(CAVALIERI MARVEL)
N° 107
ASSASSINATION BUREAU
Di Carlo Monni
1.
Isla Suerte è una
piccola repubblica dei Caraibi nota soprattutto per essere un paradiso fiscale
ed una rinomata località turistica. Jessica Drew, che segretamente è la
supereroina nota come Donna Ragno, si sta pentendo di aver scelto proprio
questo posto per quella che avrebbe dovuto essere una vacanza rilassante
assieme alla sua socia e compagna di vita Lindsay McCabe.[1]
Avrebbe dovuto sapere che per quelle come lei il riposo è solo un’utopia.
In
piedi nel salottino di un bungalow sulla spiaggia, con indosso il suo attillato
costume ma senza la maschera, osserva un uomo seduto su un divanetto che sta
controllando le proprie armi.
-Verranno presto.- dice l’uomo, il cui nome è
Rick Mason, con voce tranquilla.
-Ne sei proprio certo?- gli chiede Jessica.
-Tarantula Nera non può permettersi di farcela
passare liscia dopo che l’ho spennato a poker l’altra sera[2] ed
in più sa che sono stato io a far saltare in aria il suo yacht.[3] Il
suo orgoglio richiede che me la faccia pagare.-
-Tu sì che sai come farti degli amici.-
commenta Lindsay.
-Nel mio tipo di lavoro gli amici sono rari ed
i nemici sono parecchi.-
-Anche nel mio.- replica Jessica -Ormai è il
tramonto. Possiamo aspettarci il loro arrivo da un momento all’altro. Quanti
credi che saranno?-
-Carlos LaMuerto era solito sbrigare affari del
genere da solo ma Luis è diverso. Probabilmente porterà con sé la Regina Ragno
e Tarantula e magari qualche altro scagnozzo.-
Lindsay
guarda fuori da una veneziana e dice:
-Credo che siano già qui.-
Sul
tetto di uno dei più prestigiosi ed esclusivi hotel di Manhattan si confrontano
due donne speciali, due guerriere direbbe, forse, qualcuno vedendole, se ci
fosse qualcun altro con loro ovviamente.
Una
delle due è molto giovane, nemmeno vent’anni forse. Indossa una calzamaglia
attillatissima nera, sgambata e senza maniche, una fascia dello stesso colore
le cinge i capelli biondi, alle cosce sono assicurate due fondine contenenti
ciascuna un sai, alle caviglie, altre due fondine con due pugnali, un nunchaku
alla cintura ed una katana a tracolla. Il suo vero nome è Nina McCabe ma
nell’ambiente dei killer a pagamento è nota come Cigno Nero.
La sua avversaria è
anche lei giovane, forse ha la sua stessa età. Si fa chiamare Spadaccina,
indossa un costume violetto e la parte superiore del suo volto è celata da un
cappuccio con grandi lenti a specchio. Nella mano destra stringe l’elsa di una
spada con la lama intarsiata di gemme colorate, lama che è puntata alla gola di
Cigno Nero mentre lei, in perfetto Francese, esclama:
-En garde!-
Con
una mossa rapida Cigno Nero si getta all’indietro e fa una capriola per poi
ricadere sulle punte. Nelle sue mani la katana.
-Perché ti impicci di cose che non ti
riguardano?- chiede.
-Klaus ha sbagliato ad ingaggiarti per uccidere
suo zio.- ribatte la Spadaccina -Non posso restare in disparte, devo
impedirtelo.-
-La stupida sindrome dell’eroe eh? Ti avverto
ancora una volta: non voglio ucciderti, non costringermi a farlo.-
-Sempre che tu ci riesca… e non è detto.-
Dalla
lama della spada esce un raggio azzurrognolo ma Cigno Nero è lesta ad evitarlo
e con un acrobatico salto piomba sulla Spadaccina colpendola al mento con un
calcio. La giovane francese cade all’indietro e finisce a terra. Adesso è lei a
trovarsi con la katana puntata alla gola.
