PROLOGO: Le Solomon Towers, New York City. Ieri.
“Voglio che sia chiara una
cosa, signori: la Justice Incorporated non è un ‘gruppo-famiglia’.”
A parlare era la fondatrice
della J.I., l’enigmatica Angela Cleaver. Una bellezza da Monna Lisa
afroamericana vestita di Armani e pur tuttavia una bellezza con il ghiaccio
dentro.
I presenti in sala erano
tredici. Lei e gli altri tre dirigenti della Società di Eroi a Pagamento:
Dollar Bill (amministazione/PR), Letitia Frost (strategia/Direzione tattica) e
Garolfo Riccardo degli Abruzzi (reverse engineering).
I rimanenti nove erano la
‘mano armata’ dell’organizzazione, i Giustizieri, che, per l’ultima
volta, erano rappresentati da:
Ø
Warwear, Parnell Jacobs, il leader dotato dell’armatura
vivente a tecnologia Eidolon.
Ø
Midnight Sun, M’nai, Eritreo, un guerriero reso invincibile dalla
tecnologia aliena dei Kree.
Ø
Sabre, Jack Russell, licantropo per maledizione familiare e
cyborg per intervento della stessa Cleaver.
Ø
Lo Sciacallo D’oro, Ahmad Azis, mago e sacerdote del dio Anubi.
Ø
Tigra, Greer Grant Nelson, ex Vendicatrice e Campionessa
del Popolo Felino.
Ø
Capitan Power, misterioso super-essere del quale solo la Cleaver
sembrava conoscere qualcosa.
Ø
Joystick, Janice Olivia Yanizeski, Americana ma nata da
genitori Sloreni, ex membro dei Signori del Male.
Ø
Fusione, Robert Markley, mutante col potere di indurre
illusioni.
Ø
Molten, Mark Raxton, vicepresidente delle Osborn Industries,
ex nemesi dell’Uomo Ragno.
“Un buon nemico,
sfortunatamente,” continuò il Presidente della JI, “sa analizzare il
proprio avversario, le sue tattiche e soprattutto le debolezze.
“Per questo i vostri
contratti non sono fissi, e avete la possibilità di lasciare l’organizzazione
in base alle vostre necessità personali…Per quanto, siamo sorpresi da un simile
numero di richieste allo stesso tempo.” E a quel punto, tacque, interrogando
con gli occhi, uno ad uno, gli interessati.
Tigra si morse un labbro,
prima di dire, “Ho trovato la mia strada, finalmente, e so dove andare, al
fianco di chi combattere e perché[i].”
Cap sembrava calmo, ma mentre
teneva le mani unite sul tavolo, si girava nervosamente i pollici. Non osò dire
niente, non voleva. Sapeva solo di avere commesso una sciocchezza innominabile
usando il suo potere come aveva fatto durante la crisi Inferno2[ii].
Sperò solo che la Cleaver non osasse chiedergli dettagli…e lei non lo fece,
grazie a Pama!
Joystick disse, “Mi ero
ripromessa di lasciare questa banda di matti, appena avessi fatto abbastanza
soldi, ed ora voglio godermeli in santa pace e senza superboyscout a darmi
calci nel sedere.”
Fusione era, più o meno,
dello stesso parere. “Ho quasi più soldi di quanti ne possa spendere, e devo a
mio figlio una vita migliore che stare in un palazzo ad aspettare di sapere se
tornerò vivo da una giornata di lavoro.”
Molten sbuffò. “La verità è
che preferirei rimanere, ma mia sorella è sotto tiro, soprattutto da
quando si è messa con il Procuratore Nelson…Senza contare il ritorno
sulla scena di Norman Osborn; potrà anche fare credere al mondo di avere
smesso di essere Goblin[iii],
ma non ci credo neppure se lo vedo. Quindi…”
La Cleaver annuì. “Dobbiamo
considerare le vostre dimissioni con effetto immediato?” Cinque assensi.
“Capisco. Naturalmente, i primi fra voi che tornassero o si dedicassero ad
attività criminali saranno lasciati nel loro brodo, non dimenticatevelo.
