(CAVALIERI MARVEL)
N° 88
MAL D’AFRICA
Di Carlo Monni
1.
Odiate quando
qualcosa interrompe una festa a cui siete stati invitati? Allora, se foste
stati tra i presenti al ricevimento che Akua Kirabo, Presidente dello Stato
africano del Dabar, ha dato in onore di Joshua N’Dingi, Presidente del vicino
Mbangawi e della Principessa Zanda di Narobia, ora sareste davvero molto seccati,
anche se, visto chi sono i disturbatori, probabilmente ve ne stareste zitti.
I
Campioni dello Zilnawa sono una via di mezzo tra un supergruppo nazionale ed
uno al servizio di un ente privato. Per quanto si siano assunti il compito di
proteggere la piccola nazione africana dai pericoli esterni, sono pur sempre
sponsorizzati dalla Thran Corporation, una multinazionale americana.
Alexander
Thran ha realizzato il sogno della vita di molti: si è creato il suo Stato
tecnocratico personale. Oh certo: ci sono libere elezioni sia per il Presidente
che per il Parlamento, ma, guarda caso, alle ultime elezioni presidenziali
c’era un unico candidato ed era un ex dirigente della Thran, che, d’altra
parte, provvede anche alla maggioranza dei fondi che sostengono l’attività
governativa. In altre parole, possiede lo Zilnawa. E se pure non è del tutto
vero che, come dicono i maligni, il principale compito del Presidente dello
Zilnawa consiste nell’eseguire gli ordini di Alexander Thran, è comprensibile
che il rapimento del suddetto presidente abbia, diciamo così, alterato
quest’ultimo. Se a questo aggiungiamo che, quasi contemporaneamente i Campioni
sono spariti proprio mentre erano ospiti alla cerimonia d’insediamento di Akua
Kirabo come Presidente del Dabar dopo la rivoluzione che era stata vittoriosa,
anche, se non soprattutto, grazie al loro intervento,[1] si
capisce, perché Alexander Thran abbia ingaggiato un team della rinata Justice
Inc. per ritrovarli.
L’avventuriero
noto come Paladin ha radunato una squadra di mercenari composta da gente che
potremmo definire di dubbia reputazione come Midnight Sun, Malizia, l’Uomo
Scimmia, Whiplash e Blacklash.
Infiltratosi
nel ricevimento presidenziale, il team ha scoperto che sia i Campioni che il
Presidente dello Zilnawa sono prigionieri nei sotterranei, ma è a sua volta
stato scoperto. E questo ci riporta ai Campioni che sono appena usciti da un
buco nel pavimento praticato da loro stessi.[2]
Capitan
Ultra avrà anche avuto un pessimo gusto nell’accostamento dei colori del suo
costume ma è pur sempre uno dei superumani più potenti del Pianeta e non è mai buona
politica farlo arrabbiare.
-Dov’è?- urla -Dov’è quella...?-
Eviteremo
di riportarvi gli epiteti con cui Griffin Gogol si riferisce ad Akua Kirabo per
non offendere la vostra sensibilità. D’altra parte la maggior parte di essi è
in Yiddish, lingua di cui non sappiamo assolutamente nulla. Vi basti sapere che
molti di loro si riferiscono alla professione che sarebbe effettivamente svolta
dalla Kirabo e perfino, in passato, da sua madre e sua nonna. Vi basti sapere
che sia lui che i suoi compagni sono veramente arrabbiati.
In
pochi minuti il palazzo presidenziale è ancor più in preda al caos di quanto
fosse finora. Le guardie presidenziali che provano ad intervenire sono presto neutralizzate.
Equinox ne imprigiona alcuni in un blocco di ghiaccio, una vista insolita a
queste latitudini, Psyclone materializza creature da incubo che li assalgono,
Hrimrari, il Principe Lupo di Asgard, balza loro addosso mostrando le zanne.
Sundown spara contro di loro raggi di calore che ne fondono le armi, Spirale
usa le sue sei braccia per colpirli mentre a Robert Takiguchi ed al Presidente
dello Zilnawa non resta che stare a guardare.
Quanto
al loro liberatore, ossia Paladin, anche lui osserva il caos a cui anche la sua
squadra sta partecipando e sogghigna. Ora sì che il party è davvero selvaggio,
pensa divertito.
Una
mano preme un pulsante su un telecomando e sintonizza una TV su un canale all
news. Sullo schermo una cronista bionda coi capelli acconciati a coda di
cavallo.
<<… qui Megan McLaren che vi parla da Gramercy
a Manhattan, dove stamattina è stata trovata morta l’ex agente dello S.H.I.E.L.D.
Jenna Carlisle. La Polizia e l’Ufficio del Medico Legale si sono rifiutati di
fare dichiarazioni ma nostre fonti al Police Placa Uno[3]
affermerebbero che la causa della morte sarebbe una profonda ferita alla gola inferta
con un’arma dalla lama particolare che ne potrebbe facilitare
l’identificazione. Poche settimane fa Jenna Carlisle si era dimessa dallo
S.H.I.E.L.D. in polemica per una mancata promozione. Ci si chiede se il suo
omicidio sia connesso coi suoi precedenti incarichi per l’agenzia spionistica
delle Nazioni Unite. Sia il Direttore Esecutivo Nick Fury che il Direttore
della Divisione americana George Washington Bridge si sono rifiutati di
rilasciare dichiarazioni.>>
Un
altro scatto del telecomando e un’altra giornalista, stavolta bruna con
evidenti ascendenze asiatiche, che parla; da uno studio televisivo su cui
campeggia il logo della CBNC.
