(CAVALIERI MARVEL)
N° 65
IL FUOCO DELL’INFERNO
Di Carlo Monni
1.
Solo pochi istanti fa gli agenti del
Secret Intelligence Service britannico, meglio noto come MI6, Clive Reston,
Leiko Wu e Black Jack Tarr assieme all’inconsueta alleata Fah Lo Suee, figlia
di Fu Manchu, sono penetrati nel sancta sanctorum del diabolico orientale noto
anche come Dottore del Diavolo.
Black Jack Tarr non ha esitato a
falciarlo con una raffica della mitraglietta che impugna per impedirgli di
azionare un’arma in grado di devastare intere città ed ora Fu Manchu giace a
terra immerso in una pozza di sangue. Accanto a lui il corpo di Reston,
abbattuto a sorpresa da Fah Lo Suee.
Prima che i suoi colleghi possano
reagire sono bloccati dagli uomini della figlia di Fu Manchu.
-Vi consiglio di
non fare mosse avventate.- dice loro quest’ultima –Non desidero uccidervi se
posso farne a meno.-
-Sapevo che non
dovevamo fidarci di te, strega.- sbotta Leiko.
Fah Lo Suee sogghigna e replica:
-Non ho mai detto
che dovevate farlo. Ora scusatemi ma ho da fare.- si rivolge ai suoi uomini
–Portateli via compreso lui.- indica Reston a terra.
-E… e suo padre?-
chiede uno degli uomini.
Fah Lo Suee osserva il corpo del
padre e sentenzia.
-Bruciate il suo
cadavere e disperdetene le ceneri. Cercate anche i miei fratelli, Shang Chi e
Ombra Mobile e uccideteli entrambi.-
-Tu… bastarda…-
urla rabbiosamente Leiko.
-Può insultarmi
quanto vuole Miss Wu ma non cambierà niente. Può anche non credermi ma io
voglio davvero bene al mio Piccolo Spirito. Tuttavia Shang Chi è un avversario
pericoloso ed io non posso permettermi sentimentalismi, non quando gli
obiettivi che ho cercato per tanti anni sono finalmente a portata di mano ed
ora scusatemi ma ho un mondo da conquistare.-
Miranda Rand spalanca gli occhi. Per
la prima volta da mesi la sua memoria fratturata si ricompone mentre riconosce
l’uomo di fronte a lei.
-Conal!- esclama
–Sei davvero tu, ma come è possibile?-
-Non è il momento
delle spiegazioni, Miranda, ma quello delle decisioni.- replica l’uomo che
Miranda conosceva come Conal D’Hu-Tsien –Unisciti a noi, entra a far parte del
nuovo ordine.-
Miranda esita perplessa dinanzi alla
mano che lui le tende, poi la respinge con un colpo di taglio.
-Tu… traditore.-
esclama e si lancia su di lui.
La ragazza è scioccata. Conal era
l’uomo che amava. Quando Yu-Ti, il sovrano della favolosa K’Un Lun, scoprì che
le aveva fatto da insegnante di arti marziali anche se lui aveva ordinato
diversamente, decretò che fossero separati e che fosse cancellato dalle loro
memorie il ricordo l’uno dell’altra. I due decisero di fuggire insieme da K’Un
Lun ma furono catturati dalla razza vegetale umanoide chiamata H’ylthri e
racchiusi in baccelli che drenavano le loro energie vitali.[1]
Questa è l’ultima cosa che Miranda
ricorda ed è avvenuta parecchi anni fa. Ripensandoci adesso la ragazza si rende
conto che entrambi avrebbero dovuto essere morti ormai. Cosa è accaduto
veramente ad entrambi dopo la cattura? Perché Conal ora sta con i nemici delle
Sette città? Sono domande che dovranno aspettare.
Conal o Sharyd, come si fa chiamare
adesso, evita facilmente il suo assalto e la afferra per un braccio.
-Sei brava, te lo
concedo.- dice –Ma io sono quello che ti ha insegnato tutto quello che sai e
l’allieva non ha ancora superato il maestro.-
-Questo è da
vedersi.- replica Miranda e lo fa volare sopra la sua testa, quindi lo colpisce
con un calcio rotante.
-Non sono più la
ragazzina che hai addestrato e tu non sei più l’uomo che amavo. Io…-
Miranda non completa la frase.
