(CAVALIERI MARVEL)
N° 66
APOCALISSE INFERNALE
Di Carlo Monni
1.
Un complesso sistema di satelliti
orbita intorno alla Terra. È stato progettato e realizzato da un genio
scientifico con pochi rivali nel mondo, peccato che quel genio,
quell’intelligenza prodigiosa, siano stati rivolti al male. Il solo scopo di
quel sistema satellitare è la completa e totale distruzione di qualunque sia il suo bersaglio. Il suo creatore ha predisposto le
cose in modo tale che un qualsiasi attacco anche ad un solo satellite
innescherebbe tutti gli altri in un’apocalisse di distruzione totale che
consumerebbe in breve tempo l’intero pianeta.
Lo
scopo finale del creatore di questo strumento era, per dirla con parole sue,
purificare un mondo corrotto, così che i pochi superstiti potessero
rigenerarlo. Adesso di quell’uomo non rimangono che ceneri racchiuse in
un’urna: il genio del male chiamato Fu Manchu non ha incontrato la fine epica
che certamente avrebbe desiderato, ma, più banalmente è stato falciato da una
scarica di proiettili sparata dal mitragliatore di uno dei suoi nemici. Ora è
sua figlia Fah Lo Suee a disporre dell’arma e l’uso che vuole farne è decisamente
diverso.
Quella
che in questo momento è forse la donna più pericolosa del pianeta è ora in
piedi di fronte alla teca in cui è rinchiusa l’urna con le ceneri di Fu Manchu.
-Ah, padre…-
mormora -… saresti orgoglioso di me adesso? Mi appresto a realizzare i tuoi
sogni dopotutto: i governi mondiali hanno preferito la morte alla resa e la
morte avranno. Il Mondo finirà nel fuoco come avresti voluto tu ed i
sopravvissuti avranno un nuovo Eden sotto la mia saggia ed illuminata guida?
Non ti rende felice questo?-
E la figlia di Fu Manchu ride
soddisfatta.
Ti guardi intorno e ti accorgi di
come la battaglia stia volgendo a favore della tua fazione: gli assalitori
stanno decisamente perdendo. C’è qualcosa che non ti torna, però: perché hanno
rischiato così tanto con così poche possibilità di vincere? Improvvisamente hai
un’idea e corri via lasciando sul terreno il Serpente d’Acciaio sconfitto e
svenuto.
Ti chiami Daniel Thomas Rand ma sei
anche Iron Fist, l’arma Vivente della mitica città di K’Un Lun ed ora sei forse
l’ultima speranza delle Sette Città del Paradiso.
Nina McCabe si sveglia presto e
dedica le prime ore dopo il risveglio ad una sessione di ginnastica e di
allenamento intensivi. Nel settore lavorativo, se vogliamo chiamarlo così, che
ha scelto l’efficienza fisica è fondamentale, per tacere dell’abilità con ogni
tipo di arma, fondamentale se si vuole essere la migliore assassina a pagamento
sulla piazza… anche se non è facile superare la sua maestra Elektra Natchios,
Elektra… Nina è diventata Cigno Nero per scoprire chi l’aveva incastrata per un
omicidio non commesso e contemporaneamente rivelato la sua attività di killer,
eppure adesso lei è solo un pensiero sporadico e casuale. Nina non si chiede il
perché di questo cambiamento di attitudine e prosegue nel suo programma.
Terminato l’allenamento, Nina, in
canottiera e short, esce per iniziare una sessione di jogging e corre ad
andatura regolare per circa un’ora. Al ritorno nel suo nuovo appartamento si
getta sotto la doccia alternando acqua fredda e acqua calda, poi è di nuovo in
camera da letto per scegliere l’abito da indossare quella mattina quando il suo
cellulare squilla. Senza perdere tempo risponde:
-Sì, sono io. Sì,
sono pronta. Sarò puntuale.-
Chiude la comunicazione ed estrae
dall’armadio il suo costume da lavoro.
2.
Joy Meachum si
siede davanti alla delegazione cinese. Alla sua destra un silenzioso Jeryn
Hogarth, l’avvocato della società che lei presiede e che controlla al 50% con
Danny Rand. L’espansione nel mercato asiatico è sempre stata nei sogni della
Rand-Meachum ma finora la Cina era stata come una fortezza inespugnabile, poi
ecco l’offerta del Wai-Go Investment
Group, troppo ghiotta per non ascoltarla… almeno finché il capo delegazione Xao
Shedong non parla:
-Siamo
disponibili a finanziare il vostro progetto in cambio del 55% delle azioni
della società e siamo anche pronti a fare una congrua offerta per il restante
45% se vorrete cedere anche quello.-
-Cosa?-
Joy balza letteralmente in piedi –Questa… questa offerta è inaccettabile. Non
era di questo che avevamo parlato.-
-Ma
è questo che offriamo.- ribatte Xao.
-Voi…
voi siete…-
Jeryn Hogarth la prende per un
braccio le dice.
-Calma
Joy… siamo tra uomini… e donne… d’affari. Sono certo che possiamo discutere una
controproposta.-
Xao scuote la testa
-Non
c’è nulla di cui discutere: è un’offerta non negoziabile: prendere o lasciare.-
-Non
svenderò la società creata da mio padre e da quello di Danny Rand… a nessun
costo e questo… questo non è negoziabile.- ribatte Joy.
-In
questo caso, Miss Meachum…- replica, gelido, Xao, alzandosi -… si prepari ad un’acquisizione ostile…
molto ostile.-
Mentre i cinesi escono Joy e Jeryn
si scambiano uno sguardo preoccupato.
-Aveva
il tono di una minaccia non è vero?- chiede la ragazza.
-Già…
e non credo si riferisse solo alla pura e semplice acquisizione di azioni…-
risponde l’avvocato.
