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#0 - ALLO SPECCHIO

 
 Storia: Giovanni Scoto "Eriugena"
 Supervisione: Tobia Brunello
 Cover artist: Francesco Siena
 Colori copertina: Filippo Strozzi
 Impaginazione: F. Graziano e F. Strozzi
 Editor-In-Chief: Carlo Monni

 Inferno2 creato da Fabio Volino

 

 

 
 
 

- R I D E R !!! –

Mi ha beccato di nuovo! A volte mi chiedo chi sia più testardo, se io che cerco di uscire ogni giorno in anticipo, o lui, che come un mastino da guardia mi controlla ogni volta… ed ogni volta mi becca!

Se almeno mi licenziasse… invece No! Mi fa la sua solita ed assurda predica.

A volte penso che lui viva solo per questo.

- Rider sempre tu, eh! – mi domanda incrociando le braccia sul suo gonfio ventre, con la solita espressione arrabbiata.

- Si può sapere cosa ho fatto di male io ? – continua lui, iniziando a roteare le mani in aria mentre il suo alito dal forte sapore di cipolla mi investe.

- Guarda Jo! – ed indica platealmente il mingherlino quindicenne che condivide come me il turno. – Jo è sempre puntuale e non smonta mai prima! – dice avvicinandosi al povero inserviente – Bravo Jo! – e gli assesta una pacca sulla spalla che fa quasi vacillare il poveretto.

- G..grazie signor Kovac. – riesce a dire lui.

- Ma tu Rider! Tu no! Tu mi vuoi far penare, eh! – mi incalza dirigendosi nuovamente verso di me e puntando il suo cicciuto dito con fare accusatorio.

- Ti ho dato un lavoro! E’ forse poco di questi tempi? – e guarda Jo che si affretta a fare no con la testa… povero Jo.

- Ma quello che ti ho offerto non è solo un lavoro, noooo... Il Marvel Burgher è anche una grande famiglia, uno stile di vita! –

- Sì, e tu sei pazzo furioso! – penso tra me e me continuando a simulare un’espressione penitente e mortificata.

- Sei un bravo ragazzo, Rider. Si vede! Ma devi imparare la disciplina. Tu, sì proprio tu, devi capire che non sei il centro dell’universo, ma ne fai parte e questo, ti dovrebbe bastare! –

Oh. No! Adesso arriva la parte più odiosa…

- Vedi, Rider. – Kovac mi mette una mano sulla spalla, quasi fossi suo figlio. Mi si avvicina così tanto che, con disgusto, riesco a veder, uno ad uno, i peli del naso che gli spuntano fuori dalle enormi narici.

E lì, proprio in quel momento, per un attimo penso che potrei evitarmi queste scene. Basterebbe fare come mi dice, anche solo per finta. Ma così l’avrebbe vita lui!

Forse sono masochista!

- Vedi Rider – continua lui distraendomi dai miei pensieri – Ci sono Marvel Burgher in tutta Manhattahn, ma non solo, nell’intero stato di New York. E sai perché? Perché il Marvel Burgher non è solo una catena di fast food, ma uno stile di vita! – inizia a ripetersi.

- Hai mai guardato Star Trek? –

- No signore! – rispondo io prontamente; se solo ammettessi che sono un fan chissà quanto durerebbe la predica!

- Beh, fai male! Io ho imparato molto da Star Trek! – e, con un gesto inconscio, si passa una mano sulla spilletta di Star Trek che decora il suo grembiule.

- Vedi figliolo, il Marvel Burgher e Star Trek hanno lo stesso contenuto di pace!

Non c’è dubbio Kovac ha fatto overdose di incontri di marketing, ed io sono indiscutibilmente un masochista!

Guardo l’orologio e, disperato, mi accorgo che sono passati ben cinque minuti dalla fine del mio turno.

- Oh, ma ci siamo persi in chiacchere! – Mi sa che Kovac mi ha visto guardare l’orologio, sono salvo!

Ed infatti Kovac parte con il finale del discorso che mi sento ripetere tutti i giorni.

