L'UOMO SENZA PAURA
N° 47
(PARTE
QUINTA)
Di Carlo Monni
1.
Il mio nome è Ben Urich, sono un
giornalista ed occasionalmente scrivo anche dei libri. Potreste anche trovarne
almeno uno nella lista dei best sellers se cercate abbastanza a lungo. Il mio
mestiere è raccontare storie e stanotte potrei star raccontando l’ultima.
Come mi capita spesso sono ancora al
lavoro in redazione. Il primo ad arrivare e l’ultimo ad andarsene: dicono che
sia il mio motto e non hanno tutti i torti in fondo, ma, e non è la prima volta
che mi capita, devo dire, potrebbe costarmi un prezzo salato. Qualcosa di freddo e
duro si posa sulla mia nuca ed una voce ancora più fredda e dura, una voce che
conosco fin troppo bene, per mia disgrazia mi sussurra all’orecchio:
-Buonasera, Mr. Urich, mi servono
informazioni su un certo killer e sono certo che lei me le darà volentieri… se
vuole tornare a casa sano.-
-Sei come l’erba cattiva, Bullseye…- gli
rispondo cercando di non far trapelare il mio nervosismo, cosa che temo non mi
riesca molto bene -… non muori mai, purtroppo.-
Il
Killer dal costume azzurro ed un bersaglio dipinto sulla fronte del suo
cappuccio ride.
-Non sono mai stato facile da uccidere,
Urich…- mi dice -…come sa molto bene il nostro comune amico che va in giro
vestito da diavolo, ma ora veniamo agli affari: ho bisogno di informazioni, ti
ho detto, se me le darai vivrai abbastanza per vedere l’alba e tornare da tua
moglie. Per i giorni successivi non posso garantire nulla.-
-Davvero gentile da parte tua.- replico –E di
quale killer parli? Ce ne sono tanti in circolazione. Ci sono dei pazzoidi che
vanno in giro ad uccidere super criminali di serie B, c’è il Mangiapeccati, il
cui bersaglio sono i poliziotti corrotti, e poi c’è quello ha ucciso un po’ di
politici e procuratori. Tra cui Connie Ferrari. Scommetto che è di lui che
t’importa e se è così, potevi risparmiarti la fatica: di lui non si sa nulla, è
solo un’ombra sfuggente.-
Un
risolino alle mie spalle mi raggela il sangue:
-Mi deludi Urich, vuoi forse dirmi che
nessuno dei tuoi contatti tra le forze dell’ordine si è sbottonato con te?
Difficile da credere. Forse hai bisogno di essere incoraggiato un pochetto.-
Qualcosa
di freddo e tagliente spinge contro il mio collo e sento un rivoletto di sangue
scorrere verso il colletto della camicia.
-D’accordo.- rispondo –Stando a quanto ho sentito
dire, c’era un tratto distintivo nei proiettili estratti dalle vittime:
un’incisione a forma di croce sulla punta.-
-Una firma… di chi?-
-Nei circoli delle mafie russe si parla di un
killer chiamato il Confessore che ama firmare le sue uccisioni con i simboli
della religione Ortodossa. Lo chiamano il Confessore e nessuno sa chi sia.
Qualcuno dice che è un prete espulso dalla chiesa per certe sue idee radicali
su come trattare i peccatori, altri dicono che è un ex operativo del KGB
riciclatosi come killer dopo lo scioglimento di quel servizio, altri ancora
dicono che è il reduce di un programma segreto per creare super soldati
smantellato dal nuovo regime post sovietico. Tutte le storie sono concordi nel
dire che è uno psicopatico senza più un saldo contatto con la realtà. A me
ricorda qualcuno e a te?-
Un’altra
risatina
-Sei divertente, Urich. Ed i tuoi contatti
dicono per chi starebbe lavorando questo Confessore? Non che non ci sia già
arrivato da solo s’intende.-
-Pare che qualche tempo fa abbia fatto dei
“lavoretti” per Ivan il Terribile, il grande capo della mafia russa.-
-Ed il referente americano di Ivan il
Terribile è Andrei Gerasimov. Tutto torna: solo i russi sarebbero tanto pazzi
da voler morti poliziotti, politici e pubblici ministeri. Non era poi così
difficile da capire in fondo. Bene. Credo che cercherò questo Confessore e poi
vedremo chi di noi due tornerà a casa. Fossi in te, non scommetterei su di lui,
Urich.-
-Aspetta! Perché ti interessi a lui? Per chi
stai lavorando?-
Ma
quando mi volto, Bullseye è scomparso come se non fosse mai stato lì.
