1.
Bronx, New York.
Ore 19
G.M.T. Ore 14, ora della Costa Orientale degli Stati Uniti D’America. Secondo
giorno dell’Inferno. Il suo nome era Scarlet Fasinera, ma oggi è
conosciuta solo come Stained Glass Scarlet, spietata vendicatrice. I suoi capelli sono rossi come la sua
tunica, da cui escono due gambe color dell’avorio, i suoi occhi sono azzurri
come il cielo sereno, quel cielo che oggi è coperto da un’innaturale cappa di
oscurità. Il suo scopo: purgare dal peccato questa città dannata. Il suo mezzo:
il fuoco purificatore. Si erge nel mezzo delle fiamme come un angelo
vendicatore, come l’araldo dell’Apocalisse predetta da San Giovanni e le sue
frecce, scoccate con maestria dalla sua balestra, abbattono un demone dopo
l’altro. Con la grazia di una ballerina, si muove e lascia il cimitero, dove
dorme l’eterno riposo, il figlio che lei stessa ha dovuto uccidere.[1]
Non ha più lacrime per piangerlo, le ha finite da tempo, ora può solo andare
incontro al suo destino e ad un nuovo incontro con l’argenteo cavaliere che di
quel destino fa parte integrante.
Long
Island, New York. Ore 19:05
G.M.T. Ore 14:05, ora della Costa Orientale degli Stati Uniti D’America.
Secondo giorno dell’Inferno. In piedi nel salone della sua
villa, quell’argenteo cavaliere, Marc Spector, Moon Knight sente lo stesso
richiamo di Scarlet e sa cosa deve fare. Si rivolge alla sua donna
-Lei è la fuori, Marlene ed io
devo trovarla, prima che sia troppo tardi…per lei, lo capisci vero?-
Marlene
Alraune fa un amaro sorriso.
-Ma certo. Se ti aspetti che
faccia come la classica donna dell’eroe e ti preghi di non andare, beh parli
con la donna sbagliata.-
-Questo non lo credo. Sei
esattamente la donna giusta, ne sono convinto, comunque, ti prometto che starò
attento.-
-Come se potessi crederci!.
Replica lei, sarcastica –Va pure a fare l’angelo salvatore dell’anima di quella
donna. Come vedi non sono nemmeno gelosa, il che, credo, ci rende davvero una
coppia poco convenzionale.-
-Si è vero…. Ti piacerebbe se la
rendessimo più… convenzionale?-
-Vuoi dire sposarci? Oh no, è
mille molte più divertente ed eccitante vivere nel peccato, Mr. Spector. Le
convenzioni borghesi sono così noiose.-
Marc
ride di gusto. Intanto il maggiordomo si avvicina
-Prevede di restar fuori a lungo,
Padron Spector?- chiede
Marc
comincia ad infilare la maschera di Moon Knight e risponde
-Non lo so,
Samuels, meglio dire
alla cuoca che non mi aspetti per il pranzo.- Un attimo prima di calarsi la
maschera sul volto, si rivolge a Marlene e le dice: -Ti amo Marlene, lo sai, e
non saprei cosa fare senza di te.-
La
bacia e poi se ne va senza aspettare risposta. Marlene lo vede salire sul
Mooncopter e pensa che quello che ha sentito sembrava quasi un addio. Non sarà
così, pensa, tornerà, come fa sempre. Ti amo anch’io Marc, sussurra e rientra in
casa.
2.
Macao, Cina. Ore 20:35 G.M.T.
Ore 04:35 del giorno seguente, ora locale. Secondo giorno dell’Inferno. Clive Reston non credeva che
incastrare Carlton Velcro, il contrabbandiere di armi e droga a cui lui e Leiko
Wu danno la caccia sarebbe stato facile, ma, nemmeno pensava che si sarebbe
trovato in una porzione dell’Inferno di Dante, o, almeno in quella che sembrava
una versione dell’Inferno di Dante come la vedrebbe un pittore astrattista
fatto di qualche acido. Era stata una dura giornata e Clive si era
letteralmente lasciato andare e, forse, era sto proprio il fatto che aveva
lasciato piena libertà al suo lato più irrazionale a consentirgli la
sopravvivenza. Ora i demoni sembrano essersi ritirati. La radio, per quel poco
che funziona, parla di superesseri alla riscossa. Di questi tempi anche la Cina
ha i suoi, sembra.[2] A Clive non
interessa, ora sente solo il bisogno di una doccia calda prima di infilarsi
sotto le coperte per il meritato riposo. Un riposo che, forse, non avrà. Il suo
problema si chiama Leiko Wu. Era stato innamorato di Leiko e, quando lei
l’aveva mollato, lui, il grande agente segreto, il Don Giovanni impenitente, si
era sentito perso. Anche quando lei si era messa con Shang Chi, lui era stato
onesto col cinese e gli aveva detto che, nonostante loro due fossero amici, lui
avrebbe cercato di soffiargliela. Diceva la verità, ma non l’aveva fatto, alla
fine. I motivi erano tanti: la lealtà vero Shang Chi, forse o, forse, Melissa
Greville. Lui e quella che, all’epoca, era la segretaria di Sur Denis Nayland
Smith al MI6, ebbero una lunga relazione, nata quasi per caso, ma finita, come
quasi tutte quelle che lui ha avuto. È simile a suo padre in questo: nessuna
donna fissa troppo a lungo, eppure Melissa è uno dei suoi rimpianti.
