RIASSUNTO: Tutto si è risolto bene nella missione
Africana dei Warriors, che con il super-robot Daltanius, guidato da Leonard Hebb e sua moglie Georgianna, hanno liberato gli ostaggi di
Demonicus e distrutto un’altra delle sue mecha-bestie.
PROLOGO: Base Demonica,
nelle profondità dell’Oceano Indiano
“Due attacchi, due fallimenti. Sto cominciando
seriamente a considerare la nostra…società come alquanto fallimentare,
signori.”
Al suono di quelle parole, le
due figure prostrate sul pavimento si fecero ancora più piccole. “Grande Dottor Demonicus,” disse una di loro,
sollevando la testa. Era un uomo, caucasico, con il volto allungato e decorato
non solo da un paio di lunghi baffi spioventi, ma anche da pitture facciali
nere, geometriche, che accentuavano in modo i suoi già sinistri tratti.
Indossava una specie di elaborato costume giallo, nero e verde con una grande
stella dorata sul petto. “Ancora non conosciamo la potenza effettiva dei nuovi Shogun Warriors, non è colpa di
nessuno.
“Finora abbiamo combattuto e
perso contro solo due di loro, e il terzo ancora deve entrare in azione.”
L’uomo sorrise, “Oh, sì, sono sicuro che saranno in tre anche questa volta. I
miei vecchi nemici, i Seguaci della Luce,
possono essere alquanto prevedibili.”
La figura sul trono indossava
un’armatura nera con un ampio mantello blu. L’elmo dell’armatura era un teschio
stilizzato dagli occhi ardenti e due lunghe corna frontali. “Lasciami
indovinare, Lord Maur-Kon: tu conti
di attirare il terzo robot allo scoperto per collaudarne la forza. Mi sembrava
di averti detto che non intendo sprecare mezzi e forze per dei giochi
infantili!”
Una luce brillò negli occhi
dell’alieno. “Farò quello che posso per annientarlo, ma non dimentichi, Dottor
Demonicus: anche da una sconfitta si può preparare il terreno per la vittoria
finale.”
Le orbite brillarono ancora
più intensamente. “Non hai bisogno di ricordarmelo. Abbiamo fatto entrambi
molta esperienza.
“Purtroppo, il nostro
obiettivo principale, la distruzione totale di tutte le oasi tecnologiche della
Terra, non potrà essere perseguito se prima non ci saremo liberati
dell’ostacolo principale, cioè gli Shogun Warriors…E sia, Lord Maur-Kon. Hai
carta bianca.”
“Può stare tranquillo, mio
signore. Come ho già detto, ho imparato qualcosa dalle precedenti sconfitte, e
questi inesperti guerrieri lo capiranno presto!”
MARVELIT presenta
di
Valerio Pastore
Episodio 6 - PRELUDIO ALLO SCONTRO: LA TRAPPOLA DI
MAUR-KON
Base Astra, Isola di
Santuaria (già Isola del Drago), Oceano Atlantico.
Il nome dell’uomo dai capelli
rossi chino sulla consolle era semplicemente Basque. Il suo volto era concentrato sugli schermi olografici, e
finalmente quella concentrazione si tradusse in soddisfazione. “Bene così,
gente. La sessione di addestramento è finita.”
Pochi istanti dopo, la porta
scorrevole si aprì e ne uscirono cinque uomini e una donna, i celebri Thunderiders:
Ø
James ‘Honcho’ McDonald, la guida del gruppo, ex agente CIA.
Ø
Il biondo Luke ‘Cowboy’ Merryweather, ex ranchero.
Ø
Winthrop ‘RU Reddy’ Roan Jr., figlio di papà, candidato erede ad una fortuna e il
più giovane del gruppo.
Ø
Lobo,
l’enigmatico e burbero ‘lupo solitario’ messicano dal torbido passato.
Ø
Leonard ‘Wrench’ Hebb, ingegnere elettronico e meccanico dalle mani d’oro.
Ø
Georgiana Sue ‘Wings’ Castleberry, moglie di Leonard.
Come furono fuori, una specie
di saetta si gettò addosso a Lobo: era Rover,
un giovane lupo geneticamente modificato e potenziato dall’Impero Segreto[i],
e recentemente salvato dalle grinfie del loro nemico in Brasile[ii]. Un
gesto che lo aveva legato a doppio filo ai cavalieri, soprattutto a Lobo, per
il quale provava un affetto a dir poco frenetico!