<<Benvenuti al nostro angolo dell’approfondimento
con la vostra Trish Tilby. Ci si chiede oggi se il brutale omicidio di
un’agente dello S.H.I.E.L.D. sia collegata a qualche imminente azione
terroristica o piuttosto alla recente ondata di violenza che ha visto sempre
più spesso donne tra le vittime, come la turista italiana trovata morta col
petto squarciato nel lago di Central Park ieri mattina.>>
Altro
cambio di canale e altra cronista bionda di chiarissima origine nordica.
<<Nina Zahl per la WFSK. Secondo
indiscrezioni l’arma usata per uccidere Jenna Carlisle sarebbe uno shuriken,
arma tipica dei ninja. I nostri telespettatori ricorderanno certo il processo ad
una donna accusata di essere una killer a pagamento con addestramento ninja;
l’ereditiera greca Elektra Natchios che da anni vive proprio a New York.
L’abbiamo raggiunta per una dichiarazione. Ecco cosa ci ha detto.>>
Ora
sullo schermo c’è una donna che indossa un elegante abito rosso completato da
un cappello a larghe tese e occhiali scuri. La sua voce ha appena una punta di
accento:
<<Tutte le voci sul mio conto sono
infondate. Che io possa essere un’assassina a pagamento è semplicemente
ridicolo.>>
Un ultimo click e la TV viene spenta.
-Spero che sia soddisfatto.-
A
parlare è stata una donna, la stessa dell’ultima intervista ma stavolta indossa
un attillato body rosso sgambato e senza maniche. I lunghi capelli neri sono
fermati da una bandana dello stesso colore, alle cosce sono fissate delle
fondine con delle armi dall’impugnatura a tridente; a tracolla sulla schiena
c’è una katana, la spada tipica dei samurai giapponesi.
-Completamente.- replica l’uomo che veste un
completo marrone -Il resto del compenso le è stato accreditato come convenuto.
Ora le rimangono solo due bersagli, forse i più difficili.-.
-Intende Kimberly Taylor e la cosiddetta
Punitrice?- ribatte Elektra -Mi creda: sono l’ultimo dei suoi problemi.-
Infatti,
quello sono io, pensa la killer greca.
La
giovane donna bionda seduta a gambe accavallate davanti ad una scrivania in
legno di quercia veste in maniera identica ad Elektra solo che il suo costume è
nero invece che rosso.
L’uomo
anziano seduto alla scrivania ha l’aria dell’austero uomo d’affari britannico,
cosa che Sir Marcus Grantby-Fox, Presidente e M.D, [4] delle
Empire Chemical Enterprises, in effetti è.
Si
trovano entrambi nella residenza privata di Londra dell’uomo per concludere una
transazione che nessuno dei due ci tiene a rendere pubblica.
Se
trova l’abbigliamento della ragazza poco consono, l’anziano uomo d’affari non
lo dà a vedere.
-Molto bene, Miss Swann…- dice senza mostrare
particolare emozione -… ha portato a termine gli incarichi che le avevo
affidato con l’efficienza e la professionalità che mi aveva garantito chi mi
aveva segnalato il suo nome.-
Tipica
ipocrisia, pensa la ragazza il cui vero nome non è Belinda Swann ma Nina McCabe
e che nel mondo dei killer professionisti è nota col nome di Cigno Nero. Come
se chiamare incarichi degli omicidi su commissione li rendesse una transazione
d’affari come tante .
-Lieta di averla soddisfatta, Sir Marcus.- replica
con un pizzico di malizia -Ora può essere certo che i suoi rivali in affari non
la ostacoleranno: è difficile farlo da una tomba.-
-Ehm… indubbiamente. Ho provveduto ad accreditare
il saldo del suo compenso sul conto cifrato che mi ha indicato e con questo il
nostro rapporto d’affari è concluso. Confido che nel lasciare questa casa
applicherà la stessa discrezione usata nell’entrarvi.-
-Non si preoccupi di questo, sarò
invisibile.-
La
ragazza si gira e fa per uscire poi si ferma di colpo come se si fosse appena
ricordata qualcosa. Controlla i messaggi
sul suo cellulare, quindi si gira lentamente mentre porta la mano destra alla
schiena.
-Lei ha finito con me, Sir Marcus…- dice -…
ma io non ho ancora finito con lei.-
-Cosa?- esclama l’uomo, perplesso -Che
intende dire?-
-Questo.-
Cigno
Nero impugna la sua katana e prima che l’uomo possa anche solo gridare, la lama
lo trapassa da parte a parte. Grantby-Fox muore senza sentire quello che gli
dice la ragazza mentre estrae la spada dal suo ventre.-
-Mi hanno offerto una discreta somma per
ucciderla, Sir Marcus, ma non potevo accettare mentre ero al suo servizio, una
questione di etica, sono certa che mi capisce. Ho comunicato di essere libera
ed ho subito ricevuto la conferma del nuovo incarico e del versamento
dell’anticipo richiesto. A questo punto non c’era più nulla che mi impedisse di
accettarlo. Addio Sir Marcus, Harold Howard mi ha chiesto di salutarla.-
Con
un lieve sorriso Cigno Nero pulisce la katana sul bordo della scrivania, la
rimette nel fodero sulla schiena e dopo essersi assicurata di non aver lasciato
tracce dietro di sé, esce dalla stanza e dalla casa. Entro 24 ore anche Londra
sarà solo un ricordo per lei.
2.
L’uomo dal costume in
toni di marrone e arancione si arrampica lungo le mura del castello del
Generale Nguyen Ncoc Coy, signore del crimine dell’Isola Stato di Madripoor. Il
suo nome è Akihiro e quasi mai usa un cognome ma se lo facesse, potrebbe essere
Logan perché è il figlio del mutante chiamato Wolverine e di una giovane
giapponese di nome Itsu assassinata da ignoti proprio il giorno in cui suo
figlio è nato.