“Ora, la vostra partenza ci
lascia a quattro effettivi…I nuovi Giustizieri saranno disponibili fra un paio
di giorni. Se nel frattempo arrivasse un cliente, conto sugli effettivi
disponibili per fare un buon…hm?”
Il telefono scelse quel
momento, per squillare. La donna attivò il ricevitore della sua cuffia. “Sì?”
Quando lo squillo arrivava a quel piano della Torre, la chiamata era stata
filtrata a dovere dalla IA del centralino. Avrebbe potuto farsi dare ogni
identificativo del chiamante, ma quella funzione era riservata a una lista
predeterminata di ‘seccatori’. I clienti dovevano sentirsi liberi di
presentarsi ed esporre il motivo della chiamata in modo spontaneo.
“Miss Cleaver?” La voce era
quella di un uomo di circa mezza età, accento decisamente della vecchia
Albione. Era carica di tristezza, ma si poteva percepire l’acciaio, dietro. “Il
mio nome è Clive Anderson. Ho bisogno di voi per trovare ed eliminare il
serial-killer di Whitechapel. Il mostro ha ucciso mia figlia. Sono sicuro che
non si tratta di una creatura di questo mondo!”
MARVELIT presenta
di Valerio Pastore
Episodio 11 - CUORE DI TENEBRA, SPIRITO IMMORTALE!
Whitechapel, Tower Hamlet, Londra. Adesso.
Non aveva commesso un simile
errore di valutazione da quando era un semplice fante, sotto I
Marines…Cionondimeno, Warwear era scusato solo dalla propria inesperienza con i
vampiri. Un dossier, per quanto specifico, era ben altra cosa rispetto
alla realtà.
E la realtà era una vampira
di nome Rachel Van Helsing, una donna forte in spiritu, in vita,
e decisamente forte in corpore quale consorte nonmorta del Signore dei
Vampiri. Aveva voltato il corso della battaglia trasformandosi in nebbia[iv]
e riapparendo alle spalle del Giustiziere; a quel punto, aveva iniziato ad
esercitare una presa intesa a spezzargli il collo come ad un fuscello…
Warwear si diede di nuovo
dello stupido per avere ceduto al panico…ma era come trovarsi faccia a faccia
col babau dell’infanzia. I ‘cadaveri animati’ di Ultron, in Slorenia,
almeno, erano figli di una scienza deviata, non esseri soprannaturali da
incubo!
La vampira tirava, tirava, ma
non riusciva a portare il collo del suo avversario al punto di rottura! “Cedi,
maledetto!” sibilò, senza sapere che il guscio di metallo vivente aveva
risposto aumentando localmente la propria densità fino a potere contrastare la
forza di lei.
Altra cosa che Rachel non
sapeva, era che l’intera armatura si comportava come una vera e propria pelle
ai soli comandi mentali del suo proprietario… “NOrrrgh!” il verso gorgogliante
le sfuggì appena si ritrovò un paletto metallico piantato nel cuore, un paletto
spuntato direttamente dalla schiena di Warwear! Più che per lo choc che per il
dolore, lasciò di riflesso la sua preda. Fortunatamente, il paletto non era di
frassino, oppure…
“Ehi, strega!”
Rachel sollevò lo
sguardo…verso il drone puntato direttamente sul suo volto. L’istante
successivo, si trovò la visione riempita dal nitrato d’argento, vale a dire il
vetriolo dei vampiri!
L’urlo della vampira
distrasse il suo compagno, il Conte Dracula in persona. In preda
all’apprensione, il Signore dei Vampiri levò i denti dal suo imminente pasto,
vale a dire il licantropico Sabre. Una distrazione che gli costò un colpo
d’artiglio dallo stomaco alla gola! Un colpo che la natura mistica del mannaro
rese efficiente come se Dracula fosse stato un uomo normale. Dracula fu spinto
all’indietro dalla forza dell’attacco, incredulo -era incredibile! Quella
creatura sembrava acquisire forza ad ogni momento, invece di stancarsi…
Ma certo! Pensò, osservando la furia omicida nell’espressione
del suo avversario. Il Darkhold! La sua famiglia ha acquisito la
licantropia a causa di quel testo maledetto! Spingendo Russell nella furia
combattiva, l’ho reso preda di forze che non incontravo dalla Guerra delle
Tenebre!
