N° 78
CUBA LIBRE
Di Carlo Monni
1.
Arriviamo a Cuba in una splendida mattina di sole e
sento molto bene la differenza con New York. Il segno dei tempi è che invece di
richiedere decine di autorizzazioni e subire alcuni interrogatori sulle nostre
motivazioni abbiamo avuto il visto in men che non si dica e che abbiamo potuto
prendere un volo diretto dagli Stati Uniti. Potenza del disgelo diplomatico.
Dopo i controlli di rito alla dogana usciamo
dall’aeroporto e Natasha chiama un taxi.
-A quest’ora la Dirección de Inteligencia[1] e il Rezident[2]
del S.V.R.[3]
saranno già informati che Natalia Alianovna Romanova, la Vedova Nera, e il suo
amante americano, l’avvocato cieco Matt Murdock, sono arrivati all’Avana e si
chiederanno perché sono venuti.- mi dice mentre il tassista carica le nostre
valige nel bagagliaio.
-Dici che non si berranno la storia della
vacanza?- chiedo
-Non se la berrebbero nemmeno se fosse vera.
Se c’è una cosa che so dei servizi segreti del mio paese di nascita, è che sono
estremamente paranoici e quelli cubani non sono da meno.-
Mi
aiuta a salire nel taxi perpetuando la bugia del cieco inerme.
-Sei già stata a Cuba, vero?- le chiedo.
-Molte volte in passato, quando ero ancora una
spia russa. Non ci torno da... da parecchi anni. Mi ci rifugiai dopo una
missione fallita per rubare a Tony Stark una specie di raggio antigravità.[4]
Quelli erano giorni in un certo senso.-
-Non dirmi che li rimpiangi.-
-Ero più giovane e piena di aspettative. Non
se ne sono realizzate molte.-
Non
occorre avere il superudito per percepire la tristezza nella sua voce. Le
stringo la mano, un modo come un altro, forse migliore, per farle sapere che
non è sola, non più.
Finisco il mio articolo e
gli do un’ultima occhiata prima di passarlo alla capocronaca cittadina e al
direttore.
Sono
soddisfatto? Non so. Ho scritto un articolo di denuncia sul traffico di esseri
umani ma a cosa serve denunciare se non si riesce a fermare questo traffico
infame e salvarne le vittime?
-È un bell’articolo, Ben.- mi dice Joseph
“Robbie” Robertson.
-È solo un articolo.- ribatto -Non aiuterà
Isobel Aguirre o Jill Stacy a riprendersi da quel che è loro accaduto.-
-Siamo giornalisti, Ben, il nostro compito è
dare notizie e sperare che possa fare la differenza.-
-Conosco la solfa, Robbie, ma non so se ci
credo più,-
-Hai solo bisogno di riposarti un po’ e magari
domani sarai più ottimista.-
Vorrei
crederci e in qualche modo devo. Sono Ben Urich e sono un giornalista, quelli
come me hanno scoperto scandali e distrutto presidenti, non posso arrendermi.
La donna che viene
introdotta nello studio della Dottoressa Ashley Kafka è trattenuta da una
camicia di forza e ha lo sguardo perso. La Dottoressa Kafka non apprezza questo
modo di trattare i pazienti ma deve realisticamente riconoscere che almeno due
delle cinque personalità in cui è divisa la psiche frammentata di questa povera
ragazza potrebbero uccidere senza rimorso tutti i presenti nell’istituto. Le precauzioni
sono spiacevoli ma, almeno per il momento, necessarie.
-Buongiorno Mary.- la saluta affabilmente.
-Non sono Mary, sono Walker.- risponde con
tono sprezzante la ragazza -E poi con quale Mary vuoi parlare, strizzacervelli?
La santa Mary, Typhoid Mary, Bloody Mary, quale?-
-Visto che sei qui, che ne dici se comincio
con te?-
-Se davvero ci tieni tanto…-
Non
sarà un’impresa facile, pensa la Kafka, ma le imprese difficili non l’hanno mai
spaventata.
2.
Si dice che le
notti di Cuba siano speciali e di sicuro i tramonti sono qualcosa di notevole.