Qualcosa la colpisce alla schiena e un dolore lancinante le sale lungo la spina
dorsale. Urla cadendo a terra mentre il suo sangue scorre al suolo.
Alle sue spalle torreggia la
massiccia figura dell’uomo chiamato Scimitar con l’arma che gli dà il nome
salda nella sua mano ed ancora bagnata del sangue di Miranda.
-Non avresti dovuto
farlo.- gli si rivolge Sharyd –L’avrei battuta alla fine.-
-Voi maniaci del
Kung-Fu perdete un sacco di tempo e vi dimenticate che lo scopo di una guerra è
vincere.- ribatte l’Arabo –Un’avversaria è eliminata ed è l’unica cosa
importante.-
Ma una parte dell’uomo che un tempo
era Conal D’Hu-Tsien non può non essere triste.
Mio
fratello ed io ci fronteggiamo da troppo tempo ormai senza riuscire a prevalere
l’uno sull’altro. Come ho già detto siamo davvero troppo simili. Il nostro
scontro potrebbe durare per ore o addirittura giorni se non intervenisse un
fattore nuovo: veniamo bersagliati da colpi di mitragliatore. Gli uomini di
nostra sorella stanno cercando di ucciderci. Non posso dire di esserne
sorpreso.
Come se
avessimo una mente sola reagiamo all’unisono evitando i primi colpi e saltiamo
addosso agli avversari. Qui finiscono le nostre similitudini perché io uso solo
la forza indispensabile a neutralizzarli mentre Ombra Mobile non esita ad
ucciderli.
-Sembra, Shang Chi,
che i tuoi alleati ti abbiano abbandonato.- mi
si rivolge mentre si mette schiena contro schiena con me.
-Sono gli uomini di
nostra sorella e la lealtà non è tra le sue qualità migliori.- rispondo.
-Pare che dovremo collaborare
per sopravvivere non ti pare ironico fratello?-
Non
perdo tempo a rispondergli: è tempo di agire adesso. Gli uomini di mia sorella
imparano a loro spese che non basta un’arma da fuoco a fare un guerriero. Io e
Ombra Mobile riusciamo a sgominarli.
-La vittoria è
nostra.- proclama Ombra Mobile.
-Per ora.- sottolineo io.
Prima
che possa dire altro il pavimento è scosso come da un terremoto e la stanza si
inclina, poi, di colpo cominciamo a precipitare.
Su una
parete appare il volto di Fah Lo Suee.
<<Mi dispiace
Piccolo Spirito…>> dice <<…
ma non posso permetterti di interferire con i miei piani adesso. Il modulo dove
ti trovi è stato appena staccato da questa fortezza volante. Forse sopravvivrai
o forse no, non m’interessa. Addio fratelli.>>
Con
velocità sempre più alta il modulo che era parte della fortezza di mio padre
piomba verso il basso e si schianta nell’oceano.
2.
Una cosa dovrebbero
tenere a mente tutti: non è salutare far arrabbiare una delle Armi Immortali e
se poi le fai arrabbiare tutte, le cose diventano davvero serie.
La Sposa dei Nove Ragni non ha
remore ad usare i suoi poteri contro avversari che si trovano sommersi da
migliaia di letali aracnidi da lei richiamati; Fratello Cane Numero Uno falcia
i suoi opponenti uno dopo l’altro con la sua katana; Bella Figlia della Tigre
si dimostra mortale come l’animale da cui prende il nome; Cobra Grasso non
incontra difficolta a schiacciare i suoi avversari; il Principe degli Orfani
usa le sue mistiche abilità contro che gli si para contro
Nella confusione degli scontri Orson
Randall è l’unico ad accorgersi di cosa stia succedendo a Miranda Rand. Con una
serie di acrobatici salti vola sopra le teste dei suoi avversari e
contemporaneamente scarica su di loro il potere del Pugno D’Acciaio attraverso
le sue pistole giungendo infine davanti a Sharyd e Scimitar.
-Cosa credi di
fare, vecchio?- chiede quest’ultimo.
-Darti una
sistemata, imbecille.- replica quest’ultimo.
Il pugno potenziato di Orson spezza
in due la scimitarra del suo avversario e prosegue sino al suo sterno come se
l’armatura che lo protegge fosse fatta di burro.
