(CAVALIERI MARVEL)
N° 78
URAGANO
Di Carlo Monni
1.
Gli abitanti di Isla Suerte non
dimenticheranno mai il giorno in cui il più potente uragano degli ultimi anni
ha devastato la loro isola seminando morte e distruzione sul suo cammino.
Onde alte come palazzi si sono
abbattute sulla spiaggia schiantando alberi e costruzioni come se fossero fatti
di carta.
Nina McCabe, la killer meglio nota
come Cigno Nero si trova spazzata via dalla camera da letto del bungalow di
Philippe Bazin. Acqua e fango la sommergono e lei, che fino ad un minuto prima
si apprestava ad uccidere un uomo, ora si ritrova a combattere per la propria
vita. Non sa che fine ha fatto Bazin ma non gliene importa adesso, deve trovare
aria o morirà.
Elektra Natchios si sveglia di colpo
e un nome le sfugge dalle labbra.
-Nina.-
L’uomo al suo fianco, si sveglia a
sua volta.
-Che succede?-
chiede.
-Un sogno, Mac.-
spiega Elektra -Ho sognato che Nina era travolta da uno tsunami e stava
annegando.-
-Un sogno, l’hai
detto.- afferma McKinley Stewart -Ti sei fatta suggestionare dalle notizie
sull’uragano.
-Ma era così
vivido… e io non ho notizie di Nina da settimane.-
-Dovunque sia ora,
Nina è una ragazza in gamba e sono certo che sta bene.-
O almeno è quello che l’ex pugile
spera.
Arrampicato sul tetto di uno dei più
prestigiosi casinò di Isla Suerte, Parnival Plunder osserva la devastazione
intorno a lui. Non era preparato ad una simile distruzione.
Di
tutto quello che c’era intorno sino a poco prima, nulla è rimasto. C’è solo
acqua che continua a salire e la pioggia battente sul suo viso.
-Non può finire
così.- dice ad alta voce.
Sarebbe una vera ironia se dopo
tutto quello che ha passato nella sua vita, dopo tutte le volte che l’ha
beffata, la morte lo cogliesse così, in mezzo al nulla, ma il destino è noto
per avere uno strano senso dell’umorismo.
2.
Due donne che non hanno ancora
vent’anni e un ragazzo di poco più vecchio affrontano il giudizio di un essere
che è probabilmente più antico dell’Umanità stessa.
Molte sono le leggende sul Dio
Pantera: che fosse adorato già oltre ventimila anni fa, quando l’Africa ancora
non aveva questo nome e i Regni Neri a sud di Stygia erano solo poco più che
favole, che sia stato lo sposo di Bastet la dea gatto del pantheon egizio e che
il suo nome sia Bast, che sia stato lui a far precipitare la montagna di
vibranio su Wakanda. Tutte queste storie potrebbero essere false o magari
essere tutte vere, chi può saperlo veramente?
I suoi occhi indagatori scrutano i
tre giovani davanti a lui e scavano nei loro cuori per determinare se siano
degni dell’eredità che reclamano. Se non supereranno il suo giudizio, sarà lui
a stabilire il loro fato.
-Che il giudizio cominci.- proclama.
Paladin annaspa in cerca d’aria ed
istintivamente tende le braccia verso l’alto. Sente una presa al polso destro e
si lascia tirare su fino ad una specie di piattaforma. Gli ci vuole un po’ per
capire che una volta era un tetto.
-Che piacere vederti vivo, Paul.-
A
parlare è stata una donna dai capelli scarmigliati, la pelle bianca e il viso
che assomiglia ad un teschio,
-Grazie Ariel.-
replica lui tirandosi su –Ma ti preferivo com’eri prima.-
-Nessun problema.-
Ariel Tremmore
abbandona la forma di Shock tornando a quella di normale umana
-Mi sono
trasformata spontaneamente quando l’onda ci ha travolto.- spiega -Non mi capita
quasi mai, se non quando sono molto arrabbiata o, perdonami il gioco di parole,
in stato di Shock.-
-Trasformazione
indotta da un eccesso di adrenalina, ha un suo senso.- commenta Paladin.
-Mi vuoi spiegare
quel che è successo?- chiede ancora la ragazza.
-L’uragano è stato
più forte e violento di quanto il servizio meteorologico avesse previsto. Se
credessi in certe cose, dire che Nettuno si è svegliato male stamattina.-
-Mi prendi in
giro?-
-Non
necessariamente. Se ci sono un Thor ed un Ercole, perché non può esserci anche
un Nettuno?-[1]
La pioggia continua a battere
incessante su di loro e Paladin non può non pensare a Joy Meachum e sperare che
si sia salvata dalla furia degli elementi.
