Mi
chiamo Astrovic, Vance Astrovic. Sono un mutante dotato di poteri
telecinetici e, come tale, sono odiato e temuto. Sono un Vendicatore,
anche se di riserva, e lotto per un mondo migliore. Sono stato in
carcere per aver ucciso mio padre. Sono promesso sposo. In un’altra
vita sono stato un astronauta, e poi un paladino della galassia,
ma questa è stata un'altra vita. Ora sto festeggiando con la mia
futura sposa ed i miei più cari amici la lieta notizia che abbiamo
dato durante la burrascosa cena. Dopo troppo tempo infatti grazie
a Robbie Baldwin, anche noto come Speedball la meraviglia mascherata,
i New Warriors si sono riuniti intorno ad un tavolo, anche se solo
per passare qualche ora a tavola assieme. Tuttavia la cena stava
prendendo una piega a dir poco sconveniente. Per fortuna io e Angelica,
la mia adorata futura sposa, avevamo in programma di farli partecipi
della decisione. Così, quando gli animi erano più tesi abbiamo dato
la notizia e tutto, per ora, sembra andare bene…
Suonano
alla porta – fatto strano visto che il Crashpod, la base segreta
dei New Warriors, è un magazzino abbandonato – Robbie, comunque,
va a controllare da buon “padrone di casa”. Richard (Rich) Rider
mi inizia a fare i complimenti e a darmi un sacco di pacche sulle
spalle. Dwayne Taylor, che poco prima stava per andarsene, con ancora
indosso il cappotto, mi stringe calorosamente la mano e mi fa i
migliori auguri. So che può suonare strano ma questi ragazzi sono
l’unica vera famiglia che desidero per me e mia moglie. Angelica
è circondata dalle attenzioni di Namorita e Mickey (alias Turbo);
per Angelica la situazione è diversa, il matrimonio è per certi
versi un sogno, un punto di arrivo. Ricordo ancora la gioia sul
suo viso quando le chiesi di sposarmi [1].
Non che non se lo aspettasse, ormai la decisione era nell’aria ed
entrambi ne avevamo accennato l’intenzione, ma vedere il suo volto
così felice è stato uno di momenti più belli della mia vita. Spero
di essere in grado di renderla veramente felice.
Come
un pugno nello stomaco vedo Robbie col viso funereo portare tra
le braccia una ragazza svenuta. Dopo un breve momento in cui nella
mia mentre è come se ci fosse il vuoto, la riconosco: è Rina Patel,
Timeslip! Angelica guarda verso di me preoccupata, non capendo perché
il mio viso si sia improvvisamente rabbuiato, poi segue il mio sguardo
e vede Robbie e Rina, svenuta tra le sue braccia. Si porta una mano
alla bocca e grida. Tutto poi succede convulsamente.
Questa
non è proprio la serata giusta!
***
New York – Four Freedom Plasa:
Il
palazzo è praticamente deserto. Solo pochissimi inquilini sono ammessi
nelle sue ampie e sfarzose stanze. Il palazzo è il centro del potere
del Quarto Reicht di cui è indiscusso signore il barone Helmut Zemo.
L’intera isola di Manhattan è un’impenetrabile fortezza: il cielo
è protetto da una potente barriera di suono solido e tutta l’isola
è l’estensione dell’essere chiamato Techno, un essere una volta
umano ed ora fatto di silicio e metallo.
-
Benvenuto nel mio umile laboratorio mio signore!- esordisce la voce
di Techno
-
Mostrati!- ordina Zemo seguito da un piccolo corteo di attendenti
e da qualche cortigiana in abiti succinti.
-
Cosa ti porta nel mio piccolo antro dove studio alchemiche soluzioni
per manipolare l’universo? – lo stuzzica Techno materializzando
un corpo da vecchio e barbuto alchimista.
-
Sai benissimo cosa mi porta qui! Voglio avere notizie sul progetto
per la conquista della realtà parallela che mi hai promesso! –
-Oh
mio ansioso mecenate... impaziente come al solito. -
-
Dunque? – Lo incalza spazientito Zemo.
