(CAVALIERI MARVEL)

 

N° 15

 

RAPIMENTO E RISCATTO

 

(PARTE PRIMA)

 

 

LA FINE DELL’INNOCENZA

 

 

Di Carlo Monni

 

 

PROLOGO

 

 

            Nel suo ufficio di Las Vegas Harold Howard riflette. Sono passate solo cinque ore da quando il Barone Strucker gli ha telefonato, avvertendolo di aver fatto rapire suo figlio e che lo rilascerà in cambio di un congegno noto come: Trasmettitore Universale Multimediale Interattivo (detto più comodamente U.I.M.T.) e tutti gli accordi per la consegna sono stati presi. A quest’ora l’emissario della Divisione Volpe, dell’Hydra ha già preso in consegna il congegno in questione. Il giovane John Harold Howard sarà liberato solo dopo che l’Hydra avrà compiuto tutte le verifiche per assicurarsi di non essere stata ingannata. Howard avrebbe preferito uno scambio immediato, ma non ha avuto altra scelta che accettare le condizioni, non poteva correre il rischio che a suo figlio fosse fato del male. Jack è l’unica cosa della sua vita per cui sacrificherebbe senza esitare tutto quello che ha, ma ciò non significa che smetterà di lottare. Non lascerà che Strucker si goda una vittoria su di lui. Sin da quando ha avuto notizia del rapimento ha messo in moto tutta la sua organizzazione per il perseguimento dir due obiettivi: assicurarsi la salvezza del figlio e recuperare il congegno.

Ricorda quando sentì parlare per la prima volta dell’U.I.M.T. e gli spiegarono che si trattava di un congegno che attraverso procedimenti troppo complessi da spiegare, poteva trasmettere informazioni e dati con una rapidità ed efficienza tale da rendere obsoleti i comuni canali di comunicazione come TV, radio, telefoni ed Internet, il tutto senza l’uso di cavi ed attraverso una semplice antenna direzionale. L’origine dell’U.I.M.T. era controversa, una teoria diceva che la tecnologia alla sua base, derivasse da quella dell’Omnionda Kree, studiata e riprodotta grazie a quanto trovato su una nave Kree, finita nelle mani sbagliate chissà come; altri affermano che siano stati gli Scienziati dell’A.I.M. a crearla autonomamente per scopi sconosciuti, un’ulteriore voce accredita l’idea che sia stato sviluppato dai laboratori della Talon Corporation, ognuna delle tre ipotesi è verosimile e di certo c’era che l’U.I.M.T. era in possesso di Alexander Thran e lui sosteneva con forza che la Talon fosse l’unica realizzatrice del progetto. Non in pubblico, certo, l’esistenza dell’U.I.M.T. non era ancora stata resa di dominio pubblico, ma tra gli addetti ai lavori era filtrata, tanto da spingere Howard ad usare tutti i mezzi in suo possesso per impadronirsi dell’unico prototipo esistente, dopotutto poteva mettere in pericolo o, al contrario, essere utile per la costruzione del suo predominio sui media. Il che lo riporta ad una considerazione: come faceva Hydra a sapere che lui aveva il prototipo, quando lui lo aveva da meno di tre giorni? D’accordo, ha un’efficiente organizzazione di spionaggio, ma poteva riuscire ad avere l’informazione solo se avesse avuto qualcuno sul posto, il che significa che una spia dell’Hydra è infiltrata nella sua organizzazione od in quella di Thran od in entrambe, ipotesi ancora più probabile. Se conosce Thran se ne prenderà cura se e quando lo scoprirà, quanto alla sua talpa…se ne preoccuperà a tempo debito, ora ha un’altra priorità: la salvezza di suo figlio. Al recupero del congegno rubato provvederà una squadra che sta provvedendo a reclutare e che si occuperà anche di dare un’adeguata lezione a coloro che hanno osato toccare il suo amato figlio.[1] Quanto alla sorte di John, beh lui non è il tipo da aspettare che le tradizionali forze di Polizia o lo S.H.I.E.L.D. facciano il loro lavoro, vuole la sicurezza e dei professionisti: i Justice Inc. sono la scelta adeguata.[2]

Ora deve pensare ad un altro aspetto della questione, i piani migliori, gli agenti più addestrati possono fallire e lui non può permetterselo. Può perdere il congegno, una perdita economica accettabile, ma non suo figlio, per lui deve pensare ad un piano di riserva, qualcuno che sia un agente motivato, ma inconsapevole…ma certo! Lei non mancherà di agire, deve solo saperlo e lui sa bene come informarla, dopotutto è il maggiore azionista di un giornale e di un’emittente radiotelevisiva.

-Miss Wright, mi passi New York, abbiamo un pò, di lavoro da fare.-

            Funzionerà deve funzionare, perché se qualcosa va storto, se a suo figlio accade qualcosa di brutto, Strucker rimpiangerà Nick Fury, questo è certo.

 

 

1.

 

 

            Mattino a New York L’attico della Vedova Nera non è mai stato così pieno di vita. Al tavolo della cucina Natasha Romanov, avvolta in una delle sue pregiate vestaglie di seta sta facendo colazione in compagnia di Paul Denning, l’uomo che il mondo conosce col nome di Paladin

-Un altro po’ di succo d’arancia Seňor Denning?- chiede Maria Santos, la cameriera

-Grazie Maria, è molto gentile, ma non si preoccupi, posso servirmi da solo.- risponde lui con un sorriso

            Maria sorride a sua volta, ma scuote la testa. E lei che ci sta a fare? Pensa. Questo Seňor Paul Denning, è davvero un tipo gentile, molti degli amigos di Madame Natasha sono gente un po’ strana come quel Seňor Stroud, sempre brusco e silenzioso.

