Per tutta la mia vita, molto più breve di
quanto il mio aspetto ed i miei stessi ricordi farebbero supporre, ho dovuto
convivere col fatto che non sono un essere umano comune e questo non solo per i
poteri ragneschi donatimi dal destino, ma perché in realtà sono un clone… il
clone di un eroe: Peter Parker, lo Stupefacente, Spettacolare, Sensazionale, ed
altri aggettivi ancora, Uomo Ragno.
Per anni mi sono considerato indegno della sua
eredità, ho ceduto alla disperazione, alla rabbia, all’odio, alla crudeltà,
sono diventato un assassino. Qualcuno direbbe che ho ceduto al lato oscuro
della Forza… beh qualunque cosa fosse era davvero molto oscuro.
Quando ero ormai sicuro che per me non ci
fosse più alcuna possibilità di redenzione, qualcuno ha scommesso sul
contrario, ha creduto in me e mi ha concesso una seconda possibilità ed il
fatto che quel qualcuno fosse il mio gemello genetico Ben Reilly, un uomo che
ho odiato e cercato per anni di uccidere perché mi ricordava costantemente ciò
che pensavo di non poter mai essere, dovrebbe dirla lunga sulla forza d’animo
dei Parker.
Non so se potrò mai fare davvero ammenda per
i miei peccati, ma non per questo smetterò di provarci, anche se questo
significa lottare duro. Dicono che se guardi troppo nell’abisso anche l’abisso
guarda in te. Io l’ho fatto, sono stato nell’abisso e sono tornato indietro ed
ora cammino sul suo orlo attento a non cadere.
Un tempo mi chiamavano Kaine, ma oggi sono
Ragno Nero.
#25
Conseguenze
Di Carlo Monni
(con tanti ringraziamenti e scuse
a Yuri
N. A. Lucia)
1.
Mi volto di scatto al suono di una voce nota, ma quello che ho di fronte a me non è né Peter Parker né Abel Fitzpatrick e di certo non è Ben Reilly con un nuovo costume, a meno che non abbia deciso improvvisamente di farsi chiamare Ragno Blu.
-Tu!- esclamo –Tu non sei…-
-No, gattina…- replica lui saltandomi addosso troppo velocemente perché possa evitarlo ed afferrandomi in una presa ferrea -… non sono nessuno dei Ragni che conosci... e ami.-
Mi solleva sopra la testa.
-Non avresti dovuto impicciarti di cose che non ti riguardano… affari di famiglia tra me e Kaine…- mi scaglia con forza oltre il bordo del tetto -… Non lo sapevi che la curiosità ha ucciso la Gatta Nera?-
Comincio ad urlare mentre cado. Sono Felicia Hardy, la Gatta Nera e se non succede qualcosa in fretta finirò spiaccicata sul selciato.
Ragno
Nero ode l’urlo della Gatta Nera e scatta in azione. I suoi muscoli potenti lo
staccano dalla parete a cui ha aderito e gli fanno spiccare un salto che lo
porta ad incrociare la rotta della caduta di Felicia. Mentre da uno dei suoi
polsi esce un filo di ragnatela che si attacca alla vicina parete, con l’altro
braccio afferra la ragazza alla vita, poi con un colpo di reni si proietta in
alto fino a raggiungere il tetto ed atterrarvi più o meno elegantemente.
-Tutto bene,
Felicia?- chiede.
-Sì, adesso sì.- risponde
la Gatta, poi con uno sguardo malizioso aggiunge –Ora che sono al sicuro, puoi
anche togliere quella mano dal mio sedere.-
-Oops, scusa, non
me n'ero accorto.-
-Certo, come no.-
-Chi è stato, Felicia?-
-Bella domanda.
Sembrava uno di voi Ragni: Il suo costume era come quello dell’Uomo Ragno ma
con i colori invertiti, il blu al posto del rosso e viceversa. Sei sicuro che
non ci siano altri cloni in giro?-
-A dire il vero...
forse ne è rimasto uno.-
Kuro Neko, uno dei più letali killer
al soldo della Yakuza[1]
si volta lentamente infilandosi la maschera che copre il suo volto quando entra
in azione.
-E così… -dice -...
la Volpe Rossa ha finalmente stanato il Gatto Nero.-
-Sembri quasi rilassato,
fratello.- dice il nuovo arrivato. Il suo nome in giapponese suona Aka Kitsune,
la Volpe Rossa, e viene sussurrato con rispetto in Giappone come quello di un
killer inarrestabile, membro di un trio di assassini contraddistinti dal nome
di un animale e di un colore -Quasi rassegnato al tuo destino.-
-Ognuno di noi
dovrebbe essere pronto a morire, non è vero Saguro? Resta da vedere chi
ucciderà chi.-
Un breve incrociare di sguardi e lo
scontro comincia.
2.
Agli occhi dei pochi che si degnano
di guardarlo sembra solo un comune dottore, uno
dei tanti medici dal camice svolazzante che si muovono per i corridoi
dell’ospedale. Se lo guardassero meglio forse si accorgerebbero del lampo di
lucida follia nei suoi occhi. Nessuno continua a badare a lui, però, e lui ne
approfitta per introdursi in una certa stanza.
Sally Weston non è nessuno, solo una
produttrice televisiva assuefatta a farsi di anfetamine e cocaina per superare
lo stress del lavoro. La sua unica colpa per quest’uomo, però, è aver incrociato
la sua strada con quella di Abel Fitzpatrick alias Kaine alias Ragno Nero e
questa per l’uomo che ora la sta osservando è una colpa sufficiente. La osserva
dormire tranquilla ed ignara: nemmeno il trambusto seguito alla caduta della
Gatta Nera l’ha svegliata, merito dei sedativi che le hanno dato.
Avvicina le sue mani al collo di
lei. Sembra così innocente mentre dorme, è quasi un peccato doverla uccidere…
quasi… ma in fondo non c’è davvero nessuno che sia innocente e di certo non
lei.
In quel momento la finestra della
stanza si infrange ed entra Ragno Nero.
-Ah!- esclama
l’assassino –Il mio fratellino redento arrivato giusto in tempo per salvare la
donzella in pericolo. Finalmente ci rivediamo.-
Un sogghigno crudele distorce i familiari
lineamenti di Peter Parker rendendoli quasi irriconoscibili, poi gli abiti che
indossa mutano, trasformandosi in una replica del costume familiare dell’Uomo
Ragno con i colori invertiti.