-
Dopo la dipartita della mia amata principessa. Mi sono rifugiato
nelle mie raccolte di polverosi libri. Ed anzi, ho sguinzagliato
i miei fedeli segugi per scoprire ulteriori notizie per favorire
la tua conquista. Negli archivi del palazzo ho potuto reperire molti
studi del fu Reed Richards sulle realtà alternative, universi paralleli
e simili facezie. Tuttavia, per maggior certezza, ho inviato dei
miei emissari presso la nazione di Latveria in un antico castello
una volta di proprietà di Victor Von Doom. Lì, dopo qualche resistenza
dei sistemi di sicurezza, ormai obsoleti, ho avuto accesso agli
studi effettuati dal defunto scienziato. –
-
Non sono uno stolto Techno! Non mi interessa minimamente come tu
abbia fatto le tue scoperte. Mi interessa esclusivamente cosa tu
abbia scoperto!-
-
Non esiste proprio più il gusto per l’aneddotica! Ma veniamo a noi
dunque. – La carne metallica di Techno ha un fremito e l’alchimista
si dissolve lasciando il simulacro di metallo che abitualmente questi
utilizza per interfacciarsi col mondo. – Ho unito i dati e le congetture
di Richards e Von Doom con i recenti dati empirici
forniti dalla viaggiatrice spazio temporale. Ho poi passato tutto
ad un’attenta simulazione delle possibilità nella mia rete neurale
e sono giunto alla conclusione che non sia possibile aprire un varco
spazio/dimensionale e raggiungere con il nostro esercito la terra
al di là dello specchio.-
-COSA!?!-
urla Zemo avvicinandosi minaccioso al simulacro di Techno. L’uomo
meccanico tuttavia non si scompone ed anzi, impavido si fa più vicino
all’alleato.
-
Le leggi fisiche sono incise nel fuoco, barone. Ne tu ne io possiamo
modificarle. Tuttavia, quando su di una strada si incappa in un
ostacolo ne esiste sempre un’altra in grado di superarlo. Ed io
l’ho trovata per te!-
-
Secondo le mie simulazioni la realtà in cui noi ci troviamo è una
divergenza di quella della nostra viaggiatrice. La nostra in altre
parole è una realtà figlia. Un ramo delle possibilità intrinseche
della realtà da cui proviene la nostra curiosa creatura. Tuttavia,
se alla viaggiatrice è permesso di scendere nelle realtà figlie,
a noi che proveniamo dalla realtà figlia non è concesso fare altrettanto.
Possiamo solo scendere a valle, non ritornare alla sorgente, questo
perché così facendo creeremmo un paradosso e faremmo collassare
il continuum spazio temporale. –
-
Non avevi detto di aver trovato una soluzione, Techno? –
-
Infatti, seguendo un'idea di Von Doomho escogitato un metodo per
poter risalire la corrente, o meglio un artificio! Attraverso le
macchine che tutt’ora sto producendo potremo sovrascrivere la nostra
realtà su quella madre. Potando, per così dire tutti i rami che
da essa derivano.-
-
Nessuna conquista dunque! E’ inaccettabile!-
-
No, mio signore, la sovrascrittura è un processo cruento e macroscopico,
se ci sono esseri degni di un minimo di intelletto dovremo difenderci
da un loro tentativo per fermare il nostro piano. –
-
Nuove battaglie quindi!-
-Si,
scorreranno fiumi di sangue, se mi concedi l’immagine.-
-
Che l’invasione abbia inizio allora!-
-
Provvederò appena avrò potuto studiare ulteriormente le dinamiche
spazio-temporali che utilizza la nostra viaggiatrice.-
Zemo
è impaziente, sfodera la sua spada e con un fendente decapita senza
motivo una delle sue cortigiane.
-Allora
richiama la viaggiatrice come avevi detto e porta a termine gli
esperimenti. Sono impaziente! – urla Zemo allontanandosi dal laboratorio
di Techno imbrattato dal sangue ancora caldo della cortigiana.
***
Direi
che la cena è ufficialmente saltata. Ora siamo tutti stipati nella
piccola infermeria che Night Trasher ha allestito quando ha acquistato
il Crashpod. Forse avrei dovuto insistere per assumere un medico
o almeno un infermiere a tempo pieno quando ero a capo del gruppo.
- Vance, che possiamo fare? – mi chiede preoccupata Angelica stringendosi
al mio braccio.
-
Ancora non lo so, cara. – rispondo temporeggiando. Negli occhi
di Angelica vedo la sua preoccupazione, anche lei ha avuto recentemente
dei problemi con i suoi poteri. Se non fosse intervenuto il professor
Pym l’uso delle sua abilità mutanti la avrebbero potuta rendere
sterile e provocarle seri danni.
Rina
sembrava aver perso i suoi poteri, ma dalle poche frasi confuse
che ha detto prima di svenire inizio a pensare il contrario.
