(CAVALIERI MARVEL)
(PARTE SECONDA)
Di
Carlo Monni
1.
Sede centrale dello S.H.I.E.L.D.
Natalia Alianovna Romanova, meglio conosciuta come la Vedova Nera vi arriva,
scortata dagli agenti Jenna Carlisle e Timothy Dugan III, per essere ricevuta
dal Direttore Nick Fury nel suo ufficio privato. È da parecchio che non s’incontrano.
Nick sembra sempre lo stesso, duro e determinato, ma, chissà quali pensieri si
agitano nel suo animo?
-Ti ringrazio di essere venuta
subito Vedova.- inizia lui
-Non potevo rifiutare, dopo che mi
hanno detto che c’era di mezzo il Dottor Sun.- risponde lei
.Lo immaginavo, vista la tua
esperienza con lui.[1] Quanto ne
sai di lui, a proposito?-
-Dopo quell’esperienza ero curiosa
ed ho cercato di informarmi.- replica la Vedova Nera –A quanto pare, era uno
scienziato cinese, che aveva scoperto un sistema per interfacciare un cervello
umano ai computers. Il Governo Cinese dell’epoca decise di usare il suo
cervello per l’esperimento ed ordinò che lo stesso fosse asportato a Sun senza
anestesia. Cosa avesse fatto realmente Sun per meritarsi un simile trattamento,
non sono riuscita a scoprirlo. Forse temevano che potesse divulgare il segreto.
Fatto sta, che, una volta collegato alla rete informatica, il cervello di Sun
ne prese il controllo e si scoprì incredibilmente potenziato. Usò i suoi nuovi
poteri per uccidere tutti i presenti all’operazione.[2]
Come abbia fatto a lasciare la Cina non si sa. Poco tempo dopo, aveva una rete
di seguaci decisi a tutto per il trionfo dei suoi piani di dominazione
mondiale. Il resto dei rapporti che ho letto sono abbastanza vaghi su come i
suoi piani siano stati sventati,[3]
a parte il resoconto di un suo incontro con i Fantastici Quattro e Nova.[4]
Dopo di allora non erano più avute sue notizie.
Nick
mastica il suo sigaro, poi prende la parola:
--Abbiamo cercato di tenerlo
d’occhio sin da quando abbiamo scoperto che c’era lui dietro al tuo “lavaggio
del cervello”. Naturalmente, non è stato facile. Tutti questi aspiranti
conquistatori del mondo sono difficili da rintracciare, ma alla fine abbiamo
scoperto che sta portando avanti un altro dei suoi piani contorti in Estremo
Oriente. Dopo un primo fallimento a Hong Kong,[5]
ci sta provando in un’altra zona di quella parte del mondo. Fermarlo è un
nostro compito ed abbiamo bisogno dei tuoi talenti di spia, quelli della
vecchia Vedova Nera.-
-In parole povere, stai dicendo
che devo infiltrarmi da qualche parte, che devo fingere di essere qualcun
altro, giusto?-
-In parole molto povere, si.- ribatte Nick -Abbiamo già preparato la tua identità di copertura, completa di documenti e di tutto quel che ti potrà servire. Se avrai la bontà di seguirmi, ti spiegherò tutto quanto in dettaglio. Ti piacerà, credo. La tua prima tappa sarà la tua Madrepatria, la Federazione Russa.-
-Interressante.- commenta Natasha Romanov
-Vedremo se la penserai ancora così dopo.-
Natasha non risponde, una nuova missione era quello che le serviva per distrarre la mente da pensieri che preferisce accantonare. Il suo pensiero va, improvvisamente a Paladin, si chiede dove sia e se si stia divertendo. Conoscendolo, se non è in qualche guaio, si starà godendo la serata con una bella ragazza, o, forse, lei è troppo maliziosa.
