(CAVALIERI MARVEL)
N° 97
PREDATORI E PREDE
Di Carlo Monni
1.
Una singola
pallottola può fare la differenza tra la vita e la morte. Un proiettile calibro
7,62 × 51 mm NATO
rivestito
di metallo e sparato da un fucile HK417 20" dotato di puntatore ottico che viaggia a più di mille metri al
secondo può facilmente spezzare la vita di qualcuno che si trovi anche ad 800
metri di distanza.
L’uomo
di nome Akihiro, un giovanotto dell’apparente età di vent’anni dal cranio
rasato a parte una cresta centrale in stile moicano, sente un improvviso dolore
alla schiena. Mentre cade in avanti e la giacca bianca del suo smoking si
colora del rosso del suo sangue, il suo ultimo pensiero prima di perdere i
sensi è: non è possibile.
Medio
Oriente ed Asia Centrale sono solo definizioni di comodo per un territorio
molto vasto, dove non sempre i governi che ne reclamano il possesso esercitano
una sovranità che sia più che nominale. Nel caos che è seguito all’assassinio
del Presidente del Raphastan,[1] un
dittatore ancora più feroce e spietato si è installato al suo posto ed usando
come pretesto la religione e come opportunità l’instabilità politica degli
Stati vicini sta provando a costituire un piccolo impero nella regione.
La cosa avrebbe
potuto lasciare indifferenti le potenze occidentali se l’espansione di questo
presunto impero non avesse minacciato la stabilità di alcuni loro cruciali
alleati e non avesse usato contro loro stesse l’arma del terrorismo. Alla fine
si sono decise ad agire ma senza grandi risultati: gran parte del territorio
conteso è stato riconquistato ma il grande capo è sempre riuscito a sfuggire ad
ogni tentativo di cattura ed uccisione e vive in un inespugnabile bunker
scavato nelle montagne dove ancor oggi solo pochi temerari osano avventurarsi.
Invece dell’uso di
una superbomba da 10 tonnellate capace di annientare qualunque cosa nel raggio
di 150 metri dal punto della sua detonazione dal costo di circa 15 milioni di
dollari, la CIA ha optato per un approccio più soft: quello che nel gergo
politico militare viene definito assassinio mirato. Invece di inviare propri
agenti, però, ha assoldato una killer professionista, la migliore e la più
costosa offerta dal mercato.[2]
Elektra Natchios sa
di essere stata scelta perché sacrificabile e perché in ogni caso con lei la
famigerata Agenzia potrà esercitare la cosiddetta negazione plausibile, non si
fa illusioni al riguardo: non si aspettano che sopravviva alla missione ma lei
li deluderà almeno in questo.
Solo un ninja
provetto avrebbe potuto raggiungere il rifugio senza essere visto e, dopo una
veloce esplorazione della zona, arrivare di soppiatto vicino al primo uomo di
guardia ed ucciderlo senza che questi emettesse alcun suono. Senza badare a
lui, Elektra passa oltre. Questo è solo l’inizio, pensa.
L’uomo serra
istintivamente le labbra. Colui che ha davanti intimorisce perfino uno come
lui. A volte dubita che si tratti davvero di un essere umano e non di un demone
proveniente da qualche inferno.
-Domani si svolgerà l’ultimo atto della sfida
per decidere chi tra gli aspiranti sarà la nuova Pantera Nera.- dice il
misterioso individuo -Attendi che sia proclamato il vincitore, chiunque sia, e
poi… uccidilo davanti a tutti.-
-Anche se fosse la ragazza?-
-Soprattutto se fosse la ragazza. Nessuno dei
figli di T’Chaka deve rimanere in vita, nessuno!-
La
risata che segue gela il sangue anche allo scafato mercenario.
2.
Il Dottor Keith
Kincaid ne ha viste davvero tante nella sua carriera, specie da quando è
diventato il medico dei Vendicatori, per questo non è particolarmente sorpreso
delle condizioni del paziente sul tavolo operatorio.
-È sorprendente che quest’uomo sia ancora
vivo con una ferita simile. Teorie?-
-Una specie di fattore di guarigione?-
azzarda un interno.
