RIASSUNTO: Tutto si è risolto bene nella missione Africana dei Warriors, che con il super-robot Daltanius, guidato da Leonard Hebb e sua moglie Georgianna, hanno liberato gli ostaggi di Demonicus e distrutto un’altra delle sue mecha-bestie.

 

PROLOGO: Base Demonica, nelle profondità dell’Oceano Indiano

 

 “Due attacchi, due fallimenti. Sto cominciando seriamente a considerare la nostra…società come alquanto fallimentare, signori.”

Al suono di quelle parole, le due figure prostrate sul pavimento si fecero ancora più piccole. “Grande Dottor Demonicus,” disse una di loro, sollevando la testa. Era un uomo, caucasico, con il volto allungato e decorato non solo da un paio di lunghi baffi spioventi, ma anche da pitture facciali nere, geometriche, che accentuavano in modo i suoi già sinistri tratti. Indossava una specie di elaborato costume giallo, nero e verde con una grande stella dorata sul petto. “Ancora non conosciamo la potenza effettiva dei nuovi Shogun Warriors, non è colpa di nessuno.

“Finora abbiamo combattuto e perso contro solo due di loro, e il terzo ancora deve entrare in azione.” L’uomo sorrise, “Oh, sì, sono sicuro che saranno in tre anche questa volta. I miei vecchi nemici, i Seguaci della Luce, possono essere alquanto prevedibili.”

La figura sul trono indossava un’armatura nera con un ampio mantello blu. L’elmo dell’armatura era un teschio stilizzato dagli occhi ardenti e due lunghe corna frontali. “Lasciami indovinare, Lord Maur-Kon: tu conti di attirare il terzo robot allo scoperto per collaudarne la forza. Mi sembrava di averti detto che non intendo sprecare mezzi e forze per dei giochi infantili!”

Una luce brillò negli occhi dell’alieno. “Farò quello che posso per annientarlo, ma non dimentichi, Dottor Demonicus: anche da una sconfitta si può preparare il terreno per la vittoria finale.”

Le orbite brillarono ancora più intensamente. “Non hai bisogno di ricordarmelo. Abbiamo fatto entrambi molta esperienza.

“Purtroppo, il nostro obiettivo principale, la distruzione totale di tutte le oasi tecnologiche della Terra, non potrà essere perseguito se prima non ci saremo liberati dell’ostacolo principale, cioè gli Shogun Warriors…E sia, Lord Maur-Kon. Hai carta bianca.”

“Può stare tranquillo, mio signore. Come ho già detto, ho imparato qualcosa dalle precedenti sconfitte, e questi inesperti guerrieri lo capiranno presto!”

 

 

MARVELIT presenta

di Valerio Pastore

Episodio 6 - PRELUDIO ALLO SCONTRO: LA TRAPPOLA DI MAUR-KON

 

 

Base Astra, Isola di Santuaria (già Isola del Drago), Oceano Atlantico.

 

Il nome dell’uomo dai capelli rossi chino sulla consolle era semplicemente Basque. Il suo volto era concentrato sugli schermi olografici, e finalmente quella concentrazione si tradusse in soddisfazione. “Bene così, gente. La sessione di addestramento è finita.”

Pochi istanti dopo, la porta scorrevole si aprì e ne uscirono cinque uomini e una donna, i celebri Thunderiders:

Ø      James ‘Honcho’ McDonald, la guida del gruppo, ex agente CIA.

Ø      Il biondo Luke ‘Cowboy’ Merryweather, ex ranchero.

Ø      Winthrop ‘RU Reddy’ Roan Jr., figlio di papà, candidato erede ad una fortuna e il più giovane del gruppo.

Ø      Lobo, l’enigmatico e burbero ‘lupo solitario’ messicano dal torbido passato.

Ø      Leonard ‘Wrench’ Hebb, ingegnere elettronico e meccanico dalle mani d’oro.

Ø      Georgiana Sue ‘Wings’ Castleberry, moglie di Leonard.

Come furono fuori, una specie di saetta si gettò addosso a Lobo: era Rover, un giovane lupo geneticamente modificato e potenziato dall’Impero Segreto[i], e recentemente salvato dalle grinfie del loro nemico in Brasile[ii]. Un gesto che lo aveva legato a doppio filo ai cavalieri, soprattutto a Lobo, per il quale provava un affetto a dir poco frenetico!
Madre de…grrmph!” tentò Lobo, ma si ritrovò sommerso da una pelliccia in vena di baci e abbracci -e Rover non era esattamente un mingherlino.

