PROLOGO
Il
nome con cui è nota nei documenti ufficiali della Repubblica Popolare Cinese
nella traslitterazione attuale è Provincia di Henan oppure Zhōngyuán, “La Pianura Centrale”, ma
alcuni usano ancora la vecchia dizione di Honan, in uso ai tempi in cui la Cina
era un impero in disfacimento e le potenze occidentali vi avevano posto il loro
oppressivo tallone.
Honan era un posto
dove gli occidentali avevano paura di avventurarsi e tutto per colpa di un
uomo, se tale si poteva davvero chiamare, divenuto leggenda. Il suo soprannome
più diffuso era il Dottore del Diavolo e il nome con cui era più noto era Fu
Manchu.
Per più di cento anni
quest’uomo alto, vestito coi tipici abiti degli alti dignitari della sua terra
e dai caratteristici lunghi baffi spioventi ha tentato di conquistare il Mondo
per imporvi il suo ordine finendo sempre sconfitto per merito di un pugno di
uomini senza altri meriti che il loro coraggio e determinazione.
Oggi quest’uomo è
morto, ucciso dalla sua figlia maggiore che ha tentato di prenderne il posto
fallendo a sua volta[1]
e le sale della sua un tempo imprendibile fortezza sono vuote… o no?
Un uomo alto entra
nella sala del trono e si ferma a contemplare la grande scacchiera posta al
centro della sala e stringe tra dita adunche munite di unghie esageratamente
lunghe il Re Nero con le fattezze di Fu Manchu.
-Il tuo tempo è finito.- proclama -Ora tocca all’Artiglio Giallo.-
E con rapido movimento
spezza in due la statuina in avorio laccato.
(CAVALIERI MARVEL)
N° 75
DI DRAGHI E DI RE
Di Carlo Monni
PARTE PRIMA
OMBRE CINESI
1.
Crab Cay è una piccola isola
corallina dell’arcipelago delle Bahamas che, come dice il suo nome, è abitata
perlopiù da crostacei. È nelle sue acque chiare che due persone in tuta da
subacqueo si muovono silenziose, spinte dalle pinne ai piedi. L’uomo fa un
cenno alla sua compagna indicando una manta che passa sopra le loro teste
ignorandoli, poi, lentamente, si dirige verso riva. Si toglie la maschera
rivelando il volto di un uomo sui trent’anni abbondanti, dai capelli castani
con sfumature rossicce. Alle sue spalle una giovane donna bionda scuote i
capelli.
Il ronzio persistente che proviene dalla
cintura dell’uomo gli strappa una smorfia di disappunto mentre afferra un
piccolo cellulare e ne osserva il display.
-Fine della vacanza
Clive?- chiede la ragazza.
-Mi vogliono a Hong
Kong.- risponde Clive Reston -Ma non è detto che risponda di sì.-
-Ma lo farai,
Clive, è inevitabile. Sei un cavaliere e un cavaliere non rifiuta mai di
aiutare qualcuno in difficoltà… oppure una sfida.-
-Vedo che mi
conosci bene Melissa. In effetti, pare che ci siano di mezzo una signora in
difficoltà e un bambino in pericolo.-
-Allora è ovvio che
devi andare Clive.- aggiunge Melissa Greville -Del resto se posso dirlo, è
quello che…-
-… è quello che
avrebbe fatto mio padre, già.- Clive fa un sorrisetto sardonico -Beh, c’è tempo
prima che parta il prossimo aereo. Lei ha qualche idea su come impiegarlo, Miss
Greville?-
-Ora che mi ci fa
pensare, Mr. Reston…- replica, ridendo, Melissa mentre lui la afferra alla vita
-… forse ne ho una o due.-
Senza dire altro si lasciano cadere
sulla sabbia.
Isole del Mar Cinese Meridionale.
L’uomo che sta a petto nudo sulla spiaggia dimostra poco più di vent’anni ed è
indubbiamente di origine cinese anche se da tempo si considera cittadino del
Mondo. Non sa perché è tornato qui a contemplare il mare: sa bene che i suoi
sforzi per essere solo un umile pescatore tra tanti sono destinati al
fallimento, non è nel suo destino la pace… nemmeno stavolta.
-Shang Chi…- una
voce di donna, una che conosce bene.
-Vattene Leiko.-
replica senza nemmeno voltarsi -Non tornerò indietro stavolta. Non voglio.-
-Nemmeno per
aiutare una vecchia amica?- ribatte Leiko Wu -Nemmeno per salvare Juliette e
suo figlio?-
Lui sospira e si volta come del
resto sapeva che avrebbe comunque fatto.
-Verrò con te.-
risponde rassegnato.
Wolverine
osserva il corpo a terra in un lago di sangue. È stata la cosa più difficile
che abbia mai fatto e non può che sperare che il suo azzardo paghi. Si rivolge
a Matsu’o Tsurayaba:
-Era questo che
volevi? Che uccidessi il mio stesso figlio o mi facessi uccidere da lui? È
questo il tuo concetto di vendetta?-
-Un po’ tortuoso,
lo ammetto…- risponde il Giapponese -… ma mi divertiva l’idea. Comunque fosse
andata a finire tu avresti perso: se non fossi morto avresti scambiato la vita
di un figlio con quella di un altro.-
-Come… come hai
fatto a metterlo contro di me?-
-Quello non è stato
difficile sai? È sempre stato uno sbandato, un emarginato… un mezzosangue in
una società come quella giapponese ha inevitabilmente problemi di inserimento e
quando la Mano lo ha trovato non ha fatto fatica a plasmarlo in un feroce
assassino. Del resto, perché stupirsi? Tale padre, tale figlio.-
Logan digrigna i denti ma, non sa
nemmeno lui come, riesce a trattenersi.
-Ti diverti vero?-
ribatte -Quando… quando avete capito che era mio figlio?-
-Molto presto, credo.-
risponde Tsurayaba -Gli artigli, il fatto che non invecchiava come gli altri.
Era chiaro che c’era un legame con te e non ci volle molto a scoprire quale
fosse.-
-Sua madre… tu sai
chi l’ha uccisa?- chiede Wolverine.
-E tu no?- ribatte
ironico Matsu’o -Ah già… dimenticavo che hai problemi di memoria. Può essere
stato uno dei tuoi nemici, ne avevi tanti anche sessant’anni fa non è vero?
Certo… non posso escludere che sia stato davvero tu come abbiamo detto a lui,
dopotutto vai soggetto ad attacchi di furia cieca, non è forse vero?-
-Bastardo!-
Wolverine salta addosso a Matsu’o e
lo sbatte al suolo, poi gli punta gli artigli al collo. Il suo nemico sorride
mentre gli dice:
-Avanti, fallo:
uccidimi qui e adesso… e avrai condannato a morte tua figlia.-
Wolverine esita. Un osservatore
accorto noterebbe un leggero tremito della mano destra.
-Vuoi ucciderla
comunque.- ribatte -Io dovrei… dovrei…-
-Fermo!-
Logan gira la testa in direzione
della voce e vede Daken, suo figlio, in piedi che si tiene l’addome con la mano
sinistra.
-Ho detto: fermo!
Non lo ripeterò.-
2.
La sede del Secret Intelligence Service britannico,
noto anche con la sigla MI6, è un palazzo bianco sulle rive del Tamigi a
Vauxhall Cross il cui stile architettonico è stato ispirato dal modernismo anni
30 e perfino dai templi aztechi e Maya. Il palazzo ha diversi nomignoli di cui
il più diffuso è Legoland perché sembra costruito proprio con i celebri
mattoncini.
Ogni volta che ci
entra Clive Reston non può fare a meno di pensare che sia stata una scelta
stupida dare ad un servizio segreto una sede pubblica. Non solo rende più
facile identificare agenti che dovrebbero agire sotto copertura, ma è anche un
facile bersaglio per attentati che infatti si sono puntualmente verificati
almeno un paio di volte. Era meglio ai tempi di suo padre, quando il S.I.S.
aveva sede in un anonimo palazzo della City sotto la copertura di una ditta di
import-export e il nome del suo direttore era un segreto ben tenuto. Ai quei
tempi il direttore del MI6 si firmava con le lettera C o M. Oggi il nome è noto
ma le tradizioni vanno sempre onorate: l’attuale direttore preferisce siglare i
suoi documenti con la C.
A Reston l’attuale direttore piace per vari motivi:
è giovane, è di origini scozzesi proprio come lui ma soprattutto viene dal
lavoro sul campo e capisce le esigenze ed i problemi di chi rischia spesso la
vita per la Regina e per la Patria… proprio come il vecchio Sir Denis Nayland
Smith.
A Clive non capita
spesso di incontrare il direttore, specie da quando è stato assegnato alla
squadra speciale anti Fu Manchu sotto la diretta responsabilità di Sir Denis,
ma il diabolico supercriminale è morto[2] e
anche il suo vecchio avversario non vivrà a lungo. I tempi cambiano e a volte
Clive si trova a pensare se non sia lui stesso un vecchio dinosauro.
-Benvenuto, agente Reston.- lo saluta il Direttore -Com’è andata la sua
vacanza?-
-Non male, tutto sommato.- risponde Clive con noncuranza -Il mare alle
Bahamas è eccellente e non hanno tentato di uccidermi neanche una volta.- [3]
-Molto spiritoso.-
-Le donne pericolose hanno sempre esercitato un certo fascino su di
lei, non è vero Reston?- interviene il Vice Direttore -Un tratto in comune con
suo padre, se non vado errato.-
-Non lo escludo… ma non mi avete certo convocato qui prima che partissi
per Hong Kong solo per discutere della mia vita sentimentale… o sessuale.-
-In un certo senso sì.- replica il Vice Direttore -Una sua vecchia
amica, la figlia di Fu Manchu, sarebbe stata avvistata a Macao.-
-Fah Lo Suee.- mormora Clive.
-Esattamente. Questa faccenda ha priorità assoluta su ogni altra cosa.
Dimentichi Hong Kong: se la sente di andare a stanare quella donna?-
-Naturalmente, Sir. Quali sono i parametri della missione?-
-La catturi se può…- risponde, serio il direttore -… altrimenti è
autorizzato a terminare il bersaglio con estremo pregiudizio.-
Ovvero a ucciderla.
Gli eufemismi dei servizi segreti lo divertono sempre, pensa Clive.
-La vecchia licenza di uccidere.- mormora sorridendo -Mi sta bene.-
Kirigi
avanza verso di lei. Dal suo corpo spuntano i pezzi di vetro che lei gli ha
appena lanciato ma lui non sembra curarsene.
Elektra
fa una capriola all’indietro evitando per un pelo un fendente che avrebbe
potuto tagliarla in due. Il suo avversario sembra davvero inarrestabile ma lei
deve trovare un modo per vincere questa sfida. Se fosse in gioco solo la sua
vita forse non le importerebbe troppo: ha fatto molte cose brutte nella sua
vita e probabilmente merita una punizione. Ma c’è anche la vita di Rina, in
ballo, la vita della figlia che ha abbandonato alla nascita e che sperava
avrebbe avuto una vita diversa dalla sua, non toccata dalla violenza. Per
salvarla deve compiere l’impossibile e battere Kirigi. Non sa come ma deve
farlo.
Non
può più indietreggiare. Alle sue spalle una scogliera le blocca la strada. Deve
affrontare il suo destino. Afferra saldamente e con entrambe le mani la sua
katana e attende.
Paladin, seguito da
Luke Cage, Misty Knight e Colleen Wing, entra nell’ufficio di Joy Meachum e
squadra la giovane e bella donna cinese che indossa un
cheongsam, l’abito tradizionale femminile cinese, di color verde e con spacchi
molto profondi e che ricambia il suo sguardo con apparente calma.
-Questa poi!-
esclama Paladin -Il Drago di Giada è una donna e quella donna è Suwan.-
-Conosci questa
donna?- gli chiede, sorpresa, Misty.