Un’abitudine diffusa tra quelli che vengono a trovarmi senza passare dalla
porta, pare.
Sospiro
e vado a cercare un disinfettante ed un cerotto.
Quando rientriamo a casa è quasi l’alba. Scivoliamo giù dal lucernario,
un’accortezza necessaria quando hai un’identità segreta da proteggere.
È stata una giornata lunga e difficile anche per due supereroi scafati
come Devil e Pantera Nera. Non capita tutti i giorni di partecipare al
salvataggio di quasi tutti i Vendicatori dalle grinfie di almeno una trentina
di supercriminali riuniti sotto l’altisonante nome di Signore del Male.[1]
Mi sfilo la maschera e comincio a scendere le scale.
-Ti va di prendere
qualcosa prima di andare a dormire?-, chiedo al mio ospite –Dovrei avere ancora
qualcosa in frigo.-
T’Challa, re del Wakanda, Pantera
Nera si concede un sorriso.
-In effetti, qualcosa
da mettere sotto i denti non mi dispiacerebbe.- risponde.
Un attimo dopo il suo volto si
rabbuia di nuovo.
-Il nostro piano per
intrappolare il Lupo Bianco è fallito. Sicuramente ci stava osservando e non
cadrà nella stessa trappola.-
-Da quel che mi hai
detto, questa specie di tuo fratello adottivo ti odia abbastanza da riprovare
ad ucciderti. Nella mia esperienza questo tipo di atteggiamento porta
inevitabilmente a dei passi falsi. Vedrai che lo incastreremo. Non ti dispiace,
però se ci pensiamo domani, vero?-
-No di certo. Abbiamo
entrambi bisogno di riposare ed io devo anche contattare Monica[2],
se la conosco, sarà preoccupata, anche se ha visto l’ultimo TG.-
-Se vuoi usare il mio
telefono…-
Ma T’Challa ha già tirato fuori dalla
cintura un sofisticatissimo telefono di ultima generazione progettato e
realizzato dal fior fiore dei tecnici wakandani e già non bada più a me. Ah
l’amore! Il che mi ricorda che non sento Debbie[3]
da un bel po’. Forse sarebbe il caso che mi facessi vivo con lei.
Richard Fisk si alza silenziosamente dal letto e lancia un’occhiata alla giovane donna bionda ancora addormentata. Una parte di lui si sente in colpa nei confronti di Candace Nelson per come la sta manipolando e per il fatto che inevitabilmente le spezzerà il cuore, ma cerca di non pensarci. Quando i suoi piani saranno completati niente altro avrà più importanza, si dice, e se lo ripete abbastanza forse ci crederà.
Esce dalla camera, compone rapidamente un numero sul suo cellulare.
-Sono io.- dice –Sta andando tutto come previsto. Possiamo dare il via alla seconda fase adesso.
Si versa da bere e poi torna in camera da letto dalla donna che sta ingannando.
2.
Quando il telefono
comincia a trillare io sono già sveglio. Di solito basta il primo raggio di
sole del mattino a destarmi oppure i rumori provenienti dall’esterno. Prima
ancora che squilli, in realtà io ho già percepito l’arrivo della telefonata ed
afferrato la cornetta.
-Ciao Matt…- mi dice
la voce di Becky Blake -…scusa se ti disturbo così presto, ma sono appena
arrivata in ufficio ed ho trovato in segreteria una telefonata dalla Volta. C'è
un certo Freeman che dice di aver bisogno di te.-
-Freeman?- quel nome
mi evoca ricordi non proprio piacevoli -Digli…no, aspetta: arrivo immediatamente.