Scimitar ha uno sguardo perplesso
mentre cade a terra svenuto. Orson si volge verso l’uomo un tempo chiamato
Conal e gli dice:
-Puoi combattermi o
scappare, non m’importa ma decidi in fretta.-
I due incrociano gli sguardi, poi il
giovane decide di ritirarsi e Orson si china su Miranda. La ferita alla schiena
è gravissima: la lama di Scimitar ha passato Miranda da parte a parte ledendo
diversi organi vitali. Non vivrà più di altri cinque minuti a meno di non fare
qualcosa subito.
-Maledizione,
ragazza. Non ti lascerò morire, costi quel che costi.- borbotta l’Iron Fist dei
tempi che furono.
Con decisione pone entrambe le mani
sulla schiena squarciata di Miranda e si concentra. I palmi si illuminano e se
la ragazza fosse cosciente sentirebbe un enorme calore diffondersi nel suo
corpo. La luminosità si estende rapidamente su tutta la schiena fino ad
avvolgere tutta la giovane donna.
Quando la luminosità cessa nessun
segno della ferità rimane sulla schiena di Miranda Rand: il processo di
guarigione è terminato con successo.
Con un gemito Miranda si muove e si
mette a sedere. Le ci vuole qualche secondo per comprendere dove si trova e
ricordare cosa è successo poi vede Orson e chiede:
-Orson… cos’è
successo?-
Ma lui non risponde e le crolla
esanime tra le braccia.
Clive Reston riprende i sensi per
ritrovarsi legato mani e piedi ad una parete. Un rapido sguardo lo informa che
i suoi amici sono nella stessa situazione. L’ultima cosa che ricorda è che
stava per distruggere la macchina di Fu Manchu quando qualcosa l’ha colpito
alle spalle. No…non qualcosa, qualcuno: la maledetta figlia di Fu Manchu che
ora è davanti a lui sorridente.
-Tu… dannata…-
-Ti prego, Clive…-
lo blocca Fah Lo Suee -… non dire cose volgari ed inutili a questo punto. Scusa
la posizione in cui ti trovi, una banale precauzione per proteggermi dalle tue
comprensibili reazioni.-
-Se avessi le mani
libere, ti farei vedere le mie di reazioni, puttana.- interviene Black Jack
Tarr.
Fah Lo Suee lo ignora e continua a
parlare a Reston:
-Mi è davvero
dispiaciuto doverti colpire a tradimento ma tu capirai che non potevo lasciarti
distruggere quella stessa macchina di mio padre che mi permetterà di ottenere
il dominio di quel mondo che lui voleva semplicemente distruggere.-
-Tutto qui? Solo
sete di dominio.- replica l’agente britannico –Mi deludi bella.-
-Pensala come vuoi,
Clive.- Fah Lo Suee lo accarezza su una guancia –Saresti stato un magnifico
consorte. Con te al mio fianco nulla mi avrebbe fermato, ma so già che non
accetteresti la mia offerta.-
-Ci puoi
scommettere quel tuo delizioso sederino.-
-Puoi credermi se
ti dico che sarà con estremo dispiacere che ordinerò la tua esecuzione quando
tutto sarà finito.-
-Sì, ti ci vedo
proprio a piangere sulla mia tomba, tesoro.-
Fah Lo Suee sorride e si volta.
-Ora scusatemi, ma
devo comunicare al mondo ignaro il mio potere e le mie condizioni.-
-Aspetta!- le urla
Leiko Wu –Che ne è di Shang Chi, perché non è qui?-
Fah Lo Suee sembra infastidita dalla
domanda ma risponde:
-Entrambi i miei
fratelli, Shang Chi e Ombra Mobile, sono stati gettati in mare e non sono un
problema… non più.-
-Non ti sei
assicurata che sia morto, vero?- ribatte Leiko -Non illuderti che lo sia.
Tornerà e manderà a gambe all’aria tutti i tuoi piani, lo sai, vero? Lo sai!-
Ma Fah Lo Suee non si degna di
rispondere ed esce dalla stanza.
Non
so dire da quanto sto nuotando ma finalmente vedo la superficie ed emergo
prendendo una lunga boccata d’aria. Pochi istanti dopo ecco emergere la testa
di Ombra Mobile che mi guarda con odio.