-È possibile. Ciò che conta è che è
sopravvissuto finora, vediamo di mantenerlo in vita.-
-Intende operarlo, quindi?-
-Se non lo operiamo, morirà sicuramente. Se
lo operiamo, avrà una possibilità, anche se minima, di sopravvivere. Io direi
che val la pena tentare, quindi diamoci da fare.-
Detto
questo, Kincaid affonda il bisturi nella schiena del paziente e comincia ad
incidere.
Il
Tenente Sabrina Morrell, capo della Squadra Omicidi della Polizia di San
Francisco si sente decisamente frustrata: da troppo tempo ormai la misteriosa
donna pantera uccide impunemente nonostante praticamente tutte le forze
dell’ordine le diano una caccia accanita e presto…
-Tornerà a uccidere.- dice la donna bionda in
tailleur scuro in piedi accanto a lei.
-Cosa?- borbotta Sabrina sorpresa.
-Non stava pensando a questo?- ribatte
l’altra poi sorride ed aggiunge -Non sono una telepate, è solo che la sua
espressione era abbastanza eloquente e temo che la risposta sia una sola: sì,
la nostra assassina ucciderà ancora ormai per lei è diventata una necessità, un
impulso irresistibile.-
-Non mi dice nulla di nuovo, Agente Kiel.-
-Mi chiami pure Donna.- replica l’Agente
Speciale del F.B.S.A. Donna Kiel -Detesto i formalismi quanto lei. Vorrei
essere stata più d’aiuto ma il profilo che ho tracciato non ci ha portato più
vicini alla nostra serial killer mutaforma di quanto lo foste prima. Sappiamo
quasi tutto di lei ma non riusciamo a trovarla ed è stata anche aiutata dalla
fortuna.-
-La sua fortuna finirà.- sentenzia Sabrina
-Dobbiamo attirarla in trappola… ma ci serve un’esca.-
-Qualcuno che interpreti il ruolo della sua
preda preferita, un uomo non più giovanissimo in cerca di compagnia. Hai già in
mente un candidato?-
Prima
che Sabrina Morrell possa rispondere, un uomo entra nel suo ufficio e dice:
-Posso farlo io.-
Il
giovane canadese di colore di nome Kyle Jinadu ha atteso pazientemente in sala
d’aspetto per avere notizie del ferito. Non conosce da molto Akihiro e non può certo
dire di conoscerlo bene, anche se hanno, per così dire, condiviso un’intimità
molto stretta, ma di una cosa è certo: non ha nessuno che si preoccupi di lui,
nessuno da chiamare in casi di emergenza. Molto triste.
Poco
distanti da lui due detective, di cui uno della C.S.U.[3]
dal cognome polacco quasi impronunciabile, sono i soli ad aspettare.
Sembra
che sia passata un’eternità quando finalmente il chirurgo si fa vivo.
-L’operazione è riuscita ed il paziente
vivrà.- risponde all’inespressa domanda dei presenti -Abbiamo estratto il
proiettile dalla schiena e da allora sta mostrando segni di ripresa sempre più
rapidi.-
-Quando potrò vederlo?- chiede Kyle.
-Fra qualche ora, direi.- risponde Keith
Kincaid -Lei è un parente?-
-Un… un amico. Non credo abbia parenti, non a
New York almeno.-
I
due detective si avvicinano ed uno dice:
-Ha qualcosa per noi, Dottore?-
Il
medico porge loro il proiettile che si trova in una busta di plastica.
- È rivestito di un qualche metallo che non
ho identificato.- dice.
-Ho una mezza idea di quale potrebbe essere.-
afferma il detective della C.S.U. -Vedremo se le analisi lo confermeranno.-
Mentre
se ne vanno, i due poliziotti gli danno un ultimo sguardo e Kyle sa che si
stanno facendo la sua stessa domanda: era davvero Akihiro il bersaglio del
cecchino?
3.
Clive
Reston entra nel grande edificio bianco sulla riva sinistra del Tamigi che è la
sede ufficiale del Secret Intelligence Service britannico noto anche come MI6
e, come spesso gli accade in queste circostanze, riflette sull’assurdità di un
servizio segreto che ha una sede pubblica come quella, non era meglio ai tempi
di suo padre, quando si nascondeva dietro l’anonima facciata di una ditta di
import-export? Ma in fondo non sono cose che gli interessano almeno finché non
mettono in pericolo la sua vita.