Se non altro, il suo nemico,
Phantasm, sembra scomparso e con un po’ di fortuna se ne sarà occupato
l’uragano… ma lui non è mai così fortunato.
Uno dei pochi svaghi che Elektra
Natchios si concede è l’arte e così non è strano vederla in una piccola
galleria di SoHo ad ammirare le opere di un artista contemporaneo.,
-Με
συγχωρείτε
κύριa είσαι
Ελεκτρα
Νατχηοσ?-[2]
Elektra si sforza di sorridere
all’uomo davanti a lei e replica.
-Credo che il mio
Inglese sia meglio del suo Greco, ma ho apprezzato lo sforzo. Sì, sono Elektra
Natchios, chi vuol saperlo?-
-Il mio nome non ha
importanza. Rappresento un consorzio di persone influenti che vorrebbero
offrirle un incarico adatto alle sue capacità.-
-Temo che lei abbia
equivocato, mister nome senza importanza. Forse lei ha letto o sentito delle
notizie false od esagerate su di me. Sono solo la figlia di un ambasciatore che
si gode la vita grazie ad investimenti fortunati.
-Capisco. Non
insisto, ma nel caso cambiasse idea, chiami questo numero.-
L’uomo le lascia un biglietto da
visita e si allontana. Elektra deve ammettere di essere incuriosita.
3.
Nina trae un profondo respiro. Il
peso sul petto si attenua. La pioggia sta diminuendo e le acque cominciano a
ritirarsi, i suoi piedi sentono la sabbia della spiaggia. Dov’è finita? Non sa
dirlo con certezza, ha perso ogni punto di riferimento, è sola, nuda e dispersa
in un ambiente sconosciuto e ostile. È stata decisamente meglio.
-Posso essere
d’aiuto?-
Nina si volge di scatto e si trova
di fronte Parnival Plunder. Sembra che l’essere immerso nell’acqua sino alle
caviglie non lo turbi affatto.
-Ti vedo in salute,
Belinda.- le dice sogghignando -Decisamente in buona salute, direi.-
-Parnival!- esclama
la ragazza mentre istintivamente si copre i seni e l’inguine.
-Tranquilla non ho
visto nulla che non mi sia già capitato di vedere altre volte. Non sei la prima
ragazza nuda che vedo, sai? Alcune di loro appartenevano alla cosiddetta alta
società e non faticavo mai molto a convincerle a spogliarsi, ma immagino non ti
interessi. Direi che o l’uragano è stato così devastante da strapparti tutti i
vestiti oppure tu e Bazin siete stati sorpresi sul più bello. A proposito che
fine ha fatto il buon Philippe?-
-Io… non lo so.-
-Beh… in fondo non
m’interessa davvero. Ehi, stai tremando.-
Plunder le si avvicina e si sfila la
giacca.
-È fradicia ma
servirà almeno a coprirti.-
-Grazie.-
-E non dire che non
sono un gentiluomo.-
-Non ho mai detto
il contrario- replica lei avvolgendosi nella giacca.
-Davvero? Buono a
sapersi. Quanto a te, devo essere onesto: penso che tu sia più di quel che
sembri, miss Belinda Swann, ma ora andiamo a cercare un posto asciutto… se ce
n’è uno.-
Prima che Nina possa protestare,
Plunder la prende tra le braccia e si avvia verso l’interno dell’isola.
Il Detective
Michael Morissey ha spesso sognato di avere Elektra nel suo letto, ma certo non
di essere svegliato dalla punta di uno dei suoi sai alla gola.
-Ma cosa…?- esclama
sorpreso.
-Calma, Morissey.-
gli dice Elektra abbassando l’arma -Volevo solo essere certa di avere tutta la
tua attenzione.-
-Elektra? Come hai
fatto ad entrare?-
-Le tue finestre
non hanno serrature abbastanza robuste. Mi serve un favore.-
-Da un poliziotto?
Interessante per una che fino a poco tempo fa era in carcere accusata di essere
una killer a pagamento.-
-Quelle accuse sono
cadute.-
-Ma noi sappiamo
che erano vere, perché dovrei aiutarti, che ci guadagno?-
-Non quello che
spereresti, rassegnati. Ho ancora una certa lista coi nomi dei capi criminali
di una certa importanza in città, ne eliminerò uno per te… gratis.-
Morissey tace. L’indifferenza che
Elektra mostra per la vita umana dovrebbe colpirlo ma non è così. Lei ha
ragione: non gli importava come lei facesse a sistemare i nomi sulla lista
purché sparissero da New York.
