosamente. Forse non si troverà male, qui. Anzi.
TriCorp Pharmaceuticals.
Come previsto, il servizio di sicurezza è praticamente inesistente, in questo
momento: le guardie si staranno dando alla pazza gioia, come tutti i loro
concittadini, del resto.
Poco gli importa se lo studio del suo amico simbionte e delle sue straordinarie
facoltà biologiche potrebbe accelerare esponenzialmente i progressi in area biomedica… l’unico suo interesse è riunirsi all’alieno… e
tornare ad essere Venom.
Così, Eddie Brock vaga per il complesso, seguendo le tracce
che il suo istinto ragnesco riesce a leggere. Dopo dieci minuti, capisce
che il suo amico è dietro una porta spessissima. Niente che
non si possa deformare con la forza di un culturista con i poteri dell'Uomo
Ragno. Dopodiché... lo vede.
*Eddie...* lo saluta nella testa l'alieno. Se il
vigilante aveva ancora qualche dubbio sulla sua riunione con lui, questo è
scomparso alla vista del simbionte dolorante, irriconoscibile in quel cilindro
termico.
- Cosa ti hanno fatto?! Ti torturano, questi macellai! - urla indignato,
iniziando a prendere a pugni il vetro che li separa. Ignora il suo sesto senso,
che lo avvisa di essere osservato.
Quando finalmente il cilindro crolla a pezzi, Edward
Brock e' pronto a sopportare il dolore che accompagna sempre l'inizio di una
nuova simbiosi.
Casa Webb.
Una finestra si infrange, facendo scattare la molla
tesa che ha rappresentato finora gli animi di Cassandra e Sharon.
- Pagherai per esserti intrufolata nel mio cervello, donna! [sempre nel #6]- maledice l’Avvoltoio, afferrando Madame
Web per i polsi prima che lei o la sua coinquilina possano
realizzare ciò che sta succedendo e reagire.
A questo punto, l’occhio umano non vede chiaramente cosa sta succedendo. Non si
capisce perché la veggente stia urlando di dolore, non può essere solo il
dolore ai polsi… quando compaiono improvvisamente un paio di rughe sul suo viso
e sul suo collo, si intuisce che il villain le
sta assorbendo l’energia vitale.
Sharon Kane non perde tempo: estrae dalla sua borsetta una piccola pistola e
grida “Fermati!”, puntandola contro il criminale, il quale si ferma e ride
sguaiatamente.
- Non ci casco due volte, vecchia gallina… non so che farmene della tua tela -
e un crepitio preannuncia la riattivazione del Juvenator.
Uno sparo rimbomba tra le pareti della casa. (Nessuno ci fa più caso, ormai,
nel vicinato). Un proiettile colpisce in pieno petto l’Avvoltoio, facendogli
lasciare la presa e facendolo cadere all’indietro. Per sua fortuna, il costume
rinforzato lo ha protetto abbastanza.
Madame Web crolla anch’ella sul pavimento, priva di
sensi.
La Regina Ragno fa cadere la pistola, causa rinculo, con le orecchie che le
rimbombano, ma non si perde d’animo; raccoglie l’arma, procede verso il
criminale e gliela punta di nuovo addosso.
- Non sottovalutarmi. Cassandra Webb è una brava donna, non
merita questo. In quanto a noi due… tu lascia
stare lei e portami dai tuoi capi. Solo così non ti sparerò un colpo in testa.
- Una nonnina tenace, eh? Ho rubato qualche anno di vita alla tua amica, sono
soddisfatto… e se proprio vuoi incontrare i miei capi… fai pure. In questo
momento, però, dovrebbero essere alquanto impegnati… - usa un eufemismo.
- Nessuna finta, nessun doppio gioco, Avvoltoio. Ho novant’anni, saresti un vigliacco a colpirmi alle
spalle.
- Facciamo presto - le intima il criminale, minaccioso.
Più velocemente che può, Sharon apre l’armadio della sua coinquilina e tira con
forza l’abito che Cassandra usa abitualmente quando lavora. Appallottolato, lo
infila in una borsa insieme alle sue pistole - quella ordinaria
e quella lanciaragnatele.
- Andiamo.
Con fare insolito, Adrian prende con facilità tra le sue braccia la donna,
lancia uno sguardo di soddisfazione all’incosciente Cassandra e spicca il volo.
San Francisco, casa Reilly.
Helen è sotto la doccia, con lo sguardo perso. Una spugna ruvida spalma con
troppa forza sul suo corpo un bagnoschiuma esfoliante,
che le graffia la pelle. Il suo intento è lavare via ogni traccia fisica di
quello che è successo, lavare via l'onta e il ribrezzo. Solo un'ora fa è stata stuprata da quel gruppo di ragazzi, il trauma è
ancora fresco. Anche il tragitto verso casa - uno
slalom tra gente fuori di sé e demoni - non è stato granché rilassante.
La cosa che più la fa impazzire è che una parte di lei
ha goduto per la spontaneità e il furore di quell'atto
di violenza. Per un secondo pensa ad Anthony, che lasciato lì, impunemente
inerme.
Si accorge che l'acqua che le cola dal capo è scura:
la tintura castana sta andando via.
Finalmente si decide ad uscire dalla doccia e si asciuga con cura, come se si
sentisse un fiore sgualcito. Mentre usa l'asciugacapelli, vede delinearsi nello specchio il fantasma di colei per cui è al
mondo. Ricorda com'era prima che Gwen morisse, prima che con
il suo omicidio finisse l'età dell'innocenza. Vuole tornare a quei
tempi.
Quartier Generale della Confraternita degli Eterni.
- Eccoci arrivati - annuncia Toomes, facendo il verso
ad un’ipotetica hostess, entrando da una finestra rotta, sul fianco dell’attico
del grattacielo - Fai come se fossi a casa tua… dopo quello
che è successo non credo di avere più un legame con questa società.
Scendendo sulle proprie gambe, Sharon Kane capisce il senso di quelle parole.
Lo scenario è degno del finale di una tragedia greca. Cadaveri e sangue
dappertutto.
La vista, al momento, non sembra destare turbamento nella donna. In fondo, nei
suoi anni oscuri, era disposta a rendersi complice di stragi ben peggiori.
- Spero non ci rivedremo più… ho dei conti da saldare, adesso - sta per spiccare il volo, e la Regina Ragno non fa in tempo
a fermarlo, se non a gridare:
- Ti ricompenserò!
Rimasta da sola in quel letterale macello, l’avventuriera si guarda intorno,
cercando di capire come sfruttare un’occasione così potenzialmente fruttuosa. Pensavo
di dover faticare per ottenere ciò che voglio… invece
non trovo ostacoli sulla mia via. Non posso fallire, si ripromette. Dei passi in
lontananza capitano a fagiolo: seguendone il rumore, giunge alle spalle di un
misterioso fuggitivo.
- Fermo! - gli intima, con la pistola puntata verso di
lui.
- E tu chi sei!? - chiede adirato l’uomo, voltandosi di scatto.
- Piacere, io sono Sharon… e voglio accesso alla fonte della giovinezza.
- Ah! - emette un suono di superiorità - Pensi che abbia paura di te? Ho ben
altro da fare, io…
- Tutti indaffarati, a quanto sento. Ma tu mi renderai giovane, volente o nolente. Se può interessarti, ti darò qualcosa in cambio.
L’avidità inizia a farsi strada nella mente dell’Eterno.
- Sentiamo…
- Una volta tornata nel fiore degli anni… te lo succhierò.
In un altro contesto, una frase del genere pronunciata
da labbra così vecchie avrebbe scatenato il riso in chiunque.
- Ah, davvero? Be’, come minimo dovresti concedermi anche una bella scopata…
- Ok, avrai quello che desideri. Ma adesso…
muoviamoci.
L’Eterno sorride, roso dalla lussuria che gli sta pregiudicando la capacità di
intendere e di volere, e fa cenno alla Regina Ragno di seguirlo.
Casa Reilly.
Ben torna a casa di corsa, ha provato a chiamare ma nessuno risponde, teme che
possa essere successo qualcosa alla sua donna. E' stato rallentato da un paio
di situazioni critiche che doveva contribuire a risolvere, ma ha fatto più in
fretta che ha potuto.
- Helen! - apre di corsa la porta principale, guardandosi di fronte. E rimane allibito dalla donna che vede di fronte a sé.
Un conto è con un look diverso, un conto è rivedere
Gwen Stacy, bionda, con la sua caratteristica fascia e un abito vintage, seduta sul divano di casa sua. E' proprio come
vedere un fantasma, una sensazione poco piacevole.
- Helen, ma... che fai? Stai bene? - le si avvicina,
anche se lei continua ad avere uno sguardo fisso e assente.
- Helen è stata stuprata, Peter.
- Ma... cosa dici?
- E' così. Dov'eri quando aveva bisogno di te? Ti
stavi facendo biondo? - finalmente lo guarda, ma con disprezzo e rancore.
- Oddio, Helen, che ti succede...
- Io sono Gwen! - urla infastidita.
- E va bene, giochiamo a questo gioco! - grida seccato Ben, correndo in bagno e
tornando un minuto dopo, con i capelli impiastricciati di tintura castana, che
copre il biondo transgenico della sua chioma.
- Sei contenta, così? Sono il tuo Peter, adesso! - la
afferra per le spalle, scuotendola. La ragazza scoppia in un pianto dirotto e
si copre il volto con le mani.
- Ben, aiutami - abbraccia il suo ragazzo.
- Helen... ti hanno davvero...
- Sì - conferma tra i singhiozzi. Ben la abbraccia più intensamente.
- Scusa, per proteggere gli altri non ho protetto te...se
gioco a fare l'eroe è solo per dimostrare che sono all'altezza
dell'originale... e ho fallito. Peter non salvò Gwen....
e io non ho salvato te.
Queste parole non sono molto di conforto per Helen, che prende a piangere più
intensamente.
Come faccio a lasciarla qui sola, adesso? E io che volevo
irrompere all'anagrafe per indagare su mio figlio,
si rammmarica.