Arriva
nell’anticamera dell’ufficio del capo, dove l’efficiente bionda segretaria gli
rivolge uno sguardo che vorrebbe essere severo. Lui non gli dà peso e la saluta
allegramente:
-Buongiorno, Eve. Oggi sei stupenda più del
solito.-
-E tu sei in ritardo, Clive… come al solito.-
Reston
fa uno dei suoi soliti sorrisi da faccia da schiaffi e replica:
-Lo so, Eve ma ieri notte non ho dormito
molto, sai com’è.-
-Me l’immagino. Adesso muoviti, staranno
diventando impazienti.-
Reston
entra nell’ufficio del Direttore del MI6 dove Lance Hunter, Presidente del
J.I.S.[4] lo
accoglie sbrigativamente:
-Ben arrivato, Reston. Conosce i presenti
suppongo.-
I
presenti sono una donna sulla quarantina dai capelli neri e corti che indossa un
abito da pomeriggio rosso lungo sino a poco sopra il ginocchio ed un uomo
corpulento più vicino ai sessanta che ai cinquanta dai capelli e baffi neri, a
parte le tempie imbiancate.
-Che mi venga un colpo!- esclama Clive
vedendolo -Yorkie Mitchell! Ti credevo nel Sussex ad allevare le api come il
mio prozio.-
-Pare che la Regina ed il Primo Ministro
abbiano ancora bisogno di me.- replica l’uomo di nome Yorkie Mitchell con un
sorriso sornione -Mi hanno fatto un’offerta troppo allettante per poterla
rifiutare.-
-Il nostro amico Mitchell è il nuovo Capo del
S.I.S. su mia raccomandazione accolta dal Primo Ministro- spiega Hunter - La
Regina ha firmato il decreto di nomina ieri sera.-
-Ed io mi sono affrettato a confermare la
nostra brava Olivia come capo effettivo della Sezione Q.- aggiunge Mitchell.
-Non si chiama Sezione Q ma…- comincia a dire
Olivia Amanda Boothroyd ma Mitchell la interrompe:
-Per me rimarrà sempre la Sezione Q come ai
bei tempi di tuo nonno ma lasciamo perdere queste sciocchezze e passiamo agli
affari seri. Vedo che ti sei ripreso bene da quella brutta avventura in
Giappone, Reston.-[5]
-Sono un tipo coriaceo.- ribatte Clive
sogghignando.
-Tu e la tua bizzarra squadra avete
letteralmente evitato una catastrofe. Peccato che quella Fah Lo Suee vi sia
sfuggita.-
-Me ne assumo tutta la responsabilità: Non ho
avuto il fegato di sparare ad una donna incinta.-
-Incinta? Questo non c’era nei rapporti ed
ovviamente cambia la prospettiva. Ho fatto molte cose sporche ai miei tempi ma
uccidere una donna in attesa e con lei il suo bambino… avrei fatto come te.-
-Mi chiedo da chi si sia fatta mettere
incinta quella cagna.- commenta, sarcastica, Olivia Boothroyd -Da quel che ho
letto di lei, non è nemmeno la prima volta che le capita non aveva fatto un
figlio con Sir Denis Nayland Smith negli anni 30?-
-Lei dice che sono io il padre.- ammette
Clive con voce cupa -E se non mentiva, non ci sarà bisogno di cercarla: sarà
lei a trovare me.-
Nessuno
replica.
Entrare è stato
facile, pensa Elektra, uscire probabilmente lo sarà molto meno ma affrontiamo
un problema alla volta. Muoversi lungo i corridoi del rifugio scavato nella
roccia senza essere notata è facile per una con i suoi talenti. A volte, quando
incontra guardie armate si limita ad evitarle, altre volte le uccide
silenziosamente.
Trovare
l’uomo che sta cercando non è troppo difficile. Ci sono due tipi di leader:
quelli che amano vivere nel lusso e non si fanno mancare nulla anche in posti
inospitali come questo e quelli che vivono in modo rigidamente spartano. Il
bersaglio di Elektra appartiene a quest’ultima categoria. Quando la ninja entra
nella sua stanza lo trova immerso in preghiera, non si accorgerebbe comunque
della sua presenza.
Elektra
solleva la sua katana e si appresta a vibrare un colpo che spiccherà la testa
dal collo dell’uomo. Morirà senza nemmeno accorgersene.
