MarvelIT presenta:

 

testi e disegni di

Frank Webley

 

 

Capitolo due:

Helter,Skelter and Sulk

 

 

Ti chiami Margareth “Maggie” Joyce e questo è il primo giorno del resto della tua vita (chissà dov’è che l'hai già sentita questa frase!)Ti trovi nella gigantesca villa fuori città del tuo nuovo (e unico) amico: Ezekiel Sims. L’unico da un anno che si è posto verso di te con sincerità e che ti ha dato una delle 24 stanze della sua villa, la più bella, al terzo piano,  con un enorme finestra che dà verso il giardino interno della villa. Sei sdraiata per la prima volta da un anno su di un letto vero e, per la prima da un anno, hai dormito tranquilla senza  sognare ra… non vuoi nemmeno pensare a quei bastardi a otto zampe. Sei in quello stato di dolce dormiveglia che si ha quando la mattina non si ha niente da fare  (vista la villa in cui ti trovi, non pensi avrai molto da fare per sopravvivere!) quando, ad un tratto, una musica assordante esce dalla filodiffusione presente in camera e  ti fa sobbalzare (facendoti sbattere per l’ennesima volta la testa contro il soffitto!)

“HELTER SKELTER…HELTER SKELTER... YEAH!!!” sono queste le parole che senti urlare. Al quarto “Helter Skelter” togli la testa da sotto il cuscino, prendi il vaso di fiori che si trova sul comodino e con forza lo tiri verso l’altoparlante, mandandolo in cortocircuito

“Finalmente! ‘Sti indemoniati…” e rimetti la testa sotto il cuscino. Tre minuti dopo la porta si apre. Ezekiel entra

“Buongiorno Maggie, dormito bene?” Si guarda attorno, vede il vaso in frantumi ai piedi dell’altoparlante e con tono ironico aggiunge: “Uhm… sicuramente meglio di come ti sei svegliata!”

“Ma che avevano quelli assatanati alla radio? Non avete niente dei Radiohead?” chiedi  ancora con la bocca impastata.

“Radiohead? Spiacente piccola da queste parti siamo rimasti indietro. Gli “assatanati” come tu li hai chiamati sono i Beatles!” dice fingendo di essere seccato.

“Sarà…” dici lentamente. Ricominci però subito dopo parlando velocemente per non farti capire: “Peròadessohomoltosonnograzieperlinteressamentobuonanotteciaochiudilaportaquandoesciciiaao!” e rimetti la testa sotto il cuscino”

Ezekiel non si lascia intimorire:”Spiacente ragnetta ma se volevo una debosciata che si trascinasse per casa mia senza far niente non l’andavo a cercare per strada: i miei domestici già bastano!” Si avvicina al letto. Prova prima il solletico sulle piante dei piedi, poi a toglierle la coperta: Niente di niente!

“Ok bella! A mali estremi….estremi rimedi!” Solleva con tranquillità l’intero letto con te ancora sopra e inizia ad agitarlo violentemente. Tu ormai non hai più sonno ma per te è diventata una sfida a chi è più cocciuto che vuoi vincere assolutamente! Usi il tuo potere per aderire al letto e inizi a canzonarlo: “È inutile vecchio, non ci riesci a buttarmi giù dal letto!”

“Forse…” esclama Ezekiel con quel suo tono sempre scherzoso e con il letto ancora tra le mani. “Magari però riesco a buttarti giù CON il letto!” Non fai in tempo ha dire “cosa” che il vecchio ti ha scaraventato ancora attaccata al letto giù dalla finestra! Sei terrorizzata (il che è strano anche per te visto come ti butti abitualmente giù da grattacieli!)e hai poco tempo: sono solo tre piani! Attacchi mani e piedi ai lembi delle lenzuola in modo da creare un paracadute che ti permetta di avvicinarti al muro e di poterti attaccare su di esso: non sai come hai fatto ma ha funzionato. Non fai in tempo a prendere fiato che senti il letto sfracellarsi per terra facendo un enorme boato che ti fa saltare di nuovo il cuore in gola! Appena ti sei calmata risali velocemente fino alla finestra gridando per il “tragitto” : “Tu sei pazzo! TU SEI UN VECCHIO PAZZO! TI HANNO RINCOGLIONITO QUELLE URLA DI PRIMA O SEI PAZZO COSI’ DI TUO?”

