Per tutta la mia vita, molto più breve di quanto il mio aspetto ed i miei stessi ricordi farebbero supporre, ho dovuto convivere col fatto che non sono un essere umano comune e questo non solo per i poteri ragneschi donatimi dal destino, ma perché in realtà sono un clone… il clone di un eroe: Peter Parker, lo Stupefacente, Spettacolare, Sensazionale, ed altri aggettivi ancora, Uomo Ragno.

Per anni mi sono considerato indegno della sua eredità, ho ceduto alla disperazione, alla rabbia, all’odio, alla crudeltà, sono diventato un assassino. Qualcuno direbbe che ho ceduto al lato oscuro della Forza… beh qualunque cosa fosse era davvero molto oscuro.

Quando ero ormai sicuro che per me non ci fosse più alcuna possibilità di redenzione, qualcuno ha scommesso sul contrario, ha creduto in me e mi ha concesso una seconda possibilità ed il fatto che quel qualcuno fosse il mio gemello genetico Ben Reilly, un uomo che ho odiato e cercato per anni di uccidere perché mi ricordava costantemente ciò che pensavo di non poter mai essere, dovrebbe dirla lunga sulla forza d’animo dei Parker.

Non so se potrò mai fare davvero ammenda per i miei peccati, ma non per questo smetterò di provarci, anche se questo significa lottare duro. Dicono che se guardi troppo nell’abisso anche l’abisso guarda in te. Io l’ho fatto, sono stato nell’abisso e sono tornato indietro ed ora cammino sul suo orlo attento a non cadere.

Un tempo mi chiamavano Kaine, ma oggi sono Ragno Nero.

 

 

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#25

 

Conseguenze

 

Di Carlo Monni

(con tanti ringraziamenti e scuse a Yuri N. A. Lucia)

 

 

1.

 

 

            Mi volto di scatto al suono di una voce nota, ma quello che ho di fronte a me non è né Peter Parker né Abel Fitzpatrick e di certo non è Ben Reilly con un nuovo costume, a meno che non abbia deciso improvvisamente di farsi chiamare Ragno Blu.

-Tu!- esclamo –Tu non sei…-

-No, gattina…- replica lui saltandomi addosso troppo velocemente perché possa evitarlo ed afferrandomi in una presa ferrea -… non sono nessuno dei Ragni che conosci... e ami.-

            Mi solleva sopra la testa.

-Non avresti dovuto impicciarti di cose che non ti riguardano… affari di famiglia tra me e Kaine…- mi scaglia con forza oltre il bordo del tetto -… Non lo sapevi che la curiosità ha ucciso la Gatta Nera?-

            Comincio ad urlare mentre cado. Sono Felicia Hardy, la Gatta Nera e se non succede qualcosa in fretta finirò spiaccicata sul selciato.

 

            Ragno Nero ode l’urlo della Gatta Nera e scatta in azione. I suoi muscoli potenti lo staccano dalla parete a cui ha aderito e gli fanno spiccare un salto che lo porta ad incrociare la rotta della caduta di Felicia. Mentre da uno dei suoi polsi esce un filo di ragnatela che si attacca alla vicina parete, con l’altro braccio afferra la ragazza alla vita, poi con un colpo di reni si proietta in alto fino a raggiungere il tetto ed atterrarvi più o meno elegantemente.

-Tutto bene, Felicia?- chiede.

-Sì, adesso sì.- risponde la Gatta, poi con uno sguardo malizioso aggiunge –Ora che sono al sicuro, puoi anche togliere quella mano dal mio sedere.-

-Oops, scusa, non me n'ero accorto.-

-Certo, come no.-

-Chi è stato, Felicia?-

-Bella domanda. Sembrava uno di voi Ragni: Il suo costume era come quello dell’Uomo Ragno ma con i colori invertiti, il blu al posto del rosso e viceversa. Sei sicuro che non ci siano altri cloni in giro?-

-A dire il vero... forse ne è rimasto uno.-

 

            Kuro Neko, uno dei più letali killer al soldo della Yakuza[1] si volta lentamente infilandosi la maschera che copre il suo volto quando entra in azione.

-E così… -dice -... la Volpe Rossa ha finalmente stanato il Gatto Nero.-

-Sembri quasi rilassato, fratello.- dice il nuovo arrivato. Il suo nome in giapponese suona Aka Kitsune, la Volpe Rossa, e viene sussurrato con rispetto in Giappone come quello di un killer inarrestabile, membro di un trio di assassini contraddistinti dal nome di un animale e di un colore -Quasi rassegnato al tuo destino.-

-Ognuno di noi dovrebbe essere pronto a morire, non è vero Saguro? Resta da vedere chi ucciderà chi.-

            Un breve incrociare di sguardi e lo scontro comincia.

 

 

2.

 

 

            Agli occhi dei pochi che si degnano di guardarlo sembra solo un comune dottore, uno dei tanti medici dal camice svolazzante che si muovono per i corridoi dell’ospedale. Se lo guardassero meglio forse si accorgerebbero del lampo di lucida follia nei suoi occhi. Nessuno continua a badare a lui, però, e lui ne approfitta per introdursi in una certa stanza.

            Sally Weston non è nessuno, solo una produttrice televisiva assuefatta a farsi di anfetamine e cocaina per superare lo stress del lavoro. La sua unica colpa per quest’uomo, però, è aver incrociato la sua strada con quella di Abel Fitzpatrick alias Kaine alias Ragno Nero e questa per l’uomo che ora la sta osservando è una colpa sufficiente. La osserva dormire tranquilla ed ignara: nemmeno il trambusto seguito alla caduta della Gatta Nera l’ha svegliata, merito dei sedativi che le hanno dato.

            Avvicina le sue mani al collo di lei. Sembra così innocente mentre dorme, è quasi un peccato doverla uccidere… quasi… ma in fondo non c’è davvero nessuno che sia innocente e di certo non lei.

            In quel momento la finestra della stanza si infrange ed entra Ragno Nero.

-Ah!- esclama l’assassino –Il mio fratellino redento arrivato giusto in tempo per salvare la donzella in pericolo. Finalmente ci rivediamo.-

            Un sogghigno crudele distorce i familiari lineamenti di Peter Parker rendendoli quasi irriconoscibili, poi gli abiti che indossa mutano, trasformandosi in una replica del costume familiare dell’Uomo Ragno con i colori invertiti.