- Beh, Rider, per oggi sei salvo, ma domani niente scemenze! – e con una pacca sulla spalla ed uno sguardo da padre benevolo, mi saluta.

Io esco dalla porta sul retro, guardo l’orologio e mi accorgo che è proprio ora di “volare” a casa.

 

***

 

            Mi chiamo Richard Rider, lavoro part-time come commesso in un fast food della catena Marvel Burgher, ho vent’anni ed una vita con cui riesco a fare a cazzotti un giorno sì… e l’altro pure.

            Ah già, quasi mi dimenticavo, sono anche conosciuto come

 

NOVA

           

            sono un eroe, o presunto tale, posso volare ad elevata velocità, sono dotato di un incredibile costume che può prendere qualsiasi forma io voglia, sono invulnerabile e super forte.

            Ora voi direte, “Non è poco”!

            Purtroppo ho imparato sulla mia pelle che nella vita questi incredibili poteri non risolvono i problemi quotidiani, anzi, spesso ne causano di ulteriori.

            Prendete per esempio la mia giornata odierna; devo andare a mangiare a casa dei miei, e sono in ritardo. Perfetto, direte voi, mi alzo in volo e a tutta velocità sorvolo Manhattan e in quattro e quattr’otto sono a casa dei miei nel Queens.

            Tuttavia, a me non dispiacerebbe arrivare in ritardo, anzi, se potessi inventare una scusa tipo: - mi si è bucata la gomma della macchina!- o che ne so – c’è stato un black out nella metropolitana ! – non sarebbe affatto male.

            E già, i pasti a casa Rider non sono mai una passeggiata per il sottoscritto.

In casa mia il fatto che io sia un cosiddetto super eroe non è affatto vissuto di buon grado. Questo soprattutto da quando hanno rapito mio fratello e gli hanno amputato un dito [i] a causa della mia attività.

Non che io non possa capire lo stato d’animo dei miei genitori, ma una cosa è capire e tutt’altra è convivere con le continue prediche. A questa situazione già non particolarmente idilliaca, aggiungete che io lavoro in un fast-food, mentre mio fratello è un piccolo genio e, recentemente, con i proventi del suo lavoro ha ricomprato la vecchia casa di famiglia dopo che, in un incidente[ii] in cui ovviamente ero coinvolto io con altri super esseri, l’appartamento dei miei è andato distrutto.

Insomma l’unica cosa, cui adesso i miei poteri potrebbero servire, sarebbe quella di scappare il più lontano possibile da casa dei miei… ed invece, mi ci sto dirigendo a tutta velocità.

 

***

 

FAME!

E’ solo questa la sua necessità sanare l’infinito appetito. Placare il suo perpetuo tormento. Vaga da giorni per le strade della città di ferro e cemento, sono state molte le sue ignare vittime, tuttavia dopo il breve momento di sollievo lei ritorna, più implacabile di prima.

Fame! La città è ricca del suo cibo prediletto: rabbia, odio, invidia… non si sazia mai, è un tormento senza sosta, senza pace.

Si muove come un’ombra nella semioscurità dei vicoli. Senza pace, come un animale randagio, cerca ristoro. Il suo scopo è semplice riavere ciò che gli spetta: riconquistare la sua corporeità!

Non si ferma, non può fermarsi. Una nuova vittima, una nuova facile preda che viene irretita e poi senza pietà svuotata, prosciugata. Per un attimo è sazio, per una attimo ha pace, si sente nuovamente integro. Poi nuovamente lei: la fame!

E così, continua la ricerca, i suoi occhi neri si alzano al cielo per proferire una maledizione e lo vede! Sfreccia nel cielo con riflessi dorati, la sua aurea è potente, maestosa. Un banchetto succulento. Un rimedio alla fame, tuttavia, è anche conscio che un normale approccio non può sortire buoni risultati.

Finalmente, dopo tanto tempo, una Caccia, finalmente una speranza di essere libero.

 

***

 

A volte penso che tutto quello che mi è successo nella vita sia incredibile!