-Ma certo: sono
informato su tutti i maggiori supercriminali ed i loro affiliati. Suwan è la
pronipote dell’artiglio giallo e per quanto non sembri ha almeno 80 anni…
portati molto bene se posso dirlo.-
-I complimenti sono
sempre ben accetti, Mister Paladin.- replica la donna -E una lunga giovinezza è
solo uno degli effetti collaterali del vivere vicino al mio prozio.-
-Le ultime notizie
su di lei dicevano che era morta… uccisa da suo zio che prima aveva usato il
suo corpo per farvi reincarnare un’antica e malvagissima principessa Cinese.-[4]
-Quella non ero
io…- risponde Suwan -… ma un mio clone. Mio zio non aveva voluto rischiare. Mi
aveva messo in animazione sospesa e mi sono risvegliata solo di recente.-
-E ha deciso di
conquistare il Mondo cominciando dall’alta finanza? Geniale.-
Suwan sta per rispondere quando la
porta dell’ufficio ed entra un uomo di chiara origine cinese vestito di un
completo scuro e cravatta in tinta su un’immacolata camicia bianca.
-Sono…- qualunque
cosa volesse dire si interrompe di colpo riconoscendo la donna davanti a lui e
con voce sorpresa esclama -Suwan?-
-Anche per lei la
sorpresa è assoluta mentre replica:
-Jimmy?-
Paladin sogghigna mentre commenta:
-Proprio quello che
ci mancava: la riunione di due innamorati.-
3.
La situazione non
potrebbe sembrare peggiore: Shen Kuei, meglio noto come il Gatto, legato ad una
sedia e picchiato ripetutamente da due sgherri, eppure sul volto del
prigioniero c’è un sorriso insolente.
-Tutto qui?- dice
sprezzante -Vi credevo più… creativi.-
-Vuoi torture più
elaborate, Gatto? Possiamo provvedere.-
A parlare è stato un uomo corpulento
ma non grasso, col cranio rasato a parte una coroncina di capelli al centro
della testa, l’occhio sinistro è coperto da una benda e la mano sinistra è
sostituita da un’arma di qualche tipo. È a petto nudo e sulle spalle è
drappeggiato un mantello.
-Kogar!- esclama il
Gatto non particolarmente sorpreso -Vedo che la polizia di Hong Kong non è
riuscita a trattenerti. Immagino che anche Spaccateste sia con te.-
-Immagini giusto.-
dice l’uomo chiamato Spaccateste in costume e facendo roteare due catene alle
cui estremità sono fissate due sfere d’acciaio -Sarà un piacere per me farti
del male.-
-Ammesso che io te
lo permetta.-
-La tua arroganza
non ha limiti.- replica Kogar -Tu sei nostro prigioniero. Non puoi fare nulla
contro di noi.-
Sul volto di Shen Kuei appare un
sorriso divertito.
-Ne sei davvero
sicuro?- replica calmo.
Olivia Boothroyd finisce di sparare
ed appoggia la sua arma su un vicino ripiano.
-Perfetta.-
commenta con un sorriso togliendosi le cuffie antirumore.
-È quello che dico
sempre anch’io quando ti vedo, mia cara.-
Olivia si volta per trovarsi davanti…
-Clive Reston. Per
una volta hai avuto un ottimo tempismo. Stavo giusto provando un gingillo che
potrebbe tornarti utile nella tua prossima
missione.-
Clive Reston sorride alla donna
davanti a lui. Il suo nome completo è Olivia Amanda Boothroyd ed è il Vice Capo
della sezione Armi ed Equipaggiamento o comunque si chiami questa settimana.
Quando il padre di Clive era ancora in servizio attivo andava di moda designare
le varie sezioni del MI6 con una lettera dell’alfabeto e quella toccata in
sorte a quella specifica sezione era stata la lettera Q. Ancora oggi molti vi
si riferivano con quella lettera e la usavano per designarne il capo, colpa
anche di una serie di film basati molto liberamente sulle avventure del padre
di Clive. Olivia, come Clive, era una specie di figlia d’arte perché il suo
nonno paterno era stato il capo della sezione e ne aveva sostanzialmente
plasmato la leggenda. Poiché Olivia era il numero due lì dentro qualcuno aveva
preso a chiamarla Q2 e qualcun altro aveva preso a storpiare la pronuncia di
quel nomignolo trasformandolo da Q Two in Cute[5]
e la cosa è giustificata dal fatto che Olivia è davvero una bella donna, con
una leggera somiglianza con l’attrice Vanessa Redgrave. Lei e Clive avevano
avuto occasionali momenti di intimità di tanto in tanto.
-Di che si tratta
stavolta?- chiede, ironico, Clive -Una penna che lancia raggi laser? Un bottone
esplosivo?-
-Nulla di tutto
questo.- risponde, seria, Olivia -Solo una versione modificata della tua arma
preferita: la pistola Walther PPK. In questo caso è stata resa capace di sparare
piccoli proiettili che al contatto esplodono sviluppando un altissimo calore
che scioglie qualunque cosa.-
-Anche una Regina
di Ghiaccio come te?-
Olivia piega le labbra in quello che
dovrebbe essere un sorriso e porge a Clive la pistola dicendo:
-Provala.-
Con apparente noncuranza Clive punta
la pistola contro una lastra d’acciaio e spara. Il proiettile colpisce la
lastra e dopo pochi attimi nella stessa si apre un grosso buco.
-Niente male
davvero.- commenta.
-Ci sono anche
altre cosette ovviamente. Mi dicono che la tua missione potrebbe essere molto
pericolosa.-
-E quali non lo
sono? Buona giornata Olivia.-
Un semplice scippo
ma non esistono crimini troppo piccoli per non interessare la figura in rosso
che si è assunto il ruolo di protettore di Hell’s Kitchen. Per Devil è un gioco
da ragazzi fermare lo scippatore bloccandogli le gambe col cavo del suo bastone
per poi tirarlo verso di sé.
Non passa molto tempo che arriva un
agente di pattuglia e ammanetta il criminale.
-Voglio un
avvocato.- urla lo scippatore -Questo è stato un arresto illegale.-
Devil ride: e ribatte:
-Non lo sai che un
cittadino ha il diritto di fermare chiunque stia commettendo un crimine? Non
preoccuparti però, è tuo diritto avere un avvocato. Sceglilo bene.-
Fa scattare il cavo del suo bastone
e con un salto è già scomparso.
4.
Arriviamo a Hong Kong per essere ricevuti da un uomo in
divisa da autista che ci porta ad una villa elegante.
-Si tratta bene il
tuo amico Gatto, Shang Chi.- commenta
Leiko con una punta di sarcasmo.
Amico?
Forse io e Shen Kuei lo siamo davvero in fondo. Accantono il pensiero quando
vedo la donna in piedi sulla soglia. Il tempo è stato clemente con Juliette, è
ancora così bella.
-Shang Chi… sono
lieta che tu sia venuto.- mi dice
tendendomi le mani che stringo istintivamente.
-Non potevo non
venire.- replico ed è la semplice verità.
Juliette
ci fa strada in un ampio soggiorno dove c’è un bambino di circa sei anni.
Accanto a lui un uomo alto dai capelli castani e l’aria risoluta.
-Forse conoscete Rick
Mason.- lo presenta Juliette.
-L’Agente, certo.- commenta Leiko.
L’uomo
sorride stringendole la mano:
-Leiko Wu.- dice
-Ci siamo incrociati anni fa. Era il Cairo o Bagdad? Io ero lì per conto del
Mossad mi pare.-
-E ci siamo quasi
sparati addosso.-
-Ma dopo è andata
meglio.-
L’uomo
che Leiko ha chiamato Agente si rivolge a me:
-Il famoso Shang
Chi, sono lieto di conoscerti. Ti sei fatto una certa fama nei circoli
dell’intelligence.-
-Una fama tra gli
esperti di giochi di morte e d’inganni non mi interessa.- rispondo.
-Se non vi
dispiace…- interviene Juliette -…
vorrei che parlassimo di come salvare Shen Kuei. Voglio che mio figlio ritrovi
suo padre.-
-Tuo… figlio?- mi avvicino al bambino e mi accuccio
davanti a lui -Somigli a tuo padre, ma hai gli occhi di tua madre. Come ti
chiami?-
-Marcus.- risponde lui -La mamma dice che tu sei
bravissimo… quasi come mio padre e che lo riporterai a casa.-
-Lo farò, puoi
contarci.-
Leiko mi
guarda e so cosa pensa: si chiede se non mi sia esposto troppo. Me lo chiedo
anch’io ma sono deciso a mantenere la mia promessa.
L’uomo
dai capelli corti e biondi entra nella stanza sfoggiando un sorriso maligno.
Kogar si fa da parte e ridacchiando si rivolge al Gatto:
-Conosci
l’Inquisitore? È molto creativo nel far parlare la gente, un vero artista della
tortura.-
-E si diverte
anche.- replica Shen Kuei -Conosco la sua fama.-
-E allora saprai
che spero che tu non parlerai tanto presto.- gli dice l’Inquisitore -Mi
perderei tutto il divertimento.-
-Stai tranquillo…
se vuoi dolore, avrai dolore… ma sarà il tuo.-
Improvvisamente il Gatto scatta e si
getta a terra. Le sue gambe unite colpiscono l’Inquisitore al mento facendolo
cadere.
-Attenti… si è
liberato.- urla Kogar.
Shen Kuei balza in piedi e colpisce
uno degli sgherri al suo fianco.
-Te lo avevo detto
Kogar…- dice tranquillo -… siete voi ad essere imprigionati con me, non il
contrario.-
L’aeroporto internazionale di
Pechino si avvicina e Clive Reston guarda dal finestrino la pista. Non è il suo
primo viaggio nella Repubblica Popolare Cinese e spera proprio che non sia
l’ultimo.
-Non dirmi che sei
nervoso, Reston.- gli si rivolge il suo compagno di viaggio: Black Jack Tarr.
-Va bene, Tarr, non
te lo dirò.- replica Reston -Non dirò nulla sul fatto che stiamo atterrando in
un territorio potenzialmente ostile dove se scoprissero chi siamo potrebbero
piantarci una pallottola in testa senza pensarci due volte.-
-Non sei il tipo
che si preoccupa tanto per la propria incolumità. Dì la verità: non ti va che
abbiano assegnato a questa missione anche la tua biondina. È per lei che hai
paura.-
-Non è addestrata
per una missione sul campo e… silenzio: sta tornando.-
La statuaria figura di Melissa
Greville spunta dalla toilette per poi sedersi a fianco dei due uomini.
-Di che stavate
parlando?- chiede.
-Ripassavamo i
dettagli della missione, specie i nomi che dovremo usare.- risponde Clive.
-Li ho imparati a
memoria: tu sei Charles Royce e rappresenti un’importante società che vuol fare
affari in Cina, lui è Joseph Tarrant, la tua guardia del corpo e io… io sono
Maura Gascoyne, tua assistente personale… molto personale.-
-Speriamo che
funzioni.- borbotta Clive.
L’aereo rulla mentre iniziano le
procedure di atterraggio.
FINE
PRIMA PARTE
PARTE
SECONDA
IL
CODICE DEI SAMURAI
1.
Fuyumi Fujikawa è una giovane e
bella donna, membro di una delle più importanti e ricche famiglie del Giappone.
È anche la pecora nera di quella famiglia: non solo si è messa con un potente
oyabun[6]
della Yakuza e della Mano, ma ha anche cospirato con lui per uccidere suo nonno
i suoi genitori e sua sorella per impadronirsi della Stark-Fujikawa, un piano
fallito a causa dell’eroe occidentale chiamato Iron Man.[7]
Fuyumi
non prova alcun rimorso per le sue azioni e si gode la sua posizione come
compagna di Matsu’o Tsurayaba, ma sta per scoprire che oltre ai soldi e al
potere ci sono anche conseguenze sgradevoli.
Il
coltello che le morde la gola sembra apparire dal nulla mentre una voce di
donna le sussurra:
-Non fiatare. Se
chiami aiuto sei morta.-
Fuyumi non perde la calma almeno
apparentemente. Respira a fondo poi chiede con voce sommessa:
-Chi sei? Cosa
vuoi?-
-Faccio io le
domande e tu rispondi. Voglio sapere dov’è la bambina, la figlia di Wolverine,
e tu me lo dirai alla svelta o ti assicuro che ti farò male… molto male.-
E Fuyumi è assolutamente sicura che
la donna misteriosa non stia bluffando.