Basque si avvicinò ai cavalieri. “Devo dire che siamo tutti impressionati dalle vostre prestazioni: avete compensato il gap fra voi e le vostre macchine ad una velocità strabiliante…e crediamo che ciò abbia a che fare col legame mentale che vi unisce.”

“Lo stesso che permette ad uno di noi di diventare Axelot?” disse Cowboy.

Basque annuì. “In modo inconscio, vi trasmettete le esperienze e le conoscenze acquisite. Siete davvero come un solo organismo. In più, le vostre passate esperienze vi hanno già adeguatamente predisposto a questa situazione; i nostri complimenti. Ora, andate pure a riposare, avete il resto della giornata libero.”

Lobo sbuffò. “Sì, di passeggiare per un’isola deserta. Davvero fantastico.”

“Abbiamo dei simulatori di realtà molto più efficienti di quello che pensi, Lobo. Provali, e scommetto che non ne uscirai più!”

Lobo si diresse verso gli spogliatoi, seguito da Rover. “Amico, Lobo è entrato in questo gruppo per difendere il mondo, non per darsi alle frivolezze. Datemi piuttosto qualche altro robot nemico da affrontare, quello sì che mi farebbe piacere!”

Il resto del gruppo lo seguì. Quando furono dentro, iniziarono a spogliarsi. Reddy disse, “Scusami un po’, Lobo, ma non eri tu quello che odiava volare? Mi ricordo ancora quando ci spostammo in aereo per andare ad una gara: sudavi freddo come…”

Lobo si diresse alla doccia. “Io odio volare quando non sono io a tenere la cloche. Non mi affiderei a nessuno tranne che a me stesso la mia sicurezza in volo. Teneteveli, i vostri macinini a più piloti. È Mazinkaiser il mio robot.”

“E dire che cominciavo a sperare che ti fossi ammorbidito, amico,” disse Cowboy aprendo l’acqua -rigorosamente fredda, come si conveniva ad un vero cowboy.

Georgianna entrò nella sua cabina. “Nessuno però si sta chiedendo che ne è stato degli altri, dei nostri predecessori? Non erano fra gli ostaggi che io e Leonard abbiamo salvato[iii].”

La donna parlava di John Carson, Genji Odashu e Ilongo Savage, i piloti dei precedenti robot, Combattler V, Danguard A e Raydeen ormai distrutti. Erano stati rapiti da Demonicus, eppure non erano stati usati come scudo…

“Il Dott. Tambura,” rispose Honcho, sotto un getto rovente, “ci ha detto che non possiamo fare nulla, ed ha ragione, purtroppo. Non sappiamo dov’è la base di Demonicus; possiamo almeno contare sul fatto che siano ancora vivi. Se Demonicus li avesse voluti morti, li avrebbe uccisi sul posto.”

“Lo dici con una tale calma…come se non te ne importasse…”

“Me ne importa abbastanza da desiderare di fare a pezzi quel mostro per prendersela con degli innocenti. Ma dovremo aspettare fino a quando non sarà il momento giusto.”

 

Nel centro di controllo, il cuore di Base Astra, la video-riunione a tre in corso non era meno drammatica…

 

“Un complotto per riportare la civiltà umana all’età della pietra?” Più che stupore, il volto di Kofi Annan, S.G. delle Nazioni Unite, esprimeva rabbia per questa ennesima mattonata sulla pace mondiale.

“Esattamente, Sig. Segretario Generale,” rispose, con serafica calma, l’anziano Dottor Tambura. “Diverse civiltà aliene sono preoccupate dall’avanzamento della nostra specie, in particolar modo dalle punte raggiunte da gente come Tony Stark, Reed Richards, Victor von Doom e da nazioni come Latveria, Wakanda e lo Zilnawa. E naturalmente dai nostri super-esseri, che crescono di numero ogni giorno.

“Questi alieni sono convinti che la nostra maturità morale non stia al passo con quella tecnologica, ed anche se non si può dar loro completamente torto, non possiamo permettere di farci ridurre in catene da questa xenofobia. Per questo noi Seguaci della Luce abbiamo creato gli Shogun Warriors: per fermare gli agenti sulla Terra di questi alieni.”