”Madre de…grrmph!” tentò Lobo, ma si
ritrovò sommerso da una pelliccia in vena di baci e abbracci -e Rover non era
esattamente un mingherlino.
Basque si avvicinò ai
cavalieri. “Devo dire che siamo tutti impressionati dalle vostre prestazioni:
avete compensato il gap fra voi e le vostre macchine ad una velocità
strabiliante…e crediamo che ciò abbia a che fare col legame mentale che vi unisce.”
“Lo stesso che permette ad
uno di noi di diventare Axelot?”
disse Cowboy.
Basque annuì. “In modo
inconscio, vi trasmettete le esperienze e le conoscenze acquisite. Siete davvero
come un solo organismo. In più, le vostre passate esperienze vi hanno già
adeguatamente predisposto a questa situazione; i nostri complimenti. Ora,
andate pure a riposare, avete il resto della giornata libero.”
Lobo sbuffò. “Sì, di
passeggiare per un’isola deserta. Davvero fantastico.”
“Abbiamo dei simulatori di
realtà molto più efficienti di quello che pensi, Lobo. Provali, e scommetto che
non ne uscirai più!”
Lobo si diresse verso gli
spogliatoi, seguito da Rover. “Amico, Lobo è entrato in questo gruppo per
difendere il mondo, non per darsi alle frivolezze. Datemi piuttosto qualche
altro robot nemico da affrontare, quello sì che mi farebbe piacere!”
Il resto del gruppo lo seguì.
Quando furono dentro, iniziarono a spogliarsi. Reddy disse, “Scusami un po’,
Lobo, ma non eri tu quello che odiava volare? Mi ricordo ancora quando ci
spostammo in aereo per andare ad una gara: sudavi freddo come…”
Lobo si diresse alla doccia.
“Io odio volare quando non sono io a
tenere la cloche. Non mi affiderei a nessuno tranne che a me stesso la mia
sicurezza in volo. Teneteveli, i vostri macinini a più piloti. È Mazinkaiser il mio robot.”
“E dire che cominciavo a
sperare che ti fossi ammorbidito, amico,” disse Cowboy aprendo l’acqua
-rigorosamente fredda, come si conveniva ad un vero cowboy.
Georgianna entrò nella sua
cabina. “Nessuno però si sta chiedendo che ne è stato degli altri, dei nostri predecessori? Non erano fra gli ostaggi
che io e Leonard abbiamo salvato[iii].”
La donna parlava di John Carson, Genji Odashu e Ilongo Savage, i piloti dei precedenti
robot, Combattler V, Danguard A e Raydeen ormai distrutti. Erano stati
rapiti da Demonicus, eppure non erano stati usati come scudo…
“Il Dott. Tambura,” rispose Honcho, sotto un getto rovente, “ci ha
detto che non possiamo fare nulla, ed ha ragione, purtroppo. Non sappiamo dov’è
la base di Demonicus; possiamo almeno contare sul fatto che siano ancora vivi.
Se Demonicus li avesse voluti morti, li avrebbe uccisi sul posto.”
“Lo dici con una tale
calma…come se non te ne importasse…”
“Me
ne importa abbastanza da desiderare di fare a pezzi quel mostro per prendersela
con degli innocenti. Ma dovremo aspettare fino a quando non sarà il momento
giusto.”
Nel centro di controllo, il
cuore di Base Astra, la video-riunione a tre in corso non era meno drammatica…
“Un complotto per riportare
la civiltà umana all’età della pietra?”
Più che stupore, il volto di Kofi Annan,
S.G. delle Nazioni Unite, esprimeva rabbia per questa ennesima mattonata sulla
pace mondiale.
“Esattamente, Sig. Segretario
Generale,” rispose, con serafica calma, l’anziano Dottor Tambura. “Diverse
civiltà aliene sono preoccupate dall’avanzamento della nostra specie, in
particolar modo dalle punte raggiunte da gente come Tony Stark, Reed Richards,
Victor von Doom e da nazioni come Latveria, Wakanda e lo Zilnawa. E
naturalmente dai nostri super-esseri, che crescono di numero ogni giorno.
“Questi alieni sono convinti
che la nostra maturità morale non stia al passo con quella tecnologica, ed
anche se non si può dar loro completamente torto, non possiamo permettere di
farci ridurre in catene da questa xenofobia. Per questo noi Seguaci della Luce
abbiamo creato gli Shogun Warriors: per fermare gli agenti sulla Terra di
questi alieni.”
