CHARLOTTE WITTER:
LA DONNA RAGNO
(vol. I)
di Michele
“Mickey” Miglionico
Introduzione
Questa è l’Ultimate Edition della prima
serie dedicata alla nuova Donna Ragno, ossia Charlotte Witter. Stilista di fama di
giorno, prostituta d’alto borgo di notte, Charlotte Witter venne trasformata
dal dr. Octopus in una malvagia Donna Ragno, capace di assorbire i poteri
altrui.
Adesso le cose sono molto cambiate: la donna si atteggia ad eroina, ha messo a
segno degli importanti successi, ha acquisito nuovi poteri. Per scoprire come,
non vi resta che leggere di seguito!
Prologo
CAPITOLO FINALE
(tratto da “La Donna Ragno#-1: Capitolo Finale”)
Casa di Madame Web.
Appena tornate da una missione contro gli invasori alieni chiamati Cluster,
Mattie Franklin - l'attuale Donna Ragno - e Jessica Drew - la prima Donna Ragno
- trovarono la loro alleata, Madame Web - una veggente cieca - molto
invecchiata [v. L’UOMO RAGNO 299]. E ciò non sarebbe dovuto succedere, visto
che la donna aveva ottenuto l'Eterna Giovinezza tramite un rito magico (lo
stesso rito aveva fornito, in senso lato, il Potere alla giovane Mattie
Franklin). E intanto la nipote della veggente, Charlotte Witter, la malvagia
quarta Donna Ragno, che si era vista sottratti i suoi poteri da Mattie, aveva
ritrovato il suo vigore ed era fuggita. Tutto ciò era un sintomo che la
Riunione dei Cinque si stava annullando?
- E ora che facciamo?? Di questo passo... potrei perdere i poteri
da un momento all'altro!!! - gridò spaventata la ragazza.
- Dobbiamo andare da Morris - disse Jessica, riferendosi al detentore della
Sapienza - e farci spiegare questo mistero. Ma dobbiamo muoverci.
La donna si aggrappò a Mattie ed entrambe iniziarono a volare verso il banco
dei pegni dove potevano trovare l'uomo. Erano molto agitate: se la ragazza
avesse perso i suoi poteri durante il volo, si sarebbero sfracellate al suolo.
Ma fortunatamente questo non accadde e poterono raggiungere incolumi Morris
Maxwell.
Banco dei pegni di Morris Maxwell.
- Morris... spiegaci: cosa sta succedendo ai doni e alle
maledizioni della Riunione dei Cinque?
Il vecchio ebbe una crisi epilettica - sintomo che stava rispondendo alla
domanda - e recitò con la bava alla bocca:
- Il rito della Riunione non è stato interpretato in chiave corretta. I suoi
doni, positivi o negativi, vengono elargiti in maniera precaria ed
imprevedibile, e nell'effettiva manifestazione e nella durata della stessa. Fra
poco i cinque frammenti verranno scossi dalle energie magiche che erano state loro
sottratte - e la crisi finì.
- Cavolo - disse Mattie - Dovrò rinunciare a fare la Donna Ragno?
- Non è ancora detta l'ultima parola. In fondo i tuoi reali poteri di ragno non
ti sono stati dati dalla riunione – la tranquillizzò Jessica.
- Ma se stanno tornando anche a te... ma voglio approfittare fino alla fine:
Morris, qual è l'identità segreta dell'Uomo Ragno?
L'uomo ebbe un'altra crisi e accennò qualcosa...
- Il suo alter ego è Peter....
... ma si interruppe, mostrando egli stesso un'espressione sorpresa.
- Oh, no! Ha già perso il suo dono! - esclamò la ragazza.
- Mattie... non avresti dovuto farlo. Sia per non indebolire tanto Morris e
poi... per rispetto all'Uomo Ragno.
- Ma come? È il mio idolo... voglio sapere tutto di lui, mi sembra normale!! E
ho perso l'occasione... anche se dovrò indagare su questo Peteeeeer ---
Mattie svenne, e in quello stesso momento Jessica si sentì invasa da energie
perdute.
- ... credo che anche Mattie abbia perso il suo Potere... - disse Morris.
- Allora questo vuol dire che... ormai tutti hanno perso i propri doni! -
concluse Jessica.
Da qualche parte, in città...
Norman Osborn sembrava ridestarsi da un lunghissimo coma.
- Ehi, che succede?? Che vuol dire questa camicia di forza?
Uno Scrier gli comparve davanti.
- Signore, durante la Riunione dei Cinque lei ha ricevuto la Follia. Ma abbiamo
motivo di credere che i doni e le maledizioni siano stati privati a tutti i
partecipanti.
- Bene, bene, bene... ora sono lucido. Mi devi aggiornare su tutto quello che è
successo. ma slegami prima.
Così, mentre la camicia veniva strappata, lo Scrier commentava: - Signore,
abbiamo fatto quello che aveva nelle sue disposizioni.
- Bene, quindi la rossa... è morta?
Lo Scrier sorrise.
- Dovrò rimboccarmi le maniche.
Casa di Madame Web.
Quando Mattie si riprese, Jessica Drew aveva completamente
recuperato i suoi poteri, come anche Julia Carpenter, che le aveva raggiunte in
men che poteva. Entrambe si erano temporaneamente stabilite a New York, dopo la
questione “Charlotte”.
- Ragazze...
- Sì, Matt, non hai sognato niente - la anticipò Jessica.
- Julia... che ci fai qui?
- Ho riacquistato i miei poteri e sono accorsa per vedere se ne sapevate
qualcosa.
- Madame Web... come sta?
- Un po' scossa... delusa... per essere tornata in questo corpo morente. Ma ora
dobbiamo occuparci di un bel problema: mia nipote Charlotte.
Parli del diavolo, spuntano le corna.
Un vetro si infranse, nella casa, e a seguire i cocci c'era la quarta Donna
Ragno, che ruggiva.
Con i suoi movimenti veloci e guizzanti, assalì le sue due
"colleghe".
Grazie ai propri poteri ritrovati, le due donne si difesero bene per molti
minuti, mentre la battaglia infuriata davanti agli occhi delle inermi Mattie e
Madame Web.
"Mi sento così impotente..." pensava scoraggiata la ragazza.
Alla fine la Donna Ragno creata dal Dr. Octopus ebbe la meglio e, seguendo il
proprio istinto, riuscì ad assorbire i poteri delle proprie prede.
- Oh, no... - commentò Mattie. Jessica e Julia erano riverse per terra, prive
di sensi.
Charlotte guardò l'ex giovane Donna Ragno, cercando di capire se celasse potere
da assorbire... ma quando capì che non c'era niente di utile per lei, fece un
balzo sussurrando - L'Uomo Ragno...
Dopo qualche minuto, tutte si ripresero. Mattie fu la prima a
parlare.
- E ora che facciamo?
- Siamo impotenti. In un modo o nell'altro... se ne dovranno occupare l'Uomo
Ragno o qualche altro eroe...
Il consiglio di Julia Carpenter era la soluzione migliore.
- Vi lascio. Devo tornare da mia figlia… mi capite, vero?
- Certo.
Le vecchie Donne Ragno si salutarono e decisero di tornare a casa: Julia Carpenter da sua figlia Rachel, a Los Angeles;
Jessica Drew a Madripoor, nella sua agenzia investigativa.
Aspettando l’aereo per Madripoor…
- È tutto così assurdo... mi dispiace soprattutto per te - disse
Jessica a Madame Web.
- Non avremmo mai dovuto partecipare a quella Riunione. Se ora si è
annullata... vuol dire che Shadrac si è liberato della sua eterna agonia e
che... Norman Osborn non è più pazzo!! Credo ci aspettino tempi duri...
soprattutto per l'Uomo Ragno.
- Forse dovresti avvisarlo.
- Non saprei... dobbiamo riflettere attentamente su questa situazione, Jessica.
E Mattie?
- Voleva stare un po' da sola. La capisco, in fondo.
Camera di Mattie.
Poco dopo, una delusissima Martha Franklin esaminava tutto il
materiale che aveva sull'Uomo Ragno e sulla sua breve carriera come Donna
Ragno.
"Mi ero così abituata a quel mondo... non posso credere di non farci più
parte..."... poi, improvvisamente, in tutta quella mole di materiale,
l'occhio le cadde su un libro. Webs. Un volume che raccoglieva tutte le
foto scattate al Ragno da... Peter Parker.
"Peter Parker? Peter... ma certo!!!".
Capitolo zero
SVOLTE
(tratto da “La Donna Ragno”#0)
Strade di New York, qualche settimana dopo.
Non è facile vivere di nascosto, vagabondando per la Grande Mela, in cerca di
cibo e di riparo, tanto meno di energie psichiche o superpoteri. Charlotte
Witter, la quarta Donna Ragno, se ne rendeva conto, nonostante da un bel po'
non fosse proprio in grado di intendere e di volere, a causa delle
manipolazioni perpetrate dal malvagio dr. Octopus. Anzi, seguiva per lo più un
istinto animalesco... da aracnide, probabilmente, visto che i poteri che erano
in suo possesso facevano tutti riferimento al più famoso animale del genere.
Cercava da molto tempo un maschio della sua specie... l'Uomo Ragno. Sapeva chi
era, sapeva che era Peter Parker, ma sfortunatamente non riusciva mai a
trovarlo... non conosceva il suo indirizzo e non era, in quel contesto, in
grado di procurarselo. Seguiva solo le sue sensazioni di predatrice, ma finora
le avevano dato sempre buca, e aveva dovuto accontentarsi di mietere qualche
vittima tra gli homeless della città.
Da quelle parti, contemporaneamente.
Si facevano chiamare Tela Mortale: Arachne (la dr. Sylvie Yaqua) e
Antro (Hashi Noto), vecchi nemici della Donna Ragno. In realtà avevano
combattuto Julia Carpenter quando faceva parte dei Vendicatori della Costa
Ovest. Il loro terzo uomo, Therak, non avrebbe mai più potuto partecipare alle
loro missioni in quanto ucciso dal conte Nefaria. Fatto sta che il loro capo,
il Manipolatore, aveva affidato loro una missione. Dovevano portarla a termine,
perché lui li teneva in pugno. Lui forniva l'antidoto che regolarmente dovevano
assumere per sopravvivere ai propri poteri, derivanti da veleno di aracnide.
Il loro compito era trovare l'Uomo Ragno e catturarlo. E Spidey è notoriamente
newyorkese.
- Spiegami come faremo a trovarlo! - gridava sconfortato Antro.
- Vedrai che salterà fuori, soprattutto se si sparge la voce che siamo in città
- rispondeva la speranzosa Arachne - Spero di non incappare nella nuova Donna
Ragno [si riferiscono a Mattie Franklin, senza sapere che non lo è più] -
aggiunse ancora Arachne.
- Da quello che dice il capo, sono settimane che entrambi sembrano essere
spariti dalla circolazione.
- Vedremo... tanto il capo non ci ha imposto limiti.
E si misero a cercare...
TriCorp Foundation.
Il ricercatore
Peter Parker l’aveva misteriosamente contattata, invitandola ad unirsi ad una
sua sperimentazione, e Madame Web non aveva esitato ad accettare. Cos’aveva da
perdere? Nulla. Aveva assaporato l’ebbrezza di essere di nuovo giovane, ma solo
per poco. Parker le prometteva non solo di rinvigorire il suo organismo, ma
anche di permetterle di vedere e camminare di nuovo. E per un’utopia del
genere, avrebbe sfidato qualsiasi prova.
Ora si trovava lì, in quel laboratorio, insieme ad uno scienziato monco (Curt
Connors), a un vampiro (Michael Morbius) e un misterioso ragazzo dai tessuti
denegerati (Kaine). Di lì a poco Parker e il suo collega Octavius avrebbero
somministrato loro la cura.
Mentre vagheggiava sulle possibilità dell’esperimento, non poteva non pensare a
sua nipote. Era sparita da settimane, rifiutava qualsiasi richiamo psichico e
perciò era molto preoccupata. Bè, in realtà lo era da molto prima… da quando
aveva scoperto il suo secondo mestiere, oltre a quello di stilista. Perché
aveva intrapreso quella strada? Cosa
non aveva funzionato nell’educazione sua e di sua figlia Helena (scomparsa
qualche anno prima)? Pensava che sua nipote si fosse realizzata, sfondando
nella moda, e invece… a peggiorare il tutto, il dr. Octopus, che in quel
momento stava lavorando alla sua cura nella stanza adiacente, l’aveva
trasformata in un mostro. Stava
soffocando il rancore verso quell’uomo, in occasione della sperimentazione.
Sperava di poter guarire anche Charlotte… ma il suo creatore avrebbe accettato?
Non riceveva immagini positive, da quell’uomo.
Fatto stava che si trovava lì, sdraiata su quel lettino, attaccata ad una
grossa flebo, aspettando che avvenisse il miracolo.
Qualche tempo prima, altrove.
Oliver Osnick, detto Ollie, era euforico perché aveva aiutato l'Uomo Ragno a
sconfiggere Electro [v. "L'Uomo Ragno"#2] e il suo senso di autostima
stava decollando. Nel corso degli anni, sin dal suo debutto come Spider-kid [UR
54], fino all'identità di Ragno d'Acciaio, aveva fatto pochissime incursioni
come eroe [v. UR 190], perché non è facile atteggiarsi a supereroe, quando non
hai poteri su cui contare e puoi fare affidamento su un'attrezzatura concepita
e realizzata da te stesso. Ma collaborare con un mito come Spidey lo aveva
gasato, facendo preoccupare Jane Lane, la sua ragazza, che temeva potesse fare
follie. Era stata lei a incitarlo su quella strada, ma iniziava a pentirsene.