-Allora avevo
ragione.- esclama Ragno Nero –Tu… tu sei Ragnocidio.-
Il Tenente Terenzio Oliver Rucker
dell’Ufficio Controllo Crimine Organizzato del Dipartimento di Polizia di New
York e il sergente Brady O’Neil della squadra investigativa del Procuratore
Distrettuale di Manhattan osservano il cadavere davanti a loro, un uomo sui 35
anni che indossa l’inconfondibile divisa blu dei ”Migliori di New York”.
-Allora dottore?-
chiede O’Neil con impazienza
Il Medico Legale si alza e scuote la
testa.
-Potrò essere più
preciso dopo l’autopsia e l’esame balistico, ma credo di non sbagliare se vi
dico che a ridurre così il vostro agente è stata una scarica di pallettoni
probabilmente sparata da uno shotgun a canne mozze.-
-Il Mangiapeccati.-
si lascia sfuggire O’Neil.
-Già…- commenta il
medico –Pare che il vostro assassino di “peccatori” sia tornato sulla scena.-
Rucker guarda il cadavere con occhi
pieni di compassione. Povero diavolo, pensa, chissà quali erano i peccati veri
od immaginari per cui il Mangiapeccati ha deciso di punirti? Non m’importa: lo
troverò e lo fermerò, te lo giuro.
C’è stupore nella voce di Ragno
Nero:
-Ragnocidio… dunque
sei davvero tu… ti speravo morto.-
-Dicono lo stesso
di te, Kaine, eppure sei ancora qui e ti
sei rifatto una reputazione come supereroe. Un po’ violento, magari, ma pur
sempre uno dei buoni. Chissà che direbbe la gente se sapesse chi sei veramente?
Se sapesse che sei un clone, che sei un assassino? Da quanto è che non uccidi
nessuno? Non ti manca?-
-No… io non sono
come te, pazzoide.-
-Davvero? Chi può
saperlo. Sai, dicono che può bastare una giornata storta per portare un essere
umano oltre il limite della follia. Tu che ne pensi? Non è stato così per te?
Non hai provato una bruciante voglia di uccidermi dopo che hai trovato il corpo
di Patricia Everett? Io l’avrei avuta e dopotutto io sono te.-
-Io non sono
affatto come te, pazzo assassino.- scatta Ragno Nero colpendolo con un pugno al
volto –Non lo sarò mai. Perché hai ucciso Patricia?-
-Non lo indovini?
L’amavi… o almeno lo credevi … ed io non potevo permetterlo, non a te. La parrucca
bionda è stato un tocco di genio, non credi? A chi hai pensato vedendola? Alla
dolce Gwen che è sempre nei miei pensieri… e nei tuoi, ci scommetto… o a Louise
Kennedy? Il primo omicidio non si scorda mai, vero?-
-Sta zitto
bastardo.- scoppia Ragno Nero sferrando un altro colpo, ma il suo avversario lo
evita facilmente.
-Spiacente, ma non
voglio rovinare il mio bel profilo con un naso schiacciato.-
Dai suoi polsi esce un getto di
ragnatela che si solidifica intorno alla testa di Ragno Nero.
-Mi piacerebbe
poter dire che non è niente di personale, ma mentirei.
3.
Il combattimento
tra due esperti di arti marziali può assomigliare ad un balletto, fatto di
mosse e coreografie sapientemente studiate ed eseguite. Un simile duello,
specie tra due che hanno avuto gli stessi maestri, potrebbe durare un’eternità.
Sono stati addestrati per essere due assassini questi due fratelli, i migliori
del Giappone dicono, forse migliori dei ninja della Mano e dei temuti Maestri
del Silenzio, ma queste sono leggende e la realtà è la loro rivalità. Il Gatto
Nero ha fatto uno sgarbo al suo clan della Yakuza e suo fratello, la Volpe
Rossa è stato incaricato di punirlo, un incarico che lui ha inteso come
un’autorizzazione ad ucciderlo, il che sarebbe andato bene a tutti i componenti
del consiglio del Clan, a parte uno, fratello di entrambi e noto come Drago
Blu, che avrebbe forse preferito che fosse il Gatto ad uccidere la Volpe.
Ma questo loro non lo sanno e continuano
la loro lotta da cui uno solo potrà uscire vivo. Le maschere che indossano
nascondono i loro volti e forse sono lo specchio delle loro anime e quelle sì,
sono molto diverse, ma questo non è un gioco in cui conti la morale, non sempre
è il più giusto a vincere, solo il più bravo o il più fortunato.
Basta un piccolo sbaglio di Kuro
Neko e Aka Kitsune ne approfitta per ferirlo con le punte del suo sai.
-Il primo sangue è
tuo, Saguro.- concede Kuro Neko.
-E lo sarà anche
l’ultimo, Taro.- replica suo fratello.
Si lanciano l’uno contro l’altro
saltando con le spade sguainate e si sfiorano ricadendo a poca distanza l’uno
dall’altro.
Terenzio Oliver Rucker si considera
un poliziotto vecchio stile e questo vuol dire cha mal sopporta interferenze
esterne nel suo lavoro. Ovviamente l’F.B.I. rientra nel suo concetto di
interferenze. La maggior parte di quelli con cui ha avuto a che fare, perlopiù
nella task force congiunta anti crimine organizzato, appartenevano alla
categoria di quelli che pensavano di essere parte di una élite e guardavano con
sufficienza i poliziotti di città come lui. Deve ammettere, però, che l’Agente
Speciale Ailbhe Rourke è diversa
dagli altri federali: tanto per cominciare riempie una camicetta ed un paio di pantaloni
meglio di quanto abbia mai fatto qualunque altro investigatore che abbia
conosciuto e questo l’avevano notato tutti. Da quel che sa di lei, ha
trentasette anni, è alta un metro e settantacinque, ha un fisico asciutto ed
atletico, lineamenti delicati e piuttosto equilibrati che le conferiscono una
sorta di discreta bellezza sottolineata dai corti capelli neri e dagli occhi
blu scuro incorniciati dalle sopracciglia scure. Avesse avuto i capelli rossi e
le efelidi sarebbe stata la tipica bellezza irlandese che il suo nome
suggerisce. È vestita con lo stesso
completo giacca e pantalone neri, camicetta bianca, cravatta, scarpe
basse e un orologio digitale al polso destro che aveva la prima volta che l’ha
incontrata. Ha anche un curriculum di tutto rispetto: si è laureata in
psicologia ad Harvard, conseguendo poi una specializzazione in criminologia
all’E.S.U.[2]
e un master in tecniche investigative alla Sorbona di Parigi. Si è addestrata
con le forze di sicurezza di Israele per quasi due anni e molto altro ancora.