Sta pensando a questo, mentre fa la
doccia, quando, improvvisamente, il box si apre e compare… Leiko
-Che
vorresti fare?- le chiede Clive
Lei entra nel box, chiudendo lo
sportello dietro di se
-Pensavo
fosse evidente.- risponde lei –D’altra parte, non è quello che dicevi sempre di
volere anche tu?-
-Questo
era prima che ti chiarissi con Shang Chi.. Come la mettiamo con lui?-
Oh lui
non è qui.- risponde Leiko passandogli le braccia intorno al collo –Non credevo
che t’importasse tanto. Non sei tu il famoso Clive Reston? Quello che passa di
donna in donna come l’ape passa di fiore in fiore? Non ti facevo tanto
moralista. Mi deludi, Clive.-
-E tu
deludi me Leiko, far questo ad uno come il cinesino.-
-Oh
sono stufa di fare la santarellina, ho voglia di divertirmi anch’io.-
-Non
sei mai stata una santa Leiko, sei esattamente come me, solo che io l’ho sempre
detto apertamente.-
-Allora,
vuoi davvero che me ne vada Clive?- ribatte lei, mentre l’inglese sente la
pressione del suo corpo contro il suo e le sue reazioni involontarie sono
chiaramente eloquenti. Per la prima volta in vita sua, Clive Reston si trova a
desiderare un qualche tipo di interruzione, che lo sollevi dal fare qualcosa
che più tardi, probabilmente, rimpiangeranno entrambi. Stavolta non è destinato
ad essere esaurito.
New York City.
Ore 22 G.M.T. Ore 17, ora
della Costa Orientale degli Stati Uniti D’America. Secondo giorno dell’Inferno.
Il suo nome è Carson Knowles, ma ora è conosciuto solo come Spettro Nero, Dal terrazzo del suo
attico guarda lo spettacolo di una città in preda alla devastazione e sotto la
maschera che gli copre il volto, sorride. Ricorda quando, anni fa, decise di
presentarsi candidato a Sindaco; ed avrebbe vinto, se Moon Knight non avesse
smascherato i metodi illegali con cui aveva cercato di guadagnarsi i favori del
pubblico.[3]
Da allora, ha imparato la lezione, ha stretto nuove e proficue alleanze, ma il
suo scopo finale è rimasto lo stesso: il potere e stavolta nessuno lo fermerà.
-A cosa
stai pensando?- gli chiede una voce femminile alle sue spalle
Spettro Nero si volta di scatto, non
l’ha proprio sentita arrivare
-Non
volevo sorprenderti.- dice ancora la donna –Sono silenziosa per natura,-
-Ed è
una dote che ammiro in te, mia cara, oltre a tutte le altre, naturalmente.-
ribatte lui pronto –Se vuoi saperlo, stavo pensando al nostro piano ed alla sua
sperabile riuscita.-
-Oh
anch’io ci tengo che riesca. Prima faremo cadere questa città, poi il resto di
questa marcia ed ipocrita nazione la seguirà con tutti i suoi governanti.-
-Sei deliziosamente
piena di rabbia ed odio.-
-L’odio
è la sola cosa che mi ha sempre sostenuta. Odio per coloro che mi hanno messa
al mondo e mi hanno, poi, vigliaccamente, abbandonata perché ero diversa. Odio
per questo paese che fa promesse che non mantiene, che dice che tutti i suoi
figli sono uguali e poi li discrimina ogni giorno, dimostrando che c’è chi è
più uguale degli altri. E’ stato l’odio a mantenermi in vita, a salvarmi la
vita ed è l’odio a sostenermi, finché non avrò realizzato i miei obiettivi ed ottenuto
la mia vendetta su coloro che li fecero fallire la prima volta.-
Lo spettro Nero ha ascoltato la
tirata della donna. Certo, sembra un po’ pazza, ma incontrarla è stata una
fortuna. Condividono gli stessi obiettivi e la stessa determinazione nell’ottenerli.
-Capisco
bene quel che provi…- le dice, togliendosi la maschera. -… io ho combattuto per
questo paese e quando sono tornato, cos’ho ottenuto? Una bella pacca sulle
spalle e tanti saluti. Mia moglie mi aveva piantato, il mio lavoro era stato
dato ad un altro.Tante grazie Mr. Knowles, non sappiamo più cosa farcene di
lei. Dovevo sopportarlo? No, mi sono ribellato ed ho cercato di riprendermi
quel che mi spetta, quello che è mio di diritto. Anch’io ho le mie vendette da
compiere e, credimi, mia cara, le compirò tutte.-
Sente la risata della sua compagna e
pensa a lui, al suo personale demone in bianco, a Moon Knight. È solo questione
di tempo, lui è da qualche parte, la fuori e presto s’incontreranno. È il loro
destino.
Siberia Orientale, Federazione
Russa. Ore 22.20 G.M.T. Ore 10:20 del giorno seguente, ora locale. Secondo
giorno dell’Inferno. La donna dai capelli e gli occhi
neri risponde al nome di Alexandra Fiodorovna Bezuhkova ed è di nazionalità
ucraina, sposata con Igor Yurievitch Bezuhkov, ingegnere incaricato di
verificare i presupposti di un tunnel sotto lo Stretto di Bering, che passa tra
Alaska e Siberia, unendo così due nazioni per lungo tempo nemiche. Il lavoro è
una copertura ed i nomi della donna e del suo cosiddetto marito sono falsi,
come, del resto, il loro matrimonio. Il colore dei capelli e degli occhi, come
pure l’acconciatura, non ingannerebbero a lungo chi l’avesse conosciuta bene.
