RIASSUNTO: Mentre I Giustizieri si preparano ad una
nuova missione, Licantropus ritrova la sua memoria e ripercorre gli eventi che
portarono in primo luogo alla lunga amnesia…
PROLOGO: Sede Legale della Justice Incorporated,
“Sì, Bill, concordo,” disse
la donna di nome Angela Cleaver,
mentre spegneva il monitor. “Questa richiesta di assistenza in particolare
merita senza dubbio la nostra attenzione; avere il Wakanda come cliente può farci molto bene a livello referenziale.
Sarà la nostra prossima…”
In quel momento, suonò un
cicalino dalla tavola. Angela e Dollar
Bill, tesoriere e PR della JI, guardarono verso uno schermo olografico che
si manifestò al secondo squillo. “E che cosa vogliono le FSDN da noi?” fece Bill…Ma non c’era dubbio sull’identità
del chiamante.
Angela digitò un pulsante, ed
accanto ai dati sull’olo ne apparve un altro, che mostrava il giovane volto del
Dott. David Stone. Sempre più
incuriosita, Angela disse, “Comandante Stone, cosa possiamo fare per lei?”
L’uomo sospirò. “Un miracolo
ci servirebbe molto…ma immagino che non conosciate un modo per spezzare
l’isolamento dello Zilnawa e
ripulirlo dall’Ultronia Pestis…
Angela scosse la testa. “Temo
di no, Comandante…Ma non è per questo che ci ha chiamato, vero?”
Lui annuì. Era molto pallido,
per la tensione e la stanchezza. “Immagino che abbiate seguito i flash di
agenzia sui recenti fatti in Liberia, giusto?”
Angela annuì. “I Campioni
sono stati attaccati da forze ribelli di fronte all’Ambasciata dello Zilnawa[i]. A
sentire i media, si tratterebbe di un massacro senza sopravvissuti.”
“Fortunatamente no, ma uno
dei nostri è morto, mentre un altro è
in tali condizioni che non scommetterei su un suo recupero a breve. Abbiamo
assolutamente bisogno non solo di riempire quelle perdite, ma anche di
aumentare i ranghi di qualche unità; un simile ‘incidente’ non deve ripetersi
nemmeno per scherzo. Ora, sappiamo che voi offrite i vostri servizi al migliore
offerente…er, offrite anche del personale?”
Un gatto non avrebbe saputo
sorridere in modo più enigmatico. “La Justice Inc. è in grado di venire
incontro alle vostre richieste, Comandante…”
MARVELIT presenta
di
Valerio Pastore
Episodio 14 - L’ULTIMA SPIAGGIA
Aeroporto di Massaua,
Eritrea, Africa
Nel mezzo della folla, che
riempiva la strada del mercato della città costiera sul Mar Rosso, nessuno fece
caso ad una comitiva di nove turisti, otto uomini e una donna, tutti sani e col
florido aspetto di chi spendeva molto tempo in palestra; un paio di loro,
soprattutto, erano dei veri e propri giganti, con certi muscoli che da soli
sembravano a prova di proiettile.
“Spero che la scelta del
posto non si riveli fallace,” disse un uomo che assomigliava vagamente al più
famoso Reed Richards. Si guardò
intorno con un’aria da snob che più non si poteva. “Per i verdi pascoli, come
fa questa gente a volare, visti i
patetici mezzi di cui dispongono? Non credevo che saremmo arrivati vivi”
“Non sono tutti abbastanza
fortunati da conoscere la tecnologia Kymelliana,”
rispose un uomo di colore, che dietro alle sue maniere affabili nascondeva due
occhi che abbracciavano e sondavano ogni possibile minaccia. “Muoverci con mezzi…alternativi
era necessario. Un grande vantaggio della stagione turistica è proprio la
possibilità di non dare nell’occhio…” Prima di diventare un mercenario
‘bianco’, Parnell Jacobs era stato un
berretto verde nei Marines e dopo ancora mercenario ‘nero’ -vale a dire,
specializzato in attività strettamente illegali. Tenere gli occhi aperti, molto
aperti, alla fine, era diventata una sua seconda natura.