-Che vorresti che
facessi per te?- chiede infine.
-Che tu mi
controlli questo numero di telefono.- gli porge un biglietto da visita -Me lo
ha dato un tizio. Dice che ha un incarico per me da parte di un certo
consorzio.-
-Hai detto
consorzio?-
-Sì, perché?-
-Nulla, nulla.
Affare fatto, controllerò questo numero per te, ma… che farai una volta che
saprai a chi appartiene?-
-Meglio che tu non
lo sappia, Morissey, sei un poliziotto dopotutto.- Elektra si china fin quasi a
sfiorargli le labbra -Ora torna a dormire e non fare altre domande.-
Emerge dall’acqua e respira a pieni
polmoni poi si guarda intorno cercando il suo avversario e finalmente lo vede è
assieme alla sua amica su una specie di imbarcazione di fortuna. Meglio così:
lo vuole vivo per il piacere di ucciderlo personalmente.
Sotto la sua maschera Phantasm si
concede un ghigno di soddisfazione e le sue mani brillano mentre pregusta il
momento in cui toglierà la vita a Paladin.
4.
La pioggia si quieta e le acque
cominciano a ritirarsi lasciando dietro di sé un vero mare di fango. Il peggio
è passato, ora bisogna andare avanti.
Quello che era uno dei maggiori
casinò dell’isola è un caos di vetri rotti e tavoli rovesciati. Parnival
Plunder e la sua accompagnatrice lo trovano praticamente deserto.
-Ho una stanza
all’ultimo piano.- dice lui -Con un po’ di fortuna non ci saranno troppi
danni.-
-E vorresti
portarmi sino a lassù, in camera tua, tenendomi in braccio?- gli chiede la
ragazza.
-Beh, sei un dolce
peso.- replica lui sorridendo -Penso di potercela fare.-
-Portami nella mia,
invece, è qualche piano più sotto.-
-Non dico mai di no
ad una bella donna seminuda che mi invita in camera sua.-
-Idiota.-
Pochi minuti dopo, infatti, sono
nella stanza la cui porta Plunder ha aperto, senza tanti complimenti, con un
calcio.
-Avrei bisogno di
ripulirmi.- dice la ragazza -Chissà se la doccia funziona.-
-Ne dubito ma nel
caso potrei farti compagnia.-
-Fai sempre
proposte indecenti alle ragazze che incontri, Parnival?-
-Spesso, specie a
quelle che non sono così innocenti come vogliono far credere.-
-Che vuoi dire? Se
è perché sono andata via con Bazin, io…-
-No, non è per
quello… o non solo per quello: chi ti ha assunta per uccidere Philip Bazin,
Nina?-
E la ragazza che si fa chiamare
Belinda Swann ma il cui vero nome è Nina McCabe spalanca la bocca dallo
stupore.
Joy Meachum si sveglia con un
saporaccio in bocca. L’ultima cosa che ricorda è una valanga d’acqua che la
travolgeva e poi più nulla. È viva e questo è l’importante. Che ne sarà stato
di Paul? Quelli come lui trovano sempre un modo per cavarsela e magari la starà
cercando.
Joy si dà un’occhiata intorno: è in
una specie di ricovero di fortuna. Qualcuno deve averla trovata e portata lì.
Le autorità sono riuscite ad organizzare qualche forma di soccorso? Ora non le
importa deve trovare Paul.
Si
alza e barcolla ma riesce a mantenere l’equilibrio. Con passi incerti si avvia
fuori senza che nessuno badi a lei. Si guarda intorno cercando di valutare che
direzione prendere quando due robuste mani l’afferrano per le braccia e una
voce maschile le dice:
-Mi dispiace, miss,
ma ho bisogno di lei come esca per Paladin.-
E Joy capisce che i suoi guai non
sono ancora finiti.
Nina è colta di sorpresa e balbetta:
-Cosa… cosa hai detto?-
-Ti ho chiesto chi
ti ha ingaggiato per uccidere Philippe Bazin. Perché è per questo che sei qui,
non è vero, Nina?- ripete con un sorrisetto Parnival Plunder.