-
Vance, cosa facciamo? – questa volta è Speedball che mi interroga
sul da farsi. Ma io non sono il leader dei New Warriors, almeno
non lo sono più, tuttavia…
-
Cercavo il professor Pym, grazie – Henry Pym oltre ad essere un
brillante scienziato è anche un valente eroe ed uno dei membri fondatori
dei Vendicatori. Aspetto in linea mentre un messaggio preregistrato
mi dice di attendere. – Pronto?-
-
Salve Henry, sono Vance Astrovic. –
-
Vance, qual buon vento! C’è per caso un’emergenza per i Vendicatori?
–
-
Ehm, no. Le telefonavo per una questione “personale”, se non disturbo…
-
-
Sono tutto orecchie ragazzo! Ah, Vance? –
-Si?-
-
Dammi del tu! – Ancora imbarazzato racconto quel poco che so. Pym
ascolta il mio racconto e mi interrompe solo per avere ragguagli
sui poteri di Rina, sempre più interessato al problema.
-
Arrivo in non più di un’ora al quartier generale dei New Warriors
con un po’ di attrezzatura. Durante il viaggio penso di discutere
della situazione con Richards… credo che anche lui sarà molto interessato!
–
-
Grazie Henry! – mi azzardo a dire prima di riattaccare la cornetta.
Almeno adesso abbiamo in arrivo un esperto.
Rientro
nell’infermeria e Rina sembra essersi ripresa.
Ci
racconta sinteticamente cosa le è successo mentre Robbie la circonda
di attenzioni come fa una chioccia. Ci sono state delle tensioni
tra i due, ma ora sembra che sia storia passata, o forse no?
Da
quel poco che capisco i suoi poteri “temporali”, di cui né noi né
tantomeno lei abbiamo ben compreso il funzionamento, sembrano fuori
controllo. Quando c’era Trasher a seguire il gruppo i nostri poteri
erano stati studiati da scienziati esperti nella materia, tuttavia
quando Rina si è unita a noi gli standard di valutazione erano decisamente
scesi… e così Trasher 2 – Justice 0.
La
cosa che mi preoccupa di più del racconto di Rina sono le visioni
che ci ha descritto. Dentro di me spero proprio che siano solo questo,
anche se, già più di una volta, le visioni di Rina si sono realizzate.
Una
terra dominata dai Signori del Male… che prospettiva allettante!
Improvvisamente,
mentre sta concludendo il racconto, Rina è scossa da convulsioni
quasi avesse un attacco epilettico e sviene nuovamente. Spero che
Pym arrivi presto, anzi prestissimo.
***
-Ben
tornata!- esordisce baldanzoso l’essere di metallo e silicio di
nome Techno.
-Non
era un brutto sogno allora…- rivolgendosi più a se stessa che alla
macchina pensante di cui è la prigioniera.
-
No, mia cara. Questa è la realtà… la mia realtà!- sogghigna
ironico Techno.
-
Ma bando alle ciance… non sono riuscito a fare a meno di te, sai
! Tu riesci a stimolarmi come nessuna mai prima di te. Se avessi
un cuore al posto di una pompa idraulica direi che è amore! – scoppia
a ridere Techno. – Ma, dimmi, sono curioso, quand’è che per la prima
volta si sono manifestati i tuoi poteri? Da quel che ho visto sembra
che tu li subisca piuttosto che dominarli… non vuoi parlarne? Non
sarà che ti ho fatto una brutta impressione, strano, solitamente
le donne sono affascinante dagli uomini di potere…- Timeslip resta
in silenzio.
-
Ma forse tu non sei quel tipo di ragazza, vero? – ancora silenzio.
-
E sia – dice passeggiando Techno – Cerchiamo di conoscerci reciprocamente!
Inizio io che ne dici? – silenzio –Lo prendo per un sì. – decide
la macchina – Chi io sia te ne ho già parlato[2],
ma cosa io sia penso tu non possa averlo pienamente compreso, né
tu né il resto del mondo a dir il vero.
Dopo
essere diventato un tutt’uno con la macchina entrai in possesso
di nuovi orizzonti conoscitivi che solo i circuiti integrati prima
e i processori quantici poi avrebbero potuto avere. Da allora la
mia esistenza è stata una continua ricerca. E, per fare ciò, mi
sono addirittura suddiviso in più parti ora custodite in vari avamposti
in tutto il territorio dell’America del Nord, ottenendo come risultato
collaterale l’immortalità della mia essenza.
Tuttavia
l’eternità, quando la si ha in pugno, non è più una sfida. Ben presto
le mie stesse ricerche non erano più fonte di divertimento i miei
esperimenti perdevano di fascino, le mie previsioni erano sempre
più certe e precise. Non avevo più sfide degne di essere chiamate
tali. Anche la pianificazione di una conquista globale che avrei
potuto portare a termine tramite Zemo non ha più il suo fascino.