Forse
le tragiche circostanze della sua nascita possono spiegare almeno in parte
perché il giovane Akihiro sia diventato uno dei più famosi killer al servizio
della Yakuza.[5] L’eredità genetica spiega,
invece, perché a più di sessant’anni ne dimostri appena una ventina e perché
possieda pressoché gli stessi poteri del padre, compresi due artigli per mano
ricoperti di un metallo dalle proprietà particolari.[6]
Gli
artigli lo hanno aiutato a raggiungere gli spalti e da qui si guarda intorno. È
stato troppo facile, si dice. Le misure di sicurezza di Coy devono averlo
individuato. Anche questo fa parte del piano, però. Gli hanno lasciato la parte
dell’esca ma a lui va benissimo. Chi cercherà di fermarlo dovrà rendersi conto
che potrebbe aver sbagliato i suoi calcoli su chi tra loro sia la preda e chi
il predatore.
Vede
arrivare i primi uomini armati e sorride, poi sfodera gli artigli.
Una
base segreta dell’A.I.M. proprio sotto Berlino. La donna di nome Shock non ne è
molto sorpresa. La sua squadra è stata inviata a recuperare i cosiddetti Super
Soldati Britannici misteriosamente scomparsi. Come il loro committente facesse
a sapere che si trovavano qui e che interesse abbia nel liberarli alla ragazza
il cui vero nome è Ariel Tremmore non importa affatto. L’unica cosa che le
interessi davvero è quanto l’hanno pagata per questo. No… in fondo non è vero:
è abbastanza ricca ormai da non aver bisogno di quei soldi per quanti siano.[7] La
verità è che lo fa perché la diverte: nel suo esilio dorato ad Isla Suerte
stava cominciando ad annoiarsi.
Usa
il suo potere di suscitare negli altri le loro più terribili ed inconsce
paure contro gli uomini dell’A.I.M. davanti a lei. Non ha la più pallida idea
di cosa vedano ma alcuni di loro mollano le armi e corrono via urlando; altri
cominciano a spararsi tra di loro. Quelli che scampano al suo potere si
ritrovano intrappolati da quello della ragazza succintamente vestita di nome
Skein che trasforma le loro uniformi in vere e proprie camicie di forza che li
intrappolano senza scampo mentre i loro elmetti si chiudono sulle loro teste.
-Non sono tenera con chi mi spara addosso.- è
il commento della donna.
Arrivano
altre squadre di uomini armati, ma non hanno miglior fortuna perché il
supercriminale inglese noto come Elettro-Onda ne fulmina una buona parte mentre
gli altri sono sbaragliati dai pugni della superdonna venuta dal futuro di nome
Thundra e dal plasma della mutante Siena Blaze.
-Avranno anche un Q.I. da geni ma come
combattenti non sono alla nostra altezza. Speravo di divertirmi di più.-
commenta quest’ultima.
-Non abbiamo ancora
finito.- ribatte
Shock -Qualcosa mi dice che in fondo al corridoio ci
aspettano altre sorprese.-
-E allora, sorelle, lasciate che vi apra la
strada.- replica Thundra -Se qualche stupido maschio proverà a sbarrarcela
riceverà la lezione che si merita.-
E
così dicendo, si precipita di corsa lungo il corridoio.
La giovane donna s’infila rapidamente una
vestaglia prima di aprire la porta al suo visitatore.
-Entri pure, Mr. Garrett.- gli dice.
L’uomo
massiccio, quasi un piccolo armadio su due gambe, entra e rivolge alla ragazza
un’occhiata che altre donne troverebbero imbarazzante e perfino umiliante ma
non lei, che ne sostiene lo sguardo con sfida.
-Le piace quel che vede, Mr. Garrett?- gli
chiede.
John
Garrett la squadra ancora una volta: poco più di trent’anni, così sembra,
attraente. Tutte le curve al posto giusto, lunghi capelli biondi e una stella
tatuata sulla guancia destra.
-Decisamente, Miss Carpenter, decisamente.-
replica.
-Chiamarmi Astrella, John. Dopotutto siamo
dalla stessa parte ed io odio le formalità. Sono così noiose.-
Gli
doveva proprio capitare di collaborare con una svaporata New Age, pensa Garrett
-So perché sei qui, John.- dice ancora lei -Devi
assicurarti che tutto vada bene e tutto andrà bene… se il tuo capo manterrà la
parola e farà in modo che mio fratello Rex sia eletto.-
Garrett
sogghigna divertito e replica:
-Fidati: ce ne stiamo occupando già adesso.-
-Stiamo?-
-Meno ne sai è meglio sarà per te, baby. Non
farmi domande di cui potrebbe non piacerti la risposta.-
-Non sottovalutarmi, John, sarebbe un grave
errore.-
-Me lo ricorderò, me lo ricorderò davvero.-
3.
Siberia Orientale. Questo posto
ufficialmente non esiste, è un campo di lavoro che risulta chiuso da trent’anni
e nessuno sa che l’F.S.B.[8]
l’ha riaperto come luogo dove confinare prigionieri destinati a scomparire ed i
cui nomi non compaiono nei documenti ufficiali. Il Governo Russo ne negherebbe
con forza l’esistenza.
Solo poche ore fa i pochi
prigionieri rimasti hanno preso il controllo del complesso, sgominato le
guardie e catturato i capi dei loro carcerieri: lo spietato e sadico Mikhail
Andreievitch Rostov, soprannominato Krassny Varvar ovvero Red Barbarian
in Inglese e la non meno sadica Lyudmilla Antonova Kudrina, entrambi un tempo membri dei servizi segreti
del loro paese.