Del resto era guarita da pochi mesi da una paralisi agli arti inferiori, voleva
godersi senza preoccupazioni il suo rapporto con Ollie.
- Tranquilla, tesoro! Si tratta solo di intercettare le comunicazioni dei
poliziotti e intervenire quando la situazione è adatta a uno come me! L'ho
fatto con Electro, posso farlo con i criminali qualunque!
- Io sono comunque preoccupata! Invece di usare il tuo genio per qualche
azienda...
- Proprio tu parli, che mi dicesti "Prometti di continuare a essere il
Ragno d'Acciaio"! E comunque oggi ho un colloquio con quelli della
Tomorrow Incorporated,sai?
- Mai sentita, ma se possono darti un lavoro sicuro...
- E'
una azienda del New Jersey, ma ha aperto una sua filiale qui a New York. Si
occupano di tecnologie avanzate. Quando presenterò i miei brevetti... voglio
vedere che faccia faranno.
Sotto sotto, però, era un po' agitato perché teneva a quel lavoro, teneva ad un
laboratorio efficiente e ricco di mezzi.
Qualche ora dopo si presentò ad una
segretaria dell'azienda.
- Salve, io sono Oliver Osnick, ho un appuntamento con il dottor Elias Winters.
- Mmm... sì, si accomodi nell'ufficio.
Il ragazzo aprì con delicatezza la porta ed entrò. L' uomo, che era la
responsabile del centro ricerche, chiuse frettolosamente una telefonata e
salutò.
- Salve. Lei è Osnick?
- Sì, piacere.
- Mi faccia vedere - disse indicando con lo sguardo la cartella che Ollie
portava con sé.
- Ehm... sì, prego.
Elias prese a sfogliare i progetti, nel frattempo parlava.
- Sa, recentemente stiamo assumendo molto personale [v. "Prowler"#1].
Abbiamo bisogno di far decollare questa filiale - e il ragazzo rimaneva in
silenzio, teso per il giudizio del suo possibile capo - Incredibili, davvero.
Quanti talenti nascosti, qui a New York!
Qualcuno bussò alla porta.
- Avanti - gridò Winters, ancora intento ad ammirare i disegni di Ollie.
- Elias, disturbo? Volevo parlarti di una cosa - disse un nero di nome Hobie
Brown, in altre vesti l'eroe metropolitano Prowler.
- Finisco subito. Ma entra... Hobie, vorrei presentarti Oliver... un nostro
nuovo collaboratore.
Ollie trasalì.
- Complimenti - disse Brown stringendo la mano al ragazzo.
- Grazie, signor Brown.
Tornato a casa...
- Sììì, non ci credo! - esultava
alla sua ragazza.
- Ollie, calmati! Anch'io sono contenta, ma contieniti - lo redarguì Jane.
- Hai ragione, scusami! - ammise imbarazzato - Mi contatteranno a giorni per
formalizzare tutto. Che bello!
- Ma hai ancora intenzione di essere il Ragno d'Acciaio? Voglio dire, anche se
io sono preoccupata, durante l'ultimo mese, in cui l'Uomo Ragno sembra essersi
ritirato [v. la sua serie personale] ti sei dato molto da fare nell'aiutare le
forze dell'ordine - ammetteva Jane.
- E non ho nessuna intenzione di smettere - concluse Ollie.
Più tardi, in un'altra parte della città...
Charlotte cercava di non farsi notare, imbacuccata in un
impermeabile verde. Ormai conosceva New York benissimo e sapeva dove prendere
le sue vittime. Tranne l'Uomo Ragno, ovvio.
A un certo punto scattò qualcosa in lei. Avvertì la presenza, nelle immediate
vicinanze, di una fonte di potere... una sensazione indistinta, che le pareva
collegabile a qualcosa di ragnesco. Si mise a cercare con lo sguardo
qualcosa, corse nella direzione in cui avvertiva la presenza aracnide più
evidente. Il suo istinto stava per farle perdere il controllo.
E improvvisamente davanti a lei apparvero i due membri di Tela Mortale. Per
qualche secondo si fronteggiarono incerti sul da farsi.
- E questa chi sarebbe? - chiese Antro.
- Guarda quelle zampe, sembra un essere dai poteri ragneschi come noi - affermò
Arachne - un'altra Donna Ragno!
Ma in quel momento non ci fu altro tempo per i discorsi perché Charlotte li
attaccò: Arachne cercò di gettarle addosso le neurotossine che aveva in corpo,
ma Charlotte le evitò con facilità. E anche la tela psichica ebbe poco
successo. Charlotte fu su di lei e assorbì in breve tempo i suoi poteri.
- Maledetta, cosa hai fatto? - urlò Antro e cercò di imprigionarla trasportando
vicino a lei tutti gli oggetti che aveva nelle vicinanze. Ma ancora l'agilità
di Charlotte fu decisiva e in breve tempo si avvicinò. Prima che Antro potesse
teletrasportarsi la Donna Ragno aveva già assorbito i suoi poteri.
Il cocktail di potere che aveva assorbito poteva essere letale da un momento
all'altro. Razionalmente non sapeva che pesci prendere, ma inconsciamente si
attivò un meccanismo di autodifesa del suo organismo mutante. Passò
biochimicamente in rassegna tutte le facoltà sovraumane che aveva accumulato
dalla sua trasformazione in Donna Ragno e basandosi sull'istinto scartò gli
aspetti negativi del genoma acquisito e al contrario metabolizzò tutto il
resto, scrivendo permanentemente nei suoi cromosomi i poteri che poteva
sostenere. Scossa da un tale sconvolgimento fisiologico, Charlotte vomitò, come
se stesse espellendo il materiale scartato.
Quando si riprese, si alzò e si sentì forte come non mai. Nel misterioso
processo genetico, anche il suo vampirismo psichico era sparito, così non
avvertiva più quella sensazione di "appetito" che la attanagliava da
settimane. Ed aveva rigettato tutto il male che il dr. Octopus le aveva
instillato, manipolandola.
Di fronte a lei, Sylvie e Hashi erano privi di sensi ed erano tornati
completamente normali.
Nonostante tutto, la sua sete di potere non si era affatto placata e il suo
pensiero fisso continuava ad essere il più significativo esemplare di potere
aracnide: l'Uomo Ragno.
I suoi pensieri furono bruscamente interrotti dalla voce di un
ragazzo.
- Ferma, donna! - intimò con falsa spavalderia Oliver Osnick, che soleva
intercettare le comunicazioni della polizia e intervenire sempre nelle
questioni metaumane, che fosse al momento giusto o meno [v. “L’Uomo Ragno”#2].
- Chi sei? - furono le parole di Charlotte, giratasi di scatto verso la fonte
di quella voce.
- Sono il Ragno d'Acciaio, e devo...
La donna non ascoltò il finale della frase, perché, non appena sentita la
parola "ragno", iniziò a mobilitare i suoi geni mutanti per assorbire
eventuali poteri da aracnide. Ma non ebbe un riscontro.
- Sei solo uno stupido marmocchio impotente- disse, voltandosi e iniziando a
correre sulle sue zampe di ragno psichiche. In realtà avrebbe potuto usare il
potere del teletrasporto assorbito da Antro, ma non era ancora perfettamente
consapevole di quello che le era accaduto negli ultimi minuti. Inoltre,
misteriosamente aveva captato la presenza dell'Uomo Ragno nelle vicinanze e si
mise a seguire la scia.
- Ehi! - urlò indispettito Acciaio, prendendo ad inseguirla con le sue braccia
idrauliche.
"Cavolo come corre questa! Si fermerà, prima o poi?", pensava, mentre
attraversavano mezzo quartiere di tetto in tetto, come se l'inseguimento non
dovesse aver mai fine.
Per fermarla, Ollie le sparò dei piccoli innocui dardi tranquillanti. L'effetto
fu solo quello di infastidirla, perché ormai era immune a qualsiasi veleno et
similia.
- Ti ho detto di lasciarmi in pace! - gridò saltandogli addosso.
"Acciaio" dovette contrastare l'attacco con le sue braccia
idrauliche.
L'intrecciarsi tra le sue zampe meccaniche e quelle psichiche della Donna era
inquietante. Ognuno dava fondo a tutte le sue energie e le sue risorse per
bilanciare la spinta del nemico. Fin quando la biologia vinse sulla tecnologia
e Ollie fu ridicolamente spinto a terra.
- Ti conviene andartene - disse Charlotte, mentre riprendeva la sua caccia
al ragno.
Un po' stordito, Oliver si rialzò dopo pochi secondi, poi riprese ad inseguirla
sperando di non essere notato.
Saltarono di tetto in tetto per centinaia di metri, quando, ad un certo punto,
la Donna Ragno si bloccò. Sembrava avvertire qualcosa. Il tetto su cui si
trovava aveva una grossa vetrata e lei stava osservando in basso. Ollie fece in
tempo a raggiungerla che Charlotte sfondò il vetro e balzò giù. Il Ragno
d'Acciaio dovette seguirla, inevitabilmente...
Capitolo extra
LA COSPIRAZIONE
(tratto da “L’Uomo Ragno”#7-8)
TriCorp
Foundation… in quel momento.
Improvvisamente
il senso di ragno di Peter Parker scattò. Si fiondò nella stanza adiacente e
guardò in alto, verso la vetrata antiproiettile che faceva da soffitto al
laboratorio. A un certo punto la suddetta finestra si sfondò e
Charlotte Witter atterrò sul pavimento ringhiando. Le sue zampe psichiche
attutirono la caduta. A ruota, la seguì Ollie Osnick, coadiuvato dalle sue braccia
idrauliche.
- Ma che succede?! - gridò Peter.
- Ragno... sono settimane che ti cerco - mugugnava tra i denti.
Nell’altra stanza.
”Charlotte!” gridò nella propria mente Madame Web, che aveva avvertito la
presenza di sua nipote nelle vicinanze. Stava per alzarsi per andare da lei, ma
le fu impossibile. Non solo sarebbe stato impossibile camminare e difficile
orientarsi in quegli ambienti mai visti, ma il processo curativo l’aveva
ulteriormente indebolita. Un profondo senso di frustrazione la colse.
Poi sentì dei forti rumori, nella sua stanza. Sentì il misterioso ragazzo
chiamato Ben Reilly gridare “Ehi, che succede?”, sentì la paura nascere in
Morbius e Connors e sentiva una malefica soddisfazione in Octopus, che si stava
sottoponendo alla cura. Più tardi avrebbe scoperto che lo scienziato si era
fatto ricrescere le braccia metalliche a insaputa di tutti.
Sentì Octopus lasciare la stanza e gli altri discutere dell’accaduto.
Ollie ascoltò stupito quelle parole, senza collegare subito Peter Parker all'Uomo
Ragno. I tre, poi vennero distratti da rumori e voci dalla sala della
sperimentazione. Probabilmente avevano sentito il subbuglio.
Dalla porta una visione inaspettata: il dr. Octopus dotato di braccia
metalliche!
- Otto?!
- Scusa, Peter, a dopo le spiegazioni! Questa donna è pericolosa!
Era stato proprio il dr. Octopus a trasformare Charlotte, grazie alle sue
manipolazioni genetiche. E avrebbero presto scoperto che l'aveva manipolata
mentalmente.
- L'incubo è finito - sentenziò il dottore, e a quelle ermetiche parole
Charlotte ebbe un capogiro e piegò le ginocchia, come se le mancassero le
forze.
- Otto... che le hai fatto?!
- Le ho detto una frase-chiave che avevo preventivato nel caso in cui dovessi
liberarla dal suo stato mentale di sottomissione nei miei confronti.
Era difficile per Peter parlare del passato di Otto come criminale, ora che ci
lavorava gomito a gomito.
- Vuoi dirmi che era come... ipnotizzata da te, e che ora con una frase l'hai
risvegliata?
- Esatto... ero o non ero un genio del male? E comunque... che ci fa questo
ragazzino qui? - disse riferendosi al Ragno d'Acciaio, intimidito e affascinato
dalla figura dell'ex-criminale a cui si ispirava un tempo.
A quelle lugubre parole la donna si riprese e fece la domanda di rito:
- Che è successo? Dove mi trovo?
- Cara Charlotte, ti sei risvegliata da un lungo stato di trance, di cui però
dovresti avere qualche ricordo, se non ho fatto male i miei calcoli.
- Oh, sì... l'Uomo Ragno... nonna Cassandra... sì, sto connettendo tutto... -
poi alzò lo sguardo verso Peter e disse - Sì, tu sei l'Uomo Ragno... e tu il
dr. Octopus... tu, bastardo!
Il Ragno d'Acciaio, confuso dalla situazione, continuava nel suo
stato di silenzio. Pensava di poter gestire situazioni importanti dopo il
successo con Electro, invece si rendeva conto di essere inerme.
Contemporaneamente, grazie all'agilità sovraumana della donna, Octavius non
poté neanche accorgersi di come Charlotte gli fosse balzata addosso, buttandolo
violentemente a terra.
- Charlotte, ferma! - le gridò Peter, lanciandosi su di lei e cercando di
fermarla con la sua forza di ragno. Ma i nuovi tentacoli di Octavius riuscirono
a scaraventare via prima il nemico.
- Fermi tutti! Qui c'è bisogno di
chiarimenti! - urlò Spidey con tutto il suo fiato - Charlotte, tu che ci fai
qui?
- Ero venuta a rubare il tuo potere, ma non mi aspettavo di trovare Octopus.