“Un problema che non si pone,” intervenne il terzo membro della conferenza, Wonder Man, l’Uomo Ionico, “i Vendicatori hanno accresciuto i loro ranghi come non mai. Abbiamo i mezzi ed il potere necessario per trovare il Dottor Demonicus e imprigionarlo una volta per tutte dove non farà male a nessuno per molto tempo. Inoltre, la rete energetica disposta a protezione della Terra[iv] ci segnalerà ogni arrivo dallo spazio esterno. Non saremo presi di sorpresa, ci potete scommettere, Base Astra.”

Tambura annuì. “Su questo non abbiamo alcun dubbio, Vendicatori. Ma dubitiamo che una simile escalation nel conflitto possa essere di aiuto. Il numero e il tipo di basi poste prima dell’avvento della vostra protezione ci è sconosciuto, e voi non potete disperdere i vostri sforzi proprio adesso che potere dare il massimo nei vostri benefici intenti.

“Il Dottor Demonicus stesso non oserà portare la sua lotta agli estremi, ma se si sentisse costretto, lo farà. Si concentrerà soprattutto sulle oasi di alta tecnologia, soprattutto sullo Zilnawa, e a lui possiamo pensarci noi. Se avremo bisogno di aiuto, Vendicatori, saremo felici di chiedervelo. E avete già visto che non siamo inerti di fronte al nemico.

“Quanto all’ONU, Sig. Segretario Generale, abbiamo bisogno di una vostra…sponsorizzazione. Non possiamo metterci alle vostre dipendenze, ma dobbiamo essere riconosciuti come una forza di pace legale in tutto il mondo. Siamo disposti a venire incontro alle vostre esigenze, come una sorta di agenzia indipendente, ma non possiamo permettere che le piccole beghe politiche interferiscano col nostro lavoro.”

Kofi Annan rimase muto, a pensarci. Sull’altro schermo, Wonder Man schiumava fra sé e sé: non poteva neppure criticare più di tanto la posizione di Base Astra: c’erano testimoni abbondanti sulle prodezze dei nuovi SW, e su quelle dei precedenti. Non erano supercriminali con secondi fini, ufficialmente, ed Annan non avrebbe mai accettato un conflitto fra Vendicatori e Shogun. Erano in gamba, doveva ammetterlo: contattando prima l’ONU, avevano un passo di vantaggio, ed avevano avuto il tempo di esporre i loro propositi senza dare il tempo ai Vendicatori di organizzare delle efficaci obiezioni!

Finalmente, dopo interminabili minuti, Annan disse, “Lo sa Dio che, dopo i recenti attentati, e l’instabilità mondiale che sembra avere ingranato la quarta, ci sia bisogno di forze efficienti sponsorizzate dalle Nazioni Unite. E sia: proporrò questo patrocinato al Consiglio in una sessione straordinaria. Dobbiamo chiedervi, tuttavia, di tenervi a disposizione per una…cerimonia di presentazione in luogo e data da destinarsi. Avremo anche bisogno di un rapporto sommario sulle forze a vostra disposizione; dovete capire che, possedendo armi non convenzionali come le vostre, e dopo la risoluzione che ha imposto allo Zilnawa di cessare l’uso del suo Mazinger Alfa, non possiamo non mantenere uno stretto controllo sui vostri super-robot.”

“Comprendiamo perfettamente. Siamo pronti a venire incontro alle vostre richieste, fin quando potremo mantenere un’indipendenza organizzativa. Inoltre, il rapporto sarà ‘solo per i tuoi occhi’, Signor Segretario Generale, per la precisione gli occhi dei Vendicatori: nessun bene potrà venirne, se dei burocrati mettessero le mani sui nostri segreti.”

Annan annuì. “E sia. I Vendicatori saranno i vostri referenti.”

Wonder Man quasi sospirò di sollievo: mezza vittoria era meglio di niente…

L’allarme! Tambura sollevò la testa. “Cosa succede?”

Una nuova finestra si aprì sullo schermo. Mostrava un punto luminoso all’altezza di una città in Giappone. La voce della Dottoressa Sherna irruppe dall’intercom. “La fortezza mobile di Demonicus si è materializzata a breve distanza dal Monte Fujimoto, sulla perpendicolare della città.”

Tambura poteva avere i suoi anni, anche per un alieno umanoide, ma la memoria non gli faceva per niente difetto: ricordava bene che in quel punto i vecchi Shogun Warriors avevano combattuto il loro scontro con… “Maledizione! Sherna, dammi una lettura dell’equilibrio del mana in quell’area!”