-Arrenditi.- ripete Nina.
-Jamais!- ribatte l’altra.
Cigno Nero serra le
labbra mentre la sua lama punge il collo della sua nemica.
Il
posto è la stanza di un motel di El Paso, Texas I suoi occupanti sono un
afroamericano sui quarant’anni, alto, snello ma robusto, veste una t-shirt, un
paio di jeans e stivali, l’occhio sinistro è vistosamente coperto da una benda
nera; un bianco anche lui sui quarant’anni, capelli
scuri, che veste un completo color blu marina ed una ragazza che dimostra circa
15 anni, bianca, bionda, che veste una camicetta a fiori annodata sul seno,
shorts di jeans e stivali.
Il bianco ha una faccia decisamente
preoccupata e la sua voce riflette il suo stato d’animo:
-Non c’è dubbio:
Kestrel sta proprio venendo qui.-
-Maledizione,
qualcosa deve averla insospettita!- esclama l’afroamericano -Sapevo che non
avremmo dovuto mandare la ragazzina, era troppo pericoloso.-
-Ehi non chiamarmi
ragazzina, io…- comincia a dire la bionda.
-Zitta.- replica il
nero -Dobbiamo decidere cosa fare. Suggerimenti, Phil?-
-Lieto che tu me
l’abbia chiesto, Rufus.- risponde l’altro -Stavo pensando che è strano che
Kestrel sia venuta da sola, senza il suo partner.-
All’esterno una donna, anche lei
dai capelli biondi, che indossa giubbotto e pantaloni di pelle nera e occhiali
scuri ed è apparentemente sui trent’anni abbondanti, corpo tonico, scattante,
lineamenti regolari e raffinati, labbra piegate in una smorfia crudele, si
ferma davanti alla porta del motel e bussa dicendo:
-Ragazza… non so come ti chiami… sei lì
dentro?-
I due uomini si guardano perplessi
come a dirsi: che facciamo adesso? Il nero estrae una Desert Eagle mentre
l’altro impugna una beretta poi si rivolge alla ragazza:
-Apri la porta, Sally-Anne e senti cosa vuole
ma non farla entrare.-
-Sei
impazzito?- ribatte quello con la benda.
-Rifletti, Carter, se Kestrel sapesse che siamo
qui non si sarebbe avvicinata in questo modo. Sentiamo cosa vuole e se si
dimostra ostile, la faremo secca senza tanti complimenti.-
Prima
che Rufus D. Carter possa replicare la ragazza di nome Sally-Anne si avvicina
alla porta e dopo una breve esitazione la apre. La donna dall’altra parte le
rivolge un largo sorriso. In mano ha una bottiglietta di Coca Cola.
-Hai dimenticato questa.- dice.
-Oh, grazie, grazie tante.- replica Sally-Anne
recitando la parte dell’ingenua.
-Pensavo che se sei libera potremmo berla
insieme nella mia stanza. Sto al piano di sopra.-
-Grazie ma... non credo che mio padre me lo
permetterebbe.-
-Capisco. Beh, se cambi idea, io sto nella
stanza proprio sopra la tua, parto domattina.-
-Ooookay.-
Non
appena Sally-Anne chiude la porta, Phil Dexter scoppia a ridere.
-Hai fatto colpo, ragazzina! Kestrel voleva
solo sedurti. La sola a correre pericoli era la tua virtù..-
-Insomma!- sbotta la ragazza -Chi è questa
Kestrel?-
-Un’assassina.- risponde Rufus Carter.
2.
Un killer a pagamento
non può permettersi esitazioni o farsi domande etiche sul suo lavoro. Da quando
ha iniziato la sua carriera di assassina su commissione Nina McCabe ha ucciso
chi le indicavano senza rimorsi, senza ripensamenti. Se era qualcuno senza il
quale il Mondo sarebbe stato meglio, tanto di guadagnato, ma se invece era
qualcuno la cui unica colpa era stata di trovarsi nel posto sbagliato al momento
sbagliato, non aveva importanza: il Cigno Nero avrebbe comunque onorato il suo
contratto.
