DEVIL L’UOMO SENZA PAURA
N° 9
(PARTE
PRIMA)
Di Carlo Monni
Il Grand Jury è un’istituzione peculiare dei paesi anglosassoni.
Quando vuole incriminare qualcuno per un reato, il Pubblico accusatore consegna ad un giudice un atto che si chiama “Informazione” ed il giudice convoca non meno di 16 e non più di 23 onesti cittadini affinché decidano se un reato è stato commesso e se esistono elementi a carico di una o più persone tali da giustificare un processo nei loro confronti.
Per raggiungere lo scopo il Grand Jury visiona i documenti e sente i testimoni indicati nell’Informazione e tutti quelli che ritiene utili per raggiungere una decisione. I testimoni sono obbligati a presentarsi, ma, se ricorre il caso, possono rifiutare di rispondere appellandosi al V Emendamento.[1] Il procedimento è segreto sino alla sua conclusione e la difesa viene informata degli elementi d’accusa solo dopo che è stato firmato il documento d’incriminazione.
L’incriminazione a mezzo del Grand Jury è obbligatoria per tutti i più gravi reati federali, mentre negli ordinamenti statali, non solo non è obbligatoria, ma spesso le viene preferita quella tramite l’udienza preliminare con partecipazione del difensore.
La decisione
di incriminare deve essere presa dal Grand Jury con il voto di almeno dodici
giurati. Se dodici di questi bravi ed onesti cittadini non si trovano d’accordo
sull’incriminazione, la richiesta viene respinta. Non importa che 11 siano
favorevoli, quell’unico dissenziente impedisce il Rinvio a giudizio. In ultima
analisi il fato di una persona riposa tutto sulle spalle di un’altra.
1.
Ciao
Karen, lo so che non vengo spesso a farti visita, ma sai com’è la mia vita e
poi tu, o meglio quel che conta di te, non è dentro questa tomba, ma nel mio
cuore e neri miei ricordi. Hai lasciato un vuoto dentro di me Karen, un buco
che non si riempirà mai del tutto. Oh certo, le ferite si cicatrizzeranno col
tempo ed anche il dolore sembrerà meno forte, ma il senso d’incompletezza rimarrà
ed io dovrò imparare a convivere con esso.
Ricordi com’era all’inizio Karen?
Matt Murdock, Foggy Nelson, Karen Page, due giovani avvocati entusiasti ed una
segretaria. Eravamo giovani, ingenui e, forse, più felici anche se non lo
capivamo del tutto. Il tempo ci ha cambiato, ma alla fine c’eravamo ritrovati.
È colpa mia quello che è avvenuto? Se io non fossi Devil, non saresti mai stata
il bersaglio dei piani contorti di Mysterio e Bullseye non ti avrebbe uccisa.
Sono io il responsabile? E lo sono per le morti di Heather e Glorianna? No! So
cosa mi diresti: Heather Glenn era già psicologicamente instabile e, prima di
conoscermi, aveva già tentato il suicidio, mentre l’uomo che ha ucciso
Glorianna O’Brien, non sapeva nemmeno che conoscesse Matt Murdock o Devil. Stai
tranquilla Karen, stavolta non cederò. Sarò forte quanta basta per far sì che i
responsabili del tuo fato paghino secondo giustizia.
La
redazione di un grande giornale non dorme mai, è sempre frenetica per
l’attività di qualcuno. Il nostro amato Editore, l’unico ed insuperabile
J.Jonah Jameson, è sempre il primo ad arrivare in ufficio. Sbriga un po’ di
scartoffie nel suo ufficio all’attico, poi scende dove veramente batte il suo
cuore, qui tra di noi, perché vedete, può aver fatto i soldi e dirigere un
piccolo impero editoriale, ma J.J.J. è e resterà sempre un giornalista. A
proposito, sono un giornalista anch’io, il mio nome è Ben Urich e lavoro al
Daily Bugle. Come dite? Lo sapevate già? Ripetere non fa mai male, gente.
La
solita riunione di redazione è guidata da J.J.J. in persona, con Joe Robertson,
il direttore e Kathryn Cushing, il redattore capo della cronaca cittadina
-Dobbiamo coprire i due grandi
eventi del giorno…- dice Jameson -…L’udienza al Grand Jury Federale e quella
del Grand Jury cittadino per l’incriminazione dei boss criminali arrestati la
settimana scorsa[2] e,
naturalmente, le elezioni. Chi se ne occupa?