“Un problema che non si
pone,” intervenne il terzo membro della conferenza, Wonder Man, l’Uomo Ionico, “i Vendicatori hanno accresciuto i loro
ranghi come non mai. Abbiamo i mezzi ed il potere necessario per trovare il
Dottor Demonicus e imprigionarlo una volta per tutte dove non farà male a
nessuno per molto tempo. Inoltre, la rete energetica disposta a protezione
della Terra[iv] ci
segnalerà ogni arrivo dallo spazio esterno. Non saremo presi di sorpresa, ci
potete scommettere, Base Astra.”
Tambura annuì. “Su questo non
abbiamo alcun dubbio, Vendicatori. Ma dubitiamo che una simile escalation nel
conflitto possa essere di aiuto. Il numero e il tipo di basi poste prima dell’avvento della vostra
protezione ci è sconosciuto, e voi non potete disperdere i vostri sforzi
proprio adesso che potere dare il massimo nei vostri benefici intenti.
“Il Dottor Demonicus stesso
non oserà portare la sua lotta agli estremi, ma se si sentisse costretto, lo
farà. Si concentrerà soprattutto sulle oasi di alta tecnologia, soprattutto
sullo Zilnawa, e a lui possiamo pensarci noi. Se avremo bisogno di aiuto,
Vendicatori, saremo felici di chiedervelo. E avete già visto che non siamo
inerti di fronte al nemico.
“Quanto all’ONU, Sig.
Segretario Generale, abbiamo bisogno di una vostra…sponsorizzazione. Non
possiamo metterci alle vostre dipendenze, ma dobbiamo essere riconosciuti come
una forza di pace legale in tutto il mondo. Siamo disposti a venire incontro
alle vostre esigenze, come una sorta di agenzia indipendente, ma non possiamo
permettere che le piccole beghe politiche interferiscano col nostro lavoro.”
Kofi Annan rimase muto, a
pensarci. Sull’altro schermo, Wonder Man schiumava fra sé e sé: non poteva
neppure criticare più di tanto la posizione di Base Astra: c’erano testimoni
abbondanti sulle prodezze dei nuovi SW, e su quelle dei precedenti. Non erano
supercriminali con secondi fini, ufficialmente, ed Annan non avrebbe mai
accettato un conflitto fra Vendicatori e Shogun. Erano in gamba, doveva
ammetterlo: contattando prima l’ONU, avevano un passo di vantaggio, ed avevano
avuto il tempo di esporre i loro propositi senza dare il tempo ai Vendicatori
di organizzare delle efficaci obiezioni!
Finalmente, dopo
interminabili minuti, Annan disse, “Lo sa Dio che, dopo i recenti attentati, e
l’instabilità mondiale che sembra avere ingranato la quarta, ci sia bisogno di
forze efficienti sponsorizzate dalle Nazioni Unite. E sia: proporrò questo
patrocinato al Consiglio in una sessione straordinaria. Dobbiamo chiedervi,
tuttavia, di tenervi a disposizione per una…cerimonia di presentazione in luogo
e data da destinarsi. Avremo anche bisogno di un rapporto sommario sulle forze
a vostra disposizione; dovete capire che, possedendo armi non convenzionali
come le vostre, e dopo la risoluzione che ha imposto allo Zilnawa di cessare
l’uso del suo Mazinger Alfa, non
possiamo non mantenere uno stretto controllo sui vostri super-robot.”
“Comprendiamo perfettamente.
Siamo pronti a venire incontro alle vostre richieste, fin quando potremo
mantenere un’indipendenza organizzativa. Inoltre, il rapporto sarà ‘solo per i
tuoi occhi’, Signor Segretario Generale, per la precisione gli occhi dei
Vendicatori: nessun bene potrà venirne, se dei burocrati mettessero le mani sui
nostri segreti.”
Annan annuì. “E sia. I
Vendicatori saranno i vostri referenti.”
Wonder Man quasi sospirò di
sollievo: mezza vittoria era meglio di niente…
L’allarme!
Tambura sollevò la testa. “Cosa succede?”
Una nuova finestra si aprì
sullo schermo. Mostrava un punto luminoso all’altezza di una città in Giappone.
La voce della Dottoressa Sherna
irruppe dall’intercom. “La fortezza mobile di Demonicus si è materializzata a
breve distanza dal Monte Fujimoto, sulla perpendicolare della città.”
