(CAVALIERI MARVEL)
N° 93
TSUNAMI
Di Carlo Monni
1.
Clive
Reston spalanca gli occhi dalla sorpresa: ha appena sentito qualcosa di
assolutamente inaspettato.
-Tu sei incinta?- esclama.
Fa
Lo Suee, la figlia di Fu Manchu, sorride ammiccante mentre si accarezza il
ventre ormai prominente.
-Direi che è abbastanza evidente.- risponde
-Complimenti Clive, stai per diventare padre, il migliore che avrei potuto
scegliere.-
-Come posso… come posso essere certo che…-
-Che sia tuo? Ti assicuro che è così e a
tempo debito potrai fare tutti i test che vorrai. È il frutto della notte di
passione che abbiamo passato insieme.[1]
Sono certa che non l’hai dimenticata: nessuno dimentica Fah Lo Suee.-
-E la sua modestia.- ribatte Clive
-Dovresti sentirti lusingato: non ho concesso
a molti miei amanti il privilegio di rendermi madre. Uno di questi è stato il
tuo mentore Sir Denis Nayland Smith, non te l’ha mai detto?-
Reston
non risponde, è troppo frastornato dalla notizia per pensare chiaramente. Alla
fine riesce a dire:
-Perché io?-
- Pura e semplice genetica. Tu discendi
contemporaneamente dal più leggendario agente segreto britannico e dal più
grande detective di tutti i tempi e chissà chi altro può esserci nel tuo albero
genealogico. Eri il più adatto a far perpetuare la mia stirpe.-
-Un onore di cui avrei fatto volentieri
a meno. Puoi anche essere bellissima ma
sei crudele e spietata come tuo padre.-
-Io sono migliore di mio padre e presto il
mondo lo saprà.-
-E come? Che intendi fare?-
-Dimostrerò il mio potere distruggendo il
Giappone.-
E
Reston sa che fa davvero sul serio.
A
mezzo mondo di distanza, in un lussuoso attico di Central Park West a New York,
due donne e un uomo hanno appena finito di guardare la TV, dove hanno appena
trasmesso un servizio sull’attentato alla Fisk Tower[2] ed
è Elektra Natchios è la prima a commentare:
-Non posso credere che qualcuno abbia osato
tanto!-
-Nemmeno io.- aggiunge Nina McCabe.
-Ma cos’ha di tanto speciale quell’edificio?
A me pare un grattacielo come tanti.-
A
parlare è stato un giovanotto coi capelli tagliati alla moicana. Dai suoi
lineamenti si capisce che ha ascendenze giapponesi. Il suo nome è Akihiro e se
usasse un cognome, sarebbe probabilmente Logan come il suo celebre padre meglio
conosciuto come Wolverine.
Come
lui è un mutante dai poteri ferini e come lui ha un nome in codice. Si fa
chiamare Daken, che in Giapponese vuol dire bastardo, un riferimento al suo
essere un mezzosangue e non solo a quello.
-Tu non vivi a New York e non puoi capire,
Daken.- replica Elektra -In quel grattacielo viveva Wilson Fisk, Kingpin, e da
lì amministrava gli affari criminali di questa città. Ho lavorato per lui anni
fa. Ora è chissà dove, inserito nel Programma Protezione Testimoni, ma dicono
che suo figlio Richard ne abbia preso il posto, anche se nessuno è in grado di
provarlo. Se era nell’edificio...-
Elektra lascia in
sospeso la frase e prende il telefono premendo un tasto di chiamata rapida:
-Morissey, sono Elektra. Che sai dirmi
dell’attentato alla Fisk Tower?-
<<Non dovrei dirti niente, lo
sai.>> risponde il Detective Michael Morissey <<Io sono un
investigatore della Procura Distrettuale di Manhattan e tu sei sospettata di
essere una killer internazionale a pagamento.>>
-Ma tu mi dirai lo stesso qualcosa, non è
vero?-
<<Ti dirò che alla Fisk Tower era in
corso una riunione dei maggiori capi criminali della città e quasi tutti sono
rimasti uccisi. C’erano italiani, cinesi russi, latinos e perfino giapponesi,
un pezzo grosso della Yakuza.>> Elektra
si fa subito più attenta.