Questa donna è, in realtà Natali Alianovna Romanova, conosciuta negli Stati
Uniti semplicemente come Natasha Romanoff ed in tutto il mondo come la letale
Vedova Nera. Ha accettato una missione per lo S.H.I.E.L.D. Rintracciare e
neutralizzare il malefico Dottor Sun, ovvero uno scienziato cinese su cui anni
prima, in un clima politico diverso, fu condotto un esperimento che consentì al
suo cervello di sopravvivere fuori dal corpo, dotandolo, nel contempo, di
enormi poteri mentali. L’operazione, condotta congiuntamente dalla Sezione
Russa e da quella Cinese dello S.H.I.E.L.D. ha permesso di scoprire che Sun
aveva trasferito la sua base d’operazioni in Camciatca Yuri Brevlov, il
Direttore della Sezione Russa, una delle leggende dello spionaggio dell’ex
Unione Sovietica, aveva arrangiato le cose in modo da spedire lei ed un altro
agente in zona, sotto copertura per scoprire chi fossero i complici di Sun.
Questo era stato, ovviamente, prima che, il giorno precedente, scoppiasse
letteralmente l’Inferno.
Natasha non è tipo da farsi
sorprendere facilmente, ma ha dovuto ammettere che un’invasione di creature demoniache
non è cosa di tutti i giorni. Se a tutto questo, si uniscono, poi, le bizzarrie
di comportamento dei pochi abitanti, bizzarrie a cui né lei stessa, né il suo
compagno di avventure erano stati capaci di sfuggire, il quadro finisce per
assumere tinte davvero fosche. Ad una prima analisi, la più ovvia conclusione è
che le pulsioni più represse di uomini e donne sono sfuggite al controllo
cosciente e si sono scatenate, condizionando il comportamento di tutti. Odi
rancori o, più semplicemente, passioni sopite da tempo hanno trovato sfogo e
questo non ha, di certo, aiutato quando l’invasione demoniaca è arrivata.
Natasha può ringraziare il suo addestramento di spia se alla fine è riuscita a
mantenere il controllo di se o, almeno, una parvenza di esso; ma, più di una
volta, è stata sul punto di cedere. Visioni del passato, dei suoi tormenti, dei
suoi fallimenti l’hanno assalita a più riprese. Lo specchio le rimanda
l’immagine di una donna che non è più sicura di conoscere. Dov’è finita la
spavalda donna sicura di se, adesso? È mai davvero esistita o era solo un’altra
maschera? Una maschera indossata per nascondere la sua fragilità? Basta, questi
pensieri non l’aiutano. Se solo non fosse qui, a pochi chilometri dal Circolo
Polare Artico, lontana da chi potrebbe confortarla. Pensa a Matt, a Clint
Barton[4]
e poi a Paul Denning, alias Paladin. Si è sempre detta che non aveva bisogno di
loro, che bastava a se stessa, ma mentiva. Il solo che l’ha sempre capita è
stato Ivan, la sola figura paterna che abbia mai avuto, il solo che le è sempre
stato al fianco senza domande, senza giudicarla, anche quando, tanti anni fa,
lei prese quella decisione che…. No! Non vuole pensarci, non deve. Con un getto
di stizza, getta un portacenere contro lo specchio della stanza.
-Natasha!
Tutto bene?- la voce appartiene al suo compagno d’avventura, con cui,
ovviamente, divide la stanza e che è appena rientrato, appena in tempo per
testimoniare la sua crisi.
-Non
chiamarmi mai così.- ribatte gelida lei –Finché siamo qui, io sono Alexandra, è
chiaro “Igor”?-
-Certo.-
risponde lui –So bene chi sei e chi sono io, così come so cosa ti sta
succedendo.-
-Ne sei
convinto?-
.Certo.
Quando combattevamo quei demoni , potevo fingere di non pensarci, ma ora… è
come che se tutta la mia rabbia, la mia ostilità, l’odio che avevo imparato a
contenere cercasse un motivo per esplodere ed ho paura, paura di fare del male
agli innocenti, come mi è già capitato in passato, quando…ma perché te lo dico?
Tu c’eri, devi ricordare.-
-Si, lo
ricordo e so bene cosa significano i sensi di colpa. Non cedere a loro, puoi
farcela lo so..-
Natasha stringe le mani di lui e si
chiede se quello che ha detto è vero. Spera che questa crisi, qualunque cosa
essa sia, finisca presto o non sa se riuscirà a tenere a bada i suoi demoni
personali o quelli di lui.
3.
New
York City. Ore 23 G.M.T. Ore 18, ora della Costa Orientale degli Stati
Uniti D’America. Secondo giorno dell’Inferno. Stained Glass Scarlet si muove in uno scenario da incubo,
che non l’impressiona minimamente. Pochi isolati prima ha incontrato un tizio
con l’aria spiritata, che ha provato ad aggredirla, probabilmente con
l’intenzione di violentarla. Lei ha respinto il suo primo assalto e poi gli ha
trafitto il cuore con una freccia. Ora ne è sempre più convinta: questa città è
sottoposta allo stesso giudizio sotto cui caddero Sodoma e Gomorra e lei è
l’angelo giustiziere a cui spetta di mondarla dai suoi peccati, purificarla nel
fuoco. Improvvisamente si ferma, i suoi occhi gettano rapidi sguardi intorno.