- Acciaio?
- Io... stavo seguendo lei, pensavo fosse pericolosa. Prometto che il tuo
segreto...
- Zitto. Otto, tu che ci fai con quelle braccia?
- Peter, ti ho mentito. Ho programmato i miei corpuscoli affinché mi
rigenerassero i tentacoli... ho ingerito per un mese capsule di acciaio
organico... la nostra scoperta ha fatto il resto.
- Tu... mi hai nascosto una cosa simile? C'è un'ordinanza del giudice per
cui...
- Peter, vogliamo parlare di quella misteriosa capsula di stasi? Credo
che ciò che stai facendo non sia eticamente accettato.
- Touché, Otto, ma ne riparleremo. Acciaio, è meglio che tu vada ora.
[per sapere di cosa parlano, leggete “L’Uomo Ragno”#9!!!]
- Spidey, con tutto la stima che nutro nei tuoi confronti --- non puoi
trattarmi come un bimbo scemo! - commentò umiliato Ollie.
- Scusa, Acciaio, è che la situazione è stressante... del resto se ti sei
occupato finora di lei non ho nessun diritto di dirti niente. Charlotte... ora
che sei di nuovo lucida, possiamo stare tranquilli?
- Covo ancora il desiderio di assorbire i tuoi poteri, ma credo di potermi
controllare.
Ancora indispettito, Spidey si rivolse con acidità al suo collega.
- Ma come diavolo hai fatto a trasformarla in una mutante assorbi-poteri?
- Probabilmente tu non lo sai, ma nell'ambiente criminale c'è anche un
contrabbando di materiale genetico... a volte la roba è preziosissima, costa un
occhio della testa. Il cocktail di geni che ho acquistato sembra che se lo sia
procurato un genetista di nome Sinistro... dev'essere un tipo in gamba. Così ho
manipolato il materiale in modo da creare la Donna Ragno.
- Tutto da rivolgere contro di me... Otto, mi sembra surreale stare a parlare
qui con te, quando fino a un paio di mesi fa il tuo unico pensiero era
uccidermi. E dopo la bravata di oggi, ho seri dubbi sulla tua serietà.
Octavius non rispose.
Dalla porta irruppe Ben Reilly, che stava già riacquistando tratti più umani:
portava con sé la flebo a cui si stava sottoponendo.
- Si può sapere che succede? Peter, chi è tutta questa gente? - chiese.
- Ben, è pericoloso alzarsi in questo stato. Me la vedo io - quasi gli intimò
il suo fratello di sangue.
- Sono tutti giustamente preoccupati... - continuò Kaine - a Octopus sono
improvvisamente cresciuti i tentacoli dai fianchi, di qui proveniva il rumore
di vetri rotti e di battaglia e...
- Ben... tutto sotto controllo - concluse un irritato Peter Parker.
Come se il destino volesse beffarsi di quella frase superba, la situazione mutò
in maniera tale da non essere più controllabile.
Prima ci fu un rumore abbastanza
assordante che dal tetto arrivava rimbombando nelle stanze della TriCorp. Poi
la stanza dove si trovavano i cinque "eroi" fu completamente messa
all'ombra. Un enorme veicolo di chiara fattura extraterrestre levitava sulle
loro teste, sui resti della vetrata che avrebbe dovuto proteggerli. I sensi di
ragno di Spidey, Kaine e Charlotte squillarono nelle loro menti all'unisono, ma
non poterono proteggersi dal pericolo che presagivano.
Dalla nave aliena un fascio di luce intensissimo li colpì, facendo perdere loro
i sensi. Una volta che il velivolo fu partito per gli strati più alti
dell'atmosfera, dei cinque non c'era più traccia.
I dottori Morbius e Connors, nonostante la porta che li
separava dalla camera fosse chiusa, videro attraverso gli stipiti e le fessure
una luminosità fuori dal comune, mentre la veggente cieca sentì che era
successo qualcosa di terribile a sua nipote e a coloro che erano con lei. Così,
armati delle loro flebo e ancora deboli, gli uomini si alzarono per vedere cosa
stava succedendo.
Aperta la porta, non trovarono Parker e Octavius, ma degli uomini armati,
vestiti con tute nere e con i volti coperti dai caschi.
- Chi siete? Dove sono finiti tutti? - chiese agitato il dr. Curt Connors.
- Che ne facciamo di questi? - chiese uno degli uomini misteriosi a un
compagno, ignorando completamente tutti.
- Non dobbiamo ucciderli... facciamoli prigionieri e portiamoli dal senatore.
Sono testimoni scomodi, faremo decidere a lui.
Prima che potessero reagire, i due scienziati svennero sotto i colpi del calcio
di due fucili e vennero portati via, mentre gli uomini-in-nero si occupavano
del laboratorio... e di Madame Web.
- Fermi! – gridò, cercando di fermare i suoi assalitori con i suoi poteri
psichici. Ma fu inutile, non li aveva mai usati per offendere. Così perse i
sensi anch’ella e venne catturata.
Quando Peter Parker riaprì gli occhi, ancora storditi da quella
luce accecante che aveva invaso il suo laboratorio, cercò di capire la
situazione ma gli ci volle un po'. Era in uno strano ambiente chiuso. Le sue
braccia e le sue gambe erano bloccate da grossi ceppi metallici ad un muro, ma
lo stesso destino era stato riservato a Ben Reilly e Ollie Osnick, alla sua
destra, e Charlotte Witter e Otto Octavius, alla sua sinistra. Dovevano ancora
riprendere i sensi. Dedusse che dovevano tutti trovarsi su una nave aliena,
visto sia il design di quella cella sia il modo in cui erano stati rapiti. Si
chiedeva solo perché.
Ben iniziò a riprendersi. E così anche Otto e Charlotte.
Tutto bene? - chiese Peter. Gli altri annuirono.
- Cosa è successo? - chiese Ben.
- Siamo stati invitati ad una festa, a quanto pare - rispose Peter. E poco dopo
apparve davanti a loro il senatore degli Stati Uniti Stewart Ward.
Due alieni stavano discutendo in una lingua incomprensibile quando un uomo si
avvicinò a loro. I due alieni gli puntarono le loro armi contro, ma l' uomo
balzò loro addosso e con due rapidi pugni li mise ko. Prese poi le loro armi e
si tirò giù il cappuccio, rivelando così il suo vero volto: il Ranger!
”E' venuto il momento della resa dei conti, Chleee!”
Poco lontano da lì Ward diede un ironico benvenuto ai suoi prigionieri. - Cosa vuoi da noi, Ward?
- chiese Peter. In tutta risposta il senatore tirò fuori un costume da Uomo
Ragno.
- Abbiamo qui un vero eroe, a quanto pare - disse il senatore - Che ironia che
tu mi abbia salvato così tante volte ed ora io ti debba uccidere, vero? E
nemmeno nella morte troverai la pace: il senato è venuto a conoscenza della tua
identità e presto diventerà di dominio pubblico. I tuoi parenti e amici saranno
perseguitati per molto tempo. Aspetta, ho detto saranno? Dovrei dire 'sarebbero',
considerato che questo mondo così come lo conoscete domani non ci sarà più.
- Cosa intendi dire? - chiese Ben Reilly.
- Credo di dovervi dare una spiegazione.
Charlotte ascoltò annoiata la classica spiegazione del criminale. Non le
interessa affatto dei piani del senatore, voleva solo uscire viva da lì,
dovunque fossero.
La situazione si sbloccò quando un raggio di energia mancò per poco il capo di
Ward. Il senatore si voltò e vide il Ranger ed iniziò a tremare.
- E se iniziassimo da te, Chleee? -
disse il Ranger.
- Come l'hai chiamato? - chiese Peter.
- Col nome che ha usato sul mio pianeta… - iniziò il Ranger.
”Oh, no, continuano… ma forse meglio così, potrò inventarmi qualcosa nel
frattempo”.
Dopo un po’, Ward emise i suoi poteri energetici, che accecarono per qualche
secondo il Ranger e ne approfittò per scappare da un portello laterale.
- Dannazione! - esclamò il Ranger. Poi si diresse verso i prigionieri.
- Dal costume che vedo qui a terra mi pare di intuire che tu sia quell' eroe
che ho incontrato qualche tempo fa. Sei disposto ad aiutarmi?
Peter annuì deciso.
- Libera anche gli altri - aggiunse - saranno alleati preziosi.
Ranger seguì il consiglio e, una volta che Peter ebbe indossato il suo costume,
tutti partirono alla caccia di Ward. Ma non riuscirono a percorrere pochi metri
che un gran vocìo attirò la loro attenzione. Gli eroi si diressero da dove
proveniva il suono e trovarono, dentro una stanza, alcune eminenti figure
politiche. Oltre a loro vi erano anche il Dr. Connors, Madame Web e Morbius.
Charlotte vide l’Uomo Ragno parlare prima con un senatore e poi con l’odioso
Ragno d’Acciaio, come se gli stesse comunicando un piano.
”Non mi sta minimamente calcolando!” pensò indispettita.
Qualcosa, però, distolse i suoi pensieri. Si girò, e vide un volto familiare,
ma che sul momento le sembrava estraneo. Una donna dai lunghi capelli neri, che
la fissava con uno sguardo intensissimo e che, di punto in bianco, si mise a
correre verso di lei e ad abbracciarla.
- Charlotte! – le gridò quasi nell’orecchio – stai bene! Sento che sei libera
dall’influenza di Octopus…
La ragazza si staccò da lei e la fissò stralunata.
- Nonna?!
- Hai visto, cara? La cura dell’Uomo Ragno ha funzionato alla perfezione! Mi
sembra incredibile poterti vedere, poter camminare, sentirmi così energica…
La nipote non credeva ai suoi occhi.
- Ma ora dobbiamo trovare un modo per andarcene, altrimenti non potrò godere di
questa rinnovata salute – continuò la veggente.
Si avvicinò loro il Ragno d’Acciaio.
- Scusate il disturbo, ma l’Uomo Ragno mi ha detto che dobbiamo collaborare per
liberare tutte queste persone… il Ranger sa dove sono le scialuppe di
salvataggio, mi ha detto in che direzione portarle.
Charlotte lo guardò torva, ma capì che era l’unica possibilità di salvarsi.
Iniziarono ad avventurarsi per la labirintica nave, insieme a una frotta di
persone. Ma i Cluster non permisero così facilmente la fuga.
Un plotone di alieni cercò di fermarli. La Donna Ragno, il Ragno d’Acciaio e
Madame Web fecero il possibile per difendere i civili – tra cui i risanati
Morbius e Connors – e farsi strada. Con una buona percentuale di successo.
Arrivarono nei pressi di una stanza in cui Octopus, i Ragni e Ward si erano
confrontati. Sentì del meccanismo di autodistruzione che si era attivato. Ma
improvvisamente tutto l’odio di Charlotte verso l’uomo che le aveva rovinato la
vita venne a galla. Così entrò nella stanza e attivò le tele psichiche su
Octopus.
- Finalmente avrò la mia vendetta - disse, prima di svenire. Era rimasta
leggermente ferita nello scontro coi Cluster. Anche il Ranger entrò nella
stanza.
- Presto, salviamo Otto - disse Peter.
- Non abbiamo tempo, Peter - disse Ben - rischiamo di perire anche noi.
- Ma non possiamo abbandonarlo qui...
Un colpo dietro la nuca del Ranger pose fine alle sue proteste.
- Andiamo - disse. Ben raccolse Peter, il Ranger Charlotte. Con agilità e
rapidità si recarono alle scialuppe di salvataggio, che partirono
automaticamente. Ben si augurò che anche gli altri Cluster avessero fatto
altrettanto. Un minuto dopo la loro partenza l' astronave implose e ciò evitò
che la sua caduta causasse troppi danni. WorldWatch, con abilità, protesse i
civili che avevano osservato tutto. Il Ranger, che sapeva come guidare la
scialuppa, riuscì dolcemente a farla atterrare. Ben, intanto, rivestì col
costume dell' Uomo Ragno Peter. Era lui quello che aveva più da perdere.
Non appena atterrarono WorldWatch si avvicinò.
- Chi siete? - chiese la Visione.
L' Uomo Ragno uscì allo scoperto: - E' una storia lunga, Viz. Hai due settimane
di tempo?
- Non so cosa ci faccia tu qui, Uomo Ragno. Ma temo avrai molto di cui
parlare.
- Posso farlo io al posto suo - disse il Ranger - la mia vendetta è compiuta,
ora sono a vostra disposizione.
Capitan Bretagna e USAgent lo portarono via, unitamente a Charlotte.
- Scusami un momento, Viz - disse l' Uomo Ragno, che aveva visto da lontano
Ollie e Madame Web. Si avvicinò a loro. Dopo aver liquidato il ragazzo, disse
alla donna:
- Devo chiederle un grosso favore, Madame Web, e so che questo non è il momento
migliore. Ma negli ultimi tempi troppe persone sono venute a conoscenza della
mia identità segreta e questo metterebbe sicuramente in pericolo la vita di
molte persone a me care. Può fare qualcosa coi suoi poteri telepatici?
Soprattutto vorrei che alcune persone di cui io mi fido e che sanno di ciò
continuassero a conservare questo ricordo. E' possibile? Mi rendo conto che non
è un' azione onorevole, ma è in gioco non solo la mia vita.
Madame Web annuì e pose le sue mani sul volto di Peter. Passò circa un minuto,
al termine del quale Madame Web disse semplicemente: "Fatto".
E il ricordo sparì: dalla mente dell' aiutante di Ward, dei senatori che già ne
erano venuti a conoscenza, del Ragno d' Acciaio, di Carnage, di Charlotte, di
Mattie Franklin...
