PROLOGO
L’uomo è anziano, i
capelli sono bianchi e radi, sul viso solcato da rughe ha un’espressione
arcigna e dura; veste un gessato marrone e si appoggia ad un bastone di legno
con il manico d’avorio. Con voce ferma si rivolge alla giovane donna in piedi
davanti a lui dicendo:
-Non è obbligata ad aiutarmi Miss Natchios. -
La donna che indossa
una calzamaglia rossa aderente sgambata e senza maniche ed i cui lunghi capelli
neri sono trattenuti da una bandana anch’essa rossa replica in un Inglese
impeccabile con appena una traccia di accento straniero:
-Lo so, ma lo voglio, Mr. Slaughter.-
L’uomo di nome Eric
Slaughter abbozza un sorriso e commenta:
-E nessuno può impedire alla famosa Elektra di fare ciò che vuole,
giusto?-
N° 103
LA NOTTE DEI LUNGHI COLTELLI
1.
Il mio nome è Matt Murdock ma quando indosso il
mio costume rosso e la maschera che nasconde la mia vera identità sono
conosciuto come Devil, l’Uomo senza Paura.
Stanotte sono qui, nella zona del porto di New York per proteggere le vite
di due anziani ex boss della ormai quasi defunta mafia irlandese di Hell’s
Kitchen.
Non sono dei santi,
certo: Eric Slaughter dirigeva una sorta di anonima omicidi anche se ora
afferma di essersi ritirato e di occuparsi solo di affari legittimi; Napper
French, invece, si divertiva ad infliggere dolore a chi gli sbarrava la strada
ma l’uomo che vuole ucciderli è molto peggiore di loro.
Si chiama Finn Cooley ed è un irriducibile
terrorista nordirlandese che si è rifugiato negli Stati Uniti e sta usando i suoi
vecchi metodi per diventare il re del crimine di Hell’s Kitchen, non importa quanta gente dovrà uccidere per
riuscirci.
Ieri[1] il
nipote di Cooley, Peter, è stato torturato ed ucciso e lui è convinto che si
sia trattato di una vendetta di French per la morte di uno dei suoi nipoti in
questa faida. Ha probabilmente ragione ma naturalmente questo non lo giustifica
ed ecco perché mi trovo qui a battermi con una squadra di gangster agguerriti.
Ne abbatto un paio che si trovano all’ingresso della palazzina dove si trovano
gli uffici della ditta di import-export di Slaughter e mi precipito su per le
scale dal piano di sopra da cui arrivano rumori di lotta.
Alle mie spalle
rumori di spari e grida. Qualcuno è intervenuto in aiuto di Slaughter e del suo
vecchio socio. Sono indeciso se tornare indietro mentre un nuovo rumore si
aggiunge alla sinfonia: quello di sirene in avvicinamento. La Polizia sta già
arrivando? Interessante.
Evito a stento un corpo che rotola giù dalle
scale. Sento l’odore del suo sangue e delle viscere che escono dal suo addome
squarciato. Sento anche un profumo familiare venire da sopra di me e capisco
molte cose.
-Elektra.- mormoro.
Una
costante della mia vita è la mia capacità di ficcarmi nei guai. Mi chiamo
Candace Nelson e sono una giornalista del Daily Bugle, un grande quotidiano di
New York. Per motivi troppo complicati da spiegare adesso ho accettato di
recitare la parte della escort di lusso a bordo di un vecchio transatlantico
ancorato al largo della Florida, oltre il limite delle acque territoriali
americane, e tramutato in una bisca ed un bordello galleggianti. Il padrone del
posto e molti dei suoi ospiti sono i più importanti boss del crimine
organizzato della Costa Orientale degli Stati Uniti e non saranno contenti se
dovessero scoprire chi sono veramente.
In questo momento mi trovo su
uno dei ponti della nave in compagnia di una giovane prostituta di New Orleans
di nome Cindy Jones e di Alphonso MacKenzie, ex agente della C.I.A. e dello
S.H.I.E.L.D. divenuto autore di best seller d’azione che a quanto pare è qui
per portarmi fuori dai guai. Peccato che potrebbe essere troppo tardi.