Eppure,
mentre sta per tagliare il collo alla giovane avventuriera in costume che si fa
chiamare la Spadaccina, Nina esita. Non vorrebbe ucciderla. Le piace quella
giovane francese forse le rammenta come avrebbe potuto essere lei se i suoi
sogni di adolescente non fossero stati spezzati dalla violenza.
Una
semplice esitazione ma è sufficiente alla Spadaccina per avvinghiare con le
gambe quelle di Cigno Nero in una presa a forbice e farla cadere. La ragazza ne
approfitta per balzare in piedi e lanciare lontano la katana della sua
avversaria.
-Se pensi di avermi messo in difficoltà, ti
sbagli.- le dice Nina.
Impugna
il nunchaku e lo rotea davanti a sé in modo quasi ipnotico poi lascia andare
uno dei bastoni. La Spadaccina lo evita per un soffio e lascia partire un
raggio congelante dalla sua lama.
Cigno Nero salta, rotea
su se stessa e supera la sua nemica finendo oltre il cornicione.
-Cosa…?-
Nina
non ha nessuna intenzione di suicidarsi. Si lascia cadere fino ad una vicina
asta di bandiera, si lascia dondolare per un po’ ed infine si lascia andare
fino a piombare su una terrazza, quella della suite occupata da Rupert di
Lichtenbad.
La
porta finestra è accostata. Con cautela Cigno Nero la spinge e quello che vede
la lascia senza fiato: sul letto giace una ragazza nuda con la gola squarciata.
Sulla porta del bagno il Principe Rupert, nudo anche lui, a parte un
asciugamano ai fianchi, che al vederla grida:
-Assassina!-
Alle
sue spalle Cigno Nero ode il rumore di stivali che colpiscono il pavimento
della terrazza. Senza nemmeno voltarsi sferra un calcio all’indietro colpendo
la Spadaccina, poi spicca un balzo sempre all’indietro ed è di nuovo oltre la
terrazza.
La Spadaccina corre
alla ringhiera e guarda di sotto ma la sua avversaria è scomparsa.
Si
muovono nel tramonto tropicale con rapidità ed efficienza e non passano
inosservati.
-Sono almeno sei.- dice Lindsay McCabe -Li
guida Tarantula Nera in persona.-
-Luis LaMuerto è un tipo orgoglioso ed
impulsivo.- commenta Rick Mason -Vorrà sicuramente riservarsi il diritto di
ammazzarmi con le sue mani. Un piacere che non gli concederò, ovviamente.-
Infila
un paio di occhiali speciali che gli permettono una visione perfetta e
ravvicinata.
-Ha portato con sé i suoi fidati luogotenenti,
Tarantula e la Regina Ragno, com’era prevedibile e poi… oh oh!-
-Cosa c’è?- chiese, incuriosita, Jessica Drew.
-Ci sono anche Machete e Aspide, ottima
notizia.-
-Non capisco perché.- ribatte Lindsay -Ho
sentito parlare di quei due e sono tipi pericolosi.-
-Non vi avevo detto che avevo degli infiltrati
tra la gente di Tarantula Nera?- replica Rick con un sorriso.
-E sarebbero loro?-
Mason
si limita ad ammiccare.
-Io vado fuori.- annuncia la Donna Ragno
calandosi la maschera sul viso.
Senza
aspettare risposta esce da una finestra e si arrampica lungo la parete esterna
del bungalow nel suo modo peculiare.
È
appena arrivata sul tetto che una zampa pelosa si pianta davanti a lei.
-Cercavi me?- le chiede in tono irridente la
Regina Ragno.
-In effetti, sì!- replica lei sparandole contro
una scarica di veleno.