Lui è qui, sente che è vicino, non si può sbagliare: il suo personale angelo
bianco. C’è un legame speciale tra loro. Lei ha ucciso il suo stesso figlio per
salvargli la vita ed in seguito lei stessa ha cercato di dargli la morte, Lui,
invece, le ha sempre teso la mano, ha sempre cercato di salvarle l’anima.
Peccato che lei non meriti di essere salvata, che non ci sia alcuna redenzione
ad attenderla, solo le fiamme dell’inferno.
A bordo del
Mooncopter, Moon Knight
scruta le strade sottostanti, finché non la vede. Non può sbagliare, la tunica
rossa, il portamento, i capelli, è lei.
-Io
vado Frenchie.- dice.
Jean Paul Duchamp lo guarda facendo
una smorfia di disapprovazione.
-Attento
Marc.- gli dice –Quella donna è una pazza esaltata e ti ha praticamente ucciso
una volta, per non parlare di quello che ha fatto a me e Chloe.-[5]
-Ha
solo bisogno di aiuto, Frenchie, ed io posso darglielo, lo so.-
-Oui,
certo, come no. Tu sta attento comunque, non voglio dire tristi racconti a
Marlene.-
-Tranquillo,
Frenchie, so quello che faccio.-
Ma è vero? Si chiede Moon Knight
gettandosi dal Mooncopter, sono davvero sicuro di quel che faccio? Forse i miei
veri motivi sono altri. Arresta la caduta aggrappandosi all’asta di una
bandiera, fa una capriola ed eccolo a terra.
-Scarlet!-
chiama, cercando di fare la voce cupa.
Gli occhi di lei s’illuminano.
-Sei
tu!- esclama lei –Sapevo che saresti venuto!-
Moon Knight avanza verso di lei.
-Credevo
avessi abbandonato la tua idea di purificare nel fuoco la città, Scarlet.- le
dice.
-Ma non
vedi cosa sta succedendo?- replica lei –La furia dell’inferno si è scatenata in
questa città, i demoni la mettono a ferro e fuoco. È giunta l’ora che i
peccatori scontino i loro peccati. Le anime dannate bruceranno nelle fiamme
dell’inferno!-
-No,
Scarlet, non oggi, almeno. Devi ascoltarmi. Questi esseri saranno sconfitti e
la città rinascerà. Non tutti i suoi abitanti sono colpevoli e quanto a te, la
tua anima non è predestinata all’inferno, tu puoi ancora salvarti, se lo vuoi,
se ti fermi adesso.-
-Tu… tu
lo credi, davvero? Credi che ci sia ancora speranza per me?-
-Si,
Scarlet, lo credo.- risponde Moon Knight, ora, sempre più conscio della
vicinanza di lei, conscio dell’effetto che gli fa l’averla così vicina, mentre
la mano di lei gli sfiora il viso e solleva la sua maschera, Si sforza di
pensare a Marlene, mentre le labbra di Scarlet sfiorano le sue, ma è inutile.
Per un lungo attimo non c’è più la città, non più i demoni o gli incendi o
qualsiasi altra cosa, ma solo loro e nient’altro che loro… poi, l’incanto è
rotto dal rumore di un’esplosione.
New York. Ore 22:45 G.M.T.
Ore 17:45, ora della Costa Orientale degli Stati Uniti D’America. Secondo
giorno dell’Inferno. Il suo nome è Grace Mansion ed è
la residenza ufficiale del Sindaco di New York. Il commando di uomini in tuta
azzurra ed elmetto giallo vi è arrivato senza incontrare serie opposizioni, al
suo comando, lo Spettro Nero in persona. Entrare nel palazzo è relativamente
facile. C’è resistenza, ma è abbattuta facilmente, poi il piccolo reparto militarizzato
raggiunge gli appartamenti personali del Sindaco
-Quell’idiota
è scappato.- esclama lo Spettro Nero –Non importa, quel che voglio è qui,
dopotutto. Si siede, con aria soddisfatta, nella poltrona dirigenziale alla
scrivania dello studio privato del Primo Cittadino della più grande città del
mondo. -Ah, quanto a lungo ho desiderato questo momento, la città è ai miei
piedi, come ho sempre voluto e questo è solo il primo passo.-
4.
New York City.
Ore 23:15 G.M.T. Ore
18:15, ora della Costa Orientale degli Stati Uniti D’America. Secondo giorno
dell’Inferno. Moon Knight si è staccato da Stained Glass Scarlet.
L’esplosione che ha udito non era forte, ma veniva da lì vicino, dalla zona
dove c’è la residenza del Sindaco. Il suo istinto gli dice che deve agire
immediatamente. Si volge verso la donna
-Scarlet,
se davvero vuoi colpire i peccatori, allora seguimi, potrai aiutarmi.-
La donna non parla, i suoi occhi
azzurri scrutano la bianca figura, l’unica persona su questa terra di cui sente
di potersi fidare totalmente,
-Verrò.-
dice semplicemente.
Moon Knight richiama il Mooncopter
ed una scaletta viene calata. Sia lui che Scarlet si aggrappano e vengono
tirati su
-Vedo
che hai portato ospiti.- commenta Frenchie
-Si,
Scarlet verrà con noi.-
-Conosco
la signora. Non è stato un bell’incontro l’ultima volta.-
-Non ho
mai voluto ucciderti.- replica Scarlet
-Oh
certo, certo.- ribatte,ironico,il francese –Mi chiedo se possono dire lo stesso
anche Crawley e Gena.-
Scarlet non risponde, ma si morde le
labbra.