- La tua richiesta è stata esaudita - disse Madame Web - ora cancellerò questo
ricordo anche dalla mia mente e non avrai più nulla di cui preoccuparti.
- La ringrazio, Madame. Cercherò di sdebitarmi un giorno.
Capitolo uno
VELENI
(tratto da “La Donna Ragno”#1)
Base di WorldWatch.
- E così questa donna ha aiutato a fuggire le persone dalla nave aliena? -
chiedeva la Visione all’alieno antropomorfo chiamato Ranger.
- Le ho già spiegato tutto. Certo, ha imprigionato Octopus, ma…
- Ehi, non accusarmi di averlo ucciso… quello la scampa sempre - lo interruppe
Charlotte - Se ora, per favore, mi fate andare… ho delle cose da sbrigare.
- Senta, fantomatica Donna Ragno, ci sono delle questioni da sbrigare. In base
alle vostre testimonianze sta venendo a galla del marcio, presente nel governo
per cui WorldWatch lavora. Quindi mi scusi se la trattengo oltre.
- Ma io non ne so niente di questo complotto governativo. Chiedete tutto a
questo Power Ranger, la sa molto lunga sull’argomento.
- Va bene, può andare… ma solo perché l’Uomo Ragno ha messo una buona parola e
mi fido di lui.
- Cosa ha fatto l’Uomo Ragno?
- Quello che le ho detto.
- Mm… capisco. Prima di andare, sareste così gentili da passarmi del materiale
sulla Tela Mortale e sulle precedenti Donne Ragno?
- Ehm… non saprei… chieda a qualcuno dei nostri uffici, se è disponibile a
farlo.
- Grazie… vi saluto… a proposito, come torno a casa?
- L’accompagnerà qualcuno dei nostri.
- Oh, gentilissimi - disse con tono ironico, uscendo dalla stanza.
Una volta soli, l’alieno dovete togliersi il dubbio e lo disse. Fece la domanda
fatale all’androide.
- Scusi, ma… cos’è un Power Ranger?
La Visione sorrise.
- Che donna stravagante… ed esigente. Spero non ci crei problemi.
Da qualche parte negli Stati Uniti.
”Non è possibile” pensava il misterioso Manipolatore, dopo essere tornato nella
sua dimora… egli era sull’astronave, mescolato alla folla.
”Non solo questa nuova Donna Ragno ha annientato la Tela Mortale, privandomi
dei miei soldati personali, ma ha anche spalleggiato l’Uomo Ragno nel sabotare
il piano di Ward… da cui avrei ottenuto grossissimi vantaggi. Io avevo convinto
tutti i politici a partecipare…. Sarei stato uno degli eletti, avrei potuto
imporre il mio dominio… e invece no! Ma me la pagheranno… soprattutto la Donna”
concluse.
Casa di Madame Web, tempo dopo.
La veggente aveva recuperato vista e salute grazie a Peter Parker (anche se
ormai aveva perso il ricordo che fosse l’Uomo Ragno). Non si era mai sentita
così bene, in vita sua. Certo, aveva già provato ad essere di nuovo giovane e
non era rimasta indifferente… ma il vedere ed il camminare amplificavano tutto.
Sembrava una ventenne e aveva un’intera vita davanti. Quella passata, compreso
il ricordo dei suoi familiari scomparsi, sembravano retaggio di brutti incubi.
Aveva un’infinità di prospettive, davanti a sé…
I governativi erano stati gentili ad accompagnarla a casa, qualche giorno
prima. Dopo un periodo di affollamento in casa sua, ora era abbastanza sola.
Martha Franklin, Jessica Drew e Julia Carpenter, le ex-Donne Ragno, erano
tornate tutte a casa, dopo la sconvolgente esperienza con la quarta Donna
Ragno. E proprio lei, Charlotte, ora faceva compagnia a sua nonna. Non erano in
buoni rapporti da molto tempo, ma Madame Web era una donna caritatevole e non
poteva non ospitare la sua sbandata nipote.
”Cara, hai deciso cosa fare della tua vita?” le chiedeva spesso. Charlotte, dal
canto suo, non sapeva che risponderle. Dopo essersi alleata con l’Uomo Ragno e
il Ragno d’Acciaio, aveva conosciuto la soddisfazione che provocava
l’atteggiarsi da eroe. E ormai non trovava altra maniera per usare tutto il
potere che aveva acquisito nelle ultime settimane. Lo aveva sfruttato per sventare
un paio di rapine, ma aspirava al salto di qualità. Voleva essere rispettata,
diventare famosa. Non era particolarmente spinta da valori come l’altruismo.
Tra gli altri motivi che l’avevano spinta ad una scelta del genere, un dato di
fatto: 99 scontri su 100 erano vinti dagli eroi. Quindi, perché non
approfittare delle statistiche?
Aveva voglia di saltare sui tetti di New York, per questo andò in camera sua
per prepararsi. Venne però interrotta dallo squillo del suo cellulare.
- Sì?
- Charlotte, sono il sig. Fisk.
- Oh, salve.
- E’ libera stasera?
- Certo, per lei sempre… a che ora devo venire?
- Alle 23.
- Non mancherò.
Era una chiamata di lavoro, quella. Oltre alla sua nascente carriera di Donna
Ragno, Charlotte nascondeva a sua nonna la sua ripresa attività illegale di
prostituta (e ci riusciva, grazie alle sue facoltà psichiche). Madame Web non
avrebbe approvato. Ma Charlotte non si faceva scrupoli. Aveva già una buona
reputazione nell’ambiente. E il mestiere più antico del mondo era notoriamente uno
dei più redditizi. Voleva rendersi economicamente indipendente. Ci stava
riuscendo. E poi, anche volendo, non poteva più riprendere a fare la stilista.
Un paio di giorni prima…
- Charlotte, ma dai i numeri? - le gridava il dirigente di una famosa industria
di moda.
- Perché?
- Qualche mese fa potevi avere un nome, nell’ambiente… ma ormai tutti sanno
cosa fai la notte… non ti bastavano i soldi che guadagnavi prima?
- Calvin, per piacere, lascia perdere queste cose…
- No, cara… non nego il tuo talento, ma qui si tratta di reputazione. Se ti
assumessi… le vendite calerebbero a picco.
- Bastardo.
- Ah, un consiglio: evita di umiliarti con altri miei esimi colleghi… lo dico
per il tuo bene.
Charlotte girò i tacchi e chiuse con violenza la porta.
Presente.
In ogni caso, aveva ancora un po’ di tempo per andare in giro come Donna Ragno.
Tirò fuori da un cassetto il suo costume… bé, non proprio “suo”. Era ispirato a
quello di Julia Carpenter, a sua volta ripreso dal costume nero dell’Uomo Ragno
e di Venom. Charlotte aveva sempre apprezzato il suo sobrio design, e con le
sue conoscenze di stilista non era stato difficile riprodurlo, utilizzando del
kevlar.
Si compiaceva sempre nel vedersi allo specchio con quel costume attillato.
Apprezzava come le risaltava le forme, l’accostamento della sua chioma biondo
platino sul tessuto nero. Poi si riprendeva sempre da queste manie egocentriche
e fuggiva all’aria aperta, alla ricerca di qualcuno con cui sfoggiare le sue
facoltà aracnidi. In realtà non era una vera e propria Donna Ragno… aveva
poteri psichici (il teletrasporto, la telepatia, la telecinesi) che non erano
propri della razza aracnide. Ma aveva forza, agilità e resistenza pari a quelle
dell’Uomo Ragno, aveva zampe retrattili sul dorso che le permettevano di scalare
le superfici, poteva produrre veleno (neurotossine, per la precisione) e
ragnatela (psichica o fisica) e poteva ammaliare i ragni maschi (la malia).
Aveva imparato tutto questo dopo essersi allenata molto.
Pochi giorni prima…
”Ma che sarà mai questa roba che ho sui polsi?” si chiedeva, osservando due
impercettibili ghiandole sui polsi. Fece pressione su una di loro e partì un
fiotto di viscosa ragnatela sulla parete di fronte di lei. “Ops” commentò. “E
quest’altra? Mm… forse è meglio che lo faccio alla finestra, non voglio
sentirmi quella strega di mia nonna che mi rimprovera per averle insozzato
casa”. Aprì la finestra, puntò il suo polso verso l’alto e spinse sull’altra
ghiandola. Un gas nero spirò dalla sua mano, investendo un timido uccellino che
cinguettava in volo davanti alla finestra. Dopo qualche secondo di spasmi, il
volatile era esanime al suolo. “Ops… queste devono essere le neurotossine di…
boh, Arachne. Non mi è servito molto chiedere informazioni sulla Tela Mortale e
sulle altre Donne Ragno al WWF [cioè, WorldWatch. NdM] Però ciò che mi sembrava
interessante erano la telecinesi e il teletrasporto… del resto un minimo di ESP
li ho anch’io” pensava inorgoglita.
Si concentrò sull’uccellino morto e lo fece levitare da terra. “Figo”. Si
concentrò ancora e lo fece scomparire. Andò in un’altra stanza a controllare.
Aprì la busta della spazzatura. L’uccello era lì. “Ha funzionato!”.
Lì vicino…
Venom si era risvegliato da poco ed era molto confuso. Si alzò da quei cartoni puzzolenti
e cercò di fare mente locale. Con molto sforzo, si ricordò di tutte le
disavventure che gli erano capitate. Era stato mangiato da Carnage, suo
acerrimo nemico [v. “L’Uomo Ragno”#1], senza essere ben digerito… aveva lottato
per settimane per non essere assimilato completamente. Poi Goblin era diventato
il nuovo Carnage e lo aveva rigettato in quel vicolo, sacrificando due
senzatetto [v. “L’Uomo Ragno”#10]. Era vivo, quello era l’importante. Inoltre,
mentre Carnage aveva misteriosamente rimosso il ricordo dell’identità segreta
dell’Uomo Ragno (cancellato da Madame Web), lui, al sicuro nei recessi
dell’essere, lo aveva conservato… ma in quel momento non era Peter Parker il
suo problema. Anzi, conosceva i piani di Goblin e aveva intenzione di fermarlo,
distruggendo una volta per tutte la minaccia che egli stesso aveva generato
anni prima. Non sapeva che non avrebbe potuto e che ci avrebbe pensato qualcun
altro. Era destino che la sua strada incrociasse quella della Donna Ragno.
Scalò la parete del palazzo sotto cui stava dormendo e raggiunse il tetto, per
cercare di capire dove si trovasse. Da lontano, Charlotte Witter notò l’anomalo
comportamento di Eddie Brock. “Ehi, quello si è arrampicato su un muro! Che sia
l’Uomo Ragno?” pensò, mentre gli si avvicinava.
E mentre Brock osservava la città dall’altro, il suo senso di ragno lo avvertì
di un pericolo… Charlotte.
Istintivamente si girò e ricoprì il suo corpo con il suo nero simbionte,
rivelandosi al nemico.
”Ma quello non è Venom? Avevo letto che era stato ucciso da Carnage…” pensava
perplessa la Donna Ragno “Ma tant’è… è qui e acquisterò molti punti nel giro,
se lo fermo!”
- Tu chi sei? Ci hai rubato il costume! - disse Venom.
- Veramente, cocco, sei stato tu a rubarlo all’Uomo Ragno…
- Non è vero… è stato il simbionte a crearlo per il Ragno…
- Ok, non perdiamoci in chiacchiere.
Charlotte approfittò del fatto che si trovassero tra le pareti di due palazzi
molto più alti di quello su cui si trovavano e imprigionò Venom in un groviglio
di tela psichica.
-Ah ah, credi di poterci fermare?! - rideva Venom, mentre grazie ad aguzzi
filamenti del suo simbionte si liberava della ragnatela.
- Non era la mia unica arma - rispose a tono Charlotte. Attivò la sua malia e,
come pensava, Venom iniziava ad esserne stordito. In fondo, il suo simbionte
aveva attinto i poteri dell’Uomo Ragno, ma con quelli, probabilmente, anche le
debolezze. Charlotte approfittò della confusione dell’avversario per
avvicinarglisi. Si concentrò e usò il potere sottratto ad Antro della Tela Mortale
per separare il simbionte dal corpo di Eddie Brock. Il teletrasporto portò uno
a qualche metro dall’altro.
- No! Non di nuovo! - gridò Brock, che era già stato separato troppe volte dal
suo partner alieno. Il simbionte scattò con agilità sovraumana verso l’umano,
riunendosi in pochissimi secondi, impedendo così alla Donna Ragno di
intervenire. “Vorrà dire che passerò alle maniere forti” concluse Charlotte.
Saltò addosso a Venom, lo trattenne per terra con la forza delle sue zampe e
nel frattempo iniettò nella sua inquietante bocca le neurotossine di Arachne.
Un uomo normale ne sarebbe rimasto ucciso. Ma la fisiologia aliena di Venom
combatté strenuamente il veleno [da notare che “venom” significa “veleno”.
NdM]. Charlotte poteva vedere le eruzioni che avvenivano sulla pelle
dell’alieno. Vedeva il volto addolorato di Eddie Brock, portato all’aria aperta
per respirare. Ma alla fine tutto si fermò. Venom era infine immobile.
”L’ho ucciso?” si chiedeva Charlotte. Per verificarlo, si inginocchiò. I suoi
dubbi si fugarono quando sentì Brock mugugnare qualcosa del tipo “Puttana…”.
Charlotte sorrise.
- Oh, sei ancora vivo?
- Stronza, non posso muovermi.