-Siamo soli in
mezzo all’Oceano e con poche possibilità di sopravvivere.- gli dico –Puoi continuare a cercare di uccidermi o possiamo unire
le nostre forze per sopravvivere e poi cercare di bloccare nostra sorella.-
Lui
mi guarda con espressione cupa ed infine dice:
-E sia… ma quando
tutto sarà finito riprenderemo il nostro combattimento ed io… io ti ucciderò
fratello.-
-Sarà quel che deve
essere.- replico –Ora pensiamo a
restare vivi.-
Mia
sorella non mi ha ucciso e se ne pentirà.
3.
Una piattaforma
petrolifera nel Mare del Nord. La notte si illumina improvvisamente quando un
raggio cala dal cielo per avvolgere la piattaforma, che si incendia
completamente in meno di un secondo. Chiunque fosse a bordo non ha nemmeno il
tempo di rendersi conto di morire prima di essere ridotto in cenere.
Un jet della China Airlines è in
volo tra Shangai e Tokyo quando è avvolto dallo stesso raggio e svanisce in una
vampa di fuoco. 117 passeggeri più l’equipaggio vaporizzati in un istante.
Un villaggio di pescatori sulla
costa atlantica francese. La normale routine è sconvolta quando un misterioso
raggio di calore cala dall’alto e trasforma la costa in un inferno di fuoco
cancellando dalla carta geografica un intero paese con tutti i suoi abitanti.
Nelle dimore di presidenti e primi
ministri squillano telefoni ed in varie nazioni uomini e donne in uniforme o
civili sono svegliati ma nessuno ha spiegazioni da dare.
Alle sette del mattino ora legale di
Greenwich (o, se preferite, UTC) una trasmissione speciale appare sugli schermi
televisivi e dei computer collegati a Internet di tutto il Mondo. A parlare è
una donna apparentemente giovane e dai tratti somatici orientali:
<<Il mio nome
è Fah Lo Suee. Alcuni di voi hanno sentito parlare di me, altri penseranno che
io sia un personaggio letterario inventato da un fantasioso scrittore quasi
cento anni fa, a molti il mio nome non dirà nulla mentre, forse, ricorderanno
di aver udito quello di mio padre: Fu Manchu. A tutti voi dico: questo non è
uno scherzo. L’incendio della piattaforma britannica, dell’aereo cinese e del
villaggio francese sono tutti opera mia, una semplice dimostrazione. Le Nazioni
della Terra hanno 24 ore per arrendersi a me ed accettarmi come loro sovrana.
Questo non è un accordo negoziabile. Tra tre ore esatte avrete la prova che non
sto mentendo. Saprete qual è il mio bersaglio solo cinque minuti prima che lo
colpisca. Da allora in avanti i miei bersagli saranno solo grandi città ed aree
densamente popolate. Se non avrete risposto al mio ultimatum inizierò un’opera
di distruzione sistematica cominciando dalle capitali e poi riducendo nazione
dopo nazione a deserti di fuoco. Ogni tentativo di assalirmi provocherà
l’immediata decadenza dell’ultimatum e l’inizio della fase di distruzione.
Questo non è un bluff e non ci saranno altri avvertimenti.>>
Quando la trasmissione cessa,
frenetiche telefonate vengono fatte ed una riunione straordinaria del Consiglio
di Sicurezza e dell’Assemblea dell’ONU sono convocate. L‘opinione prevalente è
di respingere l’ultimatum e prendere immediate misure per neutralizzare la
minaccia.
Il che è esattamente ciò che la
Figlia di Fu Manchu si aspettava.
Miranda guarda l’uomo anziano dalla
faccia pallida ed emaciata che tiene gentilmente tra le braccia ed esclama:
-Orson… Orson…
rispondimi maledizione, non morire. Non voglio che tu muoia.-
Orson Randall apre gli occhi e si
sforza di sorridere mentre con un filo di voce risponde:
-Tranquilla...
l’Inferno non ancora pronto per me… e nemmeno per te… per una come te di sicuro
è già pronto il Paradiso.-
-Idiota.- replica
Miranda mentre sulle labbra le affiora un sorriso –Come… come ti senti?-
-Sono stato meglio…
peggio non ricordo. Dammi la mano.-
Istintivamente Miranda gli porge la
mano destra e lui la stringe nella sua da cui si sprigiona un’energia che le
avvolge entrambe per poi spegnersi mentre Miranda sente un forte calore
propagarsi dalla mano in tutto il suo corpo, una sensazione simile ma non del
tutto uguale a quella provata al risveglio di poco prima.
