(CAVALIERI
MARVEL)
(PARTE PRIMA)
Di Carlo Monni
Aeroporto
di Hong Kong. Il 747 da New York atterra dolcemente sulla pista ed i passeggeri
scendono senza fretta. Questa volta Elektra ha scelto un abito lungo, nero con
un leggero foulard rosso annodato al collo, gli occhi coperti dagli immancabili
occhiali neri. Si sottopone agli usuali ed inevitabili controlli ed attraversa
l’imponente Hall dell’aeroporto apparentemente indifferente a ciò che la
circonda, in realtà con tutti i sensi all’erta, pronti a cogliere il minimo
cenno di pericolo. All’uscita chiama un taxi, apparentemente ignara dello
sguardo che due facchini le stanno rivolgendo.
Il
taxi è appena partito, che i tetti si animano di figure avvolte in tuniche
rosse, che si muovono come fantasmi e riescono a seguire l’auto senza perderla
mai di vista. Quando il Taxi si ferma dinanzi all’Hotel Hilton, anch’essi si
fermano ed attendono. Elektra entra preceduta dal fattorino con le valigie. Il Maître la saluta:
-Buongiorno Miss Niatchos, la sua camera è pronta. Questo è
stato lasciato per lei.-
Le porge una busta chiusa che lei prende senza esitare, ringrazia il Maitre e si lascia guidare sino all’ascensore. Il suo datore di lavoro non ha badato a spese, è un piccolo appartamento Rimasta sola apre la busta, dentro c’è un foglio con su scritto semplicemente un nome ed un numero di telefono. Elektra li rilegge ancora e poi, quando è certa di averli memorizzati, distrugge il foglio. Precauzioni melodrammatiche, forse, ma non è mai il caso di correre rischi inutili. Userà il telefono più tardi, ora ha altre priorità. Entra nel bagno grande come la sala riunioni di una piccola società, lascia scorrere l’acqua calda, vi getta dei sali profumati, si sbarazza dei vestiti e quando l’acqua è al punto giusto di livello e calore, vi entra abbandonandosi al piacevole abbraccio. Nulla pensa, può sostituire un bel bagno quando si ha bisogno di rilassarsi. Certo, basta averlo il tempo di rilassarsi e ce n’è poco quando un gruppo di guerrieri ninja vestiti di rosso ti piomba nel bagno sfoderando affilate spade giapponesi. Elektra è svelta nel saltar fuori dalla vasca impugnando il suo sai a tre punte che teneva nascosto sotto la schiuma. Con un’agile mossa infilza uno degli assalitori, mentre ne abbatte un secondo con un calcio. È in apparente stato d’inferiorità: nuda e quasi senz’armi contro quattro agguerriti guerrieri della più famosa elite d’oriente e, forse, del mondo, eppure sorride come se fossero loro a doversi preoccupare. Quattro contro una e, paradossalmente, sono loro ad essere in svantaggio, attaccandola tutti insieme rischiano di ostacolarsi a vicenda, lei, invece, non si preoccupa, evita un fendente di uno dei ninja e risponde con un colpo di taglio della mano che lo manda a terra, afferra la katana di lui ed ora guarda i due rimasti. Loro l’assalgono, ma lei riesce a respingerli entrambi. Salta, evitando un fendente e colpisce. La katana affonda nello stomaco dell’avversario sino all’elsa, lei la ritrae in tempo per affrontare l’ultimo rimasto. Senza farsi scrupoli, riesce a colpirlo con un calcio in mezzo all’inguine ed approfittando del suo attimo di smarrimento, gli vibra un fendente al collo. È finita…un attimo dopo di sei assalitori rimangono solo le tuniche ed un po’ di polvere. Procedura standard della Mano. Si chiede cosa penserà chi dovrà pulire tutta la polvere, poi, senza preoccuparsi troppo rientra nella vasca e riprende il suo bagno.
Arthur
Stacy scuote la testa. Pensava che le cose sarebbero state più semplici quando
aveva deciso di tornare a Hong Kong,[1]
ma, forse, era stato troppo ingenuo a sperare di poter riprendere le cose da
dove le aveva lasciate. Ormai si sentiva fuori posto lì ed il nuovo Governo non
gli rendeva le cose più facili, forse per questo aveva accettato quell’offerta
di lavoro da parte di Harold Howard.