Ed anche le sfaccettate vicissitudini che ho creato su tutto il
pianeta assumono man mano che passa il tempo scarsa partecipazione
emotiva… La prospettiva con cui guardi il mondo cambia quando sei
immortale. – Techno le si avvicina e le sfiora delicatamente il
viso con le sue dita gelide.
- Ma poi arrivi tu! Una creatura unica, che questa realtà ha perso
prima che io potessi scoprirne il vero valore, e salvarla da una
morte inutile. – Rina apre la bocca come per dire qualcosa.
-
Vedo che questo almeno ha colpito il tuo interesse… eh, già, la
tua controparte in questa realtà è morta tanto tempo fa. I registri
mi dicono durante le prime guerre contro i ribelli. Ironia
della sorte, la forza che ha permesso a me e Zemo di diventare padroni
di questo mondo mi ha privato di un simile gioiello! – nuovamente
Rina non sembra ascoltare le parole di Techno
-
L’argomento ha già perso d’interesse? In fondo ti capisco. Le possibili
realtà sono infinite, la tua morte qui ha poca importanza rispetto
al numero di realtà in cui tu addirittura non sei mai esistita!
Ma proprio per questo tu per me acquisti un immenso valore! Tu sei
un fiore raro e tu non puoi certo capire con quanta bramosia ti
desidero. Questi impulsi come altro si potrebbero definire se non
con la parola amore? - Techno aspettandosi una reazione si ferma
ad osservarla.
Nulla.
-
Nulla dunque! Questi sono i tuoi sentimenti per me? Anche dopo l’amore
che ti ho confessato?- le urla contro Techno visibilmente alterato.
-
Ma forse non hai neanche ascoltato le mie parole! Forse stai cercando
di sfuggirmi nuovamente! – davanti agli occhi di Techno Rina inizia
a diventare immateriale.
Techno
però scoppia a ridire. La risata è mostruosa e sembra che lo stesso
Four Freedom Plaza rida con l’uomo di metallo. Techno le si avvicina
e mentre fa ciò il laboratorio muta intorno a lui e a Rina. Come
una creatura vivente dal pavimento e dal soffitto sbocciano strutture
tecnologiche che si congiungono l’una con l’altra fondendosi e dando
origine a qualcosa di nuovo. I cambiamenti sono repentini ed incredibili.
Giunto ad un passo da Rina le si inginocchia di fianco e le sussurra
all’orecchio – Hai perso, cara!- E con una mano afferra saldamente
il collo di Rina e la solleva, senza sforzo, a mezz’aria.
-
P E R D E N T E !- le sillaba trionfante il mostro di metallo e
silicio. Con noncuranza la scaglia contro il groviglio di apparecchiature
in formazione. Queste ultime si fondono in un tutt’uno con la stessa
Rina che disperatamente cerca di liberarsi.
-
Questo è un addio, principessa! Grazie a te ed ai tuoi poteri io
annienterò la tua realtà e te con lei!- le ultime parole di Techno
le giungono ovattate e distorte. Intorno a lei sente lo spazio ed
il tempo alterarsi. È un processo doloroso e violento. Senti che
la stessa struttura del continuum cerca di resistere alla fredda
volontà delle macchine di Thecno. Tu stessa cerchi di opporti a
loro, ma le macchine posseggono una volontà incrollabile. Né tu
né lo spazio tempo potete resistere al loro ostinato incedere. Senti
il cuore andare in pezzi, ed un dolore vibrante e puro ti percorre
tutti i nervi del corpo. Prima della fine riesci a vedere una sfera
bianca con strani riflessi irreali che cresce al posto del tuo petto.
Tu stessa sei l’origine della distruzione. Cerchi disperatamente
di fare qualcosa, ma nulla puoi.
La
coscienza ti abbandona e sprofondi nel nulla.
***
New
York – Il Crashpod all’ombra del ponte di Brooklyn:
- Signori! Gradirei
un po’ di silenzio! – tuona il professor Pym zittendo il diverbio
tra Rich Rider, Nova, ed il miliardario Dwayne Taylor, Night-Trasher.
Mi chiamo
Vance Astrovic, sono un vendicatore di riserva, un tempo ero leader
dei New Warriors, ora cerco di fare da paciere tra due degli ex-membri
con il carattere più scorbutico! Cerco di dare un po’ di aiuto all’unico
scienziato che, forse, può risolvere o almeno comprendere i poteri
di Rina Patel, Timeslip, che giace incosciente su uno dei lettini
dell’infermeria.