-Temo
anch’io. Dovremo prendere precauzioni.-
Proprio ora che Danny e lontano e
Luke Cage e le Figlie del Drago sono impegnati altrove, pensa Jeryn… poi un
pensiero lo colpisce: come se i Cinesi lo avessero saputo… o addirittura pianificato?
Poteva essere possibile?
Joy prende il cellulare e scorre la
rubrica.
-Chi
stai chiamando?- le chiede Hogarth.
-Uno
specialista di questo genere di faccende.- risponde Joy –L’uomo adatto a
toglierci le castagne dal fuoco.- dopo una breva attesa la ragazza riceve una
risposta –Paul? Sono io. Ho bisogno di te… per lavoro. Puoi venire da me il
prima possibile? Sì… ti aspetto nel mio ufficio. A tra poco.-
L’uomo conosciuto anche come Paul
Denning rimette in tasca il cellulare e si rivolge alla donna bionda con gli
occhi azzurri seduta davanti a lui in un famoso e costoso bar di Manhattan:
-Mi
dispiace Christine, ma temo che i nostri progetti per cena siano saltati. Il
lavoro mi chiama ed è anche urgente, pare.-
La delusione sul volto della donna è
evidente.
-Devi
proprio?- chiede –Ci siamo appena rivisti dopo tanto tempo.-
-Già…
non dirlo a me. Ti prometto che appena avrò finito ci faremo una settimana di
vacanza alle Bahamas… offerta da me. Nassau è stupenda in questa stagione e tu
farai un figurone in bikini.-
-Sei
ancora più buffone dell’ultima volta che ci siamo visti… e pronto ad
approfittarti del fatto che non sono più sposata.-
-Forse…
o forse ti avrei fatto la stessa proposta anche se fossi stata ancora sposata.
In fondo non sono affatto un bravo ragazzo. Ti chiamo stasera, promesso. Nel
frattempo prendi pure un altro drink, al conto ci penso io.-
Guardo
i miei compagni d’avventura ancora una volta. Siamo un gruppo davvero eterogeneo:
il mio fratellastro, Ombra Mobile, è uno spietato assassino e fino a ieri
voleva uccidermi, pima che un caso beffardo facesse di noi dei riluttanti alleati
contro la nostra comune sorella. Anche l’enigmatica donna chiamata Elektra è
una killer a contratto ricercata in tutto il mondo, cosa che lo S.H.I.E.L.D. ha
volutamente scelto di ignorare come per Ombra Mobile ma che mette chiaramente a
disagio Devil. Tra loro c’è qualcosa, è evidente ed anche la Vedova Nera ne è
disturbata, una rivalità tra amanti forse… ma sento che c’è di più. Con Rick
Mason, l’Agente ho collaborato una volta mentre Pete Wisdom è qualcosa di
simile ad indovinello avvolto in un rompicapo e rinchiuso in un enigma. Anche
se abbiamo lavorato entrambi per l’MI6 non ci siamo mai incontrati ma da quel
che so di lui, pare proprio che il detto latino nomen omen non si adatti a lui:
la saggezza non sembra essere tra le sue qualità principali.[1] Quanto a me…
anche se il mio nome, Shang Chi, significa: lo spirito che avanza, sento di aver
progredito davvero poco in questi anni.
A
distrarmi dai miei pensieri è l’ingresso di un uomo anziano su una sedia a
rotelle ultra tecnologica spinta da una giovane donna bionda. Ho detto anziano,
ma dovrei essere preciso: ha più di 130 anni ma è aggrappato alla via con una
caparbietà che ho visto in poche persone. Semplicemente si rifiuta di morire
finché non avrà portato a termine il suo compito.
Si
toglie il respiratore dal viso e parla con voce bassa ma ancora perfettamente
udibile:
-Il
mio nome è Smith… Denis Nayland Smith per la precisione. Alcuni di voi mi
conoscono da tempo… altri avranno pensato che fossi una leggenda o il
personaggio di una serie di romanzi…-
-Più
che altro pensavo che fosse già morto.- commenta
Pete Wisdom prima che Rick Mason gli sferri una gomitata al ventre.
-Se
l’irriverente giovanotto là in fondo mi lascerà proseguire… potrò dirvi cosa vi
aspetta: la vostra avversaria è Fah Lo Suee, la figlia di Fu Manchu, una donna
intelligente, scaltra, bellissima e molto molto pericolosa.-
-Proprio
il mio tipo di donna.- interviene ancora
Wisdom.
-Sembra
proprio che Mister Wisdom non sappia esimersi dall’interrompere.- ribatte Smith –Mi dica, Mr. Wisdom, che
suggerimenti ha su come affrontare la minaccia posta da Fah Lo Suee?-
-Io?
Beh... suppongo che un attacco frontale sia fuori questione o la bambolona
cinese scatenerà la sua macchina dell’apocalisse in un colpo solo invece di
colpire un bersaglio alla volta. Immagino, quindi, che il modo migliore sia
infiltrarsi di nascosto nel suo rifugio e distruggere i comandi della sua
macchina infernale prima che possa usarla ancora.-
-Mi compiaccio Mr. Wisdom, lei è tanto sveglio quanto
poco educato. Ora…-
Un
accesso di tosse interrompe il discorso di Smith e la sua assistente si
affretta a metterli il respiratore sul volto, poi si rivolge a noi.
-Come
sapete, mi chiamo Melissa Greville e sono autorizzata a parlare per Sir Denis.