Quartier Generale della Confraternita degli Eterni
- Questo è il nostro laboratorio - spiega Philip,
molto dopo essersi presentato.
- Affascinante ed inquietante - commenta Sharon. Intorno a sé vede
qualcosa di molto simile ad un zoo… una voliera zeppa
di uccelli, gabbie strabordanti di vari animali,
acquari… e celle con uomini apparentemente disperati. - A cosa servono questi
animali? E… quegli uomini?
- Qualcuno desidera appropriarsi di energie vitali
animali, dà una nota di colore al processo… mentre quegli uomini… davvero lo
chiede?
- Chi sono?
- Feccia dimenticata, che noi trattiamo con tutti i crismi… almeno fino al
momento del sacrificio.
- Capisco - dichiara impassibile la Kane, per poi informare: - Voglio essenza
di ragni, dentro di me… è disponibile?
- Sì, ma… per essere una clandestina truffaldina, ne ha di richieste, eh?
- Cos’è, Philip… non senti più la canna della pistola
sulla tua schiena?
- Oh, sì… e ricordo anche una certa promessa…
Qualche minuto dopo, tutto sembra essere pronto. Un ignoto homeless è stato
narcotizzato e collegato a dei cavi, lo stesso è accaduto ad un contenitore
colmo di aracnidi… e Sharon Kane, distesa su un lettino
con un imbarazzante completo di biancheria intima, viene a sua volta ricoperta
di elettrodi e fili.
- Mi passa quasi la voglia a vederti così… rattrappita - confessa Philip, armeggiando con una siringa.
- Molto gentile da parte tua… ma vedo ancora uno sguardo libidinoso nei tuoi
occhi… e una salivazione eccessiva…
- E’ l’idea stessa di scopare… non riesco più a trattenermi, non mi è mai
successo… ma non distrarmi…
- Cos’è quella roba? Non sarà mica un veleno?
- E’ un siero di enzima telomerasi.
Favorisce il ringiovanimento genetico… sai, una volta senza questo
gli effetti del Juvenator erano temporanei…
- Ah, capisco…. Dai, sbrigati!
Il contenuto della siringa viene iniettato nelle vene
di Sharon, con una certa difficoltà da parte di Philip
a trovare un punto adatto all’endovenosa.
Un minuto dopo, acceso il Juvenator,
Sharon Kane ha le convulsioni.
- Non preoccuparti, è tutto normale - la rassicura, vedendo su di lei la pelle
diventare morbida, i muscoli sodi e tonici, i lineamenti più regolari… finché,
la Regina Ragno non emette un gemito di piacere.
- Ah… io… non mi sono mai sentita così bene! - urla, euforica.
- Avevi ragione, dovevo avere fiducia - si congratula indirettamente Philip, saltandole addosso.
Se in un primo momento Sharon aveva deciso di bluffare
e mandare al diavolo il suo ingenuo collaboratore, adesso le sovviene che non
tocca un uomo da secoli… e che un po’ di sesso non le farà affatto male.
- Nonostante tutto, sono una donna d’onore - dice, mentre si lascia strappare
di dosso i suoi pochi indumenti.
Improvvisamente, però, un paio di demoni irrompono
dalla finestra.
- Sì… stupro - dice uno all’altro, indicando la donna svestita.
- Se proprio devo, me li scelgo bene i partner - ironizza la Regina Ragno,
balzando addosso alle due creature infernali, scaraventandone una giù per il
grattacielo e spappolando l’altra contro una parete, tutto con la forza
sovraumana delle sue giovani gambe.
Il povero Philip è più eccitato che mai dopo questa
performance della guerriera desnuda.
- Dove eravamo rimasti?
Per le strade di Harlem...
La Gatta Nera si sta dando da fare per usare i suoi riscoperti poteri a fin
di bene... ma la sua mente è completamente ottenebrata dalla lussuria, il suo
corpo sfiaccato dallo sforzo.
Non ce la faccio più, si
rintana affanata in un vicolo,
sperando di essere al sicuro. Forse lo è da persone e mostri, ma non da ciò che
è dentro di lei.
Ad aggravare le cose, una sagoma nera che le sfreccia sulla
testa. La riconosce subito, come se non avesse fatto altro che avere gli
occhi puntati per ritrovare...
- Kaine!! - grida ad alta voce, sortendo lo scopo di farlo
fermare e tornare indietro. Non le è passato per la mente che in quel
costume ci sarebbe potuto essere Eddie Brock. Inizia a
salire le scale antincendio, mentre il Ragno Nero le va incontro dal tetto,
arrampicandosi sulla parete del palazzo.
- Tutto ok, Felicia? - chiede Kaine, più per convenevoli che per altro.
- Tu che dici? E a te?
- Ho passato ore bruttissime, ma adesso... sto meglio, grazie - la rassicura,
senza parlarle della drammatica rivolta che ha dovuto fronteggiare all'istituto
Ravencroft insieme all'Uomo Ragno e agli Spiriti della Vendetta. Anche lui ha
dato di matto, come molti... e la cosa lo ha impaurito
non poco. Aveva bisogno di prendere una boccata d'aria.
Adesso i due sono alla stessa altezza.
- Mi fa piacere... che fortuna trovarti...
- Perché?
- L'altra volta mi sono comportata male con te... vorrei scusarmi e
ripagarti...
- Non ti conviene stuzzicarmi... oggi non rispondo di me - la avverte il clone.
- E' esattamente quello che voglio - dice lei, prendendolo per il costume e
tirandolo a sé.
Kaine si scopre la bocca dalla maschera: la Gatta Nera è più lasciva del solito
e non si lascerà sfuggire l'occasione di esaudire le
fantasie che hanno infestato la sua mente dal loro primo incontro in questi
panni.
Due minuti dopo, il Ragno Nero sta aderendo al muro con la schiena e le piante
dei piedi, la parte inferiore della calzamaglia impercettibilmente abbassata.
La Gatta dello stesso colore è a cavalcioni sulle sue gambe piegate, con il suo
costume in pelle cadente. I loro movimenti spiegano
chiaramente ciò che stanno facendo...
- Oh, Kaine... io... - ansima Felicia, sfiorandogli le labbra.
- Non dire niente - la zittisce lui.
- Vieni a vivere con me - gli chiede, in un impeto irrazionale.
- Va bene - acconsente lui, continuando a spingere.
Dendera.
Sono passati molti giorni da quando la Donna Ragno è stata
ammessa nella corte di Hathor (nella Zona Negativa il
tempo scorre più lentamente) e, nonostante abbia sperimentato un piacere di
intensità e qualità ignoti, Charlotte Witter si è ormai annoiata di ballare,
cantare e fare sesso tutto il giorno.
- Mia dea - chiede di parlarle, con falsa reverenza - io mi chiedevo se... lei
fosse disponibile a riportarmi a casa.
- Come? Stai forse rifiutando l'onore della mia disponibilità?! - si altera la
divinità egizia.
- No, mia signora, le sono molto grata... ma ho nostalgia del mio mondo.
- Io... in tanti millenni, non ho mai saggiato tanta sfacciataggine in un
mortale. Eppure... ammiro la tua audacia, Charlotte: è
ciò che ci vuole in una donna, per riaffermare il valore del sesso femminile
sulla Terra. Ebbene, acconsentirò alla tua richiesta, a patto che ti impegnerai a contribuire all'emancipazione delle tue
simili.
- Con molto piacere, Hathor.
- Addio, Charlotte Witter - la congeda la dea, aprendo un portale accanto a
loro con un solo pensiero.
- Addio... e mi saluti le donne di corte e i concubini - sono le ultime parole
della Donna Ragno, prima di tornare sulla Terra devastata dall'Inferno. E si pente di aver lasciato il Negaverso.
Quartier Generale della Confraternita degli Eterni
Dieci secondi dopo la fine del rapporto, Sharon Kane ha usato le sue rinnovate
facoltà aracnidi per mettere fuori gioco il suo partner. Subito dopo, si è
dedicata a sbarazzarsi dei cadaveri sparsi per il quartier generale… infine, ha
convocato i membri superstiti dell’organizzazione.
Sopraggiunti alla chiamata, hanno trovato il loro collega
legato e imbavagliato, con una pistola puntata alla testa. Dietro di loro,
un’affascinante donna, avvolta in un lungo abito di seta nera, rifulgente di un
ragno argenteo sul florido petto.
- Cosa vuoi, puttana? - va al sodo uno degli Eterni.
- Semplice. La leadership della Confraternita.
- Stai scherzando… ci siamo scannati proprio per questo!
- E vi siete decimati. Sapete come si dice… tra i due
litiganti, il terzo gode.
- Puoi lasciare andare Philip… un morto in meno non
ci scomporrà. Non in questo momento.
- Va bene… ma questo non vuol dire che rinuncio al mio obiettivo. Ormai conosco questo posto, le vostre facce… potrei denunciarvi
facilmente. Ma non lo farò… una società segreta è proprio
ciò di cui avevo bisogno. E questa in particolare mi sarà d’aiuto.
- Non ti temiamo.
- Neanche dopo questo?
In pochi secondi, dà una dimostrazione dei poteri ragneschi che ha acquisito in
Perù e che sono stati potenziati dall’essenza vitale
dei ragni sacrificati alla sua giovinezza.
- Oh… credo possiamo discuterne, a questo punto - si lascia scappare uno di
loro.
- Bene. Dopo tanti anni… è arrivato il momento del riscatto. La Regina Ragno è tornata… potente come non mai - sorride enigmaticamente,
sotto lo sguardo perplesso degli Eterni.
Come
avrete potuto notare, la lussuria è la conseguenza che
più ho analizzato tra i possibili effetti della Cappa delle Ombre, non solo in
questo tie-in. In generale, però, tutti i
personaggi sono più spregiudicati e vittima dei loro
vizi. Come sottile finezza, tutti si danno del tu, anche gli sconosciuti (in
inglese avrei dovuto far chiamare tutti per nome, lo so). Per avere ulteriori notizie dei Ragni Neri, non perdetevi i tie-in de “L’Uomo Ragno”, dove ritrovate Kaine ed
Eddie Brock. Essendo l'episodio gia' troppo lungo cosi', ho preferito
dare solo degli sprazzi sui personaggi, riservandomi di svelare retroscena e
conseguenze nei prossimi episodi... e se pensate che abbia esagerato nel
ringiovanire anche la Regina Ragno... spero converrete che questa volta
ha senso :)
[ii][i] Poco conciso sunto di alcuni
eventi di “Inferno#1”…
#09 – OCCHI DI
GATTO
#9 - Occhi di gatto
di
Mickey
1.