Bastano pochi minuti per arrivare
nei pressi della Grace Mansion
-Ci
sono uomini armati, che la circondano Ma… voglio dire Moon Knight.-
Moon Knight scruta attentamente gli
uomini in questione e…
-Conosco
le loro uniformi, devo avere un dossier su di loro, vediamo se è vero.
In pochi attimi, il computer gli
rimanda le informazioni richieste.
-Ecco
fatto. Sono un gruppo paramilitare chiamato Spettro Nero. Era composto quasi
esclusivamente di donne agli ordini di due fanatici mutanti: il Mandrillo e
Nekra, entrambi presunti morti. Riuscirono ad ottenere la resa del Governo con
un ricatto nucleare, ma furono fermati da Devil, la Vedova Nera e Shanna la
Diavolessa.[6]
A quanto pare, qualcuno li ha riorganizzati. Spettro Nero, fa venire in mente
una vecchia conoscenza, eh Frenchie?-
-Oui,
c’est possible.- risponde il pilota –Sarebbe da Monsieur Knowles fare una mossa
del genere. Un esercito di sole donne? Mmm, come quelle tipe della settimana
scorsa, le Sorelle di Femizonia?[7]
Credi ci sia un collegamento?-
-Credo
che a noi spetti di fermarli qualunque cosa abbiano in mente.- replica
l’Argenteo Cavaliere –Che siano donne o no, non mi riguarda.-
-Se
fallisci, lo userò come tuo epitaffio, mon ami.- conclude Frenchie
New York City.
Ore 23:40 G.M.T. Ore
18:40, ora della Costa Orientale degli Stati Uniti D’America. Secondo giorno
dell’Inferno. Dal suo
ufficio in Police Plaza Uno, il Commissario Arthur Stacy, osserva la città. A
quanto pare, le cose non accennano a migliorare, anzi….
Il suo assistente entra trafelato
-Signor
Commissario, degli armati si sono impadroniti della Grace Mansion!-
-Che
cosa?- esclama Stacy –Chi sono?-
-Non
siamo sicuri, le notizie sono frammentarie e…-
-Va
bene, ho capito. Abbiamo pattuglie da mandare laggiù?
-No
signore. I nostri uomini sono già molto impegnati con mille altre segnalazioni.
Ci sono incendi, epidemie di follia, assalti dei demoni e….-
-Basta
così, conosco la situazione. Notizie dalla Polizia di Stato, dalla Guardia
Nazionale e così via?-
-Signore,
la crisi è ormai estesa oltre lo Stato, oltre la Nazione, arriva al Mondo
intero. Il Governatore ci ha fatto sapere che non può mandare aiuti e che
nemmeno lui ha uomini e mezzi sufficienti. Questo, prima che terminassero le
comunicazioni radio con l’esterno.-
-Magnifico.-
commenta, sarcastico, Stacy –Ed i cosiddetti supereroi che fanno?-
-Credo
che tutti quelli cittadini stiano facendo del loro meglio, ma di quelli fuori
New York non si sa nulla.-
Bene, pensa Stacy. Quando ho
accettato quest’incarico non pensavo che sarebbe finita così, il capo di un
mucchio di macerie. George, tu avresti fatto meglio di me, non è vero?
Las Vegas, Nevada.
Ore 23:55 G.M.T. Ore
15:55, ora della Costa Occidentale degli Stati Uniti D’America. Secondo giorno
dell’Inferno. Dal suo attico
di un prestigioso hotel della capitale del gioco d’azzardo, il multimiliardario
Harold Howard osserva il disastro che è diventata la sua città. Las Vegas è
sempre stata una città relativamente tranquilla, beh, tranquilla come può
esserlo una qualunque grande città in questo nostro strano mondo, ma
ultimamente le cose sono cambiate. Prima c’è stato l’arrivo di quel
superessere, Maelstrom, a quanto dicono i suoi files, sebbene non molto
aggiornati sul suo aspetto fisico e sui suoi poteri, ed altri due tizi in
costume, identificati come l’Eterno Makkari e Molecola;[8]
poi è cominciato quello che un buon addetto alle pubbliche relazioni
chiamerebbe: Inferno al quadrato. L’essere proprietario di un network
televisivo e di giornali, può avere i suoi vantaggi, ma solo se le notizie arrivano.
Quel poco che ha potuto ottenere l’ha saputo grazie ai computer del Pensatore
Pazzo ed alle loro analisi dei dati forniti. Per quanto possa essere
considerato improbabile, la verità sembra essere quella di un invasione
demoniaca, con il 97,22% di probabilità dell’insorgenza nella popolazione dei
lati più oscuri e repressi della personalità, con risultati devastanti. I
risultati sono sotto gli occhi di tutti. Howard si sorprende, quasi, di non
essere stato colpito da questa epidemia, o, forse, lo è stato e non se ne rende
conto? Domanda interessante, dopotutto. Howard lascia il suo ufficio e passa
nel suo appartamento privato. Qui trova due tra le pochissime persone
autorizzate a vederlo in faccia: suo figlio e la sua efficiente segretaria,
Miss Wright. Il giovane John è stato prelevato all’inizio della crisi dalla sua
costosissima scuola privata, ma ora Howard non è più convinto della bontà di
quest’idea. Forse non c’è più un luogo sicuro in tutto il mondo, ormai.
-Papà!-
gli si rivolge il ragazzo –Credi che questa follia finirà presto?-
Howard vorrebbe rispondergli di si,
ma non ci riesce , le parole gli muoiono in gola. Posa la mano sulla testa del
ragazzo. Non è stato un buon padre per lui, sempre troppo assente, troppo
attento a costruire il suo impero ed ora… ora potrebbe essere troppo tardi per
entrambi.