La
lama della katana inizia il suo arco mortale ma non lo completa: una lama
ricurva la blocca: la lama di una scimitarra.
Un
castello medievale con tanto di fossato e ponte levatoio non è un ostacolo per
una con le abilità di Cigno Nero. È venuta nel Lichtenbad per ucciderne il Duca
Regnante e lo farà a qualunque costo, dopotutto è una killer a pagamento ed è
stata assunta per questo. Da chi e perché non le importa, ciò che conta è che
l’onorario concordato sia versato nel conto off shore da lei indicato.
Un'assassina professionista non può permettersi il lusso di una coscienza.
La bionda ragazza,
ora nel suo attillato e succinto costume nero, lancia una corda con attaccato
un rampino che fa presa su uno degli spalti merlati. Con un balzo è oltre il
fossato e comincia la scalata.
In
breve è sugli spalti. Si guarda attorno. Non c’è nessuno e ne è quasi delusa:
ad una parte di lei non sarebbe dispiaciuto trovare delle guardie in armatura
medievale magari armate di spade e mazze chiodate.
Sorride.
Questo non è un film di cappa e spada, pensa ma la dura realtà. Il padrone di
casa avrà sicuramente affidato la sua sicurezza a mezzi più moderni e
sofisticati. Da quel che ha letto su questa piccola nazione, il precedente Duca
era una specie di emulo del Dottor Destino che governava il Lichtenbad con
pugno di ferro con l’aiuto di robot ed altri mezzi tecnologici.[6]
Elektra l’aveva conosciuto quando entrambi avevano frequentato la Columbia
University, chissà che ne penserebbe di quest’incarico? Il successore del Duca
Klaus I si è adattato alla democrazia ma non vuol dire che sia meno paranoico
del predecessore, meglio stare attenta.
Nina
McCabe scende con cautela gli scalini di pietra. È quasi arrivata in fondo quando sente una specie di ronzio alle
sue spalle e poco dopo una specie di raggio laser colpisce il gradino davanti a
lei mentre una voce femminile le intima:
-Arrêt où vous êtes, intruse!-
Francese? Ecco una lingua
che non si sarebbe aspettata di sentire in questo posto. Se non sbaglia,le ha
detto di fermarsi.
Cigno Nero si volta di
scatto per trovarsi di fronte una donna forse poco più vecchia di lei vestita
con un costume violetto che le pare familiare, sul capo ha una specie di elmo che
le copre la parte superiore del viso. Il Duca ha assunto una guardia del corpo
davvero particolare a quanto sembra.
-Chi sei?- le chiede in Inglese.
-Je me
appelle l’Epéiste. La
Spadaccina.- è la risposta.
4.
Seduta nell’auto di servizio non
molto distante dal Mark Hopkins Hotel nel quartiere di Nob Hill a San
Francisco, il Tenente Sabrina Morrell borbotta:
-Questa
storia non mi piace per nulla.-
-Rilassati,
Bree.- replica il suo partner seduto al posto di guida -L’edificio è
circondato. Nulla può andare storto.-
-Quando
mi chiami Bree invece di Tenente, è segno che sei agitato, Harry. Non me la dai
a bere: anche a te non va giù che il vecchio si sia offerto volontario per fare
da esca per la donna pantera.-
-E
come pensavi di impedirglielo, Tenente?
Io e te eravamo ancora all’accademia di Polizia e lui era già una leggenda del
Dipartimento ed è stato anche uno dei Capi della Polizia più amati di questa
città.-
-Ma
ora non è più nemmeno un poliziotto, è solo il Presidente della Commissione di
Polizia .-
<<Ma
ho ancora la mia Sig Sauer P229 e ricordo benissimo come si usa, quindi,
ragazza,smettila di preoccuparti per questo vecchio.>>
La voce di Robert O’Hara risuona
forte e chiara negli auricolari di entrambi.
