L'UOMO SENZA PAURA
N° 49
(PARTE
SETTIMA)
Di Carlo Monni
1.
Solo pochi minuti fa qualcuno ha tentato di uccidere Katherine Malper,
capo ad interim della Divisione penale della Procura degli Stati Uniti per il
Distretto Sud dello Stato di New York. Sono quasi certo che si tratti dello
stesso che ha ucciso il Procuratore Distrettuale di Manhattan Connie Ferrari ed
ha tentato di uccidere il mio vecchio amico Foggy Nelson: un implacabile Killer
russo che si fa chiamare il Confessore. Stavolta non me lo farò sfuggire.
Il solo vantaggio dell’essere stato accecato
da un contenitore di materiale radioattivo (un trasporto vietato su cui non ho
mai saputo tutta la verità) è che mi si sono acutizzati a livelli
inimmaginabili gli altri 4 sensi, per tacere di un fantastico senso radar che
mi permette di simulare abbastanza ben la vista Simulare, non rimpiazzare, non
fatevi idee sbagliate. Non mi mancano i rimpianti a questo riguardo: non aver
mai visto il volto di Karen Page, la donna che ho amato più di ogni altra. Conoscevo
il suo odore, il ritmo del suo respiro, la sensazione della sua pelle sotto le
mie dita, ma non saprò mai com’erano i suoi occhi ed il suo sorriso. Quanto
tempo è passato dalla sua morte? Non abbastanza perché io smetta di pensare a
lei.
Relego questi pensieri in un angolo
della mia mente e mi concentro: la traccia dell’attentatore è ancora fresca ed
appartiene proprio a colui che pensavo. Vediamo se riesco a seguirla fino in
fondo. Se la sfortuna non ci mette lo zampino, stavolta il Confessore dovrà
vedersela con L’Uomo senza Paura.
La traccia si fa sempre più labile,
ma non abbastanza. È stato rapido ad allontanarsi dal luogo dei suoi delitti,
ma i miei sensi mi permettono di stargli dietro. Sui tetti od in vicoli oscuri
continuo a sentire il suo passaggio. È sceso nelle fogne. Bel trucchetto. Lui
non sa dei miei supersensi, almeno spero, ma quella massa di odori là sotto
sembra fatta apposta per confonderli, questo non significa che mollerò. Scendo
e sono costretto ad uno sforzo notevole per separare l’odore giusto dagli
altri. La caccia non è ancora finita.
Ci sono momenti in
cui rimpiango la mia vecchia macchina da scrivere Underwood, ma non adesso: non
avrei potuto fare la ricerca che mi serviva sul gruppo New Phoenix con la
stessa velocità senza l’aiuto del computer e non è detto che avrei trovato le
stesse informazioni.
-Non vai mai a
dormire Ben?-
Sobbalzo all’udire la voce alle mie
spalle. L’ultima volta che qualcuno mi è arrivato alle spalle di notte mentre
ero davanti al computer, qui alla mia scrivania al Daily Bugle, si trattava di
Bullseye[1]
e non è stata un’esperienza piacevole, anche se sono ancora qui per
raccontarlo. Lo ammetto: Ben Urich, cronista d’assalto, a vote ha paura delle
ombre. Questo perché so che le ombre possono essere spesso molto pericolose.
Mi giro di scatto e mi trovo davanti
Joseph Robertson, detto Robbie, il direttore del nostro bel giornale.
-Potrei dire lo
stesso di te, Robbie.- replico.
-Toccato. Ho fatto
tardi e non sono il solo, vedo. Hai mai pensato che Doris potrebbe chiedere il
divorzio?-
-No, dove lo troverebbe un altro come me?-
-Uhm, non sono
sicuro che Martha la penserebbe allo stesso modo, quindi penso che andrò a
casa… prima però, ti dispiacerebbe dirmi su cosa stai indagando?-
Buon vecchio Robbie, non gli si può
nascondere nulla.
-Un gruppo
estremista chiamato New Phoenix.- spiego –Da quel che ho saputo, sono collegati
a quel vecchio attentato al radio City Music Hall. Willie Lincoln, il detective
dello Studio Legale Nelson & Murdock, sta ancora indagando sull’attentato e
la pista lo ha portato proprio a quel gruppo.-
-Conosco Lincoln:
è un mastino che non si è mai fatto fermare dalla sua cecità, ma stavolta
potrebbe mettere i piedi in un nido di vipere e tu con lui, Ben.-
-Starò attento.-
Un sorriso ironico si dipinge sulla
faccia di Robbie.
-Si, me lo
immagino. Spero che l’articolo ne varrà la pena.-
-Puoi
scommetterci.-ribatto, sperando di essere convincente anche con me stesso.
Il luogo non è particolarmente sorprendente a pensarci bene. Qui negli
Stati Uniti le chiamano Brownstone, case signorili in arenaria i cui
proprietari non sono necessariamente molto ricchi, ma hanno inevitabilmente un
reddito abbastanza alto. Matt Murdock ne possiede una simile. Ironico, pensa,
T’Challa, che, senza saperlo, i miei nemici si siano venuti a stabilire a due
passi dall’abitazione di uno dei miei più grandi amici.