Tambura poteva avere i suoi
anni, anche per un alieno umanoide, ma la memoria non gli faceva per niente
difetto: ricordava bene che in quel punto i vecchi Shogun Warriors avevano
combattuto il loro scontro con… “Maledizione! Sherna, dammi una lettura
dell’equilibrio del mana in
quell’area!”
“Lo sto facendo adesso…sì,
non c’è dubbio: è Lord Maur-Kon, e sta concentrando un grande potere…sul
parco.”
“Sig.
Segretario, Vendicatori; sembra che abbiate l’occasione di osservare come
sappiamo gestire uno scenario domestico.” Cambiò canale di comunicazione.
“Honcho, Cowboy, Reddy. È il momento di provare il vostro valore. Che le stelle
vi assistano.”
Con le tute da combattimento
addosso, i tre uomini corsero alle loro posizioni, precisamente verso tre
sedili disposti a cerchio, al centro della stanza da cui si diramavano le
‘piste’ personali dei piloti. Una volta seduti, dei manubri si estesero dagli
schienali fino ai loro fianchi. Loro li afferrarono. Botole si aprirono sotto i
sedili, che iniziarono la loro discesa.
Percorsero ognuno un tunnel luminoso, fino a giungere all’hangar. Lì, sulle
rampe di lancio, attendevano tre aerovelivoli, ognuno di una forma diversa: il King Arrow, dal suo muso squadrato e le
ali posteriori. Il Jack Knight, senza
ali, ma con due grosse protuberanze ovali affianco al muse. Il Queen Rose, il più ‘squadrato’ dei tre,
con la cabina posta sul lato inferiore del muso tozzo.
I tre sedili a propulsione
terminarono la corsa ognuno in una cabina. Non ebbero neppure bisogno di
annunciare di essere pronti. Appena furono dentro, il portello di lancio fu
aperto.
“E ora, vediamo di fare sul
serio!” disse Cowboy, tirando la cloche. “Siii…VA!”
Tre
coppie di fiammate, tre lanci perfetti. I velivoli furono fuori come frecce,
definizione più che adeguata per le Frecce
Spaziali, appunto. Immediatamente dopo la loro uscita, gli apparecchi
furono avvolti dal bagliore del teletrasporto…
Riapparvero in vista della
città…e della fortezza.
“Cavoli, dal vivo è
decisamente da paura!” esclamò Reddy. “Non ci basterebbe tutta la Sesta Flotta
per ammaccarla, Doc!”
Il volto di Tambura apparve
sullo schermo. “Cavalieri, dovete comunque attaccare ed interferire con
l’operato di Maur-Kon, o avrete a che fare con una minaccia peggiore della fortezza stessa.”
In quel momento, dalla
fortezza emerse uno sciame di velivoli: i famigerati Mechamorph.
Le Frecce Spaziali si
gettarono in formazione. Iniziò lo scambio di colpi da entrambe le parti.
Entrambi i contendenti disponevano di laser e missili a punta perforante, ed
entrambi si diedero da fare per mettere a segno tutti i colpi. Lo svantaggio
numerico, tuttavia, era semplicemente troppo ampio: per quanto potessero essere
volenterosi i tre Thunderiders, erano anche bersagli facili!
Un
altro missile colpì la sottile bolla di energia che faceva da scudo.
Al centro una stanza dalle
pareti coperte di simboli arcani, Maur-Kon stava in piedi. E cantava. Si
esprimeva in una lingua antica persino per la sua specie, una combinazione di
lingue terrestri morte da tempo immemore e della propria. Un canto con un suo
orribile senso, pronunciato con toni cupi, determinati, senza altra nota che
quella del male. Cantando, muoveva le braccia e le mani, disegnando rune che
solo la sua mente poteva immaginare…
«Il momento è giunto,» disse
alla fine in quel gutturale linguaggio. «Accogli in te questa scintilla di
arcana vita, sorgi e sconfiggi il mio nemico!» Raccolse le mani a coppa;
energia brillò fra di esse…e con un brusco gesto, Lord Maur-Kon scagliò le mani
a terra!
Ancora una volta, Honcho si
sentì tremare i denti al nuovo impatto! Gli scudi elettromagnetici reggevano,
ma erano praticamente al minimo. E anche i suoi missili erano finiti…Forse era
il momento di provare su calibri più grossi, sì!
“Honcho, Cowboy, pronti a
mettersi in formazio…Che?”
Una colonna di energia sgorgò
dallo scafo inferiore della nave! La luce colpì in pieno il laghetto del parco;
l’acqua ribollì per quell’iniezione di potere, ribollì ma non una goccia
evapora…
E non successe nient’altro.