-Yakuza? Chi c’era?-
<< Fammi vedere… ecco qui: l’unico
giapponese morto è un certo Hiroshi Tobayashi. A quanto pare è
entrato nel paese al seguito di un certo Tsurabaya.>>
-Tsurayaba.- lo
corregge Elektra con voce improvvisamente dura -Un’ultima cosa, Morissey: sai
dove alloggia Tsurayaba? Ho
bisogno di saperlo. È molto importante per me. Scoprilo per me, Morissey e te ne sarò
davvero molto grata, mi hai capito?-
<<Uhm sì… credo. Beh, è
stato più facile del previsto. Il tuo amico non si nasconde: ha affittato un
intero piano del Peninsula.>>
-Bene. Ti ringrazio
Morissey. Ci vedremo presto.-
Appena finita la telefonata Nina
chiede ad Elektra:
-Chi è questo Tsurayaba e perché ti turba
tanto?-
-È il bastardo che ha ucciso mia figlia.-[3]
risponde l’altra.
-Tua….?- esclama Nina sorpresa.
-Storia lunga.- ribatte ancora Elektra -Ora
devo andare. Voglio fargli una visitina e chiudere vecchi conti una volta per
tutte.-
-Ed io verrò con te.- interviene Daken -Ho
anch’io un conto da regolare con Matsu’o.-
Elektra
non replica. Meglio che Daken venga con lei, lo terrà più facilmente sotto
controllo.
La
Repubblica Cooperativa della Guyana, un tempo nota come Guyana Britannica, è un
piccolo Stato che guarda sulle coste dell'Oceano Atlantico. Sotto molti punti
di vista è assolutamente insignificante ma attualmente si trova al centro di
una complessa partita tra varie parti interessate al contenuto di una certa
valigetta.
Una
delle parti in causa è il cartello criminale guidato dal misterioso boss
chiamato Tarantula Nera. Le leggende dicono che sia immortale e che guidi la
sua setta da oltre 800 anni. La verità è meno affascinante, forse: il potere ed
il ruolo vengono tramandati di generazione in generazione ed ognuno dei
prescelti eredita anche tutte le conoscenze dei suoi predecessori. Questo fa sì
che in un certo modo la leggenda sia reale.
Non
che questo importi molto all'uomo che ora si trova davanti all'attuale
Tarantula Nera sul ponte del suo yacht ancorato al largo.
-Non mi piacciono gli intrusi e non mi
piacciono i ficcanaso e tu mi sembri entrambi hombre.- dice l'uomo
mascherato avanzando minaccioso verso l'uomo in muta da sub.
Rick
Mason, meglio noto negli ambienti dello spionaggio internazionale come
l'Agente, scatta evitando un pugno che avrebbe potuto staccargli la testa.
Dall'orologio al suo polso sinistro parte una scarica elettrica.
Tarantula
Nera barcolla ma si riprende quasi immediatamente.
-Questo doveva farmi male?- chiede
sarcastico.
Mason
comincia a credere di essere davvero nei guai.
2.
L’hotel Peninsula è uno dei più lussuosi di New York e si trova
all’angolo tra la Quinta Avenue e la 55° Strada, è alto 23 piani ed ha 241
stanze e 55 suite, una delle quali è l’obiettivo delle due persone in costume
che lo stanno osservando celati tra le ombre di un palazzo adiacente, ovvero
Elektra e Daken.
-Quel bastardo di Matsu’o deve essere nella
suite a giudicare dalle tante guardie sul terrazzo.- commenta il figlio di
Wolverine.
-O è quello che vuol farci credere.- ribatte
Elektra -Solo ieri hanno tentato di ucciderlo a Chinatown[4]
e lui non è il tipo di restare fermo a fare da bersaglio.-
-E allora che vorresti fare ?-
-Tu che faresti?-
-Entrerei là dentro e li farei fuori tutti. Se
ci fosse anche Matsu’o tanto meglio, altrimenti gli darei la caccia e lui
intanto avrebbe meno gente a proteggerlo.-
Elektra
abbozza un sorriso e replica:
-Somigli a tuo padre più di quanto ti
piacerebbe ammettere.-
-Lo prenderò come un complimento.-
-Faremo a modo tuo ma ricorda: Matsu’o è mio.-
-Solo se gli arriverai a tiro prima di me.-
Daken
spicca un balzo. I muscoli delle gambe di un uomo normale non avrebbero potuto
superare la distanza tra i due edifici ma lui è tutt’altro che normale. Il suo
slancio lo porta direttamente sulla terrazza della suite cogliendo di sorpresa
le guardie, seppur solo per un attimo, perché subito dopo gli sparano quasi
all’unisono.
Colpito
ripetutamente il figlio di Wolverine viene sbattuto a terra. Gli sgherri di
Matsu’o sorridono soddisfatti poi vedono il loro avversario muoversi.
Daken
fa un sorriso cattivo e dice:
-Ci avete provato e vi è andata male.-
Poi
balza loro addosso.