Rufus
Carter non è per niente contento degli ultimi sviluppi. Accidenti al destino
che ha messo sulla sua strada quella ragazzina, pensa.
-Insomma, vuoi dirmi chi è questa Kestrel?-.
La
sua quasi omonima Sally-Anne Carter ha un tono curioso ed eccitato. Nessuno li
avrebbe scambiati per parenti, lei è tanto bionda quanto lui è nero, ma il
destino li ha fatti incontrare facendo in modo che lui la salvasse da un
tentativo di stupro di gruppo[4] e
quando ha saputo che la ragazzina stava fuggendo dagli abusi del padre, Rufus
non ha avuto altra scelta che portarla con sé. Non per questo ha intenzione di
coinvolgerla nella sua pericolosa missione.
-La ragazza ha diritto di sapere.- interviene
Phil Dexter -Se permetti, glielo spiego io.-
-Accomodati pure.- replica Rufus in tono
rassegnato.
L’ex
agente della C.I.A. si schiarisce la voce e comincia il suo racconto:
-In realtà non posso dirti molto di Kestrel,
non conosco nemmeno il suo vero nome. Alla C.I.A. c’è una sezione che
ufficialmente non esiste ed è incaricata di… terminare con estremo pregiudizio
certi nemici degli Stati Uniti come alcuni terroristi.-
-Terminare… vuoi dire: assassinare?- fa la ragazzina.
-Esatto. Kestrel era brava nel suo lavoro…
anche troppo. Era una psicopatica amorale ed uccidere le piaceva. Non conosco i
particolari ma nel corso di una missione passò il segno: non uccise solo il
bersaglio designato ma anche sua moglie ed il figlio di cinque anni.-
-Mio Dio!-
-Non ci
furono inchieste ufficiali, naturalmente ma decisero di sollevarla dagli
incarichi.-
-Credevo che nessuno potesse lasciare i servizi
segreti. Che quelli non più adatti fossero tenuti sotto controllo.-
-Magari confinandoli in un villaggio su isola
che si trova chissà dove? Ipotesi affascinante ma forse sbagliata.-
-Forse?-
-Lasciami finire. Una come Kestrel non poteva
non attirare l’interesse di certe compagnie private che forniscono… servizi
delicati ai governi ed a clienti facoltosi.-
-Vuoi dire: mercenari?-
-Loro preferiscono il termine contractors. Nel
nostro caso la North Organization, una delle più grosse società del genere: una
multinazionale con sedi in quasi tutto il mondo e che ha anche altre attività
meno note come l’assassinio su commissione ed è qui che entrano in gioco quelli
come Kestrel ed il suo amico Max Hunter che non sono impiegati in banali
servizi di protezione o di intelligence ma come eliminatori.-
-E chi dovrebbero eliminare qui in Texas?-
-Un vecchio miliardario texano.- interviene
Rufus -Siamo qui per questo: per impedire loro di portare a termine
l’incarico.-
-E voi chi siete davvero?- chiede ancora
Sally-Anne -Se ho capito bene, neanche voi siete agenti governativi.-
Dexter
sogghigna e risponde:
-È così, infatti, ma con una differenza: noi
siamo i buoni.-
3.
Philippe
Javert sta facendo colazione nella sua stanza in un famoso hotel di Manhattan.
Ha optato per un succo d’arancia, decisamente gli americani non sanno fare un
caffè, o un cappuccino se è per quello, come si deve; i croissant invece sono
passabili.
Mentre
mangia legge un giornale e segue anche, distrattamente, il notiziario alla TV,
improvvisamente sente qualcosa che attira la sua attenzione. È la cronaca di un
omicidio efferato avvenuto in uno dei più lussuosi hotel della città, non
lontano da lì: una ragazza uccisa brutalmente nella suite del Principe Rupert
di Lichtenbad. Per pura coincidenza la sua squadra si trovava proprio in
Lichtenbad per un torneo di scherma la settimana prima. Adeline ha conosciuto
il giovane Duca, se non ricorda male, ed ora suo zio è coinvolto in un fatto di
sangue. La vita è strana a volte.