-Allora avevo ragione.- esclama Ragno Nero –Tu… tu sei Ragnocidio.-

 

            Il Tenente Terenzio Oliver Rucker dell’Ufficio Controllo Crimine Organizzato del Dipartimento di Polizia di New York e il sergente Brady O’Neil della squadra investigativa del Procuratore Distrettuale di Manhattan osservano il cadavere davanti a loro, un uomo sui 35 anni che indossa l’inconfondibile divisa blu dei ”Migliori di New York”.

-Allora dottore?- chiede O’Neil con impazienza

            Il Medico Legale si alza e scuote la testa.

-Potrò essere più preciso dopo l’autopsia e l’esame balistico, ma credo di non sbagliare se vi dico che a ridurre così il vostro agente è stata una scarica di pallettoni probabilmente sparata da uno shotgun a canne mozze.-

-Il Mangiapeccati.- si lascia sfuggire O’Neil.

-Già…- commenta il medico –Pare che il vostro assassino di “peccatori” sia tornato sulla scena.-

            Rucker guarda il cadavere con occhi pieni di compassione. Povero diavolo, pensa, chissà quali erano i peccati veri od immaginari per cui il Mangiapeccati ha deciso di punirti? Non m’importa: lo troverò e lo fermerò, te lo giuro.

 

            C’è stupore nella voce di Ragno Nero:

-Ragnocidio… dunque sei davvero tu… ti speravo morto.-

-Dicono lo stesso di te, Kaine, eppure sei ancora qui  e ti sei rifatto una reputazione come supereroe. Un po’ violento, magari, ma pur sempre uno dei buoni. Chissà che direbbe la gente se sapesse chi sei veramente? Se sapesse che sei un clone, che sei un assassino? Da quanto è che non uccidi nessuno? Non ti manca?-

-No… io non sono come te, pazzoide.-

-Davvero? Chi può saperlo. Sai, dicono che può bastare una giornata storta per portare un essere umano oltre il limite della follia. Tu che ne pensi? Non è stato così per te? Non hai provato una bruciante voglia di uccidermi dopo che hai trovato il corpo di Patricia Everett? Io l’avrei avuta e dopotutto io sono te.-

-Io non sono affatto come te, pazzo assassino.- scatta Ragno Nero colpendolo con un pugno al volto –Non lo sarò mai. Perché hai ucciso Patricia?-

-Non lo indovini? L’amavi… o almeno lo credevi … ed io non potevo permetterlo, non a te. La parrucca bionda è stato un tocco di genio, non credi? A chi hai pensato vedendola? Alla dolce Gwen che è sempre nei miei pensieri… e nei tuoi, ci scommetto… o a Louise Kennedy? Il primo omicidio non si scorda mai, vero?-

-Sta zitto bastardo.- scoppia Ragno Nero sferrando un altro colpo, ma il suo avversario lo evita facilmente.

-Spiacente, ma non voglio rovinare il mio bel profilo con un naso schiacciato.-

            Dai suoi polsi esce un getto di ragnatela che si solidifica intorno alla testa di Ragno Nero.

-Mi piacerebbe poter dire che non è niente di personale, ma mentirei.

 

 

3.

 

 

            Il combattimento tra due esperti di arti marziali può assomigliare ad un balletto, fatto di mosse e coreografie sapientemente studiate ed eseguite. Un simile duello, specie tra due che hanno avuto gli stessi maestri, potrebbe durare un’eternità. Sono stati addestrati per essere due assassini questi due fratelli, i migliori del Giappone dicono, forse migliori dei ninja della Mano e dei temuti Maestri del Silenzio, ma queste sono leggende e la realtà è la loro rivalità. Il Gatto Nero ha fatto uno sgarbo al suo clan della Yakuza e suo fratello, la Volpe Rossa è stato incaricato di punirlo, un incarico che lui ha inteso come un’autorizzazione ad ucciderlo, il che sarebbe andato bene a tutti i componenti del consiglio del Clan, a parte uno, fratello di entrambi e noto come Drago Blu, che avrebbe forse preferito che fosse il Gatto ad uccidere la Volpe.

            Ma questo loro non lo sanno e continuano la loro lotta da cui uno solo potrà uscire vivo. Le maschere che indossano nascondono i loro volti e forse sono lo specchio delle loro anime e quelle sì, sono molto diverse, ma questo non è un gioco in cui conti la morale, non sempre è il più giusto a vincere, solo il più bravo o il più fortunato.

            Basta un piccolo sbaglio di Kuro Neko e Aka Kitsune ne approfitta per ferirlo con le punte del suo sai.

-Il primo sangue è tuo, Saguro.- concede Kuro Neko.

-E lo sarà anche l’ultimo, Taro.- replica suo fratello.

            Si lanciano l’uno contro l’altro saltando con le spade sguainate e si sfiorano ricadendo a poca distanza l’uno dall’altro.

 

            Terenzio Oliver Rucker si considera un poliziotto vecchio stile e questo vuol dire cha mal sopporta interferenze esterne nel suo lavoro. Ovviamente l’F.B.I. rientra nel suo concetto di interferenze. La maggior parte di quelli con cui ha avuto a che fare, perlopiù nella task force congiunta anti crimine organizzato, appartenevano alla categoria di quelli che pensavano di essere parte di una élite e guardavano con sufficienza i poliziotti di città come lui. Deve ammettere, però, che l’Agente Speciale Ailbhe Rourke è diversa dagli altri federali: tanto per cominciare riempie una camicetta ed un paio di pantaloni meglio di quanto abbia mai fatto qualunque altro investigatore che abbia conosciuto e questo l’avevano notato tutti. Da quel che sa di lei, ha trentasette anni, è alta un metro e settantacinque, ha un fisico asciutto ed atletico, lineamenti delicati e piuttosto equilibrati che le conferiscono una sorta di discreta bellezza sottolineata dai corti capelli neri e dagli occhi blu scuro incorniciati dalle sopracciglia scure. Avesse avuto i capelli rossi e le efelidi sarebbe stata la tipica bellezza irlandese che il suo nome suggerisce. È vestita con lo stesso  completo giacca e pantalone neri, camicetta bianca, cravatta, scarpe basse e un orologio digitale al polso destro che aveva la prima volta che l’ha incontrata. Ha anche un curriculum di tutto rispetto: si è laureata in psicologia ad Harvard, conseguendo poi una specializzazione in criminologia all’E.S.U.[2] e un master in tecniche investigative alla Sorbona di Parigi. Si è addestrata con le forze di sicurezza di Israele per quasi due anni e molto altro ancora. Insomma una tipa da prendere con le molle.