La priorità degli ex prigionieri è
andarsene, il problema da risolvere è come, problema che potrebbe essere
risolto dall’improvviso arrivo di un jet ad atterraggio e decollo verticale proprio
al centro del campo.
-Chi credi che
siano?- chiede Marya Meshkova, meglio nota col nome in codice di Zvedza Dennista, Stella del Mattino, già parte di un
gruppo di supercriminali chiamati Bogatyri.
-Non lo so.- ammette Andrei Mikhailovitch Rostov, che un tempo era il
supereroe noto come Guardiano d’Acciaio -Non sono governativi, questo è certo. Ci
sono delle insegne sull’aereo che non riesco a distinguere bene.-
-Chiunque siano, sarà meglio per loro che non abbiano intenzioni ostili o
li friggerò senza problemi.-
Dall’aereo scendono un uomo e una
donna. È lei a dire:
-Ehi voi, là
dentro. Non abbiamo cattive intenzioni, state tranquilli.-
-Possiamo fidarci
?- chiede la donna di nome Ninotchka.
-E chi lo sa?-
replica Rostov armando la sua pistola -Stiamo pronti al peggio.-
Pochi minuti dopo la porta si
spalanca ed entrano una donna molto bella dai capelli rossi e un uomo più
anziano dall’aspetto elegante.
La donna si guarda intorno e storce
il naso.
-Che posto
schifoso.- commenta, poi guarda i presenti e aggiunge -Verrò subito al punto:
io rappresento il Krassny Cherep[9] e
sono qui per offrirvi un’opportunità unica per lasciare questo posto e mettervi
al suo servizio. Per il governo della Federazione siete solo un imbarazzo ma
per noi siete una risorsa. Seguiteci e sapremo valorizzare i vostri talenti.-
-E se
rifiutassimo?- chiede Andrei.
La donna dai capelli rossi estrae
una pistola Makarov e senza esitare spara due colpi al petto di Red Barbarian
che si affloscia sulla sedia a cui è legato.
-Perché?- chiede il
Guardiano d’Acciaio.
-Era il vostro
carceriere. Non vi sareste mai fidati di lui e lui di voi. Meglio evitare certi
problemi alla radice e questo servirà anche di ammonimento per la compagna
Kudrina: il Krassny Cherep ricompensa
molto bene la lealtà ma è spietato con chi tradisce.-
-Chi sei?- le
chiede la Kudrina mentre l’accompagnatore dell’assassina dai capelli rossi la
libera -Il tuo viso mi è familiare ma non riesco a….-
La donna le punta i suoi occhi verdi
in quelli di Lyudmilla Antonova e risponde :
-Il mio vero nome
non deve interessarti. Ti basti sapere quello con cui sono più conosciuta:
l’Esecutrice.-
-Non… non è
possibile! Non puoi essere lei: lei è morta da più di sessant’anni.-
L’Esecutrice sorride e replica:
-Me lo hanno già
detto ma come vedi io sono qui, viva e giovane, il resto sono chiacchiere. Ora
dimmi, Compagna Lyudmilla Antonova, sei pronta a giurare fedeltà al Krassny Cherep?-
Un attimo di silenzio e poi
Lyudmilla Antonova Kudrina risponde:
-Lo sono.-
-Molto bene, e
voi?-
Dagli altri arrivano rapidi cenni
d’assenso. L’Esecutrice si rivolge all’ultimo rimasto:
-E tu ? Qual è la
tua risposta?-
Andrei Mikhailovitch Rostov si volge
verso la sedia dove sta, scomposto, il cadavere di un padre che non ha mai
veramente conosciuto e risponde:
-Ovviamente
accetto. Qualsiasi cosa è meglio di questo posto.
-La risposta che
speravo di sentire. Hai l’aria dell’uomo in gamba. Come ti chiami?-
-Come dicevi tu
prima, il mio nome non ha importanza. Se ne vuoi uno, accontentati di quello
che mi hanno dato qui: Stal.-[10]
-Vada per Stal,
allora. Lo considererò di buon auspicio. E ora seguitemi: abbiamo un lungo
viaggio da fare.-
Per qualcuno di noi sarà ancora più
lungo, pensa l’uomo che si è appena ribattezzato Stal dando un’ultima occhiata
al cadavere sulla sedia prima di uscire.
L’occhio bionico dell’uomo che
chiamano Dottor Crocodile brilla intensamente ma prima che qualcosa posa
accadere, l’acciaio della canna di una pistola si posa sulla sua nuca.
-Qualunque cosa lei
voglia fare, io al suo posto non la farei, Dottore.- gli dice Paladin.
-Chiunque lei sia,
sta giocando col fuoco, lo sa?- ribatte Joshua N’Dingi ostentando calma.
-Ci sono abituato e
di solito sono gli altri a scottarsi.-
-Molto bene. Ha
vinto questa mano… per ora.-
Nel salone irrompono Blacklash e
Whiplash facendo schioccare le loro fruste.
-Ci siamo persi
tutto il divertimento.- commenta Blacklash un po’ deluso.
-Se ci tieni tanto
ad ammazzare qualcuno, avrai altre occasioni, ne sono certo.- replica Paladin.
Whiplash sorride ed aggiunge:
-Rilassati, tesoro
ci siamo divertirti abbastanza con le guardie all’ingresso e quelle che abbiamo
incontrato per arrivare sin qui. Rimandiamo altre uccisioni ad un altro
giorno.-
La bionda Lorna Halliwell li
osserva: chi è questa gente che parla così a cuor leggero di uccidere?
Dall’espressione sui volti dei suoi amici, la bruna Jane Mahoney e
l’affascinante Jack Porter, capisce che sono confusi quanto lei. Le sembra di
essere entrata a metà film e fa fatica a capire la trama. Chi sono i buoni e
chi i cattivi? Ammesso che ci sia una vera differenza?
