N° 97
VERDETTO FINALE
1.
Mi chiamo Matt Murdock e sono un avvocato ma quando
indosso un attillato costume rosso con due D incrociate sul petto e due piccole
corna sulla maschera sono Devil, l’Uomo senza Paura ed in queste vesti combatto
i criminali.
Sono anche cieco ma i
miei altri sensi si sono acuiti a livelli superumani e possiedo anche un senso
radar che mi rimanda i contorni delle cose intorno a me. Un bel vantaggio nel
mio secondo lavoro
È appunto nelle vesti
di Devil che mi ero recato a parlare con Eric Slaughter, un anziano boss della
vecchia mafia irlandese che asserisce di essere ormai in pensione. Sarà anche
vero, ma questo non ha impedito a qualcuno di tentare di ucciderlo spedendo un
missile stinger contro la sua auto. Sarebbe morto se non ci fossi stato io a
spingerlo lontano appena in tempo.[i]
Il suo respiro è
affannoso ed il suono del battito del suo cuore è per le mie orecchie
supersensibili come quello di un martello pneumatico.
-Non puoi più dire di non essere coinvolto Slaughter.- gli dico
aiutandolo a rialzarsi -Sei anche tu un bersaglio adesso e scommetto che sai
molto bene chi ti ha preso di mira. Dimmi chi è.-
L’anziano gangster fa
un lungo respiro poi replica:
-Mi stai chiedendo di fare la spia?-
-Ti sto chiedendo di aiutarmi a farti restare vivo. Hell’s Kitchen è
anche il tuo quartiere, vuoi davvero vederlo messo a ferro e fuoco?-
Slaughter tace per
qualche secondo riflettendo poi sospira ancora e sussurra:
-Finn Cooley.-
Natasha Romanoff, meglio nota come la Vedova
Nera, superspia internazionale e supereroina a tempo perso, scuote la testa e
fissa Matt Murdock, che al momento è nella sua camera da letto ed indossa solo
i pantaloni del suo costume da Devil.
-Lo sai chi è Finn Cooley?- gli chiede
-Non tanto quanto te, ci scommetto.- replica lui.
-È un irriducibile della lotta armata contro il governo britannico
nell’Irlanda del Nord. Per lui sia la RIRA[ii]che
la CIRA[iii]
erano troppo morbide così formò un gruppo tutto suo che si rese responsabile di
attentati sanguinosi ed efferati. Le ultime notizie su di lui dicevano che
mentre preparava una bomba questa gli esplose in faccia. Si pensava che fosse
morto.-/
-Ed invece non lo è.-
Il viso di Matt è cupo come raramente Natasha
l’ha visto.
-A cosa stai pensando?- gli chiede, anche se ha già un’idea precisa di
cosa lo turbi.
-La mia famiglia è emigrata dall’Irlanda più o meno un secolo e mezzo
fa per sfuggire alla fame e alla povertà.- risponde lui -Nonostante il tempo e
la distanza abbiamo sempre avuto simpatia per la causa repubblicana. Io sono
convinto che l’Irlanda dovrebbe essere unita e libera ma il terrorismo non può
essere la risposta e se Finn Cooley intende portare il suo odio e la sua
violenza a Hell’s Kitchen io lo fermerò.-
-Ed io ti aiuterò come posso, ma è un problema per domani ormai, ora
raggiungimi a letto. So di non essere più tanto sexy con il pancione di sette
mesi ma ho comunque bisogno di coccole.-
Matt ride e dopo
essersi spogliato, si stende accanto a lei -Per me sei sempre la donna più sexy
dell’Universo.- le dice accarezzandole la pancia -E sarai una mamma
straordinaria.-
-Lo credi davvero? A volte mi chiedo se non sia stato un atto di
egoismo da parte mia volere un figlio proprio adesso. Con il mio passato sono
la donna meno adatta a fare la madre.-
-Non dire sciocchezze, te la caverai benissimo ed i nostri gemelli
saranno orgogliosi di te.-
Natasha ride e lo
abbraccia.