Angelica Jones,
la mia fidanzata e futura sposa, è in disparte e cammina nervosamente.
Oggi doveva essere la nostra giornata, invece sembra che grossi
nuvoloni si staglino sul nostro orizzonte.
***
Mi
chiamo Angelica Jones, sono un vendicatore di riserva, un tempo
ero un membro dei New Warriors, oggi dovevo passare una serata allegra
in compagnia del mio fidanzato, Vance, e dei miei più cari amici.
Tuttavia sembra che madama sorte abbia altri piani per noi.
- Rage, per
piacere riesci a passare sul corpo della signorina Patel questo
macchinario? – gli chiede Pym
- Certo.-
risponde Rage e, senza sforzo, solleva un enorme apparecchio passandolo
sul corpo immobile di Rina.
- Tutto bene
Rossa? – mi domanda Namorita.
- Certo, è
solo che…- non termino la frase.
Nita mi guarda
con aria interrogativa – mi devo essere persa nei miei pensieri
– le abbozzo un sorriso – Tutto bene. Speravo solo di riuscire a
passare una serata tranquilla con i miei amici. – Nita guarda Nova
e Trasher che continuano a discutere animatamente. – Con quella
testa calda di Rider è difficile! –
- C’è forse
una vena polemica nelle tue parole? – le dico ridendo sotto i baffi
(metaforicamente! Non ho il ben ché minimo pelo sul viso! Sia chiaro)
– Qualcosa mi dice che c’è ancora del risentimento tra voi due.
–
- Per mia fortuna
non ho più nulla a che fare con Rider! E ne sono ben contenta. –
Rich si è effettivamente comportato molto male con lei, ma ora non
mi sembra il momento di rivangare brutti ricordi. Tuttavia non le
dico nulla.
La voce di
Dwayne si alza nuovamente – La mia presenza qui non ha senso! Ho
dei rapporti da visionare… - Rich gli dà uno spintone – Certo, i
tuoi amici vengono sempre al secondo posto! – Vance, per fortuna,
intercetta Rich prima che questo faccia scoppiare una rissa. E cerca
di calmarlo di fianco a Rage che sta sorreggendo le apparecchiature
di Pym. Rich a volte è proprio una testa calda, anche se devo ammettere
che a Namorita ci teneva veramente.
- Signori,
non mi piace ripetermi, ma non mi sembra né il luogo né momento
opportuno per… - con un scatto gli occhi di Pym si concentrano sui
monitor delle apparecchiature di rilevamento. Poi lo scienziato
lascia lo spazio all’eroe e con un guizzo attiva i suoi poteri di
crescita, non per nulla lo chiamano Giant-man, e ci getta tutti
in disparte fuori dall’infermeria.
Non c’è un
esplosione, non ci sono rumori di nessun tipo, tuttavia mi assale
una sensazione di nausea e la testa mi gira. Poi la cruda realtà
mi richiama a sé. Su di me i corpi di vari membri dei New Warriors
e di Pym alto almeno due metri e mezzo mi pressano sul pavimento.
Nulla di mortalmente irreparabile, ma avrò un bel po’ di lividi
sul corpo.
-Dannazione!
– Pym è il primo a reagire e a rialzarsi – La situazione sta degenerando
più rapidamente di quanto avessi previsto. Ragazzi fuori di qui,
immediatamente! Io chiamerò intanto i Vendicatori ed i Fantastici
Quattro.
Correndo
esco con gli altri, mi affianco a Henry e sottovoce chiedo – La
situazione è così grave? –
- Credo proprio
di si. Angelica, mi dispiace – e distoglie stranamente lo sguardo.
Non pensavo potesse tenere tanto ad una sconosciuta, ma forse si
instaura un rapporto particolare con il proprio paziente.
Arrivati
nella sala principale senza mezze misure Pym si ingigantisce e sfonda
il lucernaio. Ed ordina a tutti di andarsene. Io lo trasporto fuori
appena si è nuovamente ridotto a dimensioni umane.
Deposito
Pym a distanza di sicurezza gli sento dire – Spero che Iron Man
arrivi il prima possibile con tutto il materiale, la situazione
peggiora ogni minuto che passa!- io raggiungo gli altri a poca distanza,
ad un primo sguardo mancano sia Nova che Rage.
-Vance,
cosa possiamo fare? – quando non ricevo risposta, mi volto cercandolo
con lo sguardo.
-Vance?- ripeto.
Niente.
Guardo con aria
interrogativa Nita che abbassa imbarazzata gli occhi a terra.