C’era un solo modo per
rimediare…Dracula si trasformò in nebbia, proprio mentre Sabre gli arrivava
addosso sbavando dalla rabbia e con gli occhi ormai accesi di una luce
sanguigna.
Tornò
solido e perfettamente guarito sopra di lui. Stava per fare la sua mossa…quando
si vide apparire davanti la nera figura di Midnight Sun, che in un pugno stringeva
un paletto di frassino per il suo cuore!
A distanza di sicurezza da
quello scenario, proprio un minuto dopo l’inizio della battaglia, la giovane
donna di nome Helen Maxwell aveva raggiunto il rifugio della sua
abitazione. Si sentiva il cuore in fiamme, come se avesse corso per miglia e
non compiuto il suo abituale tragitto dal lavoro.
Mentre infilava la chiave
nella toppa, Helen si ripromise di non provare mai più a fare l’eroina! Era
sicura, materialmente sicura, di essere stata seguita da qualcuno; e
tutte le volte che aveva voltato lo sguardo, aveva scoperto di essere sola…
Sissignori, da domani si
sarebbe fatta accompagnare da qualcuno, possibilmente grande e muscoloso, a
costo di sedurlo!
Ebbe solo il tempo di
chiedersi fugacemente cosa fossero i suoni che udiva in distanza, attutiti
dalla nebbia, quando una voce maschile alle sue spalle disse, “Ciao, Helen.”
Questa volta fu sicura di
avere avuto un infarto, mentre si voltava…Poi, riconobbe il proprietario della
voce. “Ah, sei tu?” le scappò detto forse con un tono un po’ troppo alto.
“Sì, io,” rispose l’altro,
con un sorriso che mostrò dei canini…appuntiti… “Non mi inviti ad entrare?”
Helen avrebbe urlato, senza
alcun dubbio. La bocca era spalancata, ma neppure un suono ne uscì. Gli occhi
di lei sprofondarono in quelli rossi di lui. Così strani…intensi…profondi come
un mare di sangue…
Non si accorse neppure di
stare dicendo, con un tono ora sottomesso, “Sì, entra pure di tua volontà.”
“Grazie. Ora, apri la porta
ed entra.” Il mostro vide lei obbedire docilmente, completamente succuba della
sua volontà. Quando la porta fu aperta, ed Helen fu entrata, l’Assassino di
Whitechapel si incamminò verso la soglia…
Non l’avrebbe mai varcata: il
suo corpo si scontrò come con una barriera fisica! Lampi di energia mistica
avvolsero il suo corpo in una morsa dolorosa come non aveva più provato dal
giorno della sua morte! L’Assassino urlò e si contorse, un momento prima di
venire respinto all’indietro. Rovinò a terra per diversi metri, prima di
mettersi seduto con un ringhio orrendo. “Che trucco è mai questo!?”
“Un atto di fede,
demonio del limbo della vita,” rispose una voce maschile dall’interno della casa,
in un Inglese venato da un accento straniero. Il proprietario di quella voce si
parò sulla soglia: lo Sciacallo! “La stessa fede che ha combattuto la tua
progenie da quando era l’Egitto il faro del mondo civilizzato…Clive Anderson.”
Era
più giovane, ma nel suo volto si riflettevano i tratti dell’uomo che li aveva
assunti per catturare l’Assassino di Whitechapel. Sir Clive Anderson, Jr.,
sibilò. “Sapere chi sono non ti salverà
dal destino che condividerai con quella troietta di Helen!”
Dracula non era arrivato al
suo titolo contando sulla fortuna. Nel momento in cui aveva visto il paletto
arrivargli addosso, ad una velocità che si era rivelata letale per il suo servo
George Warren, aveva scartato. Sun, colto di sorpresa, si lasciò trascinare in
avanti dalla sua stessa forza…diventando un perfetto bersaglio per il pugno che
Dracula gli sferrò alla mascella con tutta la sua forza. Solo il potenziamento
dei Kree lo salvò dal ritrovarsi il collo spezzato. In compenso, non lo salvò
dal precipitare al suolo!