            Appoggiato ad un mobile Ivan Ivanovitch Petrovitch sorseggia una tazza di caffè, rigorosamente nero, e fissa l’uomo con occhio meno benevolo. Non è affatto convinto che Gospodin Paladin sia il compagno adatto per la sua zarina. Molti anni fa giurò di proteggerla, ma di certo lei non da spazio a chi vuol essere protettivo con lei. Ivan è orgoglioso del fatto che lei sia forte ed indipendente, ma, a volte si chiede se non abbia sacrificato troppo per ottenere quest’indipendenza. Lui sa quanto Natasha abbai sofferto per colpa degli uomini nel corso degli anni, eppure chiudere la porta ai sentimenti può essere la risposta?

-Allora che progetti hai per oggi Babe?- chiede Paul non notando, almeno sembra, la smorfia di Ivan

-Beh pensavo di passare la mattina al tavolo da disegno, per buttar giù qualche idea che ho in mente e poi godermi il resto della giornata. È un po’ di tempo che non mi capita nulla di eccitante.-

            In quel momento dalla TV accesa arriva una notizia che cambierà decisamente i piani di tutti i presenti o quasi.

<<….ed ora una notizia dell’ultima ora: John Harold Howard, unico figlio del magnate Harold Howard, è stato rapito ieri sera dall’esclusiva Scuola Privata in California dove stava studiando.  Secondo le nostre fonti, il giovane Howard, 13 anni, all’ultimo anno delle medie, è stato sequestrato da un commando dell’Hydra. Si ignorano i motivi del gesto, ma l’ipotesi del riscatto è la più probabile Come certamente saprete, il padre del ragazzo, Harold Howard, soprannominato il Miliardario Fantasma, perché da oltre vent’anni non compare in pubblico e non esistono sue foto, è considerato l’uomo più ricco del mondo….>>

            Il bicchiere di succo d’arancia sfugge dalle mani di Natasha e il succo si rovescia in rivoli sulla tovaglia, Ivan si morde le labbra e stringe così forte la tazza di caffè da spezzarla.-

            Natasha non parla, si alza ed esce dalla stanza.

-Che diavolo…- comincia uno stupito Paladin

-Tu sta fermo qui!- gli intima Ivan –Ci parlo io con lei.-

 

            Nella sua stanza da letto Natasha si è tolta la vestaglia, sotto cui non indossava nulla, è sta infilandosi il costume della Vedova Nera ed è così che Ivan la trova

-So cosa vuoi fare Zarina.- le dice

-Non provare a dissuadermi Ivan!- ribatte lei –Devo trovare il ragazzo e tu lo sai.-

-Non devi niente a quell’uomo, dovresti dimenticare la sua esistenza, come hai fatto per tutti questi anni.-

-Non lo faccio per Harold Howard e tu lo sai. Per quel che mi riguarda potrebbe bruciare all’inferno, ma non…suo figlio, il ragazzo è innocente, almeno lui.-

-Si, immagino di si, non è responsabile per suo padre, è giusto. Va bene Zarina lo ritroveremo, credo, anch’io che non ci sia altra scelta, dopotutto.-

-Ritroveremo?-

-Certo. Non ho intenzione di lasciarti sola, ma per favore, rifletti, non è da te buttarti allo sbaraglio: non sarai utile al ragazzo. Usa i tuoi talenti, sei sempre la migliore spia del mondo, sai come fare in questi casi.-

-D’accordo, hai ragione.-

-Perché sorridi adesso?- chiede Ivan

-Pensavo a te: sei davvero l’irruento cosacco che si buttava a testa bassa nel pericolo?-

-Si invecchia zarina, non hai notato i capelli bianchi, ormai sono la maggioranza, purtroppo e con l’età impari a riflettere e poi, se è il caso, ti butti a testa bassa.-

-Ora ti riconosco.-

            La Vedova si sistema al polso i caricatori del morso di Vedova e poi esce dalla stanza. Paul Denning è ora in salotto.

-Cosa sta succedendo Natasha?- chiede

-Ho un problema serio Paul, ma non ti riguarda. Purtroppo sarò impegnata per un po’.-

-La storia del ragazzo Howard? Non so perché t’interessa tanto, ma se ti serve aiuto…-

-Grazie, ma….Non ci saranno guadagni qui e non voglio sottrarti del tempo, avrai clienti danarosi pronti a richiedere i tuoi servigi.-

Lui le poggia le mani sulle spalle

-Natasha, forse non mi conosci bene. Nonostante la nostra recente intimità. Io sono un mercenario, è vero, ma non sono privo di valori, come l’amicizia. Se ti serve aiuto, al diavolo il denaro.-

-Dagli retta, zarina.- interviene Ivan –Abbiamo bisogno d’aiuto, abbiamo a che fare con l’Hydra dopotutto.-

            Natasha annuisce

-Idee?-

-Beh immagino che allo S.H.I.E.LD. stiano seguendo già una pista, ma non so se dividerebbero le informazioni che hanno con me, ma ci proverò.- dice la Vedova –Chiederò anche a Simon Stroud se i suoi contatti della C.I.A. ci possono aiutare.-

-Ed io metterò all’opera i miei soliti informatori.- interviene Paul. -

-Io vado, certe cose è meglio non farle per telefono.- ribatte Natasha

-Bene! Ci ritroviamo tutti qui …quando?