Da
qualche parte, in una piccola isola del Mar del Giappone, una donna giapponese
dal fisico atletico, capelli corti e sguardo attento, vestita con una tuta
aderente di colore scuro si guarda intorno con aria circospetta.
Il
solo nome che usa è Yukio ed è quella che in Giappone chiamano kunoichi, una
donna ninja, ma lei preferisce considerarsi una ronin, una samurai senza
padrone, pronta a mettersi di volta in volta al servizio del miglior offerente,
che in questo caso particolare è il servizio segreto giapponese. Il suo
incarico è trovare il covo segreto della donna nota come Artiglio di Giada
prima che metta in atto la sua minaccia contro l’Impero del Sol Levante.
-So perché sei qui.-
La voce alle sue spalle
la coglie di sorpresa e non è facile riuscire a farlo. Si volta di scatto e
vede davanti a sé un uomo chiaramente cinese a petto nudo su cui spicca un
tatuaggio che raffigura un gatto nero.
-Bene, bene. Se non sbaglio sei nientemeno che
il famoso Gatto.-
-Sappiamo bene entrambi chi è l’altro.-
ribatte Shen Kuei -Non andrai oltre Yukio.-
-Questo è da vedersi. Mi hanno parlato di te e
mi sorprende vederti al fianco dell’Artiglio di Giada.-
-Devo ripagare un debito d’onore.-
-Che onore può esserci nell’assecondare una
pazza? Se devo combatterti per arrivare a lei, lo farò, è in gioco la
sopravvivenza del mio paese.-
Yukio
salta verso il suo avversario sferrandogli un calcio che però lui evita
facilmente. Comincia un balletto di colpi e controcolpi che va avanti senza che
nessuno dei due contendenti riesca davvero a prevalere finché il Gatto non
riesce a penetrare la guardia della sua avversaria e la sbatte a terra.
-Avanti!- dice Yukio -Finisci il tuo lavoro.-
-Non desidero ucciderti.- ribatte Shen Kuei.
-Importa poco comunque. Tra poco saremo tutti
morti grazie alla tua amica e per tutti intendo l’intera popolazione del
Giappone.-
L’espressione
sul volto del Gatto è decisamente eloquente.
-Che intendi dire, spiegati.-
-Davvero non lo sai? Beh, allora ti conviene
ascoltarmi attentamente perché è una bella storia.-
La Justice Inc. è una società fondata
dall’afroamericana Angela Cleaver, un ex agente operativa dei servizi segreti,
che fornisce i servizi di agenti superumani o equiparati a chi ne ha bisogno in
cambio di un adeguato, e spesso elevato, compenso. Tutto nell’ambito della
legalità… più o meno.
Ultimamente
Angela ha ristrutturato la società affidandone la direzione operativa al
mercenario hi tech conosciuto solo come Paladin che poi ha arruolato 4 squadre
composte quasi esclusivamente di cosiddetti supercriminali per missioni ad alto
rischio fuori dai confini degli Stati Uniti.
Una
di queste squadre, guidata dalla donna che si fa chiamare Shock e che è la
figlia del supercriminale noto come Mister Fear, sta rientrando negli Stati
Uniti in un piccolo aeroporto privato fuori Los Angeles ufficialmente intestato
a una società con sede nel paradiso fiscale di Isla Suerte la cui effettiva
proprietà è praticamente irrintracciabile.
-Ah, finalmente a casa!- esclama la misteriosa
Skein.
-Sei di Los Angeles, giusto?- le chiede Shock,
tornata in forma umana.
L’altra,
lunghi capelli neri, costume attillato che le lascia scoperte ampie porzioni di
pelle nuda, fa un sorrisetto ammiccante e replica:
-Io non l’ho mai detto, tesoro.-
-Giusto. È che tu mi ricordi qualcuno di cui
ho sentito parlare. Certo, potrei sbagliarmi.-
-E chi lo sa? Magari conosco la tizia di cui
parli o magari no. Credo di aver diritto ai miei segreti.-
-Come tutti, mi pare giusto.-
-Ottimo. Ora scusami ma voglio godermi il
compenso che mi sono guadagnata con quel lavoretto in Europa.-[5]
Skein
prende sottobraccio Thundra dicendo:
-Vuoi farmi compagnia? Io ti mostrerò Los
Angeles e tu mi parlerai di quel mondo futuro da cui vieni in cui le donne
hanno uno Stato tutto loro senza uomini in giro.-
3.