L’uomo
chiamato Rick Mason si muove guardingo. È evidente che sa quel che fa.
-Ci sono guardie
armate naturalmente.- commenta -Dopo aver catturato il Gatto si aspettavano
altri guai… o magari è solo per tener dentro lui.-
Da
come conosco Shen Kuei i suoi catturatori si illudono se credono di poterlo
tenere prigioniero a lungo. Mason ha ragione: si è fatto catturare apposta per
stanare il vero nemico. Juliette teme che lo abbiano ucciso ma io ne dubito.
-Sta arrivando
un’auto.- ci avverte Leiko.
Una
limousine si ferma davanti all’edificio che stiamo controllando e ne scende una
donna dal portamento altero vestita con una calzamaglia verde. Anche i capelli
sono verdi e lunghi e coprono una parte del suo viso.
-Che mi venga un
colpo!- esclama Mason -È proprio lei.-
-Chi?- chiedo sorpreso.
-Una delle più
pericolose terroriste in circolazione, Shang Chi.- mi risponde Leiko -Il suo vero nome è sconosciuto: la chiamano Viper.-
Lo
scintillio negli occhi di Daken indica chiaramente una furia repressa che sta
per esplodere. Le sue ferite si stanno rimarginando. Wolverine contava proprio
che avesse un fattore rigenerante rapido come il suo.
-Lascialo andare.-
ripete -Non te lo dirò un’altra volta.-
Wolverine spinge Matsu’o a terra e
si rivolge a sua volta a Daken:
-Vuoi ancora
combattere al suo posto?-
-Potrei ucciderti,
vecchio, e tu lo sai.-
-Sì… ne sono
convinto. Anni fa non avrei esitato ad accettare la sfida, figlio o non figlio,
ma oggi… oggi non voglio combatterti.-
Daken sfodera i suoi-artigli e li
punta al naso di Wolverine.
-Ma forse lo voglio
io.- urla -Forse voglio fartela pagare per gli anni di dolore e umiliazione che
ho patito per causa tua.-
-Ragazzo… fino a mezz’ora
fa io ignoravo perfino la tua esistenza… e non ricordavo nemmeno tua madre.
Hanno pasticciato col mio cervello, mi hanno usato proprio come lui e quelli
come lui…- indica Matsu’o -… hanno usato te. A lui non importa nulla di te.
Sarebbe felice se tu mi uccidessi ma gli andrebbe bene anche se fossi io ad
ucciderti perché sa che la cosa mi devasterebbe. Avrei ucciso mio figlio. A lui
interessa solo vendicarsi. Vuoi davvero essere il suo strumento o vuoi
cominciare a pensare con la tua testa?-
La sola risposta di Daken è un
sogghigno.
2.
C’è un sorriso
sardonico sul volto di Paladin mentre osserva la donna che si fa chiamare
Artiglio di Giada che si avvicina a Jimmy Woo e gli carezza il volto.
-Jimmy…- mormora -…
sei davvero tu? Sembri ancora così giovane.-
-Come te Suwan.-
risponde l’agente dello S.H.I.E.L.D. afferrandole la mano -Ero convinto che
fossi morta.-
-E hai sentito la
mia mancanza?-
Jimmy Woo elude la sua domanda e
dice:
-E così sei tu il
misterioso Artiglio di Giada. Hai preso il posto di tuo zio dopo la sua
scomparsa e rinnegato tuo tutto ciò che
credevamo.-
-Sbagli.- ribatte
Suwan -Su di me e su mio zio… è appena tornato in attività.-
Il luogo è una segreta nella fortezza di Honan un
tempo appartenuta a Fu Manchu. Al suo interno, incatenata ad una parete, sta
una donna, giovane all’apparenza, dai lunghi capelli neri vestita con un abito
lungo che le lascia le spalle nude e con ampi spacchi laterali sino alle cosce.
Quando la porta della sua cella si apre il suo sguardo fiero nonostante
l’incomoda posizione si posa sulla figura di un uomo alto dai lunghi baffi
spioventi e il cranio rasato.
-Padre?- mormora e nella sua voce c’è un tono misto di timore e
speranza.
L’uomo avanza e si
mostra alla fioca luce e la donna vede che indossa un’armatura coperta appena
da un giacchetto blu… lo vede e lo riconosce.
-Non sono tuo padre Fah Lo Suee.- le dice l’uomo con un sorriso maligno
in volto -Sono il suo legittimo successore.-
-Artiglio Giallo.- esclama la figlia di Fu Manchu -Mi ricordo di te quando eri solo un apprendista alla
corte di mio padre. Ora pensi di essere degno di succedergli. Quell’onore è
solo mio, il sangue del suo sangue.-
-Sei orgogliosa come mi ricordo Fah Lo Suee. Unisciti a me nel portare
avanti la visione di tuo padre. Insieme saremo invincibili.-
-Preferirei piuttosto accoppiarmi con un cane.- è la sprezzante
risposta.
-Non è detto che non accada, se è questo che vuoi. Avrei preferito che
tu fossi più ragionevole ma se sono costretto, ti spezzerò e poi forse sarò
magnanimo e ti terrò come mia concubina.-
-Credi di essere chissà chi ma non sei nemmeno degno di strisciare ai
piedi di mio padre e pensi di poterne prendere il posto. Il tuo orgoglio
causerà la tua caduta ed io riderò quando accadrà.-
-Lo vedremo, donna… lo vedremo.-
Lama
contro lama, il cozzare dell’acciaio contro l’acciaio. La katana di Elektra si
spezza e lei getta via il moncherino che rimane.
Kirigi avanza per vibrare il colpo
finale ma Elektra indietreggia. Inciampa su qualcosa e cade all’indietro.
Kirigi scatta in avanti. Elektra lo colpisce con un calcio all’inguine. Il
guerriero invincibile barcolla senza emettere un gemito e poi riprende ad
avanzare. Elektra lo afferra e lo spinge verso la scogliera. Kirigi le strige
un polso e la trascina con sé.
Cadono entrambi verso gli scogli
sottostanti.
3.
Con la punta del
coltello che le accarezza le reni Fuyumi Fujikawa scende verso il seminterrato
della villa e chiede alla donna alle sue spalle:
-Chi sei e perché
ti interessa tanto la figlia di Wolverine ed Elektra?-
-Puoi chiamarmi
Yukio e puoi anche definirmi una ronin.-[8]
replica l’altra.
-Yukio… sì. Ho
sentito parlare di te: una ribelle… una pazza.-
-Sì… forse è vero…
ma sono soprattutto un’amica di Wolverine e gli ho promesso di ritrovare sua
figlia.-
-Amica… certo. Non
è molto alto ma deve avere altre doti nascoste immagino. Abbastanza da
guadagnarsi la tua lealtà.-
-Parla di meno e
portami dalla bambina.-
Fuyumi si permette un sorriso.
-Lo farò.- risponde
-Ti porterò da lei.-
Daken si rivolge a Matsu’o:
-Mi hai mentito:
non ha ucciso lui mia madre.-
-E che differenza
fa?- ribatte l’altro -Per quel che ne sa lui, potrebbe essere anche vero. In
ogni caso tu lavori per la Mano… per me. Che sia un padre che non hai mai
conosciuto non dovrebbe importarti.-
-Io non sono una
macchina e nemmeno un burattino. Non puoi trattarmi come se lo fossi.-
-Ah… si vede che è
tuo figlio, Logan. Stessa arroganza non ti pare?-
-Stai zitto.-
ribatte Wolverine e poi si rivolge a Daken:
-Figliolo…-
-Non chiamarmi
così.- ribatte lui -Non ho ancora deciso di non ucciderti. Dov’eri tu quando
crescevo da solo e disprezzato?-
-Io…-
Logan
non sa cosa dire. Dopotutto nemmeno lui conosce le risposte. Chi ha ucciso la
madre di Daken? Volevano colpire lui? Perché ha abbandonato suo figlio? Lo
hanno costretto o l’ha fatto volontariamente? La sua vita è tutta una serie di
domande senza risposte.
Improvvisamente
un artiglio gli si conficca tra le costole e lui si piega con un grido.
-Il tuo fattore di
guarigione ci metterà un po’ a rimetterti a posto, paparino.- gli sussurra
Daken -Avessi spinto più a fondo saresti morto grazie al metallo che ricopre i
miei artigli.-
Frammenti della spada di Muramasa
fatta con una lega speciale che annulla il fattore di guarigione. Magia forse
ma ciò che importa è che funziona. Logan sente tutto il dolore della ferita e
si tampona il sangue come può. Daken si rivolge a Matsu’o sfoderando gli altri
artigli:
-Ora credo che ti
squarterò come il maiale che sei.-
-No!- urla
Wolverine.
L’impatto con l’acqua l’ha lasciata
senza fiato. Elektra non sa nemmeno lei com’è riuscita ad evitare gli scogli ed
ora si sente trascinare verso il fondo. Non può permettersi di lasciarsi
andare. Comincia la risalita. Con la coda dell’occhio vede degli squali. Se
sarà fortunata gli scogli la proteggeranno quanto basta.
Finalmente raggiunge la superficie e
si arrampica su uno scoglio. Nessuna traccia di Kirigi. Con un po’ di fortuna è
piombato prima sugli scogli e poi in acqua dove gli squali si occuperanno di
lui. Ma non riesce a crederci.
Guarda verso l’alto. Sarà una
scalata difficile ma può farcela… deve farcela.
4.
Sembra la sede di
una normalissima azienda: impiegati che lavorano al computer o si muovono tra i
cubicoli. I tre visitatori non sono ingannati dalle apparenze: sanno che è solo
una copertura della locale sede del MI6 a Shangai
-in realtà gli
affari vanno bene e abbiamo anche un discreto profitto… che ovviamente viene
versato al MI6.- risponde il General Manager dell’azienda in realtà il
responsabile della sezione.
-Ma suppongo che i
Cinesi non lo sappiano.- commenta, ironico, Clive Reston.
-In realtà non ne
siamo sicuri ma finora non ci hanno dato fastidi.-
-Immagino che
questa stanza sia a prova di intercettazione.-
-Ovviamente… anche
se non escludo che i Cinesi abbiano qualche tecnologia che potrebbe superare le
nostre misure di sicurezza. Ma veniamo agli affari. Date un’occhiata a queste.-
Una serie di immagini passa su uno
schermo e tutte sono di una donna alta e bruna.
-Sì… è proprio Fah
Lo Suee.- commenta Clive.
-La settimana
scorsa era a Macao e due giorni fa era qui. Dopodiché ne abbiamo perso le
tracce.-
-Ma io so dove può
essere. C’è un solo posto dove può essersi diretta.-
-La fortezza di
Honan.- dice Black Jack Tarr.
-Ci ha sempre
tenuto a succedere al padre… occupare la sua fortezza è un passo logico.
Direi.-
-Allora andremo
là.- ribatte Tarr.
-Adoro la tua
mentalità semplice e diretta Tarr.- Clive si rivolge a Melissa Greville -Tu,
ovviamente rimani qui.-
-Te lo scordi.-
replica la ragazza.
-Non è oggetto di
discussione: non sei un’agente operativo e non sei addestrata al lavoro sul
campo.-
-Il che non ha
impedito ad un po’ di gente di cercare di uccidermi in passato… e poi che ne
sarà della tua copertura, signor uomo d’affari senza la tua preziosa assistente?-
Clive sbuffa e Black Jack Tarr
sogghigna.
Leiko
sembra sorpresa.
-Viper… pensavo
fosse morta.-
-Non è così
semplice da uccidere.- replica Rick Mason
serafico -Se una come lei è coinvolta la cosa è grossa. Forse progetta un
attentato nel suo stile.-
-Che vuol dire
centinaia, migliaia o addirittura milioni di morti.- aggiunge Leiko.
-Allora la
fermeremo.- affermo io.
-Per farlo dovremo
entrare lì dentro.- ribatte Mason -Qualche
idea?-
Non
gli rispondo e con molta calma esco allo scoperto e mi dirigo verso l’edificio.