Davanti
a noi c’è Allegra Bazin, boss dell’omonima famiglia affiancata dalla sua
alleata Esmeralda Lobo, giovane, psicopatica e mutante con la capacità di
mutarsi in lupo mannaro al sorgere della luna. È Allegra a parlare:
-Allora… vuoi dirci
come ti chiami veramente? Il tuo amico ti ha chiamata Nelson… come l’ex
Procuratore federale di New York. Ha una sorella giornalista, sei tu?-
Prima che possa rispondere
qualcosa, interviene MacKenzie:
-Manteniamo la
calma, Miss Bazin, sono certo che potremo trovare un’intesa se parliamo senza
farci prendere dal nervosismo.-
-Lasciamo perdere
le chiacchiere.- replica una voce maschile con uno strano accento -Questa
puttanella è una maledetta spia. Lo dicevo che bisognava ucciderla e siamo
ancora in tempo a farlo.-
A parlare è stato un uomo di
colore che si fa chiamare Danny Guitar, un boss haitiano, che è arrivato alle
nostre spalle assieme ad una donna poco vestita che si dice sia una
sacerdotessa Voodoo. Dietro di loro è apparso un gigante muscoloso dalla pelle
lattea e lo sguardo fisso.
Cindy
lo guarda terrorizzata ed una parola le esce dalle labbra:
-Zombie… è uno
zombie!-
Vi ho già parlato della mia
capacità di mettermi nei guai, vero?
Il suo nome è Franklin Nelson ma gli amici lo
chiamano Foggy. Fino a poco tempo fa era il Procuratore degli Stati Uniti per
il Distretto Sud dello Stato di New York poi è stato licenziato dal Procuratore
Generale degli Stati Uniti perché ha rifiutato di insabbiare un’inchiesta su un
finanziatore del Presidente. Cose che capitano quando si rimesta nelle acque
oscure della Politica.
Se non altro, pensa, il suo status di
disoccupato gli permette finalmente di passare una serata senza preoccupazioni
con la sua compagna Liz Allen Osborn ed il figlio di lei, il piccolo Normie che
lo sta finalmente accettando.
In questo momento
Foggy è proprio a casa di Liz, seduto davanti alla TV sintonizzata sul notiziario
della WFSK, mentre lei è andata a mettere a letto il bambino.
-Potresti cambiare canale?- gli chiede Liz entrando in salotto -Sta per
cominciare la nuova puntata di Agents of F.B.S.A.-.
-Un attimo.- risponde lui -Volevo sentire una cosa.-
<<… l’arrivo di Lord Plunder, noto a molti come Ka-Zar, Signore
della Terra Selvaggia, ha suscitato scalpore e curiosità, come sempre durante
le sue visite in terra americana. Come al solito si è portato dietro un
esemplare di Tigre dai Denti a Sciabola, un felino che nel resto del mondo è
estinto da lungo tempo. L’ingresso dell’animale nel nostro paese è stato
possibile perché, come forse saprete, Lord Plunder gode di uno status speciale
presso le Nazioni Unite in quanto…>>
-Tu l’hai conosciuto, non è vero?- chiede Liz.
-Ka-Zar? Sì, diversi anni fa.-[2]
risponde Foggy -Mi toccò perfino difenderlo in una Corte inglese. È davvero un
tipo particolare.-
-Da quel che ricordo, le sue visite a New York sono sempre state
movimentate.-
-Ah, questo sì che è understatement, tesoro.- replica Foggy con una
risatina -Quell’uomo ha un talento per ficcarsi nei guai che è secondo solo a
quello di… qualcun altro che conosco.-
Il suo pensiero va a
Matt Murdock, Foggy è quasi certo che anche adesso deve essere in qualche pasticcio.
2.
Lo ammetto: la presenza di Elektra mi coglie di
sorpresa. Non mi sarei davvero aspettato di trovarla come guardia del corpo di
Slaughter. Quando si sono conosciuti, lui la voleva morta.[3] I tempi
cambiano a quanto pare.