La luce si estinse, e la notte tornò padrona.
I velivoli nemici decisero di
ritirarsi, mentre la grande fortezza si voltava per allontanarsi dalla scena.
“Ma sperate davvero di
cavarvela così?” Reddy si preparò all’inseguimento, quando la voce di Tambura
lo fermò. “Lasciateli stare! Dirigetevi immediatamente al museo, e cercate di
capire cosa volesse fare Maur-Kon.”
La fortezza sparì nel proprio
bagliore di teletrasporto.
“Uffa,
proprio ora che cominciavo a scaldarmi.”
Il traffico era impazzito, il
caos aveva trasformato le strade in un unico ammasso di lamiere. Le autorità
stavano sudando sette camicie per impedire che l’ammasso cessasse di muoversi
del tutto.
Le Frecce Spaziali
sorvolarono l’area del laghetto. Gli scansori furono attivati.
Honcho disse, “Dottori, qui
le letture sembrano impazzite. L’acqua è immobile, ma il livello di radiazioni
è oltre la norma…”
“Yea,” fece Cowboy. “A
sentire gli strumenti, fa un caldo infernale, ma non sta succedendo proprio
niente, anzi il lago è proprio freddo.”
“È la magia che ha usato:
interferisce con l’elettronica. Conoscendo Maur-Kon, comunque, la sua non era
stata solo un’esibizione., disse Tambura. “Non dovete lasciare l’area fino a
quando non avremo esaminato accuratamente i dati registrati.”
“Va bene,” disse Reddy, “Ma
si può sapere cosa stiamo cercando, esattamente?”
“I resti della prima
Mechabestia, il Mechamostro. Si
trattava di un robot cui era stata data vita per mezzo della magia. Era una
macchina pressoché indistruttibile; i vostri predecessori dovettero faticare
molto per vincerla[v]…E
siamo sicuri che Maur-Kon abbia imparato a nascondere i punti deboli, questa
volta.”
“D’accordo,”
fece la voce di Honcho, “ma non possiamo bombardare il lago così di punto in
bianco. E anche nella formazione combinata, non possiamo entrarci. Se lei è
d’accordo, uno di noi può diventare Axelot e controllare. Da vicino.”
“Hmm…Va bene. Del resto, non
credo che dovreste incontrare molti problemi: a meno che quel laghetto sia
senza fondo, dovrebbero esserci pochi resti. Il loro volume complessivo
potrebbe, con un po’ di fortuna, formare una bestia che il vostro Try-3 dovrebbe gestire efficacemente.”
“Una domanda, Dottore,” disse
Wonder Man, “sapete che fine abbiano fatto gli altri resti di questo ‘Mechamostro’?”
“Purtroppo no.
Presumibilmente, sono stati acquisiti da qualche impresa privata o riciclati da
qualcuno della popolazione…Una cosa è certa: non sono replicabili se non a
mezzo di magia. E non si possono tagliare o fondere per riforgiarli: in questo,
Maur-Kon aveva fatto davvero un buon lavoro.”
“Dottore, la nostra Scarlet potrebbe esorcizzare questi
frammenti in un batter…”
“La
risposta è ancora ‘no’, per ora, sig. Williams. E ora mi scusi, ho una piccola
crisi da gestire. Con le nostre forze.” Cambiò canale, tornando alle Frecce
Spaziali. “Cowboy, approvo il piano di Honcho. Sarai tu ad ispezionare quella
zona. Per precauzione, combinatevi prima nel Try-3
“Ricevuto,” disse Honcho.
“Pronti, ragazzi? In formazione! 1, 2, 3!”
I tre velivoli si disposero
in fila indiana, con il Jack Knight in testa, il King Arrow nel mezzo e il
Queen Rose in coda. Un campo protettivo di energia generato da tutti i
velivoli, li avvolse in un abbraccio abbagliante.
I fianchi del Knight si
estesero,. Il muso e le ali dell’Arrow, invece, si ritirarono completamente,
riducendo così il velivolo ad un tozzo parallelepipedo. Le ali del Rose
rientrarono, e la cabina di guida roteò di 90° contro il muso; allo stesso
tempo, la coppia di propulsori ausiliari roteò allo stesso modo, ma verso il
basso, per formare i piedi del Try-3.
Agganciamento!