Intendiamoci, tutta la roba da super eroe è un gran divertimento, lo è sempre stato per me, ma la cosa che amo di più, la cosa che durante i vari periodi in cui non avevo i miei poteri[iii] mi è sempre mancata è una ed una sola: volare.

E’ una sensazione difficile da descrivere, ma è un po’ come andare sulle montagne russe, di quelle che ti va tutto lo stomaco in bocca! L’aria è qualcosa di palpabile, ha una densità quasi fluida. Ad ogni cambio di direzione sento che si plasma intorno a me, si muove, scalpita, gorgoglia.

Accelero e sento dietro di me l’aria turbinare rumorosa, mi alzo di quota e continuo ad accelerare. Un tremendo boato mi segnala che ho superato la velocità del suono, ora tutto è più calmo. Fendo le nubi e punto, testardo, verso il sole. Il cielo cambia tonalità d’azzurro, si scurisce fino a diventare un blu profondo, quasi nero pece.  Solo allora guardo indietro e la vedo in tutto il suo splendore…

La Terra! Da quassù è maestosa e meravigliosa!

Durante l’ascesa verso lo spazio il mio elmo, quasi inconsciamente, si è riplasmato ed è divenuto a tenuta stagna, il mio costume si è ispessito per compensare il vuoto che mi circonda. Potrei stare qui per ore, immobile a guardare la terra che gira solenne, le tempeste sull’Atlantico che nascono e muoiono…

Ma devo essere a casa per pranzo ed inizio ad essere in ritardo! Mi lancio a tutta velocità verso il Queens, un puntino sulla costa ovest dell’America del Nord.

 

***

 

Rabbia!

L’essere di blu e d’oro vestito, mentre si dirigeva ignaro di essere seguito verso la sua meta, all’improvviso e senza apparente motivo si è gettato verso il cielo, quasi volesse afferrare il sole.

Improvvisamente, come la fuga della sua preda, la fame lascia il passo alla rabbia. Ma quest’ultima ha vita breve; perché la fame è tenace e paziente.  La caccia di briciole di mediocrità riprende, di nuovo appostato tra le ombre, nel silenzio, per paura di essere scoperto e cacciato. Nuovamente il tempo perde senso nella monotonia della lotta per la sopravvivenza. Tuttavia, nuovamente una corda vibra. Un fremito improvviso scuote tutto il suo essere.

La “Preda” è ricomparsa!

Ebro d’ingordigia si lancia all’inseguimento. Questa volta più da vicino, impavido, deciso a non perderla e pronto a carpirne i segreti.

Il rischio è grande, può essere scoperto e la Preda è forte, molto forte; tuttavia non sembra accorgersi della sua presenza, e questo lo rende impavido. Decide di scoprire la meta dell’oggetto del suo desiderio. E’ un rischio azzardato! Non è ancora in grado di difendersi da un così grande potere, ma il vantaggio che potrebbe trarre da questa conoscenza vale il rischio che sta correndo. Con infinita cautela prolunga la sua aurea fino a toccare la creatura che solca i cieli veloce. E per un fugace attimo le due coscienze si toccano. Troppo poco perché la sua vittima si accorga dell’accaduto, ma il tempo più che sufficiente per scoprirne la destinazione ed i punti deboli.

Tronfio di sé si allontana rapidamente dalle vicinanze della Preda sicuro che presto banchetterà.

 

***

 

Ed eccomi a Casa.

- Benvenuto all’inferno! – mi sussurro mentre analizzo, attraverso i sensori della mia uniforme, tutti gli spettri d’onda della zona circostante alla villetta dei miei. Purtroppo è ormai una spiacevole abitudine che devo adottare per difendere la privacy e soprattutto l’incolumità dei miei cari, fare l’eroe ha molte, a volte troppi, lati negativi. Atterro rapido, nascosto dalla chioma di un albero sul retro, mentre il mio costume si muta lasciando posto ai miei abiti civili. Ancora uno sguardo rapido intorno ed entro trafelato in cucina, dalla porta del retro.

 Dio come amo le tipiche villette americane! Appena entrato ecco che mi ritrovo in cucina,con mia madre che si sta affannando sui fornelli. L’odore di spezie satura la stanza e si sostituisce piacevolmente all’odore d’oli fritti del Marvel Burgher.