Quanto a New York,
continua ad essere una città violenta come l’ultima volta che c’è stato. Sono
passati pochi anni ma sembra un’eternità. Un momento: cos’ha detto la
giornalista?
<<… costume simile a quello dello
Spadaccino, un ex supercriminale che…>>
-Adeline…- mormora Philippe.
Lascia
perdere il notiziario e corre a bussare alla camera della sua figliastra. Passano
pochi minuti e la ragazza apre la porta. Indossa un maglione dolcevita, dei
pantaloni e stivaletti di pelle.
-Cosa c’è, Philippe?- gli chiede con aria
perplessa.
-Io…- Philippe si sente stupido e risponde la
prima cosa che gli viene in mente -Volevo solo sapere se eri pronta ma vedo che
è così.-
Lei
abbozza un sorriso. Sa bene cosa il suo patrigno non ha più il coraggio di
chiederle. Meglio così: non è ancora pronta per affrontare l’argomento.
Il posto è un
appartamento vicino a Washington Square che Nina McCabe ha affittato sotto il
nome di Belinda Swann e che usa come base logistica ma soprattutto è un luogo
dove può sentirsi libera, lontana dalla presenza a volte ingombrante di
Elektra. Non sa se è già tornata dal suo incarico in Medio Oriente[5] ma
sa che se l’avesse incontrata le avrebbe fatto molte domande su quanto era
accaduto la notte prima e lei non ha tutte le risposte.
Mentre si fa una doccia
veloce e poi si veste per affrontare una giornata di lezioni all’Università,
dove nessuno sospetta che abbia una doppia vita, Nina continua a farsi domande.
La ragazza nella stanza di Rupert di Lichtenbad da chi è stata uccisa?
Normalmente la cosa non la interesserebbe più di tanto, è una killer non una
detective dopotutto, ma ha la sgradevole sensazione di essere stata incastrata
e poi deve ammetterlo: è curiosa.
Ci penserà più tardi…
forse.
La
Regina Ragno barcolla per un istante poi scoppia a ridere:
Hai dimenticato che sono immune al tuo veleno?-
esclama.
-E tu hai dimenticato quanto posso essere rapida?-
ribatte la Donna Ragno balzandole addosso.
Le
due superdonne rotolano giù dal tetto. Charlotte Witter usa le sue zampe
ragnesche per attutire la caduta mentre Jessica Drew plana poco lontano.
-E così adesso sei la pupa del più famoso
gangster a sud dei Tropici?- dice alla sua avversaria -Bella fine per
un’aspirante supereroina. Non che io abbia mai davvero creduto alla tua
conversione. Del resto quando una arriva a sacrificare il proprio figlio
neonato ad un antico dio pagano…-[6]
Per
la Regina Ragno è come ricevere un pugno allo stomaco mentre ricordi dolorosi
riaffiorano nella sua mente.
-Tu… tu non capisci…- balbetta -Io… non avevo
scelta.-
-Forse è quello che ti piace ripeterti per
tacitare la tua coscienza ma io so che non è vero. La verità è che tu sei
marcia dentro, lo sei sempre stata.-
-Sta zitta!-
Una
delle braccia da ragno colpisce Jessica al volto. Pulendosi il sangue dalle
labbra Jessica dice:
-La verità fa male non è vero?-
-Ti chiuderò la bocca per sempre!-
Ancora
tenta di colpirla ma stavolta la Donna Ragno la evita e subito dopo le è di
nuovo addosso.
4.
Se c’è una cosa che non
fa impazzire Rufus Carter è l’attesa. Lui è un uomo d’azione ed è stato grato
alla Vedova Nera che gli ha dato l’occasione di tornare nell’arena, metafora che
gli piace perché gli ricorda i suoi trascorsi come campione di kickboxing.