Insomma una tipa da prendere con le molle.
-Novità sull’ultimo delitto del
Mangiapeccati?- chiede la donna mettendosi a sedere.
-Non che io sappia.- risponde
Rucker –Attendo notizie dal Medico Legale, ma non mi aspetto nulla di nuovo.-
La
donna sorride.
-Nemmeno io. Questo nuovo
Mangiapeccati sembra ossessionato quanto i precedenti. Ha considerato la
possibilità che sia un poliziotto come Stan Carter?-
L’aveva
considerato sì, ma Terenzio non aveva alcuna voglia di ammetterlo con Miss
F.B.I.
La
verità era che il caso di Stan Carter, il primo Mangiapeccati, gli bruciava.
Non lo aveva conosciuto molto, ma da quel che sapeva, la sua sanità mentale era
stata compromessa da certe droghe sperimentali somministratigli quando era
agente dello S.H.I.E.L.D. Certa gente
pensa di essere autorizzata a fare quel che gli pare senza pagarne le
conseguenze.
-E l’Uomo Ragno?- chiede la
Rourke –Mi pareva di aver capito che volesse aiutarci.-
-Dopo che la pista di quel
mercante d’armi si è rivelata un vicolo cieco,[3]
non l’ho più sentito. Ha avuto i suoi impegni credo.-
-Beh... certe cose è sempre
meglio lasciarle a noi professionisti, non crede?-
-Chissà? I buffoni in costume di
questa città si sono spesso rivelati utili.-
Le
chiacchere proseguono ma non portano a nulla e la Rourke se ne va. Uno dei
detective presenti in sala alza gli occhi per seguirne l’uscita. Rucker gli dà
uno scappellotto sulla nuca.
-Pensa a finire quel rapporto
sulle attività delle gang, Miller e non guardare il culo della Rourke.-
-Ah beh, capo…io…-
Se
Rucker sapesse ridere la smorfia sulla sua faccia assomiglierebbe ad un
sorriso.
-Lascia stare, Stan, e
continua a lavorare.-
Gli ci vuole
tutta la sua forza per strappare la ragnatela prima che si solidifichi del
tutto, ma Ragno Nero ci riesce senza strappare la sua maschera.
-Sei davvero ridicolo sai?- lo canzona il suo nemico.
-Adesso te lo faccio vedere io, quanto lo sono.- ribatte l’altro e
si scaglia contro di lui spingendo entrambi contro la porta della stanza per
poi sfondarla e piombare nel corridoio.
-Ehi.- urla qualcuno –Ma che succede?-
-Non è quel vigilante mascherato che chiamano Ragno Nero?-
-Lo credevo un po’ più grosso.-
-E l’altro chi è? L’Uomo Ragno?-
-Sembra… ma i colori sono sbagliati…-
Se ci battiamo nel bel mezzo dell’ospedale qualcuno finirà
fatalmente ferito, pensa Ragno Nero, devo portare lo scontro all’esterno.
Spara una scarica
di ragnatela sul suo avversario e gli blocca le braccia, poi, prima che abbia
il tempo di liberarsi, se lo tira dietro, gettandosi contro una delle finestre
che danno sull’esterno.
4.
Due
figure simili… solo il colore dei loro costumi li distingue davvero ed ora
hanno anche qualcos’altro in comune: una profonda ferita all’altezza
dell’addome.
-Non male, Taro… davvero non
male.- c’è una sorta di amara ironia nella voce di Aka Kitsune –Siamo davvero
simili noi due.-
-È davvero questo che vuoi,
Saguro?- ribatte Kuro Neko –La morte di entrambi, questo ti soddisferebbe?-
-No, fratello, solo la tua. Tu
sei l’unico ostacolo che si frappone tra me e l’ascesa ai vertici del nostro
Clan.-
-Dimentichi nostro fratello.-
-Non lo dimentico, ma neanche lui
potrà fermarmi quando tornerò in Giappone con la tua testa e se volesse
sfidarmi…-
La
Volpe Rossa lascia la frase in sospeso e si può indovinarne il sorriso maligno
sotto la maschera. La cosa rende il Gatto Nero più determinato.
-Non volevo arrivare a questo…-
dice osservando il sangue che gli scorre tra le dita -… della mia vita mi
importa poco, ma se minacci quella di nostro fratello, allora sarò costretto ad
ucciderti.-
-A provarci, vuoi dire.- ribatte,
sprezzante, l’altro.
Il
duello ricomincia. Lo scontro sembra sempre troppo alla pari perché uno dei
contendenti possa prevalere, poi Kuro Neko scivola sul suo stesso sangue e
piomba a terra suo fratello ne approfitta per vibrargli un fendente che
dovrebbe essere mortale, ma Kuro Neko è rapido e ferma la lama con le mani.
Ignora il dolore mentre con un calcio respinge Aka Kitsune all’altro lato della
stanza, poi si rialza e prende una decisione. Non può vincere questo scontro e
per quanto poco onorevole sia, gli rimane una sola scelta: si tuffa verso la
finestra e piomba fuori.
-Torna indietro, vigliacco.- gli
urla il suo avversario, poi segue la stessa strada.
Per
uno con il suo addestramento non è un problema superare il dislivello con il
suolo. Quando atterra cerca tracce del fratello ma Kuro Neko sembra scomparso.
-Non importa dove scappi Taro.-
urla -.Ti troverò dovunque tu vada e la faremo finita.-
Felicia
Hardy li guarda cadere e spera che Abel agisca in fretta. Viene accontentata
perché Ragno Nero tesse rapidamente con la sua tela un materassino su cui sia
lui che il suo avversario piombano attutendo la caduta che altrimenti poteva
essere fatale.
-Complimenti, fratello.- dice
Ragnocidio –Nostro padre sarebbe fiero di noi se fosse qui.-
Allude
allo Sciacallo, il perverso supercriminale che un tempo era un mite professore
di biochimica all’E.S.U. prima che l’ossessione per Gwen Stacy lo spingesse a
sempre più arditi esperimenti di clonazione fino a fargli perdere il lume della
ragione.
-Sta zitto!- gli urla Ragno Nero
prima di sferrargli un calcio che l’altro incassa come fosse fatto di gomma.