-Urich e Nelson andranno al Grand
Jury.- risponde Robbie –Se tutto va bene avremo la risposta entro stanotte. Per
le elezioni a chi avevi pensato Kathryn?-
Kathryn
Cushing si schiarisce la voce, è tornata tra noi solo da poco tempo.dopo il
breve periodo in cui J.J.J. era stato costretto a licenziare lei e tanti altri
per difficoltà finanziare. Kate mi piace, ma a volte è troppo rigida.
-Pensavo di mandare Betty Brant a
seguire le elezioni del Procuratore distrettuale al l Quartier Generale di
Blake Tower.-
-Bene, cosa dicono i sondaggi?-
-Molta incertezza. Ieri Tower era dato vincente con il 52%,
oggi è in vantaggio Ferrari con il 50,3% contro il 49,7 di Tower.
-Un margine basso.- Commenta
Robbie
-Non avremo un riconteggio, spero…
o, magari si, giorni di incertezza farebbero vendere molti più giornali.-
-Non auguriamocelo Jonah, questa
città ha bisogno di stabilità adesso.- ribatte Robbie
-Uhm, giusto.-
-Ha sentito la notizia Jonah?-
interviene Betty Brant –Il New York Daily Express ha un nuovo proprietario.-
-Quel fogliaccio da due soldi? Non
mi preoccupa, più di quanto mi preoccupi il Globe.
Ora scusate, ma devo salire alla
riunione con quelli di Now.-
Jameson
se ne va e la riunione si scioglie. L’umore di J.J.J. non è dei migliori
ultimamente, dicono che abbia a che fare con la recente scomparsa del figlio,[3]
un tempo le vicende dei suoi concorrenti l’avrebbero interessato parecchio. Un
momento però, sta parlottando con Robbie, mi pareva strano, sorrido.
-Dove andiamo capo?- mi chiede
Candace Nelson, la mia ombra fedele degli ultimi tempi
-Alla Corte Federale bimba…e non
chiamarmi capo.-
-Se tu non mi chiami bimba…capo.-
ribatte lei sogghignando
faccio
una smorfia ed ignoro la sua mentre mi accendo una sigaretta uscendo dal
palazzo del Bugle
-Il processo?- chiede lei
-Non è un vero processo, solo
l’udienza per l’incriminazione per i reati federali, non avremo il processo per
almeno tre settimane, credo, senza contare che, non appena i federali avranno
finito con loro, i Boss saranno scaricati alla giustizia locale. Se tutto va
bene, vedranno il sole dietro le sbarre per qualche decina d’anni.-
-Credi che accadrà?-
Sospiro
-Solo se Caesar Cicero arriverà
vivo a quest’udienza ed al successivo processo, altrimenti tutto cadrà come un
castello di carte e sono pronto a scommettere che la taglia su Cicero è
abbastanza grande da far gola a più di un criminale.-
Naturalmente
io so che Matt Murdock, l’avvocato di Cicero è anche Devil e questo renderà più
difficile il compito di qualsiasi assassino, ma, anche Matt è solo umano,
dopotutto e non è detto che ce la faccia.
Nel Centro di Detenzione Federale di New York, l’uomo chiamato Kingpin parla con il suo avvocato: Rosalind “Razor” Sharpe
-Nessuna speranza di cauzione, dunque?- chiede
-No, purtroppo…- risponde lei -…le accuse sono molto gravi e lei è già fuggito una volta , mentre era sottoposto ad inchiesta federale, non vogliono correre lo steso rischio, dovrà restare in prigione sino al processo.-
-Capisco. MI spieghi bene cosa accadrà stamattina.- continua Kingpin
-È molto semplice. Il Procuratore Federale sottoporrà il caso al Grand Jury, e loro dovranno decidere se rinviarvi a giudizio dinanzi alla Corte Federale per il vero e proprio processo. Contemporaneamente al Tribunale cittadino si riunirà il Grand Jury locale per ascoltare il caso presentato dal Procuratore Distrettuale per i reati non federali.-
Wilson Fisk annuisce
-Non possiamo far niente per opporci?
-Assolutamente niente e non ci conviene, io credo. Al processo potremo farcela dopotutto.-
-Non le creerà problemi il fatto che il Procuratore Federale è suo figlio?