-È pazzo?- chiede Mason.
-A volte me lo
chiedo anch’io.- replica Leiko.
Fuyumi apre una porta e si rivolge a
Yukio:
-Entra pure.- le
dice con una punta di sarcasmo nella voce.
Yukio
si muove con circospezione. È tutto troppo facile si dice e le cose troppo
facili nascondono sempre una trappola. Spinge dentro Fuyumi e si ritrovano
entrambe in una stanza dove c’è un lettino per bambini e nessun altro.
-L’avete lasciata
sola?- esclama Yukio.
-Non si è mai
veramente soli.- ribatte Fuyumi.
Come spuntati dal nulla una mezza
dozzina di guerrieri della Mano circondano la giovane ronin.
-Sapevo che non
sarebbe stata semplice.- borbotta lei, poi sorride -Meglio così: io odio le
cose semplici.-
Con un grido si tuffa in battaglia.
Evita il fendente di una katana e colpisce uno dei ninja con il taglio della
mano destra e subito dopo un altro si ritrova un coltello nell’addome.
Yukio si muove veloce, incurante del
pericolo, come se non le importasse di essere uccisa. Lo scontro non dura molto
ed infine solo in due sono rimaste in piedi: Yukio e Fuyumi Fujikawa.
-Tu…- lo stupore è
evidente nella voce e nel volto di Fuyumi -… tu hai sconfitto sei ninja della
Mano.-
-Sono
sopravvalutati… io ho imparato dai migliori.- risponde Yukio.
Omette di parlare delle ferite che
ha riportato sono superficiali perlopiù, anche se da come sanguina non si
direbbe. Avanza verso il lettino. Guarda dentro e grida.
FINE
SECONDA PARTE
TERZA
PARTE
DECISIONI
ESTREME
1.
Joy Meachum
esclama:
-Ma insomma… chi è questo zio di cui questa tizia sta parlando e che
sembra impressionarvi tanto?-
-Una leggenda
secondo alcuni…- risponde Paladin -… ma non per la gentile signorina qui
presente e per l’Agente Woo. Lo chiamano Artiglio Giallo, un nome pretenzioso
forse, ma adatto ad un supercriminale. Del suo passato non si sa molto ma
apparve dal nulla nel 1956 e si mise apparentemente al servizio della Cina
Popolale ma in realtà seguiva una sua personale agenda che contemplava la
conquista del mondo. L’agente Woo era nell’F.B.I. all’epoca e si scontrò con
lui diverse volte, sventando i suoi piani grazie anche all’aiuto di Suwan… poi
alla fine del 1958 l‘Artiglio Giallo scomparve e nessuno ne seppe più niente
sino a una decina di anni fa circa.-
-Aspetta…- lo
interrompe Joy -… stiamo parlando di più di 50 anni fa e l’Agente Woo non ne
dimostra che poco più di trenta.-
-Merito di una vita
sana.- ribatte con un sorriso Jimmy Woo.
-Poco tempo fa
l’Artiglio Giallo scomparve e a quanto pare l’Artiglio di Giada ha preso il suo
posto.-
-Qualcuno doveva
pur farlo.- replica Suwan.
-Perché Suwan?- le
chiede Jimmy Woo –Tu non eri così ma ora… hai ordinato omicidi e ricatti per
ottenere i tuoi scopi proprio come tuo zio.-
-Che vuoi che ti
dica, Jimmy? La vita della brava ragazza era così noiosa che ho pensato di
cambiare e così ho preso il posto di mio zio e ho preso il nome di Artiglio di
Giada.-
-Dovrò farti
arrestare adesso.-
Suwan sorride e accavalla le gambe.
-Non credo Jimmy.-
dice -Perché, vedi, tu hai bisogno di me. Credevo di aver ucciso mio zio ma
avrei dovuto ricordare di non sottovalutarlo. È tornato e ha deciso di colmare
il vuoto di potere lasciato dalla morte di Fu Manchu impadronendosi del suo…
impero del male, il più vasto network di assassini e terroristi del globo. Se ci
riesce nulla potrà fermarlo. Io posso aiutarvi a farlo… alle mie condizioni.-
Woo rimane silenzioso per qualche
istante poi replica:
-Sentiamole.-
Elektra raggiunge la cima della
scogliera. Non sente quasi più braccia e gambe ma non può fermarsi adesso. C’è
in gioco molto di più della sua vita stessa.
Raggiunge la vetrata da lei infranta
poco prima[9]
e sente le voci all’interno:
-Non farlo Daken…
non ti permetterò di uccidere Matsu’o… non prima che mi abbia detto dov’è mia
figlia… tua sorella.-
Alla voce di Wolverine segue quella
di Daken:
-Questo bastardo mi
ha ingannato e per quel che mi riguarda, merita di morire.-
-Mi occuperò io di
lui… dopo.-
-E se non lo farà
lui, ci penserò io- afferma Elektra entrando nella stanza poi si rivolge a
Matsu’o Tsurayaba -Il tuo piano è fallito: io e Wolverine siamo sopravvissuti.-
-E credi che questo
mi privi della mia vendetta?- ribatte Matsu’o sprezzante -Anzi… la rende più
dolce.-
Con un rapido gesto preme un bottone
e su uno schermo che si materializza su una parete appare l’immagine di Yukio
stravolta.
-Sono sempre un
passo davanti a te… Wolverine… sempre.-
Florida. Nina McCabe, alias Belinda
Swann alias Cigno Nero, non sa cosa sta capitando alla donna che negli ultimi
anni è stata per lei una sorta di madre putativa ed anche se lo sapesse non
potrebbe fare molta differenza. Ora deve concentrarsi sul suo incarico, quello
per cui l’hanno ingaggiata e le pagano un sostanzioso onorario, dopotutto è o
non è una delle migliori assassine sulla piazza?
Apparentemente si sta godendo la
spiaggia di Miami in un ridotto bikini, naturalmente nero, sorseggiando un
drink e sembra solo una delle tante ragazze che si mettono in mostra ma in
realtà sta solo aspettando il momento di prendere contatto col suo bersaglio.
Se si fermasse a riflettere forse
Nina si chiederebbe quando ha cominciato a considerare con tanto distacco le
persone che le viene chiesto di uccidere. Forse è il solo modo che ha di non
pensare al fatto che ha superato la linea tra giusto ed ingiusto. Lei voleva
solo aiutare Elektra ma ogni passo da lei fatto per questo scopo l’ha portata a
diventare quello che è ora. Non può più tornare indietro ormai e forse non
vuole.
Accantona ogni altro pensiero: il
suo bersaglio è arrivato ed è il momento di colpire.
2.
Mi
avvicino ai due uomini di guardia alla porta che mi guardano perplessi e mi
puntano contro le loro armi.
-Fermati dove sei o
spariamo.- mi intima uno.
-Non ci saranno
altri avvertimenti.- aggiunge l’altro.
-Non mi servono.- replico e prima che possano abbozzare una
qualche mossa io sono già loro addosso e li abbatto.
Senza
aspettare i miei alleati spalanco il portone ed entro.
-Non è il tipo che
perde tempo.- commenta Rick Mason.
-Non lo è mai
stato.- ribatte Leiko balzando allo
scoperto e sparando alle altre guardie.
Le loro
voci mi giungono ovattate mentre procedo all’interno dell’edificio.
Un attico a Park Avenue. Fino a poco
tempo prima Natalia Alianovna Romanova, meglio nota negli Stati Uniti come
Natasha Romanoff ed ancor più come Vedova Nera, aveva temuto di perderlo
durante la sua recente e personale crisi economica. Come avrebbe detto il suo
compagno Matt Murdock, aveva sputato l’anima per poterlo comprare e doverlo
abbandonare non sarebbe stato facile. Per fortuna un paio di onorari sostanziosi
da parte dello S.H.I.E.L.D. e soprattutto la decisione della Van Dyne Fashion
di riassumerla come designer le avevano permesso di onorare le rate del mutuo e
col successo della sua ultima collezione, spinto anche dai turbolenti fatti
avvenuti alla sfilata di presentazione,[10]
le preoccupazioni economiche erano accantonate per un bel po’… il che le
permetteva di dedicarsi ad altro.
-Non posso dire che
mi faccia piacere vederti partire per un luogo pericoloso come Madripoor.- le
dice il suo burbero mentore Ivan Petrovitch.
-Ho l’opportunità
di salvare una ragazza rapita, stuprata e venduta come prostituta, credi che
potrei starmene in disparte a non far nulla?- ribatte Natasha.
-No è ovvio che non
puoi.- ammette cupo Ivan -Solo… vorrei poter venire con te.-
-Non se ne parla
nemmeno. Sei ancora convalescente per la tua recente ferita[11]
e non sei in grado di affrontare un viaggio così impegnativo… e poi… se non te
ne sei accorto, sono una donna adulta e capace di badare a se stessa. Non è la
prima volta che vado in un territorio ostile e pieno di pericoli e me la sono
sempre cavata. Senza contare che non sarò sola: Matt e l’Uomo Ragno verranno
con me.-
Uhm…- bofonchia il
vecchio russo con una smorfia -…di Murdock so che posso fidarmi, ma quel
buffone che spara ragnatele e pessime battute… sei sicura che sia davvero
affidabile?-
La Vedova Nera sorride e accarezza
affettuosamente la guancia sinistra di Ivan mentre replica:
-L’Uomo Ragno è
decisamente in gamba credimi. È in circolazione da prima di Matt e sospetto che
il suo atteggiamento scanzonato nasconda profonde ferite dell’animo. Credo che
a motivarlo sia un forte senso di colpa e che abbia conosciuto più di una
tragedia personale nella vita.-
-Di solito non
sbagli a giudicare qualcuno. Senso di colpa per il ragno, ansia di giustizia
per Murdock e tu… perché lo fai?-
-Perché mantengo
sempre la mia parola. Ricordi quelle ragazze russe introdotte qui come schiave
del sesso?[12]
Ho giurato che non avrei più permesso una cosa simile se potevo impedirla ed è
esattamente quello che farò.-
E Ivan sa bene che questo chiude la
discussione.
Nessuno si avvicina mai alla
fortezza nel cuore della Provincia di Henan in Cina anche ora che il suo
padrone è scomparso.
Ora qualcun altro si è proclamato
signore di quella fortezza e non è meno spietato del precedente padrone.
Per molti anni l’Artiglio Giallo ha
sognato di trovarsi in queste sale da signore assoluto e ora il suo sogno si è
avverato… o almeno è ciò che sembra.
Sogghigna mentre una donna legata
viene spinta davanti a lui che è seduto su una specie di trono.
-Allora Fah Lo
Suee… dice alla donna -… hai riflettuto sulla mia proposta?-
Come risposta la figlia di Fu Manchu
gli sputa in faccia. L’Artiglio Giallo le sferra un manrovescio e poi un altro.
-Mi pregherai di
prostrarti ai miei piedi, sgualdrina, mi supplicherai.-
-Morirò prima.-
ribatte lei.
-A questo posso
provvedere ma prima ti umilierò… te lo prometto.-
3.
Africa Centrale. Il
potente binocolo inquadra una scena che ad altri occhi apparirebbe strana: due
giovani donne, una bionda ed una bruna, vestite di una specie di costume sono
in piedi di fronte a quella che può solo essere descritta come una pantera nera
antropomorfa. Più discosti stanno un giovane dai capelli neri ed un uomo più
maturo dai capelli rossi circondati da altri animali antropomorfi.
-Li ho trovati,
T’Challa.- dice l’uomo, un bianco alto la cui faccia sembra quasi scarnificata
-Che vuoi che faccia?-
<<Limitati a
tenerli d’occhio per ora, Horatio.>> risponde la Pantera Nera <<Ma
se quel tizio che si fa chiamare Pantera tentasse un gesto ostile contro quei
tre ragazzi intervieni immediatamente. Se non fossi impegnato con le manovre di
chi ha voluto sottrarmi il trono[13]
sarei lì io stesso. Confido in te.>>
-Non ti deluderò
T’Challa.-
Il Gatto non sembra preoccupato
quando Spaccateste gli si avvicina.