Ezekiel ride di gusto. “Sai che potevo rimanerci secca per questa tua trovata geniale? Potevo…”

“ Non ti saresti fatta nulla piccola” dice ancora ridendo : “È la tua natura… sei fatta così! Anche se fossi stata addormentata i tuoi poteri ti avrebbero fatto salvare la pellaccia lo stesso! E poi…ti sei svegliata no?” e ricomincia a ridere.

“Non sei simpatico mister!” riprendi con tono serio. “ Mettiamo in chiaro un paio di cosette! Primo: ti ringrazio per l’ospitalità ma questo non ti dà nessun diritto sulla mia vita intesi?

Secondo: Hai detto che mi avresti aiutata e io ti ringrazio molto per questo ma guai se ti azzardi solo a pensare di essere il mio personal trainer! Se me la sono cavata un anno senza di te ce la faccio anche per cinque di anni! Terzo… chiamami ancora una volta ragnetta e… ehm… NON CHIAMARMI RAGNETTA!”

“Finito?” Ti chiede con aria divertita ma severa.

“Sì ho finito.” Dici con tono più sommesso.

“Bene. Allora inizio io! Primo: Io non chiedo niente da te e dalla tua vita (e te l’ho dimostrato ospitandomi in casa mia quando un minuto prima avevi tentato di rapinarmi) ma sappi che non sono un fesso e che quindi se ti piace tanto stare qui dovrai sottostare a delle regole. Altrimenti l’uscita la conosci. Secondo: Sono sicuro che tu riesca a cavartela con un gruppo di delinquenti sbarbatelli che ti rompe le scatole ma se ti ho portata qui è perché ho visto in te un enorme potenziale, lo stesso che anni addietro videro in me, e mi sembra uno spreco che tu rimanga qua senza poter imparare niente.”

“Ehi bello mettitelo bene in testa: TU A ME NON MI CHIUDI IN NESSUNA SCUOLA DEL CAZZO!”

“Vuoi stare un attimo zitta? Chi ha parlato di scuola? Secondo te esiste una scuola che ti possa aiutare a vivere? Io ti sto offrendo la chance di imparare a usare questi poteri in modo che ti possano servire a qualcosa di più che a un semplice furtarello!”

Rifletti in silenzio per pochi secondi, poi aggiungi: “Errr…Ok Zeke ci sto! Ma cambia programmi senza avvertirmi e…”

“Non ti preoccupare piccola! Non è il mio stile! Ah dimenticavo il terzo punto: a colazione è obbligatorio mangiare fino a sazietà! Ti piace come regola?” Ricomincia a sorridere.

“ Direi che ottempererò sin da oggi a questa regola Zeke!”

“ Ok! Allora ti aspetto sotto… Ragnetta!”

 

 

Scendi cinque minuti dopo lavata e vestita di tutto punto in sala da pranzo. Una lunga tavola apparecchiata soltanto ai due lati estremi ti si presenta appena entrata. Ezekiel è già seduto che mangia uova con la pancetta quando ti vede e cordialmente ti dice: “ Forza piccola che si raffredda!” Non te lo fai ripetere due volte. Ti siedi e inizi a mangiare con gusto. Dopo un anno passato a mangiare cibi in scatola sgraffignati nei supermarket e il rancio delle mense per poveri in cui ti intrufolavi saltuariamente, quella colazione, seppure non fosse niente di eccezionale, ti sembrava un pasto imperiale. Zeke deve essersene accorto dalla voracità con cui mangi. Ti chiede qualcosa dall’altra parte del tavolo ma la lontananza e il rumore delle tue mascelle che masticano ti impedisce di sentire quello che dice. Prendi allora il piatto e il bicchiere e ti siedi al suo fianco.

“Dicevi?”

“No niente ho soltanto  notato che ti sono piaciute le mie uova con la pancetta.”

“ Le hai cucinate tu? Scusa ma ricco come sei non ti puoi permettere un cuoc…Oh! Ho capito: Non hai servitù perché hai paura che qualcuno scopra cosa sei in realtà?”

“Salti subito alle conclusioni tu! Peccato che siano sbagliate! Le uova le ho cucinate io perché mi piace cucinare ma questo non significa che io sia un eremita! A proposito…”

Si avvicina ad un interfono installato alla parete e inizia a parlare.