-Mostrami quanto pensi che io sia straordinaria Mr. Murdock.- gli dice
-Sarà un piacere per me.- replica lui baciandola.
Mi chiamo Ben Urich e
sono un giornalista, ma suppongo che questa l’avrete già sentita.
Mi
assicuro che il mio pezzo sull’attentato di poche ore fa al porto sia stato
salvato e lo invio per la stampa. Vi ho gia detto quanta nostalgia ho per i
tempi delle macchine da scrivere e delle rotative rumorose? Immagino di sì e
non vi biasimo se pensate che io sia un dinosauro, un relitto d’altri tempi, a
volte capita anche a me di pensarlo.
Come
spesso mi succede, sono uno degli ultimi ad andarsene prima che arrivino quelli
del turno di notte.
Getto
uno sguardo alla scrivania di Candace Nelson e mi viene in mente che non l’ho
vista per tutto il pomeriggio. Considerata la sua attitudine a cacciarsi nei
guai, non posso non chiedermi dover sia adesso. Cosa stai combinando Candace?
2.
Le
istruzioni erano semplici: trovarsi in un certo residence dell’Upper East Side
con un vestito sexy ma assolutamente non volgare e questa è stata la parte più
facile.
Quando scendo dal taxi un tizio
con la classica divisa gallonata da portiere con tanto di berretto con visiera
mi squadra con aria da intenditore e poi dice con un tono leggermente ironico:
-Benvenuta Miss…-
-Rand, Anna Rand.-
rispondo col nome che uso quando interpreto la parte della escort di alto
bordo.
Mi sorride ed aggiunge:
-In fondo al
corridoio a destra, non puoi sbagliare.-
Mentre percorro il corridoio
sono quasi certa che mi stia guardandomi il fondoschiena e che creda di avermi
inquadrata. Che direbbe se sapesse che Anna Rand è in realtà Candace Nelson,
giornalista del Daily Bugle e sorella del Procuratore degli Stati Uniti per
questo distretto giudiziario? La donna che sto andando ad incontrare mi ha
incastrato: senza il suo intervento potrei essere morta e per sdebitarmi devo
fare questo lavoro per lei.
Quando
entro nel salotto ci sono già altre ragazze di varie etnie tutte tra i venti ed
i venticinque anni, tranne un paio che potrebbero avere una decina d’anni di
più, e tutte molto attraenti ed eleganti. Sembrano modelle non prostitute, sia
pure di alto livello.
In
mezzo, seduta su una poltrona di pelle, sta lei: Bumper Ruggs, la cosiddetta
regina della prostituzione della Costa Orientale.
-Benvenuta tra
noi.- mi saluta con studiata cordialità -Ragazze, questa è Anna Rand, è nuova
quindi trattatela bene.-
La risposta è un coro di: “Sì,
certo.” E risatine. A quanto pare sembra che, Miss Ruggs voglia tenere per sé
la mia vera identità e mi va benissimo.
-Ora che siete
tutte, è il momento di parlare del vostro nuovo incarico.- prosegue la
platinata imprenditrice del sesso -Nulla per cui non siate preparate: farete
compagnia ad un gruppo di uomini ed anche qualche donna molto ricchi che amano
rilassarsi in compagnia di belle ragazze dopo le discussioni di lavoro.-
-La solita storia
insomma.- commenta una delle ragazze -E dove dovremmo andare?-
Bumper fa un sorrisetto e
risponde:
-Al caldo: in
Florida.-
La donna dai capelli
rossi che indossa un giubbotto di pelle verde pantaloni neri attillati
anch’essi di pelle siede in sella ad una moto parcheggiata vicino ad un elegante
condominio del centro di Manhattan ed aspetta. Un occhio attento che non si
facesse distrarre dalle sue forme perfette noterebbe il leggero rigonfiamento
sotto il giubbotto prodotto dalla presenza di una fondina ascellare con
relativa pistola e capirebbe che è un tipo pericoloso.
Finalmente la sua
attesa è premiata: dal palazzo esce un uomo anziano dalla barba e capelli
bianchi che indossa un impermeabile verde e cammina lentamente appoggiandosi da
un lato ad un bastone e dall’altro ad un’attraente donna bionda che
apparentemente ha meno della metà dei suoi anni.