Mentre noi parliamo alcuni dei più brillanti cervelli della Terra stanno
studiando il sistema per disarmare il sistema satellitare chiamato Apocalisse
Infernale ma se non ci riescono in tempo sta a voi fermare quella strega. Lo
S.H.I.E.L.D. ha accettato di porre Sir Denis e me a capo delle operazioni e Sir
Denis ha designato la Vedova Nera come comandante sul campo.-
-Ehi…
perché proprio lei?- interviene ancora
Wisdom -Ok ha un bel sedere ma cosa fa di lei una leader? Se non sbaglio le
due volte che ha guidato un gruppo non è finita molto bene.-
-Di
sicuro meglio che se li avessi guidati tu Pete.- è la risposta di Melissa –Altre domande?-
-Una
sola…- chiede Rick Mason –Perché non intervengono
i vari gruppi di supereroi? Dove sono i Vendicatori, i Fantastici Quattro, gli
X-Men e tutti gli altri?-
-Giusta
domanda: diciamo che sono tutti impegnati altrove e che non hanno modo di
intervenire in tempo. Sta solo a voi e a nessun altro salvare il Mondo.-
E
il silenzio che cala nella stanza basta a far capire quanto ci preoccupi questa
responsabilità.
3.
Paladin bussa ad una delle finestre
dell’ufficio di Joy Meachum e poi la apre saltando dentro proprio davanti alla
ragazza e a Jeryn Hogarth.
-Mi hai fatto
prendere uno spavento.- esclama la ragazza –Non potresti rivolgerti alla
reception e farti annunciare come le persone normali?-
-Se tu avessi voluto
una persona normale, non avresti chiamato me, tesoro.- risponde Paladin con un
sorriso Allora, qual è il problema?-
È Hogarth a spiegarlo ed alla fine
il mercenario commenta:
-Il Wai-Go Investment Group? Ne ho sentito parlare. Una volta il mio
broker finanziario mi ha detto che è molto aggressivo nelle acquisizioni.-
-Quanto
aggressivo?- chiese Hogarth temendo la risposta.
-Posso
usare il computer?- chiede, per tutta risposta, Paladin.
Ottenuta una risposta affermativa,
si siede alla postazione indicatagli e compie una rapida ricerca.
-Ecco
qua.- dice infine –Il Presidente di una società britannica che si era opposto
ad una fusione caldeggiata dal Wai-Go è stato trovato morto nel Tamigi. Cause
della morte: probabile infarto del miocardio. Due giorni dopo il consiglio
della società ha votato per la fusione. Un manager australiano la cui compagnia
era nel mirino del Wai-Go è stato sorpreso, grazie ad una soffiata anonima,
nudo con un ragazzino di 11 anni. Ha dovuto vendere tutto per pagarsi la difesa
e il suo pacchetto azionario è stato rilevato dal Wai-Go. Un altro manager è
stato ucciso durante una rapina finita male, ad un altro ancora hanno stuprato
la figlia adolescente Potrei continuare, ma credo che abbiate afferrato il
concetto.-
-A
chi dice di no al Wai-Go accadono brutte cose… e alla fine loro si prendono
tutto lo stesso.- conclude Hogarth.
-Esatto.
E non c’è mai stato modo di collegarlo a questi eventi. Voi quanto credete alle
coincidenze?-
-Una coincidenza è una coincidenza; due coincidenze
sono un indizio; tre coincidenze rassomigliano ad una prova.- recita Hogarth.
-E qui ne abbiamo ben più di tre. Vi siete scelti un gran brutto cliente.
Per vostra fortuna avete chiamato me.-
-Cosa suggerisci di fare?- chiede Joy.
-Azione preventiva: stasera farò una visita alla sede locale del Wai-Go,
giusto per vedere se trovo qualcosa di compromettente… magari i piani per
assassinarvi. In fondo non ho nulla di meglio da fare: per venire qui ho dovuto
disdire un impegno per cena.-
Joy si concede il primo
sorriso della giornata.
-Com’era, stavolta Paul? Bionda, mora o rossa?-
Lui sogghigna e replica:
-Bionda, ultimamente mi tengo alla larga dalle rosse… e poi lo sai che
adoro le bionde.-
-Vieni a farmi rapporto su quel che avrai scoperto… a qualsiasi ora.-
-Non mancherò.-
Ti fai largo tra i pochi
combattenti rimasti in piedi e raggiungi l’edificio principale dove sono stati
portati i governanti delle Sette Città del Paradiso subito dopo l’inizio della
battaglia. Se hai ragione, loro erano il vero bersaglio sin dall’inizio.
Corri cercando di
ignorare i corpi che devi scavalcare: qualcuno ha fatto fuori tutte le guardie,
qualcuno molto in gamba e quanto sia in gamba lo capisci vedendo Lei Kung il
Tonante riverso sul pavimento e accanto a lui un uomo dalla tunica gialla.
Senti le loro voci prima
di entrare nel salone: Yu-ti e un altro.
-Che cosa pensi di fare?- sta chiedendo Yu-Ti.
-Uccidervi tutti.- risponde l’altro –Ma soprattutto te, Yu-Ti, tu che ti
atteggi a governante benevolo e sotto sotto tessi intrighi e trami tradimenti
ma non hai mai immaginato che ci fosse qualcuno più furbo di te.-
-Fermo!- intimi.
L’uomo dalla tunica
rossa si volta lentamente.
-Ah… Iron Fist… aspettavo proprio l’occasione di misurarmi con te.-
La sua voce ha qualcosa
di familiare, chi è?
-Ti ricordi di me, spero.- dice sfilandosi il cappuccio e mostrando il
volto di un uomo dalla carnagione scura il cui volto è incorniciato da una rada
barbetta.