Felicia Hardy apre la porta d'ingresso del suo attico, a
malapena succinta in una vestaglia di raso. L'ospite trattiene sorpresa e diletto per quella vista. |
2.
Cassandra
Webb potrebbe essere una delle persone più colpite dalla crisi infernale degli
ultimi giorni. Ha perso il suo collegamento mentale con sua nipote Charlotte,
l'Avvoltoio le ha rubato qualche anno di vita,
lasciandola inconsciente per svariate ore e la sua
coinquilina si è dileguata con la sua roba. Unica traccia di lei, una busta con
dei soldi e poche righe:
Grazie dell'ospitalità, questo è quanto ti devo. Mi dispiace
non averti potuto salutare di persona ma non avresti capito.
Addio, Sharon
E' da quando la
crisi è cessata che sta provando a contattare
Charlotte in ogni modo, invano... fino ad adesso. Sente una traccia e non perde
tempo a raccoglierla.
*Charlotte!*
*Nonna, che ci fai nella mia testa?!*, chiede la Donna Ragno, indispettita da quell'invasione psichica. Per fortuna si trova
nel suo letto.
*Ti cercavo... il legame psichico si era spezzato, e... ti sento
confusa...*
*Lo credo bene, quando sono andata ad indagare per conto tuo ho trovato una
tizia che mi ha spedito su un altro mondo, dove ho passato la settimana più
assurda della mia vita...*
*Settimana? Qui sono passati poco più di tre giorni.*
*Boh, comunque torno qua e
vedo che la città é un macello...*
*Già, è successo questo*, le visualizza nella mente
un'idea degli ultimi avvenimenti.
*Accidenti, che mi sono persa!*, si rende conto Charlotte.
*L'importante adesso è rinsaldare con i miei poteri la prigione del Re delle
Ombre...*
*Fai pure, tanto Farouk sta zitto e buono da un
po'...*
*Questo dovrebbe metterti ancora più in allarme.*
*Perché? Magari si diverte dentro di me!*
*Lasciamo perdere... riguardati, piuttosto...*
*Non darmi consigli, grazie. Addio.*
Charlotte non ha dimenticato la soffiata che sua nonna fece
alla polizia; Cassandra sente che non gliel'ha ancora perdonata... vorrebbe
cercare Sharon Kane, ma adesso le sue facoltà telepatiche sono di nuovo
vincolate dall'aiuto che sta dando a sua nipote. Avrei
dovuto farlo prima, si rimprovera. La sua casa è sempre stata
popolata negli ultimi tempi e si era abituata a questo... adesso è di nuovo sola, ha paura di vedere ancora i fantasmi e
attende da un momento all'altro di veder spuntare uno di quei demoni che ha
dovuto affrontare nei giorni scorsi, pur esautorata dalle forze. Un vero incubo... che rischia di trascinarla nella fobia. Nonostante
le apparenze, ho pur sempre ottant'anni, giustifica i suoi timori.
3.
Edward Brock è alquanto inquieto in questi giorni. Sono passate poche settimane
da quando aveva cominciato una nuova vita: si era lasciato alle spalle la sua simbiosi
con Venom, era stato assolto per i crimini commessi in quella veste e aveva
addirittura ottenuto il lavoro che ha sempre amato - giornalista. Questo,
finché pochi giorni fa il pianeta è impazzito, e lui con esso.
Si è riunito al simbionte alieno, ha sventato il definitivo ritorno sulla Terra
dell'odiato Carnage e ha usato metodi troppo duri contro le persone che aveva
sorpreso a fare uso di violenza durante la crisi. Adesso che è tutto finito,
non sa che fare. In verità, l'alieno è alquanto silente: l'Uomo Ragno ha
distrutto la sua volontà e gli studi fatti sulla sua pelle alla TriCorp gli
hanno dato il colpo di grazia. Ci vorrà tempo prima di
farlo riprendere dallo shock e far tornare dalle cenere il vecchio amico che
conosceva... ma è sicuro di volerlo? Adesso, l'Uomo Ragno sa che Venom è
tornato e potrebbe non esserne contento. E potrebbe
non essere il solo.
Il senso di ragno scatta qualche secondo prima che il
campanello del suo modesto bilocale suoni.
Chi cazzo è adesso?, si chiede turbato, andando
con non-chalance ad aprire. Oh, no, che palle, pensa, quando vede...
- Salve, signor Brock... siamo gli agenti Connors e Phillips,
dell'FBSA
- dice il primo dei due, mostrando insieme al suo collega il suo tesserino -
possiamo entrare per farle qualche domanda?
- Prego, entrate - li invita ad accomodarsi, come se non avesse niente da
nascondere. Meglio fare buon viso a cattivo gioco. - Posso offrirvi
qualcosa?
- No, grazie, siamo in servizio - rifiuta Phillips,
sedendosi su un consunto divano nell'ingresso - sa perché siamo qui, signor
Brock?
Cosa mi conviene rispondergli? - Non ne sono sicuro,
agenti... ditemi pure.
- Come dovrebbe sapere, l'entità simbiotica aliena classificata come
"Venom" è stata trafugata dalla TriCorp Pharmaceuticals. Abbiamo
qualche testimone che afferma di aver visto Venom in città, e in questo caso
intendo la simbiosi tra l'alieno e un umano. Ovviamente, Eddie - cambia
tono Connors - non ci sono prove che la coinvolgano,
qualcun altro avrebbe potuto liberare il simbionte e unirsi ad esso... ma
capisci bene che dovevamo interpellarti, no?
- Certo, certo... comunque io non c'entro niente -
mette le mani in avanti Brock.
- Mi dispiace, Eddie - dice Phillips,
prendendo qualcosa dalla giacca interna della tasca - dovresti seguirci
senza fare storie. Questo apparecchio - mostra ciò che ha preso, che sembra più
che altro un cellulare per fare MMS - vibra, e vuol dire che rileva qualcosa di
anomalo nei parametri fisici del tuo corpo. C'è un plotone di agenti armati per tutto l'edificio, quindi non fare
scherzi.
- Siete folli - sentenzia Venom, mentre gli occhi diventano bianchi e grandi, e
qualcosa che sembra sangue raggrummito si spande in
pochi secondi su tutto il suo corpo da culturista.
- Fermo! - intimano i due agenti, puntandogli contro due pistole termosoniche. Dozzine di filamenti alieni si propagano verso di loro... le armi sparano raggi,
ma il simbionte sembra esserne immune. I due non si accorgono nemmeno delle protusioni che salgono su per i loro nasi, entrando in
contatto con i loro cervelli.
Un minuto dopo.
- Ecco a lei la copia del verbale, signor Brock - gli porge un foglio Phillips, come se niente fosse.
- Ci scusi ancora se abbiamo dubitato della sua buona fede - si rammarica Connors.
- Figuratevi... interpellatemi se ci sono novità - li accompagna alla porta,
congedandoli.
Una volta solo, Eddie Brock sorride. Amico mio... c'è qualcosa che può
fermarci? Ora dobbiamo tranquillizare
un paio di persone... pensa,
disegnandosi un cappotto addosso e uscendo di casa.
4.
- Facciamola finita, Donna Ragno!
- Sono d’accordo… ma a modo mio!
A parlare, durante un intenso corpo a corpo a Battery
Park, sono due vigilanti della Grande Mela: l’aracnide Charlotte Witter e il
misconosciuto Strongarm, ragazzone biondo,
ipertrofico e poco vulnerabile.
Charlotte è eccitata da questo scontro indetto a causa del Grande Gioco. Se è andata a letto con Youngblood, l’ultima volta… perché
non dovrebbe farlo con questo ragazzo, che l'attrae ancora di più? Biondo,
occhi azzurri e ben piazzato, a dir poco. Peccato doverlo sconfiggere…si
rammarica, mentre evita l’ennesimo pugno dell’avversario, sotto gli occhi
stupiti e impauriti degli astanti, pochi curiosi così audaci da rimanere ad
assistere.
Combatte quasi automaticamente: mai come in questi giorni la sua mente è strabordante di pensieri. Da un lato il ricordo del suo
recente soggiorno in un altro universo - esperienza che turberebbe chiunque;
dall'altro, il turbolento rapporto con la sua giovane nonna... senza contare la
curiosità di conoscere l'identità del suo sponsor, che un'ora fa le ha mandato un SMS sul suo cellulare per comunicarle luogo e ora del match.
C'è che chi fa palestra, "aerobica" e simili; Charlotte preferisce tenersi
in forma così. Ultimamente questo le serve più che mai: non riesce a capire
perché, ma aumenta sempre più di peso. Per ora la differenza
è solo nella bilancia, ma... chi può dirlo quando non sarà più
presentabile in costume... o, peggio, nel letto dei suoi facoltosi clienti?
- E' inutile, bello mio... i miei riflessi sono molto più veloci dei tuoi - si
concentra sulla battaglia e si compiace nel vedere il suo avversario sfiancarsi
- Forse è ora di usare davvero i miei assi nella manica, che ne dici?!
- Ho sconfitto Bloodshed, sconfiggerò anche te -
cerca di convincersi il ragazzo.
- Bloodchi?! Tesoro, io sono stata citata almeno tre
volte sul Daily Bugle... a differenza di voi due!
Ho aspettato anche troppo, pensa, mentre emette della ragnatela psicorganica dai suoi polsi, intrappolando Strongarm e tirandolo a sé. Uno sbuffo di neurotossine paralizzanti - retaggio della Tela Mortale -
mette fine alla partita.
- Cough! Cough! Ma cosa...?! - ramazza al suolo Armstrong.