Una serie di sensazioni
sgradevoli coglie i supersensi che assieme al mio senso radar compensano la mia
cecità. L’odore metallico del sangue, il puzzo di viscere umane che fuoriescono
da uno squarcio dell’addome, il suono di battiti cardiaci che rallentano fino a
fermarsi.
-Dovevi proprio ucciderli?- chiedo ad Elektra.
-Non sono mai tenera con chi mi vuole morta.- replica lei.
Non rispondo e mi
concentro sugli avversari rimasti. Non mi impensieriscono più di tanto. Non
sono diversi da tanti gangster con cui ho avuto a che fare. Il vero problema è
tenerli lontani dalla katana di Elektra. È dura combattere con qualcuno ed al
tempo stesso evitare che venga ucciso.
Lavoro di calci e
pugni e li stendo quasi tutti. Qualcosa non mi torna: dove sono i grossi
calibri? Dov’è il Celta e soprattutto dov’è Finn Cooley?
Sento Elektra
irrigidirsi. Anche se non ha i miei supersensi, il suo addestramento da ninja
della Mano, l’ha dotata di percezioni particolari ed anche lei sente qualcosa
di storto.
C’è una finestra davanti a noi e nella sua
direzione arriva una fonte di calore.
-Giù!- urlo ma potrebbe essere ormai troppo tardi.
Negli
ultimi anni mi è capitato abbastanza spesso di essere in pericolo di vita e
spesso per colpa di supercriminali ma questa volta sono addirittura minacciata
contemporaneamente da uno zombie ed una licantropa.
-Allora, Miss
Nelson, se questo è il tuo vero nome, che ne dici di fornirci qualche
spiegazione?- mi chiede Allegra Bazin -Mi riesce difficile da credere che una
ragazza di buona famiglia sorella di un funzionario pubblico si metta a fare la
escort così di punto in bianco.-
-La paga di
giornalista non è abbastanza alta per il mio stile di vita.- rispondo -Questo è
un buon modo di arrotondare. In una sola notte posso guadagnare quanto la mia
paga mensile.- replico cercando di sembrare disinvolta.
-Non ti credo!-
esclama Danny Guitar -Sei una spia e le spie si uccidono.-
Il gangster haitiano fa un cenno
e la sacerdotessa Voodoo si rivolge al suo zombie:
-Uccidi.-
L’uomo alto dalla pelle dipinta
di bianco avanza minaccioso verso di noi. Al MacKenzie si frappone tra me e
lui. Un tentativo cavalleresco che, temo, non servirà a nulla.
Improvvisamente qualcosa
colpisce alla nuca lo zombie che si arresta perplesso. La scarica che lo ha
colpito non gli ha praticamente fatto niente ma si gira verso una nuova
arrivata: una donna dai capelli rossi che indossa una tuta scura attillata e
che con voce stentorea dice:
-Non mi piace che
si cerchi di uccidere i miei amici.-
La Vedova Nera è appena entrata in
scena.
Certe volte mi viene da chiedermi perché mi ficco
in situazioni in cui rischio di rimetterci la vita. Mi dico che a spingermi è
il mio senso di giustizia ma non ne sono davvero sicuro. Forse è solo una
scusa, forse è semplicemente amore per il pericolo, il che mi porta a chiedermi
che razza di padre potrò essere per i miei figli, che esempio potremo dare loro
io e Natasha?
Tutto questo mi passa
nella mente in una frazione di secondo mentre una granata sfonda la finestra.
Una frazione di secondo per tentare qualcosa di impossibile come usare il mio
bastone come una mazza da baseball e respingerla facendola esplodere
all’esterno. Qualcosa di impossibile ma che incredibilmente riesce.
I miei sensi hanno
individuato il punto da cui la granata è stata sparata. Non esito e balzo fuori
dalla finestra
Mentre il mio cavo mi
porta fino al tetto di un magazzino vicino, sento sempre più forti le sirene
della Polizia e di nuovo mi chiedo: chissà chi l’ha avvisata?