“Lo sto facendo adesso…sì, non c’è dubbio: è Lord Maur-Kon, e sta concentrando un grande potere…sul parco.”

“Sig. Segretario, Vendicatori; sembra che abbiate l’occasione di osservare come sappiamo gestire uno scenario domestico.” Cambiò canale di comunicazione. “Honcho, Cowboy, Reddy. È il momento di provare il vostro valore. Che le stelle vi assistano.”

 

Con le tute da combattimento addosso, i tre uomini corsero alle loro posizioni, precisamente verso tre sedili disposti a cerchio, al centro della stanza da cui si diramavano le ‘piste’ personali dei piloti. Una volta seduti, dei manubri si estesero dagli schienali fino ai loro fianchi. Loro li afferrarono. Botole si aprirono sotto i sedili, che iniziarono la loro discesa.


Percorsero ognuno un tunnel luminoso, fino a giungere all’hangar. Lì, sulle rampe di lancio, attendevano tre aerovelivoli, ognuno di una forma diversa: il King Arrow, dal suo muso squadrato e le ali posteriori. Il Jack Knight, senza ali, ma con due grosse protuberanze ovali affianco al muse. Il Queen Rose, il più ‘squadrato’ dei tre, con la cabina posta sul lato inferiore del muso tozzo.

I tre sedili a propulsione terminarono la corsa ognuno in una cabina. Non ebbero neppure bisogno di annunciare di essere pronti. Appena furono dentro, il portello di lancio fu aperto.

“E ora, vediamo di fare sul serio!” disse Cowboy, tirando la cloche. “Siii…VA!”

 

Tre coppie di fiammate, tre lanci perfetti. I velivoli furono fuori come frecce, definizione più che adeguata per le Frecce Spaziali, appunto. Immediatamente dopo la loro uscita, gli apparecchi furono avvolti dal bagliore del teletrasporto…

 

Riapparvero in vista della città…e della fortezza.

 

“Cavoli, dal vivo è decisamente da paura!” esclamò Reddy. “Non ci basterebbe tutta la Sesta Flotta per ammaccarla, Doc!”

Il volto di Tambura apparve sullo schermo. “Cavalieri, dovete comunque attaccare ed interferire con l’operato di Maur-Kon, o avrete a che fare con una minaccia peggiore della fortezza stessa.”

 

In quel momento, dalla fortezza emerse uno sciame di velivoli: i famigerati Mechamorph.

Le Frecce Spaziali si gettarono in formazione. Iniziò lo scambio di colpi da entrambe le parti. Entrambi i contendenti disponevano di laser e missili a punta perforante, ed entrambi si diedero da fare per mettere a segno tutti i colpi. Lo svantaggio numerico, tuttavia, era semplicemente troppo ampio: per quanto potessero essere volenterosi i tre Thunderiders, erano anche bersagli facili!

Un altro missile colpì la sottile bolla di energia che faceva da scudo.

 

Al centro una stanza dalle pareti coperte di simboli arcani, Maur-Kon stava in piedi. E cantava. Si esprimeva in una lingua antica persino per la sua specie, una combinazione di lingue terrestri morte da tempo immemore e della propria. Un canto con un suo orribile senso, pronunciato con toni cupi, determinati, senza altra nota che quella del male. Cantando, muoveva le braccia e le mani, disegnando rune che solo la sua mente poteva immaginare…

«Il momento è giunto,» disse alla fine in quel gutturale linguaggio. «Accogli in te questa scintilla di arcana vita, sorgi e sconfiggi il mio nemico!» Raccolse le mani a coppa; energia brillò fra di esse…e con un brusco gesto, Lord Maur-Kon scagliò le mani a terra!

 

Ancora una volta, Honcho si sentì tremare i denti al nuovo impatto! Gli scudi elettromagnetici reggevano, ma erano praticamente al minimo. E anche i suoi missili erano finiti…Forse era il momento di provare su calibri più grossi, sì!

“Honcho, Cowboy, pronti a mettersi in formazio…Che?”

Una colonna di energia sgorgò dallo scafo inferiore della nave! La luce colpì in pieno il laghetto del parco; l’acqua ribollì per quell’iniezione di potere, ribollì ma non una goccia evapora…

E non successe nient’altro. La luce si estinse, e la notte tornò padrona.