- Che bello, le neurotossine ti hanno paralizzato… bé, mi accontenterò di
questo risultato.
La tentazione di assorbire i suoi poteri ragneschi era molto forte. Del resto,
sarebbe stato un pericolo minore per la società. Ma a lei non importava troppo
di questo aspetto. Semplicemente non conosceva bene la fisiologia aliena di
Venom e non poteva rischiare di assorbire poteri pericolosi per il suo
organismo. Rischiava di trasformarsi nella bizzarra caricatura di un simbionte
alieno, no? Così si alzò e le venne in mente di usare i suoi latenti poteri
psichici – ereditati da sua nonna – come non aveva mai fatto. Si concentrò, e
un messaggio telepatico raggiunse miracolosamente i Guardiani della Volta. Non
tardarono molto ad arrivare (veloci, i loro mezzi… dal Colorado in pochi
minuti!).
- Lei chi è? – chiese uno di loro.
”Ehi, sono tutti curiosi di conoscermi, ultimamente” pensò Charlotte.
- Sono la nuova Donna Ragno… spargete la voce.
- Mm… credo ci siano troppe nuove Donne Ragno ultimamente… comunque, lei ha
fermato Venom?
- Sì, l’ho paralizzato con delle tossine… se vuole, posso separare il simbionte
e l’ospite.
- Davvero può farlo?
La donna neanche rispose e passò ai fatti. Si chinò sull’immobile villain,
chiuse gli occhi, e in pochi secondi Eddie Brock e l’alieno erano due entità
distinte.
- Incredibile… grazie – disse sbalordito un Guardiano.
- Bene, ho un appuntamento di lavoro, vi devo lasciare… arrivederci - disse,
facendogli l’occhiolino.
Poi si teleportò nella sua camera.
Era un po’ sudata dopo la battaglia. Si fece una corroborante doccia. Sotto
l’acqua, poteva riflettere su quello che aveva fatto. Era davvero soddisfatta.
Si stava creando una reputazione… presto tutti i criminali l’avrebbero temuta.
Si preparò con minuziosa cura e si teleportò al luogo dell’appuntamento, pronta
a far morire di piacere il suo facoltoso cliente.
Capitolo secondo
LE VERITA’ NASCOSTE
(tratto da “La Donna Ragno#2)
Casa Webb.
- Quando avevi intenzione di dirmelo? – gridava con fare minaccioso
Cassandra Webb a sua nipote, sbandierando un giornale.
”Oh, no… la strega deve aver scoperto che faccio la p….” pensava seccata
Charlotte Witter, conosciuta anche come la nuova Donna Ragno, non notando il Daily
Bugle nelle mani di sua nonna.
Inaspettatamente, Cassandra (in apparenza più giovane di sua nipote) abbracciò
Charlotte.
- Come sono orgogliosa di te! Finalmente hai trovato un senso alla tua vita! –
le diceva con entusiasmo all’orecchio.
”Ma è impazzita?” si chiedeva perplessa la ragazza.
La veggente si staccò da sua nipote. Portava ancora gli occhiali da sole…
doveva ancora abituarsi alla luce, dove aver passato un’intera vita al buio.
- Raccontami, cara… quando e come hai deciso di essere un’eroina?
Charlotte con la coda dell’occhio cercò di leggere il Daily Bugle,
caduto sul pavimento. C’era un trafiletto che parlava di quello che aveva fatto
con Venom.
”Ah… ha saputo della Donna Ragno. Bè, dovrò inventarmi qualcosa…”
- Sai, nonna – iniziò a dire con aria innocente – dopo tutti gli orrori che ho
perpetrato a causa del dr. Octopus… ho davvero sentito il bisogno di redimermi.
Tanti innocenti hanno sofferto per colpa mia. Devo raddrizzare tutti i torti
che io stessa ho commesso, facendo la mia parte nel salvaguardare gli abitanti
di questa città, altrimenti la mia anima non troverà mai pace.
”Charlotte, ti prego… non ridere. Trattieniti. Uhm… meglio aumentare le
barriere psichiche”.
- Oh, Charlotte, non avrei mai osato sperare in questo tuo cambiamento. Dopo
averti persa… prima per la tua discutibile vita notturna, poi per le
manipolazioni di quel pazzo… quasi desideravo la tua distruzione.
- Oh, grazie del pensiero, nonna.
- Non capisci? Vederti in quelle condizioni mi faceva soffrire più di quanto
volessi ammettere. E invece ora sei qui, rinnovata nel corpo e nello spirito,
pronta ad esprimere le tue migliori potenzialità… sono fiera di te. So di non
essere più sola… le morti di tua madre e tuo nonno mi avevano profondamente
segnato.
”Sarà ringiovanita, avrà riacquistato la vista, ma mi pare più cieca di quanto
non sia mai stata e più ingenua di qualunque sua trasognante coetanea”.
- Non preoccuparti, nonna… adesso ci sono io accanto a te.
”Almeno finché non metto da parte abbastanza verdoni per poter cambiare casa”.
Però, nonostante la sua cinica visione della vita, neanche Charlotte Witter
poteva restare indifferente nel rievocare la morte di sua madre Helena… e di
suo padre Nathan… in quel terribile incidente stradale…
Vent’anni prima.
- Come te lo devo dire, Helena? Non partire! – continuava a gridare
Cassandra Webb a sua figlia.
- Mamma, come devo dirtelo io!? Non ho mai creduto alle tue visioni…
stai delirando come tuo solito.
- Come puoi non credermi? In questi anni non ti ho forse dimostrato di essere
una veggente?
- Certo che no… sei solo una ciarlatana, e i tuoi fantomatici poteri non ci
hanno certo permesso un tenore di vita tra i più alti… papà si ammazzava di
fatica, per…
- Ora basta, ragazza! Parti, se proprio vuoi! Ma non dire che non ti ho
avvisato. Tu e Charlotte mi mancherete.
- Oh, quanto sei melodrammatica, mamma!
Helena lasciò la camera dove era confinata Madame Web, collegata ad un sistema
di supporto vitale per sopravvivere. I rapporti con sua figlia non erano mai
stati rosei. Ma se pensava alla sua visione… scoppiò in lacrime, all’idea di
non poter ascoltare più la voce della sua progenie.
Più tardi, la radio diede la tragica notizia.
”Un mortale incidente è avvenuto sull’autostrada per Miami. A causa di un tir
che correva contromano, un’autovettura con a bordo i coniugi Nathan ed Helena
Witter, con la loro bambina Charlotte, è uscita di strada, facendo schiantare
l’auto contro un albero. I due adulti sono purtroppo morti sul colpo, mentre
attualmente la bambina è in terapia intensiva e…”.
Cassandra spense la radio. Aveva sentito abbastanza. Come aveva potuto Helena
essere più cieca e sorda di quanto non fosse lei? Non se ne sarebbe mai
capacitata.
Presente.
Non era davvero il caso di rinvangare il passato. Certo, se sua madre
avesse risvegliato i suoi latenti poteri psichici, avrebbe creduto a Cassandra
e sarebbe stata ancora viva. Ma non ci pensava mai… era troppo doloroso, per
tutti.
- Che ne dici se facciamo una passeggiata insieme, cara? In fondo sembriamo
quasi coetanee, non dovresti vergognarti ad uscire con tua nonna.
- Mi dispiace, nonna… avevo già preso un appuntamento – declinò Charlotte,
prendendo una giacca dall’attaccapanni e aprendo la porta di casa – e ricordati
che, in ogni caso, l’abito non fa il monaco – concluse, uscendo.
”Quella ragazza mi nasconde qualcosa… e non ci saranno blocchi psichici che
tengano, quando deciderò di scoprirlo” pensava tra sé e sé la veggente.
In un
misterioso grattacielo della Grande Mela.
Sapeva che l’Uomo Ragno era un pezzo grosso e che difficilmente chi si metteva
contro di lui la spuntava. Ma il Manipolatore chiedeva vendetta… vendetta per
aver sabotato la cospirazione governativa a cui aveva tanto collaborato. E
dirigere questi sentimenti di rancore verso la Donna Ragno, responsabile quanto
il suo collega maschio del fallimento del progetto, sembrava la cosa più
sensata. Si trattava solo di sfruttare al massimo le sue capacità di
manipolazione… e sarebbe stata sua.
Ore dopo, in un vicolo di Manhattan.
Soddisfare il signor Hammer era stato faticoso ed appagante, ma Charlotte non
sembrava stanca a causa del suo lavoro. Anzi, aveva addirittura voglia di
andare in giro per la città in altre vesti.
Un vicolo cieco e buio era il luogo ideale per cambiarsi. I suoi poteri
psichici l’avrebbero protetta da sguardi indiscreti. Estrasse dalla sua borsa
il suo costume… il suo nuovo costume.
In fondo, se una ragazzina come Martha Franklin cambiava periodicamente il suo
costume da Donna Ragno, perché non poteva farlo lei, che era una stilista,
prima di tutto?
L’aveva realizzato con amore e passione… aveva cambiato colore (da nero a blu),
aveva dato il suo tocco al logo del ragno, ma restava comunque riconoscibile.
Ma sapeva che presto si sarebbe sbizzarrita nell’inventarne altri.
Dopo essersi cambiata e aver intrappolato la sua borsa in un groviglio di tela
psichica (così che si sarebbe accorta se qualcuno avesse cercato di rubarla),
le zampe retrattili comparvero dal suo dorso e la portarono sui tetti dei
palazzi limitrofi.
Volteggiò e si arrampicò per qualche minuto, senza trovare nulla di
particolarmente significativo.
In quel misterioso grattacielo…
Fortunatamente, le risorse della National Security Agency (che avevano, in
un primo tempo, permesso di scoprire l’identità segreta dell’Uomo Ragno) erano
ancora a sua disposizione. Prontamente, l’avvistamento simultaneo da parte di
potenti satelliti e telecamere nascoste nella città segnalò la presenza
dell’eroina nella zona del Greenwich Village.
”Bene, donna… ora sei mia”.
Gocce di sudore imperlavano la sua fronte. Lo sforzo che stava compiendo era
davvero notevole. Negli anni aveva allenato fino all’eccesso le sue capacità
manipolatorie, ma in quel momento le stava comunque sforzando troppo. Ma con
successo. Le sue onde mentali (perché, probabilmente, in questo
consisteva il suo potere) raggiunsero il Village, prima, e l’obiettivo, poi.
I sensi amplificati di Charlotte l’avvertirono subito di un tentativo di
manipolazione.
- Ma che cavolo…? – diceva, mentre atterrava su un tetto.
Non le ci volle troppo per fermare il suo ignoto assalitore e risalire alla
fonte delle onde.
”Sei furba, Donna Ragno… ma la distanza ha giocato a tuo favore. Quando, come
spero, sarai qui, di fronte a me… il Burattinaio e l’Uomo Porpora verranno a
chiedermi di dar loro lezioni”.
”Se trovo il bastardo che stava cercando di farmi questo… che il dottor Octopus
non sia morto su quell’astronave?” si chiedeva con un certo senso di
inquietudine.
Le bastarono pochi minuti per raggiungere quel misterioso grattacielo… era
molto lussuoso. Le sarebbe piaciuto vivere lì.
Con non curanza, entrò dal portone principale e andrò dritta al piano che aveva
individuato con l’ascensore. Nessuno tentò di fermarla.
Finalmente, raggiunse l’appartamento del Manipolatore. La porta era
pericolosamente aperta. La stanza che raggiunse era molto ampia.
C’era un uomo sulla cinquantina, seduto dietro ad una scrivania, piena ma
ordinata, di spalle ad un’ampia vetrata. Era in controluce.
- Chi è lei? Cosa vuole da me? – chiese Charlotte senza mezze misure.
- Vedo che lei va subito al dunque. Bene, mi chiamano il Manipolatore, e lei
stessa ha potuto constatare perché. Vuole un’altra dimostrazione?
Charlotte tossì un attimo dopo, senza che se lo aspettasse.
- Posso controllare il suo corpo e la sua mente. Il suo colpo di tosse credo
glielo abbia dimostrato.
La Donna Ragno iniziò a preoccuparsi.
- Cosa vuoi da me? – ripeté, cambiando tono.
- Che tu ti metta al mio servizio. È più conveniente far passare dalla propria
parte un nemico che ucciderlo, le pare?
- Io un nemico? E cosa le fa credere che accetterò il suo compromesso?
- Ho molti motivi per vendicarmi di lei, ma altrettanti per approfittare del
suo talento. Ha annientato i miei personali scagnozzi, che avevo allevato con
le migliori cure…
- Parla di quegli inetti della Tela Mortale?
L’uomo la fulminò con gli occhi, annuendo.
- … ha aiutato a sventare il complotto governativo del senatore Ward, a cui
lavoravo da anni.
- Oh, davvero? Anche lei era fra i candidi politici che si sarebbero salvati?
- Certo… la Conclave ha avuto un ruolo preponderante nella faccenda. Chi crede
abbia convinto il mondo politico a collaborare con Ward?
- Non so perché non sia venuto a galla tutto questo, ma le dirò di più: non
solo rifiuterò le sue indecenti proposte, ma appena fuori di qui, la stampa
verrà a conoscenza di tutto quello che è successo nel governo di questo paese
di merda…anche se nessuno ha avuto il coraggio di parlarne.
- Vedo che il suo senso civico supera le mie previsioni.
- Eh, no, si sbaglia… non so neanche dove abiti, questo “senso civico”… lo farò
perché dopo avervi denunciato diventerò più famosa di Monica Lewinski. Ci
pensi… a confronto con il futuro Wardgate, il Watergate e il Sexgate
sembreranno affari da telenovela.