-Mi
scusi, Capo.- ribatte Sabrina imbarazzata -Non intendevo mancarle di rispetto,
è solo che…-
<<Che
non ti aspettavi di avere il microfono aperto, capita a volte.>>
Sabrina quasi s’immagina un sorrisetto sardonico sul volto del
vecchio O’Hara. Fa un lungo respiro poi chiede:
-Ci
sono novità?-
<<Non
ancora. Magari non è la sera giusta o magari siamo nel posto sbagliato e lei è
in cerca di preda altrove. In questo caso ce lo prenderemmo tutti in quel posto
con rispetto parlando.>>
-Non
potevamo sorvegliare tutti gli hotel ed i bar di San Francisco. Dovevamo
rischiare, purtroppo.-
<<E
forse ci è andata bene. È appena entrata una donna che potrebbe essere quella
giusta.-
Sabrina e Harry trattengono il
respiro.
Akihiro si sveglia e il primo volto
che vede è quello di Kyle Jinadu che sfoggia un sorriso di evidente sollievo.
-Sei
sveglio finalmente!- esclama il giovane canadese.-Come ti senti?-
-Mi
fa un po’ male la schiena.- risponde l’eurasiatico -Dove sono?-
-In
una stanza privata dell’Howard Stark Memorial Hospital. Eri in terapia
intensiva fino a poco fa ma sei migliorato molto rapidamente.-
-Che
accidenti è successo?-
-Non
lo ricordi? Ti hanno sparato alla schiena. Hai rischiato di morire.-
-Questo
è impossibile! Nessun comune proiettile avrebbe potuto…-
-E
infatti non era un comune proiettile.-
A parlare è stata una donna dai
lunghi capelli neri di evidenti origini latinoamericane che veste una camicetta
coi primi bottoni slacciati e un paio di Jeans. Alla cintura una fondina con
una pistola e un distintivo dorato. Al suo fianco un uomo dai capelli rossi
vestito casual.
-Sono
l’Agente Speciale del F.B.S.A. Angela Del Toro.- si presenta la giovane donna
poi indica il suo compagno -Lui è il Detective Quentin Chase della Polizia di
New York. Stiamo indagando sul suo ferimento, Mr. Akihiro.-
-Addirittura
due agenzie? Devo essere lusingato?- ribatte Akihiro in tono strafottente.
-Decida
lei. Il Dipartimento di Polizia ha chiesto la nostra consulenza dopo che sono
emerse alcune anomalie sul suo ferimento… e pure su di lei.-
-Anomalie?-
-La
pallottola che l’ha colpita, Mr. Akihiro, era rivestita di carbonadio.-
interviene il Detective Chase -Sa cos’è il carbonadio? È un metallo artificiale
affine all’adamantio sintetizzato dai Russi durante la Guerra Fredda. Ha il
difetto di essere tossico e pare che come effetto collaterale abbia quello di
sopprimere il fattore di guarigione posseduto da certi superumani. Se a questo
aggiungiamo che le sue radiografie hanno evidenziato che lei possiede due
artigli metallici per mano simili a quelli di Wolverine, arriviamo rapidamente
ad una conclusione e a due domande. La conclusione è: era lei il bersaglio del
cecchino. Le due domande sono: chi può volerla morto e qual è il suo legame con
l’X-Man canadese?-
Akihiro rimane silenzioso per un
po’, riflettendo poi dice:
-Alla
prima domanda non saprei rispondere: sono più vecchio di quel che sembro e mi
sono fatto un mucchio di nemici. Quanto alla seconda domanda, tanto vale
ammetterlo visto che lo scoprireste comunque: Wolverine è mio padre.-
C’ un attimo di silenzio rotto da
Angela Del Toro:
-Lo
avremmo scoperto dal DNA infatti, com’è accaduto con quella ragazzina di
qualche settimana fa.-[7]
-Cosa?-
esclama Akihiro.
-Allora
c’è qualcosa capace di sorprenderla, Mr. Akihiro. Non sapeva di avere una
sorella?-
-Potrei
averne più di una per quanto ne so. Io e mio padre non andiamo esattamente
molto d’accordo e non so quasi nulla della sua vita privata. Ora, se non vi
spiace, vorrei riposare. Mi hanno sparato, ricordate?-
-Per
ora ce ne andiamo ma torneremo.- ribatte Chase.
-Sarò
felice di rivedervi entrambi.- replica Akihiro con un sorrisetto insolente.
Appena i due tutori dell’ordine sono
usciti dalla stanza Kyle Jinadu si rivolge al suo amico:
-Perché
non gli hai detto della Yakuza?-
-I
miei affari sono abituato a sbrigarmeli da solo senza chiedere l’aiuto della
Legge. Presto Matsu’o Tsurayaba e Fuyumi Fujikawa riceveranno una mia visita e
regoleremo tutti i conti a modo mio.-
Nel dire queste parole, Akihiro
estrae i suoi artigli dai polsi.