-Mr. Stacy immagino!-
La
donna è dietro le sue spalle, come sia entrata è un mistero e lui non cerca
nemmeno di comprenderlo
-Sono Arthur Stacy e lei è….-
-Può chiamarmi Elektra. MI è stato
detto di rivolgermi a lei per certe informazioni.-
Arthur
corruga la fronte, conosce la fama di questa donna ed improvvisamente non è più
sicuro di aver fatto la cosa giusta. Al diavolo, pensa, non stiamo parlando di
santi qui.
-MI è stato chiesto di raccogliere
informazioni su questi uomini.- apre una busta e rovescia sulla scrivania delle
foto. Indica il primo: un cinese sulla cinquantina, capelli radi e grigi.
-Wang Ton Yen noto qui a Hong Kong
anche come Thomas Wang, apparentemente un uomo d’affari irreprensibile:
armatore, commerciante internazionale. I suoi commerci? Tutto quello che può
essere redditizio, legale e non.-
-È l’uomo che cerco?- si limita a
chiedere Elektra
Stacy
assentisce, poi riprende
-Direi proprio di si. Negli ultimi
tempi nella Cina Continentale c’è stato un incremento notevole nelle scomparse
di bambini, sia nelle grandi città che nei villaggi delle campagne. Le voci che
ho raccolto dicono che il Governo Cinese non si preoccupa troppo e che dietro c’è un’unica mente. Tra coloro
che provvederebbero a rifornire questo misterioso personaggio delle sue piccole
vittime c’è l’organizzazione di Wang, per lui è solo un altro vantaggioso
affare.-
-Pedofilia?-
-Non ne sono certo. Le mie fonti
non sono state precise, ma sembra che ci siano coinvolti superumani ed il
centro di tutto è in Manciuria.-[2]
-Comprendo. Io devo interrompere
gli affari di Mr. Wang, dunque.-
Lo
dice con una naturalezza che lascia Stacy quasi interdetto.
-Si. Immagino di si. Il nostro comune datore di
lavoro prevede che nel corso della sua…missione…s’imbatterà quasi sicuramente
in queste persone.- indica le altre fotografie –Il primo lo conosce, mi dicono,
è un giapponese: Matsuo Tsurabaya, leader dell’organizzazione nota come la
Mano. Sono stati assunti per proteggere l’operazione di Wang. Quest’altro è
Carlton Velcro, un noto trafficante di armi e droga e questa e Pavane, la sua
socia, non è esattamente una signora,
ama le fruste e la compagnia delle pantere. Sono stati coinvolti
marginalmente in quell’affare del Murtakesh[3]
ed attualmente sono a Macao e sono in contatto con Wang. Clive Reston e Leiko
Wu, agenti britannici, hanno ordine di prendere Velcro vivo o morto a qualunque
costo dovunque si trovi. Questo giovane invece si chiama Shang Chi!-
-Il figlio di Fu Manchu.- mormora Elektra
-Esatto, vedo che ha sentito parlare di lui.
Quest’ultimo si chiama Shen Kuei, lo chiamano il Gatto. È stato un agente
cinese, ma ora opera come freelance. – Arthur prende fiato –Ecco tutto.-
-Posso avere il dossier?-
-L’ho preparato per questo.- risponde lui porgendole
la voluminosa busta. –Ho sentito parlare molto di lei Miss Niatchos, lei è una
vera leggenda qui in Oriente e non posso fare a meno di chiedermi quale sia
l’interesse di Mr. Howard in tutto questo.-
Stacy
si accorge di parlare ad una stanza vuota. Tutti uguali questi avventurieri
misteriosi, pensa. Se la missione di Elektra è quella che lui crede, beh non
piangerà. La legge non fermerebbe Wang, quindi… Non può, però, non sentirsi
curioso sul coinvolgimento del multimiliardario. È distratto dai suoi
pensieri dall’arrivo di un fattorino
con una lettera.
Timbro
della Città di New York, Ufficio del Sindaco, cosa diavolo possono volere da
lui?
-Per Giove!- esclama –Questa è l’ultima cosa che mi
sarei mai aspettato!-
2.