-Novità sull’ultimo delitto del Mangiapeccati?- chiede la donna mettendosi a sedere.

-Non che io sappia.- risponde Rucker –Attendo notizie dal Medico Legale, ma non mi aspetto nulla di nuovo.-

            La donna sorride.

-Nemmeno io. Questo nuovo Mangiapeccati sembra ossessionato quanto i precedenti. Ha considerato la possibilità che sia un poliziotto come Stan Carter?-

            L’aveva considerato sì, ma Terenzio non aveva alcuna voglia di ammetterlo con Miss F.B.I.

            La verità era che il caso di Stan Carter, il primo Mangiapeccati, gli bruciava. Non lo aveva conosciuto molto, ma da quel che sapeva, la sua sanità mentale era stata compromessa da certe droghe sperimentali somministratigli quando era agente dello S.H.I.E.L.D.  Certa gente pensa di essere autorizzata a fare quel che gli pare senza pagarne le conseguenze.

-E l’Uomo Ragno?- chiede la Rourke –Mi pareva di aver capito che volesse aiutarci.-

-Dopo che la pista di quel mercante d’armi si è rivelata un vicolo cieco,[3] non l’ho più sentito. Ha avuto i suoi impegni credo.-

-Beh... certe cose è sempre meglio lasciarle a noi professionisti, non crede?-

-Chissà? I buffoni in costume di questa città si sono spesso rivelati utili.-

            Le chiacchere proseguono ma non portano a nulla e la Rourke se ne va. Uno dei detective presenti in sala alza gli occhi per seguirne l’uscita. Rucker gli dà uno scappellotto sulla nuca.

-Pensa a finire quel rapporto sulle attività delle gang, Miller e non guardare il culo della Rourke.-

-Ah beh, capo…io…-

            Se Rucker sapesse ridere la smorfia sulla sua faccia assomiglierebbe ad un sorriso.

-Lascia stare, Stan, e continua a lavorare.-

 

            Gli ci vuole tutta la sua forza per strappare la ragnatela prima che si solidifichi del tutto, ma Ragno Nero ci riesce senza strappare la sua maschera.

-Sei davvero ridicolo sai?- lo canzona il suo nemico.

-Adesso te lo faccio vedere io, quanto lo sono.- ribatte l’altro e si scaglia contro di lui spingendo entrambi contro la porta della stanza per poi sfondarla e piombare nel corridoio.

-Ehi.- urla qualcuno –Ma che succede?-

-Non è quel vigilante mascherato che chiamano Ragno Nero?-

-Lo credevo un po’ più grosso.-

-E l’altro chi è? L’Uomo Ragno?-

-Sembra… ma i colori sono sbagliati…-

            Se ci battiamo nel bel mezzo dell’ospedale qualcuno finirà fatalmente ferito, pensa Ragno Nero, devo portare lo scontro all’esterno.

            Spara una scarica di ragnatela sul suo avversario e gli blocca le braccia, poi, prima che abbia il tempo di liberarsi, se lo tira dietro, gettandosi contro una delle finestre che danno sull’esterno.

 

 

4.

 

 

            Due figure simili… solo il colore dei loro costumi li distingue davvero ed ora hanno anche qualcos’altro in comune: una profonda ferita all’altezza dell’addome.

-Non male, Taro… davvero non male.- c’è una sorta di amara ironia nella voce di Aka Kitsune –Siamo davvero simili noi due.-

-È davvero questo che vuoi, Saguro?- ribatte Kuro Neko –La morte di entrambi, questo ti soddisferebbe?-

-No, fratello, solo la tua. Tu sei l’unico ostacolo che si frappone tra me e l’ascesa ai vertici del nostro Clan.-

-Dimentichi nostro fratello.-

-Non lo dimentico, ma neanche lui potrà fermarmi quando tornerò in Giappone con la tua testa e se volesse sfidarmi…-

            La Volpe Rossa lascia la frase in sospeso e si può indovinarne il sorriso maligno sotto la maschera. La cosa rende il Gatto Nero più determinato.

-Non volevo arrivare a questo…- dice osservando il sangue che gli scorre tra le dita -… della mia vita mi importa poco, ma se minacci quella di nostro fratello, allora sarò costretto ad ucciderti.-

-A provarci, vuoi dire.- ribatte, sprezzante, l’altro.

            Il duello ricomincia. Lo scontro sembra sempre troppo alla pari perché uno dei contendenti possa prevalere, poi Kuro Neko scivola sul suo stesso sangue e piomba a terra suo fratello ne approfitta per vibrargli un fendente che dovrebbe essere mortale, ma Kuro Neko è rapido e ferma la lama con le mani. Ignora il dolore mentre con un calcio respinge Aka Kitsune all’altro lato della stanza, poi si rialza e prende una decisione. Non può vincere questo scontro e per quanto poco onorevole sia, gli rimane una sola scelta: si tuffa verso la finestra e piomba fuori.

-Torna indietro, vigliacco.- gli urla il suo avversario, poi segue la stessa strada.

            Per uno con il suo addestramento non è un problema superare il dislivello con il suolo. Quando atterra cerca tracce del fratello ma Kuro Neko sembra scomparso.

-Non importa dove scappi Taro.- urla -.Ti troverò dovunque tu vada e la faremo finita.-

 

            Felicia Hardy li guarda cadere e spera che Abel agisca in fretta. Viene accontentata perché Ragno Nero tesse rapidamente con la sua tela un materassino su cui sia lui che il suo avversario piombano attutendo la caduta che altrimenti poteva essere fatale.

-Complimenti, fratello.- dice Ragnocidio –Nostro padre sarebbe fiero di noi se fosse qui.-

            Allude allo Sciacallo, il perverso supercriminale che un tempo era un mite professore di biochimica all’E.S.U. prima che l’ossessione per Gwen Stacy lo spingesse a sempre più arditi esperimenti di clonazione fino a fargli perdere il lume della ragione.

-Sta zitto!- gli urla Ragno Nero prima di sferrargli un calcio che l’altro incassa come fosse fatto di gomma.

            La lotta riprende furibonda. La Gatta Nera la osserva chiedendosi cosa fare. Forse Abel non apprezzerebbe la sua interferenza nella lotta col suo gemello genetico, ma non può semplicemente stare a guardare. Il corso degli eventi fa sì che non debba scegliere.