Dammi una mezz’ora.-
-Mezz’ora? Col
traffico di Manhattan? Come pensi di fare?-
-Tranquilla: ho i
miei mezzi.-
Kathy Malper si rigira tra le mani un berretto da baseball e pensa con nostalgia ai tempi in cui non aveva responsabilità se non verso se stessa. Accettare l’incarico di Capo della Divisione Penale della Procura degli Stati Uniti per il Distretto Sud dello Stato di New York era stato un atto che la sua coscienza le aveva imposto ma ora comincia a pentirsene. Molti suoi colleghi avrebbero fatto carte false per raggiungere la sua posizione, ma lei st cominciando a trovare la situazione snervante. Troppa politica, troppa burocrazia. Ci sono giorni in cui le sembra che il suo lavoro consista nel camminare sulle sabbie mobili per poi finire in un campo minato.
E che dire della sua vita privata? Ma ha una vita privata ormai. Da quanto tempo non esce con un uomo? Perfino quella sua sciocca (o così le pare adesso, all’epoca non la trovava tanto infantile) infatuazione per Devil andrebbe bene adesso. Certo, prendersi una cotta per un uomo che porta una maschera va bene per la fatua protagonista di un fumetto d’altri tempi, non certo per una donna responsabile e moderna come lei. Visto che è tanto moderna, forse dovrebbe frugare nella sua rubrica. Ci sarà pure uno straccio d’uomo con cui…
Il corso dei suoi pensieri è interrotto provvidenzialmente dall’arrivo del suo assistente.
-Spero che ci sia un motivo serio per entrare senza bussare Milton.- dice al giovanotto –Ma non dirmi che c’è stato un altro omicidio eccellente, ti prego.-
-Veramente signora… io…-
-Punto primo: non balbettare, non mi piacciono gli uomini che balbettano. Punto secondo: non chiamarmi signora. Chiamami Miss Malper, chiamami avvocato o, se proprio devi, chiamami anche capo o, ma non signora o ti rimando all’università immediatamente. Sono stata chiara?-
-Ehm, si signora… cioè … voglio dire…-
-Lascia stare e dimmi finalmente quali sono le novità.
-Temo che non le piaceranno sign… voglio dire capo.-
-E quando mai ci sono belle novità in questo la voro? Spara.-
Ed effettivamente quello che il suo assistente ha da dire non piace affatto a Kathy Malper.
Ultimamente mi
ritrovo sulla scena di più omicidi di quanto mi piaccia. D’altra parte, sono un
cronista di nera di uno dei più importanti quotidiani di New York, è il mio
lavoro. La scena stavolta è un ristorante cinese situato a poca distanza dal
quartier generale della Polizia e che secondo certe voci era la facciata di
delle più potenti triadi della malavita cinese. Qualcuno ha fatto una vera e
propria strage si direbbe. Quando io e Candace Nelson arriviamo stando
sgombrando gli ultimi cadaveri e si sta allontanando anche il medico legale di
turno, una graziosa biondina con gli occhiali, Tra i presenti c’è anche il
Commissario di Polizia Arthur Stacy e dire che non è di buon umore è un
delicato eufemismo.
-Che può dire alla stampa, commissario?- gli
chiedo.
-Che posso dire?- Replica Stacy –Che c’è una
guerra in corso, ecco cosa ed i cittadini per bene sono presi nel mezzo.-
-Crede che sia una specie di risposta dei
russi all’assassinio di Alexei Gerasimov per mano del Punitore la settimana
scorsa?-[4]
-Certo che può essere.- replica Stacy –O può
essere un altro atto della faida in corso tra i Jong e la Yakuza.[5] Tutto
può essere in questa dannata città e questo può anche scriverlo, Urich.-
Ed
è proprio quello che farò.
3.
Il felino della Jungla si muove per i
canyon di cemento, vetro e acciaio della metropoli. Una parte di lui non ama le
città, preferirebbe la vera jungla. Un’altra parte si rende ben conto che
quella d’asfalto in fondo è una jungla come tutte le altre e lui ci si può
trovare a suo agio come in qualunque altra. Nelle ultime settimane Pantera Nera
ha morso un po’ il freno limitandosi a controllare i movimenti dei suoi
avversari. Se il Lupo Bianco sembra sparito senza lasciare tracce, Doeke
Reebeck, un tempo arrogante capo della Polizia Segreta di un regime razzista
che non esiste più, si è rivelato una pista interessante. Lo ha tenuto sotto
controllo per un bel po’ e con un po’ di fortuna, stasera T’Challa saprà se i
sospetti che ha cominciato a nutrire sono esatti e cosa c’è dietro a questa
sciarada iniziata con l’omicidio di un giovane diplomatico wakandano.