.-Diciamo tra quattro ore.-

-Quattro ore…- borbotta Paul -…basteranno

 

            Pochi minuti dopo: Natasha è andata appesa al suo filo di Vedova, Paladin ha usato i suoi mezzi ed Ivan è rimasto solo. Riflette sul da farsi, ancora una volta si chiede se sta facendo la cosa giusta, forse Natasha non approverebbe e Matt Murdock di sicuro no, ma ci sono cose che debbono essere fatte e al Diavolo le conseguenze. Prende il telefono e compone un numero internazionale

-Simyon Borisovitch? Sono Ivan Ivanovitch, ho bisogno di un favore…-

 

 

2.

 

 

            Simon Stroud ufficialmente è solo un Detective Privato specializzato in spionaggio industriale, in realtà, e di questo solo pochi selezionati sono al corrente, è ritornato nei ranghi della C.I.A. che se ne serve come agente operativo per missioni speciali. In questa veste è stato da poco in Colombia (non chiedete di più) e vorrebbe godersi un po’ di riposo quando il sogno di ogni investigatore privato dai tempi di Sam Spade e Philip Marlowe: una bella donna che viene ad offrirti un incarico, si materializza davanti a lui. Naturalmente, Sam Spade non vide la sua Brigid O’Shaughnessy entrare dalla finestra, ma questa è New York amico ed una ragazza in un costume attillato che ti entra in ufficio attraverso una finestra al 12° piano è ordinaria amministrazione qui.

-Natasha!- la saluta Stroud –Che posso fare per te? –

            La Vedova Nera gli spiega l’intera situazione e poi Simon riflette

-Mmm.. d’accordo, chiamerò i miei amici della C.I.A. e vedrò di sapere quel che sanno loro. Hai già parlato con lo S.H.I.E.L.D.?-

-Me ne occuperò subito. Mi devono dei favori e non mi diranno di no, spero.-

-Bene io comincio immediatamente e…-

            Stroud si accorge di stare parlando al vento, la vedova Nera è già sparita così com’era entrata. Che donna! Pensa l’uomo della C.I.A. poi si mette al computer. Combattere l’Hydra non è uno scherzo e ci sarà bisogno di ogni aiuto possibile e lui ha idea di dove cercarlo.

 

Elektra Niatchos è considerata una delle più letali killer del globo terracqueo. Una delle principali differenze con l’uomo chiamato Paladin sta nel fatto che Paladin non uccide, se non in caso di necessità, mentre lei non esita ad accettare incarichi da vera propria assassina a pagamento. O almeno era sicuramente così prima che Bullseye la uccidesse[3] ed un processo mistico quasi irripetibile la riportasse nel mondo dei viventi con l’anima mondata dai suoi peccati.[4] Dopo di allora, le circostanze l’hanno costretta a lasciare il suo Paradiso personale nell’Hymalaia e tornare nel mondo e, così facendo, perdere la sua ritrovata innocenza,[5] per tornare ad essere quella di un tempo, ma, forse non del tutto.

            In questo momento si trova nel suo appartamento e si sta preparando a partire per l’estremo oriente, per una missione affidatagli dal magnate americano Harold Howard,[6] che, a sentir lui, dovrebbe coinvolgere anche i suoi vecchi nemici della Mano. Elektra pensa che sia stato questo a convincerla ad accettare, più che il ricco onorario offertole, ma forse cerca solo di convincere se stessa. Guarda fuori dalla finestra. New York, perché ha stabilito la sua base proprio qui? Questa città dovrebbe avere solo amari ricordi per lei: l’assassinio di suo padre;  Matt Murdock, il solo uomo che abbia mai veramente amato ed a cui ha consapevolmente rinunciato; la sua stessa morte. Ricorda ancora l’orribile sensazione della katana che le squarcia lo stomaco ed il petto, il suo stesso sangue che le invade i polmoni. La cicatrice è quasi scomparsa, come quelle lasciate dall’autopsia, potenza della magia rigenerativa, ma le cicatrici dell’anima e della mente quelle non se ne andranno mai via, per quanto lei pretenda che sia il contrario. Per l’ennesima volta Elektra controlla il suo equipaggiamento, tutto a posto. Anche gli abiti: qualcuno troverebbe curioso che lei usi quasi esclusivamente abiti neri, a parte i suoi costumi da “lavoro” e parte della biancheria intima e vestaglie d color rosso. Nero e rosso: i colori del lutto e del sangue, uno psicologo o psicanalista troverebbe molto da dire su queste associazioni cromatiche.

            Il suo volo per Hong Kong parte l’indomani e lei potrebbe approfittare del tempo per rilassarsi, se fosse quel tipo di donna. Qualunque cosa volesse fare, sarà rimandata. L’ormai familiare suono dal computer le segnala l’arrivo di un’E-Mail

             

            Paladin si diverte a recitare la parte del duro, come scopre a sue spese un uomo di nome Jack Taylor. C’era un tempo in cui Jack si credeva un intoccabile, il Presidente della Spectrum Dynamics, una società con contratti col Dipartimento della Difesa, la C.I.A. e, molto più segretamente, numerose organizzazioni extralegali. Come dicevo, Jack si credeva un intoccabile finché la Pantera Nera non irruppe nella sua vita e gli mostrò quanto fosse fragile la sua illusione di sicurezza.[7] Ora si ritrova legato, mani e piedi, a testa in giù su un’antenna in cima ad un grattacielo, nudo come un verme e Paladin sta per assestare un ulteriore colpo alla sua dignità