-Tu… tu sei Quan-St'ar lo
stregone.- esclami –Ti pensavo morto ormai.-
-E
hai sbagliato, uno sbaglio che ti costerà la vita.-
Il decollo dall’Eliveicolo avviene
nel più assoluto silenzio, poi Elektra parla:
-Non
hai nulla da dirmi Devil?-
-Che mai dovrei dirti?- ribatte l’Uomo senza Paura –Tu sei un’assassina…
uccidi la gente per denaro. Speravo che quando sei tornata dalla morte fossi
davvero cambiata, ma tu hai dovuto infrangere quell’illusione.-
-Forse, semplicemente, non posso cambiare la mia natura.-
-Allora non mi lasci scelta se non essere tuo avversario.-
-Vi suggerirei di riparlarne quando questa faccenda sarà finita.- si
intromette la Vedova Nera –Ora abbiamo altro a cui pensare.-
Matt Murdock tace.
Natasha non ha torto. Non sa come lo S.H.I.E.L.D. abbia rintracciato Elektra ma
è vero che la loro priorità è fermare quella pazza di Fah Lo Suee. La figlia di
Fu Manchu, Se non gli fossero capitate cose più assurde da quando è un
supereroe farebbe fatica a crederci. Il destino del Mondo riposa sulle sue
spalle, è dura da mandar giù.
La voce di Rick Mason lo
scuote dai suoi pensieri.
-Credo che ci siamo. -
La fortezza volante di
Fu Manchu, ora nelle mani di Fah Lo Suee, si erge davanti a loro.
-Secondo lo S.H.I.E.L.D. abbiamo solo cinque minuti prima che la nostra
schermatura ceda e i sensori di questa specie di isola volante individuino la
nostra navicella.- dice la Vedova Nera -Prepararsi a saltar giù.-
Mi seguiranno, pensa
Natasha, ma saremo davvero capaci di fare quel che ci è stato chiesto? Poco
importa perché non hanno scelta se non tentare. Sente la mano di Matt sulla sua
e sa che lui ha intuito i suoi dubbi e vuol dirle: sono con te. La guida di
questo gruppo spetta a lei, non può permettersi di fallire.
-Pronti adesso!- ordina.
4.
Un malvagio stregone che
hai affrontato tempo fa, assieme a Shang Chi[2] e di
cui avevi completamente dimenticato l’esistenza.
-E così ci sei tu dietro a tutto questo, Quan-St'ar.-
dici –Confesso di essere un po’ deluso: mi aspettavo qualcuno di maggior peso,
Padron Khan redivivo magari. Mi ero quasi
dimenticato di te.-
-Il
tuo atteggiamento sfrontato
non m’inganna, Danny Rand.- replica il tuo nemico –Sai che non sono un avversario
facile da sconfiggere.-
Ma perché tutti sanno
come ti chiami? Come fanno l’Uomo Ragno e Devil a mantenere segreta la loro
identità mentre tu sembri non riuscirci?
Accantoni questo
pensiero e ti concentri sul tuo avversario: Quan-St'ar
non è un grande esperto di arti marziali ma è un esperto stregone e potrebbe
darti del filo da torcere.
-E
così ti sei sostituito ad uno dei Signori delle Sette Città del Paradiso ed hai
scelto di colpire durante
il torneo quando l’attenzione di tutti sarebbe stata distratta.-
-Ho tessuto una bella ragnatela di inganni, non credi? Convincere i
Signori delle Città Oscure a rompere la tregua ed attaccare durante il torneo,
infiltrarmi ed infine uccidere Yu-Ti ed assumere il potere a K’Un Lun.-
-Tutto questo per una meschina brama di potere.-
-E vendetta… non dimenticare la vendetta… come quella che mi prenderò nei
tuoi confronti,-
Un gesto arcano, una
formula magica e ti ritrovi bloccato da anelli di energia mistica.
-Inutile che ti sforzi…- ti si rivolge Quan-St'ar
-… nessuna forza al Mondo può spezzare gli Anelli di Raggador, nemmeno il tuo
Pugno d’Acciaio.-
-E
che ne dici di due?-
Sul vano della porta è apparsa tua
sorella Miranda e le sue mani crepitano del potere di Shou Lao.
Solo pochi minuti prima Miranda Rand
era sul campo di battaglia ed aveva visto il suo bersaglio:
-Conal!-
Il giovane si era voltato e sul suo
volto si poteva leggere l’amarezza.
-Cosa
vuoi adesso, Miranda? La mia parte ha perso, non c’è più nulla per cui valga la
pena combattere.-
-Tu hai tradito K’Un Lun… hai tradito me.- ribatté la ragazza.
-Cos’ha fatto K’Un Lun per me? Mi ha respinto ed abbandonato nelle
grinfie degli H’ylthri.[3] Non le
devo niente se non il mio odio e quando ho avuto l’occasione di vendicarmi l’ho
colta al volo.-
-Ma mi hai abbandonata senza pensarci… e dicevi di amarmi.-
-Mi dispiace, Miranda… non è stata una scelta facile ma gli H’ylthri si
sono rifiutati di lasciarti andare e probabilmente pensavano di usarti contro
tuo fratello.-
-Ci sono cose che ancora non capisco, ma non importa: avrò tutte le
risposte che mancano dopo che ti avrò fatto mordere la polvere.-
Con un grido Miranda era
saltata ma Conal aveva evitato facilmente il suo assalto.
-Sono stato il tuo maestro.- disse –Conosco ogni tua mossa prima ancora
che la pensi.-
-Davvero?-
Con rapidità incredibile
Miranda gli sferrò un calcio alla schiena e poi un colpo di taglio al mento
facendolo barcollare.
-Non sono più la ragazzina che hai addestrato… e ho imparato bene la
lezione.-
Lo colpì ancora finché
lui non cadde ed allora lei capì che non stava nemmeno cercando di difendersi.
Per un attimo il suo pugno risplendette d’energia, che si spense subito dopo.
Vattene.- disse Miranda –Vattene prima che cambi idea e non farti mai più
rivedere.-
Gli voltò le spalle. Attese ma nulla accadde. Si
girò ancora e Conal era scomparso.