Anche se da qualche tempo il
governo provvisorio riusciva a mantenere una buona presa sulla tregua, in vista
delle regolari elezioni, la tensione sociale era a dir poco palpabile. La
diffusa miseria dei locali ne spingeva molti a tentare qualunque cosa per la
pagnotta; anche quella era una ragione perché i Giustizieri della J.I. si
muovessero in gruppo. Più della metà di loro non era neppure terrestre, figurarsi che casino che
potevano combinare…Chissà che cavolo le era preso, a quella donna, per assumere
la Forza 4 di Kymel e uno come Gog…Donne! Dai loro un lavoro da uomini, e si comportano peggio di
Machiavelli!
Complessivamente, almeno, gli
altri si comportavano con abbastanza naturalezza; la curiosità degli alieni era
genuina, e ciò aiutava la copertura.
Il gruppo lasciò le strade
turistiche più affollate, per dirigersi in un dedalo di stradine che nessuna
persona di buon senso avrebbe affrontato -non senza una guida, almeno.
Procedettero sotto un sole infernale ed una temperatura di 40°C, mitigata solo
dalla brezza marina.
“Sai, Kym,” disse Jack Russell,
“credevo che la vostra specie ne avesse viste abbastanza da trovare noiosi
posti come questo.”
La donna dai capelli bianchi
sembrava volere assorbire fisicamente l’affascinante architettura della città
vecchia di Massaua. Qui, neppure alle automobili era permesso il
transito…Polizia esclusa, s’intende. “Al contrario, Jack: più imparo sulle
tante culture non-Kymelliane, più ne apprezzo le sfumature, soprattutto quando
si tratta di luoghi antichi come questo, quando la fredda tecnologia non aveva
ancora preso il possesso dei vostri cuori.”
Russell non aggiunse altro, e
tornò a concentrarsi sull’ambiente -se Dio voleva, era riuscito a recuperare la
sua memoria[ii], e con
essa la capacità di tornare umano. Non che la forma lupina gli dispiacesse, ma
poteva essere scomoda nella vita civile…anche se voleva dire azzoppare i propri
sensi, e dipendere non poco dagli altri per non finire con la gola tagliata…
“Tra quanto raggiungeremo questo Ibrahim
Mosawa?” chiese.
In risposta, il loro
silenzioso membro, M’Nai, indicò con
un cenno un negozio di spezie all’angolo di fronte. Lanciò anche
un’occhiataccia a Russell -quel nome non doveva essere pronunciato se non
all’interno del negozio e senza testimoni…
“Cosa cercate da un morto?”
chiese una voce giovane -dietro di loro!
Nove teste si voltarono
all’unisono, ad incontrare lo sguardo sfottorio di un ragazzo. Vestiva abiti
frusti -t-shirt bianca e calzoncini beige, sandali di corda- ed i suoi capelli
neri erano unti, ma il suo fisico era perfettamente curato e nutrito. I suoi
erano gli occhi di un essere umano che non aveva più un’innocenza da perdere.
“Il vecchio Ibrahim ci ha lasciato un paio di settimane fa. Ora c’è Al-Mussar a gestire il negozio.”
M’Nai fissò il ragazzino con
un’intensità che quello dovette, alla fine, dopo un silenzioso confronto,
abbassare lo sguardo. Se quel piccoletto si credeva un duro per essere
sopravvissuto alla strada per poi finire sotto un buon protettore, doveva
impararne davvero, dalla vita! Soprattutto da chi era già morto e risorto
almeno un paio di volte.
Parnell fece un passo per
avvicinarsi, ma il ragazzino ne fece uno altrettanto lesto per allontanarsi.
«Vogliamo informazioni su una famiglia di profughi che Ibrahim aiutò a suo
tempo,» disse in un perfetto dialetto Kushita, retaggio di una delle sue tante
missioni in tutto il mondo. «Non vogliamo guai e siamo disposti a pagare molto
bene. Questo Al-Mussar può esserci di aiuto?»
Lo sguardo del giovane saltò
da un ‘turista’ all’altro. Era perplesso -era chiaro che fossero dei
professionisti, si muovevano con l’astuzia del predatore, e i loro occhi erano
quelli di guerrieri. Era anche chiaro che avrebbero potuto sopraffarlo in meno
di un batter d’occhio…e invece se ne stavano lì, a fare un’offerta solo apparentemente
buona… “Aspettatemi qui,” disse in Inglese, e tornò fra le ombre da cui era
spuntato.