-No.- ribatte decisa Razor –Io do sempre il mio meglio e se le accuse contro di lei possono essere smontate, beh lo saranno, ci conti..-
Wilson Fisk sorride.
-Ci conto, avvocato, in ogni caso io ed I miei…soci…abbiamo già preso le nostre precauzioni.-
Razor non osa chiedere chiarimenti, per il suo stesso bene. Sa che Fisk non farà nulla, contro Foggy o, almeno, lo spera, ma teme quel che vogliono sottintendere le sue parole. Tutti hanno diritto alla difesa, il compito di un avvocato è garantire i diritti del suo cliente, non importa di quali delitti sia accusato o se sia colpevole o innocente. Così le hanno insegnato alla Scuola di Legge, ma come potrebbe negare di essere diventata quel genere di avvocato che sceglie il cliente solo sulla base del conto in banca ed al diavolo gli scrupoli morali? La chiamano Razor perché in aula è tagliente ed affonda senza pietà proprio come un rasoio affilato, ma anche nella vita non è diversa. Si è negata il lusso dei sentimenti da anni ormai, solo quel che può tornarle utile conta e nient’altro. Non ha mai avuto pentimenti per questo, non può permetterseli.
2.
Il bar di Josie è, come al solito, pieno di fumo che assale le mie narici ipersensibili, ma l’odore pesante non basta a nascondermi la traccia dell’uomo che cerco, seduto ad un tavolo che gioca a carte.
Passo accanto al banco mentre la
folla ammutolisce e Josie in persona mi dice:
-Devil…per
carità….la vetrina è nuova.-
-Tranquilla
Josie...- rispondo -…se i ragazzi fanno i bravi…-
Ho appena finito di parlare che un
tizio tenta di sferrarmi una bottigliata in testa, evitare il colpo,
afferrargli il polso e farlo roteare sopra la mia testa è un gioco da ragazzi.
Ci sono un paio di tizi che sfilano i coltelli ed io mi giro verso di loro
-Se
volete davvero provarci….- dico loro. Mi guardano e sento i loro battiti accelerare
e l’odore del loro sudore, poi…dopo pochi attimi, rinfoderano le armi e si
allontanano.
-Visto
Josie? Se i ragazzi fanno i bravi non ci sono problemi.- dico sorridendo, poi
mi dirigo verso il tavolo dove Turk non si è mosso
-Ciao
Turk, dobbiamo parlare.-
-Io
non so niente, non ti dirò niente!-
-Scommettiamo?-
Poco tempo dopo mi trovo sopra un
certo attico di Park Avenue e mi capita di pensare come faccia a mantenere
questo tenore di via, un buon agente di borsa. Atterro delicatamente sulla
terrazza ed entro.
-Buona
sera Ivan!- saluto
-Murdock, non sai usare la porta come le persone normali?- ribatte il russo
-Nuocerebbe alla mia immagine.- ribatto.Lei è qui?-
Conosco la risposta prima che me la dia: il mio senso radar percepisce la sua silhouette apparire nel vano della porta del salone, il mio superudito sente il battito del suo cuore che pulsa ritmicamente, il mio super odorato assapora la sua fragranza naturale con un velo di sudore che ha cancellato completamente ogni traccia del profumo che di solito usa.
-Matt a cosa devo la visita?- mi chiede con il suo solito tono vagamente ironico
-Direi che stai bene Natasha.- mi limito a rispondere –Ho un favore da chiederti..-
Posso immaginarla sorridere mentre dice:
-Ed io che speravo che avessi una proposta più…personale…ahimè, forse sto cominciando a perdere il mio fascino.-
-Nemmeno a sessant’anni mia cara. Possiamo parlare?
-Seguimi ed intanto, dimmi: cosa posso fare per te?- chiede
-Ho bisogno del tuo aiuto. Oggi Caesar Cicero deve testimoniare al Grand Jury Federale. Il Maggia ha messo una taglia sulla sua testa. Il Club del 1400 L’organizzazione d’assassini a pagamento dello Straniero ha accettato il contratto ed è vitale che Cicero arrivi vivo al processo, io sarò con lui come avvocato, ma qualcuno deve proteggere l’esterno.-
Siamo arrivati sino in camera sua e Natasha comincia a spogliarsi. Sa che il fatto che non posso realmente vederla non fa gran differenza e la cosa la diverte. Mi si avvicina
-Sempre il solito cavaliere senza macchia e senza paura eh Matt? Credi davvero che li condanneranno? E poi…Cicero non è migliore degli altri ed avrà l’immunità, ti sembra giusto?-
Cerco di mantenere l’autocontrollo.