Natasha Romanoff si gode lo spettacolo dalla terrazza della suite di uno dei
migliori hotel dell’Avana e non può che dispiacersi che il suo compagno Matt
Murdock non possa goderselo anche lui. Spesso tende a dimenticare che Matt è
cieco e anche se sembra che a lui non importi esserlo, lei sa che non può
essere davvero così ma lo ammira e di sicuro lo ama anche per questo.
Il
corso dei suoi pensieri è interrotto da un insistente bussare alla porta.
Natasha si mette subito sul chi vive. Un visitatore comune sarebbe stato
annunciato dalla portineria e c’è solo un tipo di persona che avrebbero fatto
passare senza avvertire.
La
Vedova Nera fa un cenno a Matt e lui sussurra:
-Sono due, entrambi maschi, sui quarant’anni
o più direi, battito regolare, credo che siano armati.-
Natasha
apre la porta e si trova di fronte due uomini: il più giovane ha capelli neri e
corti baffetti ed è chiaramente uno del posto e l’altro è di poco più anziano
ed è calvo.
-I miei rispetti, Natalia Alianovna.- dice
quest’ultimo.
-Dimitri Pavlovitch Michajlichenko!- esclama
la Vedova riconoscendolo -E così sei tu il rezident
all’Avana.-
-I miei capi hanno pensato che fosse ora di
trovare per questo leone prossimo alla pensione un incarico di tutto riposo...
o almeno lo era prima che arrivassi tu.- risponde l’uomo -Ho deciso di farti
visita e il mio amico Capitano Luis Calderon Ortega della Dirección de Inteligencia ha voluto
accompagnarmi. Era curioso di incontrarti.-
-Per vedere se la donna è all’altezza della
leggenda? Spero di non averla delusa, capitano.-
-Assolutamente no, Señorita Romanova,
la sua bellezza dal vivo è molto superiore a quanto appaia in foto e filmati.-
risponde l’uomo galantemente.
Natasha
gli rivolge un sorriso.-
-La ringrazio, capitano. I complimenti fanno
sempre piacere. Ma ancora non vi ho invitato ad entrare, che maleducata.
Conoscete il mio amico Matt Murdock? È un famoso avvocato americano.-
-Ho sentito parlare di lui.- commenta Michajlichenko.
-Lei è un uomo
fortunato Señor Murdock.- aggiunge il
Capitano Calderon.
-Ne sono
consapevole, Capitano, mi creda.- risponde Matt.
-Tuttavia…-
-Tuttavia vorreste
sapere che ci facciamo… che ci faccio io a Cuba, giusto?- ribatte Natasha -La
verità è che dopo quel che mi è capitato ultimamente,[5] sentivo il bisogno di un po’ di relax su una bella spiaggia e Matt è
stato così gentile da prendersi una pausa dal lavoro per accompagnarmi.-
-Ma perché a
Cuba?- chiede l’uomo dei servizi segreti cubani.
-Perché con la
recente normalizzazione dei rapporti con gli Stati Uniti è diventata una meta
turistica appetibile e Matt non c’era mai stato.-
-Capisco.-
commenta il Russo -Beh, da parte mia ti auguro una buona vacanza, Natalia
Alianovna.-
I due uomini sono appena usciti che
Matt dice a Natasha:
-Molto gentili ma
questo non ha impedito loro di riempire questa stanza di microspie… immagino.-
-Immagini giusto.-
risponde lei -Ma sono loro a non immaginare che i miei orecchini emettono un
segnale di disturbo che le rende del tutto inutilizzabili.-
-Roba dello
S.H.I.E.L.D.?-
-Un regalino di
Nick Fury rielaborato da Ivan. Di ingegneria se ne intende.-
-Lo so. Bene,
adesso cosa conti di fare?-
-Aspettare il buio
e fare una visitina all’uomo che siamo venuti a cercare.-
-Lo sai, vero, che
ci tengono d’occhio ormai? E se Devil e la Vedova Nera si fanno vedere in giro
per le strade dell’Avana…-
-E chi ha detto
che li vedranno?-
Da una valigia Natasha estrae due
costumi scuri e una mascherina che si pone sul volto.
-Chi ha detto che
li vedranno?- ripete con un sorriso divertito.