Salgono su una
Cadillac scura. La ragazza aiuta il vecchio a salire e contemporaneamente si
guarda intorno senza darlo troppo a vedere. I suoi occhi azzurri incrociano
quelli verdi della rossa. Le rivolge un sorrisetto ironico poi sale al posto di
guida.
La ragazza dai capelli
rossi attende che l’auto si stacchi dal marciapiede poi si infila il casco e
comincia a seguirla
Dakota North non ha
nessuna intenzione di lasciare solo suo padre.
I media lo chiamano il processo delle Punitrici.
Due giovani donne, Lynn Michaels ex poliziotta e Rachel Cole-Alves, ex sergente
dei Marines, sono state catturate di recente con il mio aiuto[iv] e
portate a processo per la loro attività di vigilanti sulle orme, appunto, del
famigerato Frank Castle, il Punitore.
Negli ultimi giorni
io e la mia collega Jeri Hogarth abbiamo fatto tutto quello che era possibile
per convincere la giuria che le nostre assistite non sono responsabili degli
atti loro attributi, che soffrono di una sindrome acuta da stress post
traumatico che impedisce loro di ragionare lucidamente.
Oggi sapremo se la strategia ha avuto
successo: è arrivata l’ora delle
arringhe finali poi la Giuria si ritirerà e tutto sarà nelle loro mani… sempre
che ci siano ancora delle imputate da processare.
Il Punitore ha deciso di liberare le sue amiche e
non è il tipo da rinunciare solo perché sa che io tenterò di impedirglielo.
Ecco perché, nelle vesti di Devil, ho deciso di seguire il furgone che porta le
prigioniere dalla prigione di Ryker’s Island sino al Tribunale. Il mio istinto
mi dice che il Punitore tenterà qualcosa adesso ed anche se spero di
sbagliarmi, voglio essere pronto.
3.
Diario di
guerra del Punitore. Annotazione n. 1985. Il furgone cellulare proveniente da Ryker’s Island sarebbe passato di
lì a poco ed io
dovevo essere pronto perché sarebbe stata la mia ultima occasione per
liberare Lynn Michaels e Cheryl Cole-Alves. Una parte di me si
chiedeva perché lo stessi facendo: non dovevo nulla a quelle due donne
dopotutto… o sì? Forse quell’avvocatessa, Jeri Hogarth aveva ragione, io ero
stato l’ispirazione di Lynn Michaels ed in passato lei aveva quasi perso la
vita per aiutarmi, il che non mi lasciava altra scelta: dovevo fare tutto
quello che potevo per aiutare lei e la sua amica.
-Ci siamo Frank.- mi disse Kymberly Taylor, ex agente dello S.H.I.E.L.D.
ed un’altra donna che, mio malgrado, si era ritrovata coinvolta nella mia vita.
-Lo vedo.- mi limitai a rispondere.
Il furgone con le
insegne del Dipartimento Carcerario di New York era appena apparso davanti a
noi. Il momento di agire era arrivato.
Rimango
sola con la donna che si fa chiamare Bumper Ruggs.
-Voleva dirmi
qualcosa, Miss Nelson?- mi chiede.
-Voglio solo
precisare che non sono e non intendo essere una delle sue prostitute. Ho
accettato questo… questo accordo perché non mi ha lasciato scelta ma …-
Lei fa quello che vorrebbe
essere un sorriso amabile e replica:
-Questo accordo le
ha salvato la vita, ricorda? Ha ragione: non le ha dato scelta ma mi creda
quando le dico che ne avrà un tornaconto che
giustificherà ampiamente il prezzo che le ho imposto. Avrà quello che ogni
giornalista sogna: lo scoop della vita.-
Lo ammetto: mi brillano gli
occhi per l’interesse.