Ora Miranda fronteggia l’uomo che ti tiene prigioniero
e dice spavaldamente:
-Pensi di poter sconfiggere anche me?-
-Sciocca ragazza.- ribatte Quan-St'ar
–Non sei degna nemmeno della mia attenzione.-
Punta il dito verso di lei ma
Miranda scatta verso di lui evitando il colpo e gli sferra un calcio al mento
poi si volge verso il fratello.
-Posso
liberarti ma farà male temo.-
-Tu hai il pugno d’acciaio… ma come? – esclami sorpreso.
-Non è il momento delle spiegazioni. Ne parliamo dopo.-
Mentre tu chiami a
raccolta le tue energie interne, Miranda colpisce con tutta la forza che ha e
il risultato è uno scoppio d’energia accecante al termine del quale gli anelli
sono scomparsi ma sia tu che tua sorella siete a terra.
-Interessante.- commenta Quan-St'ar
–Il potere combinato di due possessori del Pugno d’Acciaio è riuscito dove
anche potenti mistici hanno fallito, ma poco importa…- vi prende entrambi per
il bavero e vi solleva come se foste senza peso -… perché ora siete inermi e
pagherete con la vita la vostra interferenza.-
-Io
non credo proprio.-
Sulla soglia è apparso il Principe
degli Orfani seguito dalle altre Armi Immortali.
-Sorpreso?-
continua John Aman avanzando nel salone -Un poeta Scozzese ha scritto qualcosa
su come finiscono i migliori piani degli uomini e non aveva torto. Se non
avessi visto Iron Fist abbandonare il campo di battaglia e dirigersi qui e non
mi fossi chiesto perché, forse avresti vinto, ma Daniel ci ha dato il tempo di
sconfiggere i tuoi sgherri ed arrivare qui al momento giusto.-
Lo stregone lascia la presa su di
voi e si volge verso i nuovi arrivati:
-No…
non ho ancora perso. Chiamo a raccolta i poteri di…-
Non termina l’invocazione: sul suo
volto si disegna un’espressione mista di dolore e stupore e quindi cade in
avanti svenuto.
Alle sue spalle Miranda stringe il
pugno destro.
-Dovevi
parlare di meno e agire di più.- commenta… poi cade svenuta.
5.
Entrare negli uffici del Wai-Go Investment
Group a New York non è stato difficile per uno con i talenti di Paladin. Fare
da guardia del corpo a Joy Meachum ha di certo i suoi lati positivi, ma a lui
non piace starsene fermo ad aspettare i guai, molto meglio risolvere il problema
direttamente alla radice. Qualunque cosa Paladin si aspettasse di trovare, non
è qui, tutto quello che c’è sono un paio di scrivanie, qualche sedia, delle
scaffalature ed un computer. Nulla di sorprendente dopotutto: è un fondo di
investimento gli basta un computer per tutte le operazioni essenziali… a
proposito del quale, magari da quello lasciato qui è possibile scoprire qualcosa
Paladin si siede davanti allo
schermo e accende il computer. Qualche istante e poi appare la schermata con lo
spazio per la password.
Siamo sistemati, pensa Paladin, non
ho la più pallida idea di come procedere e non voglio che quest’affare mi
esploda in faccia, devo trovare un altro modo.
Spegne il computer e si alza e
proprio in quel momento sente l’inconfondibile rumore di una chiave che gira
nella toppa.
La Vedova Nera può ritenersi
soddisfatta: sbarcare nella fortezza volante di Fah Lo Suee senza essere notati
è stato davvero semplice per gente con il talento dei membri della sua squadra.
Non sa come ha fatto Elektra ad entrare nell’edificio principale ed aprir loro
la porta dall’interno senza far scattare alcun allarme ma non le importa, quel
che conta è il risultato.
-Venitemi
dietro.- dice loro Ombra Mobile –Conosco bene questo posto e vi aiuterò ad
evitarne i pericoli.-
-Dice
la verità.- sussurra Devil all’orecchio della Vedova –Almeno per ora, posso
garantirlo.-
-Il
desiderio di vendetta di mio fratello è sincero.- interviene Shang Chi –La sua
lealtà era solo per nostro padre. Nostra sorella per lui è solo una nemica.-
-Ma
che bella famiglia.- commenta Pete Wisdom –Quasi quasi la cambio con la mia.-
-Silenzio.-
intima Natasha Romanoff.
Adesso viene la parte più difficile:
se si faranno scoprire prima del tempo, tutto sarà perduto: non possono
permetterselo.
-Voglio
che siate assolutamente invisibili e silenziosi.- prosegue Natasha –Nemmeno le
mosche devono accorgersi della nostra presenza.-
Tutti annuiscono e il cammino
riprende. Senza incontrare problemi raggiungono la sala di controllo. Sono
Ombra Mobile ed Elektra ad occuparsi delle sentinelle di guardia alla porta con
spietata efficienza. Quando le braccia dell’assassino Cinese e della Ninja
Greca si stringono ai loro colli non hanno nemmeno l’opportunità di emettere un suono.
-Li
avete uccisi.- dice Devil con tono duro e severo.
-Erano
nemici.- è il secco commento di Ombra Mobile.
Elektra tace ma la maschera di
impassibilità sul suo volto si incrina per un attimo quando vede l’espressione
sul volto di Devil ed è lieta che Matt Murdock sia cieco e non possa vederla
adesso, poi ricorda che con i suoi supersensi forse lui comprende più cose che attraverso
gli occhi.
Le guardie non hanno chiavi e Devil
si occupa di scassinare la serratura ed in pochi attimi la porta è aperta.
-Ora
occupiamoci di quella maledetta macchina dell’Apocalisse.- dice Natasha.
È Rick Mason ad individuare il
pannello giusto ma…
-Niente
da fare.- dice –Il computer è protetto. Non so se posso disattivare questo
macchinario.