L’idea di starsene nascosto in attesa degli eventi non lo entusiasma per niente
ma non ha molta scelta.
-Non mi piace.- borbotta.
-Cosa?- gli chiede Phil Dexter.
-Ho la sensazione che ci sfugga qualcosa.
Perché uccidere questo Muldoon è così importante per qualcuno? È solo un
riccone che rimpiange i tempi del vecchio West, a chi può dar noia?-
-Ad un sacco di gente, pare. Ha fatto i soldi
con il petrolio ma ora sta cercando di entrare nel giro delle energie
alternative. Ha lanciato un’OPA[7]
per rilevare la maggioranza delle azioni della Roxxon Energy. E questo non è
piaciuto a qualcuno.-
-Rischiamo la vita per questioni economiche?
-Non è sempre stato così? Cosa credi che muova
la politica?-
-Non farmi il marxista adesso, non fa per te.-
-Che ne sai che non sono un radical chic?-
Carter
non risponde limitandosi ad una smorfia. Improvvisamente un pensiero lo coglie
e chiede:
-Dov’è la ragazzina?-
-Sally-Anne?-
-Ci sono altre ragazzine con noi, per caso?-
-Da quando è tornata nella sua stanza non l’ho
più sentita.-
-Uhm.-
Rufus
si avvicina alla porta di comunicazione e la trova chiusa. Si fruga in tasca e
ne estrae un fermaglio metallico che piega per poi infilarlo nella serratura.
-Sono abbastanza certo che forzare la porta
della stanza da letto di una minorenne sia un reato da queste parti e tu sei
anche un nero… pardon: afroamericano.- commenta Dexter.
-Zitto!- ribatte l’altro.
La
serratura scatta e la porta si apre su una stanza vuota.
-Lo sapevo!- sbotta Carter -Quell’incosciente è
uscita senza avvertirci.-
-Non penserai che…?-
-Non lo penso, ne sono sicuro. È andata da Kestrel e se lei dovesse scoprire
chi è…-
Non
ha bisogno di continuare, Dexter ha capito perfettamente.
Un
possente calcio sfonda la porta del bungalow dove alloggia Rick Mason ed il
supercriminale noto come Tarantula Nera entra di prepotenza.
-Dove sei, hijo
de puta?- grida -Dove ti nascondi?-
-Non mi nascondo.- replica l’uomo noto anche
come l’Agente parandosi davanti a lui.
Con
un rapido gesto getta qualcosa ai piedi di Tarantula.
-Estupido.
Credi che una semplice granata basti a fermarmi?-
-Non è una semplice granata.- replica Mason.
La
pallina ai piedi di Tarantula Nera non fa più rumore di un petardo ma subito
dopo qualcosa si solidifica attorno al supercriminale imprigionandolo.
-Que?-
-Ti piace? È l’invenzione di un vecchio molto
brillante. È un gel che a contatto con l’aria diventa più solido della pietra.
Nemmeno tu puoi spezzarlo.-
-Credi? Non conosci il mio potere.-
Gli
occhi di Tarantula Nera brillano mentre i suoi muscoli si tendono in uno sforzo
sovrumano.
I
due uomini non potrebbero essere più diversi: Arthur Stacy è un bianco alto,
magro, barba e capelli bianchi, abito scuro, espressione severa; Marcus Stone è
un afroamericano dal fisico massiccio, completamente calvo, folti baffi neri ed
indossa l’uniforme della Polizia con quattro stelle sulle spalline. Il primo è
il Commissario di Polizia della Città di New York ed il Secondo è il Capo del
Dipartimento, tecnicamente il poliziotto più alto in grado di tutta la Grande
Mela. Il luogo in cui si trovano è l’ufficio di Stacy nel palazzo noto come
Police Plaza Uno.
-Per favore, Marc, dimmi che in città non c’è
un altro serial killer.- dice Stacy.