Franklin E. Nelson, Foggy per gli amici,
Procuratore degli Stati Uniti per il Distretto Sud dello Stato di New York,
fissa i due uomini e la donna seduti davanti a lui e dice solo un nome:
-Finn Cooley.-
-Una brutta bestia. - commenta Lee Kearns, Aiuto Direttore in Comando
dell’Ufficio di New York dell’F.B.I. -Un pericoloso terrorista che gli stessi
membri dell’I.R.A. considerano un pazzo incontrollabile. Secondo l’Interpol gli
è esplosa una bomba in faccia mentre la stava confezionando e da allora è
scomparso dalla circolazione. Lo si pensava morto.-
-Tutto questo lo sapevo già.- replica Foggy-Ed in più so che è qui a
New York e che c’è lui dietro quello che sta succedendo a Hell’s Kitchen.-
-E come fai a saperlo?- chiede un afroamericano sui cinquant’anni, ben
vestito, con gli occhiali, vagamente somigliante a James Earl Jones ma
decisamente più magro..
Foggy accenna un
sorriso e risponde:
-Diciamo che me l’ha sussurrato un diavoletto, Bill.-
-Il suo diavolo custode, è ovvio.- commenta una donna bionda vestita
casual e con un berretto dei New York Yankees in testa -Di solito sa quel che
dice.-
-Esattamente Miss Malper. Finn Cooley è un terrorista ricercato ed è
qui che vuol mettere a ferro e fuoco la mia città, la nostra città. Non intendo permetterlo-
-Peccato che il suo diavolo custode non le abbia anche detto dove
Cooley si sta nascondendo.- commenta Kathy Malper, Vice Procuratore
Capo.
-Lo troveremo ugualmente Voglio che sia usato ogni mezzo a nostra
disposizione per questo. Ripeto che stiamo parlando di un terrorista privo di
scrupoli.-
-Abbiamo già un’agente dell’A.T.F.-[v] che sta seguendo la pista degli esplosivi, una tipa molto in gamba.- precisa l’afroamericano il cui nome è William Hollister, Capo della Divisione Penale della Procura -Allerterò anche la task force congiunta antiterrorismo così la Polizia di New York non si sentirà scavalcata.-
-Una mossa da politico.- dice Kathy -Si dice che tu voglia candidarti a Sindaco, cominci a fare le prove?-
-Le mie ambizioni politiche non interferiscono con il mio lavoro, puoi starne certa Kathy. Quando Cooley sarà catturato, mi occuperò personalmente del suo processo.-
-Quando l’avremo preso, hai detto bene, ma intanto quanta altra gente sarà morta per colpa sua?-
La domanda aleggia nell’aria ma non ha risposta.
4.
Diario di
guerra del Punitore. Annotazione n. 1985. (continua). La nostra auto si affiancò al furgone. Nessuno
sembrava sospettare che ci fosse qualcosa di strano in noi ed immaginai che
l’autista e l’uomo di scorta avessero tirato un sospiro di sollievo quando li
superammo. Cercai di immaginarmi anche la loro espressione quando il motore del
furgone si fermò di colpo dopo che ebbi azionato un certo dispositivo montato
sul cruscotto.
-Ora!- gridai a Kymberly e balzammo all’unisono fuori dall’auto.
Vidi l’autista
affannarsi a chiamare aiuto ma la radio di bordo ed il suo cellulare erano
morti come il motore. Se avessero aperto le portiere per uscire lui e l’uomo di
scorta avrebbero dovuto affrontare Kymberly.
Mentre perdevano
tempo nel decidere il da farsi, io mi portai sul retro del furgone ed usai una
granata per far saltare il portello, poi ne gettai dentro un’altra del tipo
flash-bang. Balzai all’interno sparando capsule soporifere verso le guardie
ancora sconcertate. Mentre la luce si dissipava mi volsi verso le due donne con
indosso le uniformi arancione da carcerate ed ammanettate ed incatenate l’una
all’altra. Avevano la testa serrata tra le ginocchia da brave professioniste.
Non mi aspettavo nulla di meno da Lynn e da un sergente dei Marines.