Leiko
Wu sente che le manette che le serrano i polsi si stanno aprendo. I trucchi che
ha appreso anni fa da un artista della fuga che era consulente del MI6 hanno
funzionato.
-Spiegaci come intendi distruggere il
Giappone.- chiede alla donna che ha catturato lei e l’agente del servizio
segreto giapponese Mimy Oshima,
l’Artiglio
di Giada sorride mentre replica:
-La tradizionale spiegazione del cattivo che
dovrebbe dare all’eroina il tempo di liberarsi e mandare in fumo i suoi piani?
Perché no? In fondo apprezzo le vecchie tradizioni. Userò un macchinario creato
da Fu Manchu che creerà un maremoto di vaste proporzioni che a sua volta
genererà una gigantesca onda anomala che sommergerà l’intero arcipelago
giapponese, una giusta vendetta per il loro tentativo di asservire la Cina.-
-Tu non puoi parlare sul serio, non puoi farlo!-
esclama Mimy Oshima.
La
donna conosciuta anche come Suwan sorride ancora e ribatte:
-Mia cara, l'ho appena fatto.
Molto
tempo fa, quando l’America era un continente ancora in buona parte inesplorato,
gli antenati di Esther Camilla Vandervoort erano tra i maggiori proprietari
terrieri della colonia dei Nuovi Paesi Bassi.[6]
Forse un Vandervoort era addirittura nella delegazione che comprò l’isola di
Manhattan dai Lenape per l’equivalente di 1.050 dollari odierni.
Quelli
sono tempi ormai passati come il patrimonio terriero dei Vandervoort e bisogna
dire che Esther non ha mai perso tempo a rimpiangerli.
Chi
dovesse vederla, a poco più di trent’anni, il fisico
perfettamente scolpito da una vita sana e da regolari esercizi fisici che non è
affatto mortificato dal completo di taglio mascolino che indossa, difficilmente
crederebbe che è una manager decisamente capace e spietata. I più penserebbero
che sia una top model, la stessa ingannevole idea che si farebbero della
giovane donna che sfoggia un caschetto impeccabile di capelli biondi e indossa
un tailleur grigio dalla gonna molto corta, occhiali da sole Ray-Ban eleganti ma severi, scarpe di
marca con tacco 12 e che l’accoglie in un elegante ufficio di Manhattan di una
delle Solomon Towers.
-Com’è andata?- le
chiede.
-Esattamente come
doveva andare, mia cara Kir.- replica Esther con un sorriso -Abbiamo un nuovo
gioiello per la nostra corona, possiamo dire.-
-A… Mr. Thran ne
sarà molto contento.- commenta Kirsten Palmer, assistente personale di
Alexander Julius Thran, il potente capo della Talon Corporation, multinazionale
con interessi in tutto il mondo.
-E a noi piace che
sia contento, non è vero?- ribatte Esther con evidente sarcasmo -Alex è un uomo
molto… determinato ma io e te sappiamo che senza il nostro apporto molti dei
suoi obiettivi sarebbero irraggiungibili.-
-Se lo dice lei ,
Miss Vandervoort.-
-Per l’amor del
Cielo, Kir, non è necessario essere così formali quando siamo sole.-
-Lei è uno dei miei capi, Miss Vandervoort, e
non sarebbe appropriato da parte mia prendermi troppe confidenze.-
Esther
ride divertita.
-Sei davvero impagabile, Kir.- dice versando
un dito di Whisky di marca in due bicchieri per poi porgerne uno all’altra
ragazza -Festeggiamo insieme la conclusione dell’affare. A proposito di
conclusioni, ho saputo che le operazioni in Africa, Asia ed Europa sono andate
a buon fine. Notizie dal Sud America?-
-Ancora nulla.- risponde Kirsten -Se ci
fossero, sarei la prima a saperlo.-
-Anche prima di Alex, ci scommetto. Lui ha
assoluta fiducia in te, non è forse vero?-
Kirsten
sorride a sua volta e replica:
-Gli ho dimostrato in più occasioni di
meritarla.-
-Ben detto. Ma parliamo di cose più piacevoli.
Ho organizzato una piccola cena di festeggiamento al Club Infernale stasera e
devi esserci anche tu. Non accetto un no come risposta.-
-Vedrò di trovare qualcosa di adeguato
all’occasione. Ci sarà anche la sua amica avvocatessa?-
Esther
ride ancora e ribatte:
-Sei proprio un diavoletto Kir. Sì. Jeri
Hogarth sarà dei nostri. Problemi?-
-Assolutamente nessuno.- replica l’altra,
tranquilla.