-Ciao Jack.-

-Cosa? Paladin cosa, cosa, mi hai fatto?-

-Ancora niente di grave. Dipende da te Jack, da quello che dirai. Hydra, Jack. L’Hydra ha rapito un ragazzino di nome John Harold Howard, immagino che tu sappia chi sia.-

-Tut…tutti sanno chi sono Harold Howard e suo figlio, ma io che c’entro?-

-Tu fai affari con Hydra Jack, io lo so e non sono l’unico. Magari sai dove potrebbero essere le loro basi, dove potrebbero aver portato il ragazzo e, magari, me lo dirai….-

-Perché dovrei?-

-Perché sei legato, nudo come mamma ti ha fatto, ad un asta di metallo, ottimo conduttore d’elettricità, ed hai due elettrodi applicati ai “gioielli di famiglia” e quello che tengo in mano è un radiocomando, indovina a che serve?-

-Non oserai…sarebbe tortura!-

-Beh, sai, io non sono uno di quei supereroi dal cuore tenero con la loro etica da Boy Scouts, sono un professionista e quando voglio una cosa non bado troppo ai mezzi. Ecco questo per darti un assaggio…-

            Paladin preme un pulsante ed una lieve scarica elettrica colpisce l’uomo che emette un urlo-

-Non fare scena Jack, era una scossetta da nulla, posso fare di più se mi costringi, allora che mi dici?-

            Taylor esita e Paladin aumenta di poco il dosaggio, l’uomo grida e poi…

-Basta! Ti dirò quel che so.-

-Spara.-

-Non so se è ancora operativa, ma c’è una base in Colorado che sarebbe perfetta come prigione del ragazzo e poi c’è un Ufficio di New York dove sono andato qualche volta…ti darò gli indirizzi…-

-Completi Jack, completi, mi raccomando.-

            Jack dice tutto quello che sa e poi, Paladin fa per andarsene

.-Ehi! Che fai? Mi lasci qui? Liberami!- gli urla Taylor

            Paladin non si volta, ma sorride e risponde

-E perché mai? Ci stai così bene lì, un bel pezzo di architettura direi. Non preoccuparti, però, sto avvisando l’F.B.S.A. e lo S.H.I.E.L.D. manderanno di sicuro qualcuno a prenderti, farai davvero un figurone, penso.

-Paladin, sei un maledetto figlio di…-

            Ma Paladin non lo sta più ascoltando, è già andato via, ormai…

 

 

3.

 

 

            Attico di Natasha Romanov, Poco tempo dopo. Nel salone sono presenti, oltre a Natasha, Ivan, Paladin e Simon Stroud.

-Ricapitoliamo…- sta dicendo Stroud –Da quanto abbiamo saputo Hydra ha rapito il ragazzo perché vuole qualcosa da suo padre, non sappiamo cosa….-

-Non m’importa nemmeno.- dice Natasha –Pensiamo al ragazzo

-Abbiamo pochi indizi. Una base nelle Montagne Rocciose ed un ufficio di New York, ma vale la pena provare.- dice Paladin

-Direi di si.-

            La voce viene dalla terrazza, tutti si volgono a guardare ed Elektra fa il suo ingresso, inguainata nel suo costume da battaglia.

-Cosa ci fai qui?- le chiede Natasha

-Mr. Stroud mi ha mandato una mail e mi ha chiesto di partecipare. Non mi piacciono i rapitori, specie di bambini. Se mi volete, sono con voi.-

            Natasha riflette e prende una rapida decisione

-D’accordo, non rifiuterò aiuti in questo caso. A questo punto direi che s’impone una visitina all’ufficio locale di Hydra.-

            Elektra sorride, dovrà, forse, rimandare la sua missione, ma Howard non recriminerà se lei salverà suo figlio, anzi, potrebbe rinegoziare l’onorario e lei sa come utilizzare i soldi in più.

 

            Marc Spector ha partecipato alla solita riunione mensile del Consiglio dei Direttori della Spectocorp che ha discusso del futuro della società. È più facile combattere dei supercriminali che cercare di risanare il bilancio di una società ed anche più divertente, ma lui ci ha messo l’anima nella Spectocorp e non lascerà che affondi così. Le curiose coincidenze del destino lo portano a rientrare in ufficio proprio mentre il gruppetto composto dalla Vedova Nera, Paladin, Elektra, Simon Stroud ed Ivan entra nell’atrio del palazzo e, come se fosse la cosa più naturale del mondo, prendono l’ascensore verso il 10° piano. Marc non esita un istante, la curiosità ha il sopravvento su ogni altra considerazione e decide di seguirli. Una veloce corsa nell’ascensore di fianco, sino al suo studio privato per indossare rapidamente il costume e, dopo pochi attimi, Marc Spector il capitalista ha lasciato il posto a Moon Knight, l’avatar di Konshu. Si getta dalla finestra ed utilizza il suo mantello per planare sino al piano giusto, poi si afferra al cornicione e con un salto si porta su, forza una finestra ed è nel corridoio. La porta spalancata di un ufficio che dovrebbe essere vuoto, gli indica la via da seguire. Nella sala non c’è nessuno, ma la porta dello sgabuzzino è aperta e dentro di esso, quello che sembra essere un passaggio segreto con ascensore pneumatico, Moon Knight, ancora una volta non esita e scende. Un ascensore che scende sino ai sotterranei? Quanto sarà costato costruirlo senza che nessuno se n’accorgesse? E chi l’ha fatto è sempre stato qui? È un pensiero inquietante,

 

            Il sotterraneo è vuoto, a parte i chiari segni di lotta e vari corpi di agenti di Hydra svenuti o peggio

-A quanto pare qualcuno ci ha preceduto.- commenta Paladin

-Non lo S.H.I.E.L.D. o l’F.B.S.A. o qualunque altra forza di polizia direi ...- aggiunge Ivan -..o questo posto sarebbe sorvegliato da agenti ora.-

-Chiunque sia stato ha fatto un buon lavoro. Non erano amici di Hydra, questo è certo, ma non ha importanza la loro identità.- interviene Natasha –Voglio solo sperare che ci siano rimasti indizi a sufficienza.-

-Vediamo se il loro sistema computerizzato ci da qualche dritta.- dice Stroud

            Si siede dinanzi a quello che sembra il terminale di un computer.