-Ho sentito un
sacco di storie, Gatto... ma sono convinto che molte siano solo
esagerazioni.- proclama quest’ultimo
-Qualcuna me l’ha raccontata quella sgualdrina di Juliette. Ti ricordi che me
la sono sbattuta per un po’, vero? Quella è davvero una donna che sa come far
divertire un uomo.-
Se le parole di Spaccateste avevano
lo scopo di turbare Shen Kuei e rovinare la sua concentrazione, almeno
apparentemente, non hanno raggiunto lo scopo: il viso del Gatto è una maschera
di impassibilità.
Spaccateste lancia una delle sue
catene e se la palla alla sua estremità lo colpisse al volto non ne rimarrebbe
che una poltiglia insanguinata, ma Shen Kuei non sembra impressionato.
Si muove velocissimo: ruota su se
stesso e evita il colpo poi afferra la catena e la tira verso di sé
sbilanciando Spaccateste.
-Avresti dovuto
ascoltarle meglio quelle storie.- si limita a dire mentre colpisce Spaccateste
col taglio della mano.
Il suo avversario crolla a terra e
lui si volge verso Kogar dicendogli:
-Se vuoi spararmi,
sarà meglio per te che tu sia sicuro di colpirmi:
Kogar esita sa di essere in gamba ma
sa anche chi è il Gatto e sa che non gli concederà che un’occasione.
-Fermo!- intima
un’imperiosa voce femminile -Lo voglio vivo per ora.-
Nel vedere la nuova venuta Shen Kuei
sorride:
-Viper!- esclama
-Finalmente sei venuta allo scoperto.-
La vista di Yukio che piange basta a
scuotere Wolverine che afferra Matsu’o Tsurayaba per il bavero.
-Che cosa hai fatto,
bastardo’-
L’oyabun sogghigna soddisfatto
mentre risponde:
-Vostra figlia era
già morta quando tu ed Elektra siete entrati nella villa. È la mia vendetta
finale su di voi e mi ripaga che siate sopravvissuti alla mia trappola.-
-Maledetto!-
Elektra balza in avanti ma Wolverine
la ferma.
-Questo bastardo è
mio.- dice
E affonda i suoi artigli nella carne
del suo nemico.
4.
Il volto di Jeryn Hogarth riempie
quasi tutto lo schermo del computer mentre parla con Danny Rand:
<<E questo è
tutto Danny. Questa Suwan… o Artiglio di Giada… è disposta a cessare le
attività ostili contro la Rand-Meachum in cambio del tuo aiuto e di quello
delle altre Armi Immortali contro l’Artiglio Giallo. Come faccia a sapere che
tu sia Iron Fist non lo so.>>
-Ormai sono rassegnato
al fatto che la mia identità non sia poi così segreta come mi piacerebbe
Jeryn.- replica Danny -Sono più incuriosito dal fatto che sappia anche delle
altre Armi Immortali.-
-L’Artiglio Giallo
è addentro a molti misteri…- interviene il Principe degli Orfani -… logico
presumere che sua nipote ne sappia quanto lui.-
-A me interessa
solo che ci sia da menare le mani.- commenta Cobra Grasso.
-Io cerco solo
torti da vendicare.- aggiunge Fratello Cane Numero Uno.
Sia Bella Figlia della Tigre che la
Sposa dei Nove Ragni tacciono. Miranda Rand, invece, chiede:
-Lo S.H.I.E.L.D. ha
accettato le condizioni dell’Artiglio di Giada?-
<<A loro non
importa molto delle sue altre attività e l’Agente Woo sembrava incline a darle
retta.>> risponde Hogarth <<A lui in particolare importa solo di
neutralizzare l’Artiglio Giallo. Azzarderei che per lui sia una cosa
personale.>>
-Molto personale.-
conferma il Principe degli Orfani.
-E quindi lo
S.H.I.E.L.D. vorrebbe il nostro aiuto?- chiede ancora Iron Fist -Ci hanno messi
nella posizione di non poter rifiutare.-
Yelena Belova, altrimenti nota come
la Vedova Nera, ascolta il resoconto che Nick Fury in persona sta facendo ai
Vendicatori Segreti.
-L’Artiglio Giallo
ancora una volta.- commenta il Comandante Steve Rogers -Vuoi che ce ne
occupiamo noi Nick?-
<<In realtà
no, Steve.>> replica Fury <<Tu e la tua squadra avete già altre
gatte molto serie da pelare.[14]
Ne ho inviata un’altra molto particolare. Voi subentrerete solo se
falliranno.>>
-Sta bene, Nick…
almeno per ora.-
-L’Artiglio Giallo…
ho sentito parlare di lui.- commenta Donna Maria Puentes -Ma chi è
esattamente?-
-Il suo vero nome è
sconosciuto.- risponde Yelena -Ma dalle carte che ho letto, anche il KGB lo
temeva e questo non capitava spesso.-
Il SUV si ferma di colpo.
-Qui comincia la
zona proibita.- dice l’autista.
-Zona proibita? Che
vuol dire?- chiede Clive Reston facendo il finto tonto come si conviene al
personaggio che sta interpretando: l’imprenditore britannico Charles Royce.
-Che è vietato
recarsi oltre questo posto.- risponde l’autista -Perfino gli aerei la evitano.
Clive guarda i suoi compagni e
annuisce. Non è la prima volta che viene da queste parti e sa bene che nella
zona intorno all’antica fortezza la parola di Fu Manchu era una legge che
nemmeno il governo comunista ha osato infrangere e quando ci ha provato ha
dovuto pentirsene.
È lì che Fah Lo Suee si è rifugiata?
Non c’è che un modo per scoprirlo.
-E se volessimo
andarci?- chiede.
-Nessuno è così
pazzo da provarci.- ribatte l’autista.
Clive si volge verso Black Jack Tarr
e Melissa Greville e pensa che almeno tre pazzi esistono. Se solo Leiko e Shang
Chi fossero con loro…ma non si può avere tutto nella vita.
FINE
PARTE TERZA
PARTE
QUARTA
L’ANTRO
DEL DRAGO
1.
Lo chiamano in molti modi ma il suo
nome ufficiale è: velivolo leggero di pronto intervento, non c’è da stupirsi se
in tanti preferiscono un nomignolo.
I passeggeri si potrebbero definire
alquanto bizzarri se il mondo non fosse già abituato a cose più strane: un
gorilla parlante che indossa dei boxer con il logo dello S.H.I.E.L.D., una
bionda principessa di un favoloso regno sottomarino, un robot che sembra uscito
da un racconto o film degli anni 50, un uomo in costume rosso e blu che indossa
un casco simile a quello degli astronauti… o alla vasca dei pesci rossi,
precisa sarcastico il gorilla. Al loro fianco un’altra donna bionda con indosso
una tunichetta in stile greco antico sembra la più normale… pura apparenza
perché lei è Afrodite, nota anche come Venere, la dea dell’amore.
Non sono i soli a bordo. A parte
l’equipaggio ci sono, oltre all’equipaggio, anche le sette Armi Immortali, le
Figlie del Drago, Paladin, Luke Cage e i Figli della Tigre: Robert Diamond,
Abraham Brown, Lin Sun e Lotus Shinkuko.
-Un gorilla
parlante.- questa è bella.- commenta Misty Knight.
-Disse quella il
cui ragazzo ha incontrato un drago parlante.- ribatte quest’ultimo.
-E tu come lo sai?-
chiede, sorpreso, Iron Fist.
-Quando sei stato
maledetto a trascorrere l’eternità nel corpo di un gorilla immortale non ti
manca il tempo di imparare un po’ di cose sulle altre leggende.-
Danny Rand fa una smorfia e sua
sorella sorride.
-Ah…è un piacere
vedere il sorriso sulle labbra di una bella ragazza. Io sono Kenneth Hale ma il
volgo, per qualche strano motivo, preferisce chiamarmi Gorilla Man.-
-Chissà perché.-
commenta Colleen Wing.
-Ho sentito parlare
di te.- interviene Paladin -C’è stato un casino all’ambasciata americana nella
Repubblica Democratica del Congo e si parlava proprio di un gorilla parlante.-[15]
-E tu come fai a
saperlo?- chiede Ken Hale.
-Le voci corrono ed
io ho le mie fonti.-
-Vi comunico che
già da un po’ siamo nello spazio aereo cinese e che le schermature reggono:
nessuno sa che siamo qui… il che è un bene per le pericolanti relazioni tra la
Repubblica Popolare Cinese e lo S.H.I.E.L.D.- comunica Jimmy Woo.-
-Credevo che lo
S.H.I.E.L.D. avesse una sezione cinese.- interviene Colleen Wing
-E ce l’ha ma i
suoi poteri di intervento sono limitati dal governo cinese… troppo limitati per
i gusti di Nick Fury.-
-Tanto per
cambiare.- commenta sogghignando Cage.
-Vi consiglio di
smetterla con le chiacchiere.- dice improvvisamente l’Artiglio di Giada
indicando un’imponente costruzione sotto di loro -Siamo arrivati: quella è la
leggendaria fortezza di Fu Manchu.-
Viper sembra davvero sorpresa.
-Tu sapevi che
sarei arrivata?-
-Chi altri avrebbe
avuto l’ardire di attaccarmi qui a Hong Kong?- risponde il Gatto -Ho un patto
sia con le Triadi che con i servizi i sicurezza cinesi. Sapevo che solo
qualcuno che non riconosce altra legge che la propria avrebbe osato
infrangerlo. Il Mandarino non mi considera un pericolo e l’Artiglio Giallo sta
pensando ad altro. Restavi solo tu. Non mi sarebbe importato se avessi tentato
di uccidere solo me, sono i rischi del mio tipo di vita, ma attentare alla vita
di mio figlio è stato un grosso errore.
-La tua donna
lavora per il servizio segreto britannico…- replica Viper -… e non appena
avesse saputo della tua morte sarebbe intervenuta.-
-Non è più la mia
donna e tu sei davvero paranoica se pensi davvero che l‘MI6 o anche l’MSS[16]
si sarebbero disturbati per me. Mi deludi Viper: un tempo eri una temuta
terrorista seguace del nichilismo più assoluto, hai perfino governato una
nazione per un po’ e ora la tua ambizione è diventare la signora del crimine di
Hong Kong. Sei davvero caduta in basso.-
-Fai silenzio,
Gatto. Sputa tutto il veleno che puoi, non mi tocchi. Oggi porrò fine alla tua
leggenda.-
-I gatti hanno nove
vite, non lo sai?-
Viper si volta e si trova davanti
Rick Mason, Leiko Wu e Shang Chi. La sua reazione è sprezzante:
-Pensate di farmi
paura?-
Wolverine ritrae gli artigli
lasciando cadere il moncherino del braccio sinistro che ha appena troncato a
Matsu’o Tsurayaba.
-Ti avevo promesso
che ti avrei ucciso un pezzo alla volta, ricordi? Gli dice -Ho trascurato
quella promessa troppo a lungo ma ora la onorerò come si deve. Ti farò a pezzi
Matsu’o, ti smembrerò da vivo e riderò nel vederti agonizzare.-
<<Sapevo che
lo avresti fatto, Logan, per questo ho preso le mie precauzioni nel caso tu
fossi sopravvissuto a quello che avevo preparato per te.>>
La voce viene dallo schermo dove
l’immagine del lettino col cadavere della piccola Rina è sostituita da quella
di Matsu’o e Fuyumi Fujikawa.
-Ma cosa…?- esclama
Elektra.
Wolverine si volge verso l’uomo a
terra e annusa il liquido rossastro che sgorga dalla ferita che gli ha appena
inflitto.
-Quello non è
sangue…un LMD.-[17]
conclude.
<<Abbastanza
sofisticato da ingannare perfino i tuoi sensi superacuti… almeno per il tempo
necessario. Questa sciarada è finita Logan e stavolta ho vinto io.>>
L’LMD di Matsu’o esplode e poco dopo
un’esplosione più forte fa saltare in aria l’intera villa.
2.