La ragazza potrebbe anche esser bella, è difficile dirlo, con la maggior parte del suo volto coperta da un elmetto ed il resto del suo corpo dentro un’armatura leggera, quel che è certo, è che è una fonte di guai. Non era così che Paladin è abituato a passare la notte con una donna. Non che non abbia mai incontrato la sua quota di donne che hanno cercato di ucciderlo, Adrienne Frost, ad esempio, era un tipo da prendere con le molle, ma questa è un’altra storia.[6]
Tornando a noi, la ragazza in questione si fa chiamare Airborne ed il suo obiettivo dichiarato è quello di friggere Paladin con scariche laser, sparate da due cannoncini, montati sulle sue spalle. Il compito per cui lui è stato assunto era, in apparenza, semplice: recarsi nella piccola nazione caraibica di Isla Suerte, paradiso fiscale e paese senza trattati di estradizione con chicchessia, rapire un uomo di nome Bolivar South e portarlo negli Stati Uniti, dove deve essere giudicato per concorso in Omicidio plurimo e qualcos’altro di altrettanto grave. Peccato che South fosse protetto da un gruppo di mercenari tecnologici che si fanno chiamare: la Squadra della Morte e cercano di vivere all’altezza del loro nome. Se anche Iron Man ha avuto difficoltà ad aver ragione di loro,[7] che speranze serie può avere lui? No, non sono da lui simili pensieri disfattisti, dopotutto ha già sconfitto Lanciarazzi e Smokescreen deve solo sistemarne altri tre, tutti pesantemente armati, un gioco da ragazzi no?
-Beh ragazzi…- dice con tono apparentemente allegro -…perché non cerchiamo di risolvere la cosa da persone ragionevoli? Dopotutto, la violenza è l’ultimo rifugio degli incompetenti.-
-Certo che risolveremo la cosa, Paladin.- ribatte Firefight, il capo del gruppo –Lo faremo stendendoti.-
Con tanti saluti alla diplomazia, pensa Paladin, spero che Rick Mason se la stia cavando meglio.
Il signore in questione, Rick Mason, noto, in certi ambienti, anche come L’Agente, è all’interno del bungalow, nel cui giardino Paladin sta combattendo, e sta puntando una pistola sul naso dell’uomo di nome Bolivar South.
-Chi…chi sei tu?- chiede l’uomo, un tempo funzionario dei Servizi Segreti militari U.S.A.
-Come le ho detto, Mr. South, il mio nome è Mason e la riporterò negli Stati Uniti- La prego, faccia resistenza.-
-Non puoi farlo, sarebbe illegale.- ribatte l’altro
-Se io lavorassi per il Governo americano, indubbiamente lo sarebbe, ma non devo dirlo a lei, giusto? Lei è un esperto in questo. Quante leggi federali, locali, internazionali ha violato nella sua carriera per far uccidere uomini donne e bambini, colpevoli solo di aver cercato fuori dal loro paese un’occasione di vita migliore?-
-Io eseguivo solo degli ordini, c’erano esigenze superiori….-
-Questo l’avevano già detto i nazisti al Processo di Norimberga. Non mi aveva convinto allora, come non mi convince adesso. Sa, io sono quello che lei chiama, con disprezzo, "liberale dal cuore tenero"... Ora si muova, Mr. South, nonostante tutto non ci tengo a trasportarla come un sacco di patate.-
Un improvviso rumore, attira l’attenzione di Mason, ma è troppo tardi, qualcosa si abbatte sul suo capo e lui si affloscia a terra.
-Lei è davvero una delusione Mr. South.- dice una voce fredda.
-Tu?- esclama South –Ma cosa…-
-Sono davvero deluso South.- continua il nuovo arrivato –Temo dovremo interrompere la nostra collaborazione.-
Punta una pistola e spara.
2.
New York, Manhattan. Accucciato su un cornicione di un antico palazzo, l’uomo chiamato Moon Knight sembra un bianco doccione di pietra, poi, ecco, improvviso un grido non molto lontano e, come se prendesse vita di colpo, l’araldo del dio lunare egizio Konshu si getta nel vuoto, lasciandosi sostenere dal suo mantello, che funge da aliante, poi, d’improvviso, getta uno dei suoi dardi a forma di mezzaluna a cui è attaccato un filo sottile, ma robusto. La mezzaluna va ad incastrarsi ad un vicino cornicione, consentendogli di avere un appiglio per slanciarsi verso il palazzo di fronte e, quindi, individuata una particolare finestra, Moon Knight lascia la presa sul cavo ed usa la spinta per penetrare oltre la finestra. È un ufficio, alla scrivania un uomo, con la testa piena di sangue, che cola lungo il ripiano. Qualcuno gli ha spaccato la testa con un oggetto contundente. Moon Knight lo esamina rapidamente. Lo riconosce: si chiama, o meglio si chiamava, Arnold Meyer, di professione importatore di diamanti, indubbiamente morto. L’aveva conosciuto nei panni di Marc Spector, la sua identità civile, per motivi che ora non gli sembrano importanti. L’assassino non può essere lontano, sono passati non più di cinque minuti da quando lui ha udito il grido, forse può ancora riuscire a fermarlo. Moon Knight esce nel corridoio, c’è ancora un ascensore in movimento, diretto verso il basso. Non ha speranze di raggiungerlo, a meno che…
Moon Knight corre di nuovo verso l’ufficio e si getta dalla finestra, lasciandosi cadere verso il basso. Dieci metri al secondo di accelerazione per 25 piani, forse può funzionare, forse.