-Uhm è un sistema sofisticato, più di Windows e forse anche più dello Starkware,[8] ma io ho imparato dagli esperti, compreso Stark stesso. Hanno formattato l’hard disk e cancellato i dati, o almeno ci hanno provato, forse non hanno avuto il tempo o forse non sono in gamba come si pensa, ma penso di poter…Oh, ecco fatto. Ci siamo!-

            Sullo schermo scorrono una serie di dati, le dita di Stroud si muovono veloci ed infine…

-Bingo! Questo è un ordine operativo. Il ragazzo è stato portato nel Colorado, mentre un congegno chiamato U.I.M.T. stato portato a…-

-Di quello non m’importa, prendi le coordinate del luogo dove c’è il prigioniero e partiamo.- ribatte Natasha

-Avremo bisogno di un aereo.- commenta Ivan –Non avrò problemi a noleggiarlo.-

-Posso pensarci io, se me lo consentite.

            È stato Moon Knight a parlare e tutti si voltano vedendolo entrare nella sala

-Ti ringrazio Moon Knight.- dice subito Natasha, non è la prima volta che il Cavaliere della Luna la aiuta logisticamente[9] e lei non chiude la porta a nessuno oggi.

 

            Nel rifugio Segreto dell’Hydra il Barone Strucker viene avvisato dal Capo Settore Volpe C2.

-Qualcuno si è introdotto nel nostro sistema dall’ufficio B di New York, superando le password di protezione.

-Mmm è già la seconda volta oggi, quell’ufficio è bruciato, ormai. Mandate una squadra per rintracciare anche questi intrusi ed uccideteli.-

            La trasmissione viene chiusa e Strucker osserva una mappa olografica mondiale. Il congegno che ha avuto gli darà un vantaggio nella sua campagna di conquista del mondo, proprio ora che si appresta a scatenare la più grande azione dimostrativa che il mondo occidentale abbia mai visto.[10]

 

 

4.

 

 

            Il Moon Glider sorvola silenzioso il cielo sopra il Grand Canyon. Dietro la cabina di pilotaggio, ignoto alla maggior parte dei passeggeri, Jean Paul Duchamp, detto Frenchie, pilota con maestria verso l’obiettivo stabilito, poi…

            -Marc, siamo sulle coordinate che mi hai fornito e devo dirti che non c’è proprio niente qui.-

            Moon Knight ascolta attraverso l’auricolare nel suo cappuccio

-Ti aspettavi, forse, una pista d’atterraggio con su dipinta una grande H gialla?- replica –Tu portaci giù, che al resto pensiamo noi.-

-Posso avvisarti del fatto che, se solo metà delle storie che si raccontano sull’Hydra sono vere, a quest’ora siamo stati individuati?-

-Certo che puoi, ma avresti idee migliori?-

            Frenchie non replica, si limita a scegliere il posto e comincia le manovre d’atterraggio. Il Glider è progettato per l’atterraggio ed il decollo verticale su qualsiasi pista e Frenchie è uno dei migliori piloti che la Francia abbia mai prodotto. Alla fine, I’eterogeneo gruppetto esce allo scoperto e comincia a guardarsi intorno cercando un segno che possa condurli all’entrata.

            Ivan ha tutti i sensi all’erta. Sa che da un momento all’altro arriveranno i guai, ma non è solo per questo che è preoccupato, ci sono le reazioni di Natasha. Non ha il tempo di pensare ad altro, improvvisamente, dal suolo spunta una dozzina di agenti di Hydra armati di tutto punto. Ivan ha appena il tempo di sparare ad uno di loro, poi si getta a terra. Natasha reagisce rapidissima, sparando il suo morso di Vedova senza posa; Moon Knight evita un colpo e scatta verso l’alto abbattendo due agenti di Hydra a calci; Paladin usa la sua pistola stordente e Simon Stroud la sua fedele Beretta.

            Improvviso come il lampo ecco arrivare l’assalto aereo. Una Brigata tigre, gli incursori dell’Hydra, aerotrasportata si precipita sugli eroi a terra. Li hanno inseguiti sin dalla loro partenza da New York ed atteso il momento adatto per colpirli

-Frenchie, fila via di qui!- urla Moon Knight

<<E voi?>>

<<Tornerai a prenderci dopo, se ci sarà un dopo.>> ribatte Moon Knight

-Mi sbarazzerò dell’uccellino di Hydra e verrò a riprendervi, dovessi scendere sino alle viscere della terra.-

            Così dicendo Frenchie decolla ed inizia un duello aereo fatto di manovre audaci con l’aereo dell’Hydra che cerca di abbatterlo.