Nel suo ufficio nell’edificio sede
del Dipartimento di Polizia di San Francisco (e di molti altri uffici pubblici
della Città e Contea) il Tenente Sabrina “Bree” Morrell sta esaminando alcune
carte quando si ode una voce:
-Buonasera
Tenente.-
Bree fa quasi un salto sulla sedia
quando davanti a lei si materializza quasi dal nulla, o più precisamente da una
specie di macchia d’ombra, la figura di un uomo che indossa un costume scuro ed
il cui volto è coperto da un cappuccio mentre un lungo mantello lo avvolge.
-Sudario!- esclama
la poliziotta -Se continui a farmi di questi scherzi, rischi di farmi venire un
infarto.-
-Non c’è nulla che
non vada nel suo cuore, tenente…- replica Sudario -… lo sento pompare
regolarmente.-
Bree si chiede se Sudario sia serio
o stia tentando, senza troppo successo, di fare dello spirito poi decide che è
meglio non farsi certe domande.
-Cosa vuoi?- gli
chiede infine.
-Mi chiedevo se
avesse delle novità su quegli omicidi rituali.-
-Nessuno… l’ultimo
è di una settimana fa. Tu ne sai di più? La nostra non può essere una
collaborazione a senso unico.-
-So che gli
assassini seguono l’antico rituale della setta dei Thugs e che hanno uno scopo…
ma non mi è chiaro quale. I miei… agenti… stanno cercando informazioni su di
loro ma finora non hanno avuto successo. Di una cosa sono però sicuro: gli
originali Thugs erano soliti far sparire le loro vittime facendole a pezzi,
seppellendole o altro quindi le vittime potrebbero essere molte di più di
quanto voi della Polizia credete.-
-La scomparsa di
tanta gente in poco tempo avrebbe attratto la nostra attenzione.-
-Lo crede davvero?
San Francisco è una grande città: quanta gente vi arriva o se ne parte ogni
giorno? E poi… ci sono i senzatetto e le prostitute. Chi si accorgerebbe che
non ci sono più e chi ne denuncerebbe la scomparsa?-
Sabrina non sa cosa rispondere.
-Sono stato
impegnato in questi ultimi tempi…-[18]
prosegue Sudario -… ma ora mi impegnerò a scovare questi moderni thugs. Anche
Kalì è curiosa su chi uccide in suo nome.-
Una cappa d’ombra avvolge Sudario e
quando si dissolve il misterioso avventuriero mascherato è scomparso.
Lo odio quando fa così, pensa
Sabrina.
Leiko
punta la pistola mirando alla fronte di Viper.
-Credevo che Clive
ti avesse ucciso…-[19]
le dice con voce dura -… stavolta mi
assicurerò personalmente che tu rimanga morta.-
Le
spara ma ecco che il Gatto interviene spingendola fuori tiro.
-Sei diventato
pazzo?- lo apostrofa Leiko -Molte
nazioni oltre alla mia sarebbero felici se questa donna fosse tolta di mezzo…
compresa la tua.-
-Se la uccidi
adesso…- replica Shen Kuei -… non
sapremo mai i suoi veri piani ed io mi sarò fatto catturare per nulla.-
-Giusto.- aggiunge Rick Mason -Allora… Viper… che
intenzioni hai stavolta: un attacco batteriologico su Hong Kong? Una bomba
nucleare? Un qualche agente chimico forse?-
Viper
risponde con una risata poi dice:
-Richard Mason… non
sei cambiato affatto da quando ci siamo conosciuti. Sei sempre sfrontato. Vuoi
davvero una risposta anche se non ti piacerà?-
-Sorprendimi
Ophelia…- replica Mason usando quello
che, come mi diranno in seguito qualcuno pensa sia il vero nome di Viper -…
dicci la verità tanto per cambiare.-
-La verità?- Viper ride ancora -La verità è che Hong
Kong è solo un obiettivo secondario, il luogo da cui partirà tutto.-
-Tutto cosa?- intervengo io.
-Ah, Shang Chi…
questo sì che è ironico: sto portando a termine un vecchio piano di tuo padre
che ho… diciamo così… ereditato.-
-Cosa intendi
dire?-
-Immagino che tu
sappia cos’è il virus Ebola. Immaginane una versione cento volte più potente
che si diffonde anche attraverso l’aria. Il mio aereo personale lo porterà sino
al territorio cinese e lo sgancerà. Abbiamo calcolato una mortalità dell’80% e
una successiva pandemia mondiale.-
Si
ode uno sparo e un foro rossastro si apre sulla fronte di Viper che crolla a
terra mentre il suo sangue forma una pozza intorno alla sua testa. Mi giro per
vedere Leiko la cui pistola è fumante.
-Sei pazza?- esclama Mason -Potevamo costringerla a
fermare quell’aereo.-
-Non l’avrebbe mai
fatto e tu lo sai.- replica Leiko –Pensiamo
ad agire piuttosto.-
Mason
sospira e Shen Kuei aggiunge:
-Temo che abbia
ragione. Raggiungiamo l’aeroporto. Io avvertirò l’MSS.-
Non
ci resta molta scelta temo.
Una villa nel Sussex. L’uomo nel
letto è molto vecchio e sa che i suoi giorni sono contati. Almeno se i rapporti
sono veri stavolta, è vissuto quanto basta per vedere la morte del genio del
male che ha combattuto per più di cent’anni.
Non riceve molte visite ormai ma
questa è speciale: nientemeno che il Direttore del MI6.
-Buongiorno Sir.
Denis.- lo saluta -Come sta?-
-Come un uomo con
un piede… e forse due… nella tomba.- replica Sir Denis Nayland Smith con un
filo di voce ma pur sempre con autorità -Cosa la porta qui da questo povero
vecchio moribondo?-
-Pensavo le facesse
piacere avere un aggiornamento sulla caccia alla figlia di Fu Manchu.-
Un bagliore negli occhi del vecchio
agente.
-Mi dica tutto.-
Il direttore gli fa il resoconto
della missione di Reston e degli altri.
-… il loro ultimo
rapporto dice che si sarebbero addentrati nella cosiddetta Zona Proibita al
centro dell’Henan.- conclude.
-Che misure di
esfliltrazione avete preso?- chiede Sir Denis
-Se riescono a
uscire dall’Henan e raggiungere Shangai, possiamo farli uscire dalla Cina
continentale senza problemi.-
-Non ce la faranno
mai e lei lo sa.- ribatte Smith –Ha mandato a
morte sicure tre dei miei migliori agenti… ha organizzato una missione
suicida.-
Il silenzio del Direttore è
decisamente eloquente.
3.
Non è la prima volta che Clive
Reston e Black Jack Tarr raggiungono la fortezza di Fu Manchu ma stavolta con
loro c’è un’agente non addestrata all’azione sul campo e Clive teme per lei. Un
buon agente non dovrebbe permettere ai suoi sentimenti di interferire col suo
lavoro, quindi, forse, lui non è davvero un buon agente.
-Spiegatemi…- sta
dicendo Melissa Greville -… noi tre da soli dovremmo entrare in quella fortezza
supersorvegliata con centinaia di guardie al suo interno, rapire o uccidere la
figlia di Fu Manchu e uscirne senza farci scoprire?-
-Una descrizione
accurata del nostro compito, mia cara.- risponde Clive.
-E come cavolo
pensi di poterci riuscire?-
-In effetti, questa
è la parte debole del piano… per questo ora tu tornerai al nostro veicolo e
farai rotta fuori dalla zona proibita.-
-E voi maschietti
come pensate di cavarvela da soli?-
Prima che Clive o Tarr possano
rispondere dal terreno sbucano uomini armati sulla cui uniforme c’è il simbolo
di una mano artigliata.
La mano di Tarr corre al grilletto
della sua mitraglietta ma Reston lo ferma.
-Sono troppi.-
afferma -Ci faremmo solo uccidere.- poi abbozza un sorriso -Se non altro
abbiamo risolto il problema di come entrare.-
-Ma non di come
uscirne… vivi.- precisa Black Jack Tarr.
-Un problema alla
volta, vecchio mio.-
Vengono disarmati e legati poi sono
spinti nel cortile della fortezza dove li aspetta un’altra sorpresa: Fah Lo
Suee è legata e sospesa a mezz’aria mentre l’Artiglio Giallo sta assiso su un
piccolo trono posto su un palco.
-Abbiamo ospiti mia
cara.- dice quest’ultimo rivolto alla figlia di Fu Manchu -Se non erro sono
agenti britannici. Pensavano davvero di poter arrivare qui senza essere
scoperti? Posso capirli: non sapevano di dover affrontare il genio superiore
dell’Artiglio Giallo.-
-Per tacere della
tua megalomania.- gli ribatte Fa Lo Suee.
-Nessuna
megalomania ma solo la consapevolezza delle mie capacità.-
-Non mi aspettavo
di trovare qui un Fu Manchu di seconda categoria dopo aver affrontato più volte
l’originale.- interviene Clive
-Temo di essere
impervio al suo sarcasmo, Mr. Reston…sì: so chi è lei e chi sono i suoi
sfortunati compagni… come so dei vostri interessanti alberi genealogici. Che ne
dici, Fah Lo Suee: devo ucciderli immediatamente davanti ai tuoi occhi o farli
assistere alla tua esecuzione e giustiziarli subito dopo? Potrei farlo decidere
a te.-
Un diavolo di alternativa, pensa
Clive.
Dove fino a poco fa c’era la superba
villa di Matsu’o Tsurayaba ora ci sono solo macerie. Nessuno può essere
sopravvissuto… o sì?
Una mano artigliata emerge dalle
macerie: Wolverine è vivo e con fatica esce all’aperto portando tra le braccia
un’esanime Elektra. Con gentilezza che si troverebbe insolita in uno come lui
depone a terra la sua compagna d’avventure e le accarezza il volto.
-Non morire.-
sussurra -Non farmi scherzi. Ho già perso abbastanza gente nella mia vita.-
Elektra apre gli occhi e tossisce.
-Cosa è successo?-
chiede.
-Quando l’androide
di Matsu’o è esploso, io sono istintivamente saltato su di te e a quanto pare
ti ho anche protetto dalla successiva esplosione della casa.-
-Stai bene?-
-Guarisco in fretta
lo sai. Ma non riesco a non pensare alla bambina. Nel giro di tre giorni ho
scoperto di avere due figli e li ho persi entrambi.-
-Io…- Elektra esita
-… credo che Daken sia ancora vivo: lui è come te l’esplosione non può averlo
ucciso. Rina…invece… quel bastardo di Matsu’o l’ha uccisa dopo averla rapita e
si è divertito a farci credere che potevamo salvarla. Mia figlia… la mia unica
figlia. L’ho abbandonata… pensavo che così sarebbe stata al sicuro invece… invece…-
Non continua e si prende il volto
tra le mani.
-Matsu’o la
pagherà, lo giuro…- continua Logan -… lo scoverò anche a costo di arrivare
all’inferno… è responsabile anche della morte di Yukio. Se era nella villa
quando è esplosa…-
-Ma non c’ero.-
interviene una voce di donna.
Logan si volta per trovarsi davanti
Yukio viva anche se impolverata e con la calzamaglia strappata in più punti. Le
corre incontro e l’abbraccia.
-Ehi, calma.- gli
dice lei -Non vorrai sfondarmi qualche costola vero’ Risparmia l’irruenza per
altri momenti.-
-Ma come…?-
-La ragazza… quella
Fujikawa… mi è quasi esplosa in faccia e poi… ho avuto appena il tempo di
infilarmi per una finestrella, lasciandoci anche un po’ di pelle, e sono
riuscita ad allontanarmi in tempo.-
Yukio tace poi accarezza il volto di
Logan.
-Mi spiace per la
bambina… tua figlia… ma…-
-Non è stata colpa
tua: il suo destino era segnato fin da quando Matsu’o ha saputo della sua
esistenza.-
-Se l’avessi saputo
anche tu…- interviene, cupa, Elektra -… se io non l’avessi abbandonata, avremmo
potuto… avremmo potuto...-
-Proteggerla?-
conclude Logan –Chi può saperlo? Forse Matsu’o l’avrebbe semplicemente presa di
mira prima. Tutti facciamo delle scelte e dobbiamo vivere con esse.-
Elektra non sa cosa rispondere.