Silenzioso come il felino
di cui porta il nome Pantera Nera raggiunge non visto il tetto della casa. Un
attimo dopo al suo fianco si materializza la figura del Lupo Bianco: avere
incorporato nel costume un dispositivo che ti rende invisibile può essere utile
quando il suddetto costume nell’oscurità spicca come una mosca nel latte.
-Ci siamo, fratello.- gli si rivolge il Lupo Bianco.-Sei pronto?-
-Lo sono sempre, Hunter.- replica T’Challa –Tu, fra tutti, dovresti
saperlo bene.-
-Risposta degna della Pantera Nera in carica. Ammetto che hai avuto
fegato a venire qui da solo. Non temi che possa averti attirato in una
trappola? Che ti consegni ai tuoi nemici?-
-Hai giurato sul tuo onore di Principe Wakandano che non l’avresti
fatto e ti ho creduto. Sei feroce, spietato, crudele, ma finora non sei mai
stato un bugiardo.-
Il Lupo Bianco non
replica: in silenzio apre un lucernario ed invita T’Challa a seguirlo. Senza
far rumore i due fratelli scendono nella soffitta della casa e da lì prendono
una scalinata. Sotto di loro delle voci.
Pantera Nera serra le
labbra: conosce tutte quelle voci, ma una in particolare attira la sua
attenzione.
-Non vedo l’ora di ritrovarmi faccia a faccia con T’Challa. Io e lui
abbiamo un bel po’ di affari in sospeso.-
-Comprendo.- risponde un'altra voce nota.-Ma devi ricordare che il
nostro piano non prevede confronti diretti.-
-Io non capisco perché abbiamo perso tanto tempo. Se stava a me l’avrei
ucciso da un pezzo. Le occasioni non ci sono certo mancate.- interviene un
terzo uomo.
L’intero dialogo si è
svolto in Afrikaans, la lingua affine all’Olandese dei Boeri del Sud Africa,
una lingua che sia T’Challa che il suo fratello adottivo comprendono benissimo.
Se Pantera Nera aveva qualche dubbio sull’identità dei suoi nemici ora è dissipato.
Avrebbe dovuto capire prima
che se Doeke Riebeeck era coinvolto, Anton Pretorius non poteva essere lontano.
Evidentemente le galere sudafricane non sono impenetrabili come quelle
wakandane. Né Pretorius né Riebeeck lo preoccupano: il vero pericolo è il terzo
cospiratore, uno che lui conosce fin troppo bene. Sapeva che presto o tardi
avrebbe dovuto affrontarlo di nuovo, ma sperava che non fosse tanto presto.
Ora però il Felino della
Jungla non può non chiedersi se l’assenza di guardie all’interno della casa sia
segno di trascuratezza, di arroganza o se c’è sotto qualcos’altro. Ora più che
mai deve stare all’erta ed è sicuro che il Lupo Bianco la pensa allo stesso
modo… a meno che, ovviamente, non faccia anche lui parte del problema.
2.
Sam North viene
invitato a sedersi su una poltroncina di pelle davanti ad una bella scrivania
in noce e si rivolge senza preamboli all’uomo che a quella scrivania è seduto:
-Ho accettato di seguirla perché ero curioso, Fisk, ma ora voglio
sapere che cosa vuole.-
Richard Fisk fa un
largo sorriso.
-Quello che voglio ha meno importanza di quello che vuole lei Agente
North.- replica –Ho studiato il suo curriculum: ha lavorato per la C.I.A. finché
un incidente non l’ha costretto ufficialmente a ritirarsi. Da allora lavora
come “consulente” per varie agenzie governative. Il suo attuale incarico è come
agente di collegamento della C.I.A. con la Task Force Antiterrorismo di New
York. Aggiungo che anni fa sua moglie è rimasta uccisa in un attentato diretto
a lei e che ha dovuto crescere due figli che oggi, usiamo pure questo
eufemismo, non sprizzano entusiasmo per il suo lavoro ed i suoi metodi.-
-Ok, ne sa abbastanza su di me. Ora mi dica cosa vuole, Fisk.-
-Dritto al punto? Ok. Lei ha incontrato mio padre nella prigione in cui
è rinchiuso attualmente e gli ha fatto una proposta: se lui avesse messo a
disposizione i suoi contatti per individuare una cellula terroristica che si
prepara a colpire a New York, voi gli avreste fatto avere una sospensione della
pena.-
-Come fa a sapere queste cose?-
-Ho le mie fonti. Ho una controproposta per lei: le farò avere quello
che ha chiesto a mio padre e glielo darò su un piatto d’argento per il fine
settimana.-
-Ed in cambio cosa vuole? So che tra lei è suo padre non corre buon
sangue- Vuole che annulli l’accordo con suo padre e lo lasci marcire in
prigione?-
Richard sorride ancora
una volta.
-Non esattamente.- risponde.
In una villa di
Sutton Place, New York tre cospiratori continuano a parlare, apparentemente
ignari che la loro preda li sta ascoltando.