A
Las Vegas Harold Howard riflette sulla sua operazione in Medio Oriente. È come
una partita a scacchi, in fondo, pensa, tutto consiste nel muovere le pedine
nella giusta posizione ed ottenere il risultato voluto. Nel suo caso i
risultati sono addirittura tre: eliminare un rivale in affari nel teatro
asiatico, ottenere una notizia in esclusiva per il suo impero dei media e,
ciliegina sulla torta, eliminare uno sfruttatore di bambini. Rispetta Arthur
Stacy e sa che ha intuito qual è la missione di Elektra, la ninja greca,
dopotutto, ha una solida reputazione come killer infallibile, Non gli importa,
comunque, Stacy non si disturberà a denunciarlo senza prove dirette e, forse,
non lo farebbe in ogni caso. In fondo perché dolersi della scomparsa di uno
come Wang? Certo Stacy non approva l’omicidio, è un uomo integro, anche se è
arrivato molto vicino ad uccidere un senatore una volta,[4]
ma aveva le sue giustificazioni, dopotutto.[5]
È proprio l’uomo adatto per l’incarico che gli ha proposto il Sindaco di New
York.
Howard
si fa un vanto di non essere uno di quegli uomini che si circonda solo di “yes
men” o corrotti. No, lui ha sempre voluto uomini di provata capacità a dirigere
le sue imprese ed è sempre stato disposto a concedere loro l’autonomia
necessaria. Non ha interesse a
dominarli, non direttamente almeno. Un uomo lavora meglio se crede di
essere il solo padrone del proprio destino. Howard ne è perfettamente
consapevole e, d’altra parte, un impero ha bisogno di amministratori capaci.
Gli basta di essere quello che vede il grande disegno.
Lascia
l’ufficio e risale nel suo appartamento. Suo figlio è impegnato al computer.
Qualche videogioco, sembra
-Ciao Jack!-
John
Harold Howard lo saluta con entusiasmo
-Ciao papà, com’è andata la giornata?-
-Le solite pene di un uomo d’affari figliolo e tu?
Sei pronto per tornare a scuola?
Jack
era stato vittima di un rapimento da parte dell’Hydra,[6]
ma sembrava esserne uscito senza traumi.
-Certo, anche se preferirei star qui con te.-
-Una buona istruzione è molto importante ragazzo mio,
specie se un giorno vorrai dirigere il mio impero economico. Non ti piace la
scuola?-
-Beh…si in fondo…ci sono delle ragazze che…-
s’interrompe improvvisamente, non crede che suo padre voglia parlare di
questo…o si? Ora gli viene in mente una domanda: -Papà, non mi hai mai detto di
conoscere la Vedova Nera.-
-Te l’ha detto lei?-
-Si. Mi ha detto che ti somiglio. Non credevo che
qualcuno, a parte me ed il dottore, ti avesse mai visto in faccia, non lo
permetti a nessuno da tanti anni.-
Howard
guarda fuori dalla finestra, sospira.
-È stato tanti anni fa, ero ancora molto giovane ed
in un certo senso inesperto, lei invece era… beh è difficile descriverla a
parole, diciamo che era bella quanto letale. Il suo paese voleva dei segreti
che possedevo e…- s’interrompe -..Sono passati tanti anni, troppi. Credo sia
stato allora che ho imparato a non fidarmi di nessuno. Il regalo che ho
ricevuto da quell’esperienza…uno dei regali per essere esatti.-
Jack
è perplesso, non ha mai sentito suo padre parlare così, non sa cosa dirgli.
-basta parlare di questo Jack, fammi vedere che
combinavi con questo computer, magari il tuo vecchio, può insegnarti qualche
trucco in più.-
L’uomo è un giapponese dai
lunghi capelli, vestito con un impeccabile gessato di Armani, il suo nome è
Matsuo Tsurabaya. È uno dei capi della Mano.
-Dunque Elektra è sfuggita all’agguato che le abbiamo
teso al suo albergo. Niente di male, dovevamo prevederlo.-
-Ho sentito parlare di Elektra…-interviene un uomo
anziano, lo stesso visto nelle foto mostrate a d Elektra -..dicono che sia un
demone incarnato, che sia sfuggita alla morte.-
-Non abbia paura Wang San, la Mano ha accettato
l’incarico di proteggerla e non veniamo mai meno al nostro impegno, a costo
della vita.-
-La cosa non mi consola.- Mormora Wang –Sapere che
quella donna mi vuole morto non mi farà dormire bene stanotte.