- Vance,
Nova e Rage sono stati inglobati dalla sfera. Non sono riuscito
ad allontanarli in tempo…- mi dice con un filo di voce Pym dietro
di me.
- Quale sfera?
– domando più a me stessa che a lui. Pym indica dietro alle mie
spalle.
Solo
allora mi volto a guardare il Crashpod e rimango scossa. Una sfera
bianca con riflessi innaturali, pulsante di una strana energia,
sta letteralmente divorando il vecchio magazzino. E’ maestosa nella
sua mostruosità!
Vance
non c’è più, penso, oh mio Dio!
***
Un
mondo simile al nostro eppure diversissimo - Four Freedom Plaza:
Sul
podio dell’enorme sala conferenza Zemo sta concludendo il discorso
più importante della sua vita. Una nuova età di splendore aspetta
i suoi sudditi. Di fronte a lui tutti gli alti gerarchi dell’esercito
e gli alti funzionari dell’amministrazione ascoltano le sue parole,
stupiti, increduli, eccitati.
-
… Riscriveremo la realtà!- conclude il suo discorso.
L’applauso
esplode, la folla degli astanti è visivamente colpita. Al fianco
di Zemo un fantoccio di Techno pare più immobile e senza vita che
mai, i movimenti facciali che solitamente caratterizzano le sue
incarnazioni di ferro e silicio sono totalmente assenti.
I
due, seguiti dalla guardia d’onore di Zemo si ritirano dal bagno
di folla.
-
Questa nuova impresa ci rende grandi e imbattibili! Il nuovo Reicht
se ne gioverà enormemente! –
-Certamente
sua eccellenza. – risponde uno dei suoi ligi attendenti. Mentre
il piccolo corteo dell’entourage di Zemo percorre i corridoi del
Four Freedom Plaza.
-
E così Techno ci aspetta una nuova grande sfida! Io sarò il nuovo
creatore di realtà e tu come Demiurgo le plasmerai secondo i miei
voleri. – tuttavia all’entusiasmo di Zemo non corrisponde alcuna
risposta di Techno.
Zemo,
adirato, si ferma e con lui la guardia d’onore e tutti i dignitari
che si fermano a loro volta, come una corte di epoche andate. Techno,
invece, continua il suo percorso, come uno zombie. Poi, come risvegliatosi,
si volta in cerca di Zemo. Questo distanziato di qualche passo è
furibondo.
-
Tu osi non ascoltarmi?- Tuttavia in risposta all’ira di Zemo il
fantoccio di Techno accenna un sorriso beffardo. – Io sono tutt’uno
col tuo impero e per il tuo impero, mio signore! Non scordarlo mai.-
ora però il viso di Thecno si è fatto duro e minaccioso.
Si
avvicina a Zemo, che stranamente non risponde, e pare nuovamente
calmo come se Techno lo avesse fatto tornare lucido. – Non ti ascoltavo
perché tutte le mie risorse cognitive erano richieste altrove.-
–
Dove?- chiede Zemo perplesso. Techno chiude gli occhi artificiali
per qualche secondo; è totalmente immobile come una statua, poi
riprende a parlare.
–
La riscrittura è iniziata come previsto, ma ci sono delle variabili
impreviste… almeno secondo le mie simulazioni virtuali. Da quel
che posso ipotizzare, parlando metaforicamente, penso che avremo
ospiti per cena…-
–
Bene! - dichiara Zemo gaudente, ormai dimentico dell’increscioso
episodio precedente - Allora dirò ai nostri cuochi di preparare
un sontuoso banchetto!- E senza indugi si dirige alla sala da guerra
dove pianificò tante vittoriose battaglie.
***
New
York - All’esterno di quello che una volta era il Crashpod base
dei New Warriors:
E’
passato poco tempo, ma la sfera bianca che altro non è che una distorsione
spazio temporale ha inglobato l’intero quartier generale.
In
pochissimo tempo sono arrivati i Vendicatori e i Fantastici Quattro
nonché vari elicotteri dello S.H.I.E.L.D. per sorvegliare la zona.
La polizia cittadina ha bloccato l’uso del ponte di Brooklyn poco
distante dal magazzino, intorno al quale un cordone di truppe speciali
tiene lontano i curiosi e la stampa.
-Johnny,
cosa sta succedendo?- domanda Namorita allo spasimante.