La
lotta riprende furibonda. La Gatta Nera la osserva chiedendosi cosa fare. Forse
Abel non apprezzerebbe la sua interferenza nella lotta col suo gemello
genetico, ma non può semplicemente stare a guardare. Il corso degli eventi fa
sì che non debba scegliere.
-Fermi! Alzate le mani tutti e
due!-
A
parlare è stata una guardia di sicurezza dell’ospedale che punta contro di loro
la pistola d’ordinanza ed è piuttosto nervoso.
-Oh... e cosa ti fa pensare che
potresti fermarmi?-
Il
corpo di Ragnocidio si deforma e si allunga verso la guardia ed è allora che la
Gatta Nera scatta, afferrandola per il collo e tirandola lontano.
-Di solito non è così che mi
prendo un uomo, ma non avevo molta scelta. Saresti stato meno carino se ti
avesse mangiato la testa.- dice Felicia.
-Non… non avrebbe potuto farlo,
vero?- chiede l’agente.
-Non chiederlo a me, non conosco
molto quel tipo, ma se vuoi sapere come la penso, uno che si fa chiamare
Ragnocidio non sembra proprio il tipo del pacifista… oltre ad avere un pessimo
gusto nella scelta dei nomi.-
-Non… non è l’Uomo Ragno allora…
ma lo sembra. Chi è?-
-Il riflesso distorto del clone
malvagio del suo fratello gemello proveniente da una realtà alternativa? Sono
aperta a tutte le ipotesi. Ora scusa ma ho un cattivo da pestare. Magari chiamami
dopo, potrei insegnarti un modo o due per farti passare lo stress post
traumatico.-
Ha
appena finito di dirlo che si lancia verso la zona di battaglia lasciandosi
dietro un perplesso agente.
-Ma… ma… non ho il tuo numero.-
Nel
frattempo nella zona si stanno concentrando altre guardie ed in lontananza si
comincia ad udire il suono di una sirena.
-Sta arrivando troppa gente.-
commenta Ragnocidio –Dovremo rimandare il nostro piccolo confronto. Non
cercarmi, ti troverò io.-
Ragnocidio
spicca un salto e piomba sulla folla. Ragno Nero lo segue ma…
-È scomparso, maledizione.-
-Ma come ha fatto?- chiede la
Gatta.
-Ha una specie di potere
mutaforma. Può cambiare il costume in abiti civili e forse anche il suo stesso
aspetto e non fa scattare il mio senso di ragno naturalmente. Ormai può essere
dovunque, anche dietro di noi.-
-Non mi ci far pensare. Che si fa
adesso?-
-Ce la filiamo. Non ho alcuna
voglia di parlare con la Polizia e tu?-
-Ti sembro il tipo?-
Ragno
Nero afferra la Gatta alla vita, poi lancia la sua tela e balza verso l’alto.
Ailbhe
Rourke vive da sola. Potrebbe dire che è single per colpa altrui, ma spesso
teme che sia per colpa del suo caratterino spinoso. Si sta preparando ad andare
in ufficio ed ha appena finito di vestirsi, quando sente suonare il campanello.
Chi può essere? Il suo indirizzo non è pubblico, quindi deve essere un collega
o...
Pochi
istanti per verificare l’identità di chi ha suonato ed il motivo della visita e
farlo salire, poi attende che arrivi. Un altro squillo di campanello e l’Agente
Speciale dell’F.B.I. apre la porta.
-Bene, allora cosa...?-
Ha
appena il tempo di vedere che l’uomo indossa una maschera verde, poi ode il
primo sparo. Il colpo la prende al ventre, il secondo sparo arriva subito dopo
e le trancia l’arteria carotidea. Cade a terra affogando nel proprio sangue .
Le ci vogliono trenta secondi per morire.
L’uomo
si sfila la maschera e la infila nella tasca destra della giacca, poi lascia
tranquillamente l’edificio.
5.
Terenzio Oliver Rucker ha visto molte scene del crimine, ma poche
volte una così piena di poliziotti. Lui stesso è stato avvertito dal
Commissario di Polizia in persona. Arthur Stacy era un vecchio amico ma la sua
non era stata una chiamata di cortesia, c'era una certa urgenza nella sua voce.
È appena arrivato che una voce nota
lo accoglie:
-Terenzio,
da questa parte.-
Brady O’Neil, ex detective della
Narcotici ora nella squadra investigativa e membro della Squadra Speciale anti
Mangiapeccati.
Rucker passa, con una certa
difficoltà, sotto il nastro giallo che delimita la scena del crimine ed entra
nell’appartamento. Quello che nota subito è che c’è tanto sangue. Il cadavere è
stato appena rimosso; meglio così. Conosceva poco Ailbhe Rourke, ma preferisce comunque
ricordarla viva.
O’Neil
è nell’atrio assieme ad altra gente: i due detective del Distretto locale che
hanno risposto alla chiamata che segnalava l’omicidio e che poi hanno chiamato
i capi quando hanno capito chi era la morta, il tenente Flint della Squadra
Omicidi e quello che ha tutta l’aria di essere un Federale.
O’Neil
si incarica delle presentazioni.
-Terenzio, ti presento l’Agente
Speciale Philip Corrigan. Coordina le indagini per conto del Bureau.-
-Phil Corrigan… credo di aver
sentito parlare di lei.- dice Rucker stringendo la mano che l’altro gli porge
–Ma credevo fosse più vecchio.-
-Probabilmente mi confonde con
mio nonno, è un errore che fanno in tanti. Anche io ho sentito parlare di lei,
tenente,-
-Male, suppongo.-
Corrigan
si concede un sorriso.
-Non esattamente. Mi hanno detto
che è un mastino che non molla mai un osso.-
-Meglio di tante altre
definizioni che mi hanno appioppato. Senti… perché non lasciamo perdere queste
scemenze del Tenente e dell’Agente Speciale e parliamoci francamente: voi
federali vi prendete il caso?-
-L’Agente Speciale Rourke…
Ailbhe… faceva parte dell’F.B.I. trovo normale che vogliamo essere coinvolti.
Vista la qualifica della vittima come dipendente federale, credo che potremmo
prendercelo, sì, ma personalmente preferisco un approccio più collaborativo,
considerate le circostanze.-
-E quali sono le circostanze? Che
ha detto il Medico Legale?-
-Che è morta tre le sette e le
nove del mattino e che ad ucciderla sono stati due colpi, probabilmente di una
doppietta a canne mozze.- risponde O’Neil.
-L’arma del Mangiapeccati.-
conclude Rucker.