-Non farmi ridere, Riebeeck.- ribatte Anton
Pretorius alla vanteria del suo ex sottoposto –La Pantera Nera è un osso troppo
duro per e lo ha già dimostrato abbondantemente.-
-Mi dispiace solo di non avere
l’opportunità di affrontarlo faccia a faccia.- dice il terzo uomo. –Mi sarebbe
piaciuto dimostrare la mia superiorità su di lui.-
-Se è solo questo che vuoi, Klaw…- proclama
T’Challa irrompendo nella stanza -… Possiamo provvedere immediatamente.-
-TU!- esclama Ulysses Klaw, l’autonominato
Signore del Suono –Come hai fatto a scoprire di noi? Non importa, hai sbagliato
a venire solo.-
Solo?
Il Lupo Bianco è sparito. Ha sbagliato a fidarsi di lui? Non può pensarci
adesso.
-Lasciatelo a me, lo sistemo io.- esclama
Doeke Riebeeck precipitandosi addosso a lui con la furia di un rinoceronte
impazzito.
Pantera
Nera evita la sua carica, lasciando che sia il suo stesso impeto a spedirlo
contro il vicino muro. Il gigante non sembra aver risentito molto dell’impatto
e si precipita di nuovo contro il suo avversario, tentando di afferrarlo alla
gola.
T’Challa
scivola dalla sua presa e gli sferra una ginocchiata al plesso solare.
-Il tuo guaio Riebeeck è che eri ottuso
come un bue e con gli anni non sei migliorato.- gli dice con tono irridente,
poi gli sferra un colpo di taglio al collo e la lotta finisce.
Mentre
Pantera Nera era impegnato con Riebeeck Klaw lo ha preso di mira ed ora si
appresta a colpirlo con una scarica sonica. Improvvisamente qualcosa o qualcuno
gli afferra il polso e devia il colpo.
-Cosa?-
-Sono stato io.- Il Lupo Bianco appare di
colpo accanto a Klaw dopo aver spento il suo dispositivo di occultamento e gli
stringe il polso in una mossa ferrea.
-Idiota. Non puoi farmi alcun male fisico.
Io sono fatto di suono solido.- gli si rivolge Klaw.
-Ed i miei guanti sono intessuti col
vibranio.- replica il Lupo Bianco sferrandogli un pugno che lo stende. –Chi è
l’idiota adesso?-
Ora
sia lui che pantera Nera si volgono verso Pretorius, che sembra terrorizzato.
-Cosa volete farmi?-
-Non sei mai stato bravo nel combattimento
corpo a corpo, vero Pretorius?- gli si rivolge T’Challa –Quando si tratta di
tenere prigioniere donne indifese sei bravissimo però, come pure a dare
ordini.-
-Ora, però a chi puoi dare ordini?- interviene
il Lupo Bianco –Dammi tu un ordine, mio re, e spezzerò volentieri le gambe
all’uomo che ha osato rapire la nostra matrigna.-
-Voi… siete fratelli? Achebe non mi aveva
detto…-
-Un razzista come te che fa comunella con
un nero.- continua T’Challa –Mi hai deluso Pretorius ed ora mi dirai tutto sul
complotto ai miei danni o potrei davvero essere tentato di lasciarti alle cure
di mio fratello.-
In
quel momento un suono acuto attraversa la stanza salendo rapidamente di
frequenza ed abbattendo i tre uomini, poi una figura avvolta in una veste
tribale entra.
-Tu mi hai deluso, T’Challa. Non sei
d’accordo Mister Cilindro?- dice il nuovo venuto, rivolto al pupazzo da
ventriloquo che tiene nella mano sinistra. Il pupazzo muove la bocca, ma è la
voce del suo proprietario a rispondere –Certo, Achebe, come poteva pensare che
avresti lasciato a qualcun altro il piacere di ucciderlo?-
Ho
perso il contatto con la traccia del Confessore, se era davvero lui che ha tentato
di uccidere Kathy Malper. Ad un certo
punto gli odori delle fogne sono diventati troppo forti. Si direbbe che il mio
avversario fosse preparato anche all’evenienza di essere cacciato da qualcuno
con abilità come le mie. Un punto per lui.
Ritorno al Federal Plaza e scopro
che Kathy Malper è tornata in ufficio ed ha appena finito di telefonare.
-Tenere aperta la finestra
potrebbe essere molto pericoloso, specie dopo quello che è accaduto - dico
entrando.
Lei non sembra sorpresa di vedermi.
-Non credo che ci
riproveranno per stanotte, ma ammetto che hai ragione, Devil. Vedo che sei
tornato a mani vuote.-
-Lo prenderò.-
prometto.
-Non ti sarà facile.
Il Confessore è un esperto, da quanto ho saputo di lui. Come ex operativo dei
servizi segreti russi ha imparato un sacco di trucchi.
Servizi segreti russi? Improvvisamente
ho avuto un’idea. So chi mi può aiutare a scovare il Confessore. Sono stato
stupido a non averci pensato prima.
3.
La limousine nera ha percorso tranquillamente
il tragitto che la separa da Brighton Beach, a Brooklyn, la zona nota anche
come Little Odessa. A bordo un uomo massiccio con baffi e barba scura appena
venati di grigio. Il nome che risulta all’anagrafe è Ivan Andreievitch Pushkin, ma nell’ambiente della Mafia Russa è noto
semplicemente come Ivan il Terribile.