-Ora hai il potere
del Pugno d’Acciaio, usalo bene: aiuta i tuoi amici.-
-Io… lo farò, ma
tu…-
-Io me la caverò…
vai adesso.-
Miranda fa per muoversi poi esita e
si volge ancora verso Randall e chiede
-Orson… devo
chiedertelo: tu… tu sei mio nonno?-
Sul volto di Orson Randall si
disegna una specie di sorriso mentre replica:
-Piantala di dire
stupidaggini.-
Reclina la testa e Miranda
penserebbe che sia morto se non udisse un debole respiro. Ora deve fare quello
che lui le ha chiesto. Senza guardarsi indietro si tuffa nella battaglia.
Altrove un uomo dai capelli neri e
la donna che lo accompagna attraversano un posto di frontiera tra la Lituania e
la Federazione Russa. Un annoiato funzionario della Dogana esamina i loro
passaporti, corruga la fronte e poi glieli restituisce.
-Vi auguro buona
permanenza in Russia.- dice loro.
-Grazie.- risponde
l’uomo sul cui passaporto lituano c’è scritto il nome Juzapas Petkus –Spero davvero che lo sia.-
La coppia si allontana e poi la
donna che viaggia col nome di Jadvyga Petkiene ma che in realtà è Marya
Andreievna Meshkova, alias Zvedza Dennitza, ex supercriminale il cui status
attuale è come minimo incerto, dice sottovoce:
-Se il cognome lo
ha insospettito come temo, presto ci daranno la caccia.-
Il Guardiano d’Acciaio sogghigna
rispondendo sorprendentemente:
-Mia cara, questo è
esattamente quello su cui conto.-
4.
Il
suono insistente di un telefono sveglia la Contessa Valentina Allegra De La
Fontaine che lasciandosi sfuggire un’imprecazione in Francese allunga la mano a
cercarlo sul comodino. Solo pochi istanti dopo si rende conto che il suono
viene dalla spilla che era appuntata sul vestito che indossava la sera prima e
che ora giace sul pavimento assieme al resto di ciò che indossava, biancheria
intima compresa. Con un’altra imprecazione, stavolta in Italiano, si alza e
comincia a cercare ed una volta trovata la spilla attiva il comunicatore che vi
è inserito e dice:
-Qui Vice
Direttrice Esecutiva De La Fontaine. Che sta succedendo? Spero sia un’emergenza
seria perché mi avete appena rovinato i progetti per il weekend… ed erano
progetti interessanti.-
La donna ascolta quello che le dice
la voce al telefono e poi replica.
-Va bene… sarò lì
tra poco.-
Chiusa la comunicazione la Contessa
si reca all’armadio a muro da cui trae la sua divisa dello S.H.I.E.L.D.
-Val… cosa sta
succedendo?-
A parlare è stato il suo compagno di
attività notturne, Paul Hamilton il giovane e aggressivo direttore del New York
Express, uno dei tre tabloid più venduti della città, con cui Val si vede
quando il tempo glielo permette.
-La sola cosa che
poteva mandarmi all’aria un weekend a base di sesso selvaggio insieme.- scherza
lei –Un’emergenza mondiale,-
Le metaforiche antenne del giornalista
si alzano immediatamente.
-Qualcosa del
calibro dell’assalto delle Sentinelle?-[2]
chiede Paul.
Val scuote il capo e sorride.
-Non posso dirti
niente Paul, lo sai. Ricorda il nostro patto: tu non mi chiedi niente ed io non
ti dico bugie.-
-Posso almeno
sperare che se ci sarà uno scoop sarò il primo ad esserne informato?-
-Su questo ci puoi
contare.- risponde lei posando la divisa sul letto e baciandolo rapidamente
sulle labbra –Ora scusami ma ho giusto il tempo per una doccia veloce e per
aggiustarmi i capelli prima di partire per il briefing. Tu resta pure qui
quanto vuoi.-
E così dicendo corre in bagno
lasciandosi alle spalle un perplesso Hamilton.
La donna che il mondo conosce come
Vedova Nera e gli amici come Natasha Romanoff esce dalla doccia di corsa dopo
aver sentito anche lei il trillo di un comunicatore. Quando risponde la sua
voce è perfettamente controllata:
-Sono io. Che
succede?-
Ascolta la spiegazione e poi la sua
risposta è:
-Arrivo subito.-
-Guai in vista?- le
chiede Matt Murdock alle sue spalle.