-In realtà non posso dirti molto, Arthur, non
ne sappiamo ancora abbastanza..- risponde Stone.
-Una ragazza uccisa nella stanza da letto di un
diplomatico non è uno scherzo, Marc, anche se il diplomatico viene da un
piccolo paese europeo che sembra uscito da un’operetta. C’entra qualcosa, per
caso?-
-Il Principe Rupert di Lichtenbad? Non possiamo
ancora escluderlo ma essendo il primo in linea di successione al trono del suo
paese dobbiamo andarci coi piedi di piombo. Senza contare il potenziale
conflitto giurisdizionale con chissà quante agenzie federali.-
-La vittima era una dello staff del Principe?-
-No, una escort d’alto bordo reclutata tramite
un’agenzia. Il Princpe ha gusti costosi e raffinati in fatto di donne.-
-Quindi, fino a prova contraria è un omicidio
comune e ce ne occupiamo noi. I Federali li tengo a bada io e lasciamo che i
tuoi uomini facciano il loro lavoro in pace.-
Se
glielo permetteranno, pensa Stone.
5.
La Donna Ragno piomba
addosso alla sua rivale dai cui fianchi escono ancora una volta le braccia
ragnesche che usa per afferrare la sua nemica.
Mentre Jessica si
dibatte tentando di liberarsi, Charlotte la solleva ed in tono sprezzante le
dice:
-Ora vedremo chi di noi due è la migliore,
Drew.-
Un’inaspettata
detonazione fa voltare Charlotte Witter mentre un proiettile si pianta al suolo
accanto ai suoi piedi. A sparare è stata Lindsay McCabe che impugna a due mani
una Glock 9mm.
-Ultimo avvertimento.- dice -Lascia andare la
mia amica o la prossima pallottola te la pianterò in testa.-
-La vuoi?- replica l’altra -Tienila!-
Quasi
con noncuranza lancia la Donna Ragno contro Lindsay, poi con fare minaccioso si
dirige verso le due donne a terra.
-Com’è che si dice: questo posto è troppo
piccolo per due Donne Ragno, farò in modo che ne rimanga una sola.-
Improvvisamente il
suolo sotto i suoi piedi trema poi il bungalow esplode con un lampo accecante,
-Mason!- esclama Jessica.
-Luis!- le fa eco Charlotte.
Dimenticando
per un attimo la loro rivalità si precipitano verso quel che rimane del
bungalow mentre dal fumo esce una figura. È Tarantula Nera, vivo ed
apparentemente illeso ma con il costume a brandelli, che si trascina dietro
quello che sembra un cadavere carbonizzato.
Max Hunter è
decisamente seccato: un’operazione accuratamente preparata potrebbe andare
storta solo perché Kestrel si è presa una sbandata per una stupida ragazzina.
La sua compagna è una professionista seria e di solito tiene ben separati il
piacere ed il dovere ma ogni tanto… ogni tanto ha bisogno di un angelo custode.
Il pensiero lo fa sorridere, non è proprio il tipo da essere paragonato ad un angelo.
È
sul ballatoio a fumare una sigaretta ed è solo all’ultimo istante che si
accorge che qualcuno è arrivato alle sue spalle senza essere notato. Lo capisce
sentendo il freddo acciaio di una pistola appoggiato alla sua nuca.
-Una sola mossa ed il tuo cervello schizzerà
dappertutto.- dice una voce dura -E non sto bluffando.-
Hunter
conosce quella voce ed è con autentico stupore che esclama:
-Dexter?-
Tarantula
Nera fa pochi passi poi cade in avanti. La Regina Ragno corre verso di lui
mentre la Donna Ragno si precipita verso la figura a terra.
-Mio Dio, Mason, no!- grida.