Ed ecco che proprio in quel momento gli
si para davanti un velivolo che curiosamente somiglia ad una vasca da bagno.
-Si può sapere
che cosa vuoi Richards?- chiede all’uomo alla guida con un tono seccato.
-Mi dispiace
disturbarti, T’Challa...- risponde Reed Richards, capo dei Favolosi Fantastici
Quattro -… ma si è appena presentata un’emergenza di livello mondiale e c’è
bisogno delle tue capacità per analizzarla.-[6]
T’Challa vorrebbe rispondere con un
secco no: ha già abbastanza problemi per conto suo e delle responsabilità
personali a cui far fronte, ma poi ci ripensa: Reed Richards è uno degli uomini
più intelligenti del pianeta, forse il più intelligente, se dice di aver
bisogno del suo aiuto la situazione deve essere davvero seria. Sospira e
risponde:
-D’accordo. Dove
dobbiamo andare?-
-Seguimi e ti
spiegherò tutto.
Pantera Nera sale a bordo della
Fantasticar ed appena a bordo alza di scatto la testa. I suoi sensi acutissimi
hanno percepito qualcosa: un odore, un suono forse, ma è già svanito come se
fosse stato solo un’illusione.
Non lontano da lui il Lupo Bianco
sogghigna divertito. Il momento del confronto si avvicina
Il clima in Tribunale
non è dei migliori. Al momento, approfittando di una pausa nelle udienze,
stiamo tutti seguendo l’evolversi di una specie di rivolta nel carcere per
supercriminali chiamato La Volta, dove si dà il caso che si trovi la mia socia
Becky Blake.[7]
-Non avrei dovuto
lasciarla andare a trattare con quei balordi della Villains LTD.- mi lascio
sfuggire –Dovevo occuparmene personalmente.-
-Con tutto il
rispetto, Matt…- mi si rivolge Bernadette Rosenthal, una delle associate del
mio studio legale -… cosa avresti potuto fare più di lei?-
Non è proprio il caso di rivelare a
Bernie che io sono Devil e che qualcosa avrei potuto combinare.
Improvvisamente ecco che nel bel
mezzo del salone si apre una sorta di buco nero e ne spunta proprio Becky.
-Oh Cielo!- esclama
Bernie –Ma cosa…?-
Becky sembra frastornata e biascica
frasi senza senso. A quanto sembra Switch l’ha riportata a casa. Immagino che dovrei
essergli grato per questo, ma ne riparleremo se e quando torneremo ad
incontrarci.
Dall’alto
della mia fortezza guardo il mio piccolo regno, un regno di criminalità e
corruzione che difenderò da ogni attacco.
Il mio nome è Leland Owlsley, ma fin da
quando ho mosso i miei primi passi nel mondo dell’alta finanza, sono stato
soprannominato il Gufo, un nomignolo che voleva essere dispregiativo, ma che ho
adottato come un titolo d’onore. Ho comprato e venduto società e uomini e
quello che non ho potuto comprare l’ho distrutto. Solo una cosa mi mancava: il
dominio del mondo criminale e finalmente l’ho raggiunto. C’è chi è insofferente
o si oppone apertamente al mio domino, certo, ma le sfide mi stimolano e
sporcarmi le mani in prima persona non mi è mai dispiaciuto.
Il mio problema attuale è la guerra tra
bande. Ero riuscito ad unificare le varie bande criminali ed il Maggia mi ha
accettato come legittimo successore di Wilson Fisk, il Kingpin del Crimine, poi
sono arri vati i russi. Uccidono indiscriminatamente chiunque ritengono un
ostacolo ai loro affari ed hanno scatenato un’indebita attenzione delle
autorità e della stampa. Se il Punitore non avesse ucciso quell’idiota di
Alexei Gerasimov ci avrei pensato io. Quello psicopatico mi ha fatto un favore
in fondo, ma non prima che per colpa sua rischiassi di perdere uno dei miei
collaboratori più preziosi.