-Fermi! Alzate le mani tutti e due!-

            A parlare è stata una guardia di sicurezza dell’ospedale che punta contro di loro la pistola d’ordinanza ed è piuttosto nervoso.

-Oh... e cosa ti fa pensare che potresti fermarmi?-

            Il corpo di Ragnocidio si deforma e si allunga verso la guardia ed è allora che la Gatta Nera scatta, afferrandola per il collo e tirandola lontano.

-Di solito non è così che mi prendo un uomo, ma non avevo molta scelta. Saresti stato meno carino se ti avesse mangiato la testa.- dice Felicia.

-Non… non avrebbe potuto farlo, vero?- chiede l’agente.

-Non chiederlo a me, non conosco molto quel tipo, ma se vuoi sapere come la penso, uno che si fa chiamare Ragnocidio non sembra proprio il tipo del pacifista… oltre ad avere un pessimo gusto nella scelta dei nomi.-

-Non… non è l’Uomo Ragno allora… ma lo sembra. Chi è?-

-Il riflesso distorto del clone malvagio del suo fratello gemello proveniente da una realtà alternativa? Sono aperta a tutte le ipotesi. Ora scusa ma ho un cattivo da pestare. Magari chiamami dopo, potrei insegnarti un modo o due per farti passare lo stress post traumatico.-

            Ha appena finito di dirlo che si lancia verso la zona di battaglia lasciandosi dietro un perplesso agente.

-Ma… ma… non ho il tuo numero.-

            Nel frattempo nella zona si stanno concentrando altre guardie ed in lontananza si comincia ad udire il suono di una sirena.

-Sta arrivando troppa gente.- commenta Ragnocidio –Dovremo rimandare il nostro piccolo confronto. Non cercarmi, ti troverò io.-

            Ragnocidio spicca un salto e piomba sulla folla. Ragno Nero lo segue ma…

-È scomparso, maledizione.-

-Ma come ha fatto?- chiede la Gatta.

-Ha una specie di potere mutaforma. Può cambiare il costume in abiti civili e forse anche il suo stesso aspetto e non fa scattare il mio senso di ragno naturalmente. Ormai può essere dovunque, anche dietro di noi.-

-Non mi ci far pensare. Che si fa adesso?-

-Ce la filiamo. Non ho alcuna voglia di parlare con la Polizia e tu?-

-Ti sembro il tipo?-

            Ragno Nero afferra la Gatta alla vita, poi lancia la sua tela e balza verso l’alto.

 

            Ailbhe Rourke vive da sola. Potrebbe dire che è single per colpa altrui, ma spesso teme che sia per colpa del suo caratterino spinoso. Si sta preparando ad andare in ufficio ed ha appena finito di vestirsi, quando sente suonare il campanello. Chi può essere? Il suo indirizzo non è pubblico, quindi deve essere un collega o...

            Pochi istanti per verificare l’identità di chi ha suonato ed il motivo della visita e farlo salire, poi attende che arrivi. Un altro squillo di campanello e l’Agente Speciale dell’F.B.I. apre la porta.

-Bene, allora cosa...?-

            Ha appena il tempo di vedere che l’uomo indossa una maschera verde, poi ode il primo sparo. Il colpo la prende al ventre, il secondo sparo arriva subito dopo e le trancia l’arteria carotidea. Cade a terra affogando nel proprio sangue . Le ci vogliono trenta secondi per morire.

            L’uomo si sfila la maschera e la infila nella tasca destra della giacca, poi lascia tranquillamente l’edificio.

 

 

5.

 

 

            Terenzio Oliver Rucker ha visto molte scene del crimine, ma poche volte una così piena di poliziotti. Lui stesso è stato avvertito dal Commissario di Polizia in persona. Arthur Stacy era un vecchio amico ma la sua non era stata una chiamata di cortesia, c'era una certa urgenza nella sua voce.

            È appena arrivato che una voce nota lo accoglie:

-Terenzio, da questa parte.-

            Brady O’Neil, ex detective della Narcotici ora nella squadra investigativa e membro della Squadra Speciale anti Mangiapeccati.

            Rucker passa, con una certa difficoltà, sotto il nastro giallo che delimita la scena del crimine ed entra nell’appartamento. Quello che nota subito è che c’è tanto sangue. Il cadavere è stato appena rimosso; meglio così. Conosceva poco Ailbhe Rourke, ma preferisce comunque ricordarla viva.

            O’Neil è nell’atrio assieme ad altra gente: i due detective del Distretto locale che hanno risposto alla chiamata che segnalava l’omicidio e che poi hanno chiamato i capi quando hanno capito chi era la morta, il tenente Flint della Squadra Omicidi e quello che ha tutta l’aria di essere un Federale.

            O’Neil si incarica delle presentazioni.

-Terenzio, ti presento l’Agente Speciale Philip Corrigan. Coordina le indagini per conto del Bureau.-

-Phil Corrigan… credo di aver sentito parlare di lei.- dice Rucker stringendo la mano che l’altro gli porge –Ma credevo fosse più vecchio.-

-Probabilmente mi confonde con mio nonno, è un errore che fanno in tanti. Anche io ho sentito parlare di lei, tenente,-

-Male, suppongo.-

            Corrigan si concede un sorriso.

-Non esattamente. Mi hanno detto che è un mastino che non molla mai un osso.-

-Meglio di tante altre definizioni che mi hanno appioppato. Senti… perché non lasciamo perdere queste scemenze del Tenente e dell’Agente Speciale e parliamoci francamente: voi federali vi prendete il caso?-

-L’Agente Speciale Rourke… Ailbhe… faceva parte dell’F.B.I. trovo normale che vogliamo essere coinvolti. Vista la qualifica della vittima come dipendente federale, credo che potremmo prendercelo, sì, ma personalmente preferisco un approccio più collaborativo, considerate le circostanze.-

-E quali sono le circostanze? Che ha detto il Medico Legale?-

-Che è morta tre le sette e le nove del mattino e che ad ucciderla sono stati due colpi, probabilmente di una doppietta a canne mozze.- risponde O’Neil.

-L’arma del Mangiapeccati.- conclude Rucker.