Dovevi
pensarci prima di metterti a commerciare in bambini, pensa Matsuo, ma tace. Ha
accettato l’incarico e lo porterà a termine. La Mano ha più di un conto da
regolare con Elektra, dopotutto.
A
New York è l’inizio di una nuova giornata per Paul Denning. Accarezza con
gentilezza i capelli della donna addormentata al suo fianco, vorrebbe essere in
grado di capirla meglio di quanto crede di riuscirci. A volte pensa di essere
matto per aver iniziato una relazione con Natasha Romanov, la Vedova Nera. C’è
qualcosa in lei, una sorta di ansia che la divora, un bisogno represso. Non c’è
niente di strano in questo, in fondo, è solo la necessità di essere amata o di
amare, comune a tutti gli esseri umani. Se solo mettesse una parte dell’energia
che esprime quando fa del sesso, nell’aprirsi ai sentimenti altrui…ma forse lui
non è il più adatto a dare giudizi, lui che non ha mai veramente concesso i
suoi sentimenti a nessuna delle donne che ha incontrato. No questo non è
esatto, c’era stata Janet Van Dyne, Wasp. Quello che c’era stato tra loro non era
limitato solo al sesso, anche se nessuno di loro, e, men che meno, lui, avevano
avuto il coraggio di ammetterlo e quando lei era tornata con quella pappamolla
del suo ex marito, lui aveva sentito spezzarsi qualcosa dentro, ma si era
comportato con nonchalance, fingendo, anche con se stesso, che non avesse
importanza. Ha saputo che la riconciliazione non ha funzionato, quasi quasi,
potrebbe…No, esiste qualcosa che potrebbe chiamare lealtà e che lo spinge verso
questa donna ora. Jan dovrà aspettare. La sua mano scivola tenera lungo la
schiena nuda della sua partner che emette un mugolio. Dormi ben Natasha e fa
dolci sogni. Credo tu ne abbia bisogno. Non conosco tutti i tuoi segreti e tu
non conosci i miei, ma ho la sensazione che abbiamo bisogno l’uno dell’altra
adesso. Vorrei non dovermene andare proprio adesso, ma un contratto è un
contratto ed è così che pago i miei conti, con il talento di Paladin.
Pochi
minuti Paladin è pronto per uscire. Natasha sta ancora dormendo. Paladin si
chiede ancora quali sogni la affliggano in un sonno spesso agitato. Abbiamo
tutti in nostri fantasmi, pensa, per alcuni sono più pesanti di altri. Si china
a baciarla, cercando di non svegliarla e le lascia sul comodino un breve
messaggio, così capirà che non se l’è filata alla chetichella, poi esce ed in
pochi minuti è nel Box sotterraneo dove tiene la sua auto speciale ed è pronto
a partire verso la sua destinazione.
3.
Su
Hong Kong il tramonto manda i suoi riverberi rossastri anche sul palazzo
adibito ad uffici dove una riunione sta terminando.
-Non posso farle cambiare idea Fujikawa San?-
Kenshiro
Fujikawa trattiene un sospiro. A volte odia le convenzioni della sua terra che
lo costringono ad essere sempre cortese ed indiretto nelle trattative.
-Sono molto spiacente Wang San, ma la Stark-Fujikawa
non è interessata ad entrare nell’affare che ci propone.-
-Ne è proprio certo Fujikawa San? Un accordo tra tutti i nostri cartelli farebbe di noi la
più grande potenza economica d’oriente, avremmo il dominio di tutti gli affari.-
-Sono davvero molto spiacente, ma non è un accordo di
nostro interesse.-
La conversazione prosegue
per qualche altro minuto, poi Kenshiro Fujikawa lascia l’ufficio. Wang si alza
in piedi Non può permettersi un rifiuto
della Stark-Fujikawa. Quel vecchio ostinato non vuol cedere, vuol mantenere la
sua indipendenza o, forse, sospetta cosa c’è realmente dietro? Improbabile,
eppure
<<Wang Ton Yen !>> la voce risuona nella mente di Wang, che si affretta
a rispondere:
-Si padrone.- dice guardando verso lo schermo che si è acceso sulla sua
scrivania
<<Kenshiro Fujikawa non ha accettato la tua
proposta.>>
-No padrone, ma….-
<<Nessun ma. I suoi successori saranno, forse
più malleabili. Avrò quel che voglio a qualunque costo!>>
-Signore…-
<<L’ordine è stato dato Wang. Da questo momento in poi, Kenshiro Fujikawa è
un morto che cammina.>>
La “voce” cessa di
parlare e lo schermo si oscura. Wang si asciuga il sudore dalla fronte. Perchè
si è messo con quel demonio? La sua sete di guadagno lo ha portato a stringere
alleanze pericolose: il Mandarino, la Mano e…lui, forse il peggiore di tutti.