-Allora
penso che non ci resti che distruggere tutto.- interviene Pete Wisdom e dalle
sue dita fuoriescono delle lame di energia che riducono in briciole la consolle
dei comandi.
Un attimo dopo l’urlo acuto di una
sirena risuona per l’intera fortezza.
-Oops,
temo di non essere stato abbastanza delicato.- commenta il mutante britannico.
Clive Reston sente la porta della
sua cella aprirsi ed un attimo dopo vede entrare Fah Lo Sue.
-Ma
guarda un po’ chi si fa viva: la sgualdrina traditrice.- esclama –Qualcosa mi
dice che stavolta la tua visita sarà meno piacevole della precedente.-
-Sono
lieta di vedere che non hai perso il tuo sarcasmo.- replica la Figlia di Fu Manchu
–Ti prego di credermi se ti dico che avrei voluto che le cose tra di noi
andassero diversamente.-
-Risparmiami
le lacrime di coccodrillo, bella… come il fatto che ti dispiacerà farmi
ammazzare al termine di questa storia.-
-In
questo, sono sincera, Clive: preferirei di gran lunga saperti vivo… se fossi
anche certa che non cercheresti di uccidermi o catturarmi.-
L’atteggiamento di Reston cambia di
colpo mentre si avvicina alla donna.
-Se
è solo questo, il problema…possiamo discuterne.- le si avvicina e le passa il
braccio sinistro attorno alla vita e con la mano destra le sfiora il volto –Mi
auguro che tu non abbia il tuo rossetto al veleno su quelle deliziose labbra,
sarebbe un vero spreco.-
-Sei
proprio come tuo padre, Clive.-
-Già…
me lo dicono in tante… dev’esserci qualcosa di vero.-
Le loro labbra si sfiorano e proprio
in quel momento si ode la sirena di un allarme.
-La
sala di controllo.- esclama Fah Lo Suee –Qualcuno è riuscito a entrare.-
Con mossa repentina Reston le torce
un braccio e le stringe il collo
-Cambio
di programma, bella: adesso fai aprire la porta di questa cella e mi fai uscire
o mi vedrò costretto a spezzarti questo tuo bel collo e puoi credermi se dico
che lo farei con molto rammarico, ma lo farei.-.
-Non
uscirai vivo da qui, Clive.-
-Questo
si vedrà. Intanto sarai a tu a non uscire sicuramente viva da qui se non farai
come ti dico.-
-Aprite
la porta… adesso!- ordina la figlia di Fu Manchu.
Una volta che la porta è aperta
Clive, facendosi scudo di Fah Lo Suee, esce sotto lo sguardo torvo di due
guardie armate.
-Ora
ordina ai tuoi scagnozzi di deporre le armi e andarsene.- intima alla donna.
-Lo
avete sentito.- dice Fah Lo Suee -Deponete le armi a terra e andate via.
Obbedite!-
Con molta riluttanza i due fanno per
obbedire, poi, d’improvviso uno alza di colpo la sua mitraglietta e urla:
-Muori
cane.-
Reston gli sferra un calcio alla
mascella stendendolo, poi si getta a terra afferrandone l’arma. Rotola evitando
i colpi sparati dal secondo e lo abbatte con una raffica.
-Imbecilli.-
è lo sprezzante commento di Fah Lo Suee.
Reston si alza in piedi e le punta
contro la sua arma.
-Dovresti
uccidermi ora, Clive, sono una minaccia per il mondo dopotutto e se al mio
posto ci fosse mio padre lo avresti già fatto senza esitare, no? È perché sono
una donna? Il vostro sciocco fair play britannico.-
Reston rimane in silenzio poi
abbassa l’arma.
-Al
Diavolo.- esclama –Fossi in te me ne andrei, bella, ho la sensazione che
qualcosa sia andato storto nel tuo bel piano e che sia merito del tuo
fratellino.-
-Già…
lo credo anch’io.-
-Vado
a liberare i miei amici e tu… non farti ritrovare sulla mia strada: la prossima
volta non sarò così tenero.-
-Questo non posso
promettertelo, Clive.-
-Sì… lo immaginavo.
Addio.-
Reston passa alla cella vicina e non
sente le ultime parole che la donna pronuncia prima di correre nella direzione
opposta:
-Non addio ma
arrivederci, Clive… e buona fortuna.-
6.
New
York. La ragazza dai capelli biondi entra nello studio del presunto ex gangster
Eric Slaughter. Il vecchio sorride guardando l’orologio e la saluta:
-Decisamente
puntuale i miei complimenti miss…-
-Mi chiami pure
Cigno Nero quando si tratta di lavoro.-
Slaughter fa una smorfia. La ragazza
è molto cambiata dalla prima volta che è venuta nel suo studio: è più calma,
controllata e nella sua voce c’è una sfumatura di durezza prima assente. Il
vecchio gangster irlandese quasi se ne dispiace, forse la preferiva quando era
più dolce e ingenua. Sta decisamente diventando sentimentale con l’età e non va
bene per chi era il capo della più efficiente anonima assassini dello Stato.
-Ho un nuovo
incarico per lei.- dice porgendo a Cigno Nero tre foto –Il nostro comune
committente vorrebbe sapere se per lei è un problema portarlo a termine. Dice
che capirà se rifiuterà.-
Nina McCabe dà una rapida occhiata
alle foto, due uomini e una donna, e poi risponde decisa:
-Assolutamente
nessun problema.-
Io
e Ombra Mobile ci occupiamo delle guardie in arrivo mentre la Vedova Nera e gli
altri cercano di disattivare l’arma di mia sorella. È incredibile come ci
muoviamo in sincrono, come se fossimo abituati ad agire in coppia da sempre.
Nostro padre ha fatto un buon lavoro, peccato che abbia fatto di noi due nemici.