I Campioni hanno ormai sbaragliato
le guardie presidenziali. Nel grande salone ora sono in piedi oltre a loro solo
gli alleati di Paladin, un po’ di ospiti confusi e naturalmente Crocodile,
Moses Magnum e Akua Kirabo. È a loro che si avvicina un
uomo di colore di circa 35 anni dal fisico di un quarterback, il volto
granitico decorato da una barba nerissima, curata e folta, il suo nome è Abner
K’auna ed è il Presidente dello Zilnawa. Guarda la donna di colore davanti a
lui: molto bella, alta, corpo forte, ben delineato corti capelli neri, occhi
pure neri e profondi, volto segnato da una cicatrice sulla guancia sinistra che
però non la rende meno attraente.
-Mi fidavo di te,
Akua…- le dice -… ma tu hai tradito la mia fiducia ed hai imprigionato me ed i
miei Campioni. Farò in modo che il Mondo conosca la tua doppiezza e quella dei
tuoi alleati.-
-Il Mondo ha altro
a cui pensare che le beghe di due insignificanti staterelli africani.- ribatte
il mercante d’armi etiope noto come Moses Magnum.
-Lo vedremo.- è la
secca risposta di K’auna.
Si fa avanti la Principessa Zanda di
Narobia e si rivolge anche lei alla Kirabo:
-Hai rapito ed
imprigionato un altro Capo di Stato. Forse tu ed il tuo amico Crocodile intendevate
fare lo stesso con me se non avessi aderito al vostro progetto di fusione tra i
nostri Stati?-
Nessuna risposta. Zanda si rivolge a
K’auna:
-Una volta tornata
in Narobia, raccomanderò al mio governo di stipulare un patto di amicizia e
mutua difesa tra le nostre due nazioni.-
-La ringrazio,
Principessa.-
Paladin attiva un contatto radio:
-Missione compiuta.
Ti aspettiamo sul tetto del palazzo.- si rivolge agli altri -Si lascia questo
paese poco ospitale, gente.-
-E perché dovremmo
darti retta, mister?- chiede con voce piena di rabbia Psyclone -Perché non
dovremmo radere al suolo questo palazzo e magari tutto questo paese?-
Capitan Ultra gli pone una mano su
una spalla e dice:
-Ora la nostra
priorità è portare in salvo il Presidente K’auna, ma torneremo a regolare i
conti, te lo prometto.-
Dave Martin guarda verso Hrimrari e
lui annuisce.
-Va bene.- dice
infine -Ma non finisce qui.-
-Sul tetto,
allora.- interviene Paladin.
Si volge verso N’Dingi, Akua Kirabo
e Magnum ed aggiunge:
-Voi verrete con
noi a garanzia che i vostri non ci facciano brutti scherzi. Nakia, Blacklash,
teneteli d’occhio ed al primo gesto ostile contro di noi, da chiunque venga,
uccideteli.-
-Con molto
piacere.- risponde la wakandana chiamata Malizia mostrando il suo coltello.
Il gruppetto si muove verso il
tetto.
In una stanza privata dell’Howard A.
Stark Memorial Hospital nel Lower East Side di New York, Misty Knight apre gli
occhi e sorride istintivamente nel vedere chi entra: una donna dai capelli
rossi accompagnata da un giovanotto dai capelli biondi… e le ali.
-Jean!- esclama.
-Ciao, Misty.- la
saluta Jean Grey, nota negli ambienti dei supereroi anche col nome di Fenice -Mi
spiace di non essere venuta prima a trovarti ma ho avuto un periodo infernale
ultimamente.-[11]
-Non eri
obbligata.-
-Siamo state
compagne di stanza, siamo amiche, è sufficiente.-
-Ne è passato di
tempo da allora. Tante cose sono cambiate.-
-Ma le vere amiche
rimangono.-
-Ho saputo che hai
avuto una figlia… e che hai divorziato. Non l’avrei mai creduto possibile: tu e
Scott sembravate una coppia eterna.-
Un lieve tossicchiare richiama la
loro attenzione.
-Scusami, Warren.-
mormora Jean -Misty, conosci il mio compagno Warren Worthington?-
-E chi non conosce
uno dei più famosi miliardari e supereroi della Costa Orientale? Anche senza le
ali non passerebbe di certo inosservato: dirige una multinazionale, è membro
degli X-Men, finanzia associazioni benefiche e forse dimentico qualcosa.-
-Cerco di tenermi
impegnato.- risponde, sorridendo, Warren.
-Ho saputo che sei
incinta Misty, così mi hanno detto.- dice ancora Jean.
-Sì. Il bastardo
che mi ha spedito qui non ha danneggiato il feto, per fortuna.- replica Misty.
-Chi è stato?-
-Un vecchio nemico
di Danny, una sordida storia di vendette. Nulla di nuovo in fondo. Dovrei
esserci abituata.-
Considerazione amara ma realistica,
pensa Jean.
4.
Sul tetto del Palazzo Presidenziale
del Dabar l’insolito gruppo formato dai ritrovati Campioni, il Presidente dello
Zilnawa Abner K’auna e i loro salvatori della Justice Inc. guidati da Paladin
attende.
-Questa cosa non mi
piace.- si lamenta Psyclone -Continuo a pensare che invece di scappare avremmo
dovuto dare una lezione a quei buffoni.-
-Siamo ancora
troppo deboli per la recente prigionia per metterci contro gli eserciti di una
o più nazioni addirittura.- ribatte Capitan Ultra -Ci saranno altre occasioni.-
-Giusto.- concorda
Paladin -Al momento la mia priorità è portare in salvo il Presidente K’auna ed
ecco il nostro passaggio per andarcene da qui.-
Improvvisamente un jet fino ad
allora in modalità stealth si materializza sopra le loro teste.