I velivoli nemici decisero di ritirarsi, mentre la grande fortezza si voltava per allontanarsi dalla scena.

 

“Ma sperate davvero di cavarvela così?” Reddy si preparò all’inseguimento, quando la voce di Tambura lo fermò. “Lasciateli stare! Dirigetevi immediatamente al museo, e cercate di capire cosa volesse fare Maur-Kon.”

La fortezza sparì nel proprio bagliore di teletrasporto.

“Uffa, proprio ora che cominciavo a scaldarmi.”

 

Il traffico era impazzito, il caos aveva trasformato le strade in un unico ammasso di lamiere. Le autorità stavano sudando sette camicie per impedire che l’ammasso cessasse di muoversi del tutto.

Le Frecce Spaziali sorvolarono l’area del laghetto. Gli scansori furono attivati.

 

Honcho disse, “Dottori, qui le letture sembrano impazzite. L’acqua è immobile, ma il livello di radiazioni è oltre la norma…”

 

“Yea,” fece Cowboy. “A sentire gli strumenti, fa un caldo infernale, ma non sta succedendo proprio niente, anzi il lago è proprio freddo.”

 

“È la magia che ha usato: interferisce con l’elettronica. Conoscendo Maur-Kon, comunque, la sua non era stata solo un’esibizione., disse Tambura. “Non dovete lasciare l’area fino a quando non avremo esaminato accuratamente i dati registrati.”

“Va bene,” disse Reddy, “Ma si può sapere cosa stiamo cercando, esattamente?”

“I resti della prima Mechabestia, il Mechamostro. Si trattava di un robot cui era stata data vita per mezzo della magia. Era una macchina pressoché indistruttibile; i vostri predecessori dovettero faticare molto per vincerla[v]…E siamo sicuri che Maur-Kon abbia imparato a nascondere i punti deboli, questa volta.”

“D’accordo,” fece la voce di Honcho, “ma non possiamo bombardare il lago così di punto in bianco. E anche nella formazione combinata, non possiamo entrarci. Se lei è d’accordo, uno di noi può diventare Axelot e controllare. Da vicino.”

 

“Hmm…Va bene. Del resto, non credo che dovreste incontrare molti problemi: a meno che quel laghetto sia senza fondo, dovrebbero esserci pochi resti. Il loro volume complessivo potrebbe, con un po’ di fortuna, formare una bestia che il vostro Try-3 dovrebbe gestire efficacemente.”

“Una domanda, Dottore,” disse Wonder Man, “sapete che fine abbiano fatto gli altri resti di questo ‘Mechamostro’?”

“Purtroppo no. Presumibilmente, sono stati acquisiti da qualche impresa privata o riciclati da qualcuno della popolazione…Una cosa è certa: non sono replicabili se non a mezzo di magia. E non si possono tagliare o fondere per riforgiarli: in questo, Maur-Kon aveva fatto davvero un buon lavoro.”

“Dottore, la nostra Scarlet potrebbe esorcizzare questi frammenti in un batter…”

“La risposta è ancora ‘no’, per ora, sig. Williams. E ora mi scusi, ho una piccola crisi da gestire. Con le nostre forze.” Cambiò canale, tornando alle Frecce Spaziali. “Cowboy, approvo il piano di Honcho. Sarai tu ad ispezionare quella zona. Per precauzione, combinatevi prima nel Try-3

 

“Ricevuto,” disse Honcho. “Pronti, ragazzi? In formazione! 1, 2, 3!”

I tre velivoli si disposero in fila indiana, con il Jack Knight in testa, il King Arrow nel mezzo e il Queen Rose in coda. Un campo protettivo di energia generato da tutti i velivoli, li avvolse in un abbraccio abbagliante.

I fianchi del Knight si estesero,. Il muso e le ali dell’Arrow, invece, si ritirarono completamente, riducendo così il velivolo ad un tozzo parallelepipedo. Le ali del Rose rientrarono, e la cabina di guida roteò di 90° contro il muso; allo stesso tempo, la coppia di propulsori ausiliari roteò allo stesso modo, ma verso il basso, per formare i piedi del Try-3.

Agganciamento! Il Knight, agganciato all’Arrow/torso, roteò le sue estensioni, che, usciti i pugni dalle protuberanze, divennero le braccia. La calotta superiore si abbassò per rivelare la visiera del robot. Le gambe si agganciarono, e la macchina fu pronta!