Non gli capita spesso
di lasciare la Rodina[2]
ma stavolta non poteva farne a meno. La situazione è seria: il suo referente a
Brighton Beach, l’uomo che ha installato come referente di New York, Alexei Kostantinovitch Gerasimov, è stato
ucciso da un vigilante mascherato[3]
precipitando la sua organizzazione nel caos, una situazione intollerabile.
Al suo arrivo in una
villa sulla spiaggia antistante Coney Island è accolto da un uomo che non fa
molto per nascondere la sua preoccupazione.
-Benvenuto Pakhan[4], io…-
-Poche chiacchiere, Kurokin.- ribatte con durezza Ivan il Terribile –Ho
visto il video con il tuo rapporto. Non mi è piaciuto. Cosa avete fatto dopo la
morte di Alexei Kostantinovitch?-
-Il Punitore è irreperibile. Nonostante i nostri sforzi non siamo
riusciti a trovarlo, quanto alla Vedova Nera… abbiamo ritenuto più… prudente
non attaccarla frontalmente.-
Se uno squalo potesse
ridere, la sua espressione sarebbe quella di Ivan il Terribile in questo
momento.
-Natalia Alianovna era già pericolosa quando era una ragazzina. Se
avessi mandato degli uomini ad affrontarla ora sarebbero tutti morti… o forse
no, mi hanno detto che si è fatta tenera ultimamente. Hai fatto bene Kurokin.
Deciderò io se e quando pensare alla Vedova Nera. Piuttosto, ho saputo che c’è
un altro supereroe che bazzica spesso da queste parti: Occhio di falco. Vi ha
mai dato noie?-
-No. In genere bazzica Coney Island. Non credo nemmeno che sappia chi
sono i proprietari di questa villa. Quando Andrei Kostantinovitch è stato
ucciso doveva essere fuori città con i Vendicatori.-
-Meglio così. Odio quando quei buffoni in costume interferiscono con le
nostre faccende. Rimarrò da queste parti giusto il tempo di sistemare alcune
cose. Hai fatto preparare il mio alloggio?-
-Tutto secondo i tuoi desideri Pakhan.-
-Molto bene. Quando mi sarò riposato penseremo agli affari.-
Il
Felino della jungla apre gli occhi per trovarsi incatenato ad una parete di
quella che, a prima vista, sembra la cantina della casa. Accanto a lui, nella
medesima posizione, il Lupo Bianco.
-Bentornato tra noi T’Challa, quasi ex
sovrano del Wakanda.-
La
voce appartiene ad Achebe e nel riprendere pienamente coscienza Pantera Nera si
dà dello stupido per averlo sottovalutato.
-Come hai fatto ad evadere Achebe?- replica
–Ripensandoci, non m’importa. Sono solo altri anni che si aggiungono alla tua
condanna.-
-Sei sempre il solito arrogante, Sacra
Pantera, io non tornerò mai nelle tue prigioni, non è vero Mr. Cilindro? “Oh si
che è vero Reverendo Achebe” Lo vedi? Lo dice anche Mr. Cilindro.-
-Tu sei pazzo Achebe, se ti arrendi adesso
ti garantisco che avrai le migliori cure.-
-Non ho bisogno di nessuna cura. Sono
perfettamente sano.-e nulla mi tratterrà dall’ucciderti.-
-Non ne sono affatto sicuro. Non vuoi dirmi
prima come si svilupperà la tua famosa congiura?-
-Ah… il solito cliché del cattivo che
spiega all’eroe i suoi piani in modo da dargli il tempo di liberarsi? Beh…
quasi quasi. Tu che ne dici Mr. Cilindro? “Diglielo pure Achebe, tanto non può
farci più nulla”.-
-Già, Achebe, dicci tutto, facci morire
contenti.- incalza il Lupo Bianco.
-Reverendo Achebe per te, aborto di natura.
Ma visto che ci tieni tanto…-
-Stai perdendo solo tempo, Achebe.-
interviene Klaw –Mi sono battuto con lui troppo spesso per non sapere che lasciarlo
in vita troppo a lungo è un errore grave.-
-Ah… lasciami divertire, impiastro. Sappi,
caro T’Challa, che non appena il tuo cadavere sarà mostrato in mondovisione… “
E non dimenticare You Tube, mi raccomando”. Zitto Mr. Cilindro. Dicevo. Non appena
il filmato della tua morte sarà diffuso in tutti i canali possibili, i miei
uomini agiranno senza indugio: qui a New York il tuo fedele Omoro sarà…
neutralizzato. Lo stesso avverrà in Wakanda con il tuo primo ministro N’Gassi e
gli altri membri del tuo governo. Contemporaneamente i restanti membri della Famiglia
Reale saranno arrestati o uccisi ovunque si trovino ed il nuovo ordine sarà
stabilito.-
-Perché coinvolgere questa gente?- chiede
il Lupo Bianco.