-E grossi pare.
Sono attesa al Palazzo dello S.H.I.E.L.D. Nick ha detto che posso portare anche
te… in tenuta da diavolo, naturalmente,-
-E come diavolo
faceva a sapere che ho passato la notte qui?- replica Matt.
La Vedova risponde sorridendo:
-È Nick Fury: sa
sempre quello che gli serve sapere. Ora non perdere tempo ed infila il
costume.-
La Vedova lo sta facendo e
l’avvocato cieco che in realtà è Devil la imita senza perdere tempo.
Sei troppo impegnato a combattere
contro il Serpente d’Acciaio per badare a quanto sta accadendo a tua sorella e
Orson Randall, il tuo avversario è maledettamente in gamba ma l’hai già battuto
in passato e puoi riuscire a farlo ancora.
-Non m’importa chi
vincerà questa guerra…- sta dicendo Davos -… quello che voglio è sconfiggere
te, Rand.-
-Sei divorato
dall’odio.- replichi –Finirai per esserne consumato.
Sei Danny Rand, un figlio della
Terra, ma sei anche il campione della favolosa K’Un Lun e non ti arrenderai al
tuo nemico.
Davos è in gamba ma tu non sei da
meno. Chi osservasse il vostro scontro assisterebbe ad una sorta di balletto:
un susseguirsi di colpi in cui nessuno riesce a prevalere sull’altro, ma in un
combattimento avviene sempre che alla fine uno dei contendenti si ritrovi con
la guardia abbassata. È quanto accade al Serpente d’Acciaio e tu sei lesto ad
approfittarne. Un colpo di taglio al mento, un calcio rotante allo sterno.
Davos barcolla e poi ti si lancia contro afferrandoti alla vita. Sai cosa vuol
fare: tentare di drenare il potere del Pugno d’Acciaio da te a lui ma non sei
impreparato.
Lo colpisci al mento e lo costringi
ad arretrare e poi gli sferri altri colpi uno di seguito all’altro incalzandolo
senza dargli tregua. Davos è quasi meravigliato dalla tua furia, non riesce a
controbattere ed alla fine cade. Hai vinto.
5.
Joy Meachum entra
nel palazzo della Rand-Meachum canticchiando ed ignorando gli sguardi stupiti
degli impiegati che la vedono in abito da sera.
-Ciao Joy… hai
passato una bella serata?-
A parlare è stato l’avvocato della
società Jeryn Hogarth che si affianca a lei in ascensore.
-Parla quello che
sceglie le sue impiegate sul paginone centrale di Playboy.- replica Joy.
Hogarth sorride e risponde:
-Toccato. Devi
perdonare questo povero vecchio se ama circondarsi di giovani e belle donne. Ho
diritto a qualche debolezza non credi? E comunque non volevo certo criticare il
tuo stile di vita.-
-Vorrei proprio
vedere.-
-Beh quando sei
pronta vorrei parlarti di quel contratto con la Cina.-
-Dammi il tempo di
andare nel mio attico a cambiarmi. Tra mezz’ora sarò in ufficio.-
-Ti aspetterò lì.-
Jeryn esce dall’ascensore al piano
degli uffici dirigenziali mentre Joy prosegue per l’attico che è il suo
appartamento. La ragazza sospira. Con Danny Rand fuori città tocca a lei il
peso di tutte le decisioni. Non che le dispiaccia ma deve ammettere che se non
potesse ogni tanto rilassarsi come l’ultima note con Paul Denning non sa se ce
la farebbe.
Chissà cosa sta combinando Danny in
questo momento.
In una dimensione più lontana delle
più lontane stelle ma anche più vicina di un battito di ciglia una battaglia
sta finendo e gli aggressori stanno perdendo.
Non è così che doveva andare, pensa
l’uomo che chiamano Sharyd mentre si aggira per il campo di battaglia, non è
quello che gli avevano garantito: lo hanno ingannato.
La voce femminile lo colpisce come
una frustata.
-Conal!-
A sentire il suo vecchio nome quasi
non si muove, poi, alla fine si volta.
-Miranda.- mormora.
-Conal…- ripete
Miranda Rand –Affronta il tuo destino di traditore.-
I suoi pugni brillano di energia, il
potere del Pugno d’Acciaio.