Sabre, che fino a quel
momento stava fissando la sua preda volante, fu distratto dal nuovo
‘bocconcino’ praticamente cadutogli ai piedi.
Dracula vide il mannaro
avventarsi sul nero guerriero. Senza pensarci su due volte, levò una mano al
cielo, ed evocò la potenza del cielo! Ad una velocità impossibile, una nuvola
nera si formò sulla scena della battaglia. Da quella nuvola, scoccò un fulmine
di rara potenza…e il lupo mannaro ne fu investito in pieno! Il suo guaito di
dolore fu breve, ma forte abbastanza che la gente che lo udì, a diversi isolati
di distanza, si fece il segno della croce.
Fu un evento sufficiente a
fermare la battaglia. “SABRE!” urlò Warwear, dimentico di tutto tranne che del
compagno ferito -maledizione, i Giustizieri, in battaglia, erano una sua
responsabilità!
Atterrato accanto al
licantropo, si chinò ad esaminarne il corpo inerte, semiustionato, ancora
fumante -cazzo, era ancora vivo! Ma come...?
“Il fulmine non era mistico,”
disse Dracula, levitando a terra. “E le forze del Darkhold lo hanno protetto
dal più del danno. Il resto lo farà il suo fattore di guarigione…Almeno,
adesso, dovrebbe rinsavire dalla Follia di Sangue.
“Ed
ora, Giustizieri,” aggiunse, mentre si avvicinava a Rachel, “vogliamo parlare
di un certo nemico comune?”
“Cosa…cosa sta succedendo..?”
Helen si sentiva come se si fosse appena svegliata da un sogno. Un attimo prima
era in strada, ed ora era nel suo salotto…e c’erano due estranei dentro! Poi
anche quel momento di confusione passò, e la giovane riconobbe le figure dell’Ispettore
Capo Chelm e Katherine Fraser, di Scotland Yard. Aveva parlato con
loro dopo la morte di Carol…
La coppia stava sul chi vive,
entrambi impugnavano una pistola, e l’uomo teneva nell’altra mano anche una
specie di fiaschetta. “Succede che lei stava per diventare un’altra vittima
dell’Assassino di Whitechapel. Ora stia qui e non si muova, miss Maxwell. Se
quella carogna supera lo Sciacallo, toccherà a noi tenere il forte in attesa
dei rinforzi…Se solo si muovessero…”
Definire confusi i pensieri
di Helen sarebbe stato un bell’eufemismo. Tutto quello che sapeva, era che
provava una sorta di brivido di orrore, alla sola idea di lasciare la
protezione dei due agenti…
Per
conto loro Chelm e Fraser ringraziarono il cielo di avere dato retta a quella
banda di folli, quella mattina a SY…
Erano arrivati, cosa
decisamente atipica per la loro categoria, in una Rolls-Royce degna del
Principe. La loro venuta era stata precedeuta da una chiamata di Angela Cleaver
in persona. La donna si era comportata come al suo solito, cioè una valanga che
aveva travolto ogni filtro fra lei e il Sovrintendente in persona. Chelm e
Fraser erano stati letteralmente strappati dalle loro attività, per essere
presenti durante un colloquio che li aveva visti muti fino alla sua fine. Poi,
con molta calma, il Sovrintendente aveva fatto capire loro che la piena
collaborazione con gli yankees sarebbe stata alquanto salutare alle loro
carriere.
Il resto della giornata era
stato trascorso ad elaborare la strategia: la JI, almeno, aveva fatto i compiti
a casa, e la loro conoscenza sui delitti era completa. Quasi l’Ispettore li
avrebbe ammirati, non fosse stato per la sparata -elaborata da un Italiano,
per giunta!- che il serial-killer vampiro fosse il fratello di Carol. Si
era messo a ridere forte.
Fraser lo aveva salvato in
corner. “Combacia, invece. Sì, è così…Carol conosceva la sua vittima, te lo
avevo detto. E quello che mi ha detto Dracula lo conferma”
Chelm masticò amaro, non
proprio convinto…Fidarsi di Dracula..!