-In perfetto
orario.- commenta Paladin con un sorriso.
-Pensate davvero di
potervela cavare così?- chiede il Dottor Crocodile -Non riuscirete a lasciare
il Dabar vivi. Mi assicurerò personalmente che non accada.-
-A quanto pare,
parla già da padrone di questa nazione, Dottore. Madame Kirabo non ha nulla da
dire?-
La Presidentessa del Dabar tace
scoccando a Paladin uno sguardo carico d’odio.
-E lei, Magnum,
qualche dichiarazione per i posteri prima che ci separiamo?-
-Non ho niente da
dire a chi presto sarà morto.- ribatte Moses Magnum.
Malizia gli si avvicina brandendo un
pugnale.
-Un mio gesto e tu
sei morto adesso.- dice.
-Calma, Nakia.-
interviene ancora Paladin -Mister Magnum ci serve vivo per adesso. Verrà con
noi. È ricercato in parecchie nazioni che non faranno troppe storie su come lo
abbiamo catturato se glielo consegniamo e la taglia su di lui ci farà molto
comodo.-
-Tu stai giocando
col fuoco.- ribatte Magnum.
-Mi capita spesso
ma di solito sono gli altri a scottarsi. Bene … Dottore… Madame Presidente… ci
separiamo qui. Vi direi che è stato un piacere ma non lo è stato. Lo champagne
e il caviale erano ottimi, però. M’Nai portaci su.-
Un raggio di luce li avvolge tutti
tranne Crocodile e Akua Kirabo e li solleva portandoli all’interno del
velivolo.
-Conosco questa
tecnologia.- borbotta Capitan Ultra.
-Anch’io.- commenta
K’auna -Thran vi ha fornito l’equipaggiamento.-
-Ne parleremo
dopo.- taglia corto Paladin poi si rivolge al pilota -M’Nai, portaci lontano da
qui alla svelta –
Il pilota, un uomo snello e alto che
indossa una calzamaglia Nera che lo copre totalmente a parte gli occhi,
annuisce e spinge i motori al massimo. In un attimo il jet è lontano.
Sul tetto del palazzo Joshua N’Dingi
si rivolge ad Akua Kirabo:
-Fai decollare la
tua aviazione, Akua, e ordina di abbattere quell’aereo con qualunque mezzo e a
qualunque costo.-
-Ma… e Magnum?-
ribatte la donna.
Crocodile fa una smorfia che in un
volto meno devastato del suo potrebbe passare per un sorriso e replica:
-È riuscito a
sopravvivere in situazioni peggiori, ce la farà anche stavolta e se non dovesse
farcela… allora troveremo un altro socio. Ora non perdiamo tempo: quegli
impudenti devono imparare che questo coccodrillo ha zanne molto affilate.-
A New York, nello stesso ospedale
dove, a poca distanza, è ricoverata Misty Knight, la sua amica e socia
nell’agenzia di investigazioni e sicurezza Nightwing Restorations Colleen Wing
sta subendo l’ennesimo esame medico.
-È davvero
incredibile!- esclama il Dottor Keith Kincaid -Solo fino a ieri la sua spina
dorsale era irrimediabilmente danneggiata ed ora lei non ha più il minimo
danno. Sono sparite perfino vecchie cicatrici. Lei è sana come un pesce, anzi:
di più. Da quando sono il medico dei Vendicatori ho visto molte cose strane ma
confesso che questa mi incuriosisce non poco. Vorrei tanto sapere come ha fatto
a guarire in modo così completo.-
Colleen sorride rispondendo:
E se le dicessi,
Dottore, che sono stata curata dalle mani mortali del kung fu?-
Kincaid scuote la testa e replica:
-Come le detto,
Miss Wing, ho sentito e visto cosa più strane. Si tenga pure i suoi segreti.
L’importante è che sia guarita.-
Ed il merito è solo di Danny Rand,
pensa Colleen, ma dove sarà adesso?
Senza la minima esitazione Daken
balza sulle guardie armate in arrivo. Non c’è la minima paura in lui ma
piuttosto un’arrogante spavalderia. Non bada alle ferite che gli vengono
inferte, i suoi artigli colpiscono senza tregua e alla fine è l’unico rimasto
in piedi.
-Tutto qui?-
esclama -Speravo in una sfida migliore.-
-Tu mi ricordi uno
che ho conosciuto: irruento e impetuoso ma senza stile o grazia.-
A parlare è stata una donna bionda
coi capelli a caschetto che indossa un abito da sera rosso lungo con ampi
spacchi laterali che le lascia scoperte le spalle.
Avanza verso Daken senza mostrare
timore.-In ogni caso, a me piacciono gli uomini impetuosi e pieni di energia.-
dice ancora.
-E tu chi saresti?-
le chiede Daken perplesso -Una delle puttane di Coy?-
-Che linguaggio
triviale.- ribatte lei sfiorandogli il petto -Puoi chiamarmi Sapphire Styx.-
Improvvisamente lo bacia e subito il
figlio di Wolverine si sente debole. Tenta di allontanarla ma lei gli afferra
la testa e continua a baciarlo.
Akihiro sente le gambe diventare
molli, la testa girare e la vista gli si appanna. Le sue energie lo
abbandonano.
5.