-Beh… ne avremo la sicurezza solo
dopo l’esame dei bossoli e delle pallottole, credo. C’è un’altra cosa: l’hanno
trovata riversa sulla soglia di casa con la porta aperta. È stata lei ad aprire
al suo assassino.-
-Lo conosceva, dunque.- Rucker
era perplesso –Un amico, un amante o…-
-… qualcuno di cui pensava di
potersi fidare come un collega del Bureau o un poliziotto.- conclude Corrigan,.
-E nessuno ha sentito niente.-
-Questo è il solo appartamento di
questo piano…- risponde ancora O’Neil e gli inquilini del piano superiore ed
inferiore erano fuori per lavoro a quell’ora. Se qualcuno ha sentito lo sparo
avrà pensato al ritorno di fiamma di un’auto.-
-Avrebbe potuto rimanere qui per
chissà quanto tempo se un collega non si fosse insospettito non vedendola
arrivare in ufficio e non ricevendo risposte al cellulare e non avesse deciso
di controllare.- aggiunge Corrigan.
-Dobbiamo prendere quel
bastardo.- prorompe Rucker –A qualunque costo.-
Abel
Fitzpatrick sta facendo colazione quando la finestra che dà sulla scala
antincendio si apre ed entra una figura familiare.
-Kuro Neko.- esclama Abel –Cosa
fai qui?-
-Non sapevo dove altro andare.-
risponde l’altro –Credo… di aver bisogno d’aiuto.-
Cadrebbe
a terra se Abel non lo sostenesse e non lo adagiasse sul vicino divano.
-Hai diverse ferite. Dovrei
portarti in ospedale.-
-No… niente ospedale… per
favore,-
Me
ne pentirò, lo sento, pensa Abel mentre prende il cellulare e fa un numero che
conosce a memoria –Felicia, puoi venire qui subito?-
Il
tempo necessario e Felicia Hardy, nei panni della Gatta Nera entra
nell’appartamento del suo socio in affari.
:Beh… che sta succedendo?- nota
Kuro Neko sdraiato sul divano –Ehi non è il tuo amichetto giapponese? Guarda
che non dico di no alle cose a tre ma…-
-È ferito.- la interrompe Abel
-Diverse ferite da taglio, forse una spada. Ho tamponato il sangue e bendato le
ferite ma… per alcune ci vogliono dei punti.
Non vuole andare in ospedale ed ho pensato…-
-… che io conoscessi qualche
dottore del crimine come in quel fumetto?[4]
Tu sei tutto matto e poi… questo tipo non è stato una spina nel fianco
per te più di una volta?-
-È vero ma… sento di dovergli
qualcosa…anche se non so spiegarmi il perché. Andiamo, Felicia, sono sicuro che
conosci qualche dottore compiacente. Quando… quando ero Kaine ne conoscevo
qualcuno sulla Costa Ovest ma qui a New York…-
-Ah… non so perché dovrei
seguirti in questa pazzia, ma farò quel che posso. Fammi fare qualche
telefonata.-
-Grazie Felicia.-
-Sta certo che troverò il modo di
farmi ringraziare.-
Hijiro
Sakurai è stanco. Tutto quel che voleva era prendere il controllo del suo clan
e portarlo su nuove e più proficue strade, non prevedeva il caos che ne sarebbe
derivato.
Suo
fratello Taro aveva defezionato, aveva scelto la vita da agente libero. Non
poteva tollerarlo e così ha mandato l’altro suo fratello, Saguro a riportarlo a
casa. Non a caso, però, il nome di battaglia di Saguro è Aka Kitsune, ovvero
Volpe Rossa: ha interpretato il suo compito come un mandato ad uccidere suo
fratello ed è certo che se ci riuscirà il suo prossimo obiettivo sarà proprio
il posto di Hijiro nel consiglio. Il che vorrà dire che comunque vada a finire,
lui dovrà combattere contro il sopravvissuto. Non voleva che andasse così, ma
ora non può permettersi di recriminare: è venuto a New York per risolvere la
cosa e lo farà.
-Portatemi il mio costume
rituale.- dice, rivolto ai suoi aiutanti –Il Drago Blu deve tornare in azione.-
6.
Il
dottore a cui si è rivolta Felicia scuote la testa:
-Le altre ferite non sono nulla
di particolarmente grave…- dice -… ma quella al ventre ha fatto parecchi danni.
Data la profondità della ferita è un miracolo che sia sopravvissuto tanto a
lungo.-
-Mi sta dicendo che morirà,
dottore?- chiede Ragno Nero.
-Le sto dicendo che tutto quel
che potevo fare l’ho fatto. Ora non dipende più da me. L’ho detto anche a
quell’altro.-
-Un momento: quale altro?-
-Credevo lo sapeste… qualche ora
fa è venuto qui un altro giapponese con un costume simile al suo ma rosso.
Aveva anche lui una ferita al ventre simile a questa… anche se , ripensandoci,
era simmetrica… come se…-
-Come se fossero state inferte da
due persone l‘una di forte all’altra da angoli opposti.- conclude Ragno Nero.
-Esatto. Questo vuol dire che…-
Kuro
Neko improvvisamente parla:
-Saguro è stato qui? Dov’è
adesso?-.
-Lui… se n'è andato circa
mezz’ora fa. L’ho avvertito che non era il caso e che la sua ferita poteva
riaprirsi, ma lui ha detto che aveva una cosa da fare prima di morire.-
-La stessa cosa che devo fare
io.- dice Kuro Neko mettendosi a sedere sul lettino dov’era sdraiato finora.
-Sei impazzito?- esclama Ragno
Nero –Vuoi morire, forse?-
-Tutti dobbiamo morire prima o
poi. Ti ringrazio della preoccupazione… anche se so che le tue preferenze vanno
ad un diverso tipo di gatto nero.-
-Se intendi me, forse ti sbagli.-
ribatte Felicia.
Kuro
Neko sorride anche se ciò gli costa, subito dopo, una smorfia di dolore.