-Oh Loro? Mi sembrava carino coinvolgere
gente che avesse del rancore contro di te. In più Pretorius aveva i contatti
giusti per reperire i finanziamenti per quest’impresa. Le congiure costano,
sai? Certo ho dovuto promettergli di risparmiare la vita della Regina Ramonda.
Ha ancora un’insana fissazione per quella donna.-
-Achebe!.- esclama Pretorius –Non ti
permetto di…-
-Io mi permetto quel che mi pare.- replica
stizzito Achebe –Klaw, per favore…-
Il
Signore del Suono punta l’arma che sostituisce la sua mano destra e Pretorius
cade, abbattuto da una scarica sonica. Doeke Riebeeck fa per balzargi addosso, ma
una seconda scarica abbatte anche lui.
-Ecco fatto. Tanto quei due imbecilli
avevano esaurito la loro funzione.- commenta Achebe.
-Cos’hai fatto a Klaw?- chiede Pantera Nera
-Perché ti obbedisce come un cagnolino? Era già con te quando si è unito ai Signori
del male?-
-Quante domande. Per rispondere con ordine:
1) e 2) Quando l’ho ricomposto dopo la sua ultima sconfitta[5]
ho fatto in modo di inserire nel suo corno sonico un piccolo dispositivo che lo
costringesse ad obbedirmi. Una piccola assicurazione contro i tradimenti. 3)
No. Il mio uomo al tuo consolato ha trafugato l’arma sonica di Klaw ed il resto
è stata opera mia. Sono o non sono un genio?-
-Quindi le cose stanno così?-
-Esatto. Ed ora passiamo alle cose
divertenti: è ora di ucciderti t’Challa. Il Lupo Bianco sarà un bonus
aggiuntivo.-
-Non avevo bisogno di sentire altro. Sei
finito Achebe.-
-Cosa?-
La
porta della cantina si spalanca di colpo ed ecco entrare diversi uomini di
colore armati di tutto punto, con a capo un nero alto con un occhio coperto da
una benda, affiancati da un gruppetto di figure in tuta bianca.
-Vi consiglio di non muovervi.- intima
Omoro –Le nostre armi possono contrastare anche te Klaw, bastardo regicida.-
-Ben fatto Omoro.- gli si rivolge T’Challa,
poi si rivolge ad Achebe e sotto la maschera si può facilmente indovinare un
sorriso –Credevi davvero che saremmo stati tanto stupidi da venire qui da soli?
Sono sempre stato in contatto con le mie forze di sicurezza ed il Lupo Bianco
con i suoi Hatut Zeraze.-
-Ed aggiungo che abbiamo felicemente
collaborato.- interviene il Lupo Bianco –Anche se scommetto che non tutti erano
sicuri di potersi fidare gli uni degli altri. Adesso se qualcuno volesse
liberarci…-
-Klaw, uccidili tutti!- ordina Achebe e
mentre Klaw spara una sventagliata di impulsi sonici contro gli avversari,
Achebe apre un passaggio in una parete e si infila in un tunnel.
Nel
frattempo uno degli Hatut Zeraze ha oltrepassato Klaw e prima di cadere sotto
una raffica sonica è riuscito a sbloccare il meccanismo che apre le manette dei
prigionieri.
-A Klaw penso io.- grida il Lupo Bianco a
T’Challa –Tu non farti sfuggire Achebe.-
T’Challa
non dice nulla, si tuffa nel tunnel e rincorre il suo avversario. Achebe sente
i passi in corsa del suo nemico. Si volta e punta il suo pupazzo contro
T’Challa. Dagli occhi del pupazzo escono due raggi gemelli. Pantera Nera fa una
serie di capriole, evita i raggi e colpisce Achebe, poi gli strappa il pupazzo
e lo schiaccia sotto il tallone destro.
-hai distrutto Mr. Cilindro!- esclama Achebe
–Oh beh, mi troverò un altro pupazzo, il mondo ne è pieno.-
-Sei davvero pazzo, Achebe.- replica
Pantera Nera –Ma stavolta mi assicurerò che tu non sia più in condizione di
nuocere.-
Un
preciso diretto spedisce Achebe nel mondo dei sogni e poi T’Challa se lo carica
sulle spalle.
Nella
cantina Il Lupo Bianco ha avuto ragione di Klaw, che ora giace a terra
apparentemente svenuto.