-Tutto a posto.- dissi loro -Ora vi libero.-
Quella dai capelli
rossi alzò la testa. Un volto che non vedevo da anni mi sorrise e lei disse:
-Sorpresa!-
La donna dai capelli rossi il cui nome è
Kathryn O’Brien, fissa uno sconcertato Frank Castle e dice:
-Cosa c’è, Frank, non sei felice di rivedermi?-
-Tu sei morta!- esclama il Punitore -Ti ho vista morire.-
-Un elaborato trucco per permettermi di uscire dal giro e vivere una
vita normale, ma sai com’è… la vita normale alla fine stanca.-
Le manette si rivelano
aperte e cadono a terra mentre nella mano destra della donna c’è una pistola di
piccolo calibro. Anche la bionda alza la testa e Frank non è sorpreso di
scoprire che la bionda non è Lynn Michaels ma Yelena Belova, la Vedova Nera
ufficiale, che si sbarazza rapidamente della divisa da carcerata rivelando al
di sotto il suo costume da battaglia, completo di cintura multiuso e bracciali
caricati col Morso di Vedova.
-Mi avete teso una trappola ed io ci sono caduto come l’ultimo dei
principianti. Sto davvero invecchiando- commenta, amaro, il Punitore.
-Non crucciarti troppo, Frank.- replica Kathryn O’Brien -Ed ora per
favore, arrenditi. Il Cielo sa che non voglio spararti.-
-E tu, Kathryn, dovresti ormai sapere che non mi arrenderò né a te né a
nessun altro.- ribatte Castle.
-Ed io ti ho già detto una volta che non esiterò ad ucciderti se non mi
lasci scelta, ero sincera.- interviene Yelena puntando il braccio destro contro
di lui.
-Un doppio stallo alla messicana. Bene, correrò i miei rischi.-
Il Punitore si getta
di lato e contemporaneamente spara contro la Vedova Nera che evita il colpo
saltando a sua volta ma a causa dello spazio angusto piomba contro una parete
del furgone.
Anche Kathryn fa fuoco ma il suo proiettile
passa sopra la testa del Punitore..
-Maledizione a te, Frank.- borbotta lei -Non volevo farlo.-
Punta ancora la sua
pistola ma prima che possa sparare, un corto bastone la disarma.
Balzo alle spalle della compagna del Punitore che
si volta di scatto e mi punta il suo fucile al petto esclamando:
-Devil!-
-Non sia così sorpresa, Agente Taylor, non mi dica che davvero non si
aspettava il mio intervento.- ribatto.
-E così hai scoperto chi sono? Non ne sono sorpresa dopo il nostro
ultimo incontro anche se speravo che Nick Fury non divulgasse così facilmente i
nomi dei suoi agenti anche se dimissionari.-
-Non è stato Nick Fury, ma non ha importanza adesso. Abbiamo già
recitato questa scena, ricorda?[vi] Lei non
mi sparerà, a meno che non voglia superare lo stesso confine che Frank Castle
si è imposto di non varcare mai, quello che trasformerebbe entrambi dagli
angeli di giustizia che ritenete di essere in volgari assassini come quelli che
disprezzate. Non è quello che lei vuole, dico bene?-
La sento esitare e ne
approfitto per sferrarle un calcio al polso che al tempo stesso la disarma e le
paralizza temporaneamente la mano.
È un’agente dello
S.H.I.E.L.D. ben addestrata e reagisce sferrandomi un calcio rotante che evito
d’un soffio.
Dal retro del furgone
arriva il rumore di spari. Istintivamente Kymberly Taylor si volta ed io la
colpisco al collo col taglio della mano destra. Mentre cade la supero e salto
verso i portelli aperti.
Il quadro che mi
offrono i miei sensi è abbastanza chiaro: Yelena Belova si sta rialzando, il
Punitore è a terra e l’altra donna sta per sparargli.
Il mio bastone saetta
nell’aria disarmandola e mentre ritorna da me dico:
-Niente morti oggi, è chiaro anche per te, Frank?-
-Chiarissimo.- replica lui.
Con uno scatto che mi
sorprende si getta addosso a me e rotoliamo fuori dal furgone.
-Non dovevi impicciarti, Devil.- mi dice mentre cerca di colpirmi.
Blocco il suo pugno
col gomito e poi lo faccio volare sopra la mia testa.