- Lei non farà niente di tutto ciò.
- Me lo impedirà lei?
- Naturale. Chi crede che abbia manipolato eroi, stampa, governo… per mettere a
tacere la cosa?
Charlotte lo guardava curiosa, in attesa di maggiori chiarimenti.
- Le ho già dimostrato di essere degno del nome di Manipolatore… è stato un
gioco da ragazzi convincere giornalisti ed eroi che la fallita invasione aliena
fosse una questione così banale da poter cadere facilmente nel dimenticatoio.
- Tu… tu sei riuscito a…
- Sì, mia cara. Il mondo non conosce l’esistenza del governo ombra grazie alle
mie manipolazioni. Capirà, quindi, che è stata solo una formalità invitarla a
lavorare per me.
Improvvisamente, nella mente di Charlotte, venne a galla quello che era
successo con Octopus. Lo scienziato pazzo l’aveva fatta cadere in una trance
ipnotica tale da farla regredire ad uno stato animale e da renderla una sua
marionetta. Charlotte era una donna che sapeva il fatto suo. E non le era mai
andato giù il trattamento riservatole (non per niente aveva condannato a morte
Octopus imprigionandolo sulla nave aliena).
Non avrebbe mai permesso di essere manipolata ancora una volta.
- Se lo scordi.
Un rapido attacco psichico e i centri nervosi dell’uomo che gli permettevano di
manipolare la gente venivano disattivati.
- E tanti saluti al Manipolatore.
Charlotte girò i tacchi e lasciò, soddisfatta.
Nel suo ufficio, l’ex-Manipolatore gridava con se stesso.
- No! No! Non è possibile!!!
Sentirsi impotenti è davvero frustrante. Ma aveva ancora delle carte da
giocare. Con rapidità, nonostante il trauma dell’intervento della donna, pigiò
uno speciale bottone del telefono che era sulla sua scrivania. E
subitaneamente, i suoi nuovi scagnozzi si lanciarono a colpire Charlotte.
Non ci era voluto molto per reclutare queste… guardie del corpo. Li aveva
aiutati a fuggire di prigione, a recuperare e riparare i loro armamentari… ma
in fondo non li conosceva nessuno, e questo era positivo, per le sue brame di
rimanere nell’ombra, a tramare di nascosto.
Così Charlotte, mentre stava per uscire tranquillamente dall’edificio del
Manipolatore, avvertì qualcosa. E improvvisamente cinque uomini “armati” le si
pararono davanti, nel grande atrio del palazzo.
- Ferma, donna… non metterai piede fuori di qui viva.
- E voi chi sareste? I Sinistri Cinque?
Ingenuamente, i lacchè del Manipolatore si presentarono.
Bloodshed. Firebrand. Dead Aim. Warzone.
Battlescar.
”Dovrò abbonarmi al Corriere degli Eroi… non ho mai sentito parlare di
questi tizi… semplicemente ridicoli”.
Ma Charlotte non sapeva che era proprio quello l’obiettivo del Manipolatore.
Bloodshed e Firebrand avevano tentato solo un paio di volte le vie del crimine,
fermati dall’Uomo Ragno [v.
L’UOMO RAGNO 144], mentre i loro tre colleghi erano ex-scagnozzi dello
Straniero [v. L’UOMO
RAGNO 168]. E tutti avevano lasciato il tempo che trovavano.
Giustamente o meno?
Firebrand fu il primo ad attaccare. Il suo costume gli permetteva di produrre
fiamme e di usare il calore del fuoco per planare. Non conoscendo i suoi mezzi,
Charlotte non si aspettava certo di dover evitare una fiammata degna di un
lanciafiamme della saga di Alien. Ma il suo intuito femminile le tornò
utile, quando capì che il fuoco proveniva dai polsi. La sua tela organica
bloccò i bocchettoni sul costume di Firebrand, cortocircuitando il suo sistema.
Bloodshed e Battlescar si decisero a dare man forte al loro collega. Il primo
era semplicemente stato potenziato da esperimenti e dalla sua armatura. Il
secondo era dotato di letali artigli.
Stavolta Charlotte sfruttò l’agilità e la forza ereditate da Jessica Drew per
evitare le pericolose mani di “Scar” e le scariche dell’armatura di “Bloody”.
Un paio di potenti calci, e i due diventavano innocui. Ma Warzone cercò di
colpirla con un altro raggio del suo costume, e la colpì di striscio.
Infuriata, Warzone finì solo con l’essere travolto da una nuvola di
neurotossine, che lo paralizzò per un po’.
Charlotte guardò Dead Aim. Era
un armadio e probabilmente in un corpo a corpo le avrebbe dato dei problemi.
Non poteva rischiare, doveva trovare una scappatoia. Così gli balzò addosso,
con un tocco lo fece teletrasportare a dieci metri sopra di loro, nella tromba
delle scale, e lo fece cadere rovinosamente a terra.
Sconfitti i suoi avversari, Charlotte si mise a schiamazzare.
- Allora, Manipolatore? È questo tutto ciò che hai da mettermi contro?
Di sopra, ascoltando quelle parole, l’uomo sorrise. “Non preoccuparti… presto
troverò un altro modo per sfruttarti” pensava, mentre la sua preda tornava a
casa.
Capitolo speciale
LA GUERRA DEI MONDI
(tratto da “L’Uomo Ragno e la Donna Ragno: Speciale La Guerra dei Mondi”)
Casa Webb.
- Una terribile minaccia per il pianeta... un'invasione di alieni
antropofagi...
Madame Web sembrava invasata, fagocitata in una vecchia poltrona, con gli occhi
al cielo e le mani tremanti.
- Nonna, cosa vai blaterando? - le chiedeva sua nipote Charlotte, in altre
vesti l'attuale Donna Ragno - Un'altra invasione? Ma cos'ha di tanto speciale
questa palla di roccia?
La veggente si riprese, mantenendo la testa con una mano, per lo sforzo.
- E' quello che ho visto, cara... scatterà tra poche ore... sono extraterrestri
spietati... devi fare qualcosa...
- Se hai detto che è tra qualche ora, sarà meglio che schiacci un pisolino...§
Poco dopo…
- Charlotte, svegliati!
Cassandra scuoteva sua nipote, nel letto. Aveva sentito il notiziario e aveva
sbirciato fuori della finestra... la situazione era grave e richiedeva
l'intervento della sua consanguinea.
- Nonna... che c'è? Ho sonno!
- Sonno? La città è infestata dagli alieni! Devi fare qualcosa!
- Dammi dieci minuti e sono fuori - disse, voltandosi dall'altra parte.
- Scansafatiche... il mondo è in pericolo e ti permetti di riposarti!
Nei cieli della Grande Mela...
Charlotte era riuscita a radunare tutte le sue forze, indossare il
suo primo costume (arraffato per puro caso nel suo guardaroba ricolmo) e aveva
chiuso la porta di casa, dopo aver ignorato le raccomandazioni di sua nonna.
E si rese conto della situazione.
Quei marziani le facevano paura... non era per combattere tipi loro che era
diventata un'eroina. Ma cosa ne sarebbe stato della sua nascente reputazione,
se nessuno avesse visto la Donna Ragno in prima linea a difendere gli
“innocenti”?
"Fatti forza... e datti da fare".
Mise in pratica questo monito, usando i suoi poteri per saltare su dei tripodi
alieni e mettere fuori gioco i loro conducenti.
Nel giro di pochi minuti, un eroe familiare capitò in zona. L’Uomo Ragno.
Scese a terra per fare la conoscenza della collega.
- Donna Ragno!
La bionda (anti)eroina si girò verso di lui, intimidita.
"Abbiamo avuto la conferma... è Charlotte Witter, si riconosce nonostante
la maschera" pensa Ben Reilly.
- Uomo Ragno...
- Benvenuta... e dacci dentro!
Charlotte gli sorrise e seguì il consiglio.
"Ho fatto bene ad uscire... ora che l'Uomo Ragno mi ha visto, non potrà
dubitare delle mie buone intenzioni" rifletteva soddisfatta Charlotte.
"Incredibile... prima Venom... e adesso si mette a fronteggiare un'altra
invasione aliena? Cosa è successo alla spietata Charlotte Witter che conoscevamo?"
rifletteva perplesso Ben.
- Spidey... vengono verso di noi?
- Sembra di sì... preparati.
Nonostante l'agilità e la forza dei due, la superiorità numerica del nemico
incominciava a farsi sentire. Charlotte cercava di intrappolarli nelle sue tele
psichiche, ma i flebili poteri mentali dei marziani riuscivano a respingere
quel genere di trappola. E sembravano addirittura immuni alle sue neurotossine.
Non per niente, avevano preparato per un secolo quell'epica offensiva.
Mentre Ben e Charlotte erano in pericolo, circondati, una sagoma comparve alle
spalle di un marziano, il quale venne in pochi secondi crivellato di
proiettili.
- Solo! Che fai?
- Vi salvo! Datti da fare!
Due alieni, lontani dal luogo del combattimento, osservavano
con stupore il monitor di un apparecchio. Stavano analizzando i guerrieri
terrestri.
Il tripode alieno ritirò le tre gambe dal terreno e levitò,
dirigendosi velocemente verso il sito della battaglia, raggiungendolo in pochi
secondi. Avevano scoperto la strana natura dell'Uomo Ragno, il cui corpo
ospitava le essenze di Ben Reilly e Kaine, con imprevedibili effetti sui suoi
poteri. Ma non era ciò che interessava loro: i corpuscoli nel suo sangue
avrebbero potuto intralciare i loro piani. Dovevano rimediare.
Presero a sparare colpi distruttivi sulla mischia.
- Ehi! - gridò la Donna Ragno, indispettita da quell'attacco a tradimento.
Vennero entrambi attaccati alle spalle, solo che Charlotte venne stordita da un
tamponamento con il tripode, mentre le membra dell'Uomo Ragno vennero
completamente avviluppate dalla morsa dei viscidi tentacoli marziani.
La preoccupazione aumentò quando un serpente d'acciaio sibilò verso di lui,
partendo dal tripode. Sembrava un cavo d'acciaio... culminante in qualcosa di
vagamente somigliante ad una siringa.
- Cosa volete farmi?
Gli alieni non si degnarono di rispondere. I due marziani sul tripode
manovravano il cavo... puntando dritto al cuore di Spidey.
- Aaah! - gli venne spontaneo gridare, quando l'ago penetrò la carne e le
vene.
La situazione si sbloccò quando una luce blu colpì i marziani che tenevano
fermo Ben alle spalle, permettendogli di sfruttare la distrazione dei nemici
per divincolarsi.
- Tutto bene, Ragno?
- Sì... grazie, Cardiac.
- Ahia - lamentava Charlotte, rialzandosi a fatica e massaggiandosi un fianco.
Un colpo d'occhio e notò alcune gocce di sangue dell’Uomo Ragno, cadute in
terra durante il prelievo.
Ad un tratto, si sentì irresistibilmente attratta da loro. Come un vampiro.
”Il sangue… è la chiave per avere il suo potere”
Mentre
Ben Reilly era impegnato a liberarsi degli alieni con l'aiuto di Cardiac,
Charlotte, quatta quatta, si avvicinò a quei puntini rossi e si inginocchiò
sopra di loro, fissandoli con trepidazione.
Non appena intinse il polpastrello dell’indice destro in quella minuscola
goccia di sangue, i suoi poteri di assorbimento si misero in moto,
sincronizzandosi sul genoma inscritto in quelle cellule ematiche. Stavolta, il processo sarebbe andato in modo
diverso. Il potere che aveva sottratto alle precedenti Donne Ragno e alla Tela
Mortale era lì, nei corpi delle sue vittime, e si trattava solo di trasferire
il potere da un organismo all’altro. Invece questa volta non era così semplice.
Se considerassimo il potere una torta, nel primo caso Charlotte si sarebbe
limitata a rubare quella torta; nel caso del sangue dell’Uomo Ragno, invece, le
veniva fornita solo la ricetta e il suo organismo avrebbe dovuto raccogliere i
difficili ingredienti e prepararla con un lungo lavoro.
Perciò, un minuto dopo il contatto, Charlotte iniziò a sentirsi debole… le sue
cellule richiamavano a sé tutto il materiale di cui avevano bisogno per
ricreare i poteri dell’Uomo Ragno.
“Devo
scappare, riposare… ma… il Ragno mi prenderà per una vigliacca…”
Due alieni che avevano eseguito il prelievo sull'Uomo Ragno rallentarono,
quando le loro strumentazioni impazzirono nell'analizzare Charlotte.
"OSSERVA QUEST'ALTRO ESEMPLARE... IL SUO ORGANISMO STA
ESEGUENDO UNA SOFISTICATISSIMA RISCRITTURA DEL PROPRIO GENOMA! è UNA FACOLTà
MAI RISCONTRATA FINORA"
"ANCHE QUESTA? DOVREMMO CATTURARLA?"
"Sì. chiama rinforzi... i nostri compagni non sono riusciti a fare
prigioniero neanche l'altro. noi dobbiamo consegnare questo materiale".
- Donna Ragno, tutto ok?
- s'interessò l'arrampicamuri, vedendo la collega ancora riversa per terra.
- Più o meno, grazie... ho avuto un mancamento, mi sento un po' debole....
Una segreta base aliena.
I due alieni responsabili del furto di sangue ragnesco facevano rapporto.
