RIASSUNTO: Mentre I Giustizieri si preparano ad una nuova missione, Licantropus ritrova la sua memoria e ripercorre gli eventi che portarono in primo luogo alla lunga amnesia…

 

PROLOGO: Sede Legale della Justice Incorporated, Solomon Towers, New York City

 

“Sì, Bill, concordo,” disse la donna di nome Angela Cleaver, mentre spegneva il monitor. “Questa richiesta di assistenza in particolare merita senza dubbio la nostra attenzione; avere il Wakanda come cliente può farci molto bene a livello referenziale. Sarà la nostra prossima…”

In quel momento, suonò un cicalino dalla tavola. Angela e Dollar Bill, tesoriere e PR della JI, guardarono verso uno schermo olografico che si manifestò al secondo squillo. “E che cosa vogliono le F(forze)S(speciali)D(difesa)N(nazionale) da noi?” fece Bill…Ma non c’era dubbio sull’identità del chiamante.

Angela digitò un pulsante, ed accanto ai dati sull’olo ne apparve un altro, che mostrava il giovane volto del Dott. David Stone. Sempre più incuriosita, Angela disse, “Comandante Stone, cosa possiamo fare per lei?”

L’uomo sospirò. “Un miracolo ci servirebbe molto…ma immagino che non conosciate un modo per spezzare l’isolamento dello Zilnawa e ripulirlo dall’Ultronia Pestis

Angela scosse la testa. “Temo di no, Comandante…Ma non è per questo che ci ha chiamato, vero?”

Lui annuì. Era molto pallido, per la tensione e la stanchezza. “Immagino che abbiate seguito i flash di agenzia sui recenti fatti in Liberia, giusto?”

Angela annuì. “I Campioni sono stati attaccati da forze ribelli di fronte all’Ambasciata dello Zilnawa[i]. A sentire i media, si tratterebbe di un massacro senza sopravvissuti.”

“Fortunatamente no, ma uno dei nostri è morto, mentre un altro è in tali condizioni che non scommetterei su un suo recupero a breve. Abbiamo assolutamente bisogno non solo di riempire quelle perdite, ma anche di aumentare i ranghi di qualche unità; un simile ‘incidente’ non deve ripetersi nemmeno per scherzo. Ora, sappiamo che voi offrite i vostri servizi al migliore offerente…er, offrite anche del personale?”

Un gatto non avrebbe saputo sorridere in modo più enigmatico. “La Justice Inc. è in grado di venire incontro alle vostre richieste, Comandante…”

 

 

MARVELIT presenta

di Valerio Pastore

Episodio 14 - L’ULTIMA SPIAGGIA

 

 

Aeroporto di Massaua, Eritrea, Africa

 

Nel mezzo della folla, che riempiva la strada del mercato della città costiera sul Mar Rosso, nessuno fece caso ad una comitiva di nove turisti, otto uomini e una donna, tutti sani e col florido aspetto di chi spendeva molto tempo in palestra; un paio di loro, soprattutto, erano dei veri e propri giganti, con certi muscoli che da soli sembravano a prova di proiettile.

“Spero che la scelta del posto non si riveli fallace,” disse un uomo che assomigliava vagamente al più famoso Reed Richards. Si guardò intorno con un’aria da snob che più non si poteva. “Per i verdi pascoli, come fa questa gente a volare, visti i patetici mezzi di cui dispongono? Non credevo che saremmo arrivati vivi”

“Non sono tutti abbastanza fortunati da conoscere la tecnologia Kymelliana,” rispose un uomo di colore, che dietro alle sue maniere affabili nascondeva due occhi che abbracciavano e sondavano ogni possibile minaccia. “Muoverci con mezzi…alternativi era necessario. Un grande vantaggio della stagione turistica è proprio la possibilità di non dare nell’occhio…” Prima di diventare un mercenario ‘bianco’, Parnell Jacobs era stato un berretto verde nei Marines e dopo ancora mercenario ‘nero’ -vale a dire, specializzato in attività strettamente illegali. Tenere gli occhi aperti, molto aperti, alla fine, era diventata una sua seconda natura.