-
Ammetto di capirci poco, Reed e Henry stanno usando un sacco di
paroloni astrusi, ma penso che abbiano arginato il problema, per
ora. –
-
Mio cognato ha sostanzialmente ragione – precisa Reed Richards che
allungandosi come solo Mister Fantstic può fare si è intromesso
nella conversazione – Sostanzialmente io e Pym abbiamo costruito
rapidamente cinque generatori entropici. Questi generatori hanno
la capacità di fermare un oggetto nello spazio e nel tempo immobilizzandolo
totalmente. Per ora la sfera, o rectius lo squarcio dimensionale,
è stato fermata. Tuttavia la soluzione è temporanea poiché non disponiamo
dell’energia sufficiente per alimentare i suddetti generatori.-
Dal
cielo arriva Iron-man che come una stella cadente plana a tutta
velocità utilizzando i retrorazzi della sua armatura dorata. – Scusatemi,
ma ora devo andare a parlare urgentemente con Iron-man. Forse con
le apparecchiature di Tony Stark potremo guadagnare un po’ di tempo.
–
-
Scusa il mio cognatino, non è in grado di interelazionarsi con gli
altri, ma è un eccezionale scienziato. Lui è forse l’unico uomo
che può risolvere questa situazione. -
-
Scusa Johnny, ma ora devo andare da un’amica che ha bisogno di me.-
la Torcia sfiora fugacemente le labbra della bella atlantitea e
la lascia andare dall’amica.
-
Come va, Angelica? – domanda sedendosi accanto all’amica.
-
Come potrebbe andare? Vance è stato mangiato, non saprei come definirlo
meglio, da un…-
-
Uno squarcio dimensionale-
-
Già, uno squarcio dimensionale! E come se questo non bastasse se
Richards ed i Vendicatori non trovano una soluzione lo stesso dannatissimo
squarcio che si è preso Vance, probabilmente, inghiottirà noi e
tutto il mondo! Come diavolo pensi che vada? – Nita guarda l’amica
un attimo interdetta, poi dandole una pacca sulla spalla le dice
– Normale amministrazione per un Vendicatore di Riserva! –
-
Normale… amminist…. – Angelica sembra infuriarsi, poi scoppia a
ridere e guardandola ridere tanto da farsi lacrimare gli occhi anche
Nita ride con lei.
-
Forse hai ragione tu, sai?- dice Angelica asciugandosi le lacrime.
Nita la abbraccia affettuosamente cercando di darle conforto.
-
In piedi, Rossa! Dobbiamo salvare il mondo.-
Namorita
e Firestar si avviano verso la tenda in cui Richards ed i Vendicatori
discutono su come affrontare la nuova minaccia. E mentre si avvicina
al gruppo di eroi Angelica si domanda se riuscirà veramente a farcela
senza Vance.
***
Rage
si sveglia dolorante e con un forte senso di vomito e vertigini.
Il sole picchia forte e per un attimo lo acceca. Pian piano, coprendosi
gli occhi con una mano riesce nuovamente a vedere. Da quel poco
che scorge si trova in una specie di baraccopoli. Ci sono pochi
palazzi alti, che assomigliano più a ruderi, mentre come funghi
spuntano piccole case costruite con mezzi di fortuna, una appoggiata
all’altra. Tutto intorno a lui c’è della gente denutrita e vestita
di stracci.
Finalmente
recuperando l’equilibrio si alza in piedi. In lontananza vede una
specie di cupola rosa che ricopre un’isola su cui sono costruiti
alti grattacieli. I grattacieli sono in parte riconoscibili. L’isola
è indiscutibilmente Manhattan, anche se non è la Manhattan che conosce
lui.
La
gente lo guarda con stupore e rispetto misto a paura. All’improvviso
un uomo urla una parola incomprensibile e tutta la gente scappa
terrorizzata.
Nel
cielo in lontananza si forma una specie di nube nera. Poi un ronzare
crescente e la nuvola acquista un colore verde smeraldo. Dal cielo
piove uno sciame di scarabei giganti. Il primo impatto è violento,
ma la maggior parte si distrugge nello scontro con la pelle super
resistente di Rage. Guardando a terra Rage si accerta che non sono
insetti veri ma robot. Lo sciame compie una giro nel cielo e si
pepara nuovamente ad attaccare Rage. Questi si toglie dalla traiettoria
e afferrando una grossa trave di ferro arrugginita si prepara alla
successiva carica dei robot. Usando la trave come una mazza abbatte
gli insetti meccanici uno dopo l’altro.
Tutt’intorno
a lui nulla si muove. Rage decide di allontanarsi e nascondersi
sperando di evitare un nuovo scontro con questi fastidiosissimi
“scarabei”.
Mentre
Rage si allontana tra le strade deserte e piene di macerie non sa
che dall’alto di un palazzo diroccato un uomo vestito di stracci
ha assistito con curiosità alla sua battaglia.