La
maschera di impassibilità di Clive Reston si incrina paurosamente mentre dice:
-Tu sei pazza, lo sai?-
Fah
Lo Suee ride e poi replica:
-Non è quello che dicono di tutte le grandi
menti forse?-
-E tu pensi di esserlo? Di certo sei
megalomane come tuo padre.-
-Dici? Forse hai ragione. Il piano che sto
seguendo è suo dopotutto. Peccato che non sia qui a vedere sua figlia
realizzarlo. Lui mi ha spesso sottovalutata solo perché sono una donna. Che
direbbe ora?-
-Perché il Giappone?-
-E perché no? È una nazione che ha cercato
spesso di umiliare sia quella di mio padre, che la Russia dove nacque mia
madre... è giusto che sia la prima a provare il potere di cui dispongo.-
-Sei così banale.-
-Vuoi provocarmi? Non servirà. Non ho
intenzione di far del male al padre di mio figlio… almeno per ora.-
-Non ti facevo così sentimentale.-
-Non mi conosci abbastanza, ma potresti, se
accettassi di unirti a me e regnare sul mondo come mio consorte.-
-Preferirei accoppiarmi con una vedova nera… e
intendo il ragno.-
Le
labbra della figlia di Fu Manchu tremano visibilmente poi vibra un sonoro
ceffone a Reston che si limita a sorridere.
-Ti pentirai delle tue parole. Ti assicuro che
morirai tra mille tormenti.- dice.
-L’inferno non ha una furia paragonabile a
quella di una donna rifiutata. Pare sia vero.- ribatte Clive con un sorrisetto
insolente.
-Lo vedrai, Clive Reston, lo vedrai.-
4.
-Stai mentendo!- grida Mimy Oshima
rabbiosamente -Non puoi averlo fatto!-
L’Artiglio
di Giada sorride serafica e replica :
Non dirmi che credevi davvero che avrei
aspettato che voi due vi risvegliaste per mettere in atto il mio piano, non
sono così stupida. Guarda!-
Su
uno schermo gigante scorrono delle immagini, immagini di gente tranquilla intenta
alle occupazioni di tutti i giorni.
-Ma che…?- esclama, sconcertata, Suwan.
-Qualcosa è andato storto, direi.- ribatte
Leiko Wu in tono sarcastico.
Un
attimo dopo è in piedi, libera dai suoi legami. Con un calcio atterra una delle
guardie e si impadronisce della sua arma per poi sparare sugli altri.
-Liberami:- le chiede Mimy.
Leiko
ci mette pochi secondi ad accontentarla e la giovane nippocoreana agisce
immediatamente impadronendosi a sua volta di un’arma e cominciando a sparare.
-Ma che è successo?- chiede.
-Non ne ho la più pallida idea...-risponde
Leiko -… ma posso immaginare che uno dei nostri amici sia intervenuto in
qualche modo, per fortuna.-
-Ma chi? E dove sono ora?-
Bella
domanda, pensa Leiko continuando a sparare.
La
prima cosa che pensa Elektra quando balza con la grazia di una ballerina sulla
terrazza panoramica è: sangue, c’è sangue dappertutto. Daken non si è
risparmiato, è davvero più simile a suo padre di quanto vorrebbe ammettere.
Elektra
entra nella suite e lo trova in piedi, con gli artigli ancora sguainati. Le
volge ancora la schiena mentre dice:
-Non è qui. C’è ancora il suo odore, ma lui è
andato via.-
-Maledizione.- commenta Elektra -Speravo
davvero di averlo a portata della mia katana.-
-Non siamo soli, però.- aggiunge Daken mentre
si volta lentamente -Odore di donna e di metallo e di qualcos’altro ancora.-
-Allude a me.-
La
voce appartiene ad una donna giapponese vestita di rosso, le sue unghie sono
lunghi ed affilati artigli. Ha parlato nella sua lingua
-Lady Deathstrike!- esclama Elektra nello
stesso idioma -Avevo sentito dire che eri morta.-[7]
-Lo hanno detto anche di te ma siamo qui
entrambe.- replica Yuriko Oyama.
-La Mano ti ha resuscitato come sua schiava ed
ora sei al servizio di Matsu’o.- capisce la ninja greca.
-Mi è stato ordinato di uccidere chiunque
fosse entrato qui dentro senza invito e lo farò.-
-Quante chiacchiere!- sbotta Daken.
Balza
addosso a Lady Deathstrike ed i suoi artigli ne squarciano l’abito senza però
riuscire a ferirla. Lei lo afferra al collo ed estende il suo braccio molto più
di uno normale e lo tiene sollevato senza sforzo.