 

            Lontano da tutto questo, nella città di New York stanno verificandosi degli avvenimenti che avranno ripercussioni sul nostro cast e non solo

            Nel palazzo della W.G.B.S. Paul Burton, il Vice Presidente addetto ai Notiziari Televisivi si ferma dinanzi alla porta  un ufficio non lontano dal suo, sulla porta c’è scritto: “Patricia Tilby Produttore Associato”. Perfetto, pensa, la mia cara Trish ha fato il suo primo passo verso i piani alti

 

            Non molto distante da lì c’è la sede del New York Express, sino ad oggi uno dei giornali minori nel panorama cittadino, ma, da quando ha cambiato proprietario, è presto risalito nella classifica mettendo a segno un paio di buoni colpi. Merito della fortuna e di informatori affidabili, giusto? L’Editore Harris Hobbs ne è sicuro, certo, a pensarci bene, forse sono stati troppo fortunati, sempre nel posto giusto al momento giusto, come quella soffiata che ha loro permesso di uscire con la notizia del rapimento Howard prima di tutti gli altri, ma non si lamenterà di questo, finché la tiratura schizza alle stelle.

 

            Il direttore dell’Express sta condividendo gli stessi dubbi. Paul Hamilton è un giornalista scafato, sa che nessuno ti da niente per niente. La società che ha comprato il giornale, la N.S.C., gli ha lasciato completa autonomia ed ha mantenuto la parola, difficile da credere, ma vero. Paul ha fatto una discreta indagine sulla N.S.C. ed ha scoperto che, attraverso una serie di società controllate, fa capo all’Howard Conglomerate. Quindi, lui sta lavorando per Harold Howard in ultima analisi ed a quanto sembra a lui non importa che la notizia del rapimento del figlio diventi di dominio pubblico. Strano, davvero strano. Howard è sempre stato maniaco della privacy, sarebbe stato logico che tentasse di insabbiare la notizia ed allora perché non l’ha fatto? Un uomo come lui ha sempre uno scopo. Forse c’è qualcosa su cui vale la pena indagare, anche se potrebbe costargli il posto. Deve parlarne a Hobbs.

 

            Colorado. La battaglia con le forze dell’Hydra sta infuriando e Natasha è preoccupata: se il ragazzo è qui e, preoccupati da quanto sta succedendo, gli uomini dell’Hydra decidessero di spostarlo mentre loro sono occupati, o, peggio, di eliminarlo? Non può succedere, non lo permetterà.

 

            Elektra non parla, non trova alcun motivo per dire qualcosa mentre combatte, non ha mai veramente capito perché Matt sentisse il bisogno di sparare battute durante una lotta. Guarda i suoi avversari e si muove come in una danza ben coreografata. Il suo Sai scatta come il lampo abbattendo un avversario, mentre un altro cade sotto un suo calcio ed altri due si ritrovano con la gola squarciata dai suoi shuriken.

 

            Paladin si chiede quando smetterà di permettere alla sua cavalleria di metterlo nei guai. Sogghigna, in realtà adora la lotta, il rischio, l’adrenalina. Una parte di lui si crede un cavaliere antico, come dimostra il nome che si è scelto, i soldi sono importanti, ma l’avventura…beh è l’avventura. Natasha è una delle poche donne che ha conosciuto che capiscono questo, un’altra era Janet Van Dyne.[11] Si è chiesto spesso cosa ne sarebbe stato di loro se il loro rapporto fosse continuato, ma preferisce non pensarci, certi pensieri non si addicono alla sua immagine di scanzonato avventuriero.

 

            In alto Frenchie ha ingaggiato un duello aereo con il mezzo dell’Hydra. Ha fatto molta esperienza in varie guerre in molte parti del mondo, non permetterà ad un terrorista qualunque di fermarlo. Certo, gli uomini di Hydra sono veri professionisti, ma nemmeno lui scherza. Dopo l’ennesima virata, trova l’apertura giusta e spara.

 

            La battaglia è finita, i buoni hanno vinto. Natasha non aspetta, si tuffa in una delle aperture da cui sono venuti gli uomini di Hydra e si precipita lungo il corridoio Altri agenti la stanno aspettando. C’è molta confusione, nota, ma non si chiede perché. Lei ed i suoi amici abbattono la prima linea di difesa e poi Natasha prende uno degli agenti di Hydra e lo sbatte contro un muro.,

-Il ragazzo, John Harold Howard, dov’è?- chiede

-Scoprilo da te, io non parlo.

            La Vedova Nera non dice altro, piazza il suo bracciale destro sotto il naso dell’uomo, poi gli si rivolge con voce dura:

-Questo è il mio morso di Vedova, a questa distanza ed a questa intensità è mortale. Ti do dieci secondi per dirmi tutto.-

-Stai bluffando, sei un vendicatore, non mi ucciderai.-

-Ero un Vendicatore, ma sono anche la migliore agente che aveva il K.G.B. Sono stata addestrata ad uccidere in cento modi diversi. Vuoi mettere alla prova la mia pazienza? Ti rimangono quattro secondi…-

            L’Uomo di Hydra fissa gli occhi verdi della Vedova e vi trova una fredda determinazione. Lo farà, ne è certo,

-Parlerò. È due livelli più sotto. Secondo corridoio cella 22.-

-Bravo!- gli dice Natasha e lo abbatte con un colpo del taglio della mano.

-Io vado a prenderlo.- annuncia semplicemente –Voi teneteli occupati.-

-Attenta Zarina –gli dice Ivan

-So cavarmela Ivan, lo sai.-

-Lo spero, lo spero davvero.-

            Natasha corre lungo il corridoio, cercando di arrivare al secondo livello. Paladin esita un istante, poi le corre dietro. Ivan li guarda entrambi e mentre torna a concentrarsi sul nemico. Si chiede: ma perché quegli idioti dello S.H.I.E.L.D. o delle altre agenzie non ci sono mai quando servono?