- Ciao, Ma! – la saluto passandole a fianco e stampandole un bacio sulla guancia.

- Oh, Rich, sei arrivato! – mi dice sorridente – Assaggia qui. – e mi caccia in bocca un mestolo di legno.

- Ottimo, come il tuo solito!- le rispondo. La mamma è sempre la mamma non c’è che dire.

- Smettila di fare il ruffiano!- mi sbeffeggia dandomi un scappellotto affettuoso, io lo schivo e ridendo mi dirigo verso il salotto.

L’odore di pipa e le chiacchiere di fisica mi accolgono prima di poterli vedere. Poi saluto mio padre e Robert, il mio fratellino, e mi siedo con loro.

La loro conversazione prosegue e mi accorgo che, nonostante gli sforzi, non riesco a seguire il filo del discorso. Ma che diavolo centrano i vettori con i materiali piezoelettrici? Buon dio, cosa sono i materiali piezoelettrici?

A volte mi rendo conto dell’assurdità della mia vita. Ho visitato altri mondi, viaggiato nel cosmo, combattuto più volte in altre realtà, eppure… eppure mi sento come un alieno di fronte a mio padre e mio fratello.

-Robert, vieni a darmi una mano? – urla mia madre dalla cucina.

- Sì, mamma! – risponde Robert alzandosi.

 

Soli. Io e mio padre. Non accadeva da molto.

 

***

 

Lui e la sua preda, finalmente soli.

Il corpo dell’essere di cui ha preso il controllo lo placa parzialmente dalla fame, ma soprattutto lo maschera all’ignara vittima, così vicina che può addirittura attingere parte del suo potere. Ed il potere che detiene è grande, antico e maestoso. Con sempre maggior facilità riesce a tirare i fili della sua nuova marionetta e, con sempre maggior facilità, la preda penetra più profondamente nelle maglie della sua oscura ragnatela.

 

***

 

Il mio rapporto con mio padre non è mai stato idilliaco. Certamente non da molto tempo a questa parte. Più o meno da quando la mia attività di super eroe ha preso il sopravvento su tutte le altre componenti della mia vita.

Charles Rider, mio padre, è stato per lunghissimo tempo preside di una scuola. L’istruzione è una componente essenziale per l’educazione dei suoi figli, questo io lo posso capire; come posso capire che non abbia affatto gradito che uno dei suoi figli abbia abbandonato gli studi per dedicarsi a tempo perso alla carriera di eroe. Senza poi parlare dei risultati di questa presunta carriera.

Tra me e mio padre non ci sono mai stati dei momenti idilliaci, solo degli alti e bassi tra un’aperta disapprovazione e un semplice senso di rammarico per le scelte scapestrate del figlio.

Il brutto è che, anche se cerco di negarlo a me stesso, concordo con il giudizio di mio padre.

Sono un fallito.

E molti eventi del mio recente passato me ne hanno ridato prova[iv]. Proprio per tutte queste ragioni i secondi di silenzio che inesorabilmente si prolungavano mi portavano ad un sempre crescente imbarazzo.

-Come va pa’ ? – azzardo io, in una qualche maniera bisognava pur rompere il silenzio, ma forse col senno di poi, avrei preferito restare seduto nell’imbarazzo e aspettare di trovarci a tavola.

-Tutto bene. Tu Rich? – mi domanda mentre è indaffarato a riaccendere la brace nella pipa. Non si degna neanche di guardarmi in faccia.

-Tutto bene, sono appena uscito da lavoro. - dico io evitando di dire come sono arrivato per non innescare un’altra discussione sulla cautela della mia identità segreta.

- Spero che tu non venuto per via aerea, vero? – mi domanda lui trafiggendomi con uno sguardo inquisitore. Proprio adesso doveva decidere di puntarmi gli occhi addosso? Mi domando irato, mentre, come un bambino scoperto con le mani sporche di marmellata, non riesco a reggere il suo sguardo e abbasso mestamente gli occhi verso terra.