-Si…- rispondo -…se servirà a mandare in galera tutti gli altri, è il prezzo da pagare.-
-Matt…sei irrecuperabile, d’accordo lo farò…per te. Ora, scusami, ma vado a farmi una doccia…naturalmente, se vuoi farmi compagnia…-
Sorrido, ci sono tentazioni a cui anche i santi troverebbero difficile resistere, ma io dovrei essere abbastanza furbo da farlo, per questa volta.
Nel mio ufficio nel Nido del Gufo posso
controllare tutti i miei affari leciti ed illeciti senza grossi problemi., il
grande vantaggio dei computers. La cosa più urgente è stata sbloccare le
proprietà che ho recentemente acquisito da Wilson Fisk[4]
dopo il sequestro operato dalle autorità federali e locali, dopotutto Kingpin
me le ha cedute con tanto di contratti debitamente firmati, mi costerà tempo e
denaro in avvocati, ma otterrò quel che voglio alla fine. Sono sempre stato un
uomo d’affari, il nome di Leland Owlsley era temuto a Wall Street da molti anni
prima che cercassi la supremazia sul mondo criminale e di tutte le proprietà
Fisk, l’emittente televisiva, la W.F.K.S. è la più interessante, il potere dei
media è determinante nel mondo d’oggi. Uhm, cos’è questo? Una notizia d’agenzia
apparentemente di secondo piano…il New York Daily Express è stato acquistato
dalla News Service Corporation… Davvero interessante. Solo pochi uomini sanno
chi c’è realmente dietro quella società, d’altra parte quella della
riservatezza è una vera e propria mania per lui. Non posso fare a meno di
chiedermi se non abbia qualche piano che potrebbe interessarmi. Potrebbe valere
la pena di tenerlo d’occhio.
Beh, è venuto il momento di muoversi,
New York mi aspetta ed è ora che il suo nuovo padrone si faccia sentire.
3.
Deborah Harris si chiede per l’ennesima volta cosa le stia succedendo. L’unica cosa che sa per certo è che Matt Murdock le interessa sul serio. È difficile da credersi. Si conoscono da anni, ma mai aveva pensato a lui in quel senso, eppure… forse è stato un bizzarro effetto nostalgia: il ricordo di tempi più semplici e felice, prima che circostanze ancora non chiarissime portassero lei e Foggy su sentieri così lontani. Debbie non lo sa, eppure era successo e per Matt è lo stesso lo sente. Forse è ora che cresca, pensa.
Mentre procede lungo Madison Avenue, un furgone la sorpassa e lei non nota nulla di strano. Non sa (e come potrebbe saperlo?) che in meno di mezz’ora Matt Murdock rischierà la sua stessa vita a causa di quel furgone e dei suoi occupanti.
Eccomi in cima alla gradinata del Palazzo del
Tribunale Federale di Manhattan., il mio cliente Caesar Cicero ha appena finito
di testimoniare e dopo dovrà trasferirsi al tribunale di Contea. In questo
caso, il Procuratore Distrettuale di Manhattan ha scelto, anche lui di agire
convocando il Grand Jury cittadino e le due udienze si stanno svolgendo quasi
contemporaneamente con la necessità per i testimoni di spostarsi tra i due
Tribunali e questo ci riporta a noi.
Sto aspettando l’arrivo di Cicero,
ben sapendo che il momento del suo arrivo e della sua partenza sarebbero stati
quelli peggiori, ma, se ho ragione ad aspettarmi guai per la sua incolumità, a
quanto pare, ho del tutto sottovalutato altri tipi di rischi.
Anche non so capire dove può essere,
il mio personale angelo custode sta osservando l’intera scena ed interverrà se
necessario e la cosa mi rincuora. Entro nel salone e ci trovo il mio vecchio
socio Foggy Nelson, il Procuratore degli Stati Uniti, e la sua Assistente
Esecutiva per il Crimine Organizzato, Kathy Malper. Foggy mi saluta e lo
conosco abbastanza da sapere che è nervoso.