 

            È stata una lunga corsa, ma ora è finita, Natasha è di fronte alla cella ed ha in mano le chiavi, mentre le guardie giacciono svenute ai suoi piedi. La sua mano trema leggermente, mentre apre la cella e se le avessero mentito? Se non è qui? Se è stato tutto per niente? Il ragazzo giace sdraiato su una branda. Alza gli occhi e Natasha lo riconosce immediatamente, senza alcun dubbio. Non ne ha mai visto neanche una foto prima, ma conosce il volto di suo padre, o, almeno, ricorda com’era 14 anni prima e, a parte il colore degli occhi, quelli di Harold sono nocciola, se non ricorda male, mentre il ragazzo ha gli occhi verdi, il suo volto, i capelli, lo identificano come figlio di Harold Howard.

-John Harold Howard? Muoviti dobbiamo andare!-

-Ti conosco!- esclama il ragazzo –Sei la Vedova Nera, sei venuta a liberarmi?-

-Certo. Muoviti ora, questo posto pullula di agenti dell’Hydra e non capisco perché non si siano ancora fatti vivi.-

            Il ragazzo non si fa pregare e la segue nel corridoio

-Tu non puoi lavorare per mio padre.- le dice -Sei una specie di supereroina, ho letto di te.-

-Non lavoro per lui, ma lo conosco…lo conoscevo anni fa, per essere esatti, tu gli somigli.- risponde Natasha mentre procedono in fila indiana lungo il corridoio

-Lo conosci di persona?- replica stupito John –Credevo che nessuno l’avesse più incontrato da prima della mia nascita.-

-Non eri ancora nato, infatti, ti ho detto che è roba di anni fa.-

-Wow, non sembri così vecchia…cioè... voglio dire…scusa…-

            Natasha si ritrova a sorridere

-No preoccuparti. Neanch’io mi sento tanto giovane a volte.-

-Io mi sento uno stupido, invece, faccio correre troppo la bocca a volte. Dimmi, se non lavori per papà, perché sei venuta a salvarmi allora?-

-Diciamo che avevo un debito da pagare John…i tuoi amici ti chiamano John?-

-Mi chiamano Jack. A dire la verità, lo preferisco a Johnny.-

-Il mio padrino si chiama Ivan, è il tuo nome in russo, ma nessuno lo chiama Vania…se vuol conservare i denti. Tu conosci il russo Jack?-

-Un po’. Papa dice che devo conoscere le lingue se voglio dirigere il suo impero mondiale un giorno. Mi ha fatto studiare, francese, tedesco, questi li parlo bene, il russo beh..non è così facile. Tu sei russa, vero? Una volta ho letto che eri una spia.-

-Vero. Tuo padre si occupa di te? Voglio dire, è un uomo molto occupato.-

-Si capisco, beh certo, ho passato molto tempo con tate ed istitutori, ma lui non mi trascura, ci prova almeno. Passiamo insieme molto più tempo di quanto si potrebbe credere. Peccato per la sua ossessione per la privacy, quando sono con lui siamo sempre tra quattro mura da soli..beh c’è Miss Wright, la sua segretaria, ma..beh per quanto si sforzi, non è come avere una madre.-

-Che sai di tua madre?- chiede Natasha

-Niente. Papà non ne parla mai, credo sia morta quando sono nato, non ho nemmeno una sua foto.-

-capisco…-

            Durante il percorso Natasha ha tenuto sempre i sensi all’erta pur ascoltando il ragazzo, ora sente qualcosa e si blocca all’improvviso, con un gesto, spinge il ragazzo dietro di lei.

            Da dietro un angolo sbuca una figura:

-Beh guarda un po’ chi abbiamo qui.- dice

-Tigra!- esclama la Vedova Nera

-In persona.- risponde ridendo la felina ex Vendicatrice ed ora membro del gruppo noto come Justice Inc. –Immagino che quello con te sia il giovane John Harold Howard.-

-Sono io.- ribatte Jack -…e non chiamarmi giovane.-

-Quando avrai la mia età ti piacerà che te lo dicano.- gli risponde Tigra, ma per me è Okay, preferisci John o è meglio Mr. Howard?-

-Mmm…Jack andrà bene.-

-Ho letto che fai parte della Justice Inc.- interviene Natasha –Avete fatto un bel lavoro in Slorenia.-[12]

-Grazie. Non è stata un’esperienza che ripeterei volentieri, ma ne siamo usciti bene.-

-Se tu sei qui, vuol dire che c’è il resto della Justice Inc. immagino. Scommetto che Howard vi ha incaricato di salvare il figlio.-

-Brava!- risponde Tigra –Non tutti noi però, qui ci siamo solo io ed altri tre e gli uomini di Hydra ci hanno dato un bel po’ da fare.-

-Non siete entrati da dove siamo entrati noi, Non c’erano veicoli quando siamo atterrati ed eravate già qui. Come avete fatto?-

-Lunga storia,[13] non credo sia il momento adatto per parlarne….Beh ragazzo cos’hai da guardare?-

            Jack Howard arrossisce visibilmente

-Eh…ehm… lei va sempre in giro…ehm,,,  vestita così Miss Tigra?-

            Un'altra risata:

-Ti imbarazza Jack?-

- … No va benissimo, cioè…voglio dire…-

-Sei sveglio, non c’è che dire. Quanti anni hai Jack?-

-Tredici miss Tigra.-

-Mmmm magari passa a trovarmi tra cinque anni e ne riparliamo, Ok? E lascia stare il Miss sono Tigra per te.-

-Scusate se interrompo il duetto....- interviene Natasha un po’ seccata -…ma suggerirei di sbrigarci ad andarcene di qui, la gente di Hydra può attaccarci da un istante all’altro, andiamo.-

            Girano un altro angolo e sono di fronte agli ascensori.