Ne discuteremo dopo,” intervenne
Warwear -dannazione, quegli eroi maledetti non potevano fare la cortesia
elementare di non girare armati fino ai denti in una stazione di polizia, coni
tempi che correvano??- “Ora dobbiamo concentrarci sul portare l’assassino allo
scoperto. E credo che la sola cosa da fare sia ricorrere al più vecchio dei
trucchi: useremo un’esca.”
Chelm quasi si strozzò col
bicchiere d’acqua -maledetto regolamento sull’alcool in servizio! “Ora
so che siete impazziti…E chi vorreste immolare alla vostra sete di rissa?”
“Se l’Assassino è proprio il
giovane Anderson,” rispose Garolfo, “allora possiamo contare su una sola
persona. Lui ha deciso di farsi prendere, ed agirà stanotte.”
“E se vi state sbagliando?”
“Altro sangue innocente
potrebbe venire sparso. Garantiremo comunque un servizio di pattugliamento
sull’intera area di Whitechapel. Resta inteso che la vostra Task-Force
antivampiro non dovrà essere presente. Vogliamo evitare un numero eccessivo di
coinvolgimenti…Ah, e un’altra cosa: se l’ipotesi di Seldon su Clive Anderson,
così come concepita, fosse errata, e se lui fosse solo un uomo sotto lo stretto
controllo di una volontà superiore, potremmo trovarci di fronte al pianificatore
di quella che è stata finora una tattica diversiva. E con lui, i vostri uomini
sarebbero effettivamente inutili.
“Sto
parlando del Conte Dracula, Ispettore.”
“Stai fermo, maledetto
figlio di &%$£!Cosa ci vuole per ucciderti?”
Il vampiro si era rivelato un
avversario di tutto rispetto. Era evidente che la barriera lo aveva colto di sorpresa,
visto che stava resistendo ad ogni incantesimo antivampiro che il sacerdote di
Anubi conoscesse. Anziché fuggire, però, il mostro si era intestardito sulla
sua preda. E per ora, solo lo Sciacallo stava fra lui e l’abitazione…
Altro attacco! Almeno, Sir
Anderson non era in grado di assumere altre forme che quella di pipistrello
nonmorfo e nebbia. I suoi colpi doveva sferrarli in forma umana, e ciò lo
rendeva prevedibile. Lo Sciacallo parò usando due corti bastoni dorati -a tutti
gli effetti, lui era stato addestrato a servire il Dio Anubi con le stesse
tecniche insegnate alla sua vecchia nemesi, Moon Knight. Basicamente,
possedevano le stesse armi.
Lo Sciacallo parò, e allo
stesso tempo sferrò un potente calcio con lo stivale metallico! Un colpo dritto
allo sterno…che, però, arrivò solo a colpire dell’impalpabile nebbia!
Il sacerdote-guerriero si
trovò a guardarsi intorno freneticamente, ma nella notte già nebbiosa era come
cercare un filo d’erba in una prateria!
Inutile perdere tempo, doveva
entrare in casa e subito! Corse verso la porta…e questa si chiuse da sola
davanti a lui! “Cosa..?”
Rumore di passi metallici,
poi la porta che si chiudeva sbattendo.
La nebbia giunse l’istante
successivo. Helen urlò. Gli oggetti divennero contorni indefiniti nel mare
grigio che riempì la stanza.
“Kat..?” Chelm vide la
ragazza diventare pallida, mentre serrava i denti. “Male…così tanta oscurità…”
I pensieri si rincorrevano
frenetici nella testa di Chelm. Una pedina, voleva dire? Lei gli aveva riferito
del colloquio con Dracula…Povera ragazza, ogni tanto cadeva nella trappola
dell’’onore’! Lui non avrebbe mai creduto alla parola di un mostro simile, ed
ora stava per avere la prova che aveva ragione…
Errore.
La nebbia prese la forma di
Sir Clive Anderson, e fu solo lui a sorridere a Chelm. “Su con la vita,
gente…finché ve ne resta.”
La risposta di lui e della
sua assistente furono diversi proiettili d’argento esplosi dalle loro armi.
L’Assassino non fece neppure finta di scansarli. Fu colpito in pieno…e rise. I
colpi avevano effettivamente perforato all’altezza del cuore, ma senza produrre
effetto!