Se solo potessi convincerlo a cambiare…
I miei
pensieri sono interrotti da dei nuovi arrivi. Ombra Mobile sta per balzare loro
addosso ma io lo fermo:
-Calmati, non sono
nemici.-
-Ma guarda un po’…
il buon vecchio Chi, è un piacere rivederti ragazzo,- mi dice Clive Reston.
Leiko Wu
e Black Jack Tarr sono con lui. Leiko si precipita verso di me e mi getta le
braccia al collo. Un po’ insolito per lei, che cerca sempre di apparire
controllata e padrona di sé.
-Lo sapevo che eri
ancora vivo.- esclama –Ne ero
sicura.-
-Che spettacolo
disgustoso.- commenta Ombra Mobile –Perdere
tempo in inutili smancerie quando la battaglia non è ancora finita.-
-Che ci fa lui qui?-
interviene Tarr –Non era uno dei
cattivi? L’ultima volta che vi ho visto insieme, lui stava cercando di
ucciderti o sbaglio cinesino?-
-Io e mio fratello
abbiamo raggiunto un accordo, Tarr.- rispondo
-E non…-
-Sì, sì, lo: “Non
chiamarmi cinesino”. Che genere di accordo?-
-Qualcosa del tipo:
il nemico del mio nemico è mio amico.-
A
parlare è stata la Vedova Nera.
-Natasha, che
piacere!- esclama Reston –Vedo che ti
sei portata dietro un’interessante spedizione di soccorso: Devil, Rick Mason,
quella è Elektra Natchios, la migliore Ninja assassina sulla piazza e c’è
anche… Pete Wisdom.-
-Anche per me è un
piacere rivederti, collega.- lo saluta Wisdom.
-Ho provato più
piacere l’ultima volta che sono stato dal dentista, ma lasciamo stare. Che sta
succedendo qui?-
-In due parole…- spiega Rick Mason –Stiamo cercando di
disattivare permanentemente la Macchina dell’apocalisse ma non è facile dopo
che il qui presente Wisdom ha avuto la brillante idea di distruggere parte
della consolle.-
-Ehi… nessuno è
perfetto.- replica Wisdom con un’alzata
di spalle.
Mason
continua:
-Pare si sia innescata una reazione a catena,
un conto alla rovescia che dobbiamo fermare o saranno guai grossi.-
-Mio padre si è
trovato in una situazione simile una volta e non fu affatto piacevole.- commenta Reston.
-Ho visto quel
film.- interviene ancora Wisdom –Le attrici
erano sexy ma io continuo a preferire…-
-Silenzio.- intima Mason –Maledizione…no!-
-Se posso
chiederlo…- interviene Devil –Cosa
c’è da fare?-
-Nulla di
particolarmente complicato.- spiega Mason
–Si tratta di interrompere un circuito, ma non ho la più pallida idea di
quale e di come fare senza una tastiera ed un mouse funzionanti.-
Devil
non parla ma si china poggiando le mani sul quadro comandi e sembra ascoltare
qualcosa che solo lui può udire. Fin dalla prima volta che l’ho incontrato
avevo percepito che non era solo un atleta particolarmente dotato, ma rispetto
il suo diritto a tenersi i suoi segreti. Improvvisamente alza la testa e solleva
una mano dicendo:
-Colpisci qui, Shang
Chi.-
Faccio
quel che dice e calo il taglio della mia mano sul punto indicato. Per un
secondo non accade nulla, poi un flash illumina lo schermo davanti a noi.
-Ce l’abbiamo
fatta!- annuncia Mason con un sospiro di
sollievo.
Mentre
tutti si lasciano andare a manifestazioni di gioia, io mi volgo verso Ombra
Mobile:
-Meglio che tu vada,
fratello… la tregua è finita e non garantisco del tuo destino una volta tornati
a terra.-
-La prossima volta
che ci incontreremo ti ucciderò, fratello.- replica
lui.
Sospiro
e lo guardo andar via. Leiko mi si avvicina,
-Andrà tutto bene,
Shang Chi, vedrai.- mi dice.
-Mi chiedevo se la
prossima volta che incontrerò un membro della mia famiglia sarà per qualcosa di
diverso dal combattersi.- rispondo.
Lei tace
e forse è meglio così. Accetto il suo abbraccio e smetto di farmi domande.
-Ehi, piccioncini,
smettetela di farvi smancerie.- interviene
Reston –Ora che non c’è più pericolo di far saltare il mondo questo posto
brulicherà presto di agenti dello S.H.I.E.L.D. e di chissà quante altre agenzie
nazionali. Si prenderanno loro cura degli scagnozzi di Fah Lo Suee.-
-Che ne è stato di
mia sorella?-
-E chi lo sa? Se è
stata furba è già scappata… e sai una cosa? Non dovrei dirlo, ma spero che lo
abbia fatto.-
Leiko
storce le labbra ma io sono d’accordo con Reston.
Tutto è finito, anche se non come immaginavate
tutti: il torneo è stato sospeso. Se ne riparlerà al prossimo ciclo ed a quel
punto non sarà più un problema tuo.
Miranda si è ripresa rapidamente e
sembra piuttosto impaziente.
-Non guardarmi in
quel modo, Danny, sto benissimo, anzi non sono mai stata meglio in vita mia.-
-È il potere del
Pugno d’Acciaio donatoti da Orson Randall e che ora scorre in te.- sentenzia
Lei Kung il Tonante, anche lui sembra in forma adesso –La tua eredità, figlia
di Wendell Rand K’ai.-
-Ma che ne è di
Orson?- chiede Miranda.