Anche se da qualche tempo il governo provvisorio riusciva a mantenere una buona presa sulla tregua, in vista delle regolari elezioni, la tensione sociale era a dir poco palpabile. La diffusa miseria dei locali ne spingeva molti a tentare qualunque cosa per la pagnotta; anche quella era una ragione perché i Giustizieri della J.I. si muovessero in gruppo. Più della metà di loro non era neppure terrestre, figurarsi che casino che potevano combinare…Chissà che cavolo le era preso, a quella donna, per assumere la Forza 4 di Kymel  e uno come Gog…Donne! Dai loro un lavoro da uomini, e si comportano peggio di Machiavelli!

Complessivamente, almeno, gli altri si comportavano con abbastanza naturalezza; la curiosità degli alieni era genuina, e ciò aiutava la copertura.

 

Il gruppo lasciò le strade turistiche più affollate, per dirigersi in un dedalo di stradine che nessuna persona di buon senso avrebbe affrontato -non senza una guida, almeno. Procedettero sotto un sole infernale ed una temperatura di 40°C, mitigata solo dalla brezza marina.

“Sai, Kym,” disse Jack Russell, “credevo che la vostra specie ne avesse viste abbastanza da trovare noiosi posti come questo.”

La donna dai capelli bianchi sembrava volere assorbire fisicamente l’affascinante architettura della città vecchia di Massaua. Qui, neppure alle automobili era permesso il transito…Polizia esclusa, s’intende. “Al contrario, Jack: più imparo sulle tante culture non-Kymelliane, più ne apprezzo le sfumature, soprattutto quando si tratta di luoghi antichi come questo, quando la fredda tecnologia non aveva ancora preso il possesso dei vostri cuori.”

Russell non aggiunse altro, e tornò a concentrarsi sull’ambiente -se Dio voleva, era riuscito a recuperare la sua memoria[ii], e con essa la capacità di tornare umano. Non che la forma lupina gli dispiacesse, ma poteva essere scomoda nella vita civile…anche se voleva dire azzoppare i propri sensi, e dipendere non poco dagli altri per non finire con la gola tagliata… “Tra quanto raggiungeremo questo Ibrahim Mosawa?” chiese.

In risposta, il loro silenzioso membro, M’Nai, indicò con un cenno un negozio di spezie all’angolo di fronte. Lanciò anche un’occhiataccia a Russell -quel nome non doveva essere pronunciato se non all’interno del negozio e senza testimoni…

“Cosa cercate da un morto?” chiese una voce giovane -dietro di loro!

Nove teste si voltarono all’unisono, ad incontrare lo sguardo sfottorio di un ragazzo. Vestiva abiti frusti -t-shirt bianca e calzoncini beige, sandali di corda- ed i suoi capelli neri erano unti, ma il suo fisico era perfettamente curato e nutrito. I suoi erano gli occhi di un essere umano che non aveva più un’innocenza da perdere. “Il vecchio Ibrahim ci ha lasciato un paio di settimane fa. Ora c’è Al-Mussar a gestire il negozio.”

M’Nai fissò il ragazzino con un’intensità che quello dovette, alla fine, dopo un silenzioso confronto, abbassare lo sguardo. Se quel piccoletto si credeva un duro per essere sopravvissuto alla strada per poi finire sotto un buon protettore, doveva impararne davvero, dalla vita! Soprattutto da chi era già morto e risorto almeno un paio di volte.

Parnell fece un passo per avvicinarsi, ma il ragazzino ne fece uno altrettanto lesto per allontanarsi. «Vogliamo informazioni su una famiglia di profughi che Ibrahim aiutò a suo tempo,» disse in un perfetto dialetto Kushita, retaggio di una delle sue tante missioni in tutto il mondo. «Non vogliamo guai e siamo disposti a pagare molto bene. Questo Al-Mussar può esserci di aiuto?»

Lo sguardo del giovane saltò da un ‘turista’ all’altro. Era perplesso -era chiaro che fossero dei professionisti, si muovevano con l’astuzia del predatore, e i loro occhi erano quelli di guerrieri. Era anche chiaro che avrebbero potuto sopraffarlo in meno di un batter d’occhio…e invece se ne stavano lì, a fare un’offerta solo apparentemente buona… “Aspettatemi qui,” disse in Inglese, e tornò fra le ombre da cui era spuntato.