-Non credo di sbagliare. Abbine
cura, mi raccomando.-
Con
uno sforzo visibile Kuro Neko si mette in piedi e afferra la sua maschera per
infilarsela, quindi si avvia alla porta,
-Lo lasci davvero andare così?-chiede
Felicia –Non posso crederci.-
-Secondo te che dovrei fare?-
ribatte Ragno Nero –Bloccarlo con la forza o magari fargli da balia? È adulto e
vaccinato, ha fatto le sue scelte.-
-Beh… io credevo… ok non sei come
lui. Anche nei suoi giorni peggiori l’Uomo
Ragno non avrebbe mai lasciato qualcuno andare volontariamente incontro alla
propria morte.-
-Non esserne così sicura e comunque perché ti interessa tanto la sorte
di Kuro Neko?-
-Beh … forse è perché ha il mio
stesso nome di battaglia o perché siamo entrambi cattivi soggetti. In fondo
credo che mi sia simpatico.-
-Logica discutibile, ma… ok mi
hai convinto, andiamogli dietro.-
-Andiamogli dietro? Vuoi dire
anch’io? E da quando in qua sarei una buona samaritana?-
-Da adesso… da sempre… a chi vuoi
che importi? Andiamo.-
E
sotto gli occhi dell’esterrefatto medico, i due avventurieri in costume
lasciano il suo ambulatorio.
Li
ha osservati dall’alto di un tetto. Ha visto il giapponese andar via per primo
con l’andatura di chi si regge in piedi con un puro e semplice atto di volontà,
ma non è interessato a lui. Le sue prede arrivano subito dopo: Ragno Nero e la
Gatta Nera. Sorride.
La
resa dei conti è vicina, ragazzi, pensa Ragnocidio.
Kuro
Neko cammina senza badare alla leggera pioggia che sta cadendo e cerca di non
badare alla ferita che gli fa un male d’inferno.
Qualunque
cosa debba succedere, che accada in fretta, pensa, non gli va l’idea che lo
trovino disteso in una pozzanghera formata dal suo stesso sangue.
Improvvisamente
è consapevole di una presenza alle sue spalle. Saguro l’ha ritrovato. Bene,
così ora tutto finirà.
Si
gira di scatto e nel vedere chi gli sta davanti esclama:
-TU!-
7.
Si trova di fronte ad una sorta
di suo doppio speculare: il costume è quasi uguale, a parte il colore blu e dei
motivi ornamentali dorati. Quello che ha davanti è il suo fratello maggiore, il
capo famiglia., Hijiro Sakurai, altrimenti
noto come Aoi Ryu, il Drago Blu.
Erano tre
fratelli addestrati per essere i migliori nelle arti marziali e simili
nell’azione all’animale di cui avevano adottato il nome, il destino bizzarro li
aveva portati su strade diverse ed ora li stava riunendo.
-Taro… sei ferito.--
-E ne sei sorpreso?- ribatte Kuro
Neko –Non hai mandato tu Saguro ad uccidermi?-
-Doveva solo riportarti a casa.
Ha deciso di sua iniziativa di eliminarti.-
-E tu ci contavi o no? O forse
speravi che fossi io ad ucciderlo sbarazzandoti di un pericoloso rivale. In
ogni caso tu avresti vinto.-
-Io…-
Quello
che Aoi Ryu voleva dire non si saprà mai perché improvvisamente una lama si
conficca nella sua schiena.
Mentre
il Drago Blu barcolla, ecco che alle sue spalle compare Aka Kitsune.
-Ecco che i tre fratelli sono
finalmente accomunati da qualcosa.- dice avanzando a fatica –Peccato che sia la
morte.-
Nei
laboratori della C.S.U.[5]
il tecnico Cassio Affleby esclama:
-Eureka! Ci siamo.-
-Che c’è?- chiede il suo collega
Willem Roper.
-Ho isolato un’impronta parziale
su uno dei bossoli ritrovati nell’appartamento della Rourke. Con un po’ di
fortuna apparterrà al nostro uomo.-
-Possibile che il Mangiapeccati
sia stato così sciocco da non usare i guanti quando ha caricato lo shotgun?-
-Tutti commettono errori, vecchio
mio, non è per questo che riusciamo a prenderli? Beh ora non ci resta che
aspettare il risultato.-
La
creatura chiamata Ragnocidio osserva Ragno Nero e la Gatta Nera precipitarsi
verso il vicolo dove si sta consumando lo psicodramma familiare.
Ora
che non deve più nascondersi, ora che il suo nemico sa chi è, potrebbe
attaccarlo e farla finita con lui. Basta giochetti, solo una buona, sana
vecchia lotta che lui sa di poter vincere.
8.
Kuro
Neko era disarmato, ma adesso prende la spada del suo fratello maggiore ed è
pronto all’ultima sfida.
-Fatti sotto Saguro.- proclama.
-Sei pronto a morire, dunque?-
ribatte l’altro.
-Lo sono sempre stato e tu?-
Le
katane cozzano l’una contro l’altra. I due combattenti sono deboli, le loro
vecchie ferite si stanno riaprendo, il sangue scorre mentre la lieve pioggia di
poco prima si sta trasformando in un temporale.
Abel
e Felicia svoltano l’angolo in tempo per vedere la scena.
-Maledizione.- urla Ragno Nero
–Devo...-
La
Gatta gli posa una mano su una spalla.
-Lascia stare, non puoi fare più
niente ormai.-
Felicia
ha ragione: con un urlo selvaggio Kuro Neko si è gettato verso Aka Kitsune e
per un attimo le due figure sembrano fondersi in una sola, poi si staccano e
gli spettatori possono vedere che entrambi hanno il ventre trapassato dalla
lama dell’altro. Come in una specie di balletto si muovono l'uno verso l'altro
e sembra quasi che stiano per abbracciarsi, poi cadono a terra.
-NOO!- urla Ragno Nero come
risvegliandosi da una sorta di incantesimo e corre verso Kuro Neko.
-Sta calmo.- gli dice –Ora ti
porto in ospedale.-
-Inutile.- risponde l’altro –Era destino che io e Saguro
finissimo così. Ti prego, però, fa in modo che i nostri corpi tornino a casa.
Peccato per Hijiro… lui era il migliore di noi e non meritava… peccato anche
per noi… credo proprio che saremmo stati una bella coppia se tu…-
Non
finisce la frase e reclina la testa, morto. Ragno Nero tace e serra i pugni.
Lui e Kuro Neko erano stati spesso avversari, ma aveva imparato a rispettarlo.
-Anche quello rosso è morto.-
dice la Gatta –Il blu invece…-
Un
debole lamento la informa che…
-È ancora vivo... forse possiamo
salvarlo.-
-Fossi in voi non mi preoccuperei
troppo per lui, ma per voi stessi.-
Ragnocidio
è uscito dall’ombra.
Il
cacciatore ha seguito le sue prede con pazienza. Potrebbe attaccare ora, ma
preferisce osservare e aspettare. Presto verrà il suo momento, molto presto.