-Perché… perché mi
chiami Nina? Il mio nome è Belinda Swann.-
-Certo, è il nome
che usi sul “lavoro” ma la fotografia che ti ho scattato l’altro giorno[3]
corrisponde a quella di una certa Nina McCabe dell’Iowa, il cui padre è stato
ucciso da Bullseye quando aveva 16 anni. La stessa Nina McCabe che è stata poi
data in affidamento ad Elektra Natchios, sospettata di essere un assassina
internazionale a pagamento con legami con un’antica setta di assassini di cui
si è spesso servita la Yakuza.-
-Non… non è mai
stato provato.-
-E non m’interessa
provarlo. Sta di fatto che Nina McCabe è scomparsa qualche mese fa e subito
dopo è apparsa Belinda Swann, che guarda caso si è trovata spesso nei luoghi
dove sono avvenuti degli assassini su commissione attribuiti ad una killer nota
solo come Cigno Nero. Ti basta?-
Nina sbuffa e ribatte:
-D’accordo, hai
vinto… e adesso?-
-E adesso nulla.
Non ho alcuna intenzione di denunciarti, se è questo che temi, perché dovrei
farlo? E nemmeno intendo ricattarti, che ne ricaverei? Mi basta che tu soddisfi
la mia curiosità su chi ha richiesto i tuoi particolari servigi.-
-Io… non credo di
potere.-
-Etica
professionale? Lo capisco. Peccato, ci tenevo a saperlo, visto che tu mi hai
usato per avvicinarlo.-
Nina rimane silenziosa per qualche
istante, poi:
-È stata la figlia,
ma non chiedermi perché. Comunque non ha molta importanza: durante l’uragano ho
perso Bazin e chissà dov’è adesso? Ammesso che sia ancora vivo.-
Plunder fa un sorriso sornione e
ribatte:
-Se è solo per
questo, io mi sono già informato e so dove trovarlo.-
-E intendi
dirmelo?-
-Bazin non mi è
stato mai simpatico: è un gangster che traffica in qualunque cosa dia profitto
tra cui droga e esseri umani. Manca di classe e di eleganza, il Mondo sarà
indubbiamente un posto migliore senza di lui, quindi sì: te lo dirò… ma non
subito, prima suggerirei un po’ di riposo e… non avevamo parlato di una doccia
insieme?-
Nina non sa se ridere o arrabbiarsi.
5.
Elektra Natchios ha appena terminato
i suoi esercizi mattutini quando riceve un messaggio dal detective Morissey.
Chiede un appuntamento. Ha già scoperto qualcosa? Incuriosita Elektra accetta
di incontrarlo e poi va a farsi una doccia rilassante.
Pochi minuti dopo, fresca come una
rosa e con indosso un abito rosso senza maniche, Elektra è pronta a ricevere il
suo visitatore e rimane sorpresa quando il burbero McKinley Stewart introduce
oltre a Morissey anche altra gente, persone che lei conosce almeno di fama: il
Procuratore Distrettuale ad Interim di Manhattan Grace Powell, il Direttore
dell’ufficio locale del F.B.I. Lee Kearns, il suo omologo del F.B.S.A. Derek Freeman,
un altro afroamericano dai capelli bianchi e un’aria vagamente familiare e
soprattutto il Procuratore degli Stati Uniti Franklin E. “Foggy” Nelson, in un
certo senso uno spettro del suo passato.
-Devo chiamare il
mio avvocato?- chiede Elektra.
-Non sarà
necessario.- replica Grace Powell -Tutto quel che diremo rimarrà confidenziale
e non uscirà da queste stanze. Mi scuso per questa visita senza preavviso ma la
riservatezza era indispensabile.-
-Sembra una cosa
seria.-
-E lo è. Intanto
lasci che le presenti un mio valido collaboratore: il capo della squadra di
investigatori della Procura Distrettuale Tenente William Somerset.-
Il nero dai capelli bianchi fa un
cenno col capo.
-William Somerset?-
il volto di Elektra si illumina di consapevolezza -Ma certo: lei è il detective
che ha arrestato il Killer dei Sette Peccati Capitali. Credevo fosse in
pensione ormai.-
-Qualcuno ha
pensato che potessi essere ancora utile.-
-È stato il tenente
ad avere l’idea che… ,ma questo è un colloquio riservato.-
Mac capisce l’antifona e prima che
Elektra possa replicare dice:
-Vado ad aprire il
dojo.-[4]
Una volta che Mac è uscito Elektra
fa accomodare gli ospiti su un divano e poi chiede:
-Se non volete
arrestarmi, cosa volete da me?-
C’è un attimo di silenzio poi è Lee
Kearns a parlare:
-Lei ha chiesto al
Detective Morissey informazioni su un numero di telefono cellulare datole da un
individuo che diceva di rappresentare un Consorzio.-
-Esatto ma…-
-Cosa le ha detto
esattamente? La prego, è molto importante.-
Dal tono di Kearns Elektra capisce
che non scherza e risponde:
-Le sue esatte
parole sono state: “Rappresento un consorzio di persone influenti che
vorrebbero offrirle un incarico adatto alle sue capacità”.-
Il gruppetto si scambia sguardi
preoccupati, poi è Grace Powell a riprendere la parola:
-Ha mai sentito
parlare del Consorzio Ombra?-
-No, non mi pare.-
è la perplessa risposta.