“Idioti! Credevate davvero di
potere usare quelle inutili armi contro di me?”
“Sir Anderson…” mormorò
Chelm. Per tutta risposta, una forza invisibile lo scaraventò come un ciottolo
dall’altra parte della stanza. Il suo volo si infranse contro la libreria.
“Andiamo, Ispettore, mi sono
quasi offeso,” disse il vampiro, avanzando verso Helen, incurante della croce
brandita da Katherine. “Uno lavora tanto per ricostruire la propria fama, e
come deve sentirsi chiamare? Col nome del suo stupido fantoccio.” Su
tale parola, mollò un manrovescio a Katherine, facendola rovinare contro un
comodino. Per conto suo, Helen era come un coniglio di fronte al serpente,
incapace di muovere un solo muscolo, tale era il terrore.
La schiena di Chelm urlava
per il dolore, ma l’uomo rimase abbastanza lucido da accorgersi che, adesso, la
voce del vampiro non era quella di Anderson. Possedeva un
accento…ricercato, ed era più vellutata, ma con un sottofondo osceno…
Anderson accarezzò una
guancia di Helen. I suoi occhi brillarono. “Mia cara, sei stata un pasto
costoso, degno di essere l’ultimo, in questo squallido quartiere.
“Ora che il vecchio Anderson
mi ha fatto scoprire, dovrò…traslocare. Ma puoi consolarti…tu non morirai come
la tua amica…” si chinò su di lei, “…come tutte le altre…” Spalancò la bocca,
ormai a un centimetro dalla giugulare…
Una mano guantata di nero lo
afferrò per il bavero, e lo scaraventò come niente verso la finestra! Era stato
talmente rapido, che il vampiro non si trasformò neppure in nebbia, ma rovinò a
terra.
Chelm tirò un sospiro di
sollievo, nel vedere Midnight Sun aiutare Katherine a rialzarsi. “Ce ne hai
messo, eh? Che diavolo stavate combinando…Ahh, lascia stare,” concluse, ricordandosi
che quel tizio era muto.
Anderson si mise in piedi,
pronto a diventare nebbia…quando una porzione della suddetta si condensò nelle
forme di “Dracula? Van Helsing? Ma come..?” Nel suo panico, provò che un
vampiro poteva impallidire dalla paura.
Il Signore dei Vampiri
sembrava deluso. “Contrariamente a quanto dicono i racconti tendenziosi su di
me, ho l’abitudine di soppesare i fatti e sapere stringere le alleanze
necessarie, quando i tempi lo richiedano.”
“Il guaio di avere a che fare
con dei vecchi soldati,” aggiunse Warwear, mentre atterrava alla sinistra di
Anderson. Lasciò andare Sabre, che stava reggendo per le braccia, ed il mannaro
saltò alla sua destra. Con Van Helsing dietro di lui, l’Assassino di
Whitechapel era effettivamente circondato.
Emozioni di odio e paura,
sfida e disfatta, si alternavano sul volto del nonmorto. “Non potete…Non posso
essere sconfitto, non ora. Non ora che posso di nuovo vivere…”
Il cerchio si strinse. Sabre ringhiava,
i droni erano puntati. Van Helsing già assaporava la sua preda. Dracula era
calmo, solenne come si addiceva al proprio titolo. “Sei solo un parassita che
ha approfittato di un momento favorevole, Jack lo Squartatore. Hai osato
rubare un mio servo, farne il tuo ricettacolo per le tue folli imprese…”
Anderson sorrise il sorriso
di un folle. “’Osato’, ‘padrone’? Cosa credevi di fare, uccidendo un uomo
proprio qui, sul mio territorio? Anderson era un cuore nero, ed è stato
solo naturale per me riempire il corpo svuotato del suo soffio vitale. Se vuoi
attribuire colpe, attribuiscile alla tua sete!” e detto ciò, divenne
nebbia -Dracula era stato uno sciocco a non attaccarlo subito! In quella forma,
avrebbe potuto trovare rifugio, per poi…
Il suo urlo di dolore
echeggiò per le nebbie Londinesi. La sua forma solida si manifestò l’istante
successivo -una forma ustionata, le carni sfrigolanti sotto gli abiti assurdamente
intatti. Anderson ansimava, prostrato a terra. “Cosa..?”