-Beh… ne avremo la sicurezza solo dopo l’esame dei bossoli e delle pallottole, credo. C’è un’altra cosa: l’hanno trovata riversa sulla soglia di casa con la porta aperta. È stata lei ad aprire al suo assassino.-

-Lo conosceva, dunque.- Rucker era perplesso –Un amico, un amante o…-

-… qualcuno di cui pensava di potersi fidare come un collega del Bureau o un poliziotto.- conclude Corrigan,.

-E nessuno ha sentito niente.-

-Questo è il solo appartamento di questo piano…- risponde ancora O’Neil e gli inquilini del piano superiore ed inferiore erano fuori per lavoro a quell’ora. Se qualcuno ha sentito lo sparo avrà pensato al ritorno di fiamma di un’auto.-

-Avrebbe potuto rimanere qui per chissà quanto tempo se un collega non si fosse insospettito non vedendola arrivare in ufficio e non ricevendo risposte al cellulare e non avesse deciso di controllare.- aggiunge Corrigan.

-Dobbiamo prendere quel bastardo.- prorompe Rucker –A qualunque costo.-

 

            Abel Fitzpatrick sta facendo colazione quando la finestra che dà sulla scala antincendio si apre ed entra una figura familiare.

-Kuro Neko.- esclama Abel –Cosa fai qui?-

-Non sapevo dove altro andare.- risponde l’altro –Credo… di aver bisogno d’aiuto.-

            Cadrebbe a terra se Abel non lo sostenesse e non lo adagiasse sul vicino divano.

-Hai diverse ferite. Dovrei portarti in ospedale.-

-No… niente ospedale… per favore,-

            Me ne pentirò, lo sento, pensa Abel mentre prende il cellulare e fa un numero che conosce a memoria –Felicia, puoi venire qui subito?-

            Il tempo necessario e Felicia Hardy, nei panni della Gatta Nera entra nell’appartamento del suo socio in affari.

:Beh… che sta succedendo?- nota Kuro Neko sdraiato sul divano –Ehi non è il tuo amichetto giapponese? Guarda che non dico di no alle cose a tre ma…-

-È ferito.- la interrompe Abel -Diverse ferite da taglio, forse una spada. Ho tamponato il sangue e bendato le ferite ma… per alcune ci vogliono dei punti.  Non vuole andare in ospedale ed ho pensato…-

-… che io conoscessi qualche dottore del crimine come in quel fumetto?[4] Tu sei tutto matto e poi… questo tipo non è stato una spina nel fianco per te più di una volta?-

-È vero ma… sento di dovergli qualcosa…anche se non so spiegarmi il perché. Andiamo, Felicia, sono sicuro che conosci qualche dottore compiacente. Quando… quando ero Kaine ne conoscevo qualcuno sulla Costa Ovest ma qui a New York…-

-Ah… non so perché dovrei seguirti in questa pazzia, ma farò quel che posso. Fammi fare qualche telefonata.-

-Grazie Felicia.-

-Sta certo che troverò il modo di farmi ringraziare.-

 

            Hijiro Sakurai è stanco. Tutto quel che voleva era prendere il controllo del suo clan e portarlo su nuove e più proficue strade, non prevedeva il caos che ne sarebbe derivato.

            Suo fratello Taro aveva defezionato, aveva scelto la vita da agente libero. Non poteva tollerarlo e così ha mandato l’altro suo fratello, Saguro a riportarlo a casa. Non a caso, però, il nome di battaglia di Saguro è Aka Kitsune, ovvero Volpe Rossa: ha interpretato il suo compito come un mandato ad uccidere suo fratello ed è certo che se ci riuscirà il suo prossimo obiettivo sarà proprio il posto di Hijiro nel consiglio. Il che vorrà dire che comunque vada a finire, lui dovrà combattere contro il sopravvissuto. Non voleva che andasse così, ma ora non può permettersi di recriminare: è venuto a New York per risolvere la cosa e lo farà.

-Portatemi il mio costume rituale.- dice, rivolto ai suoi aiutanti –Il Drago Blu deve tornare in azione.-

 

 

6.

 

 

 

            Il dottore a cui si è rivolta Felicia scuote la testa:

-Le altre ferite non sono nulla di particolarmente grave…- dice -… ma quella al ventre ha fatto parecchi danni. Data la profondità della ferita è un miracolo che sia sopravvissuto tanto a lungo.-

-Mi sta dicendo che morirà, dottore?- chiede Ragno Nero.

-Le sto dicendo che tutto quel che potevo fare l’ho fatto. Ora non dipende più da me. L’ho detto anche a quell’altro.-

-Un momento: quale altro?-

-Credevo lo sapeste… qualche ora fa è venuto qui un altro giapponese con un costume simile al suo ma rosso. Aveva anche lui una ferita al ventre simile a questa… anche se , ripensandoci, era simmetrica… come se…-

-Come se fossero state inferte da due persone l‘una di forte all’altra da angoli opposti.- conclude Ragno Nero.

-Esatto. Questo vuol dire che…-

            Kuro Neko improvvisamente parla:

-Saguro è stato qui? Dov’è adesso?-.

-Lui… se n'è andato circa mezz’ora fa. L’ho avvertito che non era il caso e che la sua ferita poteva riaprirsi, ma lui ha detto che aveva una cosa da fare prima di morire.-

-La stessa cosa che devo fare io.- dice Kuro Neko mettendosi a sedere sul lettino dov’era sdraiato finora.

-Sei impazzito?- esclama Ragno Nero –Vuoi morire, forse?-

-Tutti dobbiamo morire prima o poi. Ti ringrazio della preoccupazione… anche se so che le tue preferenze vanno ad un diverso tipo di gatto nero.-

-Se intendi me, forse ti sbagli.- ribatte Felicia.

            Kuro Neko sorride anche se ciò gli costa, subito dopo, una smorfia di dolore.

-Non credo di sbagliare. Abbine cura, mi raccomando.-

            Con uno sforzo visibile Kuro Neko si mette in piedi e afferra la sua maschera per infilarsela, quindi si avvia alla porta,

-Lo lasci davvero andare così?-chiede Felicia –Non posso crederci.-

-Secondo te che dovrei fare?- ribatte Ragno Nero –Bloccarlo con la forza o magari fargli da balia? È adulto e vaccinato, ha fatto le sue scelte.-

-Beh… io credevo… ok non sei come lui. Anche nei suoi giorni peggiori l’Uomo Ragno non avrebbe mai lasciato qualcuno andare volontariamente incontro alla propria morte.-

-Non esserne così sicura  e comunque perché ti interessa tanto la sorte di Kuro Neko?-

-Beh … forse è perché ha il mio stesso nome di battaglia o perché siamo entrambi cattivi soggetti. In fondo credo che mi sia simpatico.-

-Logica discutibile, ma… ok mi hai convinto, andiamogli dietro.-

-Andiamogli dietro? Vuoi dire anch’io? E da quando in qua sarei una buona samaritana?-

-Da adesso… da sempre… a chi vuoi che importi? Andiamo.-

            E sotto gli occhi dell’esterrefatto medico, i due avventurieri in costume lasciano il suo ambulatorio.