New York City.
Ore 00:15 G.M.T. Ore
19:15, del giorno precedente, ora della Costa Orientale degli Stati Uniti
D’America. Secondo giorno dell’Inferno. Gli uffici del New York Express sono nel caos quanto ogni
altro posto. Il direttore Paul Hamilton non sa nemmeno se avrà un giornale da
far uscire, l’indomani, ma si rifiuta di cedere alla disperazione. Ogni
contatto con l’esterno è divenuto quasi impossibile, ha cercato di chiamare la
sede dello S.H.I.E.LD., ma non gli hanno risposto.[9]
Alcuni dei suoi giornalisti sono dispersi, come Eddie Brock, e Paul si chiede
se è stata una mossa saggia offrire un lavoro ad uno con la sua reputazione. Un
rischio, certo, ma concedere una seconda possibilità è nel suo stile, dopotutto
e lui spera sempre di non pentirsene.[10]
Questo, però non migliora il suo umore. La crisi non è ancora finita e nessuno
sa se finirà bene per la città, la Nazione, il Mondo.
5.
Hong Kong, Cina. Ore 00:40
G.M.T. Ore 08:40, ora locale. Secondo giorno dell’Inferno. Il mio nome è Shang Chi ed in questa livida
mattina, oppressa da una vera cappa di oscurità, mi aggiro per quella che
viene, di solito, considerata la perla della Cina. Ho perso il conto di quanto
demoni ho affrontato e sconfitto da quando questa faccenda è iniziata. è
orribile che la violenza debba essere vista come l’unica soluzione, ma, a
volte, sembra proprio che non ci sia altra scelta. È il destino dell’uomo
questo? Cedere al fascino della violenza? Smetto di filosofeggiare e mi accorgo
che i miei passi mi hanno portato al vecchio locale di Shen Kuei, detto il
Gatto, il mio compagno d’avventure, scomparso senza lasciare traccia a Macao. È
stato solo un caso od il mio inconscio a condurmi qui? Mio padre direbbe che il
caso non esiste e tutto è preordinato, tutto fa parte di uno schema più grande,
Se è così, non ho ancora capito, dopo tanti anni, qual'è il mio ruolo in questo
schema, Entro nel locale ed i miei sensi si mettono subito
all’erta. Sento il pericolo ancor prima di vederlo. Sono ancora quei demoni, creature mosse dal bisogno di uccidere e
distruggere. Un Maestro delle Arti Marziali può affrontarli e sconfiggerli
tutti, ma anche il più esperto combattente può cedere se è stanco ed io, ormai
lo sono, purtroppo. Alla fine, però, lo spirito del giusto prevale
sull’ingiustizia ed io trionfo Un trionfo vuoto, perché, ancora una volta, non
ho quello che cerco. Sono sopravvissuto, è vero, ma non ho ottenuto nulla di
quello che veramente volevo. A meno che…Si, improvvisamente ho ricordato una
cosa, un ricordo stimolato da quest’ambiente e, forse, so dove cercare adesso.
New York City.
Ore 00:30 G.M.T. Ore
19:30, del giorno precedente, ora della Costa Orientale degli Stati Uniti
D’America. Secondo giorno dell’Inferno. Qualunque cosa cercasse negli appartamenti del Sindaco, lo
Spettro Nero ha concluso la sua ricerca. Spietato ed efficiente, è passato a
City Hall, il Municipio. La sua è rimasta la sola milizia organizzata presente
ormai in città. La Polizia ha troppe emergenze da affrontare e troppi uomini
che hanno ceduto all’incantesimo della Cappa delle Ombre. In una situazione di
semi-anarchia come questa, conquistare posizioni è facile, quello che continua
a sfuggire è lo scopo. Mentre si cala dal Mooncopter, Moon Knight ci sta
pensando. Qualunque cosa voglia lo Spettro Nero, non può essere la conquista di
New York. Sa benissimo che non riuscirebbe a tenerla e allora cosa vuole in
realtà? Quali oscuri scopi persegue? Cosa spera di guadagnare? Eccolo, in cima
alla scalinata, come un Cesare da quattro soldi, contornato dai suoi
pretoriani, sicuro di se, perfettamente a suo agio nella distruzione, quando….
La freccia sibila nell’aria per conficcarsi nel petto di uno dei suoi miliziani
che, con un grido strozzato, cade, rotolando lungo la scalinata. Prima che
qualcuno possa riaversi dalla sorpresa, un altro miliziano fa la stessa fine e
poi un altro. Moon Knight mormora a mezza voce:
-Scarlet.-
E lei compare, come una moderna dea
della vendetta, imbracciando la sua faretra e scoccando frecce con una rapidità
sconcertante, senza mancare mai il bersaglio.
-Prendetela!-ordina
lo Spettro Nero –La voglio qui, viva!-
Stained Glass Scarlet si difende
contro i miliziani dello Spettro Nero, le sue mosse mostrano la grazia di una
ballerina, accoppiata alla furia di una tigre, ma anche le tigri devono cedere
al numero e la donna è portata al cospetto dello Spettro Nero
-Stained
Glass Scarlet.- dice quest’ultimo –La più celebre vigilante del Bronx e
dintorni. È un piacere trovarti in forma smagliante, mia cara.-
-Tu
finirai all’inferno Carson Knowles.- replica lei
-Non ce
n’è bisogno, Scarlet, l’inferno è già qui, non te ne sei accorta? Un destino
inevitabile, forse. Questa città, questo mondo sono pieni di peccatori ed un
po’ di purificazione non può che far bene, non sei d’accordo?-
-Uccidimi,
se vuoi, non m’importa.-
-Ucciderti?