Eliveicolo dello S.H.I.E.L.D. in
orbita geostazionaria sopra New York. Il Vice Direttore Esecutivo Valentina
Allegra De la Fontaine accoglie i nuovi venuti e li squadra con aria apparentemente
scettica.
-Sono contenta che
siate qui. Immagino che tutti conosciate Devil e la Vedova Nera ma forse è
utile presentare gli altri a chi non li conosce: l’inglese dall’aria
strafottente e gli occhiali da sole si chiama Pete Wisdom e lavora occasionalmente
per i servizi segreti britannici, e la signorina dai capelli biondi accanto a
lui è Miss Melissa Greville del MI6; il giovanotto nell’angolo, invece, è
conosciuto come l’Agente.-
-So chi è.-
commenta la Vedova Nera –Ora vuoi dirci cosa sta succedendo?-
-Non avete sentito
i TG stamattina?-
-Non ci hai dato il
tempo.-
Val storce il naso e riprende a
parlare:
-Lascerò che sia
Miss Greville a spiegare il tutto, dopotutto è la sua sezione speciale a dare
la caccia da tempo agli avversari di oggi e ha… un interesse personale nella
vicenda.-
La giovane donna fa una smorfia e
poi fa una domanda:
-Avete mai sentito
parlare di Fu Manchu?-
-Lo stereotipo del
pericolo giallo.- risponde Devil –Un personaggio letterario protagonista di
libri, fumetti e film.-
-Fu Manchu non è
solo un’invenzione di un fantasioso scrittore, esiste veramente ed è davvero
molto pericoloso-Le ultime notizie in nostro
possesso lo danno per ucciso forse per mano di sua figlia Fah Lo Suee ma negli
ultimi cento anni è stato dato per morto troppe volte per dar credito a
quest’informazione. In ogni caso la nostra nemica è proprio la figlia.-
Melissa narra gli eventi delle
ultime ore.
-Fah Lo Suee la
chiama la Macchina del Fuoco Infernale, ma il suo nome ha poca importanza, quel
che importa è che è in grado di fare quel che dice e poiché le nazioni dell’ONU
non accetteranno mai il suo ultimatum, dobbiamo fermarla prima che metta in
atto le sue minacce.-
-Ma perché noi?-
chiede la Vedova –Non avete abbastanza agenti?-
È Val a rispondere:
-Vogliamo
specialisti dell’infiltrazione e che non siano riconducibili direttamente allo
S.H.I.E.L.D. in caso siano scoperti. Per questo abbiamo ingaggiato… personale
fuori dal comune.-
-Ciao…Matt.-
Il nome è sussurrato così piano che
solo Devil può sentirlo. Si volta di scatto. Non è sorpreso del fatto che lei
sia riuscita ad eludere i suoi sensi finora, è capace di questo ed altro.
-Elektra.- dice
semplicemente.
Al fianco della donna che un tempo
ha amato e che ora è dall’altra parte della barricata c’è un uomo massiccio. Da
quel che gli dicono i suoi sensi è un cyborg con più parti meccaniche che
organiche. Ha qualcosa di familiare.
Devil si rivolge alla Contessa:
-Questa donna è una
killer a pagamento ricercata in molti Stati per i suoi crimini.-
-Davvero?- replica
Val –Interessante, ma non riguarda lo S.H.I.E.L.D. dal momento che non è una
minaccia per la pace mondiale. In questo momento i suoi talenti speciali ci
sono molto utili. Se pensi di non poter collaborare con lei, Devil, forse è
meglio che tu te ne vada.-.
Devil si morde le labbra ma non si
muove.
-Bene… ora se
abbiamo finito, è ora di presentarvi gli ultimi membri di questo consesso
nonché la principale fonte delle nostre informazioni. Sono stati fortunosamente
salvati in mezzo all’Oceano Pacifico da una nostra unità e sono desiderosi di
tornare a confrontarsi con la loro avversaria. Vi presento Shang Chi e Ombra
Mobile.-
Stavolta è la Vedova Nera a parlare:
-Ho sentito parlare
di Ombra Mobile: uno dei più quotati killer a pagamento dell’Estremo Oriente.
Ti scegli davvero strani compagni di viaggio, Contessa.-
-Si fa quel che si
può per sopravvivere.- è la franca risposta.