Aeroporto Internazionale Haneda di
Tokyo. Tre uomini e una donna provenienti da Hong Kong hanno appena concluso le
formalità doganali e si apprestano a lasciare lo scalo. Due degli uomini sono
europei: britannici per la precisione: uno ha un’ètà indefinibile
presumibilmente sopra i trent’anni, capelli rossicci, occhi grigi, sguardo solo
apparentemente distratto; l’altro è alto e massiccio, un fascio di muscoli, fisico
da lottatore, decisamente in forma anche se ha presumibilmente più di
cinquant’anni. Il terzo uomo è facilmente identificabile come cinese, capelli
lunghi, occhi vivaci ed attenti, fisico atletico e snello, età in un limbo tra
più di venti e meno di trent’anni. La donna è anch’essa asiatica, forse
giapponese o forse cinese, ed insolitamente alta per un’esponente di entrambe
le etnie principali di quelle nazioni. Il suo fisico è slanciato, il portamento
altero, i lineamenti bellissimi, l’età… non si chiede a una signora.
-È parecchio tempo
che non vengo in Giappone.- dice la donna.
-Sul serio, Leiko?-
replica l’uomo dai capelli rossicci -Pensavo che visto che tua madre è
giapponese, tu fossi di casa qui.-
-La famiglia di mia
madre non ha mai approvato che lei avesse sposato un cinese, sia pure di Hong
Kong, non ho praticamente mai avuto rapporti con loro.- replica Leiko Wu -Sotto
la patina di democrazia e modernità i vecchi costumi sono duri a morire da
queste parti: i mezzosangue come me, per esempio, non sono facilmente
accettati.-
-Questo mi ricorda
che proprio qui in Giappone mio padre ha vissuto un paio di memorabili
avventure. Nella prima ha rischiato seriamente di lasciarci la pelle e…-
-Risparmiaci le
memorie di famiglia, Reston!- ribatte l’Inglese robusto -Pensa alla missione,
piuttosto.-
Clive Reston scrolla le spalle e con
calma replica:
-Non ho mai smesso
di pensarci, Tarr, brutto bestione.-
Prima che Black Jack Tarr possa
replicare, il giovane cinese li interrompe:
-Siamo osservati.
-Lo so.- ribatte
Reston con un sorrisetto -Del resto non mi sorprende: i nostri avversari
sapevano della nostra missione ancora prima che io e Tarr lasciassimo Londra,
purtroppo.-
-Giochi di morte e
d’inganni, nulla di nuovo.- commenta con amarezza Shang Chi.
-Specialmente
quando c’è di mezzo quella tua tanto affascinante quanto pericolosa sorella
maggiore.- replica Reston.
-Non dirmi che ti
sei innamorato di lei, Clive.- commenta Leiko in tono sprezzante.
-Si può trovare
affascinante un cobra anche senza amarlo, mia cara, e Fah Lo Suee, proprio come
un cobra, prima ti incanta e poi ti uccide. Non ti offendere, Chi, ma quasi
tutti i tuoi familiari sono tipi pericolosi.-
-Purtroppo hai
ragione, Reston.- ammette, cupo, Shang Chi -Non vado fiero dell’eredità di mio
padre.-
-Tu non hai colpa,
Shang Chi.- ribatte Leiko -Nessuno sceglie la famiglia in cui nascere. Tu hai
fatto la scelta giusta quando hai deciso di opporti ai folli piani di Fu
Manchu.-
-Insomma… pare che
a nessuno di voi importi un accidente dei tipi che ci seguono.- interviene
Tarr.
-E che vorresti che
facessimo? Una bella sparatoria in aeroporto? Farebbe molto film d’azione
asiatico, lo ammetto, ma dubito che le autorità giapponesi approvebbero.-
ribatte Reston
-E allora cosa
vorresti fare: tirarceli dietro per tutto il tempo in attesa che si decidano a
provare a farci fuori?-
Prima che Reston possa rispondere,
una ragazza si avvicina al gruppetto. Apparentemente giapponese ma con qualcosa
di diverso, forse un incarnato un po’ più scuro? Reston non ne è sicurissimo.
È a lui che si rivolge la ragazza:
-Reston-san? Sono
Mimy Oshima. Suzuki-sensei mi ha mandato ad accoglierla.-
-Sul serio? Non
sapevo che il Naichō[12] avesse agenti così attraenti.-
Leiko fa una specie di
sospiro, Tarr emette una sorta di borbottio e la ragazza si fa sfuggire una di
quelle risatine tipiche delle ragazze giapponesi.
-Suzuki-sensei mi aveva detto che avrebbe fatto un commento del genere,
Reston-san.- dice in tono divertito.
-Evidentemente mi conosce bene.-
-Venite, vi condurrò da lui.-
-Devo avvertirla, Miss Oshima, che siamo sorvegliati.-
La ragazza alza un
sopracciglio e replica:
-Me ne ero accorta, Reston-san. Ce ne occuperemo noi del Naichō, non tema. Ora seguitemi,
non sarà un viaggio troppo lungo.-
La ragazza li accompagna
all’esterno sino ad una grossa auto nera. In pochi minuti le loro valigie sono
sistemati in un ampio bagagliaio e la vettura con loro a bordo parte.
Poco distante, un uomo
di etnia cinese che indossa una tenuta da motociclista in pelle scura ed ha capelli
lunghi, sottili baffi alla mongola ed un’evidente somiglianza con Shang Chi si
infila un casco integrale e con un sorrisetto strafottente sulle labbra
mormora:
-Comincia la caccia, fratello.-
Per quanto possegga, esattamente
come suo padre, un fattore di guarigione molto efficiente, nemmeno Daken ne
conosce gli esatti limiti. Chi potrebbe dire, quindi, se gli permetterebbe di
sopravvivere alla perdita di tutta l’energia vitale che la vampira psichica di
nome Sapphire Styx gli sta succhiando?