- Scusami, ma mi stavo scocciando - si inginocchia per
parlargli - Il mio sponsor mi ha chiesto di protrarre il più possibile gli
incontri, altrimenti lui e i suoi amici non si divertono... - gli sfila
un'inedita maschera dal volto, innalzandola al cielo per mostrarla a misteriosi
osservatori (telecamere nascoste, probabilmente). - Tu vieni con me - si carica
con facilità il ragazzo sulla spalla e corre via con libidinose intenzioni.
5.
Ben Reilly è sotto stress. La sua ragazza Helen è sotto shock a causa dello
stupro che ha recentemente subito, la cui conseguenza più blanda è che non si
fa toccare nemmeno da lui... ciò lo sta facendo molto riflettere sul loro
rapporto. E' stato sgridato dai suoi superiori perché durante la crisi
infernale è sparito in più occasioni, a differenza di molti suoi colleghi che
hanno tenuto i nervi saldi. Per punizione, gli è stato
affidato la maggior parte dell'intenso carico burocratico connesso alla
crisi, una sequela infinita di verbali e rapporti su omicidi, atti di
vandalismo e altro. Per di più, sembra che molti abbiano giovato degli effetti
della Cappa delle Ombre, facendo qualcosa che non avrebbero
avuto il coraggio di fare in un altro contesto; invece lui non l'ha fatto, e
sta rimediando adesso, con tutti i sensi di colpa del caso. Innanzitutto, utilizzando
i terminali della polizia ha finalmente rintracciato il numero del cellulare di
Janine, anche se continua a rimirarlo lì, appuntato su un post-it.
La chiamerà non appena troverà ciò che cerca davvero: notizie riguardo... loro figlio. Gli viene un tuffo al cuore ogni volta che ci
pensa.
Sta dando fondo a tutti i trucchi di informatica che
ha imparato dal buon (?) vecchio Seward Trainer. Ricorda quasi con nostalgia le
sue battaglie nel cyberspazio. Ad ogni modo, si è
accertato con quasi assoluta certezza che suo figlio non è stato adottato e non
è morto. Dove può essere finito, allora?
Le sue ricerche iniziano a sembrare vane, quando finalmente trova una
connessione... una sentenza di tribunale riguardo un
caso di affidamento straordinario... Sì, è lui!!!, si rende conto quando
vede che tutti i dettagli combaciano. Scorre freneticamente la pagina per
saperne di più... e quando prende coscienza del destino di suo figlio, la sua
vista si annebbia a causa dell'amara sorpresa.
- Reilly, procede bene il lavoro? - gli chiede alle spalle Paul Carlson. Grazie ai suoi riflessi
sovraumani, Ben ha abbassato istantaneamente la finestra incriminata, lasciando
spazio alla pagina di un verbale che avrebbe dovuto finire di redigere.
Si gira verso il suo superiore con la fronte imperlata di sudore.
- Sissignore, grazie - cerca di liquidarlo, con un solo pensiero nella testa.
Deve chiamare Janine Godbe.
Adesso siamo nella redazione del San Francisco Herald,
dove due promettenti reporter stanno discutendo con quanta più cautela
possibile di una delicata questione.
- Se i tipografi del giornale non avessero scioperato, adesso il segreto di
Peter Parker e Ben Reilly sarebbe di dominio pubblico - dice Ken Ellis,
parlando della tentazione di diffondere la notizia durante l'Inferno - Meglio
così, devo ancora indagare sul misterioso passato di Reilly per rendere lo
scoop perfetto...
- Ken, mi fai paura, io... sono una professionista, ma non sono sicura che tu
abbia il diritto di---
- Ti rendi conto che il tuo ex è nella tua stessa città da non ricordo più
quanto e non vi siete ancora visti?! - le ricorda una sua mancanza, sia come
donna sia come collaboratrice al clamoroso servizio di cui stanno parlando.
- Lui sa sicuramente dai giornali che sono in città, evidentemente non vuole
parlarmi!
- Ovvio, mica è scemo! Tu conosci un
suo segreto... e sa quello che vuoi e devi fare: scoprirne altri.
- Non posso, Ken: io sono solo una fotografa, non spetta a me!
- Jessica - il giornalista la afferra per le spalle e la fissa negli occhi -
qua non si tratta di premio Pulitzer... qua si tratta
di entrare nella storia! E mi meraviglio che una del mestiere come te
non ne abbia approfittato prima!
Se Jessica gli rivelasse che a suo tempo bruciò i negativi di Ben in costume da
Uomo Ragno, Ellis la strangolerebbe, senza bisogno di alcuna influenza
mistica... deve prendere tempo per cercare di arginare i pericoli di questa
situazione. Non può essere un caso che lei abbia trovato
lavoro in quel giornale... e non se la sente di ignorare i segnali del
destino.
6.
La Regina
Ragno è al culmine della felicità. In pochi giorni la sua vita ha subito una
piacevole ed inaspettata svolta: è tornata giovane, ha visto le sue facoltà ragnesche intensificarsi e, anche grazie ad esse, ha preso il controllo della Confraternita degli
Eterni.
- Come avrete capito, i nostri intenti non sono dissimili, anzi - continua un
discorso già iniziato, diretto ai nuovi confratelli - entrambi desideriamo il
nostro benessere e sfruttare il Juvenator, la fonte
di questo benessere. Voi avevate intenzione di utilizzarlo per ricattare i
governi del mondo... io voglio utilizzarlo per due obiettivi: sbarazzarmi di
miei vecchi nemici... e sovvertire l'ordine mondiale imposto dagli Stati Uniti.
- Sharon, abbiamo accettato la tua scalata al potere come nostra leader
perché ci hai dimostrato le tue... capacità, in tutti i sensi - interviene un
distinto signore - ma non accetteremo di essere all'oscuro dei fini per cui utilizzeremo le nostre risorse.
- Hai ragione, Sean, vi devo una spiegazione. Ho
sentito parlare di un'altra società segreta, conosciuta da alcuni come V Battalion...
- Un'altra?! - si stupisce Philip, l'uomo che ha
portato la Regina Ragno in seno all'organizzazione.
- Un'altra, sì, tra le dozzine già esistentui... è un
altro segno della decadenza dell'impero americano, a mio avviso. Comunque, il V Battalion riunisce
vecchi bacucchi, eroi della Seconda Guerra Mondiale, intenzionati a regolare
conti in sospeso da più di mezzo secolo. Io sono uno di quei conti in sospeso.
- Come mai? - chiede qualcun altro. Nessuno ha intenzione di farsi soggiogare
completamente da questa donna.
- Ero una criminale di guerra, ho combattuto contro
gli Invasori... perché odio l'America. E il mio odio è
cresciuto sempre più col passare degli anni, di pari passo con l'influenza che
questa nazione acquisiva sul resto del mondo. E dopo l'11
Settembre... siamo giunti ad un punto di non ritorno: l'odio nutrito per questo
paese è diventato tangibile.
- Non vedo cosa c'entri questo con il V Battalion.
- Mi danno prevedibilmente la caccia... ma io so come trattarli: sono vecchi
come lo ero io fino a pochi giorni fa, e come lo eravate voi fino a qualche
mese fa. Guadagneremo un accordo di non-belligeranza regalando loro
qualche anno di vita.
- No, non possiamo inflazionare a questo modo il Juvenator!
- Potrebbero anche non accettare... e a quel punto li schiacceremo.
Dopodiché... sovvertire il governo degli Stati Uniti sarà la
nostra maggiore priorità - brillano gli occhi della Regina Ragno. Finalmente
ho i mezzi per vendicarti, Anthony.
7.
Quando entra nella redazione del New York Express,
Eddie Brock non può fare a meno di notare gli occhi immediatamente calamitati
dalla sua vista. Evidentemente tutti sanno che Venom è tornato e sospettano di
lui. Il suo capo, Paul Hamilton, ha chiesto espressamente di parlargli... e
immagina bene di cosa si tratti.
Salutati fugacemente i suoi colleghi, Brock bussa all'ufficio del caporedattore
e aspetta un "Avanti", che non tarda ad arrivare, nonostante Hamilton
sia al telefono con la sua donna, almeno a giudicare dal tono della sua voce.
- A stasera, Val - chiude la conversazione - Salve, Brock... si accomodi pure.
- Mi dica pure, signor Hamilton... - si siede Eddie, sicuro di sé.
- Non immagini il motivo per cui ti ho chiamato?
- Sì... immagino si tratti di questo - gli porge il verbale dell'FBSA. Paul lo
prende perplesso e lo legge velocemente. A quanto recita il rapporto, il
giornalista sembra pulito.
- Io... Brock, deve scusarmi, sono mortificato... non
avrei dovuto...
- Non si preoccupi, signore: è del tutto comprensibile. Però,
se permette... vorrei fugare i dubbi di tutti - gli porge un altro foglio.
- Cos'è? - chiede Paul, dandogli una scorsa.
- Un pezzo su Venom... che, tra le altre cose, allontana i sospetti da me. So
che potrebbe non essere corretto, ma...
- No, no, anzi... i lettori devono sapere che l'FBSA
ti ha trovato pulito... e così partirà anche una caccia all'identità del nuovo
Venom! Mi piace... chissà se piacerà all'editore...
- Se non c'è altro, io andrei...
- Sì, non c'è altro... leggo meglio l'articolo e le farò sapere, ok?
- Grazie, signore - si scambiano una stretta di mano.
Eddie è estremamente soddisfatto. Deve solo decidere
cosa fare della sua seconda vita, adesso...
8.
Il campanello di casa Webb suona.
Chi diavolo è? Non aspetto nessun cliente..., si
meraviglia, recandosi alla porta.
- Chi è?
- Signora Webb, disturbiamo? - risponde una voce femminile - Io sono Felicia Hardy,
sono con un collega... vorrei farle una proposta di lavoro.
Una proposta? Sospettosa, Cassandra si concentra sulle sensazioni che i
due avventori emanano. Non sembrano cattivi, apre la porta.
- Prego, accomodatevi...
- Grazie... lui è Abel Fitzpatrick.