Oh no, non potrei mai, dove compari tu, prima o poi, Moon Knight si fa vedere
ed io ho un conto aperto con quell’eroe che non vuol saperne di restare morto.-
-Se è
me che vuoi, allora puoi anche lasciarla andare, io sono qui.- dice,
improvvisa, la voce di Moon Knight. Sotto la sua maschera, Carson Knowles
sorride.
-Bene,
bene.- commenta –Speravo proprio di rivederti.-
New York City.
Ore 00:45 G.M.T. Ore
19:45, del giorno precedente, ora della Costa Orientale degli Stati Uniti
D’America. Secondo giorno dell’Inferno. Elektra Niatchos getta lo sguardo verso il cupo panorama che
s’intravede dalla finestra e, per la prima volta da anni, si sente impotente
nei confronti delle forze scatenate la fuori. Tiene stretta a se Nina McCabe,
confortandola come può, ma non può non chiedersi, se ci sarà una domani per lei
e per la sua giovane protetta e sono proprio questi pensieri di disperazione,
così insoliti per lei, a preoccuparla di più.
Macao, Cina. Ore 01:10 G.M.T.
Ore 09:10 ora locale. Secondo giorno dell’Inferno. Leiko Wu non riesce a dormire. Si alza dal letto,
senza svegliare Clive e si avvicina alla finestra. Hong Kong è laggiù, a solo
poche miglia, un braccio di mare che la separa da Shang Chi, l’uomo che è
sempre stata convinta di amare. Stanotte ha fatto qualcosa di cui non è fiera,
in un certo modo, ma è ben consapevole di averlo cercato e voluto lei. Dovrebbe
esserne pentita, ma, in realtà, non prova nulla e questo la spaventa. È come se
tutte le cose brutte che lei ha sempre pensato di se stessa, fossero
improvvisamente diventate vere, come se tutte le maschere fossero cadute e
sotto di esse fosse emersa la vera Leiko Wu, ma, ora che è accaduto, cosa ne
farà della sua vita? I suoi pensieri
sono interrotti dall’improvvisa comparsa di un volto demoniaco alla finestra.
La giovane donna balza istintivamente all’indietro, proprio mentre un demone,
seguito da altri suoi fratelli, si precipita oltre la finestra. Leiko è un’agente
addestrata a reagire in ogni situazione ed il fatto di essere completamente
nuda non la turba assolutamente. Sferra un calcio al demone più vicino,
sbattendolo conto un muro, poi si precipita verso il comodino e la pistola che
vi è posata.
Clive Reston si è svegliato quasi istantaneamente. Anche lui
è stato addestrato per essere il migliore e si adatta al pericolo, come se
affrontare un demone arrabbiato senza neanche un vestito addosso non fosse più
insolito del sorseggiare un Cocktail Martini in un locale di Londra con indosso
uno smoking. Sono passati, forse, al massimo, due secondi e già la sua fedele
Beretta ha colpito due demoni. Questi esseri non hanno il minimo senso
dell’opportunità, si ritrova a pensare, ad un gentiluomo dovrebbe essere concesso
di combattere per la sua vita con indosso almeno un paio di mutande.
Leiko viene afferrata da un demone che le torce il polso
destro sino a che, con uno “snap”, la mano della ragazza rimane tra gli artigli
della creatura, che rimane un attimo perplessa.
-Mano
artificiale, idiota.- esclama, sprezzante, la ragazza, mentre con la sinistra
gli spara una raffica di colpi con la sua pistola automatica. –La miglior
protesi bionica, in circolazione, perfettamente simile ad una mano vera e la
rivoglio.-
È un combattimento ai limiti
dell’assurdo, ma, alla fine, i due agenti del MI6 riescono a battere i loro
avversari, che, come al solito, svaniscono, lasciando solo un residuo di
polvere.
-Spenderemo
una fortuna per far ripulire tutto questo.- commenta Reston.
-Addebitalo
al MI6, saranno felici di provvedere, vedrai.- replica Leiko.
Clive sogghigna e guarda la sua
compagna, che, per nulla turbata dagli eventi, recupera la sua mano
artificiale.
-Non è
rotta, per fortuna.- commenta –Con un po’ di fortuna tornerà a posto ..così….
Cos’hai da ridere Clive?-
-Pensavo
che nemmeno il vecchio Steed si è mai trovato in una situazione così assurda. E
dire che gliene capitavano di davvero stravaganti.-
-Chi?
Ah si. Dovresti smettere di fare lo spiritoso Clive, non fa per te.-
-Davvero?
Ma che peccato. Oh beh non puoi accontentare tutti immagino.-
-Ora
che hai detto la tua, che ne dici di tornarcene a letto?-
-Mia
cara, ma c’è qualcosa che riesce a turbarti?-
-Solo
gli uomini chiacchieroni.-
-Ah..
mi adeguerò, allora.-
6.
New York City. Ore 01:12 G.M.T. Ore
20:15, del giorno precedente, ora della Costa Orientale degli Stati Uniti
D’America. Secondo giorno dell’Inferno. Lo Spettro Nero avanza verso Moon Knight brandendo una mazza
chiodata.