Il suo respiro è
affannoso, il cuore pompa furiosamente, si rialza e mi carica come un toro
infuriato. Balzo sopra di lui e serro le mie gambe sul suo collo. Lo spingo
ancora a terra ma lui prova di nuovo a rialzarsi.
-Adesso basta, Frank.-
Kathryn O’Brien gli
punta la sua calibro .22 direttamente alla tempia e dice:
-Giuro che ti sparerò se fai un’altra mossa.-
-Ed io farò altrettanto.- aggiunge Yelena balzando fuori dal furgone.
Per un istante penso
che Castle proverà comunque a fare qualcosa, poi sento il suo battito
rilassarsi mentre dice:
-Va bene.-
Si lascia ammanettare
senza opporre resistenza. Io mi volgo verso la cabina di guida da cui sta
arrivando un uomo alto e robusto che indossa l’uniforme delle guardie carcerarie
e porta senza sforzo sulle spalle Kymberly Taylor svenuta ed anche lei
ammanettata.
-Alla buon’ora Mack, te la sei presa comoda.- commenta, sarcastica,
O’Brien.
-Sapevo che eri in grado di cavartela anche senza di me, Kate.-
replica serafico Alphonso MacKenzie, ex agente della C.I.A. esattamente come la
O’Brien -E così abbiamo preso il famoso Punitore. Non credevo che ci saremmo
davvero riusciti.-
Frank Castle rimane
silenzioso. Qualunque cosa pensi, se la tiene per sé.
5.
L’uomo scende dall’aereo proveniente da
Dublino e si avvia ai cancelli con aria tranquilla. Supera senza problemi i
controlli doganali ed esce all’aperto per poi guardarsi intorno.
-Paddy O’Hanlon?- gli chiede un uomo appoggiato al cofano di un’auto.
-Niente nomi.- ribatte l’altro seccamente -Ti manda un nostro comune
amico immagino.-
-Immagini giusto. Vieni con me, lui è ansioso di rivederti.-
-Ed io sono ansioso di rivedere lui… e di veder bruciare questa
maledetta città.- replica con un sorriso maligno l’uomo di nome Paddy O’Hanlon.
Arrivo in Tribunale appena poco prima dell’udienza.
Durante il viaggio nella Rolls Royce di Natasha guidata da Ivan Petrovitch
riesco a cambiarmi in Matt Murdock.
Devo ammettere che mi
sento sempre a disagio a viaggiare in un’auto così di lusso. In fondo al cuore
sono sempre un figlio di Hell’s Kitchen.
Poco importa: la Giuria
sta per tornare in aula ed io devo essere presente alla lettura del verdetto.
Mentre il Punitore
perdeva tempo dietro al furgone carcerario le due prigioniere venivano trasportate
in Tribunale in elicottero ed ora sono sedute al banco della Difesa con la
solita aria impassibile.
Il piano di Natasha ha funzionato. È davvero una
gran donna quella che ora mi aspetta nell’aula che si sta riempiendo.
-Tutto a posto?- mi sussurra mentre le passo accanto.
Le sorrido e rispondo:
-Castle e la sua amica sono in viaggio per il carcere. Yelena Belova ti
manda a dire che il conto fra voi due è pari adesso.-
-Adesso… in futuro chissà?-
-La Corte!- Tutti in piedi.
Natasha si alza in piedi
aiutata da Ivan. Il Giudice Sandra Franklin prende posto sul suo scranno e
guarda verso la Giuria.
-Signor Capo Giurato, la Giuria ha raggiunto un verdetto?-
-Si, Vostro Onore.- risponde il Capo Giurato.
Sento il Cancelliere
avvicinarsi al banco e prendere il foglio col verdetto e porgerlo alla Giudice
che lo legge in silenzio e poi lo restituisce al Cancelliere che lo riconsegna
al Capo Giurato.