-Sono un gruppo
segreto di potere infiltrato a tutti i livelli della politica, della finanza e
della Pubblica Amministrazione il cui scopo ultimo è assumere il potere in
questa e nelle altre principali nazioni del Mondo. Siamo certi che abbia
organizzato l’attentato al Q.G. del F.B.S.A. in cui è morto Capitan America[5]
e vari altri attentati, omicidi e rapimenti nel tentativo di sovvertire
l’ordine costituzionale. So di cosa parlo: hanno minacciato di morte i miei
figli.-
-Finora non siamo
riusciti che a trovare deboli indizi su di loro.- spiega Derek Freeman -Non
sappiamo chi sono i loro capi né come sono organizzati. Quasi tutte le piste
sono finite in un vicolo cieco. Solo ora abbiamo una concreta possibilità di
arrivar loro vicino.-
-E come?- chiede
Elektra, che comincia a capire.
Silenzio e poi è Somerset a
rispondere:
-Vogliamo che lei
chiami quel numero e dica a chi risponderà che accetta di lavorare per loro, ma
in realtà…-
-In realtà lavorerò
per voi, sarò la vostra infiltrata.-
-Si tratta di
un’occasione unica per distruggerli, non possiamo perderla.-
-E io che ci
guadagno se accetto?-
Un sospiro e poi è Grace Powell a
rispondere:
-In caso di
successo un completo colpo di spugna per tutti i reati statali o federali
eventualmente commessi garantito dal Procuratore Generale e dal Presidente più
un equo compenso. Avrà anche un mandato federale che la parifica ad un Agente
Speciale del F.B.I. per tutta la durata dell’operazione.-
-E come sapete di
potervi fidare di me?-
-Ehm… il
Procuratore Nelson dice che lei ha molti difetti ma non tradisce mai la parola
data.-
Elektra si rivolge verso un
imbarazzato e silenzioso Foggy Nelson:
-Sul serio, Foggy?
Grazie. Quindi sei d’accordo nell’affidarmi quest’incarico?-
Foggy serra le labbra e stringe la
stampella che è costretto ad usare dopo un serio incidente automobilistico.
-No.- risponde
infine -Sappiamo tutti che sei una killer a pagamento e l’idea di saperti
libera mi ripugna ma sei anche la migliore, se non l’unica, opzione che abbiamo
di smantellare il Consorzio Ombra ed io farei anche un accordo col Diavolo in
persona pur di riuscirci.-
-Quindi anche tu
vuoi che accetti?-
-Sì, accidenti,
sì.-
-Matt ne sa
qualcosa?-
Si riferisce a Matt Murdock, alias
Devil, migliore amico di Foggy e primo amore di Elektra ai tempi
dell’università.
-No.- risponde
Foggy -E non dovrà mai saperne niente.- risponde, serio, Foggy.
Elektra riflette in silenzio poi
risponde:
-Che limiti avrò se
accetto?-
-Ci sta chiedendo
se sarà autorizzata ad uccidere nel corso della missione?- chiede Kearns.
-Sì, vi sto
chiedendo proprio questo.-
-La risposta è:
solo quando lo riterrà assolutamente necessario e solo i nemici riconosciuti.-
Abbastanza vago, esattamente come
sperava.
-Accetto.- dice
infine.
Del bungalow che occupava non è
rimasto molto e Paladin, con l’aiuto di Ariel Tremmore, sta cercando di
recuperare quel che può quando ode una voce fioca:
-Paul…-
Si volta e Phantasm è lì, con le
mani strette al collo di Joy Meachum.