-Non è stato difficile.- commenta Hunter
–Come vedi non ce la siamo cavata male a collaborare. Ora, se tu avessi un
briciolo di buon senso. Porresti fine al problema eliminando i tuoi avversari
una volta per tutte e scommetto che il buon Omoro sarebbe d’accordo con me… ma
non è il tuo stile, non è vero?-
-Sai già la risposta Hunter.- ribatte
T’Challa –Saranno tutti trasferiti in Wakanda per essere giudicati secondo le
nostre leggi.-
-Abbiamo trovato un elenco dei congiurati.-
interviene Omoro[6]
–Ho già provveduto a trasmetterlo a W’Kabi, provvederà lui a farli arrestare
tutti, compresi quelli che si preparavano ad attentare ai principi all’estero.-
-Ben fatto Omoro.- T’Challa si rivolge al
Lupo Bianco –Abbiamo collaborato bene insieme, è vero, e potremmo ancora farlo
in futuro. Dipende solo da te e dalle tue azioni se la prossima volta ci
incontreremo da nemici o da fratelli.-
-Ci penserò su.- replica il Lupo Bianco
–Ora, se vuoi scusarmi, ho accantonato un lucroso contratto per occuparmi di
questa faccenda ed è ora che ricominci a pensare al mio conto in banca. Un
giorno di questi ci rivedremo, ci puoi scommettere… fratello.-
-Ci conto… fratello.-
Il
Lupo Bianco si allontana seguito dai suoi Hatut Zeraze e T’Challa resta ad
osservarlo finché non scompare, poi si rivolge ad Omoro:
-Portiamo via di qui questi idioti. Non ci
resta molto tempo prima che arrivi la Polizia e non voglio dare spiegazioni
imbarazzanti per tutti. Muoviamoci: è finita.-
Quando scendo in cucina
per prepararmi la collazione del mattino ho la sorpresa di trovarci T’Challa,
la Pantera Nera, che si sta preparando un caffè. Sorpresa per modo di dire,
visto che avevo avvertito la sua presenza ben prima di scendere le scale.
-Buongiorno Matt, tutto bene?- mi saluta.
-Abbastanza. Ho avuto una serata movimentata, ma
mi capita spesso e tu?-
-Decisamente movimentata.- replica lui con un
sorriso
Mi
racconta del suo scontro coi suoi nemici avvenuto, ironia del destino, solo a
pochi metri da qui.
-Li hai fatti trasportare nel tuo consolato e
poi in Wakanda? Questo è decisamente… irregolare.-
-Se li avessi consegnati alle autorità del tuo
paese non sarebbero mai stati puniti per il complotto contro di me, ma solo per
il mio rapimento.- ribatte T’Challa –La giustizia del mio paese sarà rapida ed
efficiente.-
-Uhm, può darsi. Non conosco il sistema
giudiziario wakandano, ma…-
-Basta così, Matt, tu sei un amico, ma non
spetta a tre sindacare le mi decisioni di sovrano.
-Hai ragione… ma quelle di un amico, beh credo
di avere il diritto di farlo.-
T’Challa
abbozza un sorriso.-
-Si, te lo concedo. Stai tranquillo. Ti prometto
che saranno trattati con equità e giustizia.-
-Ed io voglio crederti, T’Challa. Dico con convinzione. –Adesso tornerai in
Wakanda?-
-Non ancora. Ho ancora qualcosa da fare qui ed
ho per te anche un invito ad una festa. Tu hai uno smoking, vero?-
Certe
volte il mio vecchio amico mi sorprende.
4.
La signora ha molti
nomi: nel suo paese d’origine, la Russia, è Natalia Alianovna Romanova, negli
Stati Uniti è semplicemente Natasha Romanoff, nell’ambiente delle spie e dei
supereroi è la Vedova Nera. Per me… beh, diciamo che è sempre stato più di
un’amica. Probabilmente è per questo che quando mi faccio vivo sul terrazzo del
suo attico senza essermi preannunciato non mi sbatte di sotto con un calcio.
-Qual buon vento ti
porta da queste parti, Matt?- mi chiede
Abbasso la mia maschera e sorridendo
rispondo:
-Non potrei solo aver
voglia di vederti?-
-E che ne direbbe la
cara Miss Harris?- ribatte ridacchiando Natasha –A proposito, la frequenti
ancora?-
-Uh… è un po’ che non
la vedo, in effetti.- Non sto nemmeno a pensare all’incongruità della mia
affermazione ed alle tante trappole, che ci tende il linguaggio comune: sono
decenni che non vedo realmente nessuno, ma ci sono espressioni a cui non puoi
sfuggire –Dopo che l’ho salvata dallo Spettro Nero non…- mi blocco di colpo,
mentre i miei supersensi colgono qualcosa a cui prima non avevo fatto caso.
Pochi secondi dopo un uomo più o
meno della mia età esce dal bagno. Dai fruscii che sento direi che indossa un
accappatoio, ma anche se fosse nudo per me non farebbe grande differenza,
dopotutto.
-Tasha io… oh scusa,
vedo che hai ospiti.-
L’ultima volta che ho sentito il suo
battito cardiaco indossava una leggera armatura, ma non abbastanza spessa da
schermare i suoi valori corporei ad uno dalle mie capacità.
-Salve Paladin.- gli
dico –Non sentirti in imbarazzo per la mia presenza.-
Per mia fortuna ho fatto in tempo a
rimettermi la maschera. In questo momento non ho proprio bisogno che qualcun
altro conosca la mia identità segreta.
-Non è facile mettermi
in imbarazzo, Devil. A proposito, ti trovo bene. Quanti cattivi ha messo fuori
combattimento ultimamente?-
-Abbastanza. E tu?
Qualche buon cliente che ha bisogno di un mercenario tecnologizzato e molto
costoso ultimamente?-
Ok.- interviene
‘Tasha –basta così: c’è troppo testosterone nell’aria da queste parti. Devil,
tu volevi chiedermi qualcosa, non è vero?-
-In effetti, si ‘Tasha.