-Tu sei figlio di Wolverine, non è vero?- gli
dice -Prima ucciderò te e poi ucciderò lui con i tuoi artigli.-
-Vuoi dire che ci proverai.- ribatte Akihiro.
Cala
gli artigli tranciando di netto la mano che lo stringe. Non più sostenuto
piomba al suolo e mentre si rialza vede la mano volare letteralmente verso
Deathstrike e saldarsi nuovamente al suo polso.
-Bel trucchetto, lo riconosco.- dice tornando
all’attacco.
Elektra
è stata a guardare finora ma adesso agisce: spicca un salto, oltrepassa Daken,
fa una doppia capriola e arriva alle spalle della sua avversaria. La sua katana
compie un arco verso il collo della Giapponese ma è bloccata da una sua mano
artigliata.
-Pensavi davvero di potermi uccidere?- le
chiede -Userò la tua stessa arma per squartarti.-
-Ci sono già passata e non mi è piaciuto.-
ribatte Elektra.
Colpisce
Yuriko con uno dei suoi sai e la spinge indietro. Prima che possa fare altre
mosse Lady Deathstrike si ritrova con due artigli metallici che spuntano dal
suo petto dopo essere entrati dalla schiena.
Sorpresa!- le dice Daken sorridendo.
John
Garrett rientra nella suite dove alloggia a Los Angeles e non appena la porta
si è chiusa alle sue spalle sente qualcosa di freddo contro la nuca.
-La tua testa dovrebbe essere l’unica cosa di
carne che ti è rimasta, Garrett.- gli dice una voce di donna dal tono irridente
-Scommetto che potrei ridurti in poltiglia il cervello con un solo proiettile.
Non che molti noterebbero la differenza.-
-Chastity McBryde!- esclama Garrett -Che ci
fai qui? Ti pensavo in qualche spiaggia di Tahiti a divertirti con quel figlio
di buona donna di Grant Ward.-[8]
-Troppo divertimento non fa per me, dovresti
saperlo, Garrett.- ribatte la donna dai vaporosi capelli biondi ed orecchini a
forma di croce -Quanto a Ward… aveva altri progetti che non includevano me.-
-Che peccato. Avevo grandi speranze per quel
ragazzo. Sai che fui io a raccomandarlo per l’Accademia dello S.H.I.E.L.D.? Chi
avrebbe mai pensato che sarebbe diventato una talpa dell’Hydra? Non conosci mai
davvero una persona.-
Chastity
McBryde abbassa la pistola. C’è un evidente punta di delusione nella voce di
Garrett.
-Mr. Howard pensava che poteva farti comodo un
po’ d’aiuto ed ha mandato me.- gli dice cambiando discorso.
-Mr. Howard pensa troppo.- ribatte Garrett
sogghignando -Ma paga bene e tanto basta. In ogni caso preferisco di gran lunga
collaborare con una sventola come te che con chiunque altro.-
-Sei disgustoso Garrett.-
-Grazie. Sei di nuovo infiltrata nella
sicurezza di Rex Carpenter anche se ora non ha più ambizioni presidenziali?-
-Mi ha assunto di nuovo stamani. Sono la sua
guardia del corpo personale.-
-Ottimo. Stagli attaccata come una pulce ad un
cane ma sta attenta a sua sorella Astrella, è lei il vero cervello
dell’operazione ed ho la sensazione che non gradisca troppo le donne che
girano intorno al fratello.-
-Cosa stai insinuando?-
-Nulla. Sono solo un vecchio investigatore
sospettoso, ma in fondo è grazie alla mia natura sospettosa che sono
sopravvissuto sino ad ora.-
-Credevo che fosse grazie a tutte le
operazioni che, un pezzo alla volta, hanno rimpiazzato il 90% del tuo corpo con
parti artificiali.-
-Anche quello. Tieni d’occhio Astrella, dammi
retta.-
-Lo farò.-
Garrett
si limita ad annuire.
5.
Clive Reston è legato saldamente mani e piedi con le gambe divaricate
ad un tavolo. Fah Lo Suee gli si avvicina e si china su di lui dicendo:
-Mi hanno raccontato che hanno usato questo
trucco con tuo padre una volta. Lui è stato fortunato ma io dubito che tu lo
sarai.-
La
figlia di Fu Manchu si rialza di scatto e preme un pulsante. Un raggio laser si
sprigiona da un vicino bocchettone e comincia a tagliare il tavolo su cui è
sdraiato Reston avvicinandosi sempre più a lui.-
-La prima cosa che perderai saranno quelli che
voi anglosassoni chiamate eufemisticamente gioielli di famiglia.- gli dice
ancora Fah Lo Suee -Ma non preoccuparti: il calore cauterizzerà immediatamente
le ferite… giusto un attimo prima di iniziare a tagliarti a metà.-
-Credevo ti piacessero i miei gioielli di
famiglia.- ribatte, spavaldo, Clive.