Immagino
che si potrebbe dire che le complicazioni me le vado a cercare. Per esempio
avere una relazione con due uomini che per motivi diversi non sono esattamente
bravi ragazzi. Robert Hao, è un ex supercriminale cinoamericano colluso con le
triadi di Chinatown, che una volta ha tentato di incastrare per omicidio il
proprio fratello. Ora dice di essere cambiato e sta collaborando con le
autorità per smascherare il misterioso Consorzio Ombra. Quanto a Timothy Byrnes
è un avvocato penalista di origine irlandese come il mio amico Matt Murdock, ma
diversamente da lui non sembra avere molti scrupoli e, per quanto ne so,
potrebbe anche essere coinvolto col suddetto consorzio.
Sì, mi piace vivere pericolosamente e questo può
spiegare perché dopo una notte passata con Robert ho accettato un appuntamento
con Tim.
Mia madre mi riproverebbe la mia
promiscuità sessuale, anche se forse non userebbe questi termini, probabilmente
anche mio fratello Foggy lo farebbe, ma niente di quel che direbbero mi
impedirebbe di fare quel che voglio come voglio.
Scendiamo dal taxi ed entriamo
nel ristorante. Mentre il cameriere ci accompagna al tavolo Tim si blocca di
colpo. Dalla sua espressione sembra che abbia visto un fantasma. Seguo la
direzione del suo sguardo e vedo una coppia seduta ad un tavolo d’angolo: una
donna dai capelli castani più o meno dell’età di Tim e un Cinese dal cranio
rasato probabilmente più giovane di lei.
Tim si china sul cameriere e gli
sussurra:
-Potremmo
avere un altro tavolo magari in una saletta riservata?-
-Vedrò
cosa posso fare signore.- è la risposta.
E così Tim non vuol farsi vedere
da quei due, ma perché? Lo ammetto, sono
curiosa e ormai dovreste sapere cosa succede quando Candace Nelson diventa
curiosa.
Ashley Kafka si sta
preparando ad andare a casa dopo una giornata di lavoro quando uno dei suoi
assistenti fa capolino nell’ufficio.
-Mi scusi,
dottoressa, ma ci sono due tizi del Governo che vogliono vederla.-
Un istante dopo entrano nell’ufficio
un uomo e una donna entrambi vestiti di nero che sfoderano dei distintivi.
-Sicurezza
Nazionale.- dice l’uomo -Abbiamo un mandato di un giudice federale per
prelevare la paziente Mary Walker, alias Mary Mezinis, alias Mary Mallon, alias
Typhoid Mary, alias Bloody Mary e molte altre.-
-Ma ho appena
cominciato il trattamento. Perché portarla via poco dopo che la Corte me l’ha
affidata?-
-Non siamo noi ad
avere le risposte, Dottoressa.- risponde la donna -Noi eseguiamo gli ordini.
-Va bene.- sospira
la Kafka -Venite, vi accompagnerò personalmente.-
Questa storia non le piace affatto. Qualcuno, in qualche modo, le
dovrà una spiegazione.
3.
Ci muoviamo nelle
tenebre confondendoci con esse. Natasha sa dove sta andando e io non posso che
andarle dietro. Lei conosce questa città, io no. Mi sto muovendo nel suo mondo,
un mondo fatto di sotterfugi e inganni di cui è la regina.
Siamo
lontani dalla periferia dell’Avana e raggiungiamo una villa isolata circondata
da un ampio muro.
-Ci saranno misure di sicurezza.- dice Natasha.
-Percepisco una rete elettrificata, sensori di
calore e di movimento… e anche due cani.-
-Quelli non mi preoccupano, quanto agli altri…-
Estrae
qualcosa dalla cintura e dice:
-Se Ivan ha fatto un buon lavoro, quest’aggeggio
dovrebbe spegnere ogni congegno che funzioni elettricamente o elettronicamente
per circa sei minuti. Te la senti di rischiare ad entrare?-
-Scherzi?- replico -Rischio è il mio secondo nome.-
Senza
aspettarla scatto. Il mio cavo aggancia un albero all’interno della villa e un
colpo deciso di reni mi porta oltre la recinzione.
Mentre
mi segue sento Natasha sussurrare:
-Credevo che il tuo secondo nome fosse Michael.-
-Dettagli.- le dico mentre mi raggiunge sul ramo
dove sono appollaiato -E adesso?-
-Adesso pensiamo ai cani.-
Gira
uno degli ornamenti del suo bracciale destro ed emette ultrasuoni che fanno
svenire i due doberman in cortile… e procurano un mal di testa gigante a me.