-Andrà
tutto bene Foggy.- gli dico
-Deve.-
risponde lui –Abbiamo molti elementi d'accusa, ma la testimonianza di Cicero
resta fondamentale, in realtà non avremmo niente senza di lui.-
-Il
momento migliore per colpirlo è ora…- interviene Kathy Malper, dall’immagine
che percepisco, direi che ha in testa il suo berretto dei Red Sox, il suo
portafortuna personale -…non hanno scoperto dove lo teniamo ed è proprio
durante il trasferimento che è più vulnerabile.-
Kathy è una ragazza in gamba e farà
certamente carriera, dicono che abbia dedicato al lavoro tutta la vita e che, a
parte il baseball, non esista la vita privata per lei, mi chiedo se è vero. Una
volta pensavo che Devil le piacesse.
Un rumore ci distrae, Cicero sta
arrivando. Posso percepire l’odore della sua paura sin dalla cima delle scale,
sento i federali intorno a lui che si predispongono per una protezione totale,
questo è il momento peggiore, se deve accadere qualcosa, accadrà ora….
Siamo ai piedi della scalinata del
Tribunale Federale, io e Candace Nelson, pronti a fare il nostro dovere di
giornalisti, assieme a tanti altri, compresi i soliti avvoltoi della TV. Cicero
sfoggia la sua solita eleganza da Edward G. Robinson di terza categoria, si
muove come un gorilla con la tremarella, perdonatemi l’immagine azzardata, si
dice che siano in molti a volerlo morto e lui lo sa. Un momento, quel tipo con
l’impermeabile che mi è passato accanto, lo conosco….si volta a guardarmi un
attimo prima di infilarsi in un vicolo dietro al Tribunale e ne sono sicuro,
non confonderei mai la sua faccia con quella di chiunque altro. Senza pensarci
troppo, mi muovo.
-Ben! Dove stai andando Ben?- mi
urla dietro Candace
-Seguimi, presto!- le grido -C’è
qualcosa di grosso in ballo, ho appena visto il P….-
Non
finisco di parlare, il rumore di una potente esplosione scuote l’aria e sbatte
i presenti a terra. Gli occhiali mi sfuggono di mano, cerco disperatamente di
raggiungerli con la mano, mentre sento la gente gridare.
-Ben! Ben!- la voce di Candace mi
giunge ovattata, le mie orecchie ronzano ancora, qualsiasi cosa sia esplosa,
era proprio vicino a me, ma, per quanto fosse forte il botto, non poteva aver
creato grossi danni. Mi rialzo infilando gli occhiali ritrovati e vedo un
gruppo di uomini in tuta verde. Ho letto un dossier su di loro. Appartengono
alla stessa organizzazione che ha ucciso Ned Leeds anni fa.[5]
C’è gente che fa le cose in grande, vedo.
Big C è
contro una parete e sta guardando la canna delle loro armi, accanto a lui un
tizio sui 45 anni, capelli grigio ferro si sta rialzando ed impugna una
pistola:
-Fermi!- intima –giù le armi in
nome della legge!-
Ben
tentato, ma quello li crivelleranno entrambi prima che possa sparare, a meno
che. Un bastone bianco saetta nell’aria e disarma uno dei tizi, mentre una voce
che conosco bene dice:
-Le armi da fuoco possono essere
pericolose, non lo sai?-
Ben
arrivato Matt, tempista come sempre.
Grand Bahama, Bahamas. L’uomo biondo esce dall’acqua e scuote la testa. Si muove deciso verso un bungalow di quella spiaggia privata, entra ed apre il frigo estraendone una lattina di birra. Una piccola debolezza, pensa sorridendo, dopo ne porterà una alla sua compagna giù alla spiaggia. L’uomo si chiama Richard Fisk e potrebbe sembra uno dei tanti ricconi del jet set internazionali, ma a volte le apparenze ingannano. Richard è il figlio dell’uomo che a New York chiamano Kingpin e lui stesso è stato un Boss del mondo criminale di quella grande città. Sembra una vita fa, ma a volte non puoi lasciarti il passato alle spalle tanto facilmente. Un telefono squilla e Richard risponde:
-Si, sono io…uhm capisco, grazie dell’informazione. Si, farò qualcosa al riguardo.-
La donna che entra mentre lui riattacca può essere definita solo bellissima: lunghi capelli biondi ed un corpo da modella valorizzato al massimo dal bikini, gli occhi sono coperti da un paio d’occhiali scuri.