"RIteniamo indispensabile studiare in fretta questo
campione terrestre e valutarne la pericolosità"
"ben fatto, soldato. provvederemo subito. meriti una doppia razione di
carne umana"
"troppo buono, signore"
Il campione
di sangue venne inserito in un'avveniristica macchina che lo esaminò da cima a
fondo. Bastarono pochi minuti, all'avanzata tecnologia marziana, per elaborare
i giusti provvedimenti.
Trasmessi i dati a tutte le loro basi, i marziani, da locazioni misteriose per
la maggior parte dei terrestri, prendevano contromisure verso la
cura-corpuscoli.
Sofisticati marchingegni diffondevano nell'atmosfera terrestre (e ovunque ci
fossero terrestri) l'agente anti-corpuscoli. E coloro che li ospitavano nel
proprio sangue... vennero colti da un'improvvisa spossatezza. Il loro sistema
immunitario stava regredendo a quello precedente.
Casa Webb.
- Oooh...
La donna, dopo aver trovato la completa salute grazie a Peter Parker, credeva
che l'unico dolore che avrebbe provato nella sua vita sarebbe stato quello
tipico delle sue visioni.
L'improvviso malessere che stava accusando la smentiva.
- Charlotte... aiutami - invocava, arroccando sul pavimento.
Strade di New York.
- Ooh... - disse Spidey, contorcendosi dal dolore.
- Ragno, che ti succede? - chiese la Donna Ragno.
- Non lo so... non mi sento affatto bene...
- Credo sia meglio tornare a casa - disse, cogliendo al volo la situazione per
tagliare la corda - ormai la crisi sta passando, e poi hai visto com'è protetta
la città? Nonostante qui ci sia stato l'attacco più massiccio, è evidente che
le vittime e i danni sono minimi. Per una volta lascia perdere il tuo senso di
responsabilità... c'è chi lavorerà per te.
- Concordo - disse Ben rialzandosi a fatica - spero solo di riuscire a tornare
a casa.
- Arrivederci, Ragno.
- Arrivederci... Charlotte.
La donna si voltò di scatto verso di lui.
- Arrivederci, Ben Reilly.
"Oh cavolo... anche lei? Avrà usato i suoi poteri telepatici... ma adesso
siamo pari".
Ma la guerra non è finita.
Capitolo tre
IL SACRIFICIO
(tratto da “La Donna Ragno”#3)
Qualche
giorno fa. Casa Webb.
- Ti senti
meglio, cara?
Cassandra era molto premurosa con sua nipote Charlotte, che durante uno scontro
con degli alieni, aveva assorbito il potere dell'Uomo Ragno dal sangue
dell'eroe. Il suo organismo era molto debole, in quanto stava inscrivendo nel
DNA della donna le nuove facoltà acquisite.
- Un po' grazie... e tu?
La stessa Cassandra si era sentita poco bene, sempre a causa degli alieni.
Rientrata in casa, la Donna Ragno l'aveva trovata riversa sul pavimento. Ma in
fin dei conti, sembrava stare meglio di lei.
- Ora è tutto a posto... ho chiamato Peter Parker per assicurarmi che non
avesse a che fare con la sua cura... ha detto che mi farà sapere, perché anche
gli altri hanno accusato gli stessi sintomi.
- Rimarresti traumatizzata da un nuovo ritorno alla vecchiaia, no?
- Non voglio neanche pensarci... ma dubito possa accadere... credo che, al
massimo, perderò la mia immunità... e tornerò a invecchiare, ma ci vorrà tempo.
- Capisco. Scusami, ma ora voglio riposare ancora un po'.
- Certo. Sono fiera di te, hai salvato delle vite, oggi.
Le accarezzò la fronte e la lasciò sola.
"Ma si ricorda di avere a che fare con un donna che si avvicina ai
quarant'anni? Ora mi sento meglio... più forte. E' stato un colpo di fortuna
trovare il modo di ottenere i poteri dell'Uomo Ragno... ora sono degna del mio
nome di battaglia".
Presente. Casa Webb.
Alquanto sconvolta dalla tragedia del World Trade Center [v. "L'Uomo Ragno"#15],
Charlotte cercava di riposare, anche se da qualche giorno incubi su quello che
era successo non la facevano dormire. Tra le macerie delle torri, le erano
passate davanti agli occhi innumerevoli tragedie a cui non poteva rimanere
indifferente. Ma la vita va avanti. Nell'altra stanza, Madame Web, una donna
ancora più provata dagli attentati, ebbe una delle visioni. Si sedette
velocemente su una sedia, per non rischiare di cadere e farsi male, e si
focalizzò su di essa.
"Una grave minaccia per Charlotte... si sacrificherà..."
La visione finì, ma la veggente era confusa. Non era riuscita a vedere chi o
cosa minacciava Charlotte e non capiva se quel sacrificio comprendesse la vita.
Avrebbe avuto presto una risposta.
Sul piano psionico...
Vagava da ore nel piano astrale cercando un ospite, sacrificando molte energie
per mascherarsi alle ricerche telepatiche degli X-men e poter continuare
impunemente la ricerca. Aveva provato a possedere uno degli alieni che fino a
poco prima infestavano le strade di ogni quartiere, dal momento che i Marziani
possedevano poteri telepatici, ma aveva opposto una strenua resistenza.
Lo scorrere del tempo lo indeboliva, la sua essenza si disperdeva e iniziava a
perdere coscienza di sé. Doveva trovare al più presto l'ospite perfetto. Però
il piano psionico era immenso e la ricerca era necessariamente lunga. Ma non
necessariamente infruttuosa. Finché, proprio nella Grande Mela, qualcuno lo
colpì positivamente... Lei era perfetta. Aveva poteri psionici e poteva
assorbire il potere altrui. Neanche nelle sue più rosee fantasie poteva osare
sperare tanto. Riuniva le qualità delle sue ultime due principali vittime. Così
avrebbe potuto sferrare il suo attacco definitivo, conscio degli errori
commessi durante l'ultimo.
Casa Webb.
Madame Web si era seduta accanto alla sua nipote dormiente. Non voleva avere
rimpianti... si sarebbe messa in prima linea a fronteggiare la minaccia di cui
era stata avvisata dai suoi poteri. Non era riuscita a salvare sua figlia... ma
sua nipote no. Nel corso degli anni aveva capito che era praticamente inutile cercare
di cambiare il futuro; le visioni avevano l'unico scopo di preparare
psicologicamente i veggenti come lei agli eventi futuri, belli o tristi che
fossero. Adesso era lì, al capezzale di Charlotte, per cercare di confermare
quella teoria che aveva dolorosamente desunto dalle proprie esperienze.
Il nemico della visione non perse molto tempo ad entrare in azione.
I sensi psichici di Cassandra avvertirono una presenza psionica molto potente
nella stanza, abbastanza da avvertire il nuovo senso di ragno di Charlotte e
farla svegliare impetuosamente.
- Chi…?
Il nemico era praticamente invisibile... solo un'impercettibile perturbazione
nell'aria che si dirigeva dritto verso la Donna Ragno, investendola in pieno.
- Charlotte!
Ormai la misteriosa entità era entrata nella donna e stava cercando di
possederla.
Nella mente della Donna Ragno...
La psiche di Charlotte si proiettava in maniera abbastanza stereotipata:
rocce levitanti, fulmini e saette... un paesaggio da incubo.
Di fronte alla sua immagine psichica, un misterioso ed inquietante uomo dai
tratti nordafricani.
*Chi sei? Cosa mi hai fatto?*
*Il mio nome è Amahl Farouk... altrimenti noto come Re delle Ombre [per la sua
ultima apparizione, recuperate Gli Incredibili X-men#4, dove ha cercato
di possedere gli X-men]... e tu mi servi*
*A cosa? Lasciami in pace!*
*Sei un'ESPer... e puoi assorbire i poteri altrui... è tutto ciò
di cui ho bisogno*
Delle catene eruppero dall'illusorio terreno e si annodarono intorno alle
membra di Charlotte.
*Cosa fai, bastardo??*
*Imprigiono la tua essenza*
Charlotte veniva costretta a terra, impotente... non aveva la forza per
cacciarlo... ma forse, con l'aiuto di sua nonna, avrebbe potuto tenerlo a bada.
Un urlo psichico fu abbastanza efficace da suggerire a Madame Web di proiettarsi
nella mente di sua nipote e combattere quell'entità ancora ignota ai suoi
occhi.
In pochi istanti, in quel contesto di delineò la sagoma di Cassandra.
*Lascia stare mia nipote*
*Ah ah! Ho combattuto contro gli X-men e ho rischiato di vincere spesse volte...
come posso temere due telepati di così scarso lignaggio?*
Approfittando
dello sproloquio, Cassandra si rivolse segretamente alla Donna Ragno.
*Charlotte, anche se uniamo le forze, non possiamo cacciarlo dal tuo corpo, è
troppo potente!*
*Devo lasciarmi possedere?*
*Ho captato qualcosa da lui... la chiave per sconfiggerlo... il metodo che ha
usato Psylocke degli X-men*
Con un solo pensiero, Charlotte venne messa a corrente del piano.
*Incredibile... devo sacrificare tutti i miei poteri psionici per tenere in
gabbia Farouk?*
*... è l'unica possibilità, per adesso*.
*E' inutile che tramiate contro di me... non siete certo gli X-men* intervenne
il villain con un commento denigratorio.
*Non siamo noi a essere state sconfitte in maniera così imbecille* lo punzecchiò
Charlotte, riferendosi alla recente ed imprevista sconfitta, sopraggiunta a un
passo dalla vittoria definitiva. Amahl era troppo impegnato a cercare di
possedere quel corpo per impedire alle telepati di leggere i suoi ricordi.
*Bando alle ciance, donne... qualsiasi vostra offesa, psichica o verbale, non
mi tange minimamente*
*Questo è tutto da dimostrare...*
In risposta alla provocazione, il Re, con un semplice sguardo, evocò una
tempesta psionica capace di infrangere le coscienze della Donna Ragno e di
Madame Web.
L'arte preferita dal Re era sempre stata portare a galla tutte le insicurezze
dei suoi avversari.
*Cassandra, come pensi di salvare tua nipote, sapendo di non esserci riuscita
con nessuno dei tuoi cari!?*
Madame Web non voleva rispondere, cercava solo di concentrarsi per il prossimo
attacco.
*Il tuo dono è in realtà una maledizione... è un cane che si mangia la coda: se
fai qualcosa per impedire le tue visioni, finisci per concretizzarle*
*Non sempre è così!* si decise a rispondere la veggente *e ti dimostrerò oggi
che Charlotte non soccomberà a te!*
Cassandre cercava di colpirlo con dardi psichici, ma l'immagine di Farouk
sembrava avvolto in un impenetrabile campo di forza. Si voltò verso sua nipote,
sussurrando:
*E' inutile combatterlo con mezzi convenzionali, è davvero troppo potente per
noi... fai ciò che devi, è l'unico modo per non protrarre all'infinito questa
battaglia!*
Con molto rammarico, la donna annuì e fece ciò che andava fatto. L'avatar
psionico della Donna Ragno, incarnazione di tutte le sue facoltà psioniche, si
disgregò, liquefacendosi in quel terreno fittizio, per ricomparire ai piedi del
Re delle Ombre, sottoforma di solidi che avrebbero dovuto tenerlo prigioniero.
*Cosa...*
Inaspettatamente, la situazione era ribaltata e Amahl Farouk, dopo pochi giorni
di libertà, si ritrovava nuovamente in cattività. Il potere stesso della Donna
Ragno lo stavo costringendo al suolo.
*No, non riuscirai a relegarmi qui! Non ce la farai!*
*Ha ragione, nonna... oppone troppa resistenza, è troppo potente!* rimbombava
come una non-voce la coscienza perduta di Charlotte Witter.
*Ti aiuterò io...*
Socchiuse gli occhi e indirizzò tutte le proprie energie psichiche in direzione
del Re, in modo da rendere più solidi i vincoli psionici che Charlotte stava
forgiando con il suo stesso potere. Lo sforzo per entrambe era immane e andava
oltre le loro effettive capacità, ma l'istinto di sopravvivenza è capace di
questo e altro.
Come colpo di grazia, sotto i piedi di Farouk si aprì una voragine che lo fece
precipitare nei più reconditi recessi del subconscio della Donna Ragno.
*No, non è possibile!*, gridava, fino a che la sua voce psichica scomparve.
La battaglia aveva avuto fine.
Nel mondo fisico...
Passò qualche minuto e le due donne si risvegliarono, accusando entrambe una
violentissima emicrania.
- Ah... che male - lamentava Charlotte, portando una mano alla testa. -
Cassandra, come stai?
- Mi sento spossata, ma sicuramente sto meglio di te... dopo quello che è
successo!
- Secondo te davvero non potrò usare nessuna facoltà psichica finché questo
Farouk sarà dentro di me?
- Se vuoi evitare che si impossessi del tuo corpo per loschi fini... purtroppo
sì.
Charlotte alzò gli occhi verso il cielo e si distese.
Cassandra la guardava perplessa. Indecisa se proferire parola o meno in un
momento così difficile. Racimolò tutto il suo coraggio e disse:
- Durante l'incursione nella tua psiche... ho scoperto ciò che mi nascondevi.
Avevo subodorato una cosa del genere, ma in cuor mio speravo non si trattasse
di questo. Le tue barriere psichiche mi avevano messo in allerta più di quanto
pensi. Tutte quelle sere fuori casa... come puoi farlo? Adesso sei un'eroina...
non dovresti neanche concepire di...
- Tu non puoi capire, Cassandra. Scommetto che il tuo unico partner sia stato
il nonno.
- Non dovresti dubitarne.