-Bene…- comincia Natasha…-Ora possiamo…-

            Il colpo eccheggia assordante nel corridoio silenzioso, poi… è un uomo di Hydra a cadere a terra e Paladin esce allo scoperto

-Sbrigatevi!- urla –Il corridoio a fianco è pieno, questo era solo il primo!-

            Come a sottolineare le sue parole, un reparto dell’Hydra arriva sparando, ma quasi subito una figura pelosa si precipita  contro di loro, prima che possano riprendersi dalla sorpresa, gli artigli dell’essere, apparentemente in un lupo in forma umanoide, ne hanno abbattuti due. Gli spari degli agenti si concentrano sulla figura lupina, che viene ripetutamente centrata, grida, barcolla, cade, ma solo per pochi istanti, poi si rialza, digrigna i denti scoprendo zanne affilate, ringhia e si getta di nuovo contro gli uomini in uniforme verde. Quelli che non cadono indietreggiano spaventati, mentre il licantropo si ferma li osserva ed ulula  divertito

-Muoviti!- gli urla Tigra

            Con un agile balzo lui entra nell’ascensore

-Scusa, ogni tanto mi faccio prendere la mano.-

-Ogni tanto?- replica Tigra –Quelli che non hai ammazzato devono solo sperare che Hydra abbia un buon piano sanitario.-

Nel frattempo l’ascensore sta schizzando verso l’alto e Jack si rivolge all’uomo lupo

-Tu… tu sei  un..uomo lupo, davvero?- chiede Jack

-Un vero autentico lupo mannaro americano, anche se non a Londra.- risponde lui –Puoi chiamarmi Sabre e sta tranquillo, di solito non sbrano i ragazzini, non quelli che mi pagano per salvare in ogni caso.-

-Avevo letto rapporti sull’attività di un licantropo nell’area di Los Angeles quando stavo con i Campioni,[14] ma ero scettica.- risponde la Vedova Nera –Per quanto… con tutto quel che mi è capitato nella mia carriera…-

-E non hai ancora visto nulla, il nostro Sabre ha parecchi talenti nascosti.- dice Tigra

-Non sono ansioso di scoprirli.- commenta Paladin – Suggerisco di riunirci agli altri e filarcela o vi pagano anche per distruggere questo posto?-

Natasha è silenziosa, concentrata su Jack, deve essere protetto, a tutti i costi, pensa, qualunque pericolo debbano affrontare per riuscirci, non permetterà che cada di nuovo nelle mani degli uomini di Strucker.

L’ascensore si ferma, Natasha e gli altri si pongono come scudo dinanzi al ragazzo, improvvisamente un’esplosione scuote l’abitacolo, la cabina oscilla pericolosamente e si sente il rumore di un cavo che si spezza.

 

           

FINE PRIMA PARTE

 

 

            Ecco a voi la prima parte di un particolare crossover, che continuerà su Justice Inc. #4, per trovare una sorta di conclusione su Villains #10. Cos’ha di particolare questo crossover? Che ogni storia narra di una missione parallela di tre teams, distinti ed inconsapevoli gli uni degli altri, legata al rapimento di John Harold Howard ed al recupero del congegno chiamato U.I.M.T. Abbiamo visto All’opera Natasha ed i suoi amici e su Justice Inc. #4 vedrete cos’ha fatto nel frattempo il team omonimo e come finirà lo scontro in Colorado. In Villains #4 che vi consiglio di leggere caldamente, vedrete la missione di recupero dell’U.I.M.T. ed un epilogo generale a tutta la vicenda In ogni caso quanto è successo in quest’episodio non è fine a se stesso, le sue ripercussioni si sentiranno in questa serie e forse in altre per molto tempo a venire. Come? Seguiteci e lo saprete

 

 

Carlo

 



[1] Per quest’aspetto della vicenda, non mancate di leggere Villains #10

[2] Vedi Justice Inc. #4

[3] Daredevil Vol 1° #181 (Fantastici Quattro Star #15)

[4] Nel classico Daredevil #190 (FQ Star #24

[5] Come narrato (ahimè) in Daredevil Vol 1° #320/325 (D&H #19/21)

[6] Come narrato nel 13 di questa serie, l’avete letto spero -_^

[7] Black Panther #9 (Cavalieri Marvel, MITA, #9)

[8] Sistema operativo per computers, brevetto congiunto Stark-Fujikawa e Stark Solutions

[9] Come si è visto nel #3

[10] Confusi? Non siatelo, vi verrà tutto spiegato in Capitan America #6/8

[11] Alias la Meravigliosa Wasp, leader dei Potenti Vendicatori

[12] Justice Inc. #3

[13] La saprete leggendo Justice Inc #4…Oops l’avevo già detto? -_^

[14] Non il gruppo attuale con lo stesso nome, ma quello originale, composto da: Angelo (oggi Arcangelo), Uomo ghiaccio, Vedova Nera, Ercole, Ghost, Stella Nera ed occasionalmente il Golia Nero, che fu attivo a Los Angeles per un breve periodo dall’Ottobre 1975 al gennaio 1978