Nel corridoio Angela Del Toro si
rivolge a Quentin Chase:
-Che
ne pensi del nostro amico?-
-Che
non ce la racconta giusta.- replica l’altro -Io credo che sappia benissimo chi
voleva farlo fuori e voglia sistemare la cosa a modo suo.-
-C’è
di più. Mentre eravamo lì dentro e ci guardava ho faticato a resistere
all’impulso di saltargli addosso. Voglio dire… è un bel ragazzo ma era qualcosa
di più di una normale attrazione sessuale. I miei ormoni stavano impazzendo e
sono certa che lui l’ha fatto apposta.-
-Credo
che tu abbia ragione. Mi stava capitando la stessa cosa ed io sono decisamente
etero.-
-Artigli,
fattore di guarigione, manipolazione delle emozioni. Il nostro Mr. Akihiro è
davvero una fonte di sorprese e se vuoi il mio parere, è molto pericoloso.
-Il
tipo che cercherei di tenere lontano da mia figlia.-
-Ma
che affascinerebbe un’adolescente come lei, lo sappiamo entrambi. C’è un’altra
cosa da dire del nostro amico; sai che indirizzo di riferimento ha dato
all’Immigrazione? Quello di Elektra Natchios.
-Una
nota killer a pagamento?- interessante.-
-Una
nota sospetta killer a pagamento, prego. Non esistono prove di questa sua
attività, ufficialmente è solo un’ereditiera greca che possiede una palestra di
arti marziali ed ha interessi nel balletto e nell’arte. Tuttavia…-
-Tu
non credi alle coincidenze ed io nemmeno. Dovremo tener d’occhio Mr. Akihiro.-
-Ci
puoi scommettere.-
5.
L’uomo è vecchio, molto vecchio a dire il vero. Aveva 28 anni
nel 1911, quando incontrò per la prima volta il suo acerrimo nemico: il
diabolico Fu Manchu detto il Dottore del Diavolo. Sembra incredibile che sia
passato più di un secolo, un tempo fatto di scontri in cui lui ed i suoi
alleati sempre hanno sventato le complicate trame del suo astuto avversario. Ma
per quanto ogni volta fosse sconfitto, gli era sempre sfuggito ed anche quando
sembrava essere morto era sempre tornato grazie anche alle incredibili
proprietà rigenerative del suo Elixir Vitae che gli aveva impedito di
invecchiare, come può sperare che non accada di nuovo?
Sir Denis Nayland Smith non si
illude: sa bene che la sua ultima ora è vicina. Proprio lo stesso Elixir Vitae
ne ha rallentato l’invecchiamento negli ultimi decenni ma il tempo che si è già
portato via tutti i suoi alleati originari ora sta per prendersi anche lui.
Se solo fosse certo che il suo
vecchio nemico stavolta è davvero morto potrebbe andarsene in pace, altri
continueranno il suo lavoro.
-Povero
Smith, credevi davvero di potermi sconfiggere, io che ho sconfitto anche la
morte?-
È lui, Fu Manchu, ai piedi del suo
letto, come può… è svanito come un sogno creato dal suo delirio. Il vecchio
sospira e reclina la testa sul cuscino.
In una suite di uno dei migliori
hotel di New York una donna bionda dal fisico
perfettamente scolpito da una vita sana e da regolari esercizi fisici guarda il
panorama da un’ampia vetrata.
Esther Camilla
Vandervoort, Presidente del Consiglio dei Direttori della Talon Corporation,
seconda come potere ed influenza, solo al fondatore e C.E.O.[8]
della società Alexander Julius Thran, ha lasciato l’assolata Los Angeles ed è
venuta nella Grande Mela per giocare una partita molto complessa, ma se la
vincerà otterrà la sola cosa per cui vale la pena combattere: ancora più
potere.
Sorride,
si infila la giacca de tailleur, prende la sua valigetta ed esce.
La ragazza che entra nel Top of the
Mark, il famoso bar panoramico del Mark Hopkins Hotel di San Francisco è
decisamente molto bella. Non molto alta ma dal fisico slanciato da modella,
ballerina o escort d’alto bordo come pensano in molti dei presenti. Come una
pantera, pensa Robert O’Hara.