-Scusa,- mi dice Natasha -A volte dimentico i tuoi
supersensi… voglio dire…-
C’è
sincera preoccupazione nella sua voce e la rassicuro:
-Tranquilla… sto già meglio. Pensiamo alla
missione.-
La
sua missione è trovare l’uomo che dirige il traffico di donne da e per gli
Stati Uniti, la mia è impedirle di superare certi confini.
La notte cala su New York e come al
solito il vostro Ben Urich è l’ultimo a rimanere in Redazione in attesa del
turno di notte. Perché Doris non chieda il divorzio sulla base della mia
assenza è un mistero per me.
-Mr.
Urich, per fortuna è ancora qui.-
A parlare è stata la Dottoressa
Ashley Kafka, una delle più rispettate psichiatre della Nazione. Dirige un
istituto che si occupa di supercriminali malati di mente. Ha anche avuto una
relazione col Colonnello John Jameson, il figlio del mio capo e… ma non è
questo che m’interessa adesso, quanto l’espressione nel suo volto.
-Che
succede, Dottoressa, qualcosa di grave?-
-Non
sapevo cosa fare ma alla fine ho deciso di parlarne ai media: il pubblico deve sapere.-
-Sapere
cosa?-
-Che
il Governo ha rapito Mary Walker.-
L’uomo
ha un’età indefinibile. Potrebbe avere anche più di sessant’anni. Ha una torcia
nella mano sinistra e una pistola nella destra. Si muove guardingo.
L’improvviso blackout non lo convince. In quest’isola non sempre tutto funziona
a dovere ma…
Un braccio si serra intorno al suo
collo e una voce femminile gli sussurra:
-Mi
deludi Anatoly Sergeievitch. Una volta eri una spia rispettata, ora sei solo un
volgare pappone.-
-Chi…
chi sei?-
-Puoi
definirmi la tua nemesi dal passato. Sono venuta a farti delle domande e se ti
rifiuterai di rispondere, allora diventerò molto cattiva.-
La luce torna improvvisamente e l’uomo
di nome Anatoly Sergeievitch Bazhanov
si trova di fronte un uomo vestito con una tuta nera ed un cappuccio pure nero
che gli copre la metà superiore del volto, occhi compresi, e una donna che
indossa una tuta nera molto aderente e ha lunghi capelli neri. Il volto è
parzialmente nascosto da una maschera con le punte rivolte verso l’alto.
-Chi… chi siete? Chi vi manda?- balbetta il Russo.
-I nostri nomi non contano.- ribatte la donna -Quel che conta è che tu
dirigi un traffico internazionale di donne destinate al mercato del sesso e io
voglio farlo finire.-
-Non… non hai prove.-
-Credi che mi interessino le prove? Io cerco giustizia per le povere
ragazze che tratti come merci, come se non fossero persone, non avessero una
loro dignità.-
-Tu vuoi uccidermi.-
-L’idea mi tenta, ma scommetto che in questa casa di prove del tuo sporco
traffico ce ne sono in abbondanza, magari nei tuoi computer. Non credo che le
autorità cubane ne saranno contente. Se non ti metteranno in uno dei loro
carceri duri, ti rimanderanno in Russia e lì non saranno teneri con te, ne sono
convinta… e se non dovesse accadere, tornerò per occuparmi di te.-
-La tua voce!- esclama improvvisamente Bazhanov -Ora la riconosco, lo so
chi sei Na…-
Uno sparo tronca quello
che stava dicendo.
4.
L’uomo siede su una comoda poltrona riflettendo. E così la Vedova Nera è
a Cuba, all’Avana per la precisione. Può immaginare cosa ci è andata a fare.
Natasha
, moya dorogaya,[6]
pensa, sei sempre la stessa: testarda come poche, un tratto che ammiravo in te
assieme ad altri più… fisici.
Mi spiacerebbe doverti far uccidere prima di
poterti rivedere di persona ma se sarà necessario, lo farò. Sono certo che tu
mi capiresti se lo sapessi.
Mi
bastano pochi segnali: un battito cardiaco lento, un dopobarba al lime, lo
scatto di una pistola che viene armata. Qualcuno è arrivato alle nostre spalle
e sta per spararci.