-Bene, bene.-
commenta divertito il criminale -Il grande e famoso Paladin senza la sua famosa
attrezzatura. Ora potremmo scoprire quanto vale.-
-Che cosa vuoi
Sutton?- ribatte il presunto Paul Denning.-Lascia andare Joy Meachum.-
-La lascerò andare
se tu ti sottometterai a me, altrimenti…- la mano sinistra di Phantasm brilla
-… altrimenti proverà il mio tocco bruciante. La tua vita per la sua, che
rispondi?-
Paladin tace. Sa bene che quel pazzoide
li ucciderà tutti ma non può restare inerme a guardare Joy morire atrocemente.
Improvvisamente si ode la voce di
un’altra donna:
-Lasciala andare e
vattene o te ne pentirai.-
Ariel Tremmore si fa avanti e il suo
sguardo è cupo. Dalla sua mano qualcosa di piccolo cade al suolo.
-Tu mi minacci,
stupida sgualdrina?.- esclama Phantasm.
-Faccio più che
minacciarti… agisco!-
L’attraente ed
abbronzata Ariel è stata rimpiazzata dalla figura pallida e dal volto di
teschio di Shock.
-Hai perso idiota.-
Phantasm
barcolla, lascia la sua presa su Joy Meachum che corre tra le braccia di
Paladin. Annaspa. Intorno a lui c’è il buio, la sua carne si scioglie come
cera, lasciando solo le ossa che cominciano a loro volta a consumarsi. Le sue
peggiori paure sono realtà e lui può solo urlare.
Paladin e Shock lo osservano
contorcersi nella sabbia preda di visioni che sono solo nel suo cervello,
finché pietosamente sviene.
-È… è finita Paul?-
chiede Joy ancora tremante.
-Sì.- risponde lui
-Non ci darà fastidi per molto tempo.-
Ariel è tornata normale e si rivolge
a Joy:
-Non disturbarti a
ringraziarmi, dopotutto questa sgualdrina ti ha solo salvato la vita.-
-Io… io… grazie.-
mormora Joy.
Per tutta risposta Ariel scoppia a
ridere.
Philippe Bazin apre gli occhi a
fatica. È stato trovato sulla spiaggia con diverse fratture e lo hanno
imbottito di antidolorifici per non fargli sentire il dolore. Muove la testa e
riesce ad inquadrare un’infermiera che sta trafficando con la flebo. Ma non ne
era già venuta una prima?
L’infermiera si volta e si china sui
di lui sorridendo. La conosce? Somiglia a quella escort con cui era salito in
camera prima dell’uragano ma come può essere lei? Che sta dicendo?
-Con tanti saluti
da tua figlia Allegra.-
La ragazza fa scivolare sul letto
una carta con sopra il disegno di un cigno nero poi si volta e se ne va. Bazin
fa per chiamarla ma dalle labbra gli esce solo un rantolo. Si sente soffocare.
Vorrebbe gridare, chiamare aiuto ma non ci riesce. Può solo aspettare finché il
buio lo avvolge.
EPILOGO
In un salottino di Business Class di
un jet intercontinentale che sta decollando da Miami, Parnival Plunder si
rivolge alla sua compagna di viaggio:
-Sono lieto che tu
abbia deciso di accompagnarmi, mia cara Nina, vedrai che ti divertirai. Dopo quello
che abbiamo passato, una pausa ci voleva per entrambi. Londra ti piacerà, ne
sono sicuro.-
La ragazza col corto abito nero si
adagia sul divano e accavalla le gambe rispondendo:
-Ci conto,
Parnival… e per favore, chiamami Belinda.-
-Con piacere. Del resto,
qualunque sia il tuo nome, sarai sempre uno splendore di ragazza dopotutto.-
-Parnival Plunder,
sei un adulatore ma mi piace starti a sentire.-
E che si chiami Nina McCabe, Belinda
Swann o Cigno Nero per Parnival Plunder la cosa ha decisamente poca importanza.
FINE?
NOTE
DELL’AUTORE
Che cosa c’è da
dire su quest’episodio. Molto poco, quindi non perdiamo tempo:
1) Il
Tenente William Somerset, introdotto in MIT da Pablo, è un chiaro omaggio
all’omonimo personaggio del film “Seven” di David Fincher, interpretato da
Morgan Freeman, omaggio che io ho reso ancora più esplicito.
2) Mi
scuso pubblicamente con il Popolo Greco per eventuali errori nella frase in
Greco. D’altra parte, come fa notare Elektra, il Greco parlato dal personaggio
che pronuncia la frase non è esattamente granché, quindi dovrei essere scusato.
-_^
Nel
prossimo episodio: ritornano le ragazze della Jungla, Elektra fa una telefonata
e molto altro ancora. Se non ci credete, venite a controllare.
Carlo