Finora è riuscito a districarsi bene, ma per quanto ancora?
4.
A volte, la mia vita mi sembra un viaggio continuo.
In questo caso, il viaggio è dovuto ad una caccia, la caccia ad un’entità
sfuggente chiamata Ladro Ombra. Qualcuno ha incaricato il Ladro Ombra di
uccidere me, Shang Chi, il figlio di Fu Manchu, finora ha fallito o, almeno
così sembra, Come posso essere certo che fin dall’inizio il suo scopo non fosse
di quello di uccidermi? E se non lo è, qual’è? Il Ladro Ombra è un essere
enigmatico e, forse, dotato di poteri magici, nel mio ultimo scontro con lui,
ho vissuto un allucinazione in cui il mio stesso padre e due dei suoi emuli:
l’Artiglio Giallo ed il Mandarino, mi attaccavano. Sono certo che in qualche
modo contorto, era un indizio per me, ma non ho capito cosa significasse e sono
qui, nell’isola di Macao, recentemente restituita dal Portogallo alla Cina, per
tentare di scoprilo. C’è un uomo, si fa chiamare Cho Lee ed è un illusionista,
forse è l’incarnazione umana del Ladro Ombra o forse no, ma è il momento di
affrontarlo e saperne di più. Io ed il mio compagno d’avventure siamo appena
entrati nel teatro, che una voce ben nota mi apostrofa:
-Ma guarda un pò chi c’è qui.-
Kenshiro Fujikawa
raggiunge il suo albergo. L’indomani dovrà parlare con suo figlio e con il
resto del Consiglio, devono tenersi lontani da Wang. L’anziano uomo d’affari
non è certo ingenuo. In tempi antichi sarebbe stato uno Shogun, un Signore
Feudale, oggi esercita il potere in modi differenti, ma sempre secondo il suo
codice d’onore, un uomo come Wang non ha onore, invece. Improvvisamente sente
qualcosa di strano nell’aria ed ecco che si materializzano nella stanza i
kIllers della Mano, sono venuti per lui
-Matsuo Tsurabaya non ha perso tempo a mandare i miei assassini.-
mormora a mezza voce Fujikawa, ma non mostra paura, poi uno dei killer cade a
terra, come spinto da una forza invisibile ed una voce si ode provenire dal
nulla:
-La Mano non è invincibile…-
-…per quanti uomini mandino…- continua una seconda voce, poi subentra
una terza:
-..cadranno tutti di fronte ai…..-
-MAESTRI DEL SILENZIO!-
Come dal nulla, si
materializzano le figure di tre
guerrieri vestiti con armature simili a quelle del Giappone medioevale ed
avanzano verso il cerchio formato dai ninja della Mano.
5.
Quando si sveglia,
Natasha quasi fatica a rendersi conto di essere nell’appartamento di Paladin.
Lui se n’è già andato, il biglietto sul tavolo spiega abbastanza bene le cose.
Lei si chiede in quale missione si sia imbarcato, chissà, forse avrebbe potuto
accompagnarlo. No, meglio lasciare separata quella parte della loro vita. Deve
riconoscere che Paul è un compagno molto piacevole, tenero anche. È un peccato
che lei non riesca, da tempo, a dare tutta se stessa ad un uomo. A parte Matt,
forse, no, neanche con lui, a pensarci bene, anche se è stata una delle sue
relazioni più coinvolgenti. Forse potrebbe chiamarlo, potrebbero passare un pò
di tempo insieme, forse….Attenta Natasha, certi pensieri sono pericolosi.
Per fortuna, pensa,
sono venuta con il costume. Sarà più divertente tornare a casa svolazzando sulla città.