- Ci siamo già visti? - lo squadra perplessa la
veggente, stringendogli la mano.
- Chi lo sa... - elude una risposta precisa Kaine.
Una volta nel soggiorno, con tre tazze di caffé in
mano, i tre iniziano a parlare seriamente del motivo per cui sono venuti gli
ospiti.
- Allora, di quale proposta si tratta?
- Ah, sì... ho saputo che la sua attuale attività le rende bene, però ci provo
comunque - premette Felicia - Io ho da anni un'agenzia investigativa, "Cat's eye", non so se ne ha
mai sentito parlare... e so che ne ha avuta una anche lei fino a qualche tempo
fa...
- Sì, più o meno...
- Bene, siccome sono in una fase di... ristrutturazione della mia attività, mi
chiedevo se lei fosse disponibile a lavorare con noi nella nostra agenzia.
- Io? Ma... come mai questa idea?
- Siamo sicuri che una donna della sua esperienza e delle sue capacità non
potrebbe che giovare a "Cat's eye". Certo, probabilmente guadagna
molto di più leggendo il futuro della gente...
Cassandra non sa cosa rispondere. Da un lato la Gatta Nera ha ragione: attualmente non ha problemi di denaro, il suo lavoro è
alquanto remunerativo. Ma ci sono altri fattori da considerare: adesso che
anche Sharon Kane se n'è andata, è nuovamente sola, per l'ennesima volta; il
suo lavoro, a lungo andare, si sta dimostrando noioso,
ripetitivo e, a volte, doloroso. Perché non accettare?
Nel prossimo episodio:
Le
trame continuano: "Cat's eye"
raggiunge un assetto stabile e riceve il primo, inaspettato cliente; la Donna
Ragno continua ad essere immischiata nel Grande Gioco... e questa
è solo la punta dell'iceberg!
Note
Eccoci ad un cambio di impostazione della
serie: non più sotto-serie, ma un unicum che ci farà seguire le gesta
dei "tessiragnatele" contemporaneamente, constatando volta per volta
il via via maggiore coinvolgimento tra i vari
personaggi. Spero di gestire al meglio una testata del genere, e spero che il
cambiamento sia gradito... tenete conto
che questo è stato solo un episodio di riscaldamento! Per la cronaca,
Strongarm è nato e apparso solo in una storyline d’appendice del Ragno Rosso, pubblicata su
“L’Uomo Ragno” 196-199, Marvel Italia.
[1] Kaine è un
omofono di Caine, ossia "Caino" in
inglese, e fa rima con pain, ossia
"dolore".
[2] Probabilmente si riferisce a "Lethal Honey"#3-4.
#10 - LA FORZA DEL PASSATO
1.
Benjamin Reilly è chiuso nella sua camera, con il cordless in mano. Lo rimira come se stesse per esplodere da
un momento all’altro, poi si decide a comporre freneticamente un numero. Dai, rispondi, incita mentalmente
l’interlocutore a rispondere.
- Sì? – risponde una voce femminile.
- Janine? Sono io, Ben… - si annuncia l’eroe, con il groppo in gola.
- Ben? Come… come hai avuto questo numero? – chiede Elisabeth, con il tono di
chi è stato colto in flagrante sulla scena del delitto.
- Lavoro in polizia, ricordi?
- Io… sì, avrei dovuto immaginarlo.
- Dove sei?
- Io? A… nell’Oregon.
- Che ci fai lì?
- Vivo qui da qualche tempo…
- Capisco. Janine, io… ho scoperto qualcosa su nostro figlio – arriva al
nocciolo della questione.
- Ah… davvero?
- Sì, ma… mi sembri più preoccupata che sorpresa! Puoi
parlare?
- Sì, sì, dimmi tutto…
- E’ una cosa che mi ha sconvolto… sembra che sia in custodia presso un centro
ricerche di… ehi, aspetta! Hai detto nell’Oregon!?
- Sì…
- Portland è nell’Oregon! Nostro figlio è lì, in una filiale della TriCorp…
sembra sia molto malato e che lo stiano studiando! Non
è terribile?
- Sì, infatti…
- Janine, dimmi la verità! Sento che nascondi qualcosa…
- Ben, io… speravo scoprissi tutto. Dopo… dopo la
prima volta che mi hanno contattato, non mi hanno più
permesso di vederlo!
- Chi? Cosa?
- La TriCorp… era ancora la Garid, allora… i servizi
sociali non sono riusciti a far adottare a nessuno il bambino perché è molto
malato… così la Garid ne ha chiesto la custodia per
studiarlo e curarlo! Mi hanno contattato per farmi
degli esami e chiedere notizie di te… volevano capire perché il bambino ha
tante malattie genetiche… io non ho potuto dire che tu eri… quello che sei, e
poi eri morto, per quel che ne sapevo! Dopo quella volta, non ho più avuto
notizie di nostro figlio, ma… sono rimasta qui! Quando
ho saputo che eri vivo e che ti eri trasferito a S. Francisco… ho sentito che
dovevo metterti la pulce nell’orecchio!
- Ma… perché non mi hai spiegato tutto subito?!
- Io… non potevo, non volevano…
- Ok, Janine… io ti raggiungerò prima possibile… e risolveremo la situazione!
- Come, Ben?! Non possiamo… da quando ho rinunciato a lui, non abbiamo nessun
diritto su di lui!
- E’ mio figlio, è malato per colpa mia e forse in me c’è la risposta che serve
ai suoi carcerieri per salvarlo!
- Non ti fermerò, Ben… ma non illuderti di poterlo liberare.
- E’ ora che essere un supereroe abbia un tornaconto nella mia vita privata. A
presto, Janine – interrompe la comunicazione ed esce frettolosamente dalla
stanza, dove trova la sua ragazza. Non avrebbe molto voglia
di parlarle, adesso, ma…
- Ben, che succede? Sei entrato come un fulmine, ti sei chiuso in camera…
- Helen, ho scoperto dove si trova mio figlio. E ne ho
parlato con Janine.
- Oh… mi fa piacere… che intenzioni hai adesso?
- Devo andare a prenderlo. Prendo il primo volo per l’Oregon.
- Cosa? Ma Ben, non puoi strapparlo alla sua famiglia
così, non è…
- Non è in una famiglia. E’ in un centro ricerche. Lo stanno
studiando, è malato.
- Oddio…
- Già… devo fare qualcosa, non posso stare con le mani in mano.
- Sì, va bene – lo abbraccia, dimostrandogli di fidarsi di lui, di aver
superato il trauma del recente stupro, che ha minato molto i loro contatti
fisici negli ultimi tempi.
- Grazie – la bacia, prima di riprendere il telefono e chiamare l’aeroporto.
2.
Casa Hardy è molto movimentata
ultimamente. Non solo per il recente trasferimento di Abel
Fitzpatrick, il primo clone dell’Uomo Ragno, ma soprattutto perché ciò è
coinciso con il rilancio di “Cat’s eye”, l’agenzia investigativa di Felicia. La donna e il suo
nuovo coinquilino stanno mettendo a posto gli ultimi dettagli, dopo
l’assunzione di Madame Web nell’attività.
- Mi chiedevo… che fine hanno fatto Paul e Loop? – le chiede il ragno, tra una cosa e l’altra.
- Chi, i miei vecchi soci? E come li conosci tu?
- Eh, lunga storia, te la racconterò un’altra volta[1].
Allora?
- Capita di… avere delle incomprensioni. Diciamo che il signor Proust – dice, con tono sarcastico
– ad un certo punto non è riuscito a mantenere il nostro rapporto sul piano
professionale.
- Ah, immagino… rischio in cui potrei imbattermi io – la stuzzica Kaine.
- Abel… non ne abbiamo già parlato? – gli domanda. Si
è impegnata giorno e notte per concentrarsi e chiamare Kaine con il suo nuovo
nome (non che quello vecchio abbia più ragion d’essere…).
- Non mettere limiti alla provvidenza… - allude, ricevendo in cambio solo
un’occhiata bonariamente accusatoria.
Nel giro di mezz’ora, il campanello della porta dell’ufficio suona, facendo
sussultare i due. L’attico ha appositamente due entrate per distinguere gli
ospiti dai clienti.
- A meno che non sia Cassandra che ha dimenticato le
chiavi… dovrebbe essere il nostro primo cliente! – immagina trepidante Kaine,
molto più di Felicia che fa questo lavoro da anni. La donna, sorridente e
conturbante, si allontana per andare ad aprire, mentre Kaine si siede e si
ricompone su una sedia dell’ufficio, in attesa del
ritorno di Felicia e del cliente, che già sente avvicinarsi grazie al vocio.
Il suo senso di ragno scatta di colpo, non in maniera intensa o violenta, ma
scatta, per avvertirlo di stare all’erta da un potenziale pericolo.
L’uomo-ragno capisce di che si tratta quando il cliente entra dalla porta.
- Oh, lui è il mio collaboratore, il signor Fitzpatrick – gli viene presentato, ma Kaine non sembra avere intenzione di
ricambiare il gesto della mano di…
Jacob Raven! Non voglio
crederci, lo guarda
sconcertato. Si tratta dell’uomo che ha segnato gran parte della sua vita, che
lo ha seguito per tutti gli Stati Uniti allo scopo di mandarlo sulla forca. Devo fare finta di
niente, non può riconoscermi, si convince, dal momento che ha un aspetto
sano e un look completamente diverso da quello che l’ispettore ricorda. Così,
raccolta tutta la sua forza di volontà, sfoggiando tutto il suo autocontrollo,
Kaine ricambia il gesto e con non-chalance dice:
- Piacere, signor…? – finge ovviamente di non conoscerlo.
- Raven, Jacob Raven.
- Si sieda… allora, in che modo possiamo aiutarla? –
interviene la Gatta.
- Sto cercando un uomo… un criminale. E’ evaso di prigione un paio di anni fa e da allora se ne sono perse le tracce.
- Non sarebbe compito delle autorità?
- Voi siete la mia ultima spiaggia, dopo essermi rivolto a tutti coloro a cui
potevo. Le autorità non vogliono o non possono aiutarmi.