- Richard, ma sei proprio uno sconsiderato? – sbotta trattenendo a stento la rabbia e stringendo con ira la malcapitata pipa.

- Dopo tutto quel che è successo, dopo tutte le sofferenze che questa famiglia ha dovuto sopportare ? –

- Già, purtroppo c’ero anch’io!- vorrei dirgli a denti stretti, ma non ho la risposta così pronta e balbetto un: - Io…-

-Tu cosa? Cerchi di risparmiarti il cervello? E’ così difficile per te? Tuo fratello ha perso un dito ed ha rischiato di morire! – mi incalza lui.

- … non è colpa mia…- cerco, malamente, di difendermi

- Sì che è colpa tua! – ribatte invece lui ancora più adirato.

- Non sei forse tu quello che scorrazza con una calzamaglia giallo-blu per i cieli di New York? Non sei forse tu quello che se n’è andato per svariati mesi su un “altro pianeta”, senza dire nulla né a me né a tua madre? – richiamati dalle grida di mio padre, nel mentre, mia madre e Robert si presentano preoccupati sull’uscio della sala. Il tribunale al completo, penso in panico.

- …io… -

- TU, cosa? – mi abbaia papà puntandomi la pipa addosso.

-…- Basta, non io ce la faccio più e, come la proverbiale goccia che fa traboccare il vaso, io, impulsivamente, prendo la mia decisione.

Mi volto senza dire niente, arrabbiato ed umiliato, apro la porta d’ingresso e, mentre la richiudo sbattendola rumorosamente, mi trasformo spiccando il volo giusto davanti a casa, proprio per ripicca.

Solo grazie alla foga che mi ha preso le invettive di mio padre si perdono lontane dietro di me.

Tuttavia, un solo pensiero mi brucia l’anima mentre volo senza meta per il cielo di New York: “ Sono fuggito!

 

***

 

“Non hai posto in cui fuggire!” questo pensa ebro di gioia e compiacimento dell’essere quando vede allontanarsi la sua preda. A già lungamente banchettato con le sue ricche energie, ora finalmente ha la forza sufficiente per affrontarlo in uno scontro diretto, una vera caccia!

Senza neanche cercare di dissimulare la sua presenza, si libera del suo ospite. Non l’ha totalmente prosciugato delle sue energie, la sua fame è placata per ora. E mentre la sua manifestazione provoca scompiglio nella mura dove vivono quei miseri esseri che si fanno chiamare umani, lui è già nuovamente all’inseguimento. Finalmente non ha più paura della luce, ora è forte, invincibile e presto lo sarà ancora di più. Lo aspetta un lauto banchetto!

La mossa successiva è già pronta. Adesso l’unica cosa che deve decidere è quando e come. E mentre con guizzi di puro potere raggiunge la sua ignara vittima, percepisce un nuovo ricordo, un punto di rottura e decide di infliggere il colpo finale. 

 

***

 

E’ stupefacente come ragiona la mente. La mia fuga finisce in un posto inaspettato: il Crashpod[v].

Ho sempre osteggiato l’aiuto dei New Warriors, sono stato uno di quelli che ha sempre remato contro e ho sempre cercato di trovarmi i miei “spazi”; eppure quando atterro sul tetto della costruzione, sento aria di casa. Finalmente riesco a calmare un po’ la mia mente a soqquadro.

Non credevo di essere così sensibile ai giudizi altrui e non credevo altrettanto possibile che mio padre potesse accusarmi così violentemente. Dio, ma cosa gli è preso? Solitamente è un uomo tranquillo e con me ha perso le staffe poche volte e per motivi molto più seri!

E’ tutto così assurdo.

E mentre sto pensando a questo mi devo subito ricredere, a volte la vita ha sua strana ironia.

Capto l’onda gravitazionale prima che mi colpisca, ma vengo lo stesso colpito, sorpreso dallo strano evento. Pochi sulla terra sono in grado di sprigionare questo tipo di potere, a dir la verità, solo io riesco, raramente, a farne uso.

Tuttavia non ho la possibilità di addentrarmi in questi pensieri.