Sotto i travestimenti olografici, i Kymelliani e Gog lo udirono bisbigliare qualcosa a qualcuno in Amarico, in fondo al vicolo. Un passaparola, almeno così sperarono…

Passarono un paio di minuti, poi la porta del negozio si aprì.

“Come li amo, i soldi: sanno aprire qualunque serratura,” disse Parnell. Il gruppo si avviò.

 

L’interno era più grande di quanto avessero sospettato. Il gruppo fur accolto da un’atmosfera così potente che i Kymelliani e Jack arricciarono il naso. Qui nessun cane avrebbe saputo memorizzare un odore che non fosse quello della merce, poco ma sicuro.

Un ragazzino chiuse la porta. Dietro al bancone stava un uomo corposo, robusto più che grasso, con un volto scavato con l’accetta, brunito, e decorato da un bel paio di baffi. Il suo sorriso era accomodante, ma i suoi occhi  erano quelli di un killer fatto e finito, freddi, lucidi. “Benvenuti, stranieri, da Al-Mussar. Come può la mia umile persona esservi di aiuto?”

Parnell e M’Nai riconobbero il tipo: per lui, come per Ibrahim, il suo predecessore, i profughi erano un affare d’oro, che si trattasse di smerciarli o di dare semplici informazioni. Da questo punto di vista, c’era da sperare bene… “Ydrai, dammi una scansione.”

L’uomo lo fece. Estrasse una specie di sfera metallica dalla tasca della sua hawaiana,  e la sfiorò con un dito. Poco dopo, una serie di simboli apparve sulla sua superficie. “Tre apparecchi di videoregistrazione ed una ricetrasmittente attivi. Due bombe radiocomandate inserite nei punti portanti. Masse metalliche corrispondenti ad armi da fuoco e da taglie dietro la parete alla nostra sinistra ed addosso a Massur…” esercitò una nuova, leggera pressione sulla sfera. “Ecco, l’elettronica è stata sistemata. Temo che per le armi portatili…”

Fu interrotto da uno scatto metallico! Una porta nascosta si aprì di colpo; quattro persone di colore vennero fuori, imbracciando mitragliatrici UZI: erano la guardia del corpo di Al-Massur, soldati che conoscevano il loro mestiere. Aprirono il fuoco sul gruppo; i proiettili vaganti avrebbero colpito i sacchi della merce, e la parete di legno avrebbe assorbito senza ulteriori danni il loro impatto.

Sotto gli occhi spaventati dei soldati, però, i proiettili si arrestarono a mezz’aria…per poi cadere a terra. I soldati continuarono a sparare, ma il risultato non cambiò.

Al-Massur poteva essere una carogna, ma stupido non era. Avendo visto i risultati di armi migliori della sua, optò per una fuga di emergenza. Una botola si spalancò sotto i suoi piedi, e lui scomparve nel pavimento. La botola si chiuse subito dopo

“*sigh* Jack, acchiappalo.”

Ben felice di obbedire, Russell fece un salto. A mezz’aria, il suo corpo fu sostituito da quello di Licantropus.

A quella vista, i soldati persero ogni coraggio e scapparono via urlando.

Ydrai fece apparire una nuova sfera nella sua mano. La lanciò in mezzo ai fuggitivi, ed essi si trovarono avvolti in un viluppo di cavi metallici!

Licantropus annusò la tavola…Metallo, e qualcos’altro. “Ha minato la botola. Non sarei sorpreso se si trattasse di un innesco a pressione.”

Parnell si voltò verso i prigionieri. “Allora chiederemo a loro dove trovarlo. Gentilmente.”

 

L’uomo di nome Al-Massur si chiuse una porta alle spalle. Percorse un breve corridoio verso l’esterno. Non c’era stata l’attesa esplosione, e i contatti col negozio erano ancora interrotti. Quindi quegli stranieri ne erano usciti vivi.