Sotto i travestimenti
olografici, i Kymelliani e Gog lo udirono bisbigliare qualcosa a qualcuno in
Amarico, in fondo al vicolo. Un passaparola, almeno così sperarono…
Passarono un paio di minuti,
poi la porta del negozio si aprì.
“Come li amo, i soldi: sanno
aprire qualunque serratura,” disse Parnell. Il gruppo si avviò.
L’interno era più grande di
quanto avessero sospettato. Il gruppo fur accolto da un’atmosfera così potente
che i Kymelliani e Jack arricciarono il naso. Qui nessun cane avrebbe saputo
memorizzare un odore che non fosse quello della merce, poco ma sicuro.
Un ragazzino chiuse la porta.
Dietro al bancone stava un uomo corposo, robusto più che grasso, con un volto
scavato con l’accetta, brunito, e decorato da un bel paio di baffi. Il suo
sorriso era accomodante, ma i suoi occhi
erano quelli di un killer fatto e finito, freddi, lucidi. “Benvenuti,
stranieri, da Al-Mussar. Come può la mia umile persona esservi di aiuto?”
Parnell e M’Nai riconobbero
il tipo: per lui, come per Ibrahim, il suo predecessore, i profughi erano un
affare d’oro, che si trattasse di smerciarli o di dare semplici informazioni.
Da questo punto di vista, c’era da sperare bene… “Ydrai, dammi una scansione.”
L’uomo lo fece. Estrasse una
specie di sfera metallica dalla tasca della sua hawaiana, e la sfiorò con un dito. Poco dopo, una serie
di simboli apparve sulla sua superficie. “Tre apparecchi di videoregistrazione
ed una ricetrasmittente attivi. Due bombe radiocomandate inserite nei punti
portanti. Masse metalliche corrispondenti ad armi da fuoco e da taglie dietro
la parete alla nostra sinistra ed addosso a Massur…” esercitò una nuova,
leggera pressione sulla sfera. “Ecco, l’elettronica è stata sistemata. Temo che
per le armi portatili…”
Fu interrotto da uno scatto
metallico! Una porta nascosta si aprì di colpo; quattro persone di colore
vennero fuori, imbracciando mitragliatrici UZI: erano la guardia del corpo di
Al-Massur, soldati che conoscevano il loro mestiere. Aprirono il fuoco sul
gruppo; i proiettili vaganti avrebbero colpito i sacchi della merce, e la
parete di legno avrebbe assorbito senza ulteriori danni il loro impatto.
Sotto gli occhi spaventati
dei soldati, però, i proiettili si arrestarono
a mezz’aria…per poi cadere a terra. I soldati continuarono a sparare, ma il
risultato non cambiò.
Al-Massur poteva essere una
carogna, ma stupido non era. Avendo visto i risultati di armi migliori della
sua, optò per una fuga di emergenza. Una botola si spalancò sotto i suoi piedi,
e lui scomparve nel pavimento. La botola si chiuse subito dopo
“*sigh* Jack, acchiappalo.”
Ben felice di obbedire,
Russell fece un salto. A mezz’aria, il suo corpo fu sostituito da quello di Licantropus.
A quella vista, i soldati
persero ogni coraggio e scapparono via urlando.
Ydrai fece apparire una nuova
sfera nella sua mano. La lanciò in mezzo ai fuggitivi, ed essi si trovarono
avvolti in un viluppo di cavi metallici!
Licantropus annusò la
tavola…Metallo, e qualcos’altro. “Ha minato la botola. Non sarei sorpreso se si
trattasse di un innesco a pressione.”
Parnell
si voltò verso i prigionieri. “Allora chiederemo a loro dove trovarlo.
Gentilmente.”
L’uomo di nome Al-Massur si
chiuse una porta alle spalle. Percorse un breve corridoio verso l’esterno. Non
c’era stata l’attesa esplosione, e i contatti col negozio erano ancora
interrotti. Quindi quegli stranieri ne erano usciti vivi.