“Lester provvedi a riordinare la camera della nostra ospite. Inoltre fai togliere il letto dal giardino e  mettine uno nuovo.”

“Sarà fatto signore.” Dice la voce dall’interfono.

“Fammi capire, la stanza di una tua ospite è totalmente a soqquadro, il letto è addirittura volato giù dalla finestra e tutto quello che il tuo Alfred di turno ti dice è “sarà fatto signore”?! Scommetto che l’hai scelto come tuo maggiordomo dopo accuratissimi test d’intelligenza… hai presente quelli che vengono fatti agli scimpanzé?”

“Lester mi “accudisce” da ormai 15 anni ed è ormai abituato a questo genere di cose. Non ti devi preoccupare di niente. L’avere poteri speciali non implica la mancanza di una vita. Vedrai che con me ne imparerai di cose…” Ti incuriosisce molto con quel suo tono sempre sullo scherzoso ma da vecchio saggio. Mentre rifletti su questo strano individuo lo vedi avvicinarsi di nuovo all’interfono: “ Lester? Fai anche preparare la macchina. Io e la signorina Maggie andiamo a lavorare.”

Se tu fossi in uno di quei fumetti che leggevi da piccola, cara Margareth Catherine Joyce, dalla tua nuvoletta adesso uscirebbe solo un punto interrogativo…

 

 

“ Wow Zeke! Ti tratti bene anche con le macchine!” Nonostante tu abbia vissuto la maggior parte della tua vita nella ricchezza, raramente sei salita a bordo di una limousine come quella su cui ti trovi adesso. Tuo padre era sempre voluto rimanere sul sobrio e preferiva macchine meno appariscenti (forse anche perché si notano molto meno nelle sue scappatelle notturne!) Davanti a te, nel salottino che sono i sedili posteriori, Ezekiel nel suo bel vestito nero di Armani, con la sua bella camicia verde  leggermente sbottonata e con le sue scarpe nere lucide da potersi specchiare. Rifletti su questo uomo. Pensi che in un anno hai diffidato da tutto e da tutti ma non da lui. Forse perché è così incredibilmente simile a te e non solo per i poteri, forse perché in fondo la tua psiche aveva bisogno di aggrapparsi ad un qualcosa di solido e ha scelto la prima possibilità che ha avuto. Tanti forse che per tutto il viaggio ti zittiscono, tanti forse che vengono interrotti dall’uomo di fronte a te che incomincia a parlarti:

“ Cinque minuti e siamo arrivati piccola.”

“ Arrivati dove?”,chiedi con tono sarcastico. “Non mi piace quest’aria che ti dai tipo “ME-GRANDE-MISTERIOSONE! TE-TROPPO-PICCOLA-PER-CAPIRE! TE-FARE-QUELLO-CHE-TI-DICO-SENZA-CHIEDERE-NIENTE! Ti dispiacerebbe rendermi partecipe?”

“Ok piccola hai vinto! Volevo portarti dove lavoro io: sono il proprietario della Sims Co. Conosci?”

Altroché se la conosci la Sims Co.! Non frugavi molto nelle carte personali di tuo padre( tranne se veramente arrabbiata) ma sicuramente ricordi quanto tuo padre la maledisse. È una di quelle multinazionali che si occupa praticamente di tutto, Import-Export soprattutto. Ogni volta che tuo padre voleva garantirsi un appalto per i trasporti di qualche merce c’era sempre davanti a lui la Sims Co.

“ Tu sei il proprietario della Sims Co.?”

“ Esatto! Ti stupisce tanto la cosa?”

“Beh no… Mi stupisce di più che un essere con super-poteri sia a capo di una multinazionale! Insomma… lo trovo strano!”

“ Beh la ricchezza è venuta dopo i poteri. È una storia interessante, penso che ti possa aiutare a capire co…”

“SHHHHH!” Zittisci immediatamente, quasi istintivamente il tuo interlocutore: Howard Stern  [1]in uno dei suoi rari momenti di lucidità sta passando alla radio la tua canzone preferita, Sulk dei Radiohead e tu vuoi sentirla dall’inizio alla fine e in questo momento niente potrebbe essere più importante! Inizi senza rendertene conto il ritornello della canzone. L’emozione ti rende viva è allo stesso tempo ti uccide le parole della canzone mai ti si sono dipinte addosso come ora:

 

Sometimes you sulk, sometimes you burn
God rest your soul
When the loving comes and we've already gone
Just like your dad, you'll never change!”
[2]

 

Ti rendi conto alla fine della canzone di averla cantata a squarciagola e che Ezekiel ti sta ammirando da un po’, sorridendo compiaciuto. Diventi subito rossa quando ti dice con quella sua voce a metà tra il serio e lo scherzoso: “Canti bene!”