- Perché se ne sta occupando personalmente? E perché
rivolgersi a noi?
- Io vi affido un incarico, ma non vorrei troppe domande. Lo affido a voi
perché dichiarate di essere specializzati in casi meta-umani… e questo decisamente lo è.
- Va bene, come desidera – lascia perdere la Hardy - Ci può lasciare del
materiale?
- Certo – poggia sulla scrivania una cartellina.
Mentre Felicia la apre e sfoglia sorpresa il suo contenuto, Kaine finge di
tossire per farle capire di non far trasparire nulla.
- Va… va bene… cosa… dovremmo fare nell’eventualità che troviamo quest’uomo?
- Portatemelo, possibilmente vivo. A qualunque cifra.
- La ricontatteremo entro ventiquattr’ore, signor
Raven, in modo che io possa parlarne con i miei soci e mettere
a punto i dettagli – gli stringe la mano e lo congeda.
Un minuto dopo, scampato il pericolo, Felicia Hardy mostra tutta la sua
sorpresa.
- Abel! Io… quell’uomo cercava te?!
- Oh, sei una volpe… - si gratta la testa Kaine - ma non seguisti il processo
contro Peter?!
- Sì, infatti il nome mi suonava familiare, ma non ho
collegato subito… che facciamo adesso? Forse dovremmo
chiedere consiglio a Cassandra…
- Questa è una decisione che coinvolge me e non voglio immischiarla in questa
storia, dovrei rivelarle tutto... Io… se il mio sesto senso non mi avesse
avvertito, mi sarebbe venuto un collasso nel vedere quel tizio… è stato
traumatico rimanere impassibile per tanto tempo…
- Io… capisco. Però… ci sono due però: non voglio bruciarmi il primo
nuovo caso… e poi, mi è venuta un’idea per prendere due piccioni con una fava!
- Come, sentiamo…? – si mostra scettico il ragno.
- E’ l’occasione buona per dichiarare Kaine… morto!
Gli occhi di Abel Fitzpatrick si illuminano insieme al
suo sorriso. E’ l’occasione per chiudere
con il passato, realizza.
3.
Edward Brock è confuso. Ha
riavuto la libertà e il suo lavoro di giornalista. In un momento di debolezza,
però, si è riunito al suo simbionte, tornando ad essere Venom e mostrandosi
imprudentemente agli occhi dell’Uomo Ragno[2].
Ha dovuto manipolare la mente di due agenti per sviare le indagini dell’FBSA al riguardo. Dove lo porterà tutto questo? Il suo
amico alieno sta recuperando la sua identità, dopo essere stato traumatizzato
da Parker stesso… e ciò che sta tornando a galla è proprio odio, rancore per
l’aracnide, che ancora una volta l’ha ingannato, usato e scaricato[3].
Sentimenti che, in un certo senso, Eddie stesso prova e che
aumentano l’empatia con il suo partner extraterrestre.
Adesso, nel tentativo di riprendersi ciò che l’Uomo Ragno
gli ha indirettamente tolto nel corso degli anni, è fuori alla porta di casa Weying. Ossia, dove abita la sua
ex-moglie.
- Eddie! Che ci fai qui? – gli chiede
sconvolta Anne, una volta aperta la porta.
- Sono passato a salutarti… posso entrare? – chiede con remore Eddie.
- Io… non so…
- Avrai sentito che sono stato scagionato e tutto il
resto, no?
- Sì, certo…
- So che non c’è sempre da fidarsi del sistema giudiziario, ma perché non
dargli un’occasione?
- Va bene, accomodati…
La coppia si siede ad un tavolo, dove la donna serve del caffè.
- Come va il lavoro? – rompe il ghiaccio Brock.
- Non c’è male, e a te? – domanda Anne, più
per cortesia che per altro.
- Sono molto contento di aver ripreso a fare ciò che più amo.
- Anch’io lo sono per te. Ho letto un paio dei tuoi articoli…
sono… buoni.
- Grazie.
- Però… ho sentito anche che l’alieno… è scomparso –
finisce la frase con timore.
- Sì, anch’io. Sono venuti a controllarmi, ma… tutto a posto – continua a
mentire spudoratamente.
- Già, è normale... stai attento, però.
- Certo. Ma parliamo di te… come va? Ti vedi con
qualcuno?
- Sì, c’è un mio collega che frequento… ma per ora niente di serio. Tu?
- Niente, irrimediabilmente single.
- Peccato, eppure sei un bel ragazzo…
- Con una reputazione da super-criminale sul groppone, lo dimentichi?
- Devi dare tempo al tempo…
- Io… speravo di poter avere un’altra possibilità.
- In che senso?
- Con te.
- Oh. Be’, io… non so se sarebbe una bella idea.
- Dovevo aspettarmelo – si alza nervoso Eddie.
- No, aspetta, non…
- Grazie di tutto, Anna – si congeda frettolosamente l’uomo, sbattendo
violentemente la porta.
Una volta fuori, il suo simbionte – attento al suo senso di ragno – lo ricopre
con il costume nero dell’Uomo Ragno. Sì,
meglio schiarirsi le idee. Dubito incontrerò
ancora quella mezzasega di Kaine, la città è grande,
non posso essere così sfortunato, pensa, lanciandosi da una finestra nella
tromba delle scale e sparando una tela verso l’edificio opposto. Se dovesse capitare, poi, lo concerei per le
feste. C’è qualcosa di Parker in lui che mi innervosisce.
Però… quasi quasi faccio una visita al buon vecchio
Peter…
Da questa decisione dipende il futuro di Venom[4].
4.
“Gli altri
sponsor si sono lamentati per l’esito del match contro Strongarm.
Ti è stato vietato l’uso di neurotossine nei
combattimenti. Prossimo scontro: Sudario, Alphabet
City. H 18 p.m.”.
- Umpf – sbuffa Charlotte Witter, lanciando il suo cellulare sul letto. Come si permettono di mettermi la museruola?, si chiede, ripensando al messaggio appena ricevuto da
parte del suo misterioso sponsor. Dimostrerò
loro che posso vincere il Gioco anche solo con la
forza bruta, si ripromette, davanti all’armadio, vagliando freneticamente
tutto il suo guardaroba da Donna Ragno: una serie di costumi diversi, tutti di
sua creazione. Un modo come un altro per sfogare il suo
talento di stilista represso dalle sue disavventure. E poi questo… Sudario… chi sarà mai? Non ho le palle per grattarmi,
scherza tra sé, fiondandosi appesa ad una tela dal suo attico.
Ma dove cazzo sta? Certo che potevano
essere più precisi, si dice Charlotte, volteggiando per il malfamato
quartiere in cerca del suo avversario. Se il Re delle Ombre, imprigionato nella
sua mente, non tenesse impegnate le sue facoltà
mentali –più del solito?-, a quest’ora la Donna Ragno
si sarebbe accorta che il vigilante la sta studiando da palazzi di distanza, dietro un muro di cinta. Come un suo più
noto collega, nonostante sia cieco, vede molto più della gente comune.
Ecco, si è avvicinata abbastanza, si
rende conto e ne approfitta per evocare la Forza
Oscura, e avvolgere Charlotte in una fitta e densa oscurità.
- Ma che diavolo---?! – impreca l’aracnide, colta alla sprovvista.
- Salve, Donna Ragno – la saluta il Sudario - Ho sentito parlare di te…
- Lo prendo come un complimento… ma… chi sei, e dove
cavolo sei?! – si guarda intorno, ormai intimorita. Stavolta non sarà una passeggiata, capisce improvvisamente.
- Dovresti conoscere la risposta alla prima domanda… riguardo alla seconda, mi
dispiace, ma è l’unico vantaggio che ho su di te – le replica,
colpendola violentemente ad un fianco.
- Ehi! – cerca di rispondere a tono, ma colpisce a vuoto. L’oscurità è così
fitta che inizia a perdere l’equilibrio. I suoi occhi non vogliono saperne di
abituarsi al buio intenso…
- Non ho niente contro di te, anche se ho sentito che i tuoi esordi non sono
stati molto… ortodossi – continua a parlare, la sua voce sembra provenire da
ogni direzione e la disorienta. A peggiorare la situazione, il vigilante
modella le ombre a sua immagine e somiglianza, creando di
fatto una serie di vuoti simulacri di sé. E, come se
non bastasse, inizia ad accusare vari dolori in varie parti del corpo. Non ci voleva questo adesso, che significa?!, si chiede
preoccupata. Le fa male anche dove il suo avversario non l’ha neanche sfiorata.
- Adesso stai esagerando – Charlotte gira freneticamente la testa e usa tutta
la sua forza per colpire i vari Sudario, invano. Dov’è il senso di ragno quando serve?!
- Mi dispiace, ma il mio unico obiettivo è arrivare ai vertici del Gioco… e
incastrare chi lo organizza – confessa il Sudario.
- Tu… sei un infiltrato?!
- Ho già sparlato a sproposito…
- Appunto, ormai il danno è fatto, tanto io non so nemmeno chi sia il mio sponsor… e soprattutto perché sono curiosa! –
cerca di distrarlo e capire come agire.
- Questo è ancora più sospetto… ma stai cedendo e questo mi facilita il
compito. Addio, donna – sentenzia, iniziando a colpirla
ripetutamente: l’ha confusa abbastanza negli ultimi minuti da poter evitare una
difesa da parte di lei. Le gira la testa, le
percosse del Sudario stanno infierendo sui dolori che già aveva… non ce la
farà.
- No, no… - lamenta la Donna Ragno, prima di crollare esanime al suolo.