Uscì su un piccolo molo, dove lo attendeva un motoscafo. Al capo questo sviluppo non sarebbe piaciuto per niente! Teoricamente, avrebbe dovuto sacrificare sé stesso e tutto il negozio nel momento in cui lo aveva perso…Ma come si poteva immaginare che le avrebbero disattivate a distanza come dei televisori? E quegli strani strumenti…Chi erano? Lo SHIELD?

Salì a bordo del motoscafo. Il suo pilota accese il motore. Adesso si trattava solo di pregare che i suoi superiori non decidessero di frantumargli il cranio, negandogli il diritto di entrare in Paradi*!*

I due uomini furono avvolti da un lampo di luce, e scomparvero.

 

Riapparvero in una radura nel mezzo della savana. Avevano mantenuto la velocità di spostamento al momento del teletrasporto, e rotolarono così per oltre una decina di metri prima di fermarsi.

Massur fece per alzarsi…quando una mano impellicciata lo afferrò per il collo, lo rigirò e portò il suo volto ad un centimetro dal muso ringhiante di Licantropus. Immediatamente, Massur fu vittima della Phobia. Iniziò a sudare freddo ed a balbettare incoerentemente in una lingua che non era dell’Eritrea. E non aiutava molto il voltare lo sguardo supplice, solo per incontrare altri quattro mostri dalle teste di cavallo, una specie di lucertola, un uomo in armatura, uno in un costume nero come l’oblio, e… “Anubi..?”

Lo Sciacallo Dorato posò una mano sulla spalla di Licantropus. “Lascialo.”

La creatura obbedì, sbattendolo a terra di malagrazia. Massur indietreggiò strisciando; si dovette fermare, quando si scontrò con le gambe metalliche di Warwear. Di nuovo fu sollevato senza sforzo.

“Dunque, dove eravamo rimasti?”

“Siete…siete gli stranieri? Ma come…dove...?”

“Le domande le faccio io, trafficante di vite umane. Mentre eri impegnato a strisciare via, ho dato un’occhiata ai database delle forze dell’ordine, e salta fuori un ritratto poco lusinghiero di te. Ora: siamo venuti per chiederti cosa sai dei ‘registri di carico’ di Ibrahim, visto che hai ereditato tu il trono. Lui era un uomo meticoloso, molto meticoloso. Se le tue risposte non ci piacessero, tu finirai in pasto a Fido lì.”

Massur, che si stava riprendendo un po’ dallo spaghetto, al solo udire il ringhio di avvertimento, tornò a farsi di gelatina. “Ah…ah…Lui…Ibrahim…I suoi registri non ce li ho più io. Sono stati distrutti. I miei superiori non vogliono che resti traccia delle sue attività. Non commerciò più in profughi, ma in armi, droga e falsi permessi di soggiorno. Possiedo il molo da cui stavo fuggendo…vipregononlasciatechequellacosasiavvicini.”

Midnight Sun strinse un pugno. Il suo braccio tremava.

Warwear bestemmiò pesantemente. Erano allo stramaledetto punto di partenza…A meno che… “Signori, forse non tutto è perduto, dopotutto. Oh, e per quanto riguarda questo ratto di fogna...” puntò un braccio, e da una canna nel polso esplose un colpo. Massur, colpito al petto, si accasciò senza un lamento.

Warwear annuì, soddisfatto -gli psicotropi caricati nel dardo erano un cocktail molto speciale, lo stesso somministrato ai mercenari nel negozio; riduceva il cervello della vittima in pappa. Sarebbero vissuti, sì, ma come dei vegetali. Non avrebbero mai più fatto del male a nessuno.

“Non avremmo fatto meglio a consegnarlo alle autorità, piuttosto?” fece Licantropus. “Tutte le informazioni che…”

“Consegnarlo per quale reato?” lo interruppe l’altro, “Onesto commercio di spezie? Con la fortuna che abbiamo avuto finora, Massur è ammanicato alle Autorità a fior di bustarelle. E poi, con che diritto lo potremmo arrestare, noi? Siamo solo mercenari stranieri. Coinvolgeremmo la nostra società in un casino internazionale più in fretta che a dire ‘coteca’. E ora vediamo di muoverci: abbiamo una famiglia da rintracciare.”