-Che mi venga un colpo.- esclama
Affleby.
-Che c’è adesso?- chiede Roper.
-Che tu sappia Stanley Miller fa
parte della squadra del caso Mangiapeccati?-
-Lo chiedi a me? Non eri tu il
collegamento con quella squadra? Comunque credo di no: dovrebbe occuparsi
sempre delle gang di Chinatown, perché?-
-Perché ho appena ricevuto la
corrispondenza su quell’impronta parziale che c’era sul bossolo dell’omicidio
Rourke ed è di Miller. Se lui non è coinvolto nell’indagine, c’è un solo modo
in cui può averlo toccato.-
-Maledizione. Chi lo dice a
Rucker adesso?-
-Ci penserò io.-
Affleby
compone il numero dell’ufficio di Rucker, ma nessuno risponde. Decide di
provare col cellulare.
Rucker
risponde al terzo squillo.
<<Tenente, sono Affleby,
dove sei?>>
-Dalle parti di Chinatown, C’è
stata una segnalazione. Hanno visto Ragno Nero e la sua partner ed altri tizi
in costume armati di spade. Sai che considero i Ragni un mio affare personale
ormai ed ho pensato di controllare personalmente.-
<<Sai mica dov’è Stanley
Miller.?>>
-Beh è venuto con me. In questo
momento è andato ad un chioschetto a prendere un hot dog per tutti e due. Mi
vuoi dire una buona volta perché mi hai chiamato?-
<<Miller… abbiamo una
prova… lui è il Mangiapeccati.>>
-Ti sei bevuto il cervello? Come
può…-
In
quel momento il portello dal lato del guidatore si apre e Rucker può vedere una
maschera verde e una doppietta a canne mozze.
-Ha ragione, sai?- dice una voce
che il tenente riconosce come quella di Stanley Miller, poi il nuovo arrivato
spara.
<Rucker… che
succede…RUCKER!>>
9.
Due
immagini speculari simili ma antitetiche l’una all’altra. Entrambi cloni
dell’Uomo Ragno hanno dovuto convivere con l’idea di essere le copie di un
eroe, ma se uno di loro è riuscito a superare le sue nevrosi ed accettare il
suo ruolo nel mondo, l’altro si è arreso alle sue psicosi, ai suoi demoni
interiori. Poteva essere un eroe è diventato uno psicopatico assassino
Vedendo
Ragnocidio, Ragno Nero non può non pensare che quello davanti a lui poteva
essere lui ed era proprio quello che era quasi accaduto. Kaine era un
assassino, un killer a pagamento che aveva pervertito i valori di Peter Parker,
tuttavia alla fine aveva scommesso sulla sua redenzione, una speranza a cui
Ragnocidio aveva rinunciato forse consapevolmente. Non c’era più nulla di Peter
Parker in lui, doveva accettarlo.
-Allora, fratello, vogliamo concludere
la nostra guerra?-
-Non sono tuo fratello.- ribatte
Ragno Nero –Tu hai ucciso Patricia Everett e molti altri, hai tentato di
uccidere Sally Weston, perché?-
-Ah, quelli? Beh quei tizi
trafficavano in tecnologia e si interessavano alle ricerche di Warren. Non so
tu, ma io ne ho avuto abbastanza dei cloni. Le due ragazze erano un
optional. Un modo per tormentarti. –
-Beh ora hai finito di tormentare
chiunque.-
-Vuoi uccidermi? Il vecchio Kaine
l’avrebbe fatto.-
-Kaine è morto… definitivamente…
ora ci sono solo io e ti consegnerò alla giustizia. Non ti garantisco che ci
arriverai intero, però.-
-Una sbruffonata degna di te. Come pensi di farcela? Sono forte
quanto te, ma tu sai fare questo?-
Ragnocidio
allunga un braccio e colpisce Ragno Nero, poi si precipita contro la Gatta Nera
e la stringe in una morsa.
-Che ne dici se spezzo il collo
anche a lei? O magari la porto sul più vicino ponte e le faccio fare un
voletto.-
-Ehi potresti anche chiedere il
mio parere, prima.- ribatte la Gatta e lo fa volare sopra la sua testa.
-Bella mossa… ma io ne so una
migliore.-
Le
gambe di Ragnocidio si allungano e si stringono su Felicia facendola cadere.
-Bello eh? Questo gli altri
uomini ragno non lo sanno fare. Io la chiamo la mossa del pitone.-
Ragno
Nero si sta preparando a reagire quando una corda si avvolge al collo di
Ragnocidio.
-Ho visto abbastanza .-
Da
un vicino cornicione Alyosha Kravinov, l’attuale Kraven il Cacciatore comincia
a tirare su Ragnocidio mentre il cappio si stringe sempre di più intorno al suo
collo.
.Tu?- esclama Ragnocidio –Io ti
ho assunto per dare la caccia a Ragno Nero, non per impiccarmi.-
-Ragno Nero è stato un avversario
onorevole, tu… da quel che ho visto non sai neanche cosa sia l’onore.-
Il
colpo di fucile e la sua eco scuotono il vicolo.
-Questo non era un tuono.- dice
Ragno Nero.
Si
volta verso il suo avversario, esita.
-Vai.- lo esorta Kraven –tu pensa a proteggere gli
innocenti e lascia a me il compito di punire i colpevoli.-
Posso
fidarmi? Si chiede Ragno Nero, ma soprattutto,
posso permettermi di non farlo?
Uno sguardo a Felicia e poi corre
dietro all'eco del secondo sparo.
Rucker
è saltato giù dall’auto appena in tempo. I frammenti del vetro del finestrino
gli cascano addosso facendogli minuscoli tagli, ma lui non ci bada e cerca di
allontanarsi. Maledizione. Miller, com’è possibile? Cos’è che l’ha fatto andare
fuori di testa?
-È inutile che scappi Terenzio,
non mi sfuggirai. Sei come gli altri peccatori, anzi sei peggio perché sei un
ipocrita: dovresti dar la caccia i peccatori ed invece li proteggi… come l’Uomo
Ragno e Ragno Nero.-
Il
secondo colpo frantuma i vetri della parte posteriore dell’auto. Rucker sa che
deve approfittare del tempo che serve al Mangiapeccati per ricaricare la sua
doppietta per tirarsi via da lì e riprendere l’iniziativa, ma nel rialzarsi
scivola e ricade bocconi. Quando alza la testa vede le due canne dello shotgun.