“Il solito nitrato d’argento
nebulizzato,” disse Warwear. “Meno male che ho fatto scorta, vero? Potrai
essere immune alle croci, ma non alla chimica…Vedi che succede a prendersi un
corpo usato?”
Dracula afferrò il corpo di
Anderson per il bavero della giacca. “La sete di un vampiro va soddisfatta per
la sopravvivenza, Jack,” disse, gelido, fissandolo negli occhi. “Nessuno
può solo pensare di mettere in pericolo la nostra esistenza giocando come fai
tu.”
“Non…parlare…Uccidimi…” la
voce venne da una gola devastata, ma era indubbiamente quella di Anderson. “Mi
ha fatto…uccidere mia sorella…deve pagarla…E io…troppo debole per…”
Dracula annuì, mentre
estraeva qualcosa da una tasca del suo abito, per l’occasione, il suo vecchio
classico che usava come simbolo di rango. Anderson era un pavido, in vita, distaccato
dai suoi parenti più vicini…Vero che lui, Dracula, aveva impiegato secoli,
prima di ammettere il valore di sua figlia Lilith, ma era anche vero che
lunga era la vita di un vampiro. Gli umani, invece, così fragili e poco
longevi, erano capaci di rinnegare sentimenti che avrebbero solo finito col
rimpiangere…
Anderson non sarebbe stato
neppure un buon servo, ma solo carne da cannone. Senza rimpianti, con un colpo
solo, Dracula infilò il paletto di frassino nella cassa toracica di Anderson.
Il cuore del vampiro fu sfracellato.
Anderson spalancò la bocca e
gli occhi un’ultima volta. Urlò, e questa volta fu l’urlo di un’entità antica,
ancora una volta frustrata ed esorcizzata. Un getto di luce verso il cielo
accompagnò quella disfatta. E finalmente, i danni accumulati si fecero sentire,
tutti in un colpo solo. Il corpo di Sir Clive Anderson Jr. si dissolse in un
cumulo di cenere.
Dracula si spazzolò le mani
dalla cenere. “Con questo, gli omicidi sono terminati,” disse. “Io ho
rispettato la mia parte, Giustizieri. Non mi aspetto di meno, da voi.”
Warwear annuì. Garolfo aveva
localizzato nella Carfax Abbey il QG di Dracula, cioè V.T. Drake. Il
silenzio su quella scoperta era il pegno per la pace con Dracula. Una pace
importante, che la Cleaver in persona aveva approvato e sollecitato -la JI
avrebbe rifiutato i casi legati ai vampiri di Dracula, e Dracula avrebbe fatto
il possibile per prevenire una nuova Guerra delle Tenebre…
Rachel Van Helsing fissò
Warwear con tutto l’odio di un cuore nonmorto, ma avrebbe dovuto mettere da
parte la sua sete di vendetta. Per ora.
I due arcivampiri divennero
pipistrelli, e volarono via indisturbati.
Chelm e Midnight Sun emersero
dalla soglia della casa di Helen. “Non sono sicuro di volere sapere i
particolari su quello che ha detto…ma se i delitti di Whitechapel sono finiti,
a Scotland Yard può bastare.”
“Non finiranno,” disse lo
Sciacallo, gli occhi attenti sotto la maschera animale. “Jack, o la forza che
assunse tale nome, è ancora presente, ed aspetta solo una nuova occasione, per
tornare ad uccidere. Dracula non gli concederà una nuova occasione, ma al mondo
ci sono altri vampiri che potrebbero non esitare…Nel qual caso, Ispettore, non
esiti a ricorrere all’aiuto di noi ‘vigilantes’. Queste sono forze che dei
semplici esseri umani, per quanto coraggiosi, non possono vincere.”
Chelm pensò a Rachel Van
Helsing, che aveva fatto parte dei suoi più famosi predecessori nella caccia al
vampiro…ed ora era una di loro. Rabbrividì: generazioni di vivi che dovevano
sempre reimparare, contro una sola generazione di mostri immortali che non
dimenticava mai…Era davvero una lotta senza speranza..?