“Scusa ti ho interrotto mentre parlavi… stavi dicendo?”

“Niente di importante… canti molto bene sai? Anche se la canzone è un po’ triste…”

Non sai come reagire. Di solito nessun “adulto” aveva ascoltato con attenzione le tue passioni. Nessun “adulto” ha mai cercato di capire le tue motivazioni, i tuoi sentimenti, i tuoi sogni…

Non sai cosa dire e un “grazie” a voce bassa e tutto ciò che riesci a dire.

“Maggie, so che non sono affari miei e se vorrai evitare di rispondermi accetterò la tua decisione… ma come ti sei ridotta così?”

Solo poco tempo fa avresti detto: “Ma la mattina perché non ti fai una tazza di cazzi tuoi?” oggi invece ti senti vicina a questo uomo, molto di più di quanto tu ti sia mai sentita vicina a tuo padre. Gli racconti con un tono di voce bassissimo (che di solito usi solo quando stai raccontando qualcosa di cui ti vergogni o che sai che non piacerà) tutti gli ultimi sconvolgenti fatti che ti hanno trasformata in quello che ora sei.

“… e questo è tutto.” Concludi. Ezekiel sta zitto per pochi istanti poi comincia a parlare con un tono molto serio: “Margareth Joyce… Come ho fatto a non riconoscerti prima. Sei la figlia di Alex Joyce. La tua foto apparve sul Bugle per settimane. Dal biglietto che hai lasciato Jameson e il suo Bugle intuì con la classica imparzialità che lo contraddistingue che fosse stato l’Uomo Ragno a rapirti. Dovette ricredersi quando i genitori  ammisero che eri fuggita tu dimostrando doti eccezionali e che non eri stata rapita da un uomo entrato dalla finestra. Riconobbero inoltre che la calligrafia sul biglietto era tua.”

Quei codardi dei tuoi  genitori prima hanno finta che tu fossi stata rapita (Non sia mai che la figlia di Alex e Cate Joyce sia una sbalestrata e per giunta in possesso di ragno-poteri!) poi non sapendo come portare avanti la storiella del rapimento hanno ammesso che sei fuggita. Sicuramente con le conoscenze di tuo padre hanno fatto in modo che la tua ricerca non durasse molto.

Non pensarci ancora Maggie: fa male, molto male, troppo male.

Un minuto di silenzio da entrambi, poi Ezekiel ricomincia: “Spero di poterti aiutare Maggie a superare tutto questo e a farti apprezzare quello che sei. Non devi averne paura.”

Fai il tuo classico sorriso di circostanza.

 

 

“Siamo arrivati!” Il gigantesco palazzo davanti al quale vi siete fermati non ti impressiona più di tanto: un grattacielo come tanti a Manhattan. Entrata ti ritrovi nel classico mondo da cui sei fuggita e nel quale tuo padre sguazzava. Fai la finta tonta e chiedi:

“Di cosa vi occupate precisamente?”

“Ufficialmente di import-export, importiamo ed esportiamo di tutto. Dai tessuti agli strumenti informatici più avanzati.”

“E… non ufficialmente?” Chiedi con curiosità.

“Non ufficialmente ci occupiamo di gente come me e come te!” Dice con un sorrisetto malizioso stampato sulla bocca.

“Cosa intendi?”

“Vedrai tu stessa!” Ancora più divertito

Entrate nell’ascensore, un ascensore a tuo avviso troppo moderno visto che non ha una pulsantiera ma un comando vocale con password!

“Sims, Ezekiel. Codice 28031985/F”

“ANALISI IMPRONTA VOCALE…ACCESSO CONSENTITO. BUONGIORNO MISTER SIMS. DESTINAZIONE?”

“Piano sotterraneo, palestra!”