Quando si risveglia, si ritrova su un tetto di un vecchio edificio del
quartiere. E’ piena di fitte, non capisce se è solo colpa del Sudario o no. Sbatte un pugno per terra, creando un piccolo buco. Maledizione! Ero così
convinta di vincere… si rialza
a fatica. Mentre zoppica con fatica fino al
cornicione, si chiede come farà a tornare a casa e come farà a disdire gli
appuntamenti dei prossimi tre giorni: non può certo lavorare in queste
condizioni. Improvvisamente, poi, un dubbio la assale
con prepotenza: anche lei avrebbe dovuto partecipare al Gioco nell’ottica del maledetto Sudario? Da mesi si sta
atteggiando ad eroina e la cosa più naturale che un’eroina
farebbe nella sua posizione… sarebbe denunciare i loschi organizzatori. In
fondo ha già fatto qualcosa di simile, mandando materiale estorto ai suoi
clienti per contribuire alla buona riuscita del processo ai boss del Maggia… Perché non agire alla stessa maniera? Potrebbe
anche vendicarsi volentieri del suo sponsor e di tutti i suoi colleghi, visto che ormai ha perso… prima, però, sarebbe meglio farsi
visitare da un dottore… Devo chiamare
Lennon, pensa ad un suo fidato cliente che può aiutarla.
5.
Proprio mentre Ben Reilly sta per fare le valigie, in modo da poter partire in serata per Portland, il campanello suona, ed Helen va ad
aprire. Poco dopo, dalla porta la ragazza lo avvisa di uscire
dalla stanza, perché c’è una visita per lui. Proprio adesso che dovevo chiamare il mio capo
per avvisarlo della partenza… si lamenta nella sua testa, uscendo dalla
camera e accogliendo…
- Jessica! – rimane a bocca aperta nel vedere la sua ex-ragazza seduta sul suo
divano.
- Ciao, Ben… chi non muore si rivede,
eh? – si alza la ragazza, andando ad abbracciarlo e baciarlo.
- Già… come mai a San Francisco?
- Lavoro per l’Herald. Tu?
- Io… mi sono arruolato nella polizia.
- Mi fa piacere. Non dev’essere stato facile
riprendere una vita normale, dopo tanti mesi di prigionia.
- Prigionia? Eh, sì – fa mente locale, ricordando la bufala propinata ai media per giustificare il suo ritorno in vita.
- Ben, c’è un motivo molto serio per cui ti ho cercato. Possiamo parlarne in
privato?
- Io… veramente avrei fretta, ma… del resto non ci vediamo da mesi, farò
un’eccezione…
- Grazie, ma non ti prenderò troppo tempo. Vado al sodo… tu e tuo cugino siete in pericolo – dichiara, a bassa voce, con
circospezione.
- Io e…? Perché? – inizia ad allarmarsi.
Essere messo in associazione con Peter è già un cattivo segno…
- Ken Ellis… saprai che è venuto a lavorare all’Herald…
- In effetti sì…
- Ha in mano qualcosa di grosso. Sa che eri l’Uomo Ragno… be’,
in realtà non mi ha detto tutto, ma vuole indagare su di te… ed è convinto che
tu e Peter abbiate un legame molto più profondo di
quello che si immagini con l’Uomo Ragno e il Ragno Rosso, non so se mi spiego…
- Io… cosa pensa? – si informa meglio il Ragno Rosso.
- Te l’ho detto, non mi ha spiegato tutto, e quel poco che mi ha detto mi ha
confusa… voglio dire, io ero rimasta che tu fossi chi-sai-tu,
purtroppo…
- Io… be’, anch’io lo pensavo allora.
- In che senso?
- E’ una storia troppo assurda perché tu possa sentirla. Comunque
non voglio che Ellis metta alla gogna me o mio cugino, qualunque cosa abbia in
mente. Io… e Peter ti dobbiamo moltissimo per averci in guardia. L’unica cosa
che possiamo fare, però… sarebbe querelarlo a danno fatto.
- Lo so, ma magari… tu sei un supereroe, qualcosa potrai fare… nel frattempo,
io cercherò di rallentare al massimo i suoi lavori.
- Grazie, ma… perché fai questo per me?
- Già una volta ho ponderato le conseguenze di un atto
simile… e ho desistito. Non ho cambiato idea, anche se i nostri rapporti non
sono affatto idilliaci.
- Grazie ancora… - la abbraccia calorosamente. E adesso che faccio? Mi occupo di Ellis… o vado
da mio figlio? In ogni caso… ho fatto bene a riesumare il costume di Dusk…
Continua…
Note
Vorrei precisare che la trama riguardante il
figlio di Ben Reilly, pur ispirata a Spider-girl, è stata concepita
prima della recente miniserie sull’Uomo Ghiaccio e sul suo fantomatico figlio
segreto, anche se i presupposti sembrano simili (i risultati, sicuramente,
saranno molto diversi). Riguardo il ritorno di Jacob
Raven… anche se è un po’ artificioso che si tratti del primo caso della nuova “Cat’s eye”, non potevo perdere
l’occasione di riutilizzarlo, soprattutto per ciò di cui parla la Gatta Nera.
#11 – QUESTIONI IN SOSPESO
scritto con Carlo Monni
San Francisco. Stazione di polizia di Richmond.
- Stai scherzando, vero? – fa una domanda retorica Paul Carson.
- Ehm, vorrei che fosse così – Ben Reilly si gratta la
chioma bionda. Se il suo comandante fosse stata una donna,
questo atteggiamento imbarazzato, sul tenero andante, avrebbe potuto fare colpo
e risolvere. Ma, anche se ci troviamo a Frisco, Paul
non è il genere di ragazzo che casca in questo genere di trucchi.
- Reilly, sei qui da poche settimane, ti sei dato da fare, ma… non è il primo
permesso che mi chiedi. E adesso addirittura non vuoi farti cambiare un turno,
ma addirittura prenderti un paio di giorni!?
- Signore, io… se le dicessi perché glielo chiedo, non mi crederebbe.
- Dici? Ho visto i marziani sbarcare sotto casa mia e la città impazzire per
tre giorni infernali, c’è un teschio fiammeggiante che infesta la città e vedo
il telegiornale… non credo ci sia qualcosa che possa
lasciarmi incredulo.
- Come vuole… devo andare a trovare mio figlio. Ho
scoperto solo adesso di averne uno.
Il poliziotto castano squadra la recluta della sua squadra con strano cipiglio.
- Troppo strano per essere una balla, anche se in
effetti ho sentito una cosa del genere l’altro giorno a Beautiful.
- Vede Beautiful, signore? – domanda Ben, con un’ironia che di solito sfoggia
dietro la maschera.
- No, lo vede mia madre – tacita qualsiasi sospetto – Ad ogni modo, ti concedo
il permesso, ma non posso esimermi dal parlarne con Ironguts. Mi ha detto di
tenerti d’occhio particolarmente, non so perché, ma non intendo deluderlo.
- Certo, faccia il suo dovere. Anche
se non sembra, tengo molto a questo lavoro. Ma ci sono cose più importanti.
- Se quello che hai detto è vero, ti do ragione. In culo alla balena, ragazzo.
-Si è
incazzato? – chiede curioso il suo collega Steve Harris.
- Ne parlerà con O’Hara, ma perlomeno noi ci
rivediamo tra un paio di giorni.
- Ma cos’hai di così improrogabile da costringerti a
chiedere un altro permesso?
- Questioni di famiglia – lo liquida Ben, pensieroso. Deve chiamare Peter per
ragguagliarlo sulle ultime novità.
Agenzia investigativa Cat’s Eye.
L’uomo che si fa chiamare Abel Fitzpatrick è pensieroso e preoccupato a
causa dell’incarico che l’Agenzia ha appena ricevuto: trovare e catturare
l’uomo chiamato Kaine. Ci sarebbero molte cose da dire su quest’incarico,
tra cui il fatto che l’uomo che ha assoldato lui e Felicia Hardy, la Gatta
Nera, è un ufficiale della Polizia di Salt Lake City, nello Utah e che Abel
stesso altri non è che Kaine. D’altra parte ci possono essere dei risvolti molto positivi in questa faccenda.
-Far morire Kaine e liberarmi del passato per sempre. – dice lui rivolto a
Felicia –Un’opportunità unica, forse, ma come realizzarla?
-Oh sono sicura che penseremo a qualcosa, anzi, ho già qualche idea al
proposito, se non ti dispiacerà reindossare per
un’ultima volta i panni di Kaine. – risponde lei ammiccando.
-Non è un problema, anch’io sto già pensando ad una soluzione. Mettiamoci al
lavoro.
Portland,
Oregon.
Uscendo dall’aeroporto, Ben si guarda intorno. Era sicuro che
Janine (per lui sarà sempre Janine Godbe, anche se ormai non c’è più alcun
motivo perché non usi il suo vero nome: Elizabeth Tyne.) sarebbe stata lì ad
accoglierlo, ma non riesce a vederla, quando, all’improvviso, ecco una voce
alle sue spalle:
-Ben!-
Ben si volta di scatto e se la trova davanti. Buffo
come lo lasci ancora senza fiato: quei capelli rossi, gli occhi verdi e sempre
quel velo di tristezza. Calma, si dice, è storia vecchia ormai.
I saluti sono rapidi e Ben va dritto al punto.
-Dov’è?- chiede alludendo al bambino.
-Cosa vuoi fare Ben? – chiede lei di rimando.
-Non lo so ancora, ma… non mi fido di quella gente. Sono scienziati e
tratteranno… mio figlio… come una cavia e non posso permetterlo.
-Ti ho già detto che è molto malato, una specie di degenerazione genetica che
non sanno spiegarsi. Cioè non
se la sanno spiegare perché loro non sanno che…
-Che io sono un clone? Se servirà a salvarlo, sarò io stesso a parlargliene, ma
prima voglio essere sicuro delle loro buone intenzioni.
-Che intenzioni hai?
-Meglio che tu non lo sappia, farò tutto da solo, a modo mio.
In
uno studio medico di Manhattan…
Il dottor Lennon sta richiudendo i pantaloni e il camice e, sul lettino di
fronte a lui, anche Charlotte Witter si sta ricomponendo.
- Complimenti per la deontologia, David – manda una frecciatina la Donna Ragno
– pretendere di sbattermi prima di darmi i risultati degli esami.
- Mia cara Jessica – la chiama con il suo pseudonimo da lavoro – sai che non
riesco a resisterti… e poi sei stata tu a volere un check-up… gratuito.