Il colpo mi scaraventa a forte velocità contro la pavimentazione di asfalto antistante al Crashpod. Quando mi rialzo ammaccato la risposta è davanti a me.

Rhomann Dey. 

 

***

 

Chi è Rhomann Dey?

Una domanda semplice; la risposta, tuttavia, non lo è altrettanto.

Immaginate un uomo giusto, un uomo che ha fatto della sua vita una missione per difendere il prossimo.Ebbene immaginate sempre lo stesso uomo che dopo aver inseguito tra le stelle un pericoloso criminale viene ferito mortalmente. Immaginate la disperazione di quest’uomo, non per la sua prossima morte, no! Quest’uomo si dispera per il pericolo da cui non è riuscito a proteggere il suo prossimo. Immaginate l’uomo morente, immaginatolo che, con i suoi ultimi flebili respiri, è concentrato in un unico enorme sforzo: trovare un degno successore!

Ora immaginate un ragazzo, non ha nulla di speciale, è insignificante e nessuno lo considera. Non ha amici, e i giorni di scuola sono un continuo tormento tra spintoni, scherzi alle spalle e risultati mediocri. Ebbene, un giorno questo ragazzo viene colpito da un raggio piovuto dal cielo e cade in coma misteriosamente. I medici non capiscono cosa sia accaduto al ragazzo ed i genitori si preoccupano per il destino del loro sventurato figlio. Tuttavia il ragazzo si risveglia e da quel momento non è più lo stesso. Ora il ragazzo può volare, ha un favoloso costume blu ed oro. E’ lui il prescelto. E’ lui il successore.

Ma il Male non sta a guardare, attacca il ragazzo ancora inesperto e lo sconfigge. La situazione è tragica e tutto sembra perso; ma non è così!

Prima che il Male possa trionfare l’uomo giusto, ormai in punto di morte, non si risparmia, riesce a ribaltare la situazione e a distruggerlo con il suo ultimo respiro di vita.

Ebbene, se siete riusciti ad immaginare ciò, avrete certamente capito che io sono quel ragazzo mentre l’uomo giusto, l’uomo che mi ha reso ciò che sono ora, quell’uomo era Rhomann Dey.

Ora, quest’uomo mi si para davanti e l’unico suo scopo apparente è quello di uccidermi.

 

***

 

Rimango in piedi per poco.

 Dey mi assale violentemente. E’ uno scontro fisico quello che vuole e io a stento riesco a parare una quantità sufficiente dei suoi colpi. Mi colpisce con crescente potenza.

- Chi sei?- domando incerto, mentre cerco di parare alcuni dei suoi affondi.

- Rhomann, sei tu? – continuo ad interrogarlo senza ottenere risposta, salvo i suoi pugni, che mi tartassano, incessanti. Sono stordito e sotto shock; prima mio padre e poi questo! Assurdo, me ne rendo conto, ma non riesco a reagire.

La mia guardia cede e vengo colpito violentemente. Volo in aria per vari metri, l’atterraggio non è dei più morbidi.

Basta, non so chi sia, ma devo reagire; mi lancio contro Dey e per la prima volta lo colpisco di sorpresa.

- Chi sei? – domando imperioso. A tutta risposta vengo sferzato da un potente campo gravimetrico. Un attimo prima il mio corpo è sotto posto alla normale forza gravitazionale della terra il momento successivo sento su di me una montagna. Le ossa scricchiolano e i muscoli urlano di dolore. Lui mi guarda divertito.

Basta, ho sopportato fin troppo. Lascio che il potere fluisca in me e stranamente riesco ad incanalarlo nel modo giusto. Un controcampo annulla l’effetto di Dey, tuttavia, l’impresa mi ha spossato ed il suo contrattacco mi colpisce in pieno.

Questa volta rialzarsi è proprio dura. La forza sembra avermi abbandonato.

- Cosa vuoi da me?- domando in affanno.

-Mi hai deluso.- sentenzia lui tornado alla carica.

-Cosa?- dico con un filo di voce mentre un pugno all’addome mi mozza il fiato.