-Problemi?- chiede
-Forse.- risponde Richard –Negli Stati Uniti ci sono questioni che richiedono la mia attenzione, temo che dovrò partire, tu puoi restare se vuoi
-Non vuoi che venga con te?-
-Mi piacerebbe, ma sai che gli Stati Uniti sono ancora pericolosi per te.-
-Pensavo ti fossi incaricato della mia protezione….e di altro ancora.- replica lei sorridendo
-Ho promesso che non ti sarebbe accaduto niente di male e questa è una promessa che manterrò.- ribatte lui e spera che basti a chiudere il discorso.
Per mia
fortuna sono riuscito sgusciare inosservato nella confusione per trasformarmi
in Devil o il Marshal Gerard avrebbe più buchi di un groviera adesso. Se
dipende da me nessuno resterà ucciso stamani e di certo non il mio cliente.
Sento che quei tizi si stanno ridispiegando.
-È lui, Devil!- esclama uno
-Come previsto.- aggiunge un altro. -Ora fatelo fuori,
guadagniamoci la taglia.-
La
taglia? Me n’ero quasi dimenticato, Ivan mi aveva avvertito che qualcuno aveva
messo una taglia sulla testa mia e dell’Uomo Ragno. Ancora non so chi sia, ma è
chiaro adesso perché questi tizi hanno usato un metodo da “cannone contro una
formica” contro Big C, in realtà volevano stanare anche me. Due piccioni con
una fava, beh questo piccione è troppo tosto per loro, contateci. Attiro il
loro fuoco distraendoli dagli altri, ne abbatto un paio ed evito i colpi delle
loro armi. Sono tipi in gamba, ma io sono, non per vantarmi, uno dei migliori.
Cicero
tenta di scappare, ma lo sento improvvisamente bloccato da qualcuno che lo
sbatte a terra. Un altro avversario? Mi distraggo abbastanza a lungo perché uno
dei sicari prenda di mira la mia testa. Penso di riuscire a fermarlo in tempo,
ma non avrò modo di scoprirlo in tempo, è abbattuto da una raffica che gli
squarcia il petto, lo sento cadere a terra, sento il sangue che riempie i suoi
polmoni, l’odore delle sue viscere ed il gorgoglio della sua trachea ostruita
dal suo stesso sangue, poi mi concentro sulla figura dello sparatore e
percepisco una figura massiccia di cui conosco il battito cardiaco, il respiro
pesante, ma regolare. Non avevo bisogno di lui adesso, non del Punitore.
FINE PRIMA PARTE
NOTE DELL’AUTORE
Siamo giunti alla fine di un episodio anomalo di
Devil su cui non occorrono molte spiegazioni. Mi scuso della premessa che sembrava
un trattatello di diritto, ma ritenevo necessario dare una pur minima
spiegazione dei risvolti giudiziari della storia. Non mi piace sembrare
pedante, ma non credo di aver avuto alternative.
Se pensate,
però che Cicero sia nei guai aspettate che inizi il processo, anzi i processi e
vedrete che Big C non avrà da divertirsi, al contrario di voi, spero.
Vi
chiederete chi è il misterioso tizio della News Service Corporation che ha
acquistato l’oscuro quotidiano New York Daily Express, ne saprete di più in
Marvel Knights #9
Quanto ai
piani di Richard Fisk ed alla sua misteriosa (?) compagna, beh seguiteci e ne
saprete di più
Cosa ha
portato il Punitore al Tribunale Federale? Lo saprete su “Il Punitore” #4,
eccezionalmente scritto dal sottoscritto con il seguito dell’eccezionale azione
di quest’episodio
Quanto al
prossimo numero: dopo l’azione di questi episodi Matt ha bisogno di una
vacanza, ma come può rilassarsi quando sulla sua strada si para il
Saccheggiatore? E se c'è Parnival Plunder in giro, può essere molto lontano suo
fratello Kevin alias Ka-Zar? (per non parlare di sua moglie Shanna)
Carlo
[1] Il 5° Emendamento alla Costituzione Americana stabilisce che nessuno può essere obbligato a deporre contro se stesso
[2] Ultimo numero
[3] Se volete saperne di più sul fato di John Jameson, alias Uomo Lupo, alias Stargod, leggetevi KT7 (un Carlo sottilmente pubblicitario)
[4] Negli ultimi due numeri
[5] In Amazing Spider Man 289 (Uomo Ragno, Star, #82)