Firefight spara e Paladin lo evita, solo per ritrovarsi le gambe avvolte da una rete, una delle trappole di quello chiamato Boobytrap Perde l’equilibrio e si ritrova nell’erba col viso rivolto verso la canna del fucile di Firefight
-A quanto pare, la battaglia è finita, Paladin.- dice, sogghignando, Firefight –E sembra chiaro, chi ha vinto!-
-Chissà…- mormora Paladin, poi preme uno dei fregi della sua armatura leggera e, sotto gli occhi stupiti dei suoi avversari, il costume si sigilla in pochi secondi. Una placca copre la parte scoperta della testa e del collo di Paladin, le orecchie vengono isolate, le lenti passano dalla visione ordinaria a quella infrarossa e, subito dopo, un violento impulso ad ultrasuoni invade l’intera area. I suoi avversari cadono uno dopo l’altro; per sua fortuna Airborne era molto vicina al suolo e la sua armatura l’ha protetta dalla caduta, ma non dagli ultrasuoni. Paladin si rizza in piedi, attende qualche istante, poi spegne il generatore. In breve anche le sue protezioni sono disattivate.
-Vorrei dire che è stato un piacere, ragazzi….- commenta -… ma, onestamente, non lo è stato.-
Un istante prima che la pistola sparasse, l’impulso ad ultrasuoni ha colpito la sala, abbastanza perché l’uomo molli l’arma portandosi le mani alle orecchie. Il proiettile, quindi, non ha colpito il bersaglio, conficcandosi nella parete alle sue spalle. South è sbalestrato, gli sembra di essere quasi ubriaco, non si rende conto di essere stato più fortunato di quelli all’esterno, che giacciono svenuti, capisce, però, di avere avuto fortuna, è ancora vivo e, se vuole restarlo, deve scappare, afferra la pistola caduta a Mason, la punta verso il suo aspirante assassino e spara. Il suo bersaglio emette un gemito e ricade sul pavimento. South punta l’arma verso Rick Mason, ma, prima che possa ancora far fuoco, sul vano della porta appare Paladin.
-Io non lo farei Mr. South.- gli intima –L’arma che ho in mano non la ucciderà, ma potrebbe farle molto male o mutilarla addirittura. Non mi dia una buona ragione per usarla.-
South ci riflette appena tre secondi, poi lascia andare la sua arma.
-Bene, ora tenga alte le mani.- Paladin si rivolge a Mason, che, con un gemito, si sta rialzando –Tutto bene?-
-A parte l’orgoglio, si.- risponde l’altro, massaggiandosi la nuca –Tutto è andato come previsto eh?-
-Già.- risponde Paladin –Ora ammanettiamo il pesciolino e portiamolo via.-
-E di lui che ne facciamo?- chiede Rick, indicando il cadavere ai suoi piedi
-Non c’interessa, abbiamo quel che cercavamo, pensiamo a portarlo negli U.S.A. adesso.-
Mason assentisce, ma non può fare a meno di chiedersi, chi fosse l’uomo e per chi lavorasse, ci sono ancora troppe cose oscure e teme che dovranno scoprirle, se vogliono evitare guai.-
3.
La caduta di Moon Knight procede inarrestabile, la velocità aumenta sempre di più Il Pugno di Konshu ricorda di aver sentito dire che altri suoi colleghi in costume hanno tentato con successo un trucco simile; da parte sua, ricorda di averlo visto fare solo ad un certo personaggio dei fumetti dal cappuccio con lunghe orecchie ed a lui funzionava sempre. Spera che funzioni anche per lui, o domani mattina, all’apertura dei mercati, a Wall Street ci sarà molto da discutere riguardo la Spectocorp. Rallenta la caduta aggrappandosi ad un’asta di bandiera, poi lascia la presa ed infine, spiega il suo mantello aliante a mò di paracadute. Una famosa barzelletta è basata sulle correnti che battono i grattacieli, beh, esistono. Certo, se vi buttate dalla cima dell’Empire State Building, le correnti ascensionali non vi riporteranno su, ma sono abbastanza da sostenere il volo di un mini aliante o, come in questo caso, rallentare la caduta di Moon Knight. Quando il nostro eroe è arrivato in prossimità del suolo, nessuno è in vista. L’argenteo cavaliere atterra sui talloni e si avvicina al palazzo, spinge il portone di vetro. Aperto, l’atrio è deserto, illuminato dalle fioche luci notturne. L’ascensore è fermo. È arrivato troppo tardi? Oppure l’assassino di Meyer non è uscito, o ancora…. Si avvicina ad uno degli ascensori, l’indicatore segna il seminterrato. Stupido, si dice Moon Knight, dovevi pensarci prima. Entra nell’ascensore ed arriva nel seminterrato anche lui. Il parcheggio è vuoto, ma ci sono i segni una recente partenza. Non può dire di essere un intenditore, ma scommetterebbe che sono stati lasciati da pneumatici di un’auto straniera, il che gli lascia un bel po’ di possibilità in una città di oltre 12 milioni di abitanti, per tacere delle contee vicine e del New Jersey. Dovrà indagare a modo suo.