-Lieto di
rivederti in forma, Lapide.- dico al massiccio albino che sta arrivando alle
mie spalle.
-Grazie signore.- risponde con quella sua inquietante voce
sussurrante che è peggiorata dopo il suo recente bagno nel fiume[8]
-Mi dispiace solo di non
essere riuscito ad eliminare il Confessore.-
-Avrai modo di rifarti presto, credimi
-Di sicuro crederà che sono annegato. Potrò usarlo a mio vantaggio se sono
furbo.-
-Non essere impaziente. L’impazienza è stata spesso
la mia rovina, ma ho imparato la lezione.-
Sotto
gli occhi di Lapide mi tuffo e mi lascio trasportare dalle correnti
ascensionali. Questo è il mio potere, la vita per cui sono nato.
4.
Nel mio tipo di
lavoro, quello che faccio quando indosso il costume rosso, intendo, un buon
informatore è spesso necessario.
Quello che preferisco è un criminale
di piccolo cabotaggio di nome Turk. Non combina granché ma spesso riesce a
sapere tutto quello che mi serve. Spero che sia così anche stavolta. Quando lo
trovo sta armeggiando attorno alla portiera di un’auto che non è sua.
-Il furto d’auto è un
reato serio, non lo sai Turk?- gli dico arrivandogli silenziosamente alle
spalle.
Lui fa un salto come il personaggio di un cartone animato ed io lo
afferro per la collottola.
-Che… cosa vuoi
Devil?- mi chiede.
-Oh, il solito:
informazioni.
-Io… io non so
niente.-
-Davvero? Io
scommetto il contrario. C’è un killer russo, lo chiamano Confessore, voglio
trovarlo.-
-Ma non so dove sia.
Nessuno lo sa. I russi non fanno affari con quelli come me. Hanno il loro giro
quelli. Perché non chiedi alla tua amica, la Vedova Nera, lei ne dovrebbe
sapere qualcosa. Dicono che c’entri con la morte di quel russo, Grassimosky.-
-Gerasimov. Coraggio
Turk, qualcosa devi aver sentito.-
-Beh… dicono che ha
affrontato e ucciso Lapide nella zona dei docks un paio di settimane fa.-
-Lapide eh? Un tipo
difficile da uccidere, ma è anche vero che non lo si vede in giro da un po’. Meglio
di niente. Andrò a dare un’occhiata.-
-Dicono che anche
Bullseye lo sta cercando.-
Sorrido.
-Bullseye? Sarà
interessante rivederlo. Ed ora fila, Turk e sta lontano dalle auto, ci siamo
capiti?-
Tossisco
e mi ripeto che il fumo mi ucciderà uno di questi giorni. Il che sarebbe
ironico, visto quante volte sono sopravvissuto nonostante qualche pazzoide
cercasse di farmi la pelle. Il mio problema è che ho il vizio di impicciarmi di
cose spesso pericolose e di non dare retta agli avvertimenti di chi vorrebbe
che non mi impicciassi dei suoi affari. Non sono l’unico. Per esempio c’è
l’uomo di colore di nome Willie Lincoln che vedo uscire dal suo appartamento,
affiancato come al solito dal suo cane guida.
Willie Lincoln è cieco, ma questo
non lo ha fermato dall’essere uno dei migliori detective privati della città.
Un tempo, prima dell’incidente che lo ha privato della vista, era uno dei
migliori investigatori del Dipartimento di Polizia ed il suo talento non se n’è
andato con gli occhi. Molti tendono a sottovalutarlo: che pericolo può mai
rappresentare un cieco con il suo cane? Pensano. Ma Willie ha imparato a
muoversi nel buio ed anche se non ha i sensi ipersviluppati del mio amico Matt
Murdock, sa cavarsela molto bene. Mi saluta accennando un sorriso.
-Urich, dovresti
davvero cambiare il tuo dopobarba, è orribile.-
-Me lo dice anche
Doris.- replico –Dovrei decidermi a darle retta… su un sacco di cose. Che c’è
di nuovo, Willie?-
-Credo di avere una
pista su quell’organizzazione di estrema destra su cui indagavo.- mi risponde
–Devo incontrarmi con un tizio che forse può darmi una dritta.