La
corsa fino all’aeroporto è frenetica. Mason guida l’auto scoperta in modo
spericolato. Non si ferma ai cancelli ed entra direttamente sulla pista dove
l’aereo di Viper sta rullando preparandosi al decollo.
-Non ce la faremo
mai!- urla
-Non è detto.- ribatto io –Portami più vicino che
puoi.-
-Che vuoi fare,
Shang Chi?- mi chiede Leiko.
Non le
rispondo ma mi alzo in piedi e spicco un balzo. Per un attimo sembro sospeso a
mezz’aria poi le mie mani si afferrano ad un’ala.
-Ben fatto
Inglese.-
Solo
Shen Kuei ama stuzzicarmi chiamandomi in quel modo. Mi ha seguito ed è riuscito
nel mio stesso intento.
-Ora facciamo quel
che deve essere fatto.- mi dice.
Non è
facile ma raggiungiamo il portello e lo apriamo senza troppi sforzi.
All’interno uomini armati ci sparano ma non sono in grado di impensierirci.
Non amo
la violenza ma a volte è indispensabile. Lo scontro è rapido e poi il Gatto
prende una pistola e la punta contro i piloti dicendo:
-Si torna indietro.
Vi conviene obbedirmi alla svelta.-
E loro
non perdono tempo ad accontentarlo.
FINE
PARTE QUARTA
PARTE
QUINTA
ARTIGLI
NELL’ANIMA
1.
L’Artiglio Giallo si volge verso i
prigionieri:
-Dovrebbe
ringraziarmi, Mr. Reston: uccidendo Fah Lo Suee sto risolvendo al suo governo
un problema spinoso. Non è forse per eliminarla che è stato inviato qui in
Cina?-
-Ti ringrazierei…
forse… se non fosse per il fatto che vuoi uccidere anche noi. Lo trovo… poco
sportivo.- replica Clive Reston.
-Voi Inglesi non
cessate mai di sorprendermi con le vostre arie di imperturbabilità, come se
davvero credeste che tutto si riduca davvero ad una sfida sportiva. Qui si gioca
secondo le mie regole e quelle regole dicono che voi avete perso e le vostre
vite sono mie.-
Fah Lo Suee alza la testa e fissa
sprezzante il suo nemico.
-Tu sei troppo
arrogante, Artiglio Giallo, non hai ancora vinto… e non vincerai.-
-Parole audaci per
una che è in mio potere. Sei ancora viva solo perché io l’ho voluto e visto che
rifiuti di piegarti al mio volere, la tua utilità è finita.-
-So che può
sembrare troppo cliché...- interviene ancora Reston -… ma visto che dobbiamo
morire perché prima non ci racconti quali sono i tuoi piani… o dobbiamo credere
che ti accontenti di aver preso possesso di questa fortezza e esserti
proclamato erede del defunto Fu Manchu?-
-Io sono il suo
erede.- ribatte, piccato l’Artiglio Giallo -Nessuno più di me ha il diritto di
proclamarsi tale… nemmeno i suoi figli. Io solo sono in grado di portare avanti
i suoi piani di dominio su un mondo ingrato. La mia offensiva è già
cominciata.-
-Che intendi dire?-
chiede Melissa Greville.
-Ho ceduto alla
donna chiamata Viper un certo quantitativo di un potentissimo virus in grado di
scatenare una pandemia mondiale… un virus sviluppato da Fu Manchu stesso… e se
lei farà ciò che deve, domani il Mondo si sveglierà moribondo ed io governerò
sui sopravvissuti.-
Pazzo, pensa Clive, completamente
pazzo. Come sarà possibile fermarlo?
-Geronimoooo!-
Reston alza la testa e rimane
sorpreso nel vedere precipitare dall’alto una figura ed ancor più quando si
rende conto che è un gorilla.
L’uomo chiamato Logan, con al fianco
la sua amica Yukio, si ferma davanti alla porta chiusa di una casa. È insolito
vederlo esitare ma se quando deve combattere non ha mai dubbi o paure, i
rapporti con le altre persone sono una cosa diversa.
Yukio sorride e apre la porta.
All’interno c’è una ragazza giapponese, una giovane adolescente ormai, pensa
Logan, che appena lo vede esclama:
-Logan… sei
tornato!-
Wolverine abbraccia la sua figlia
adottiva e mentalmente si rimprovera per esserle stato lontano ed averla
trascurata tanto a lungo. Essere padre non significa solo affidarla alle cure
di qualcuno di fidato e mandare dei soldi con regolarità. Ci sono
responsabilità che uno deve assumersi. Logan è sorpreso che Amiko Kobayashi non
lo odi come Daken.
Ha scoperto di avere due figli di
cui ignorava l’esistenza e li ha persi entrambi… oh Daken è sicuramente
sopravvissuto ma anche se dovessero rivedersi potranno davvero mai essere padre
e figlio?
Amiko non è sangue del suo sangue ma
forse con lei può ancora rimediare.
-Sì, Amiko...- le
dice stringendola a sé -… sono tornato.
Gli Americani hanno un’espressione:
“Arriva la Cavalleria” che è ormai diventata di uso comune praticamente in
tutto il Mondo. Si riferisce a quel momento dei film western in cui i
protagonisti assediati dagli Indiani e senza ormai speranze sono salvati
dall’improvviso intervento dei soldati.
Clive Reston non è mai stato un fan
dei film western ma è ben contento dell’insperato soccorso. A quanto pare, il
gorilla (sì: è proprio un gorilla ed è pure armato pesantemente) non è solo.
Con lui ci sono: una ragazza bionda in costume da bagno con le orecchie a punta
e delle alucce ai piedi, Namora la reggente di Atlantide, Paladin, Luke Cage,
Iron Fist e un sacco di altra gente che non conosce ma un bel po’ di loro
sembrano decisamente superumani.
Reston è rapido ad agire. Dal suo
anello di Oxford esce un sottile raggio di calore che fonde le sue manette.
Dovrà ricordarsi di ringraziare Olivia Boothroyd per quel regalino quando… e
se… tornerà a Londra.
Rapidamente libera i suoi compagni.
-E adesso che facciamo?-
chiede Melissa.
-Ci armiamo e
combattiamo i cattivi.- risponde Clive con un tono degno del miglior Errol
Flynn.
L’agente britannico si guarda
intorno e individua la Walther PPK che gli hanno sequestrato alla cattura e la
prende. Sarà un sentimentale ma è affezionato a quel modello che suo padre
aveva usato per tanto tempo. Spara contro uno degli sgherri dell’Artiglio
Giallo che stava prendendo di mira Melissa.
-Non ringraziarmi
tesoro.- le dice sorridendo.
-Potevo cavarmela
da sola.- replica lei sparando a suo volta contro un assalitore.
-Mai dubitato.-
Vicino a loro Black Jack Tarr non
perde tempo e usa la sua mitraglietta senza risparmio. Il vento è cambiato,
pensa Clive.
2.
Non è possibile, pensa l’Artiglio
Giallo: come ha fatto tutto ad andare storto così rapidamente? Solo pochi
minuti fa aveva il Mondo in pugno ed ora... ora è attaccato dallo S.H.I.E.L.D.
spalleggiato da alcuni personaggi in costume.
Riconosce
alcuni di loro con una certa sorpresa: Jimmy Woo ed i suoi alleati con superpoteri
che rovinarono alcuni suoi piani negli anni 50. Woo li chiamava G-Men allora,
un gruppo eterogeneo composto: da un terreste allevato su Urano e dotato di
poteri straordinari. Si faceva chiamare Marvel Boy e sembrava piuttosto ingenuo
ma ora… ora sembra uscito da un incubo. Namora di Atlantide: dicevano che era
morta ma è qui e combatte come una furia. M-11, detto il Robot Umano quando di
umano non ha nulla, è una spietata macchina di Morte. Gorilla Man che in ogni
suo arto impugna un’arma e sembra divertirsi parecchio. E poi c’è lei…
bellissima, bionda e poco vestita. Diceva di essere la dea Venere e verrebbe da
crederle perché al suo passaggio gli uomini gettano le armi e si inginocchiano.
E quegli altri sembrano… no: sono
davvero le leggendarie Armi Immortali delle Sette Città del Cielo. Cobra Grasso
combatte col suo peculiare stile forse un po’ goffo ma efficace. Bella Figlia
della Tigre stende i suoi avversari con una facilità irritante. Un’invasione di
ragni e una muta di cani apparsa praticamente dal nulla sono il chiaro segno
della presenza della Sposa dei Nove Ragni e di Fratello Cane N. 1 e quello è il
Principe degli Orfani. L’ultima volta che lo ha visto era in Mongolia nel 1960.
Che Iron Fist, col suo patetico codice etico, combatta per Woo assieme alle sue
amichette, le Figlie del Drago, a quei patetici Figli della Tigre e ad una
ragazza bionda che indossa un costume simile al suo non lo sorprende ma come ha
fatto Woo a convincere le altre Armi Immortali? Come?
Non ha senso chiederselo ora: ha una
sola opportunità di salvare la situazione e non deve perdere tempo.
Approfittando della confusione
l’Artiglio Giallo raggiunge il laboratorio che appartenne a Fu Manchu e si
dirige ad una consolle. Qualunque cosa voglia fare però, non ha il tempo di
farla. Il suono secco dello scatto di una sicura, il freddo acciaio della canna
di un’arma sulla sua nuca e una voce ben nota
sono l’ultima sorpresa della giornata.
-Ciao zio.-
-Suwan?- nella voce
dell’Artiglio Giallo c’è assoluto stupore.
-Ora mi faccio
chiamare Artiglio di Giada… ho preso ispirazione da te, non sei contento?-
-Tu… Tu sei… eri…-
-Morta? E di questo
devo ringraziare te: non hai esitato a sacrificare la mia anima per sostituirla
con quella della perfida Fan Le Tamen e poi… poi non hai esitato a uccidere
lei… e me. Ma di questo dovrei esserti grata, prozio, perché ora che sono
tornata, sono più spietata e più cattiva.-
Il dito dell’Artiglio di Giada si
contrae sul grilletto.
Clive Reston si batte come un leone
cercando al contempo di proteggere Melissa Greville. È un istinto più forte di
lui. Non pensava di potersi legare così ad un’altra donna dopo Leiko ma è
accaduto e Clive ne è sia felice che spaventato.
Lo scontro sta volgendo al termine:
le truppe dell’Artiglio Giallo sono sconfitte ma lui dov’è?
-Che ne è
dell’Artiglio Giallo?- chiede Jimmy Woo -Non ci sarà sfuggito ancora una
volta?-
-Temo di sì.- a
parlare è stata una donna che Jimmy Woo ben conosce e che esce da una
porticina.
-Suwan!- esclama.
-Sono riuscita a
raggiungere mio zio ma lui mi ha sopraffatto ed è riuscito a fuggire.- spiega
la ragazza -È là sopra.-
Indica un velivolo che sta
decollando da una delle torri.
-Non è ancora
detto.- replica Clive.
Preme un bottoncino della sua
pistola modificata e spara: un raggio laser traccia una scia sino al velivolo
che esplode.
-Pare che Olivia
non si sbagliasse su questo giocattolo.- commenta con un sogghigno.
-Allora l’artiglio Giallo
è morto?- chiede Melissa.
Un silenzio imbarazzato accoglie la
sua domanda ed è Jimmy Woo a romperlo dicendo:
-Non penso che ci
crederei nemmeno se vedessi il suo cadavere coi miei occhi… ma almeno abbiamo
sventato i suoi piani.-
-E quel virus di
cui parlava?- chiede Tarr.
-Ho appena sentito
la stazione S.H.I.E.L.D. di Hong Kong: due vostre vecchie conoscenze, Shang Chi
e il Gatto, hanno bloccato l’aereo di Viper prima che sganciasse il suo mortale
carico che ora è stato posto in sicurezza. L’MSS ha cercato di rivendicarlo per
sé ma i nostri non lo mollano. Pare che Viper sia stata uccisa da Leiko Wu.-
-Magari è la volta
buona.- commenta Reston.