Spingo
Natasha fuori dalla linea di tiro appena in tempo. Il proiettile le sibila
accanto. Un attimo dopo odo un grido strozzato e sento odore di sangue misto a
cordite e altro. La pallottola ha preso l’uomo che Natasha stava interrogando e
che ora è morto. Un caso o era lui il vero bersaglio?
Natasha
si volta di scatto ed esclama:
-Tu?-
È evidente che è qualcuno che lei
conosce e questo la pone in vantaggio su di me: io non ho la più pallida idea
di chi sia e, ovviamente, non so nemmeno che aspetto abbia. A volte è più
frustrante del solito essere cieco.
L’uomo spara ancora e Natasha evita
il colpo e gli piomba addosso. Li sento sfondare una vetrata e piombare nel
giardino esterno.
Faccio per seguirli ma mi ritrovo
qualcosa di metallico stretto intorno alla gola. Stupido mi sono distratto
quanto è bastato al mio nuovo avversario per sorprendermi e ora sta per
garrottarmi.
Ma chi è? Dopobarba, struttura
fisica, odore e battito sono molto simili a quelli del tizio con cui si sta
battendo Natasha. Quasi identici oserei dire.
-Chi sei?- gli chiedo.
Lui non risponde e mi scaglia
addosso qualcosa, una lama affilata che evito a malapena, stavolta i miei
supersensi mi hanno ben servito.
Chiunque sia il mio avversario, ha
indubbiamente ricevuto un addestramento di prim’ordine. Sconfiggerlo non sarà
affatto una passeggiata.
La Vedova Nera riconosce il suo avversario, lo stesso con cui si era
scontrata qualche giorno prima a New York.[7]
Alto, ben piantato, capelli biondi tagliati corti, occhi azzurri chiarissimi,
tuta nera. Un ex soldato e forse di più. Per quale dei servizi segreti del suo
paese ha lavorato… o magari lavora ancora? Sono stati il G.R.U.[8]
o l’S.V.R. a mandarglielo dietro?
Non essere paranoica,
si dice Natasha, pensa a combatterlo adesso, a chi l’ha mandato penserai in un
altro momento.
Il suo avversario è
tosto, per ogni sua mossa ha una contromossa. Ha imparato bene le lezioni
ricevute. Conosce quello stile... non può crederci.
Qualcosa la distrae
dai suoi pensieri: due uomini sono piombati in giardino. Uno è Matt Murdock nel
costume nero che ha adottato per non agire come Devil e l’altro...
Natasha spalanca gli
occhi dalla sorpresa: l’uomo con cui Matt si sta battendo è identico al suo
avversario, lo stesso che tenta di approfittare del suo attimo di smarrimento
per accoltellarla ma lei riesce a bloccarlo e gli torce il polso per fargli
mollare il coltello.
-Io so chi sei.- le sussurra l’uomo -La tua mascherata non m’inganna.-
-E io so chi sei tu… o meglio; da dove vieni.- ribatte lei.
Nel frattempo Matt
Murdock continua il suo scontro con l’altro avversario. Anche se i suoi
supersensi gli danno un vantaggio indubbio, l’altro ci sa fare.
Improvvisamente da
fuori si odono voci concitate in Spagnolo:
-Aprite, Polizia!-
I due biondi si
guardano negli occhi e insieme afferrano qualcosa e dalla loro cintura e la
gettano in aria. Un attimo dopo l’intera zona è illuminata a giorno da un forte
lampo.
Natasha si ritrova
accecata e confusa, poi un forte braccio l’afferra alla vita e la voce di Matt
le sussurra:
-Andiamo via.-
Un attimo dopo si
sente sollevare in aria.
5.
Prendere Natasha e
sollevare entrambi oltre la recinzione è stata la parte più facile Quando la
polizia irrompe nella villa siamo già lontani. Bastano pochi istanti è Natasha
recupera la vista.
-Dobbiamo tornare in hotel, subito.- afferma decisa.
Ripercorriamo i nostri
passi rapidamente. Per due come noi non è un problema rientrare nella nostra
suite senza essere visti.
-Spogliati e infilati sotto le lenzuola.- intima Natasha.
-È un ordine che eseguo volentieri.- ribatto sorridendo.