Che ne sai del Confessore?-
-Il Confessore? È un
pezzo che non ne sento parlare. Il vecchio KGB lo sottopose a trattamenti
speciali per creare il killer perfetto. L’idea era di usarlo in alternativa al
Soldato d’Inverno, ma si dimostrò ben presto troppo instabile.-
-Il Soldato
d’Inverno? E chi è? Non ne ho mai sentito parlare.-
-Un fantasma. Un
leggendario killer che i sovietici usavano per omicidi eccellenti.- interviene
Paladin –Nessuno l’ha mai visto in azione e nessuno ha mai confermato la sua
esistenza. Perfino tra i servizi segreti sovietici e le alte sfere del
Politburo non si era sicuri che esistesse davvero e non fosse una sorta di
spauracchio. Naturalmente, se esistesse ora dovrebbe avere 70/80 anni… a meno
che non sia stato impersonato da vari agenti dagli anni 50 ad oggi o sia un
superumano molto longevo.- [7]
-E tu come fai a
sapere queste cose?- esclama sconcertata la Vedova Nera –Ogni volta mi riservi
una sorpresa, Paul.-
Posso immaginare il sorriso sul
volto di Paladin.
-Mi arrangio, mia
cara… ma ci stavi parlando del Confessore.-
-Infatti. Stavo
dicendo che si rivelò presto molto instabile. Tra le altre cose, aveva
sviluppato una sorta di mania religiosa imbarazzante per i fautori dell’ateismo
di Stato. Dopo la caduta dell’U.R.S.S. scomparve. Ci fu chi disse che era stato
ibernato in un posto segreto, chi disse che era morto. Qualche anno fa ricomparve
come Killer al servizio del Pakhan della Bratva[8] della Grande Russia, una
delle più potenti organizzazioni criminali del mio paese natale, che si fa
chiamare Ivan il Terribile... Oh Boshe Moi!-[9]
-Che c’è, Tasha?-
chiede Paladin anticipandomi.
-Gerasimov era uno
dei suoi Avtorityet,[10]
il suo referente a New York. Il Confessore agiva ai suoi ordini e se anche dopo
che lui è morto ha continuato le sue esecuzioni, vuol dire che o è diventato un
cane sciolto o Ivan è intervenuto direttamente.-
-In ogni caso, sono guai, giusto?- chiedo, pur conoscendo benissimo la
risposta.
-Puoi dirlo forte.- risponde Natasha –Se ti serve aiuto, te lo darò
volentieri, anche perché, visto il mio ruolo nella morte di Gerasimov, potrei
essere uno dei prossimi bersagli.-
-Nel qual caso, mia cara, quello psicopatico dovrà vedersela anche con
me.- interviene Paladin.
Il mio istinto mi dice
che sto per giocare una partita pericolsa, ma per fortuna ho dei buoni alleati.
Ivan
il Terribile: gli piace quel soprannome. Dopotutto forse è anche più crudele dello Zar a cui si
ispira. Di una cosa è certo: è venuto negli Stati Uniti per porre fine ad una
guerra e se per farlo deve scorrere sangue, sarà proprio quello che accadrà.
Si rivolge all’uomo in
costume davanti a lui:
-Confessore, ho un ultimo compito per te.-
Mi
chiamano il Gufo, il motivo si è ormai perso nel tempo. Un tempo ero
considerato uno squalo dell’alta finanza ed ero abituato a manipolare i destini
degli uomini. Ora faccio lo stesso come Signore del Crimine della Costa
Orientale degli Stati Uniti. Un ruolo che mi sono conquistato a duro prezzo e
che devo difendere con spietatezza.
-È confermato?-
chiedo.
-Si signore.-
risponde uno dei miei subordinati –Ivan Pushkin è negli Stati Uniti.-
Mi rivolgo a Lapide, silenzioso al mio
fianco:
-Pare che avrai
l’opportunità di rifarti col Confessore.-
-Ora so cosa
aspettarmi da lui. Datemi mano libera e presto sarà morto.-
-fa tutto il
necessario. Voglio che queste inutili uccisioni finiscano. Ivan il Terribile
deve capire che non può fare ciò che vuole nella mia città e lo capirà nel modo
più duro.-
5.
Qualcosa di brutto sta accadendo in città. La
guerra che da mesi sta opponendo le mafie etniche della città sembra aver
raggiunto un’escalation senza precedenti. Qualcuno sta colpendo duro i Cinesi e
questi rispondono colpendo duro Russi, che a loro volta replicano con maggiore
violenza. Questo è il quinto posto che visito, stavolta in piena Chinatown, non
lontano dal Quartier Generale della Polizia, in cui c’è stato un bagno di
sangue che non ha risparmiato certo gli innocenti. Sto tragicamente abituandomi
a questi spettacoli e questo non va bene neppure per uno scafato cronista di
nera come me e di sicuro non va bene per Candace Nelson, troppo giovane per
abituarsi al male che gli uomini sanno infliggere agli altri uomini.
Faccio
comunque il mio dovere e raggiungo uno degli investigatori impegnati sul caso.