-Mi fa
piacere, rivederti, Moon Knight. Sei venuto a combattere per l’onore di questa
donna, come un vero cavaliere?- dice, rivolto al suo avversario
-Sei
sempre il solito, Knowles.- ribatte Moon Knight –Uno spaccone senza cervello.-
-Nemmeno
tu sei cambiato, si vede che morire ti fa bene alla salute. Beh, vediamo se
sarai capace di resuscitare ancora.-
E lo scontro comincia, uno scontro
fatto di finte e di parate, con Moon Knight che evita la mazza dello Spettro
Nero, con quest'ultimo, che mette a segno un calcio e poi, il contrattacco del
crociato lunare, che, con una delle sue mezzelune, riesce a disarmare
l’avversario. Entrambi sono stati soldati, entrambi hanno combattuto in guerre
che preferiscono dimenticare. Sono tanto simili, quanto sono diversi ed uno
solo di loro è destinato a prevalere. Il destino dello scontro sembra deciso,
quando, Moon Knight perde l’equilibrio e piomba sugli scalini. Lo Spettro Nero,
allora, raccoglie la sua mazza e si prepara a vibrare il colpo fatale…. Un
colpo che non giunge mai, perché, proprio in quei preziosi momenti, Stained
Glass Scarlet si è liberata dai miliziani che la trattenevano per precipitarsi
contro lo Spettro Nero.
Come se la scena fosse al
rallentatore, Moon Knight li vede rotolare lungo la scalinata, con le braccia
di Scarlet saldamente avvinghiate al collo di lui, senza lasciarlo mai. Senza
preoccuparsi dei miliziani, Moon Knight si precipita dietro a loro.
-Tu
vuoi davvero morire donna?- grida lo Spettro Nero,
-Se
dovrò farlo, allora morremo insieme, espiando per i nostri peccati!- ribatte lei
Sono giunti al suolo, ormai e
Scarlet estrae un accendino e fa scattare la fiamma accendendo la punta di
legno di una delle sue frecce, dicendo:
-Dì le
tue preghiere, Carson Knowles!-
Con un gesto deciso getta il piccolo
oggetto in una vicina buca.
Per un istante, la scena sembra
congelarsi, mentre Moon Knight vede la tubatura scoperta e comincia a sentire
l’odore di gas. Forse è lui ad urlare “Noo!” o forse è Knowles, non lo sa, non
riuscirà a ricordarlo in seguito. Riesce solo a vedere il piccolo oggetto
fiammeggiante terminare la sua traiettoria e poi c’è solo il lampo
dell’’esplosione, le fiamme, gli oggetti che volano intorno e qualcosa che lo
colpisce alla testa, poi c’è solo il buio.
Quando riprende i sensi, è rimasto
solo. I miliziani sono fuggiti. Sul terreno c’è una buca gigantesca e nessun
segno di vita. Si avvicina temendo cosa troverà, ma non c’è niente, niente, a
parte una tunica scarlatta lacerata in più punti e l’elmo dello Spettro Nero.
Moon Knight raccoglie la tunica e la fissa come se sperasse di trovare una
risposta ai suoi dilemmi, poi una voce dal suo microfono lo scuote
<<Marc,
Marc… Tutto bene?>>
-Si
Frenchie.- risponde lui, sperando di essere convincente -Andiamo a casa.-
EPILOGO
Long
Island, New York. Ore 23:00 G.M.T.
Ore 18:00, ora della Costa Orientale degli Stati Uniti D’America. Primo giorno
dopo l’Inferno. La crisi è
passata, ancora una volta, il mondo è tornato ad una parvenza di normalità.
Nella sua villa, Marc Spector contempla la tunica di Stained Glass Scarlet
-Pensi
che sia morta Marc?- gli chiede Marlene Alraune
-Non lo
so.- risponde lui –In quel clima infernale, c’era un legame tra noi, potevo
sentirla, come un faro, un canto di sirena che mi chiamava. Ora non la sento
più, quindi, forse è morta. Io spero di no, voglio credere che sia
sopravvissuta, ma se lei ce l’ha fatta, allora anche Knowles è ancora vivo e
presto dovrò reincontrarli entrambi, ne sono certo..-
-Un
altro giorno, Marc, per oggi è finita.-
Marc volge lo sguardo verso la
statua di Konshu.
-Finita,
Marlene?- dice –Non finisce mai veramente, non è mai finita.-
Bronx, New York.
Ore 23:15 G.M.T. Ore
18:15, ora della Costa Orientale degli Stati Uniti D’America. Primo giorno dopo
l’Inferno. La donna dai
capelli rossi accende una candela e poi un’altra. I suoi capelli rossi
risaltano tra le fiamme, i suoi occhi azzurri riflettono un’infinita tristezza,
le sue labbra formano un amaro sorriso. Apre un armadio e ne estrae una tunica
color rosso scarlatto, su una rastrelliera fanno bella mostra una serie di
balestre.
Il mio lavoro non avrà mai fine, pensa.
New York City Ore 23:30 G.M.T.
Ore 18:39, ora della Costa Orientale degli Stati Uniti D’America. Primo giorno
dopo l’Inferno. La donna ha
la pelle chiarissima ed indossa solo un ridottissimo costume nero. È china
acanto ad un letto, dove giace un bendato Carson Knowles.
-Presto
guarirai.- gli sussurra –Sarai di nuovo in forma ed allora procederemo con i
nostri piani di conquista e nessuno ci fermerà.-
Sorride con maligna soddisfazione,
scoprendo due file di denti perfetti in cui spiccano i canini, affilati come
quelli di un animale della giungla o di un vampiro.
Non è affatto finita, è solo
l’inizio.
FINE SECONDA PARTE
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