Il gruppetto, che arriva al piccolo aeroporto della capitale di Isla Suerte, cerca di non dare nell’occhio. Il signor Patrick Dean ed il suo amico Rick Mason hanno urgenza di ripartire per gli U.S.A. Superare i controlli non è stato difficile, sapendo con chi parlare, per così dire, e così, la pesante cassa viene caricata sul piccolo aereo privato, che poi decolla. Solo allora, la cassa viene aperta e ne viene estratto, legato ed imbavagliato, Bolivar South.
-Spero che l’imbarco sia stato di suo gradimento Mr. South.- dice sarcastico Mason, mentre gli toglie il bavaglio.
-Che volete farmi?- chiede l’uomo
-Noi? Niente. Ci limiteremo a portarla negli Stati Uniti, lì, se non sbaglio, l’aspetta un mandato d’arresto.-
-Non potete farlo, è illegale, non avevate alcun diritto di arrestarmi in spregio alle leggi sull’estradizione.-
-Se noi fossimo poliziotti ed agissimo su mandato del Governo americano, avrebbe ragione South…- interviene Paladin -…ma niente impedisce a due privati cittadini di accompagnarla oltre il confine di Isla Suerte fin negli U.S.A.-
-Questo è rapimento!-
-Si, penso di si, ma scommetto che il Dipartimento di Giustizia sarà ben lieto di non sollevare accuse contro di noi e nemmeno il Governo di Isla Suerte.-
South tace e si fa accompagnare in uno dei posti a sedere, mentre Mason si piazza accanto a lui e Paladin di fronte.
Passa un po’ di tempo, poi, Mason getta un’occhiata dal finestrino. Non ha sbagliato, si stanno abbassando e quella non è la costa degli Stati Uniti, hanno deviato più a sud.
-C’è qualcosa di strano qui.- dice al suo compagno.
-Me n’ero accorto anch’io, da qualche minuto.- replica Paladin –Resta qui, vado a parlare col pilota.-
Si sta avvicinando al portello della cabina, quando ne esce un uomo che gli punta addosso una pistola.
-Non muoverti Yankee, siete nostri prigionieri, adesso.-
Paladin, fissa l’uomo, ignorando la pistola che gli agita sotto il naso, poi si muove. Meno di un secondo dopo, l’uomo è senz’arma, mentre un diretto lo raggiunge al mento.
-Abbiamo dei guai Mason.- grida all’amico –Qualcuno ci ha teso una trappola, mi occupo del pilota adesso.-
Entra nella cabina di pilotaggio, ma il pilota non si scompone
-Mi spiace per lei, seňor, ma credo che lei non possa far niente.-
La sagoma di due aerei da caccia, con chiare insegne militari, è apparsa ai fianchi del loro velivolo. Dalla radio di bordo si ode una voce
<<Vi trovate nello spazio aereo della Repubblica di Delvadia. Seguiteci senza fare resistenza sino al vicino aeroporto o saremo costretti ad abbattervi.>>
Magnifico, pensa Paladin, proprio quello che ci voleva.
4.