Il Knight, agganciato all’Arrow/torso, roteò le sue estensioni, che, usciti i
pugni dalle protuberanze, divennero le braccia. La calotta superiore si abbassò
per rivelare la visiera del robot. Le gambe si agganciarono, e la macchina fu
pronta!
Il Try-3 atterrò accanto al
laghetto. Memori della terribile distruzione scatenata da una lotta di
super-robot, le autorità e la cittadinanza si tenevano bene alla larga dalla
scena...
…salvo le solite, inevitabili
eccezioni.
Il ragazzo, 18 anni, liceale
presso il locale istituto, si stava guadagnando una fama meritata di
‘Intrepido’. Infatti, ormai, tutti lo chiamavano solo Juushi, nonostante il suo
nome fosse Daisuke Umi. Riusciva ad ottenere risultati formidabili nonostante
usasse solo una fotocamera digitale ed il classico blocchetto per gli appunti.
Tutti erano sicuri che, finito l’anno scolastico, sarebbe andato a lavorare per
l’Asai Shinbun…
Ma, per ora, i sogni di
gloria dovevano aspettare. C’era una storia grossa,
e in più di un senso, qui! Solo con le foto di quella trasformazione avrebbe
esaurito gli abbonamenti al giornale scolastico! Sperava solo che quella
macchina non emettesse EMP troppo forti, o il suo articolo andava all’aria… Ehi, cos’è quella?
Una luce! Una specie di
piccola cometa era appena schizzata fuori dalla testa del robot! Juushi la vide
cadere in acqua, e maledisse di non potersi avvicinare più di tanto…
Una
volta in acqua, la luce che circondava Axelot si spense, e il gestalt in
armatura procedette verso il fondo del laghetto. “Mi sentite, gente? Qui fa un
buio pesto che più non si può. Il colpo di Maur-Kon deve avere smosso ogni
atomo di fango. Accendo la luce.” Al suo comando mentale, il diadema emise un
cono di luce così intensa che un uomo sarebbe svenuto al guardarla…Ma tutto
quello che vide meglio fu solo il fango ribollente. “Niente da fare. E non
rilevo alcuna traccia di metallo, o di altre cose stra…Co..?”
Nello stesso momento in cui
Axelot emise quell’esclamazione, la comunicazione si interruppe. Lo schermo
divenne un mare di statica.
“Axelot! Cowboy, rispondi!”
il corpulento Dott. Charn tentò ogni
frequenza, ma la risposta fu sempre la stessa: silenzio!
Sherna vide la tensione sui
volti degli altri Thunderiders. Freddamente, disse, “Possono farcela. Abbiate
fiducia in loro, e date tutta la forza che potete al vostro amico, finché è ancora
tutto d’un pezzo.”
“Come
fa a sapere..?” fece Lobo, per poi accorgersi che lei stava indicando un
display, che a sua volta mostrava i dati vitali ancora forti di Luke
Merriweather.
Improvvisamente,
quei dati iniziarono a sobbalzare. Verso il basso!
Nel Try-3, la tensione era a
dir poco alle stelle.
“Cazzo, sento il suo dolore,” esclamò Reddy, desiderando come
non mai di gettarsi in quelle acque torbide per salvare l’amico.
“Il nostro legame ha
acquisito molta forza,” disse Honcho, “ma non gli saremo di aiuto, se colpiamo
alla cieca. Guarda gli strumenti: con l’interferenza magica, non possiamo
distinguere Cowboy da quella fanghiglia.”
“Ma…” improvvisamente, Reddy
si sentì colto da un’ondata di debolezza. Così, di punto in bianco, si sentiva
come Braccio di Ferro in astinenza da spinaci. “James…”
“Lo sento anch’io. Persino la
tuta comincia a sembrarmi troppo pesante…”
Il legame! Se si sentivano
così, voleva dire che Axelot stava…Oddio, e adesso che facevano?
Una trappola! Stupidi,
incapaci, testecalde che erano!
Axelot colpì le alghe che lo
avviluppavano con le sue lame dorsali, ma era come colpire la gomma. Si
piegavano, ma non si affettavano. E per quanto le tirasse, il risultato era lo
stesso; era come avere a che fare con dell’acciaio di gomma!
E la cosa peggiore era che
quei tentacoli nati dal fango gli stavano succhiando
le forze. Anche senza essere riusciti ad entrare nell’armatura, lo stavano
uccidendo lentamente. E più restava a lungo come Axelot, più si esauriva, e più
poteva esaurire gli altri…
La vista cominciò ad
annebbiarsi…