-Mi auguro che tu
sappia cosa stai facendo.- gli dico –Quella gente non va troppo per il sottile.
Il tuo ultimo informatore l’hanno fatto fuori, ricordi?[9]
Credevo che ormai avessi rinunciato a trovare il suo assassino.-
-Mi conosci troppo
bene Urich, credi davvero che rinuncerei facilmente?-
Ovviamente scuoto la testa
-Ok. Ma almeno il
tuo amico, l’ex detective Byrd, verrà con te.-
Adesso è il turno di Willie di
scuotere la testa.
-No. A quanto pare
è occupato in qualche altro affare, ma io e Wolf ce la caveremo lo stesso da
soli, vero Wolf?-
Il suo Pastore Tedesco abbaia in
risposta.
-Non da solo.-
ribatto –Verrò con te e non accetto obiezioni.-
Decisamente so come mettermi nei
guai.
Franklin Edward Nelson Jr. chiamato “Foggy” dagli amici è, per certi versi, un uomo sorprendente. Non lasciatevi ingannare dalla sua aria da bonario ciccione. Potrà avere una passione eccessiva per il buon cibo (ed anche per quello “spazzatura” a dire il vero) e combattere una quotidiana battaglia con il colesterolo in eccesso, ma da quando ha assunto l’incarico di Procuratore degli Stati Uniti per il Distretto Sud dello Stato di New York, ha dimostrato un’integrità morale davvero notevole. Alcuni direbbero che non è un uomo coraggioso, ma se è vero che ha spesso paura, ha sempre finito per perseguire la scelta che riteneva giusta anche se poteva essere pericolosa per la sua incolumità e non è questo il coraggio?
Stasera Foggy si è concesso una sorta di pausa dai suoi doveri d’ufficio. Se partecipare ad un galà di beneficienza al Lincoln Center rientra nella definizione. Il colletto di questo dannato smoking stringe troppo, pensa.
-Stai mangiando troppe tartine, Foggy.- a parlare è stata la sua accompagnatrice, Elizabeth Allen Osborn, splendida in un abito da sera nero che fa risaltare i suoi meravigliosi capelli biondi –Non fa bene alla tua forma fisica.-
Foggy deglutisce in fretta. Un po’ imbarazzato. A dire il vero, non può fare a meno di chiedersi cosa ci trovi una donna come Liz in un goffo avvocato decisamente sovrappeso come lui.
La vita è buffa: l’ha fatto innamorare della vedova di un giovanotto che era figlio di un uomo sospettato di essere un pericoloso supercriminale psicopatico.[10] Il marito di Liz è morto a causa della stessa formula che gli aveva donato superpoteri e l’aveva fatto impazzire. La stessa forma di pazzia da cui afferma di essere guarito l’uomo che lo sta osservando mentre sorseggia una coppa di champagne. Goblin o no, Norman Osborn rimane un uomo inquietante.
-Come mai Matt, non è qui?- gli chiede Liz.
-Oh, lo conosci.- Ribatte Foggy –Ha sempre qualcosa da fare.
Correre dietro a qualche criminale nei panni di Devil, magari. La vita è buffa dicevamo: Foggy esce con la nuora di un supercriminale ed il suo migliore amico è segretamente un supereroe. Il destino è davvero strano
Più di quanto Foggy Nelson pensi, a dire il vero, perché senza che lui lo sappia, da un punto non troppo lontano un mirino telescopico lo sta inquadrando ed un dito guantato sta sfiorando un grilletto pronto a far fuoco.
Non lo sa, pensa il Killer chiamato Confessore, ma anche se lo sapesse, non farebbe gran differenza: è praticamente già morto.
5.
La vita può
essere complicata in un luogo come Hell’s Kitchen. Possono aver deciso di
rinominarlo Clinton ed averlo riqualificato, ma certe cose non cambiano mai
davvero ed io dovrei saperlo. Poco più di due settimane fa ho trovato nella mia
chiesa un uomo quasi agonizzante e poco dopo sono piombati dentro due teppisti
armati di coltello forse i suoi aggressori, non ho avuto il tempo di
chiederglielo perché mi hanno aggredito[11].