Poco dopo è pronta,
inguainata nella sua calzamaglia che evidenzia le forme ammirevoli. Un attimo
per lanciare il resistentissimo cavo e scatta sul vento tra i capelli.
Mi volto e mi trovo
di fronte Clive Reston e Leiko Wu
-Ne è passato di tempo eh Cinese?- mi dice Clive
-Cosa fate qui, tu e lei?-
chiedo
-Siamo sulle tracce di un tuo vecchio amico, ti ricordi di Velcro?-
-Certo, continua ancora il suo mercato di morte?-
-C’è bisogno di chiederlo?- ribatte Reston. In effetti, è una domanda
superflua, Carlton Velcro sarà sempre un venditore di morte. Di certo qualcuno
dovrà fermarlo
-Cosa fai tu qui Shang Chi?- mi chiede Leiko –Ti credevo a Hong
Kong.-
-Molte cose sono successe e credo che abbiamo molto di cui parlare
-Vi lasciamo soli piccioncini.- dice Reston –Non metteteci molto,
però.-
Leiko esita e sono
io a parlare per primo
-Sei tornata a lavorare per l’MI 6.- affermo semplicemente –Perché?-
-Non sono il tipo di donna che resta a casa a fare la calza mentre il suo uomo è via e poi…tu sei ancora
il mio uomo Shang Chi?-
Cosa significa questa
domanda?Vorrei saper capire le donne, come riesco a prevedere le mosse dei miei
nemici, eppure temo che sia una vana speranza. Faccio per parlare, quando le
luci si spengono
Per Elektra superare lo
sbarramento delle guardie private di Wang ed i killers della Mano, è poco più
di una passeggiata, pochi minuti ed è nell’ufficio di Wang, ma….è vuoto
<<Abbiamo provveduto a portare al sicuro Wang San prima che tu
arrivassi Elektra…>> dice una voce dallo schermo sulla scrivania
-Matsuo Tsurabaya, è proprio vero che l’erba cattiva non muore mai.-
<<Un detto del tuo paese?- ribatte Matsuo –Poco importa. Vedi, in
cambio della protezione da te, Chen ci ha fornito il materiale umano per un
piccolo rituale. Ricordi quello che ti ha riportato in vita? Abbiamo fatto
qualcosa di simile con un tuo vecchio avversario. Elektra, ti presento il nuovo
Kirigi!-
Elektra si volta per
trovarsi di fronte ad un gigante di oltre due metri, rivestito della familiare
tunica rossa e sa di essere di fronte al suo peggiore incubo.
FINE PRIMA
PARTE
NOTE
DELL’AUTORE
Fine di un primo
interlocutorio episodio su cui sono necessarie solo poche delucidazioni:
1)
Sulla Mano non debbo
dirvi niente, la conoscete benissimo ormai, specie se siete fans di Devil o
Wolverine;
2)
Arthur Stacy, fratello
maggiore del Capitano George Stacy della Polizia di New York, è stato
comprimario delle serie dell’Uomo Ragno nei tempi recenti e sino al nostro Uomo
Ragno #6, quando ha lasciato una città in cui sembra predestinato a tornare;
3)
Natasha la ritroverete
ospite in Devil #17, non mancate.
4)
Kirigi, il guerriero
immortale è una creazione di Frank Miller nel suo primo ciclo di Devil. La
magia della Mano l’ha già riportato in vita una volta e, a quanto pare, non è
stata l’unica.
Nel prossimo episodio: ammesso che sopravviva allo
scontro con Dirigi, Elektra inseguirà Thomas Wang sino a Macao e lì….Beh ne
vedremo delle belle. Siateci e pronti a qualche piccola sorpresa
FINE
[1] Arthur ha lasciato New York dopo la morte del figlio Paul in Uomo Ragno MIT #6 disponibile in Ultimate edition
[2] La cosa è molto più complessa di così, ma parte dell’arcano sarà svelato in X-Men #10
[3] In Marvel Knight MIT #12/14 ovviamente
[4] Su Peter Parker Spider Man Vol 2° #5 (Uomo Ragno MITA #12)
[5] Lo sapete anche voi se avete letto UR MIT Ultimate Edition #7/!2
[6] Nella Trilogia Rapimento e Riscatto su Marvel Knights #15, Justice Inc. #4 e Villains #10