-Ci piacerebbe darti
una risposta…- le rispondi -… ma la verità è che…-
-L’unica cosa che
abbiamo trovato è il suo costume, disteso come se chi vi era all’interno si
fosse dissolto in cenere.- spiega il Principe degli Orfani –Forse dopo che ha ceduto
il suo potere a te, non più sostenuto dall’energia del Pugno d’Acciaio, il peso
degli anni che aveva allontanato sinora è piombato su di lui e del suo corpo
non è rimasta che polvere.-
Miranda abbassa lo sguardo colmo di
tristezza. Orson se n’è andato prima che lei potesse fargli domande su suo
padre, sui misteri del loro passato.
Guarda i suoi palmi brillare e le
pare di sentire la sua voce sussurrare:
“Non hai bisogno di
me, ragazza. Io ho fatto il mio tempo. Il futuro appartiene a te”.
Miranda stringe i pugni e sorride.
EPILOGO UNO
Una strada qualunque in un posto
qualunque. Potrebbero essere gli Stati Uniti come l’Europa o una qualche
nazione asiatica, chi può dirlo?
L’uomo è indubbiamente caucasico. Ha
i capelli grigi, quasi bianchi, indossa un giubbotto di pelle e dei jeans ed a
tracolla ha uno zainetto. Cammina lungo il bordo della strada immerso nei suoi
pensieri finché un furgoncino rallenta e gli si affianca.
-Ehi amico, serve un
passaggio?- chiede il guidatore.
-Perché no?-
risponde l’uomo e sale all’interno del furgone.
-Dove stai andando?-
gli chiede l’autista.
-Dovunque tu vada,
andrà benissimo.- è la risposta.
EPILOGO DUE
Clive Reston entra
nell’alloggio assegnatogli nell’Eliveicolo dello S.H.I.E.L.D. e ci trova una
giovane donna bionda seduta sul letto.
-Melissa!- esclama –Che ci fai qui?-
-Che razza di domanda stupida.- ribatte
Melissa Greville sorridendo –Ho semplicemente deciso che era ora che noi due
approfondissimo un certo discorso, tutto qui.-
-Che discorso?-
-Questo.- risponde l’assistente di Sir Denis
Nayland Smith e lo bacia.
-Ecco un tipo di discorso che mi piace.-
Clive indica il comodino su cui c’è un secchiello da ghiaccio in cui è infilata
una bottiglia e con accanto quattro bicchieri di cui due pieni –E quelli?-
chiede.
-Beh… ho pensato che avresti gradito lo
champagne ma che forse avresti voluto anche un Vodka Martini e così ho preso
tutti e due… per entrambi.-
-Ma che ragazza intraprendente. Ed è…-
-Agitato e non mescolato.- risponde Melissa
porgendogli il bicchiere -Conosco i tuoi gusti… che sono gli stessi di tuo
padre… o almeno così dice mia madre… che li conosceva bene.-
-E che altro ti ha detto la mamma?- chiede
Clive sorseggiando il drink.
-Che se assomigli anche un po’ a tuo padre
avrei dovuto starti lontana ma che non ne sarei stata capace… e ne sarebbe
valsa la pena.-
-Ma senti un po’ la mammina. E tu vuoi
scoprire se ha ragione?-
-So già che ce l’ha. Magari dopo me ne pentirò,
ma è meglio avere rimorsi che rimpianti, non credi?-
-Pienamente d’accordo.-
Clive
la stringe a se e la bacia mentre contemporaneamente le abbassa la zip del
vestito.
-Questo è un finale che mio padre avrebbe
sicuramente approvato.- sussurra mentre Melissa lascia scivolare l’abito a
terra.
FINE… PER ORA
NOTE DELL’AUTORE
Praticamente nulla o
quasi da dire su quest’episodio se non un paio di cose:
1)
Per
chi non fosse familiare con lui, sappiate che Pete Wisdom è un mutante
britannico e che è stato creato da Warren Ellis & Ken
Lashley su Excalibur Vol.1
86. Ha il potere di lanciare lame di energia dalle dita delle mani. Alcuni
lettori delle serie mutanti si ricordano di lui perché è proprio con lui che
Kitty Pryde, all’epoca sedicenne, ha avuto la sua prima volta… e non glielo
hanno ancora perdonato. Wisdom è un tipico personaggio alla Ellis, decisamente
sopra le righe. È stato agente di vari servizi segreti britannici sia interni
che esterni. Ha una sorella, Romany, che è un’occultista
2)
Due
parole non tanto su Melissa Greville, personaggio già visto in questa serie e
discendente di quel Lord Greville che fu comprimario ricorrente dei romanzi di
Sax Rohmer con protagonista negativo Fu Manchu, quanto sulla sua misteriosa
madre. Doug Moench, creatore sia di Clive Reston che di Melissa, ha sempre
lasciato intendere, pur senza mai nominarlo espressamente, che Clive sia figlio
di James Bond ed ha anche lasciato intendere che prima di sposarsi e mettere al
mondo due figlie, la madre di Melissa ha avuto una breve relazione con 007.
Molti fan della serie Master of Kung Fu si sono scervellati sulla vera identità
di questa donna, o, per dirla in altri termini, si sono chiesti quale delle
donne presenti nei romanzi di Ian Fleming poteva essere. Una delle candidate
più accreditate è Mary Goodnight, che fu segretaria di Bond negli ultimi
romanzi e che proprio nell’ultimo, “L’uomo dalla pistola d’oro” (val la pena di
ricordare che la cronologia dei romanzi e quella dei film differiscono
profondamente) trascorre con lui un periodo di vacanza in Giamaica, ma chi può
esserne certo?
Nel
prossimo episodio: un teso confronto tra Devil ed Elektra con la Vedova Nera
presa nel mezzo, le Armi Immortali alle prese con la sfida più difficile della
loro carriera, vivere nel mondo reale, il ritorno delle Figlie del Drago e
altro ancora… se avremo spazio.
Carlo