Sento che ha appena
finito di sfilarsi il costume e la parrucca quando si sente un bussare
insistente.
-Aprite!- intima una voce con l’accento locale.
Natasha nasconde
rapidamente i costumi e poi si infila una vestaglia di seta, quindi va ad
aprire. Probabilmente sospetta chi ci sia oltre la porta, io l’ho già capito
grazie ai miei supersensi
-Si può sapere che succede?- dice con voce indignata aprendo la porta -Una
coppia di turisti non può starsene in santa pace?-
-Mi spiace disturbarti Natalia Alianovna.- è la voce del Russo di
stamattina, com’è che si chiamava?
-Dimitri
Pavlovitch, ma non dormi mai?-
-Lo
siento mucho[9] Señorita Romanova.- questa è la voce del
capitano Calderon -El Señor Michajlichenko è qui
su mia richiesta per riguardo a lei.-
-Insomma…
che volete?- replica Natasha in tono impaziente.
-Ci
hanno segnalato che una coppia, un uomo e una donna vestiti con tute scure, è
stata vista nella villa di un uomo che è stato ucciso.- spiega Calderon.
Natasha scoppia a ridere.
-E
voi pensate che fossi io? E l’uomo chi sarebbe? L’Avvocato Murdock forse? Me lo
immagino un cieco che se ne va in giro di notte per L’Avana vestito da ninja.-
Percepisco il disagio dei due mentre
faccio capolino dal letto e li saluto:
-Buonasera.-
-Io
e Matt avevamo di meglio da fare che andare in giro per la città, sapete?-
continua Natasha in tono ironico.
Dall’aumento del battito cardiaco
dei presenti e dalla frequenza del respiro deduco che Natasha ha lasciato a
bella posta aprire un po’ troppo la vestaglia. Suppongo che lo spettacolo sia
di loro gradimento.
-Se
davvero, però, credete che io ed un cieco ce ne siamo stati in giro per la
città, perquisite pure la suite e vediamo se trovate qualcosa, ma intanto Matt
telefonerà al Console americano. Ce n’è uno adesso all’Avana mi dicono.-
È un azzardo, ma paga.
-Non
sarà necessario, vero capitano?- afferma Michajlichenko.
-No,
infatti.- conferma Calderon -Mi scuso ancora
per il disagio Señorita Romanova.-
Fanno
per andarsene ma Natasha li richiama:
-Un attimo… posso sapere chi vi ha segnalato
di venir qui?-
-Una telefonata anonima.- ammette Calderon.
-Certe cose non cambiano mai, vero?-
-Mi sono accorto, Natalia Alianovna, che non
mi hai chiesto chi è stato ucciso.- aggiunge Michajlichenko.
-Dovrebbe
interessarmi?-
-Ti
ricorda qualcosa il nome di Anatoly
Sergeievitch Bazhanov?-
-Ex KGB, poi S.V.R. Avevo sentito dire che si era ritirato e aveva legami
con la Organizacija.-
-Tutto corretto. Nessuno sentirà la sua mancanza.-
-È solo questo che volevi dirmi?-
-No, non solo. Nella nostra patria sei di nuovo una ricercata e si
dice che tu non sia sulla lista degli assassinii mirati perché sia il
Presidente che quel bastardo di Menikov[10]
in qualche modo ti ammirano. Sappi, però, che noi del S.V.R. apprezziamo che tu
ci abbia tolto le castagne dal fuoco nell’affare Vedova Rossa.[11]
Hai ancora amici in Russia.-
-Me lo ricorderò.-
Se ne vanno chiudendosi
la porta alle spalle . Natasha si assicura che sia ben chiusa e poi torna in camera da letto.
-È andata.- dice.
-Hai giocato d’azzardo.- ribatto.
-Lo faccio spesso… e vinco.-
-E adesso, qual è la prossima mossa?-
-Lasciare i problemi a domani e dedicarci davvero a qualcosa di più
piacevole.-
Sento la sua vestaglia
scivolare a terra
Siedo davanti al Procuratore degli Stati Uniti per
il Distretto Sud dello Stato di New York Franklin “Foggy” Nelson, che scuote la
testa e dice:
-Non ne sapevo niente, Ben.-
-Eppure la Dottoressa Kafka né è
ben sicura: i due agenti che hanno prelevato Typhoid Mary avevano tesserini
della Sicurezza Nazionale.-
-Ho fatto una verifica.- interviene la vice di Foggy, Kathy Malper -Nessun
giudice di questo distretto ha emesso il mandato di cui parla Urich, ma…-
-Ma…?-
-Esiste un’altra possibilità.-
-La Corte FISA, certo.- commenta Foggy.