 

            Li ha osservati dall’alto di un tetto. Ha visto il giapponese andar via per primo con l’andatura di chi si regge in piedi con un puro e semplice atto di volontà, ma non è interessato a lui. Le sue prede arrivano subito dopo: Ragno Nero e la Gatta Nera. Sorride.

            La resa dei conti è vicina, ragazzi, pensa Ragnocidio.

 

            Kuro Neko cammina senza badare alla leggera pioggia che sta cadendo e cerca di non badare alla ferita che gli fa un male d’inferno.

            Qualunque cosa debba succedere, che accada in fretta, pensa, non gli va l’idea che lo trovino disteso in una pozzanghera formata dal suo stesso sangue.

            Improvvisamente è consapevole di una presenza alle sue spalle. Saguro l’ha ritrovato. Bene, così ora tutto finirà.

            Si gira di scatto e nel vedere chi gli sta davanti esclama:

-TU!-

 

 

7.

 

 

            Si trova di fronte ad una sorta di suo doppio speculare: il costume è quasi uguale, a parte il colore blu e dei motivi ornamentali dorati. Quello che ha davanti è il suo fratello maggiore, il capo famiglia., Hijiro Sakurai, altrimenti  noto come Aoi Ryu, il Drago Blu.

Erano tre fratelli addestrati per essere i migliori nelle arti marziali e simili nell’azione all’animale di cui avevano adottato il nome, il destino bizzarro li aveva portati su strade diverse ed ora li stava riunendo.

-Taro… sei ferito.--

-E ne sei sorpreso?- ribatte Kuro Neko –Non hai mandato tu Saguro ad uccidermi?-

-Doveva solo riportarti a casa. Ha deciso di sua iniziativa di eliminarti.-

-E tu ci contavi o no? O forse speravi che fossi io ad ucciderlo sbarazzandoti di un pericoloso rivale. In ogni caso tu avresti vinto.-

-Io…-

            Quello che Aoi Ryu voleva dire non si saprà mai perché improvvisamente una lama si conficca nella sua schiena.

            Mentre il Drago Blu barcolla, ecco che alle sue spalle compare Aka Kitsune.

-Ecco che i tre fratelli sono finalmente accomunati da qualcosa.- dice avanzando a fatica –Peccato che sia la morte.-

 

Nei laboratori della C.S.U.[5] il tecnico Cassio Affleby esclama:

-Eureka! Ci siamo.-

-Che c’è?- chiede il suo collega Willem Roper.

-Ho isolato un’impronta parziale su uno dei bossoli ritrovati nell’appartamento della Rourke. Con un po’ di fortuna apparterrà al nostro uomo.-

-Possibile che il Mangiapeccati sia stato così sciocco da non usare i guanti quando ha caricato lo shotgun?-

-Tutti commettono errori, vecchio mio, non è per questo che riusciamo a prenderli? Beh ora non ci resta che aspettare il risultato.-

 

            La creatura chiamata Ragnocidio osserva Ragno Nero e la Gatta Nera precipitarsi verso il vicolo dove si sta consumando lo psicodramma familiare.

            Ora che non deve più nascondersi, ora che il suo nemico sa chi è, potrebbe attaccarlo e farla finita con lui. Basta giochetti, solo una buona, sana vecchia lotta che lui sa di poter vincere.

 

 

8.

 

 

            Kuro Neko era disarmato, ma adesso prende la spada del suo fratello maggiore ed è pronto all’ultima sfida.

-Fatti sotto Saguro.- proclama.

-Sei pronto a morire, dunque?- ribatte l’altro.

-Lo sono sempre stato e tu?-

            Le katane cozzano l’una contro l’altra. I due combattenti sono deboli, le loro vecchie ferite si stanno riaprendo, il sangue scorre mentre la lieve pioggia di poco prima si sta trasformando in un temporale.

            Abel e Felicia svoltano l’angolo in tempo per vedere la scena.

-Maledizione.- urla Ragno Nero –Devo...-

            La Gatta gli posa una mano su una spalla.

-Lascia stare, non puoi fare più niente ormai.-

            Felicia ha ragione:  con un urlo selvaggio  Kuro Neko si è gettato verso Aka Kitsune e per un attimo le due figure sembrano fondersi in una sola, poi si staccano e gli spettatori possono vedere che entrambi hanno il ventre trapassato dalla lama dell’altro. Come in una specie di balletto si muovono l'uno verso l'altro e sembra quasi che stiano per abbracciarsi, poi cadono a terra.

-NOO!- urla Ragno Nero come risvegliandosi da una sorta di incantesimo e corre verso Kuro Neko.

-Sta calmo.- gli dice –Ora ti porto in ospedale.-

-Inutile.-  risponde l’altro –Era destino che io e Saguro finissimo così. Ti prego, però, fa in modo che i nostri corpi tornino a casa. Peccato per Hijiro… lui era il migliore di noi e non meritava… peccato anche per noi… credo proprio che saremmo stati una bella coppia se tu…-

            Non finisce la frase e reclina la testa, morto. Ragno Nero tace e serra i pugni. Lui e Kuro Neko erano stati spesso avversari, ma aveva imparato a rispettarlo.

-Anche quello rosso è morto.- dice la Gatta –Il blu invece…-

            Un debole lamento la informa che…

-È ancora vivo... forse possiamo salvarlo.-

-Fossi in voi non mi preoccuperei troppo per lui, ma per voi stessi.-

            Ragnocidio è uscito dall’ombra.

 

            Il cacciatore ha seguito le sue prede con pazienza. Potrebbe attaccare ora, ma preferisce osservare e aspettare. Presto verrà il suo momento, molto presto.

 

-Che mi venga un colpo.- esclama Affleby.

-Che c’è adesso?- chiede Roper.