Sandra Franklin guarda
ancora il banco della Giuria e chiede:
-Nel caso dello Stato di New York contro Rachel Cole-Alves come
giudicate l’imputata?-
-Giudichiamo l’imputata non colpevole.-
La mia assistente
Bernie Rosenthal soffoca a stento un grido di giubilo. Il cuore di Rachel
Cole-Alves ha un sobbalzo. La Giudice prosegue:
-Nel caso dello Stato di New York contro Lynn Michaels come giudicate
l’imputata?-
-Giudichiamo l’imputata non colpevole per infermità mentale.-
Un boato si alza dalla
folla. La Giudice Franklin batte più volte il martelletto intimando il silenzio
poi aggiunge:
-Ordino che l’imputata Cole-Alves sia rilasciata immediatamente e che
l’Imputata Michaels sia affidata al reparto psichiatrico del Bellevue Hospital
finché non sarà ritenuta non più pericolosa per sé e per altri.-
-Vostro Onore…- interviene Jeri Hogarth -… chiedo un’udienza per
stabilire la pericolosità della mia assistita.-
-Concessa. Ci rivedremo tra una settimana esatta in quest’aula..-
Mi rivolgo alla mia
cliente:
-Ora è una donna libera, Sergente. Usi saggiamente la sua libertà, la
prego.-
-Non sarò mai più libera.- replica Rachel -La mia anima è morta con mio
marito. Non mi resta altro che la vendetta su chi l’ha ucciso ed un giorno lo
troverò.-
Mi volta le spalle e si
avvia all’uscita. Natasha mi si avvicina e mi stringe la mano.
-La capisco.- dice -Conosco bene l’ansia della vendetta.-
-Anch’io.- ribatto -E so che può consumarti e distruggerti come è
accaduto a Frank Castle.-
-Pensi che sia finita con lui?-
È il Punitore. Replico -Con lui non è mai finita.-
Diario di
guerra del Punitore. Annotazione n. 1986. Fui preso in consegna dal F.B.I. e portato nell’ala di massima
sicurezza del Centro di Detenzione Federale di Manhattan. Kymberly Taylor fu
invece portata nella sezione femminile di Ryker’s Island. Lei non era ricercata
in più Stati dopotutto.
Una volta nella mia cella,
mi sdraiai sul letto e rimasi a fissare il soffitto. Nei prossimi giorni
California, New York, New Jersey ed un altro paio di Stati si sarebbero contesi
l’onore di processarmi.
La cosa non
m’interessava. La prigione era molto affollata, c’erano un sacco di criminali
da sistemare.
FINE
NOTE DELL’AUTORE
Solo
poche cose da dire:
1)
Chi
è Paddy O’Hanlon? Forse i lettori più vecchi lo avranno indovinato, gli altri
dovranno aspettare il prossimo episodio.
2)
Come
mai Kathryn O’Brien e Frank Castle si conoscono? La risposta, che alcuni di voi
probabilmente hanno già immaginato, arriverà in futuri episodi di Marvel
Knights.
3)
Il
Giudice Sandra Franklin è stata creata da Todd DeZago e Roy Burdine su Web of
Spider Man #126 datato luglio 1995.
4)
Lee
Kearns è stato creato da Stan Lee, Ernie Hart, Jack Kirby e Don Heck su Tales
To Astonish #42 datato giugno 1963.
5)
William
Hollister è stato creato da Dan Slott & Steve McNiven su Amazing Spider Man
#546 datato febbraio 2008.
Nel prossimo episodio:
il ritorno di un personaggio storico della serie e la sua inattesa decisione.
In più: ad Hell’s Kitchen la situazione si fa incandescente.
Carlo
Carlo
[i] Come visto nell’ultimo episodio.
[ii] Real Irish Republican Army, detta anche Real IRA, fazione scissionista dell’IRA nata nel 1997 e contraria agli accordi di pace del Venerdì Santo 1998.
[iii] Continuity Irish Republican Army, detta anche Continuity IRA, altra fazione scissionista dell’IRA operativa dal 1994.
[iv] Nell’episodio #92.
[v] Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms, and Explosives, l’agenzia federale del Dipartimento della Giustizia che si occupa del controllo del commercio della armi, tabacchi e liquori ed investiga su eventi causati da esplosivi.
[vi] Nell’ultimo episodio ovviamente.