Il Try-3 atterrò accanto al laghetto. Memori della terribile distruzione scatenata da una lotta di super-robot, le autorità e la cittadinanza si tenevano bene alla larga dalla scena...

 

…salvo le solite, inevitabili eccezioni.

Il ragazzo, 18 anni, liceale presso il locale istituto, si stava guadagnando una fama meritata di ‘Intrepido’. Infatti, ormai, tutti lo chiamavano solo Juushi, nonostante il suo nome fosse Daisuke Umi. Riusciva ad ottenere risultati formidabili nonostante usasse solo una fotocamera digitale ed il classico blocchetto per gli appunti. Tutti erano sicuri che, finito l’anno scolastico, sarebbe andato a lavorare per l’Asai Shinbun…

Ma, per ora, i sogni di gloria dovevano aspettare. C’era una storia grossa, e in più di un senso, qui! Solo con le foto di quella trasformazione avrebbe esaurito gli abbonamenti al giornale scolastico! Sperava solo che quella macchina non emettesse EMP troppo forti, o il suo articolo andava all’aria… Ehi, cos’è quella?

Una luce! Una specie di piccola cometa era appena schizzata fuori dalla testa del robot! Juushi la vide cadere in acqua, e maledisse di non potersi avvicinare più di tanto…

 

Una volta in acqua, la luce che circondava Axelot si spense, e il gestalt in armatura procedette verso il fondo del laghetto. “Mi sentite, gente? Qui fa un buio pesto che più non si può. Il colpo di Maur-Kon deve avere smosso ogni atomo di fango. Accendo la luce.” Al suo comando mentale, il diadema emise un cono di luce così intensa che un uomo sarebbe svenuto al guardarla…Ma tutto quello che vide meglio fu solo il fango ribollente. “Niente da fare. E non rilevo alcuna traccia di metallo, o di altre cose stra…Co..?”

 

Nello stesso momento in cui Axelot emise quell’esclamazione, la comunicazione si interruppe. Lo schermo divenne un mare di statica.

“Axelot! Cowboy, rispondi!” il corpulento Dott. Charn tentò ogni frequenza, ma la risposta fu sempre la stessa: silenzio!

Sherna vide la tensione sui volti degli altri Thunderiders. Freddamente, disse, “Possono farcela. Abbiate fiducia in loro, e date tutta la forza che potete al vostro amico, finché è ancora tutto d’un pezzo.”

“Come fa a sapere..?” fece Lobo, per poi accorgersi che lei stava indicando un display, che a sua volta mostrava i dati vitali ancora forti di Luke Merriweather.

Improvvisamente, quei dati iniziarono a sobbalzare. Verso il basso!

 

Nel Try-3, la tensione era a dir poco alle stelle.

“Cazzo, sento il suo dolore,” esclamò Reddy, desiderando come non mai di gettarsi in quelle acque torbide per salvare l’amico.

“Il nostro legame ha acquisito molta forza,” disse Honcho, “ma non gli saremo di aiuto, se colpiamo alla cieca. Guarda gli strumenti: con l’interferenza magica, non possiamo distinguere Cowboy da quella fanghiglia.”

“Ma…” improvvisamente, Reddy si sentì colto da un’ondata di debolezza. Così, di punto in bianco, si sentiva come Braccio di Ferro in astinenza da spinaci. “James…”

“Lo sento anch’io. Persino la tuta comincia a sembrarmi troppo pesante…”

Il legame! Se si sentivano così, voleva dire che Axelot stava…Oddio, e adesso che facevano?

 

Una trappola! Stupidi, incapaci, testecalde che erano!

Axelot colpì le alghe che lo avviluppavano con le sue lame dorsali, ma era come colpire la gomma. Si piegavano, ma non si affettavano. E per quanto le tirasse, il risultato era lo stesso; era come avere a che fare con dell’acciaio di gomma!

E la cosa peggiore era che quei tentacoli nati dal fango gli stavano succhiando le forze. Anche senza essere riusciti ad entrare nell’armatura, lo stavano uccidendo lentamente. E più restava a lungo come Axelot, più si esauriva, e più poteva esaurire gli altri…

La vista cominciò ad annebbiarsi…



[i] Nella seconda miniserie di HAWKEYE MUSA

[ii] Ep. #2

[iii] Ultimo episodio

[iv] Ad opera di Quasar, per la precisione

[v] SHOGUN WARRIORS MUSA #4-6