-Non sei così unico come credi.- ribatte la
figlia di Fu Manchu.
Clive
guarda con raccapriccio il laser avvicinarsi e sa che a meno di un miracolo
stavolta per lui è la fine. E il miracolo avviene: il laser si spegne di colpo.
-Ma che succede?- esclama Fah Lo Suee
sorpresa.
Un
uomo esce dall’ombra: alto, capelli neri con le tempie grigi, indossa una tuta
di pelle. i suoi lineamenti lo identificano come parte giapponese e parte
europeo. Nella mano destra stringe una pistola.
-Tu!- esclama ancora la figlia di Fu Manchu
-Io so chi sei!-
-Sono l’uomo di cui ti eri dimenticata ed è
stato il tuo errore fatale.- afferma l’altro, il cui nome è James Taro Suzuki,
agente del servizio segreto giapponese.
-Cosa credi di poter fare da solo contro i
miei adepti?-
-E chi ha detto che sono solo?-
Dall’ombra escono altre
due figure: Yukio e il Gatto.
-Capisco.- borbotta Fa Lo Suee.
-Tu mi hai ingannato, donna.- interviene Shen
Kuei -Ora so la verità: volevi coinvolgere me e la Cina in un genocidio, ma hai
fallito.-
-Abbiamo sabotato le tue macchine.- spiega
Suzuki -La tua onda tsunami non ci sarà mai.-
-Allora dovrò accontentarmi della vostra
morte.- replica Fa Lo Suee -Uccideteli tutti!-
Un
attimo dopo si scatena il caos.
Yuriko
cade pesantemente in avanti. Per un attimo rimane inginocchiata poi piomba sul
pavimento. Elektra si avvicina a Daken ma prima che possa dirgli qualcosa, Lady
Deathstrike comincia a rialzarsi.
-Ma cosa ci vuole per ucciderla?- esclama la
ninja greca
-Più di quanto abbiate entrambi.- replica la
cyborg giapponese.
Balza
ancora su di loro ma Elektra si è gettata a terra. Le sue gambe unite
intercettano lo slancio della sua avversaria e la proiettano contro una
finestra. Lady Deathstrike la sfonda e piomba nel vuoto sottostante.
-Una caduta di 23 piani dovrebbe poterla
sistemare.- dice Elektra.
-Ci credi davvero?- replica Daken.
Lei
scuote il capo e ribatte:
-Mi basterebbe che lo facesse almeno per un po’.-
In
lontananza si sente il suono di sirene. Qualcuno dell’hotel deve aver chiamata
la Polizia, pensa Elektra.
-Non ci conviene farci trovare qui.- dice.
-Non ho paura di loro.- ribatte Daken.
-La paura non c’entra, è una questione di buon
senso. Ne hai?-
Daken
sogghigna.
-Tu che ne dici?- replica.
Pochi
minuti dopo una squadra SWAT[9]
del Dipartimento di Polizia fa irruzione nella suite ma a parte alcuni cadaveri
sul pavimento del salone e sulla terrazza, non c’è più nessuno.
Il
mio nome è Shang Chi e mio padre era uno degli uomini più temibili che il Mondo
abbia mai conosciuto. Da quando ho appreso la verità su di lui mi sono opposto
ai suoi piani di follia e morte ed ora che mia sorella Fah Lo Suee ne ha preso
il posto anche lei è diventata mia avversaria.
La ronin Yukio mi libera
dai legami che mi trattenevano.
-Grazie.- le dico.
-È stato un piacere, bello.- replica lei
sorridendo -Non mi piacciono gli uomini legati se non sono stata io a
legarli. Ora diamoci da fare.-
Si
getta nella battaglia con incoscienza ed io non posso che seguirla. Gli sgherri
di mia sorella non sono alla nostra altezza e dalla sua faccia vedo che se ne
rende conto anche lei. Quando da un corridoio vicino spunta, correndo, Artiglio
di Giada, capisce che i suoi piani sono falliti.
Il nostro fratellastro Ombra Mobile si frappone tra
noi.
-Ora, fratello...- mi dice -… ti
dimostrerò che sono io il migliore.-
-No!- interviene Fah Lo Suee -Non c’è
più motivo di combattere ormai.-
Alle
sue spalle sono arrivate anche Leiko e Mimy Oshima.