Prima che si possa aggiungere altro
un agente attira la loro attenzione.
-Lo schermo,
guardate lo schermo.-
Su tutti i monitor è apparso l’ormai
familiare volto di Fah Lo Suee.
<<Avete
scelto di ignorare il mio ultimatum e non mi resta che dar corso alla guerra
che vi ho promesso.>>
Sullo schermo appare una cartina
geografica.
<<Questa è
l’isola di Costa Diablo. Un semplice puntino su ogni carta dei Caraibi. Ora
potete cancellarlo.>>
Ora sullo schermo appare un’immagine
satellitare della piccola nazione. Pochi istanti e un raggio di luce scende dal
cielo e colpisce l’isola. Nel punto in cui è caduto si sviluppa un fortissimo
incendio, poi il raggio si muove ed aumenta d’intensità. In meno tempo di
quanto occorra per narrarlo l’intera isola è avvolta dal fuoco.
Coloro che sono davanti agli schermi
sono consapevoli dell’orrore che stanno vedendo. Quanti abitanti aveva Costa Diablo?
Nessuno lo sa ma non ha più molta importanza ormai: sono tutti morti.
<<Questo era
il primo colpo, il prossimo colpirà una metropoli. Siete pronti per milioni di
morti?>>
Valentina Allegra De La Fontaine si
rivolge a Devil:
-Capisci ora perché
ci serve ogni talento disponibile?-
L’Uomo senza Paura non parla ed è
Elektra a rompere per prima il silenzio:
-Quando partiamo?-
-Immediatamente.-
replica Val –L’hai sentita no? Il nostro tempo è scaduto.-
CONTINUA
NOTE
DELL’AUTORE
Fine di un episodio dedicato
pressoché esclusivamente al piano di Fah Lo Suee e alle vicende della famiglia
Rand. Tranquilli, però, gli altri protagonisti torneranno molto presto.
Qualcuno si potrebbe chiedere se io
non mi sia fatto prendere dalla mania di sostituire i grandi avversari dei
protagonisti delle mie serie con le loro figlie. Beh potrebbe anche essere… ma
se fossi in voi ci starei molto attento a dare per morto Fu Manchu… a proposito
della cui figlia…
1) Fah
Lo Suee è, come suo padre, una creazione dello scrittore Sax Rohmer ed è
apparsa per la prima volta nel romanzo “Il fiore del silenzio” del 1917 (In
originale “Si-Fan Mysteries” o “The hand of Fu Manchu”). La sua prima
apparizione nei comics è su Shang Chi Master of Kung Fu Vol. 1° #26 (In Italia
su Shang Chi Maestro del Kung Fu, Corno, #12). In competizione col padre, di
cui ha tentato spesso di usurpare il posto, ha più volte aiutato i suoi nemici
e particolarmente Sir Denis Nayland Smith di cui sostiene di essere stata
innamorata e da cui avrebbe avuto un figlio nel 1934. Come suo padre si
mantiene eternamente giovane grazie all’elixir vitae inventato da Fu Manchu
stesso. Secondo alcune fonti (ma purtroppo non so dire se dai romanzi originali
o da elaborazioni successive) sua madre sarebbe di nazionalità russa.
2) E
veniamo a Conal D’Hu-Tsien (che ha misteriosamente un nome celtico ed un
cognome cinese, che sia un altro occidentale allevato a K’Un Lun come Daniel
Rand K’ai?), era, come raccontato nella storia, l’innamorato di Miranda Rand e
con lei fu preso prigioniero dai perfidi H’ylthri. Perché si è messo dalla
parte dei cattivi e perché sia lui che Miranda non sono ridotti a due gusci
rinsecchiti dopo anni di prigionia in cui, in teoria avrebbero dovuto
costantemente drenar loro le energie vitali è un mistero su cui torneremo in
seguito.
3) I
più attenti di voi avranno riconosciuto nella scena in cui Orson Randall
trasmette a Miranda il potere del Pugno d’Acciaio la citazione di un’analoga
scena tra lui e Danny Rand su Immortal Iron Fist #6.
Nel
prossimo episodio: un commando di insoliti alleati si infiltra nel covo di Fah
Lo Suee ma riusciranno a fermarla prima che scateni l’apocalisse? In più: la
scelta delle Armi Immortali ed altro ancora.
Carlo
Carlo