New York. Il Moon Glider, il piccolo aereo che Moon Knight usa per i suoi spostamenti, è ormai giunto nei pressi di Villa Spector a Long Island. Non appena il velivolo è sopra lo stretto, Moon Knight si rivolge al pilota, il fido Jean Paul Duchamp, detto Frenchie:
-Ci vediamo domani Frenchie, penso che m’infilerò subito
sotto le coperte. Domani Marc Spector, e non solo lui, avrà una giornata
intensa e mi converrà riposare bene.-
-Oui, mon ami, capisco, anche se non so quanto riuscirai a dormire.-
-Stai alludendo, Frenchie?-
-Moi? Jamais. Pensavo solo che noi francesi sappiamo far di meglio la notte che dormire od andare in giro in calzamaglia color argento.- replica Frenchie ridacchiando.-Certo, se Marlene non ha niente da dire…-
-Accidenti a te Frenchie. Io vado.-
Così facendo, Moon Knight si getta dal Glider, con un tuffo perfetto, piomba nella piscina della villa e, da lì, percorre un condotto che lo porta nell’ampia vasca, che si trova proprio nella sua stanza da letto. Quando emerge, semisdraiata sul letto, trova la sua donna, nonché suo braccio destro negli affari, Marlene Alraune, già pronta per la notte.
-Bentornato.- gli dice –Serata fruttuosa?-
-Dipende.- risponde lui sfilandosi la maschera e, poi, cominciando a togliersi il resto del costume bagnato –Ho scoperto un omicidio e l’assassino mi è sfuggito per un soffio, non ho fatto nemmeno in tempo a sapere che faccia avesse.-
-Voglio sperare che tu abbia intenzione di pensarci domani.-
-Si, certo. Ormai è troppo tardi per combinare qualcosa di utile.-
-Beh, dipende da cosa intendi per utile, Marc.-
Marc Spector sogghigna
-Potresti aver ragione.- risponde –Anzi credo che tu ce l’abbia.-
L’Aereo atterra in quello che appare, chiaramente, essere un aeroporto militare nello stato, retto da una spietata dittatura militare, di Delvadia. Viene circondato da uomini pesantemente armati. Per i passeggeri non ci sono dubbi che i guai sono appena cominciati. Paladin si è preparato a combattere, ma sa che non sarà una battaglia facile
-Idee Mason?-
chiede
-Una sola, dobbiamo uscire da questo guaio alla svelta.- risponde Rick Mason
-Grazie tante, avevo proprio bisogno d’incoraggiamento.- replica Paladin. Cerca di scherzare, ma la prospettiva dello scontro con un reparto dell’Esercito Delvadiano non l’entusiasma per niente,
San Pietroburgo, la città sul Mar Baltico, che, al tempo degli Zar, era l’orgogliosa capitale di un Impero Malato. Per sessant’anni e più, si è chiamata Leningrado e c’è ancora chi non è soddisfatto del ritorno al vecchio nome, ma questo non ha importanza per noi. Nell’atrio del suo aeroporto internazionale, vediamo, in attesa dell’imbarco per il Giappone, una donna vestita con un abito elegante, ma non vistoso. I capelli neri sono raccolti in una perfetta acconciatura, gli occhi, anch'essi neri, nonché profondi e penetranti, scrutano distrattamente le altre persone in attesa dell’imbarco. La donna riceve gli sguardi ammirati degli uomini di passaggio, con un pizzico d’invidia per l’uomo che le sta al fianco; e sorride soddisfatta.
Si! La Vedova Nera è molto soddisfatta di se.
FINE DELLA SECONDA PARTE
NOTE DELL’AUTORE
Che dire su quest’episodio? Molto poco, a dire il vero. Vi avevo promesso un tour per il Centro e Sud America, ma abbiamo avuto solo un atterraggio forzato a Delvadia, non preoccupatevi, però: il tour è solo rimandato al prossimo episodio.
Per chi si facesse delle domande su Delvadia, vi prometto che nel prossimo episodio vi illuminerò su questo ed altri staterelli fittizi del Centro e Sud America. E a proposito del prossimo episodio: il viaggio di ritorno negli U.S.A. di Paladin e dell’Agente con il loro prigioniero si fa un tantino complicato, potranno i nostri eroi salvare la pelle e completare la Missione? Sintonizzatevi sul prossimo episodio e lo saprete, assieme ad altre notizie sugli altri membri del nostro variegato cast.. A presto.
Carlo
[1] Vedi “Psicodramma” negli episodi #10 e 11
[2] Un resoconto, succinto, ma esatto di eventi narrati in Tomb of Dracula #20 (Dracula, Corno, #6)
[3] Perlopiù da Dracula nella vecchia serie Tomb of Dracula (Dracula Corno)
[4] Come si può vedere in
[5] Negli episodi da #16 a 18
[6] Della quale nemmeno noi sappiamo qualcosa -_^
[7] Vedi Iron Man Vol 3° #1 (Iron Man & I Vendicatori #31) e Iron Man ’99 (Marvel Miniserie #38). È l’ultima volta che ve lo dico, promesso -_^