- Ho bisogno di mettere soldi da parte. Allora, cos’ho?
- Innanzitutto dovresti essere contenta, perché non hai l’AIDS, né un tumore,
né altre malattie. Ma c’è qualcosa che forse dovresti
aver notato già da un po’: sei incinta, mia cara.
Charlotte strabuzza gli occhi.
- Cosa?! Ci dev’essere un errore, io… non ho avuto
nessun ritardo!
- Nessun ritardo? Ne sei sicura? Non vorrei fossero perdite… comunque
ti ho preparato questo, è il numero di un ginecologo mio amico – gli porge una
ricetta - Io ho fatto quello che potevo, come ortopedico non posso fare altro.
- Ma… questo forse spiega il mio aumento di peso, ma… non tutti i fastidi che
sento…
- No, figurati, è normale che una gravidanza a questo stadio porti delle
controindicazioni.
- A questo stadio?
- Da reminescenze dei miei studi, credo che questi livelli di ormoni indichino
almeno un paio di mesi.
- Sarà… eppure prendo sempre tutte le precauzioni del caso…
- Col mestiere che fai, le probabilità di essere incastrata sono altissime.
- Non è un mestiere, è un hobby – puntualizza la donna.
- Io non me ne vanterei troppo – sghignazza David Lennon – mi dispiace solo che
adesso non potrai più… dedicarti al tuo cosiddetto passatempo.
- Questo è da vedere. Penso proprio che abortirò.
- Capisco… a te la decisione, Jessica.
Non voglio smettere di fare sesso, né tanto meno di essere la Donna Ragno,
decide Charlotte, andando via.
Più
sotto, il Capitano Marcus Stone
parla col suo addetto alle comunicazioni
-“Mamma” mi senti?
<<Forte e chiaro Stone.>> risponde
“Mamma” Majowsky dalla sua postazione mobile
<<Siamo pronti ad intervenire da ogni punto, basta che dici “Si!”>>
-Ok, pronti allora. Adesso!
Il sesto senso di Kaine reagisce senza preavviso di solito, ma non ne ha
bisogno per saper cosa succederà, si è preparato per questo da
tempo. Deve funzionare. Una porta salta ed ecco apparire “Cane
Pazzo” Rassitano, seguito da “Rigger”
Ruiz. Kaine sbatte lontano Raven e si tuffa contro di
loro. La prima pallottola lo sbatte all’indietro, facendolo ricadere sul
pavimento, prova a rialzarsi, ma una seconda pallottola lo coglie alla spalla.
Si rialza e riprende lo slancio, poi un terzo colpo lo manca. Viene da dietro.
È stato “Fireworks” Feldstein
a sparargli. Sotto la maschera, Kaine sorride e salta, supera il tetto e piomba
addosso a Feldstein. Il poliziotto non è all’altezza
di Kaine, che gli strappa di dosso il suo armamentario, poi salta oltre il
tetto e con una capriola entra in una finestra sfondandola. I ragazzi di Codice
Blu scendono dal tetto, individuano l’appartamento, ma quando fanno saltare la
porta, vengono fermati da una piccola esplosione che
li acceca e li disorienta. Vedono la silhouette di Kaine contro la finestra e
sparano a raffica. La figura oscilla, poi piomba oltre
la finestra. Nella caduta, il suo mantello stracciato s’impiglia in un’asta di
bandiera, non regge al peso e si rompe. Il corpo di Kaine prosegue la caduta e,
quando piomba al suolo le bombe strappate a Feldstein
esplodono, avvolgendo il corpo tra le fiamme in breve tempo.
Dall’alto Raven ha assistito all’intera sequenza.
Il corpo carbonizzato è appena stato portato via e Codice Blu si prepara a
partire.
-Sa una cosa capitano?- esordisce Rassitano.
-Dimmi, Cane Pazzo.
-Di solito quando abbiamo a che fare con questi supertizi o
sono invulnerabili o riescono ad evitare i proiettili che spariamo.
Questo Kaine, beh… è stato diverso, l’abbiamo abbattuto abbastanza facilmente.
Stone si ferma a rifletterci, poi…
-Per una volta siamo stati fortunati, Cane Pazzo, non stiamo a
pensarci troppo, Kaine è decisamente morto e stavolta possiamo starne
sicuri.
Quando esce, riflette su quanto ha sentito. Gli si spezza il cuore, ma lo
hanno convinto che è la cosa migliore da fare, ma, non per questo, intende
rinunciare a suo figlio. Se l’Alto Evoluzionario non
fosse intervenuto sulle sue cellule[7],
avrebbe potuto aiutare il bambino facendo studiare il proprio genoma… invece,
adesso il suo organismo è leggermente diverso da quello con cui ha concepito
suo figlio. E in ogni caso, il suo segreto sarebbe
andato in fumo – cosa che gli sarebbe importato relativamente, per la salute di
David. Intanto, però, ci sono altre questioni a cui pensare.
Ben prende il cellulare dalla tasca, sfoglia la rubrica alla J e chiama una
certa persona.
- Sì? – risponde una ragazza.
- Jessica, sono Ben. Disturbo? E’ abbastanza presto…
- Ah, ciao… dimmi, sto andando al lavoro.
- Novità con Ken?
- Ken chi? Ellis? Riguardo cosa?
- Come riguardo cosa? Sai di che parlo…
- Sinceramente no…
- Ho capito, non puoi parlare adesso…
- No, no, sono sola e posso parlare, ma davvero non capisco a cosa ti riferisci.
- Sono io a non capire! L’altro giorno mi hai parlato delle indagini che Ellis sta facendo…
- Ti ho parlato delle sue indagini sul Ragno Rosso? Davvero?
- Certo che sì.
- Ah, non lo ricordavo. Ma a te che interessa? Per
sapere…
- Jessica, ti senti bene?
- Stavo per farti la stessa domanda. A essere sincera,
però, stanotte ho fatto uno strano sogno e mi sono svegliata con un mal di
testa storico, ma… non credo ti interessi.
- Va… va bene. Se ti viene in mente qualcosa, non esitare a chiamarmi.
- Ben, ci siamo salutati, ok, ma non so se è una buona idea
riprendere i rapporti…
- Se lo dici tu… addio, Jessica – chiude bruscamente la conversazione, turbato.
Perché Jessica si è rimangiata tutto? Sembrava
sincera, però… che diavolo sta succedendo?[8]
New York. Lo studio di un ginecologo..
- Certo che è davvero strano il suo caso – il ginecologo sembra perplesso,
sfogliando le carte della sua paziente – tre mesi di gravidanza e ha davvero
ancora il ciclo mestruale!
- Ah, adesso sono tre mesi… - borbotta tra sé Charlotte.
- Signora, penso di essere costretto a portare il suo caso al prossimo convegno
a cui parteciperò!
- No, non voglio pubblicità! Voglio solo abortire!
- Ne è sicura?! E’ un mio dovere studiare a fondo il
suo caso e segnalarlo a…
- Non può senza il mio consenso. E mi dia un
appuntamento per l’operazione.
- Prima devo calcolare le settimane di gestazione, potrebbe aver superato il
termine legale senza saperlo.
Fai pure, tanto c’è sempre qualcuno a cui rivolgersi, pensa Charlotte,
rabbrividendo per il gel che il medico le sta versando sulla pancia. Qualche
secondo dopo, l’ecosonda sta accarezzando il suo addome.
- Sinceramente non vedo niente – confessa Charlotte, perplessa.
- Neanch’io… non capisco,
forse è guasto il monitor… Fatto sta che lo schermo su cui si sarebbe dovuto
vedere il feto è vittima di uno sfarfallio inevitabile.
- Mi dispiace, dovrò fare venire un tecnico per aggiustarlo… mai visto un
guasto del genere.
- Grazie lo stesso, dottore… sarà per un’altra volta – dice velocemente,
sbattendogli in mano la parcella.
Fuori della porta, Charlotte si appoggia allo stipite. Non si sente affatto bene, una serie di sensazioni spiacevoli le sta
devastando il corpo e la mente. Può una gravidanza scombussolare così? Perché non si è accorta prima di essere incinta? E perché improvvisamente non ha più voglia di
abortire?
Lo scopriremo solo vivendo…
Fine?
Note
La situazione è aperta per i nostri eroi: il Ragno Rosso deve elaborare
ciò che ha scoperto suo figlio e scoprirne di più su Ken Ellis; la Donna Ragno
è alle prese con la sua strana gravidanza… solo per Kaine sembra essersi chiuso
un capitolo, ma si aprono nuove prospettive. Infatti,
presto partiranno ben tre serie autonome dedicate ai nostri protagonisti: Ben
Reilly sarà il protagonista di “Il Ragno Rosso”, serie firmata da Fabio “Mr.
Kayak” Graziano e Xel aka Joji;
il Ragno Nero esordirà in una serie firmata dall’attuale autore de “L’Uomo
Ragno”, Yuri N. A. Lucia, mentre continuerete a seguire le gesta di
Charlotte Witter grazie a Valerio Pastore, nella nuovissima serie “La Donna
Ragno Vol 2°. A tutti costoro passo
il testimone! Quanto a questa collana, dal prossimo numero riprenderà
l’originaria veste antologica, presentando storie a rotazione dedicate ai vari
amici e comprimari del mondo ragnesco. Si partirà con… ma perché dirvelo?
Restate sintonizzati e ne saprete di più!
[1] Kaine ha condiviso praticamente tutti i ricordi dei suoi fratelli di sangue.
[2] Su “L’Uomo Ragno”#33.
[3] Un non impreciso resoconto della saga “Viceversa”, sempre sulle pagine di UR.
[4] Non perdetevi “L’Uomo Ragno”#36 a questo proposito…
[5] Vedi
Spider Man: The Lost Years #3 (WIZ #10)
[6] Piccola citazione del mio film preferito J
[7] Su “L’Uomo Ragno”#12.
[8] I lettori dovrebbero saperlo, o possono facilmente scoprirlo leggendo “L’Uomo Ragno”#36. Il nostro Ben dovrebbe scoprirlo presto…
[9] Il Boss del Crimine di Salt Lake City