-Che tu sappia Stanley Miller fa parte della squadra del caso Mangiapeccati?-

-Lo chiedi a me? Non eri tu il collegamento con quella squadra? Comunque credo di no: dovrebbe occuparsi sempre delle gang di Chinatown, perché?-

-Perché ho appena ricevuto la corrispondenza su quell’impronta parziale che c’era sul bossolo dell’omicidio Rourke ed è di Miller. Se lui non è coinvolto nell’indagine, c’è un solo modo in cui può averlo toccato.-

-Maledizione. Chi lo dice a Rucker adesso?-

-Ci penserò io.-

            Affleby compone il numero dell’ufficio di Rucker, ma nessuno risponde. Decide di provare col cellulare.

            Rucker risponde al terzo squillo.

<<Tenente, sono Affleby, dove sei?>>

-Dalle parti di Chinatown, C’è stata una segnalazione. Hanno visto Ragno Nero e la sua partner ed altri tizi in costume armati di spade. Sai che considero i Ragni un mio affare personale ormai ed ho pensato di controllare personalmente.-

<<Sai mica dov’è Stanley Miller.?>>

-Beh è venuto con me. In questo momento è andato ad un chioschetto a prendere un hot dog per tutti e due. Mi vuoi dire una buona volta perché mi hai chiamato?-

<<Miller… abbiamo una prova… lui è il Mangiapeccati.>>

-Ti sei bevuto il cervello? Come può…-

            In quel momento il portello dal lato del guidatore si apre e Rucker può vedere una maschera verde e una doppietta a canne mozze.

-Ha ragione, sai?- dice una voce che il tenente riconosce come quella di Stanley Miller, poi il nuovo arrivato spara.

<Rucker… che succede…RUCKER!>>

 

 

9.

 

 

            Due immagini speculari simili ma antitetiche l’una all’altra. Entrambi cloni dell’Uomo Ragno hanno dovuto convivere con l’idea di essere le copie di un eroe, ma se uno di loro è riuscito a superare le sue nevrosi ed accettare il suo ruolo nel mondo, l’altro si è arreso alle sue psicosi, ai suoi demoni interiori. Poteva essere un eroe è diventato uno psicopatico assassino

Vedendo Ragnocidio, Ragno Nero non può non pensare che quello davanti a lui poteva essere lui ed era proprio quello che era quasi accaduto. Kaine era un assassino, un killer a pagamento che aveva pervertito i valori di Peter Parker, tuttavia alla fine aveva scommesso sulla sua redenzione, una speranza a cui Ragnocidio aveva rinunciato forse consapevolmente. Non c’era più nulla di Peter Parker in lui, doveva accettarlo.

-Allora, fratello, vogliamo concludere la nostra guerra?-

-Non sono tuo fratello.- ribatte Ragno Nero –Tu hai ucciso Patricia Everett e molti altri, hai tentato di uccidere Sally Weston, perché?-

-Ah, quelli? Beh quei tizi trafficavano in tecnologia e si interessavano alle ricerche di Warren. Non so tu, ma io ne ho avuto abbastanza dei cloni. Le due ragazze erano un optional.  Un modo per tormentarti. –

-Beh ora hai finito di tormentare chiunque.-

-Vuoi uccidermi? Il vecchio Kaine l’avrebbe fatto.-

-Kaine è morto… definitivamente… ora ci sono solo io e ti consegnerò alla giustizia. Non ti garantisco che ci arriverai intero, però.-

-Una sbruffonata degna  di te. Come pensi di farcela? Sono forte quanto te, ma tu sai fare questo?-

            Ragnocidio allunga un braccio e colpisce Ragno Nero, poi si precipita contro la Gatta Nera e la stringe in una morsa.

-Che ne dici se spezzo il collo anche a lei? O magari la porto sul più vicino ponte e le faccio fare un voletto.-

-Ehi potresti anche chiedere il mio parere, prima.- ribatte la Gatta e lo fa volare sopra la sua testa.

-Bella mossa… ma io ne so una migliore.-

            Le gambe di Ragnocidio si allungano e si stringono su Felicia facendola cadere.

-Bello eh? Questo gli altri uomini ragno non lo sanno fare. Io la chiamo la mossa del pitone.-        

            Ragno Nero si sta preparando a reagire quando una corda si avvolge al collo di Ragnocidio.

-Ho visto abbastanza .-

            Da un vicino cornicione Alyosha Kravinov, l’attuale Kraven il Cacciatore comincia a tirare su Ragnocidio mentre il cappio si stringe sempre di più intorno al suo collo.

.Tu?- esclama Ragnocidio –Io ti ho assunto per dare la caccia a Ragno Nero, non per impiccarmi.-

-Ragno Nero è stato un avversario onorevole, tu… da quel che ho visto non sai neanche cosa sia l’onore.-

            Il colpo di fucile e la sua eco scuotono il vicolo.

-Questo non era un tuono.- dice Ragno Nero.

            Si volta verso il suo avversario, esita.

-Vai.-  lo esorta Kraven –tu pensa a proteggere gli innocenti e lascia a me il compito di punire i colpevoli.-

            Posso fidarmi? Si chiede Ragno  Nero, ma soprattutto, posso permettermi di non farlo?

Uno sguardo a Felicia e poi corre dietro all'eco del secondo sparo.

 

            Rucker è saltato giù dall’auto appena in tempo. I frammenti del vetro del finestrino gli cascano addosso facendogli minuscoli tagli, ma lui non ci bada e cerca di allontanarsi. Maledizione. Miller, com’è possibile? Cos’è che l’ha fatto andare fuori di testa?

-È inutile che scappi Terenzio, non mi sfuggirai. Sei come gli altri peccatori, anzi sei peggio perché sei un ipocrita: dovresti dar la caccia i peccatori ed invece li proteggi… come l’Uomo Ragno e Ragno Nero.-

            Il secondo colpo frantuma i vetri della parte posteriore dell’auto. Rucker sa che deve approfittare del tempo che serve al Mangiapeccati per ricaricare la sua doppietta per tirarsi via da lì e riprendere l’iniziativa, ma nel rialzarsi scivola e ricade bocconi. Quando alza la testa vede le due canne dello shotgun.

-Addio Terenzio. Un po’ mi dispiace doverti uccidere.-

-E allora non farlo.-

             La ragnatela strappa di mano al Mangiapeccati lo shotgun ed una seconda ragnatela lo imprigiona.