Per loro sfortuna non sapevano che prima di divenire prete sono stato ad un
passo dal vincere il titolo mondale dei pesi massimi, ora credo che non lo
dimenticheranno facilmente.
L’uomo che hanno aggredito ora
sta bene o almeno così mi dicono, ma c’è mancato poco che lo uccidessero.
Quanto a chi sia e perché si trovasse nella mia chiesa, non ci sono indizi.
Forse era solo un vagabondo, ma non so perché, la cosa non mi soddisfa.
Continuo a pensare che dovrei parlargli, ma ho altro per la testa. Oh nel caso
non lo sapeste, Mi chiamo Gawaine, Padre Gawaine e sono un sacerdote cattolico,
scelta non insolita per un irlandese di New York, si diceva un tempo, oggi
molto di meno, pare.
Nel refettorio del nostro centro
di assistenza, Suor Maggie sta servendo i pasti del giorno ai non pochi
derelitti che ci sono in giro, molti dei quali sono frutto della recente crisi.
-Ciao,
Kid.- mi saluta Pop Fenton, il mio ex allenatore ed ora gestore della Palestra
Fogwell, l’unico che mi chiami col mio soprannome da pugile –Come va ragazzo?-
-Mi sembra
un po’ preoccupato o sbaglio?- interviene Maggie.
-Beh…-
inizio a dire -… proprio preoccupato no, ma ho una sensazione strana... come se
dovesse succedere presto qualcosa.-
-È quella
specie di portale là fuori.- commenta Pop –Ci rende tutti nervosi.-[12]
Forse ha ragione, ma io ho la
sensazione che ci sia dell’altro e che quando scoprirò cos’è non mi piacerà
troppo.
Il dito del Confessore si tende, il colpo è pronto ad essere sparato, poi qualcosa colpisce la canna del suo fucile ad alta precisione. Uno shuriken.
-Deliziosi aggeggini, vero?- dice una voce sarcastica –Ho imparato ad usarli da una ragazza che ho ucciso. Peccato che non sia rimasta morta a lungo.-
Il confessore si volta di scatto per trovarsi davanti Bullseye.
-Nessuno uccide nessuno da queste parti.- continua Bullseye -… a meno che non sia io a farlo, s’intende.-
Il Confessore non risponde e scaglia sul suo avversario due coltelli che Bullseye afferra a mezz’aria.
-Carino il tema religioso di questi gingilli.- dice –Una croce ortodossa, giusto? Vediamo come te la cavi se te li rimando.
Il Confessore si nuove rapidamente evitando entrambi i coltelli, poi scaglia contro Bullseye un rosario che teneva attorcigliato al polso. Bullseye lo evita ma i grani del rosario esplodono sbilanciandolo.
-Rosari esplosivi? Molto kitsch, ma non sono bastati a fermarmi. Ed ora che ne dici se prendo io l’iniziativa, Mr. Forte e Silenzioso?-
-Io dico che ora vi fermerete entrambi.-
Bullseye si gira verso il punto da cui è venuta la voce a lui ben nota.
-Devil!- esclama –Mancavi soltanto tu alla festa.-
-La festa è finita.- replica l’Uomo Senza Paura.
A volte la fortuna
aiuta. Certo, l’idea era quella di rilassarmi un po’ ad un party, una volta
tanto, e rimandare a domani la caccia al Confessore, ma il destino ha deciso di
farmi imbattere proprio in lui. Certo Bullseye è un bonus non previsto.
-La festa è finita.- ribadisco.
-Sei sempre il solito guastafeste.- ribatte
Bullseye lanciandomi addosso qualcosa –E pensare che ti ho appena fatto un
favore impedendo che il russo uccidesse il tuo amico Nelson.-
Evito
una monetina che se mi avesse colto mi avrebbe schiacciato la carotide e salto
contro di lui.
-Cosa c’è Bullseye?- gli chiedo –Vuoi passare
dalla parte dei buoni o è stata solo gelosia professionale?-
Lui
è svelto a scartare ed usare la mia stessa spinta per farmi volare sopra la sua
testa. L’inerzia mi porta oltre l’orlo del tetto, ma sono svelto ad aggrapparmi
al cornicione.