-Siamo circondati, pare.- aggiunge.
Clive Reston le si
avvicina e dice:
-Hai ragione, bella, quindi, tanto per
cambiare, arrenditi pacificamente.-
-O altrimenti che farai, Clive: mi sparerai
uccidendo anche il nostro figlio non ancora nato?- replica lei sorridendo e
sfiorandosi il pancione prominente.
-Io… io….-
L’imbarazzo di Reston è
evidente. Capisco il suo dilemma in questa situazione inaspettata. Fah Lo Suee
sorride ancora. Serra i pugni ed improvvisamente la pedana su cui lei, Suwan e
Ombra Mobile si trovano comincia a scendere.
Black Jack Tarr sta per
spararle ma Reston lo blocca dando al
trio il tempo di sparire nel sottosuolo.
-Stai diventando troppo tenero, Reston.-
brontola Tarr.
-Non sfuggiranno ai miei agenti che circondano
la zona.- afferma Suzuki.
-Lo faranno Jimmy, credimi: lo faranno.- replica
Reston con un accenno di sorriso.
Ovviamente ha ragione.
EPILOGO UNO
Elektra
si sta facendo una doccia per lavar via il sangue dello scontro e mentre
l'acqua le scorre addosso cerca di scacciare i cattivi pensieri, i ricordi di
una figlia a cui ha rinunciato e che non ha potuto conoscere. Anche con Nina ha
fallito: è sopravvissuta solo per diventare come lei ed ora deve accettarlo.
Farle da sensei è ormai l'unica scelta possibile.
Improvvisamente
la porta della doccia si apre. è Daken col suo abituale sorrisetto insolente in
faccia.
-Ho avuto la stessa idea.- dice -Posso farti
compagnia?-
Elektra
esita solo un istante poi lo lascia entrare.
EPILOGO DUE
Matsu'o Tsurayaba porge una tazza di sakè alla sua compagna Fuyumi Fujikawa e dice:
-Elektra e Daken non immaginavano che avessi
messo in conto un raid contro il mio albergo ed avessi preso una dimora
altrove. La loro alleanza mi ha sorpreso, lo ammetto, e se entrerà in campo
anche Wolverine le cose si faranno interessanti.
-Che intenzioni hai adesso?- gli chiede la
ragazza.
-Portare avanti i nostri progetti e magari
ottenere vendetta. Tutto a suo tempo, però, tutto a suo tempo.-
Matsu'o
si avvicina ad una specie di cassa dal coperchio trasparente. All'interno,
priva di sensi, c'è Lady Deathstrike.
-Tutto a suo tempo.- ripete.
CONTINUA
NOTE DELL'AUTORE
In
realtà poco o nulla da dire:
1)
Grant
Ward è un personaggio creato da Joss Whedon. Jed Whedon e Maurissa Tancharoen per la serie TV Agents of S.H.I.E.L.D. nel 2013. È
stata introdotto nell’Universo MIT dal sottoscritto su Lethal Honey #20 e la
sua storia è un po’ diversa, ma neanche tanto in fondo, rispetto alla sua
controparte televisiva, ma ne saprete di più molto presto.
2)
Chastity McBryde è un personaggio creato da Frank
Miller & Bill Sienkiewicz su Elektra Assassin #5 datato dicembre 1986.
Agente dello S.H.I.E.L.D. fu coinvolta nel tentativo della Bestia del Caos di
scatenare una guerra mondiale prendendo il controllo del candidato
presidenziale Ken Wind. Il suo fato era rimasto incerto visto che il finale di
Elektra Assassin fu rivelato essere un sogno di John Garrett.
Nel prossimo episodio: nuovi scenari e nuovi, almeno in parte, protagonisti. Misteriosi omicidi apparentemente commessi da un felino terrorizzano San Francisco, ad Harlem un nuovo assistente sociale trova una situazione difficile. In Wakanda dopo il rifiuto di T'Challa di tornare sul trono si apre il torneo per scegliere la nuova Pantera Nera. A chi andrà l'onore? Scopritelo qui.
Carlo
[1]Nell’episodio #61.
[2]Avvenuto in Occhio di Falco #24.
[3]O così crede lei. In ogni caso è avvenuto nell’episodio #75.
[4] Su Devil #89.
[5] Negli ultimi episodi.
[6] Grosso modo corrispondente agli odierni Stati di New York e New Jersey e parte di Connecticut e Delaware.
[7] Uccisa da Sabretooth su X-Men #42.
[8]Come visto nel finale di Lethal Honey.#22
[9]Special Weapons and Tactics.