“COMANDO VALIDO. IN ESECUZIONE…”

Una palestra nei piani sotterranei di una multinazionale? Maggie Joyce, ora hai sentito proprio tutto! Due secondi dopo siete arrivati. La porta dell’ascensore si apre e ciò che vedi ti lascia senza fiato: una gigantesca stanza con porte e pareti d’acciaio, piene di luci e di computer. “Deve essere questa la palestra” pensi.

“E ora si balla ragazza!” Dice Zeke con aria divertita.

 

 

Prossimamente: Iniziano (veramente) gli allenamenti. Ritorna inoltre una figura dal passato di Maggie, quello di Zeke si fa meno oscuro e… l’arrivo del nuovo, rimbalzante RICOCHET!

 

 

Note: Inizio questo piccolo spazio con due mea culpa. Il primo e per i disegni del primo numero in cui veniva ritratta Maggie con l’occhio destro tumefatto… mentre il testo diceva che era il sinistro! Il motivo di questo mio errore nasce dal fatto che per il primo numero feci prima i disegni (con la storia solo in mente) e poi la stesura della storia. Poi la mia solita distrazione ha fatto il resto… Scusatemi! Il secondo mea culpa è perché nel “prossimamente” del numero scorso annunciavo rivelazioni sul passato di Maggie e Zeke nonché l’inizio degli allenamenti…tutte cose che in realtà avverranno nel prossimo numero. Il motivo di questo errore è invece leggermente meno astruso: Nei miei piani originali tutto quello che succederà nel prossimo numero doveva succedere in questo e la conversazione di Maggie e Zeke era all’inizio di poche righe. Negli ultimi giorni però ho pensato di dover rendere più reali questo dialogo e quindi i personaggi, di dare un piccolo ritratto psicologico di Maggie e Ezekiel.(mandare l’azione al prossimo numero è stata quindi la scelta che ho dovuto fare. Non vogliatemene ^__^)

E ora passiamo alla nostra storia e cominciamo proprio dai caratteri diversi ma neanche poi tanto lontani di Ezekiel e Maggie. Le loro personalità sono riassunte nelle loro canzoni preferite: Se Ezekiel a prima vista sembrava a Maggie il classico ricco sistematico non troppo distante da ciò che suo padre è, scopriamo che in realtà è un tipo molto Helter Skelter (che in inglese vuol dire “di fretta e furia”, alla disordinata) molto lontano dagli stereotipi del freddo uomo d’affari (Il perché lo scoprirete il prossimo numero). Se invece Maggie può sembrare dal suo cinismo e dalla sua battuta pronta una ragazza molto sicura di sé, scopriamo invece che è molto Sulk (imbronciata, scontrosa) insicura e sola. Differenze tra i due ma molte affinità ( a partire dai poteri di ragno) e il loro rapporto si rifà molto a quello che c’è tra Jubilee e Wolverine. Lei lo ammira e lo vede come un punto di riferimento , lui invece la protegge affettuosamente e, nonostante l’atteggiamento freddo, la vede come una figlia. Concludo con le canzoni di oggi che come avrete capito sono Helter-Skelter dei Beatles e Sulk dei Radiohead

Ogni critica o lode o suggerimento sempre al solito indirizzo: paranoidandroid85@hotmail.com

Ciao!

P.s: questo numero niente disegni (le scene d’azione da disegnare in questo numero mancavano:P) ma mi rifarò col prossimo numero con l’avvento di Ricochet  

 

 

 

 

 

 



[1] Per chi non conoscesse Howard Stern  vi posso dire che è l’irriverente disc-jockey americano che con il suo amato/odiato talk-show radiofonico è diventato ormai il più famoso personaggio radiofonico d’America (notare che non ho detto “popolare” apposta: molti lo trovano insopportabile e zotico soprattutto per il suo personaggio il cui nome è tutto un programma: il Petomane ( e per averlo portato IN DIRETTA MONDIALE   agli MTV Video Music Awards con un costume che gli lasciava scoperte le chiap…i glutei!)

 

[2]Per i non anglofobi la traduzione è più o meno questa:

a volte fai il broncio
a volte bruci
che Dio dia pace alla tua anima
quando arriverà l'amore
e non ci saremo più
proprio come tuo padre
non cambierai mai”

In ogni caso se volete leggere il testo completo con traduzione potete cliccare qui