 

A bordo del Quinjet della J.I., circa dieci minuti dopo

 

“Vediamo un po’…uhm, ce n’è stato di traffico dal tuo paese, M’nai…Dai Greci agli Spagnoli, si denuncia un numero rilevante di arrivi di profughi via mare, nel periodo in cui i tuoi zii possono essersi mossi. Sei materialmente certo che non abbiano preso la via di terra, o che si siano allontanati dal continente?”

Alla domanda di Garolfo Riccardo degli Abruzzi, Midnight Sun annuì. Ricordava bene che i suoi zii erano ricchi…per quanto potesse esserlo un contadino in Eritrea. E chi aveva i soldi preferiva di gran lunga tentare la via del mare, lontano dall’Africa se possibile; avrebbero camminato sull’ultima spiaggia in direzione del futuro, non della disperazione.

L’Ingegnere informatico della Justice Inc. disse, “D’accordo, scaverò fino a raggiungere il centro della terra, se possibile. Ma ricorda, posso solo offrirti una rosa di possibilità: filtrare sarà lavoro vostro. Almeno, l’etnia di questi tuoi parenti è…peculiare. Potrebbe aiutare a togliere qualche petalo alla rosa. Passo.”

Lo schermo si spense, e da quel momento iniziò una silenziosa attesa. I nuovi non sembravano particolarmente interessati a confidarsi, per il momento, e gli altri non erano intenzionati a spremer loro informazioni…

 

Cairo, Egitto

 

“Altri super-esseri?”

A quella semplice domanda, un uomo in un modesto taffetano si genufletté a tal punto che quasi il suo corpo formava un arco. “Sì, onnipotente Signore della Guerra. Anche se all’inizio apparivano come semplici umani, almeno uno di loro è un…lupo mannaro. Hanno avuto facilmente ragione di tutte le difese di Al-Mussar, e lui è scomparso senza lasciare traccia.”

“Capisco,” disse la figura nell’ombra, una figura avvolta da un’ampia tonaca. La luce si rifletté per un momento sul suo volto, ed esso mandò un baglio metallico. La sua voce era echeggiante, carica di una malignità senza tempo. “Portatemi qui i superstiti di quell’attacco e tutti i testimoni. Estrarrò personalmente le informazioni dalle loro menti. Deciderò il resto sul da farsi a suo tempo.”

“Come Vostra Signoria comanda.” L’uomo si alzò in piedi e se ne andò camminando all’indietro, senza mai osare dare le spalle al suo padrone.

 

Quando, finalmente, il cicalino si fece sentire, si era fatta sera.

Sullo schermo, riapparve il volto di Garolfo. “Ho una buona notizia e una cattiva notizia, M’nai: la buona notizia è che sono riuscito a rintracciare tutte le navi partite da Massaua alla volta dell’Europa nel periodo di tempo da te indicato. Ibrahim si faceva pagare molto bene, ma almeno non costringeva le sue vittime su carrette del mare, in modo da riutilizzarle.

“La cattiva notizia è che, come supponevo, ormai i tuoi zii possono letteralmente essere ovunque…ammesso che siano ancora vivi. Ne è passato davvero parecchio, di tempo, da quando lasciarono la loro terra. Le organizzazioni umanitarie hanno dei nomi di alcuni rifugiati, in Italia, ma nessuno che corrisponda ai dati etnici ed anagrafici che mi avete inviato. Mi dispiace.”

Sun si limitò ad annuire debolmente. Warwear, in silenzio, impostò il pilota automatico per il ritorno alla base.

M’nai non era certo felice di dovere lasciare questa questione in sospeso...ma, almeno, ci aveva provato, ed era stato aiutato. Di più da sé stesso e dai suoi…amici, non poteva chiedere. Ora poteva solo sperare che il viaggio dei suoi zii si fosse concluso felicemente, e che fossero riusciti a rifarsi una vita.

E poi, chissà? Il destino poteva ancora serbargli qualche gradita sorpresa…



[i] Questo dialogo ed i fatti a cui ci si riferisce avvengono in CAMPIONI #20

[ii] Ep. #13