-Ehi, potevi lasciarmi almeno un po’ di divertimento.- sbotta la Gatta Nera.

-Questo non è un gioco Felicia, dovresti saperlo.-

            Ragno Nero raggiunge Rucker e lo aiuta a rialzarsi.

-Tutto bene, Terenzio? Sei ferito?-

-Solo nell’orgoglio.- risponde il poliziotto. Non avrei mai pensato che uno dei miei uomini potesse essere,,,.- non riesce a finire la frase,

            Ragno Nero non sa cosa rispondere. Conosce il dolore della fiducia tradita e sa che non c’è nulla che può dire per consolare Rucker.

            Sente la mano della Gatta Nera sulla sua spalla ed istintivamente le circonda la vita col suo braccio. Forse, pensa, non è più solo.

 

            Mi trovano appeso ad un lampione col collo spezzato. Kraven ha fatto davvero un bel lavoro. Mi portano all’obitorio ed è qui che un giovane tecnico incaricato di preparare i cadaveri per l’autopsia ode lo “snap” delle vertebre cervicali che si riallineano tornando a posto. Subito dopo ode un altro rumore simile, quello del suo collo che si spezza.

            Non ho rimorsi, in fondo non è colpa mia se lui si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Gli prendo i vestiti e lo sistemo al posto mio. Lascio l’edificio senza che nessuno badi a me. Perché dovrebbero dopotutto? I criminali che vi sono portati raramente sono in grado di andarsene con le loro gambe. Dovrò lasciare New York almeno per un po’. Magari andrò davvero a San Francisco a cercare l’altro mio “fratello”, Ben Reilly. O magari no. Meglio mantenere un basso profilo almeno per un po’.

            Mi chiamano Ragnocidio e sono molto difficile da uccidere.

 

 

EPILOGO

 

 

            Hijiro Sakurai, alias Aoi Ryu, il Drago Blu sopravvive alle ferite e viene rimpatriato forzatamente. Porta con le salme dei fratelli morti. Forse, pensa, nella morte troveranno finalmente la pace che non hanno mai avuto da vivi.

 

            I medici si dividono sulla diagnosi di Stanley Miller. Qualcuno parla di schizofrenia, chi di una psicosi latente scatenata da qualche evento drammatico e si dividono su quale possa essere.

            Quanto a Miller stesso, non è tanto preoccupato per la sua sorte. Che lo mandino in una prigione o in un ospedale psichiatrico non ha troppa importanza. Preferisce la prigione, comunque: ci sono un sacco di peccatori là dentro.

 

            Guardano insieme la nuova insegna della loro agenzia di investigazioni su cui è scritto: Cat’s Eye Investigations ed in piccolo anche Hardy & Fitzpatrick.

-Che te ne pare?- chiede Felicia Hardy

-Non male.- risponde Abel Fitzpatrick –Anche se continuo a pensare che Fitzpatrick & Hardy suonasse meglio.-

-Ehi, ti ricordo che sono io a mettere la maggior parte dei soldi.-

-Guadagnati discutibilmente perlopiù, ma lasciamo perdere. Che ne dici di un po’ di ginnastica insieme stanotte?-

-Che proposte audaci Mr. Fitzpatrick.-

-Veramente io alludevo ad un giro di ronda per stanare qualche criminale.-

-Beh… si può fare, anche se un po’ di quell’altro tipo di ginnastica non mi dispiacerebbe.

-Felicia, sei incorreggibile.-

-E non è per questo che ti piaccio?-

 

            Ho avuto molti nomi:  Kaine, Abel Fitzpatrick, Ragno Nero. Per molto tempo ho cercato un posto ed uno scopo per me ed ora credo di averlo trovato.

            Un uomo molto saggio molti anni fa disse che da grandi poteri derivano grandi responsabilità. Io ho dei poteri e finalmente ne ho accettato la responsabilità.

            Mi chiamo Ragno Nero e proteggo gli abitati di questa città. Non vi conviene mettervi sulla mia strada.

 

 

FINE

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            E così eccoci giunti alla fine della corsa. Quando ho preso in mano questa serie col n. 19, mi ero ripromesso di chiudere tutte le trame lasciate in sospeso dal precedente autore, Yuri N.A. Lucia. Ora, dopo, sette episodi, credo di esserci finalmente riuscito. Certo, ho concluso le suddette trame con quasi certamente in modo molto diverso da come avrebbe fatto Yuri ed ho eliminato quasi tutto il cast da lui introdotto, ma tant’è.

            Giusto qualche parola sui principali cattivi di quest’episodio:

1)     Ragnocidio si tratta del terzo (o quarto?) clone di Peter Parker creato dallo Sciacallo. Dopo essere stato geneticamente modificato dal sinistro Scrier, ha acquisito un limitato potere mutaforma ed una struttura fisica flessibile che fa sì che sia molto difficile ucciderlo. In più è diventato completamente pazzo, diventando, di fatto, l’unico clone di Peter Parker che si possa definire malvagio.

2)     Sull’ultima incarnazione del Mangiapeccati c’è poco da dire rispetto a quanto detto nell’episodio. Lo si è visto spesso nella serie MIT dell’Uomo Ragno ma è in questa che ha trovato la sua fine apparente.

3)     Infine una parola sull’Agente speciale dell’F.B.I. Phil Corrigan. Si tratta di un personaggio da me creato ed ispirato dall’Agente Segreto X-9, creato dallo scrittore Dashiell Hammett e dal disegnatore Alex Raymond nel 1934 per le strisce quotidiane, il quale all’inizio della sua carriera non aveva nemmeno un nome e non era chiaro per quale agenzia governativa lavorasse. Solo in seguito fu rivelato che il suo nome era Phil Corrigan e che era un agente dell’F.B.I. Che sia lui il nonno a cui alludeva il “nostro” Corrigan? -_^

E ora? Ci sarà un prossimo episodio? Io me lo auguro, ma non dipende più da me. Chi volesse cimentarsi con questa serie sarà il benvenuto.

            Per quanto mi riguarda, devo dire di essermi divertito. Arrivederci.

 

 

Carlo.

 



[1] Il crimine organizzato giapponese

[2] Empire State University, l’Alma Mater di Peter Parker e diversi altri personaggi Marvel

[3] Uomo Ragno MIT 62.

[4] Indovinate quale? -_^

[5] Crime Scene Unit ovvero la divisione scientifica del Dipartimento di Polizia di New York.