- Non l'ho mai fatto. Ma io adoro il sesso. Ho iniziato questa carriera
quando ero all'apice del successo, come stilista. Non avevo assolutamente
bisogno di soldi. Ma guadagnare facendo ciò che mi piace...
- Come può piacerti essere usata come un oggetto?
- E' qui che ti sbagli. Io non mi sento come un oggetto. Sono io a comandare,
lì, su quel letto. Quegli uomini mi pagano perché desiderano fare sesso con me.
Io li faccio godere... questo mi gratifica più di qualunque altra cosa.
- Smettila, questi discorsi mi fanno venire la nausea. Con tutta la
disponibilità che ho nei tuoi confronti... non posso ospitare in casa una
prostituta. Almeno, non una che lo fa per diletto e non per pura sopravvivenza.
- Era quello che volevo sentirmi dire da tanto tempo, sai? Ho già contattato un
agente immobiliare... lo chiamo ora stesso, gli darò la conferma per l'attico
che voglio comprare.
- Avevi già intenzione di trasferirti? Dove?
- Si è appena liberato un attico in uno dei grattacieli più prestigiosi di
Manhattan. Non mi lascerò fuggire questa occasione. Con quello che ho
guadagnato in quest'ultimo periodo, posso permettermi un cospicuo anticipo per
un mutuo.
- Prepara le tue cose, Charlotte. Da te non mi sarei mai aspettata tanta irriconoscenza.
Giorni dopo...
Erano state giornate impegnative. Gli appuntamenti dal notaio, il trasloco
delle sue cose... fortunatamente che l'appartamento era già ammobiliato.
Essere sull'attico della Wave Tower, guardare Manhattan dall'alto... era bellissimo.
Era un grattacielo lussuosissimo, ciò che aveva sempre sognato. Bè, quando era
una stilista aveva comunque la sua bella ed elegante dimora... proprio la sua
mancanza (a causa della decadenza che la sua carriera aveva subito) rendeva la
sua nuova casa ancora più accogliente.
Immersa nei suoi pensieri, un galeotto campanello la fece sussultare.
"Chi può mai essere?"
Aperta la porta con una certa diffidenza, vide di fronte un bel ragazzo, dai
capelli castani corti. Non appena la vide, la sua espressione mutò.
"Ma dove l'ho già visto questo? E perché fa quella faccia?"
- Desidera?
- Io... ehm... - sembrava alquanto interdetto - ... ho sentito il trambusto del
trasloco e volevo salutare i nuovi vicini... forse è meglio se tolgo il
disturbo...
- Mmm... no, non si preoccupi... piacere, Charlotte Witter.
Alquanto titubante, il ragazzo le porse la mano, pensando "Lo so chi sei,
purtroppo..."
- Io... sono Peter Parker.
- Molto piacere.
"Allora Madame Web le ha davvero cancellato la memoria
riguardo me? E allora perché è venuta proprio qui?"
- Ma... ma lei è lo scienziato che ha avuto in cura mia nonna!
Un brivido percorse la schiena dell'Uomo Ragno.
- Sua... nonna...?
- Cassandra Webb!
- Oh, sì, adesso ricordo... quindi lei è sua nipote... piacere, allora! - disse,
stringendole la mano con falso sorriso.
- Piacere mio... allora arrivederci.
- Certo.
La porta si richiuse.
Impressioni di Charlotte Witter.
"Che bizzarro ragazzo... c'è qualcosa di strano in lui... se solo avessi
ancora i miei poteri mentali..."
Impressioni di
Peter Parker.
"Cavolo, di tutti gli attici di Manhattan... proprio qui doveva venire ad
abitare la Donna Ragno? Tutta colpa di Sarah che si è trasferita da noi e ha
lasciato libero l'appartamento... il senso di ragno ha captato qualcosa mentre
suonavo il campanello, ma non ho fatto in tempo a fermarmi... forse in fondo
non c'è nessun pericolo... ci mancherebbe solo questo".
43esimo Distretto di Polizia.
Un telefono squilla.
- Rodriguez, rispondi tu? - chiese l'agente DeFalco con la bocca piena.
- Certo, certo... quando la finirai di ingozzarti di ciambelle?
Sulle note di questa domanda retorica, Phil Rodriguez rispose al telefono.
- 43esimo distretto di polizia... mi dica.
- Volevo fare una segnalazione... lei è il signor Rodriguez, vero?
- Sì, ma... come fa a saperlo?
- E' la persona che cercavo. Volevo segnalare l'esistenza di una casa chiusa.
L'indirizzo è...
- Bene, ma... da chi avuto questa informazione?
Ma la donna che aveva parlato aveva già riattaccato.
- Phil, chi era?
- Una donna... mi ha segnalato un posto dove c'è prostituzione. Non capisco
perché abbia chiamato noi, dall'indirizzo non credo sia sotto la nostra
giurisdizione. Ma darò comunque un'occhiata.
Phil Rodriguez aveva lo sguardo perso... era stato vittima di una manipolazione
mentale?
- Figurarsi se il nostro donnaiolo si fa sfuggire un'occasione del genere.
- Ehi! Io sono un poliziotto serio, non mi farei mai coinvolgere... ora
lasciami lavorare, devo organizzare la mia infiltrazione in incognito.
Così, usufruendo dei database della polizia, Rodriguez scoprì il numero di
telefono di quel presunto bordello.
"Se è davvero così, lo scoprirò adesso... devo assolutamente andarci".
Casa Witter.
Uno strano suono scosse Charlotte.
- Ma cos'è?
Era il telefono che squillava... era la prima volta.
"Ma chi può essere? Nessuno ha il mio numero... forse qualcuno che cerca
la precedente inquilina".
Controvoglia, si alzò per rispondere.
- Sì?
- Salve... volevo chiedere un appuntamento.
- Un appuntamento?
- Sì... si può fare stasera stessa?
"Starà parlando di sesso? Stiamo al gioco..."
- Mmm mi faccia controllare l'agenda... sì, ok. Allora a stasera.
"Già un cliente... pensavo di prendermi la giornata libera, ma non si può
rifiutare un nuovo cliente. Dovrò chiedergli come ha avuto il mio numero".
Passò il tempo successivo a farsi bella, facendolo scorrere molto in fretta.
Infatti sembravano passati pochi minuti, quando suonò il campanello.
- Salve.
"Che bel tipo.... ma... anche lui ha fatto una faccia strana appena mi ha
visto! Devo avere qualcosa tra i denti..."
Se il Re delle Ombre non avesse inibito il suo senso di ragno, Charlotte non
avrebbe fatto entrare quel tipo in casa.
"Un ispanico che sa fatto il suo... finalmente, sono stanca di vecchi
impotenti e di ricchi grassoni... anche se mi puzza che un bel ragazzo come lui
si rivolga a me... mi sembra di averlo già visto da qualche parte... ma che
succede oggi? Cosa sono tutti questa deja-vu?".
- Come mai si è rivolto a me?
- Io... ho appena rotto con la mia ragazza... ho bisogno di conforto.
- Chi le ha dato il mio recapito, signor...?
- Rodriguez. Ho trovato il suo numero tra gli annunci di una rivista... non
ricorda?
- E' vero, ho messo qualche annuncio come accompagnatrice.
"Ma questa faccenda continua a puzzarmi... meglio essere previdenti e
usare tutte le mie carte".
Lasciò cadere sul pavimento il suo abito, coprendo il suo tonico corpo solo con
della biancheria intima molto sexy.
Il ragazzo sembrava confuso. Charlotte gli si avvicinò e lo baciò. Lo prese per
la camicia e lo trascinò fino al grande letto matrimoniale della sua camera.
Ma, misteriosamente, il signor Rodriguez si riprese e gridò "No!"
- Cosa?
Il ragazzo indietreggiò, mise una mano in tasca ed estrasse un tesserino,
mostrandolo a Charlotte.
- Phil Rodriguez, del NYPD. Signorina Witter, lei è in arresto per sequestro,
tentato omicidio e prostituzione.
- Ecco cosa c'era sotto.
- L'ho riconosciuta... è lei la Donna Ragno che ha rapito tutte quelle persone
[v. L'UOMO RAGNO 284]
- Ah, ecco dove l'ho vista... lei è quell'agente impiccione che mi
ha addirittura sparato... se non sbaglio qualche giorno fa era in strada a
combattere con gli alieni.
Phil non rispose, ma chi tace acconsente.
- Se è così, avrà visto che ero al suo fianco, nella battaglia.
- Io... sì, l'ho vista, ma questo non esclude tutti i reati che ha commesso in
passato.
- Bé, se lo scordi, di arrestarmi.
Gli saltò addosso, lo afferrò e lo scaraventò sul letto. Gli bloccò mani e
piedi con la sua tela organica. E si mise cavalcioni su di lui.
- Mi dispiace, signor Rodriguez. Sono una donna d'affari seria... ha richiesto
da me un servizio e io glielo fornirò.
Era una cosa che non aveva mai testato... il dr. Octopus le aveva fornito la
"malia", la capacità (ereditata dai veri ragni femmina) di stordire i
partner.... sapeva avere effetto solo sugli uomini ragno, ma perché non provare
su quelli comuni?
Il Re delle Ombre sembrava quasi gioire dell'uso di quel potere,
in quanto presupponeva l'uso di minime onde mentali. Le difese psichiche che lo
intrappolavano si indebolivano... ma non abbastanza da lasciargli uno
spiraglio.
Sembrava funzionare... come se le onde si fossero adattate sulla frequenza
umana. Phil Rodriguez era completamente preso da lei.
Mezz'ora dopo.
- Mi sleghi.
- Mi dispiace, quella roba si dissolve da sola, non posso farci niente. Ora
vediamo - disse, frugando nel portafogli del poliziotto - ecco, questi posso
andare bene.
- Non contenta di avermi stuprato, mi deruba anche?
- Punti di vista. Io ho solo fatto il mio lavoro ed esigo il mio compenso. Dai
suoni che ha emesso nell'ultima mezz'ora deduco di non averle fatto del male.
"Ora cosa faccio? Quando si libererà mi denuncerà... e se uso i miei
poteri psichici per condizionarlo, Farouk si impadronirà di me... maledetta
entità psionica".
- Da chi ha avuto la soffiata?
- Da sua nonna... o almeno credo... - disse con aria perplessa, come se avesse
passato le ultime ore tra la trance e la veglia.
- Cosa? Quella stronza... comunque ora parliamo sul serio. Fra poco si
libererà. Tornerà al suo distretto e dirà che è stato un falso allarme.
- Sta scherzando?
- No, Phil, non scherzo. Non scordarti che sono la Donna Ragno. Posso entrare
di soppiatto in casa tua e ucciderti senza che tu o chiunque altro se ne renda
conto. Non avere rimorsi di coscienza: la prostituzione è ingiustamente
considerata un reato.
- Anche se fosse, hai rapito e fatto del male a delle persone.
- Adesso non faccio del male a nessuno... anzi, lo scopo della mia vita è far
star bene la gente... o meglio, farla godere. Non ti sembra un ottimo modo per
redimermi? Tu non sai nemmeno da quale minacce ho preservato questa città...
"Non posso... non posso tornare al distretto e dire che... sono un uomo
onesto. Non posso..."
- Va bene, Charlotte. Sono costretto a cedere al tuo ricatto.
- Bene. In cambio, potrai gratuitamente usufruire delle mie prestazioni quando
e come vorrai.
- Lo terrò a mente - disse, mentre, facendo forza sul letto, strappava la
ragnatela indebolita dallo scorrere del tempo. - Ora, se permetti...
- Certo.
Phil Rodriguez si rivestì.
- Non finisce qui, Charlotte.
- Ci conto - ma ormai Phil si era chiuso la porta alle spalle.
"Che sedere magnifico" commentava nella sua mente. "Però troppe
persone stanno venendo a conoscenza della mia identità... proprio adesso che
non posso più usare i miei poteri mentali per mettere a posto le cose... e non
posso chiedere aiuto alla nonna... spero solo di aver intimorito Rodriguez... è
un tipo in gamba, per mia sfortuna. Per quanto riguarda l'Uomo Ragno... la sua
sarebbe un'arma a doppio taglio... praticamente è innocuo... però c'è qualcosa
di strano in tutto questo... ho molta confusione sul periodo passato sotto il
condizionamento del dr. Octopus, lo ricordo come se fosse un sogno... e poi c'è
un particolare che mi sfugge... qualcosa sull'Uomo Ragno... ma se ho scoperto
che si chiama Ben Reilly, cos'altro dovrei sapere?".
Mentre continuava a rimuginare, le tornò in mente sua nonna.
"Cassandra... pagherai per aver fatto la spia... te lo prometto".
Altrove.
Due uomini d'affari stavano discutendo al telefono.
- Allora, le va di partecipare?
- Certamente... mi piace avere a che fare con i metaumani.
- Ha già un'idea di chi sponsorizzerà?
- In effetti sì...
- Allora le farò avere il contratto dettagliato... non se ne pentirà, sarà
divertente. E faremo in modo che gli incidenti dell'altra volta non si
ripetano.
- Lo spero... ho saputo. Soprattutto dell'intervento dell'Uomo Ragno.
- Lo terremo fuori dal Gioco. Allora arrisentirci.
Le
cornette si abbassarono senza ulteriori parole, mentre il nostro misterioso
uomo rimuginava sulla proposta fattagli.
"La Donna Ragno... è in gamba, mi farà sicuramente
vincere..."
FINE?
La Donna Ragno si
trasferisce sulla testata antologica Webspinners, in un nuovo corso, in compagnia di altri eroi e
personaggi ragneschi!