-Addio Terenzio.
Un po’ mi dispiace doverti uccidere.-
-E allora non farlo.-
La ragnatela strappa di mano al Mangiapeccati
lo shotgun ed una seconda ragnatela lo imprigiona.
-Ehi, potevi lasciarmi
almeno un po’ di divertimento.- sbotta la Gatta Nera.
-Questo non è un gioco Felicia,
dovresti saperlo.-
Ragno
Nero raggiunge Rucker e lo aiuta a rialzarsi.
-Tutto bene, Terenzio? Sei
ferito?-
-Solo nell’orgoglio.- risponde il
poliziotto. Non avrei mai pensato che uno dei miei uomini potesse essere,,,.-
non riesce a finire la frase,
Ragno
Nero non sa cosa rispondere. Conosce il dolore della fiducia tradita e sa che
non c’è nulla che può dire per consolare Rucker.
Sente
la mano della Gatta Nera sulla sua spalla ed istintivamente le circonda la vita
col suo braccio. Forse, pensa, non è più solo.
Mi trovano appeso ad un lampione col collo
spezzato. Kraven ha fatto davvero un bel lavoro. Mi portano all’obitorio ed è
qui che un giovane tecnico incaricato di preparare i cadaveri per l’autopsia
ode lo “snap” delle vertebre cervicali che si riallineano tornando a posto.
Subito dopo ode un altro rumore simile, quello del suo collo che si spezza.
Non ho rimorsi,
in fondo non è colpa mia se lui si è trovato nel posto sbagliato al momento
sbagliato. Gli prendo i vestiti e lo sistemo al posto mio. Lascio l’edificio
senza che nessuno badi a me. Perché dovrebbero dopotutto? I criminali che vi
sono portati raramente sono in grado di andarsene con le loro gambe. Dovrò
lasciare New York almeno per un po’. Magari andrò davvero a San Francisco a
cercare l’altro mio “fratello”, Ben Reilly. O magari no. Meglio mantenere un
basso profilo almeno per un po’.
Mi chiamano
Ragnocidio e sono molto difficile da uccidere.
EPILOGO
Hijiro Sakurai, alias Aoi Ryu, il Drago Blu
sopravvive alle ferite e viene rimpatriato forzatamente. Porta con sé le salme dei fratelli
morti. Forse, pensa, nella morte troveranno finalmente la pace che non hanno
mai avuto da vivi.
I
medici si dividono sulla diagnosi di Stanley Miller. Qualcuno parla di
schizofrenia, chi di una psicosi latente scatenata da qualche evento drammatico
e si dividono su quale possa essere.
Quanto
a Miller stesso, non è tanto preoccupato per la sua sorte. Che lo mandino in
una prigione o in un ospedale psichiatrico non ha troppa importanza. Preferisce
la prigione, comunque: ci sono un sacco di peccatori là dentro.
Guardano
insieme la nuova insegna della loro agenzia di investigazioni su cui è scritto:
Cat’s Eye Investigations ed in piccolo anche Hardy & Fitzpatrick.
-Che te ne pare?- chiede Felicia Hardy
-Non male.- risponde Abel Fitzpatrick –Anche se continuo
a pensare che Fitzpatrick & Hardy suonasse meglio.-
-Ehi, ti ricordo che sono io a mettere la maggior
parte dei soldi.-
-Guadagnati discutibilmente perlopiù, ma lasciamo
perdere. Che ne dici di un po’ di ginnastica insieme stanotte?-
-Che proposte audaci Mr. Fitzpatrick.-
-Veramente io alludevo ad un giro di ronda per
stanare qualche criminale.-
-Beh… si può fare, anche se un po’ di quell’altro
tipo di ginnastica non mi dispiacerebbe.
-Felicia, sei incorreggibile.-
-E non è per questo che ti piaccio?-
Ho avuto molti nomi:
Kaine, Abel Fitzpatrick, Ragno Nero. Per molto tempo ho cercato un posto
ed uno scopo per me ed ora credo di averlo trovato.
Un uomo molto saggio molti anni fa
disse che da grandi poteri derivano grandi responsabilità. Io ho dei poteri e
finalmente ne ho accettato la responsabilità.
Mi chiamo Ragno Nero e proteggo gli
abitati di questa città. Non vi conviene mettervi sulla mia strada.
FINE
NOTE DELL’AUTORE
E
così eccoci giunti alla fine della corsa. Quando ho preso in mano questa serie
col n. 19, mi ero ripromesso di chiudere tutte le trame
lasciate in sospeso dal precedente autore, Yuri N.A. Lucia. Ora, dopo, sette
episodi, credo di esserci finalmente riuscito. Certo, ho concluso le suddette
trame con quasi certamente in modo molto diverso
da come avrebbe fatto Yuri ed ho eliminato quasi tutto il cast da lui
introdotto, ma tant’è.
Giusto
qualche parola sui principali cattivi di quest’episodio:
1) Ragnocidio si tratta del terzo (o
quarto?) clone di Peter Parker creato dallo Sciacallo. Dopo essere stato
geneticamente modificato dal sinistro Scrier, ha acquisito un limitato potere
mutaforma ed una struttura fisica flessibile che fa sì che sia molto difficile
ucciderlo. In più è diventato completamente pazzo, diventando, di fatto,
l’unico clone di Peter Parker che si possa definire malvagio.
2) Sull’ultima incarnazione del
Mangiapeccati c’è poco da dire rispetto a quanto detto nell’episodio. Lo si è
visto spesso nella serie MIT dell’Uomo Ragno ma è in questa che ha trovato la
sua fine apparente.
3) Infine una parola sull’Agente speciale
dell’F.B.I. Phil Corrigan. Si tratta di un personaggio da me creato ed ispirato
dall’Agente Segreto X-9, creato dallo scrittore Dashiell Hammett e dal
disegnatore Alex Raymond nel 1934 per le strisce quotidiane, il quale all’inizio
della sua carriera non aveva nemmeno un nome e non era chiaro per quale agenzia
governativa lavorasse. Solo in seguito fu rivelato che il suo nome era Phil
Corrigan e che era un agente dell’F.B.I. Che sia lui il nonno a cui alludeva il
“nostro” Corrigan? -_^
E ora? Ci sarà un prossimo episodio? Io
me lo auguro, ma non dipende più da me. Chi volesse cimentarsi con questa serie
sarà il benvenuto.
Per
quanto mi riguarda, devo dire di essermi divertito. Arrivederci.
Carlo.