-Qualche idea Trevane?-
-Nessuna, Urich…- risponde il Detective
Connor Trevane dell’Unità Controllo Crimine Organizzato -… a parte che ci
aspettiamo altri morti.-
Una
profezia fin troppo facile, temo.
Sam North
ha molto su cui riflettere: le pur scarne informazioni che ha ricevuto sono a dir
poco esplosive. Non si chiede nemmeno come abbia fatto Richard Fisk ad
ottenerle, ma se sono corrette, e non ha motivo di credere il contrario, non
solo potrà smantellare una cellula terroristica, ma dare anche un colpo forse
mortale al crimine organizzato della città. Non ha molta scelta, in fondo.
Prende il telefono e compone un
numero che conosce a memoria.
-Sono io. Novità
sull’operazione Tamerlano. Grosse novità.-
T’Challa sta sempre più chiedendosi se è
stata una buona idea. Dopo tutti gli anni che è a capo del Wakanda, non si è
ancora abituato ai ricevimenti formali.
-Non essere preoccupato.- gli si rivolge con
un sorriso Monica Lynne –Non è un combattimento all’ultimo sangue con
Killmonger, ma una banale festa di fidanzamento.-
-Forse preferirei Killmonger.- replica
T’Challa –Ma ormai temo che sia troppo tardi, gli ospiti stanno arrivando. Comunque
l’abito che indossi ti sta d’incanto.-
-Adulatore. Anche tu fai la tua figura in
smoking.-
T’Challa
fa un sorriso forzato e si prepara ad accogliere gli ospiti. Ecco arrivare
vecchi amici come i Fantastici Quattro, che hanno scelto di venire in abito da
sera e non in costume, ed un po’ di Vendicatori. Perfino Tempesta ha accettato
il suo invito, nonostante l’imbarazzo che deve aver provato, ed è venuta
accompagnata dalla Bestia. Ora sta arrivando Matt Murdock assieme alla sua
socia Becky Blake ed altra gente ancora. Sarà una bella serata e con Achebe ed
i suoi compari fuori combattimento nulla dovrebbe andare storto… e allora
perché sente questa sensazione di pericolo incombente?
FINE SETTIMA PARTE
NOTE DELL’AUTORE
Eccoci
giunti alla fine anche di quest’episodio. Nulla di particolare da dire, tranne:
1)
Il Reverendo Michael Achebe, geniale e completamente pazzo, è una
creazione di Christopher Priest, Joe Quesada & Mark Texeira. Più volte ha
tentato di spodestare T’Challa con piani sempre più improbabili ed ha
regolarmente fallito. Anche stavolta non è andata diversamente.
2)
Anton Pretorius, ricco sudafricano e pezzo grosso dell’ormai defunto
governo dell’Apartheid, è una vecchia conoscenza di T’Challa. Quando lui era
ancora un bambino, Pretorius aveva fatto rapire la matrigna di T’Challa,
Ramonda, seconda moglie di T’Chaka e madre degli altri due suoi figli, di cui
si era innamorato follemente nonostante fosse una nera. Solo dopo molti anni
T0Chalkla venne a sapere che Ramonda, che aveva sempre considerato come una
versa e propria madre, era ancora viva ed affrontò Pretorius riuscendo a
liberarla. Dopo questa prima apparizione in un bellissimo serial su Marvel
Comics Presents, nel 1988/1989, ad opera di Don McGregor & Gene Colan &
Tom Palmer, Pretorius è riapparso in WoirldWatch, alleato di Achebe. A quanto
pare, non ha ancora perso il vizio. -_^
3)
Ivan il Terribile, alias Ivan Pushkin è stato creato da Jorge Gonzales
& Jim Cheung sulla serie inedita in Italia dedicata a Maverick. Su di lui
non c’è molto da dire a parte che è spietatissimo ed ama il lusso e le belle
donne, ma sono cose quasi scontate… o no?
Nel prossimo episodio tutte le trame
accumulate in 49 numeri verranno finalmente al pettine e sapremo il fato di
Kingpin, del Gufo, di Richard Fisk, Cheryl Mondat, del Confessore e tanti
altri… a e non dimentichiamo la festa di fidanzamento di T’Challa e Monica
Lynne a cui speriamo che vi divertirete. Dopodiché, ci sarà rimasto
qualcos’altro da narrare? Noi speriamo di si e vi invitiamo a continuare a
seguirci.
Carlo
[1] È avvenuto nell’episodio n° 47.
[2] Madrepatria in Russo.
[3] Il Punitore in Marvel Knights #47.
[4] Equivalente di Padrino nella mafia Russa
[5] In Vendicatori MIT #76.
[6] Ministro della Difesa e capo della sicurezza di Wakanda.
[7] In realtà il Soldato d’Inverno esiste e se volete saperne di più su di lui e sul segreto della sua longevità dovete leggere la miniserie Steve Rogers Super Soldier di Carmelo Mobilia.
[8] Fratellanza, il nome dato alle “famiglie” della Mafia Russa.
[9] Mio Dio in Russo.
[10] Autorità o Brigadiere, secondo in comando del Pakhan.