Non si ripete, ma le sue parole mi bruciano dentro. La sua voce calma e moderata fa sembrare ciò che ha detto la cosa più naturale del mondo.

L’ho deluso.

-C.. cosa dovrei fare ? – domando crollando in ginocchio a terra.

- Restituiscimi i poteri! – decreta lui.

Rimango allibito, tutto quello che sono, tutto il poco di buono che ho fatto a questo mondo sono frutto dei miei poteri. Senza di loro non sono niente, sono solo Richard Rider, la nullità.

Dey mi continua a colpire, ma io sono così stordito dalle sue parole che non cerco neanche di parare i suoi tremendi colpi, mi limito ad incassare impotente.

- Sei una vera nullità. – mi dice tra i denti, continuando a bersagliarmi di pugni e, tuttavia, sono le sue parole quelle che mi penetrano nell’anima e mi trafiggono come aghi ghiacciati. Ho fallito, di nuovo, come sempre. Con un destro poderoso mi scaglia contro la recinzione che delimita il Crashpod. Io strappo vari pali portandomi via ed un grosso pezzo di recinzione.

Stanco, sconfitto, resto immobile in un groviglio di fil di ferro e pali divelti che mi circondano.

Dey se la prende comoda, non ha paura che io fugga. E’ conscio di avermi totalmente sconfitto. Ed io, come una vittima sacrificale, aspetto il mio destino. A pochi metri da me le orbite all’interno del suo elmetto si riempiono di luce e ne scaturisce un fascio di energia pura. Introno a me il metallo fonde, e solo le incredibili proprietà del mio costume riescono a dissipare parte dell’enorme calore.

- Restituiscimi i poteri! – ringhia sollevandomi da terra come un peso morto.

- Se è questo che desideri, sono tuoi. – e mentre quasi inconsciamente richiamo in me l’energia ancestrale che mi rende Nova, pronto a trasfonderla nel corpo del mio predecessore il mio sguardo rimane catturato dagli occhi di Dey. Da essi traspare malvagità allo stato puro, solo pura e semplice  bramosia.

Ed allora capisco e la rabbia monta in me.

- Chi sei TU!- urlo infuriato contro l’essere che mi trovo d’avanti. Le mie parole sembrano scuoterlo più della mia immediata e feroce reazione.

Sento l’energia scorrere come un torrente in ogni atomo del mio corpo. Il dolore, la fatica, la disperazione scompaiono repentinamente mentre l’intero mio essere vibra acceso da una forza arcana e potente.

Il mio corpo, senza neanche agire consciamente, si muove metodicamente, quasi meccanicamente.

Colpisco Dey con un campo di gravità negativa. Sotto di lui il terreno sprofonda di vari centimetri. Poi con foga emano un’onda gravitazionale che lo sbalza violentemente verso il cielo. Ed io lo inseguo rabbioso. Solo durante la foga dell’inseguimento mi ricordo di analizzare l’impronta termica dell’essere. Una nuova conferma, è appena tiepido, quasi etereo. Mi lancio contro di lui come un razzo umano. Lo scontro è violento, la forza d’urto lo deforma.

Mi fermo, librato in cielo, e lo osservo precipitare a terra. Fino adesso ho agito solo sotto l’impeto della rabbia, ma è ora di recuperare la calma.

Troppe domande mi si affollano nella mente e nessuna risposta: come può quell’essere conoscere le mie origini, i miei punti deboli, le mie paure, ma soprattutto cos’è quell’essere? L’unico modo che ho per scoprirlo è venirlo a sapere da lui. La caduta della creatura ha lasciato evidenti segni sul molo dove sorge il Crashpod, dovrò giustificare questo disastro con gli altri[vi]. Nel cratere che si è formato una cosa nera si agita, informe. Non ha più nulla a che vedere con Rhomann Dey , ora si è rivelato per ciò che è. Tutt’altro è stabilire cosa sia realmente?

Mi avvicino guardingo, mai dare nulla per scontato mi dico. Ed infatti la massa informe si getta su di me, come un liquido di pece nera. Il contatto con la cosa mi da una sensazione tremenda di freddo e di desolazione.