Uscì su un piccolo molo, dove
lo attendeva un motoscafo. Al capo questo sviluppo non sarebbe piaciuto per
niente! Teoricamente, avrebbe dovuto sacrificare sé stesso e tutto il negozio
nel momento in cui lo aveva perso…Ma come si poteva immaginare che le avrebbero disattivate a distanza come dei televisori? E quegli strani
strumenti…Chi erano? Lo SHIELD?
Salì a bordo del motoscafo. Il
suo pilota accese il motore. Adesso si trattava solo di pregare che i suoi
superiori non decidessero di frantumargli il cranio, negandogli il diritto di
entrare in Paradi*!*
I
due uomini furono avvolti da un lampo di luce, e scomparvero.
Riapparvero in una radura nel
mezzo della savana. Avevano mantenuto la velocità di spostamento al momento del
teletrasporto, e rotolarono così per oltre una decina di metri prima di
fermarsi.
Massur fece per
alzarsi…quando una mano impellicciata lo afferrò per il collo, lo rigirò e
portò il suo volto ad un centimetro dal muso ringhiante di Licantropus.
Immediatamente, Massur fu vittima della Phobia.
Iniziò a sudare freddo ed a balbettare incoerentemente in una lingua che non
era dell’Eritrea. E non aiutava molto il voltare lo sguardo supplice, solo per
incontrare altri quattro mostri dalle teste di cavallo, una specie di
lucertola, un uomo in armatura, uno in un costume nero come l’oblio, e…
“Anubi..?”
Lo Sciacallo Dorato posò una mano sulla spalla di Licantropus.
“Lascialo.”
La creatura obbedì,
sbattendolo a terra di malagrazia. Massur indietreggiò strisciando; si dovette
fermare, quando si scontrò con le gambe metalliche di Warwear. Di nuovo fu sollevato senza sforzo.
“Dunque, dove eravamo
rimasti?”
“Siete…siete gli stranieri?
Ma come…dove...?”
“Le domande le faccio io,
trafficante di vite umane. Mentre eri impegnato a strisciare via, ho dato
un’occhiata ai database delle forze dell’ordine, e salta fuori un ritratto poco
lusinghiero di te. Ora: siamo venuti per chiederti cosa sai dei ‘registri di
carico’ di Ibrahim, visto che hai ereditato tu il trono. Lui era un uomo
meticoloso, molto meticoloso. Se le tue risposte non ci piacessero, tu finirai
in pasto a Fido lì.”
Massur, che si stava
riprendendo un po’ dallo spaghetto, al solo udire il ringhio di avvertimento,
tornò a farsi di gelatina. “Ah…ah…Lui…Ibrahim…I suoi registri non ce li ho più
io. Sono stati distrutti. I miei superiori non vogliono che resti traccia delle
sue attività. Non commerciò più in profughi, ma in armi, droga e falsi permessi
di soggiorno. Possiedo il molo da cui stavo
fuggendo…vipregononlasciatechequellacosasiavvicini.”
Midnight Sun strinse un
pugno. Il suo braccio tremava.
Warwear bestemmiò
pesantemente. Erano allo stramaledetto punto di partenza…A meno che… “Signori,
forse non tutto è perduto, dopotutto.
Oh, e per quanto riguarda questo ratto di fogna...” puntò un braccio, e da una
canna nel polso esplose un colpo. Massur, colpito al petto, si accasciò senza
un lamento.
Warwear
annuì, soddisfatto -gli psicotropi caricati nel dardo erano un cocktail molto
speciale, lo stesso somministrato ai mercenari nel negozio; riduceva il
cervello della vittima in pappa. Sarebbero vissuti, sì, ma come dei vegetali.
Non avrebbero mai più fatto del male a nessuno.
“Non
avremmo fatto meglio a consegnarlo alle autorità, piuttosto?” fece Licantropus.
“Tutte le informazioni che…”
“Consegnarlo
per quale reato?” lo interruppe l’altro, “Onesto commercio di spezie? Con la
fortuna che abbiamo avuto finora, Massur è ammanicato alle Autorità a fior di
bustarelle. E poi, con che diritto lo potremmo arrestare, noi? Siamo solo
mercenari stranieri. Coinvolgeremmo la nostra società in un casino
internazionale più in fretta che a dire ‘coteca’. E ora vediamo di muoverci: abbiamo
una famiglia da rintracciare.”