-Allora
sono vere le voci che ho sentito. Zemo si è messo in moto!- Dice
fra se l’uomo, lanciandosi giù dall’alto rudere.
***
Nova
è supino a terra, con la testa che gli rintrona paurosamente.
-
Qualcuno ha preso il numero di targa del camion che mi ha investito?
–
Si
rimette in piedi a fatica. Un brusio di voci gli fa alzare gli occhi
e guardare dove si trova. Di fronte a lui una moltitudine di gente
si inginocchia ai suoi piedi.
Cala
il silenzio. Si trova in un’enorme sala costruita in pietra. La
sala è illuminata da cristalli luminosi che producono una illuminazione
surreale, quasi mistica. Tutta la folla davanti a lui è vestita
con abiti di colore blu e decorazioni dorate, hanno qualcosa di
famigliare.
–
Il nostro signore è tornato a noi, come la profezia aveva detto!-
esordisce una possente voce alle sue spalle. Rich si volta di scatto,
preso alla sprovvista e rimane ancora più stupefatto alla vista
di chi ha parlato.
Alle
sue spalle troneggia un uomo imponente, sontuosamente vestito. Tuttavia
gli abiti che indossa hanno un’inconfondibile forma. Inoltre a fugare
ogni dubbio di Rich l’uomo indossa un copricapo simile al suo: un
elmo dorato con sulla copertura una stella rossa, l’unica differenza
è che l’elmo oltre ad essere aperto è finemente lavorato in ogni
sua parte. L’uomo spicca in volo ed atterra a pochi passi da lui,
possiede anche poteri super-umani.
Nuovamente
Rich rimane stupito quando questo gli si prostra ai piedi. Poi si
rialza si avvicina a Nova e, dopo averlo baciato, gli prende la
mano la alza al cielo dicendo – Il Salvatore è tornato! Lunga vita
e prosperità a nuova Xandar[3]!-
La
folla esplode nell’acclamazione, la sala rimbomba e vibra di vita.
Nova rimane colpito e facendo un passo indietro rischia di inciampare
in un gradino. Si volta per guardare l’ostacolo e dietro di lui,
a poca distanza, si eleva una statua scolpita nella roccia di dimensioni
gigantesche che tocca quasi il soffitto dell’enorme sala. La statua
raffigura se stesso fiero e maestoso con sottobraccio il suo elmo
dorato.
-
Oh mio Dio!- sono le uniche parole sussurrate dalla bocca di Rich.
***
Mi
chiamo Vance Astrovic ed ho freddo, tantissimo freddo!
Mi
risveglio a fatica. Il vento mi fischia nelle orecchie. Ho freddo
e ho lo stomaco in subbuglio, vomito!
La
neve intorno a me si dipinge di sfumature verdastre a seguito del
mio moto di stomaco. Ho appena lasciato quel poco della cena che
avevo mangiato sulla neve.
Neve!?!
Da dove diavolo viene fuori tutta questa neve?
Alzo
gli occhi al cielo, intorno a me solo nubi grigie, la neve che turbina
intorno a me, la neve tutt’intorno a me! Dove diavolo sono? Ricordo
che ero al Crashpod e stavo tenendo lontano Rich da Dwayne, poi….
Poi le vertigini e nulla più. Un brivido mi scuote da capo a piedi.
Non solo c’è la neve, ma fa un freddo incredibile!
Cerco
di alzarmi ma la gamba sprofonda in più di un metro di neve. Diavolo!
Beh, adesso non mi dispiacerebbe stare al calduccio dell’inferno
… basta idiozie Vance. Attivo il mio campo cinetico, mi proteggerà
dal freddo tenendo attorno a me l’aria che scaldo con il mio corpo…
almeno in parte e riuscirò a camminare sulla neve.
Tuttavia
il vero problema adesso è dove andare.
Finalmente
in piedi mi guardo intorno. C’è veramente buio, tuttavia la neve
bianca crea un effetto surreale di “luce”. L’orizzonte è tutto uguale,
si perde in un mare di bianco…
No,
un attimo! Da quella parte c’è una specie di arrossamento del cielo!
Forse ci sono delle costruzioni, deve esserci sicuramente qualcosa
che produce luce. Non è molto, ma è l’unica remota speranza che
ho in questo mare di freddo. Speriamo di arrivarci prima di assiderare.
La
serata va di male in peggio! Gambe in spalla Vance! Ti aspetta una
fredda e lunga scampagnata…
Continua…
FINE
SECONDO EPISODIO
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