-È ora che ve ne
andiate signori.- dice improvvisamente Suwan -Vi ringrazio per l’aiuto: senza
di voi non avrei mai preso questa fortezza ma ora non siete più ospiti graditi
in casa mia.-
-Casa tua?- esclama
Woo –Cosa vuoi dire Suwan?-
-Che rivendico
questa fortezza come mio quartier generale in quanto erede dell’Artiglio
Giallo...e di Fu Manchu.-
-Suwan…-
-Sono l’Artiglio di
Giada adesso.- replica la ragazza.
-Era quello che
volevi in dall’inizio. Ci hai manipolato per eliminare tuo zio.-
-Lo avreste fatto
comunque. Io vi ho solo messo nella giusta direzione.-
-E cosa ci
impedisce di catturarti e portarti con noi ragazza?- interviene Gorilla Man
-Abbiamo sgominato un esercito e le tue poche guardie non ci fermeranno.-
Suwan sorride e replica:
-Prima di uscire
all’aperto ho inviato un segnale al MSS… non vi ho detto che ho un accordo con
loro? Grave dimenticanza da parte mia… presto dei reparti delle forze armate
cinesi convergeranno in questa zona pronti a raderla al suolo… a meno che io
non li fermi.-
-Hai ingannato
anche loro.- commenta, ammirato, Paladin -Capo di una triade, agente segreto,
aspirante conquistatrice del Mondo e chissà che altro. Sei un vero demonietto,
ragazza.-
-Grazie del
complimento Paladin- ribatte lei con un sorriso -Puoi riferire a Miss Meachum…
e a Mr. Rand… che manterrò la mia parola: il Wai-Go Investments Group cesserà
ogni tentativo di acquisizione ostile della Rand-Meachum.-
-E dovremmo
ringraziarti di questo?- chiede Iron Fist seccamente.
-Non è cosa che mi
interessi. Ora… se volete avviarvi ai vostri veicoli…-
-Io sono venuto qui
per Fah Lo Suee…- replica Clive Reston -… e non me andrò senza di lei. Ma…
dov’è finita?-
La figlia di Fu Manchu non è più
appesa nel luogo dov’era all’inizio della battaglia.
-Si è liberata ed
ha approfittato della confusione per scappare. Tipico.- commenta Reston.
-Sembra che la cosa
non ti dispiaccia Clive.- replica Melissa.
-Ti confesserò una
cosa, tesoro: non mi sarebbe piaciuto ucciderla. Ora il problema è rimandato ad
un’altra volta.-
Jimmy
Woo si rivolge alla donna che ha amato più di ogni altra:
-Mi dispiace che
sia finita così Suwan.-
-Può ancora finire
in un altro modo, Jimmy.- risponde lei -Rimani con me e governa assieme a me il
mio impero come mio consorte.-
Allunga la mano per accarezzargli il
volto ma lui la ferma.
-Sai bene che non
posso.- ribatte -La prossima volta che ci incontreremo sarà da avversari.-
-Lo so… e non è un
peccato, Jimmy?-
Lui non risponde e le volta le
spalle avviandosi fuori dalla fortezza.
A New York è ancora notte fonda.
McKinley Stewart si sveglia di colpo e non è molto sorpreso di trovare in piedi
accanto al suo letto Elektra Natchios. Sa bene che lei è capace di entrare
dovunque voglia senza farsi sentire.
-Mac…- dice lei e
l’ex pugile percepisce qualcosa nella sua voce: dolore, un dolore espresso
anche dall’espressione del suo volto.
La credeva in Giappone e qualunque
cosa sia successa laggiù l’ha davvero sconvolta.
-Che succede
Elektra?- le chiede
-Non farmi domande,
Mac.- replica lei -Tienimi solo stretta a te. Ho bisogno di te stanotte.-
E McKinley Stewart non può che
accontentarla. Le risposte, se mai ci saranno, aspetteranno la luce del giorno.
FINE
QUINTA PARTE
EPILOGO
UNO
Nel laboratorio della fortezza di Fu
Manchu la donna nota come Artiglio di Giada osserva una teca dove giace un
corpo… quello dell’Artiglio Giallo.
Ucciderti sarebbe stato troppo
semplice, zio, pensa lei, quello che ho in mente per te è molto più divertente.
-Sei stata brava…
molto brava.-
A parlare è stata una donna di
evidenti origini cinesi, dai lunghi capelli neri che veste un abito simile a
quello dell’Artiglio di Giada ma di colore rosso con le spalle nude, un’ampia
scollatura ed ampi spacchi laterali. È Fah Lo Suee, la figlia di Fu Manchu.
-Ho avuto dei buoni
insegnanti.- si schermisce Suwan.
-Un piano
decisamente audace: nessuno ha sospettato che io e te fossimo d’accordo e che
mi sono fatta catturare dall’Artiglio Giallo intenzionalmente. Anche Viper è
stata più facile del previsto da manipolare.-
-Era ansiosa di
andare sopra le righe. Convincerla ad attaccare il Gatto e la sua famiglia è
stato un gioco da ragazzi. È finita proprio come mi aspettavo e se non avesse
funzionato… i piloti lavoravano per me ed avrebbero impedito loro lo sgancio
del virus… da cui comunque io e te siamo immunizzate.-
-Mio padre era un
genio.- commenta Fah Lo Suee -L’Artiglio Giallo è sempre stato un dilettante al
confronto… esattamente come il Mandarino ma a lui penseremo in un altro
momento. È stato brillante da parte tua: ti sei guadagnata la gratitudine del
Governo Cinese e quando apriranno gli occhi sulle nostre vere intenzioni sarà
troppo tardi per fermarci. Sono orgogliosa di te… figlia mia.
Suwan le fa un leggero inchino.
-Ti ringrazio… madre.-
Fah Lo Suee sorride. Madre… non è un
termine che hanno usato spesso con lei ma ora… si accarezza il ventre appena un
po’ arrotondato: lei e Clive Reston non hanno ancora finito.
EPILOGO
DUE
Aeroporto Internzionale di Macao. La
donna dai capelli neri i cui occhi sono nascosti da occhiali scuri e che
indossa un elegante abito verde entra nell’airbus 320 della Macau Air diretto a
Tokyo.
-Tutto a posto miss
Sarkissian.- le dice l’assistente di volo -Le auguro un buon viaggio.-
-Lo sarà di
sicuro.- commenta la donna.
Pochi minuti ed è seduta al suo
posto in Business Class e sorseggia una coppa di champagne. Guarda fuori dal
finestrino e si concede un sorriso.
Bisogna sempre avere un piano di
riserva se qualcosa va storto, pensa Viper.
EPILOGO
TRE
Da qualche parte in Giappone Matsu’o
Tsurayaba e Fuyumi Fujikawa entrano in una stanza dove si trovano una donna,
alcuni ninja della Mano ed un lettino dove dorme una bambina dell’età apparente
di due o tre anni.
-Magnifico.-
commenta Matsu’o -Possiamo aver perso una battaglia ma vinceremo la guerra.-
Si avvicina al lettino ed accarezza
con la mano artificiale la testa della bambina.
-Wolverine ed
Elektra credono davvero che la loro figlia sia morta… che l’abbiamo uccisa… non
immaginano che sia viva e nelle nostre mani.-
-E che ne faremo?-
chiede Fuyumi.
-Non è ovvio: ne
faremo la migliore assassina della Mano. La plasmeremo come vogliamo e quando
sarà il momento sarà lei ad ucciderli e noi rideremo per ultimi.-
E sul suo volto appare un beffardo
sorriso.
FINE?
NOTE
DELL’AUTORE
E così finisce il 75° episodio di
questa serie… molto lungo ma non il più lungo che ho scritto. In ogni caso, era
praticamente inevitabile per un racconto celebrativo. Ed ora via alle note:
1)
Come promesso, sono apparsi in questa
storia praticamente tutti i personaggi che sono stati protagonisti della serie
finora. Alcuni di loro fanno poco più di un cameo ma molti li rivedremo nel
prossimo futuro.
2)
L’idea che Suwan, alias Artiglio di
Giada, sia figlia di Fah Lo Suee è farina assoluta del mio sacco. Come si dice
in questi casi: mi è sembrata una buona idea al momento. -_^
3)
Non sarebbe comunque il primo figlio
di Fah Lo Suee. Nonostante non sembri avere più di 25 anni, infatti, la figlia
di Fu Manchu è in circolazione da almeno un secolo. Sappiamo dai romanzi di Sax
Rohmer e dei suoi continuatori che ha avuto nel 1935 un figlio da Sir Denis
Nayland Smith, il nemico giurato di suo padre, figlio poi affidato allo stesso
Sir Denis. Fa Lo Suee, quindi, è quasi certamente già nonna se non bisnonna.
Sembra che il suo breve incontro notturno con Clive Reston nell’episodio #61
abbia, per così dire, dato i suoi frutti… ma ne riparleremo in futuro.
4)
Il dialogo finale tra Suwan e
l’Artiglio Giallo sembra mettere in discussione la versione del suo ritorno
dalla morte che lei stessa ha dato a Paladin ed i suoi amici. Qual è la verità?
E chi lo sa… a parte Suwan stessa? -_^
5)
Veniamo a Viper… morta ancora una
volta eppure ancora viva. A chi ha sparato Leiko Wu: a un clone o la
spiegazione è un’altra? La risposta dovrà aspettare.
6)
Ophelia Sarkissian dovrebbe essere il
vero nome di Viper. Dico: dovrebbe perché con lei non si può realmente essere
sicuri di niente. Ne caso fosse vero, visto il nome, sarebbe di nascita armena.
7)
Rina, la figlia di Logan ed Elektra, è
creduta morta dai genitori ma in realtà sarà allevata per diventare una
spietata ninja della Mano. Ne sapremo mai di più? Forse sì, in un modo del
tutto inaspettato… almeno spero.
8)
Rina Logan è basato molto liberamente
sul personaggio omonimo, noto anche come Wild Thing, creato da Tom De Falco
& Ron Lim per l’universo MC2.
9)
Yukio, l’amica ninja di Wolverine, è
apparsa per la prima volta su Wolverine vol. 1° #1 datato settembre 1982 per
mano di Chris Claremont & Frank Miller. Amiko Kobayashi, orfana di fatto
adottata da Wolverine, è invece apparsa per la prima volta su Uncanny X-Men
Vol. 1° #181 datato maggio 1984 grazie a Chris Claremont & John Romita Jr.
10)
Nota di continuity: la missione a cui
accenna Natasha Romanoff sarà narrata in un crossover tra l’Uomo Ragno e Devil.
Non perdetelo.
Nel
prossimo episodio: Paladin e Joy Meachum si prendono una vacanza ma non tutto
va come dovrebbe. In Florida Cigno Nero scopre che il suo bersaglio potrebbe
essere più difficile da eliminare del previsto e a San Francisco Sudario è alle
prese con i thugs.
Comincia la corsa verso il numero 100. -_^
Carlo
[1] Nell’episodio #66.
[2] Nel caotico finale dell’episodio #64.
[3] Vedi Marvelit Team Up #30.
[4] Avvenne su Captain America Vol. 1° #167 (prima edizione italiana Capitan America, Corno, #79).
[5] Ovvero: carina in Inglese.
[6] Padrino.
[7] Su Iron Man MIT #55/58.
[8] Samurai rimasto senza padrone.
[9] Nello scorso episodio.
[10] Narrati in Lethal Honey #5.
[11] Gli hanno sparato nell’episodio #56.
[12] Nella miniserie: “Vedova Nera: Imported from Russia”.
[13] Vedi le ultime storie di Pantera Nera MIT.
[14] Come sapete se siete fedeli lettori di Vendicatori Segreti MIT.
[15] Come visto su Nick Fury MIT #6.
[16] Ministero per la Sicurezza dello Stato l’organismo del Governo Cinese che sovrintende alle operazioni di intelligence.
[17] Life Model Decoy. Androide del tutto simile all’uomo.
[18] Vedi i primi episodi di Agents of W.H.O. scritti dal mio valente supervisore. -_^
[19] Nell’episodio #3.