- Fame!- sento sussurrarmi all’orecchio da una voce eterea.

- Cosa sei? – riesco a dire cercando di districarmi dal suo vischioso abbraccio.

- Placa la mia fame! – mi risponde quasi supplicandomi.

- NO! – rispondo secco e perentorio.  L’essere grida, o almeno così mi sembra. Le mie parole sembrano ferirlo, riesco a sentire la sua disperazione, come se fosse qualcosa di materiale.

Disperato l’essere lancia il suo ultimo disperato attacco, ma io questa volta sono pronto e lo respingo. Un’onda gravimentica di enorme potenza lo incenerisce senza lasciarne traccia.

Ho vinto, me ne sono liberato, ma mi è difficile esserne contento.

Durante un breve attimo, mentre l’essere perdeva consistenza e moriva, solo per un istante infinitesimale sono entrato in contatto con lui. Non posso dire di aver veramente visto qualcosa, ma quello che i miei sensi hanno percepito era qualcosa di maligno, affamato e disposto a tutto.

- Almeno ho eliminato quella creatura infernale! – dico ad alta voce cercando di scaricare la tensione accumulata.

Il vento tra le macerie della battaglia all’ombra del pone di Brooklyn mi risponde con uno strano sibilo smorzato, poi un boato mi coglie di soprassalto e suoi cieli di Manhattan una grossa nube scura sembra stendersi sugli alti grattacieli della city….

Come volevasi dimostrare, le ultime parole famose…

 

Continua su Inferno2 e relativi tie-in…

  

NOTE

 
 

Originariamente la serie di Nova doveva iniziare in maniera assai diversa, ma più o meno intorno a questo periodo, cioè a cavallo dell’anno nuovo. Quando sono venuto a conoscenza del progetto di crossover che poi è diventato Inferno2 avevo due opzioni: o posticipare i programmi (cosa, peraltro, a cui sono tristemente abituato) oppure mettermi di buona lena e pensare ad una storia che non stravolgesse troppo i miei progetti, fosse legata alle vicende del crossover e che avesse un suo spessore.

Alla fine ho ritenuto che, anche come augurio di buon inizio, fosse giusto inserire Nova nel contesto di Inferno2 che coinvolge tutta la continuity Marvel IT e, nel mentre, dare un assaggio ed introdurre il personaggio ai lettori. Proprio con questo spirito ho preparato questo fin troppo corposo prequel che, pur essendo slegato dai futuri eventi che coinvolgeranno Nova, mette a nudo molti aspetti del carattere del buon Rich Rider, sperando di aver fatto un buon lavoro.

Ci risentiamo presto per il primo numero.

            Giovanni Scoto “Eriugena”

 


[i] Vedi episodi New Warriors (New Warriors vol.I n.37-38 in USA, inedito in Italia);
[ii] Vedi Nova vol. III n.5 USA - inedito in Italia;
[iii] Varie volte Nova ha perso i suoi poteri dopo essersi allontanato da Xandar  (in “All American Comics” n. 47 – Play Press); durante lo scontro contro Super Nova  (inedito in Italia – New Warriors n.40 vol. I - USA) ed alla fine della seconda serie a lui dedicata (inedito in Italia - Nova n.18 vol. II - USA);
[iv] Nova si riferisce anche agli eventi successi in New Warriors: War in Time. Cosa !?! Non avete ancora letto gli episodi pubblicati su MarvelIT? Beh, allora rimediate ;-)
[v] Il Quartier Generale dei New Warriors, attualmente abbandonato
[vi] Nova si sta riferendo ai suoi ex compagni i New Warriors
 
 

ANTEPRIMA

 
 

Bene, ora che vi siete letto il Prequel non c’è che da aspettare qualche tempo per potere aver tra le mani il Primo, eccezionale e sconvolgente numero di Nova. Nessuna anticipazione, ma aspettatevi qualcosa di veramente poco convenzionale. Tutto ciò offerto dal buon Eriugena e supervisionato dal “tirannico” (acc’ ma quello non era il Furla?) Tobia ^_-. Ovviamente sempre targato MarvelIT! Nuff’said