A bordo del Quinjet della
J.I., circa dieci minuti dopo
“Vediamo un po’…uhm, ce n’è
stato di traffico dal tuo paese, M’nai…Dai Greci agli Spagnoli, si denuncia un
numero rilevante di arrivi di profughi via mare, nel periodo in cui i tuoi zii
possono essersi mossi. Sei materialmente certo che non abbiano preso la via di
terra, o che si siano allontanati dal continente?”
Alla domanda di Garolfo Riccardo degli Abruzzi, Midnight
Sun annuì. Ricordava bene che i suoi zii erano ricchi…per quanto potesse
esserlo un contadino in Eritrea. E chi aveva i soldi preferiva di gran lunga
tentare la via del mare, lontano dall’Africa se possibile; avrebbero camminato
sull’ultima spiaggia in direzione del futuro, non della disperazione.
L’Ingegnere informatico della
Justice Inc. disse, “D’accordo, scaverò fino a raggiungere il centro della
terra, se possibile. Ma ricorda, posso solo offrirti una rosa di possibilità:
filtrare sarà lavoro vostro. Almeno, l’etnia di questi tuoi parenti è…peculiare.
Potrebbe aiutare a togliere qualche petalo alla rosa. Passo.”
Lo
schermo si spense, e da quel momento iniziò una silenziosa attesa. I nuovi non
sembravano particolarmente interessati a confidarsi, per il momento, e gli
altri non erano intenzionati a spremer loro informazioni…
Cairo, Egitto
“Altri super-esseri?”
A quella semplice domanda, un
uomo in un modesto taffetano si genufletté a tal punto che quasi il suo corpo
formava un arco. “Sì, onnipotente Signore della Guerra. Anche se all’inizio
apparivano come semplici umani, almeno uno di loro è un…lupo mannaro. Hanno
avuto facilmente ragione di tutte le difese di Al-Mussar, e lui è scomparso
senza lasciare traccia.”
“Capisco,” disse la figura
nell’ombra, una figura avvolta da un’ampia tonaca. La luce si rifletté per un
momento sul suo volto, ed esso mandò un baglio metallico. La sua voce era
echeggiante, carica di una malignità senza tempo. “Portatemi qui i superstiti
di quell’attacco e tutti i testimoni. Estrarrò personalmente le informazioni
dalle loro menti. Deciderò il resto sul da farsi a suo tempo.”
“Come
Vostra Signoria comanda.” L’uomo si alzò in piedi e se ne andò camminando
all’indietro, senza mai osare dare le spalle al suo padrone.
Quando, finalmente, il
cicalino si fece sentire, si era fatta sera.
Sullo schermo, riapparve il
volto di Garolfo. “Ho una buona notizia e una cattiva notizia, M’nai: la buona
notizia è che sono riuscito a rintracciare tutte le navi partite da Massaua
alla volta dell’Europa nel periodo di tempo da te indicato. Ibrahim si faceva
pagare molto bene, ma almeno non costringeva le sue vittime su carrette del
mare, in modo da riutilizzarle.
“La cattiva notizia è che,
come supponevo, ormai i tuoi zii possono letteralmente essere ovunque…ammesso
che siano ancora vivi. Ne è passato davvero parecchio, di tempo, da quando
lasciarono la loro terra. Le organizzazioni umanitarie hanno dei nomi di alcuni
rifugiati, in Italia, ma nessuno che corrisponda ai dati etnici ed anagrafici
che mi avete inviato. Mi dispiace.”
Sun si limitò ad annuire
debolmente. Warwear, in silenzio, impostò il pilota automatico per il ritorno
alla base.
M’nai non era certo felice di
dovere lasciare questa questione in sospeso...ma, almeno, ci aveva provato, ed
era stato aiutato. Di più da sé stesso e dai suoi…amici, non poteva chiedere.
Ora poteva solo sperare che il viaggio dei suoi zii si fosse concluso
felicemente, e che fossero riusciti a rifarsi una vita.
E poi, chissà? Il destino
poteva ancora serbargli qualche gradita sorpresa…