Si china verso il cadavere conciato malissimo
ma ancora riconoscibile come Rick Mason. La distrazione le è fatale: la Regina
Ragno la colpisce alle spalle stordendola, poi si volge verso Lindsay McCabe
ancora armata:
-Puoi spararmi ma poi i miei amici ti
uccideranno.-
Aspide,
Machete e Tarantula avanzano minacciosi verso di lei.
-Puoi giurarci, puta.- afferma Domingo Guzman.
-Ma adesso la mia priorità è portare al sicuro
il nostro capo. Ora noi ce ne andremo con lui e per quanto mi riguarda la cosa
finisce qui. Tarantula Nera ha avuto la sua vendetta, noi regoleremo i nostri
conti un’altra volta.-
-Come posso fidarmi?- chiede Lindsay.
-Non hai scelta. Da sola non potresti mai
sconfiggerci tutti. Sei solo umana dopotutto.-
Lindsay
si guarda attorno poi abbassa il capo e mormora:
-D’accordo.-
-Ehi, un momento!- interviene Tarantula -Perché
dovremmo farlo?-
-Perché lo dico io.- replica seccamente la
Regina Ragno -Hai dimenticato che sono io la comandante in seconda. Vuoi
sfidare la mia autorità?-
Qualche
istante di silenzio poi Tarantula mormora:
-Un’altra volta, forse.-
La
Regina Ragno prende tra le sue braccia supplementari lo svenuto Tarantula Nera
e si allontana seguita dagli altri del suo gruppo.
È appena sparita che la Donna Ragno
si muove.
-Che è successo?- chiede.
Lindsay
glielo spiega e Jessica dice:
-Non posso lasciarli andare. Hanno ucciso
Mason.-
-In realtà sono vivo e vegeto.- afferma il
“cadavere” rizzandosi improvvisamente mentre riprende il suo normale aspetto.
-Una piccola invenzione di mio padre.- spiega
-Una pellicola che mi ha protetto dall’esplosione e mi ha fatto apparire un
convincente cadavere grazie anche ad un induttore di immagini che ha completato
l’illusione.-
-Vuoi dire che anche l’esplosione è opera tua?-
chiede Jessica.
-Già, ma Tarantula Nera crederà che a causarla
sia stato l’aver usato il suo potere per liberarsi del gel in cui l’avevo
imprigionato… esattamente come volevo.- risponde Mason con un sorrisetto.
Ma perché la
messinscena?- chiede Lindsay.
-Adesso Tarantula Nera mi crede morto e
smetterà di darmi la caccia mentre io continuerò ad operare nell’ombra. Si
sentirà più sicuro e sarà un errore. Non sa che tra la sua gente si sono
infiltrati due miei alleati e quando sarà il momento farò crollare il suo
impero come un castello di carte.-
-Quando accadrà chiamami. Vorrò essere in prima
fila.- afferma la Donna Ragno stringendo a sé Lindsay.
Rick
si limita ad annuire.
CONTINUA
NOTE DELL’AUTORE
1)
Salutiamo
la Donna Ragno e Lindsay McCabe. Se le rivedremo ancora e dove, solo il tempo
potrà dirlo.
2)
Tarantula
Nera, invece, riapparirà presto ma non qui bensì in una nuova serie dedicata a…
lo scoprirete presto. -_^.
3)
Ci
è il miliardario texano che è il bersaglio di un tentativo di omicidio. Se non
lo avete capito, non vi guasteremo la sorpresa.
4)
Forse
qualcuno di voi avrà capito chi è Philippe Javert, gli altri dovranno aspettare
il prossimo episodio per scoprirlo.
5)
Quanto
al padre di Rick Mason, tutti voi dovreste sapere che suo padre altri non è che
Phineas T. Mason, alias il Terribile Riparatore, famoso fornitore di gadget ed
altre attrezzature al mondo criminale.
Nel prossimo episodio:
il ritorno su queste pagine di Iron Fist, e Daken e l’esordio di una vendicatrice
giapponese dalla spada facile ed il cuore tormentato e forse di più.
Carlo
Carlo