-Pensandoci bene…- risponde Bullseye -… direi
più la seconda. Mi ci vedi ad entrare
nei Vendicatori? Che noia. Perderei la pura poesia di una bella uccisione.-
Il
suo piede si posa sulla mia mano destra.
-Potrei farti cadere. Tu una volta l’hai fatto
con me, ricordi? Sopravvivresti ad una caduta da così in alto mi chiedo. Beh
magari con l’aiuto del tuo fido bastone…-
Entrambi
ci siamo dimenticati del Confessore, almeno finché non sento l’impercettibile
(per chiunque, ma non per me) rumore del percussore che colpisce una
pallottola. Sento Bullseye voltarsi, ma è troppo tardi: il colpo è stato esploso
e non è diretto a nessuno di noi due.
La
pallottola speciale attraversa uno spazio lunghissimo per raggiungere il suo
bersaglio designato: il mio migliore amico, Foggy Nelson ed io non posso fare
nulla per fermarla. Nulla!
FINE QUINTA PARTE
NOTE DELL’AUTORE
Cosa
c’è di meglio che finire con un bel cliffhanger? Nell’attesa del prossimo
episodio, vediamo di chiarire qualche punto che potrebbe essere rimasto oscuro.
1)
Viene
ripresa dopo tanto tempo la trama delle indagini di Willie Lincoln per individuare
i membri di una cellula di estrema destra che è la probabile responsabile
dell’omicidio di un suo informatore. Come direbbe il Tenente Colombo, i fili
sparsi vanno riannodati prima o poi.
2)
Il
Detective (o meglio ex Detective) Nathaniel Byrd, detto Blackbyrd è un
personaggio creato da Bill Mantlo & George Perez sulle pagine del serial
dei Figli della Tigre. Si tratta di un investigatore privato dai modi spicci
tipico della narrativa hard boiled e della cosiddetta blaxploitation molto in voga negli anni 70.
Attualmente è impiegato dalla Fondazione Scientifica fondata da Adam Warlock e
collegata alla Guardia dell’infinito.
3)
Viene
ripresa anche la sottotrama iniziata nel n° 45 e relativa all’uomo misterioso
quasi morente nella chiesa di Padre Gawaine. Anche su questa andremo presto a
fondo, prometto.
4)
Il portale
di cui parla Pop Fenton è apparso nel bel mezzo di Hell’s Kitchen nelle pagine
di Crossover #1,
la nostra nuova iniziativa che vi consiglio caldamente di leggere.
5)
A
livello di continuity il primo capitolo di questa storia si svolge subito dopo
Vendicatori #76; il secondo subito prima degli eventi di Villains LTD #52. Il
resto della storia subito dopo l’apparizione di Matt Murdock in Crossover #2 e
nell’imminente Marvel Knights Annual #2.
Nel prossimo episodio: il fato di Foggy
Nelson, lo scontro tra Devil, Bullseye ed il Confessore, Willie Lincoln nei
guai, un mistero per Padre Gawaine, i piani di Richard Fisk, i piani del padre
di Richard Fisk e qualche ospite a sorpresa. Ce la faremo a mettere tutto in un
solo episodio? Staremo a vedere.
Noi
ci saremo, siateci anche voi.
Carlo
[1] Non credeteci sulla parola, andate a controllare su
Vendicatori #74/76, per tacere di Vendicatori Costa Ovest #16/17.
[2] Monica Lynne, la fidanzata di T’Challa.
[3] Debbie Harris, ex moglie di Foggy Nelson ed attuale interesse sentimentale di Matt.
[4] Su Marvel Knights #47.
[5] Vista più e più volte su Uomo Ragno e Ragno Nero.
[6] Volete saperne di più? Maggiori dettagli su Crossover #3
[7] Come visto in Villains LTD #52/53.
[8] Nello scorso episodio.
[9] È accaduto nell’episodio #36.
[10] Goblin, per chi non lo sapesse e la cosa è molto più complicata.
[11] Nell’episodio #45.
[12] Si riferisce al portale dimensionale apparso misteriosamente nel primo numero della mini Crossover.