Il suo corpo dalla pelle olivastra è fasciato da un abito nero
che le lascia le spalle nude ed ha ampi spacchi laterali, i lunghi capelli neri
le ricadono lungo la schiena. O’Hara è praticamente certo che si tratti della
donna che stanno cercando. Anche dopo tutti questi anni il suo istinto di
poliziotto non sta facendo cilecca.
-È
lei, ne sono certo.- sussurra al microfono.
<<Non…
non faccia nulla di avventato, capo.>> la voce di Sabrina Morrell non
nasconde la preoccupazione.
-Tipo
farmi mangiare dopo averci fatto sesso? Tranquilla ragazza non voglio lasciare
questa valle di lacrime ancora per un po’. Certo sul sesso potrei anche farci
un pensierino.-
<<Capo!>>
-Non
chiamarmi capo. Come hai sottolineato prima, non sono più il tuo capo da un
pezzo. Ora scusami ma la ragazza sta venendo da proprio verso di me ed io devo
fare la mia parte.-
O’Hara segue con lo sguardo la
ragazza mentre si avvicina al bancone poi ferma un cameriere.
-Offra
un drink a quella ragazza a nome mio, qualunque cosa voglia, e le chieda se
vuol venire al mio tavolo.- dice mentre una banconota cambia rapidamente di
mano.
Passano pochi minuti poi la ragazza
si muove e si avvicina al tavolo di O’Hara.
-Grazie
per il drink.- voce melodiosa con un piacevole accento sudamericano.
-È
stato un piacere. Siediti pure.- replica lui.
Lei si accomoda accavallando le
gambe e sorride dicendo
-Io
sono Nita e tu come ti chiami?-
-Bob.
Sei sudamericana, Nita?-
-Vengo
da un posto chiamato Tierra Verde, lo conosci?-
O’Hara non risponde. Le sta
guardando gli occhi. Le iridi non sono bianche ma dorate come quelle di un
giaguaro.
CONTINUA
NOTE DELL’AUTORE
A dire il vero, non c’è molto da
dire, quindi non perdiamo tempo.
1) Il Ducato di Lichtenbad è una delle più antiche tra le nazioni
fittizie della Marvel. Ha fatto la sua prima apparizione su Daredevil
Vol. 1° #9 datato agosto 1965 ed è modellata come un tipico staterello
germanico. Il suo Duca, Klaus Kruger, quando era ancora erede al trono aveva
studiato alla Columbia University, il che vuol dire che ha conosciuto oltre a
Matt Murdock, alias Devil, e Foggy Nelson anche Elektra e Larry Cranston ovvero
il terzo Mister Fear, Kruger era il classico dittatore megalomane con la fissa
del medioevo e come un cavaliere medievale amava vestirsi. Dopo la sua morte
c’è un nuovo Duca, che tipo sia lo scopriremo presto.
2) Il
Detective Quentin Chase è un personaggio creato da Don McGregor & George
Tuska su Luke Cage Power Man #28 datato dicembre 1975.
3) Il carbonadio è un elemento sintetico apparso per la prima volta
su X-Men Vol. 1° #4 datato gennaio 1992 ad opera di Jim Lee & John Byrne.
4) Yorkie Mitchell è un personaggio creato da Garth Ennis &
Steve Dillon su Punisher Vol. 4° #2 datato dicembre 2002 ed adattato per MIT
dal sottoscritto.
Nel prossimo episodio: il destino della donna pantera, Daken a
caccia dei suoi aspiranti assassini. In più: chi è il misterioso avversario di
Elektra e chi è la Spadaccina? Tornate qui per scoprirlo.
Carlo
[1] Nell’episodio #52 di questa serie.
[2] Lo avete letto nell’ultimo episodio.
[3] Crime Scene Unit.
[4] Joint Intelligence Committee, l’organismo del Governo di Sua Maestà che supervisiona le attività dei servizi di intelligence e sicurezza.
[5]Negli episodi #88/93.
[6] Come visto su Daredevil Vol. 1° #9 (Prima edizione italiana Devil, Corno, #9).
[7]X-23 su Gli Incredibili X-Men #33 e X-Men #40.
[8] Chief Executive Officer.