La domanda è destinata a restare
senza risposta perché improvvisamente Sapphire Styx si stacca da Daken ed
un’espressione perplessa si disegna sul suo volto mentre cade al suolo ed è
possibile vedere sulla sua schiena nuda il foro di un proiettile da cui si
allarga una pozza di sangue.
Alle sue spalle la mutante di nome
Callisto sta in piedi con in mano una pistola dalla canna con silenziatore
incorporato ancora fumante.
-Non serve che mi
ringrazi, bello.- dice ad un ancora stordito Daken.
Le gambe del figlio di Wolverine
tremano ma lui cerca di non darlo a vedere.
Sto bene.- dice ma
subito dopo è costretto ad appoggiarsi ad una parete.
La ex Morlock gli si avvicina e
chiede:
-Sicuro che vada
tutto bene?-
-Lo sarà tra un
secondo.- ribatte Daken -Io…-
Non finisce la frase perché
dall’interno si odono rumori di spari.
-A quanto pare, i
nostri compagni sono finiti nei guai.- afferma Callisto -Meglio raggiungerli.-
Akihiro trae un lungo respiro e
replica:
-Andiamo!-
Il jet della Justice Inc. si dirige
alla massima velocità verso sud quando alla sua coda appare uno stormo di aerei
militari con le insegne del Dabar.
-Cominciano i
guai.- commenta Whiplash -A quanto pare, Crocodile e la sua schiavetta non ne
vogliono proprio sapere di lasciarci andare.-
-Questo è il
momento buono per rivelarci che questo jet ha delle difese antiaeree.- afferma
l’Uomo Scimmia ora nel suo costume rituale.
-Abbiamo di
meglio.- ribatte Paladin, anche lui con indosso la sua tenuta abituale
Entra nella cabina di pilotaggio e
si rivolge all’uomo col costume nero:
-Sei pronto,
M’Nai?-
Midnight Sun annuisce e gli cede il
posto. Si allaccia il mantello, si infila in testa il suo cappello Borsalino
poi, dopo essersi assicurato che gli altri passeggeri siano tutti ben saldi ai
loro posti, apre senza esitazione un portello e si getta nel vuoto.
I dischi assicurati ai suoi piedi lo
sostengono in aria . Sono frutto della tecnologia Kree e sono alimentati da un’ignota
forma d’energia che gli consente di muoversi a velocità sorprendente.[13]
Evita con facilità i proiettili
sparati dagli aerei dabariani. Piomba su uno di essi e lo spezza in due come
fosse di burro usando il taglio della mano. Che sia opera dei dischi metallici
sui suoi palmi o se ciò dipenda dall’ingegneria Kree che ha aumentato la sua
naturale abilità nelle arti marziali, probabilmente nemmeno lui lo sa. Ciò che
conta è il risultato ed un altro aereo cade sotto il suo assalto.
Un altro paio lo prendono di mira.
Ci si potrebbe chiedere se un corpo adatto a sopravvivere nel vuoto del cosmo
infinito potrebbe essere scalfito da dei comuni missili aria aria ma non
apprenderemo la risposta oggi perché una figura multicolore attraversa in
velocità i due caccia tagliandoli a metà.
-Volevi per te
tutto il divertimento?- chiede Capitan Ultra.
M’Nai non risponde e continua a
saltare da un aereo all’altro compiendo fantastiche piroette e colpendo i
velivoli spietatamente.
-Uomo di poche
parole eh?- commenta il leader dei Campioni.
Il Jet della Justice Inc. sorpassa
l’invisibile linea che divide il Dabar dal vicino Mbangawi ed altri jet con le
insegne di quest’ultima nazione affiancano i rimanenti aerei dabariani.
Una voce risuona nel jet inseguito
attraverso la radio di bordo:
<<Vi avevo
detto che non mi sareste sfuggiti.>>
Il Coccodrillo non intende mollare
la sua preda.
CONTINUA
NOTE
DELL’AUTORE
Sostanzialmente nulla da dire su
questo episodio. Vale, però, la pena di sottolineare che i Campioni, lo Zilnawa,
il Dabar e personaggi correlati sono tutte creazioni di Valerio Pastore che
ringrazio caldamente per avermene concesso l’uso. Sarà soddisfatto del fato che
ho in serbo per loro? Chi può saperlo? Staremo a vedere.
Nel prossimo episodio: in Africa il
Dottor Crocodile non molla, a Madripoor Molten e la sua squadra si confrontano
con le forze del Generale Coy, in Germania Shock fa una sconcertante scoperta,
in Giappone Clive Reston e Shang Chi fanno interessanti incontri.
Non vi basta? Siete davvero incontentabili.
Carlo
[1] Un resoconto di eventi
accaduti durante e dopo Campioni MIT #29.
[2] E poi non dite che non
facciamo mai riassunti.
[3] Ovvero il Quartier
Generale del Dipartimento di Polizia di New York.
[4] Managing Director,
equivalente britannico di quello che negli Stati Uniti è chiamato Chief
Executive Officer (C.E.O).
[5] Il crimine organizzato
giapponese.
[6] No: non l’adamantio, ma
ne riparleremo in un altro momento.
[7] In seguito ad eventi
narrati in Devil #51/60.
[8] Federal'naya Sluzhba Bezopasnosti. Servizio di Sicurezza interna della Federazione Russa.
[9] Teschio Rosso in Russo.
[10] Acciaio in Russo.
[11] Come ben sa chi segue
sia Gli Incredibili X-Men che X-Men MIT.
[12] Abbreviazione di: Naikaku
Jōhō Chōsashitsu,
Ufficio Informazioni e Ricerca del Gabinetto.
[13] Non credeteci sulla
parola, controllate su Silver Surfer Vol. 3° #29 (In Italia su Silver Surfer,
Play Press, #29).