-Volete dire il tribunale segreto
anti spie? Ma cosa c’entra?- chiedo.
-Dopo l’11 Settembre i suoi poteri sono stati ampliati fino a comprendere
molte minacce alla sicurezza interna non necessariamente connesse allo spionaggio in senso stretto.-
-Ma Typhoid o una qualunque delle sue personalità non appartengono certo
ad una cellula di spie o terroristi esteri.-
-Ma mentre noi lo accertiamo, quella donna chissà dov’è stata portata e
perché.-
Non sa dove si trova, il luogo le è
totalmente estraneo. La testa le
scoppia. È stata drogata ne è certa, ed ora è legata ad una sedia. Prova a
liberarsi ma senza successo. Emozioni
diverse si susseguono rapidamente riflettendosi sul suo volto: sconcerto,
paura, rassegnazione, rabbia, determinazione, odio. Chi la vedesse passare da
uno stato all’altro faticherebbe a credere che si tratta sempre della stessa
donna. E forse qualcuno che la osserva c’è.
-Voglio uscire!- grida una voce spaventata.
-Vi ucciderò tutti!- grida una voce arrabbiata.
Dal corridoio rumore
di tacchi poi la porta della stanza si apre ed entra una donna bionda con un
impeccabile tailleur nero e camicetta bianca.
-Buongiorno Mary.- la saluta -Non ti dispiace se ti chiamo Mary, spero.
Dopotutto è il nome usato da almeno tre delle tue quattro personalità… o sono
cinque?-
-E tu chi sei?- replica la prigioniera in tono ostile.
La nuova arrivata
sorride, un sorriso freddo e crudele, e risponde:
-Sono la tua nuova psichiatra, la Dottoressa Sofen, ma tu puoi
chiamarmi Karla.-
CONTINUA
NOTE DELL’AUTORE
Poche
note, ma buone, spero.
1)
L’idea
di far fare alla Vedova Nera una capatina a Cuba era troppo ghiotta per farsela
sfuggire in questo periodo di disgelo tra la repubblica caraibica e gli Stati
Uniti. Avrei voluto fare di più ma è così che mi è venuta.
2)
Il
costume che indossa Matt per nascondere la presenza di Devil a Cuba è quello da
lui indossato in “Daredevil: the Man Without Fear” e nel recente serial
Netflix.Quello della Vedova Nera, invece è un omaggio a quello di Catwoman nei
telefilm di Batman degli anni 60. Peccato che non si possa vedere.
3)
La
cosiddetta Corte FISA, ovvero la United States Foreign Intelligence Surveillance Court, organo giudiziario
che ha il compito di rilasciare mandati e autorizzazioni richiesti da organi di
intelligence per la sorveglianza e il controllo in segreto di persone che si
sospetta svolgano attività contro la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.
Nel prossimo episodio: la pista che stanno seguendo
porta Devil e la Vedova Nera in luoghi insoliti e nel frattempo, cosa sta
accadendo a Mary Walker? C’è chi vuole scoprirlo.
Carlo
[1] Il Servizio segreto cubano inquadrato nel Ministero dell’Interno.
[2] Capo di una rezidentura, presidio permanente dei servizi segreti esteri in una data nazione nel gergo russo.
[3] Sluzhba Vneshney Razvedki, il Servizio Informazioni dall’Estero della Federazione Russa.
[4] Avvenne in Tales of Suspense #53 (In Italia su Devil, Corno #37)-
[5] Negli ultimi due episodi e su Lethal Honey #16/19.
[6] Natasha, tesoro mio.
[7] Vedi episodio #75.
[8]Glavnoye Razvedyvatel'noye Upravleniye , il servizio segreto militare Russo.
[9] Mi spiace tanto in Spagnolo.
[10] Vladimir Menikov, l’attuale direttore del F.S.B, il servizio di sicurezza interna della Federazione Russa
[11] Su Lethal Honey #16/19.