Una volta arrivato riconosco i residui di una
presenza familiare: Paddy O’Hanlon detto il Celta, killer irlandese che non mai
ha abbandonato la causa dell’I.R.A.[4] proprio
come il suo amico Cooley. La sua
specialità è colpire a tradimento ma non è facile sorprendermi.
La traccia mi porta all’interno del magazzino e
qui mi trovo di fronte ad una scena inaspettata: cadaveri. Qualcuno è arrivato
prima di me, ma chi? Un residuo di profumo di lavanda e gelsomino mi fornisce
la risposta: la killer dell’altro giorno[5] e non
era sola, con lei c’era un’altra donna. Hanno agito con efficienza e
spietatezza. Chi sono e per chi lavorano? Credo di sapere la risposta.
Sento qualcuno che si
muove alle mie spalle, nascosto nell’ombra, un uomo. Non sa che l’ombra è la
mia compagna da quasi una vita. Potrebbe avere un riflettore puntato addosso
per quanto mi riguarda. Si muove furtivo ma i suoi passi sono per me come il
rimbombo di un tamburo.
Scaglia un pugnale che intercetto con il mio
bastone senza nemmeno voltarmi.
-Bel tentativo...- gli dico -… ma non basta.-
Non perde tempo a
rispondermi e mi spara ma io mi sono già spostato. Lancio il mio bastone
colpendogli il polso e facendogli cadere la pistola poi gli sono addosso.
Rotoliamo sul pavimento. Gli sferro un pugno alla mascella. È un buon
incassatore e sa combattere: deve avere una sorta di addestramento militare ma
io sono stato addestrato da uno migliore ed alla fine è lui a cedere.
Mentre la Polizia fa
irruzione non posso non chiedermi: Dove sono il Celta e Finn Cooley?
3.
Seduto sul sedile posteriore di un’auto
l’uomo in questione ha osservato quello che è successo ed il suo sguardo è decisamente
cupo.
Si rivolge all’autista con un ordine secco:
-Andiamo!-
L’auto si allontana ed
in breve raggiunge una casa non molto distanze, si ferma proprio davanti
all’ingresso e Cooley ne scende rimanendo sempre silenzioso.
In salotto una giovane
donna bionda che indossa un mini abito color rosso fuoco lo attende e non ha
bisogno di chiedergli niente.
-Qualcosa è andato storto, non è vero?- dice. È più un’affermazione che
una domanda.
-Siamo finiti in una fottuta trappola.- ammette Cooley a malincuore
-French e Slaughter si aspettavano l’attacco e pure la Polizia è intervenuta
rapidamente. Il risultato è stato che molti dei nostri ci hanno rimesso la
pelle.-
-Ti avevo detto che attaccare a testa bassa era un errore. Il dolore e
la collera per quel che è successo a Peter ti hanno accecato.-
-Vuoi proprio che ti dica che avevi ragione, Tulip? Va bene, lo
ammetto: ho sottovalutato i due vecchi leoni. Un errore che non ripeterò,
stanne certa.-
-Dov’è Paddy? Non è con te?-
-Sono qui.-
La voce che ha appena scandito queste parole
appartiene ad un uomo che indossa un impermeabile bluastro ed un cappello
Borsalino calcato sul viso nascondendolo parzialmente. È uscito da una zona
d’ombra ed ora avanza nella sala.
-Mi hai spaventato!- esclama la ragazza il cui nome è Tulip O’Hara.
-Davvero c’è qualcosa che ti spaventa, Tulip?- replica l’uomo chiamato
il Celta in tono sarcastico.
Tulip risponde con un
sorriso beffardo.
-Sono riuscito a sfuggire a Devil per un soffio.- continua il Celta -E
la Polizia è arrivata troppo presto.-
-Che intendi dire?- chiede Finn sapendo già la risposta.
-C’è un informatore, un infame che ci ha venduto.-
-Trovalo e fallo fuori.-
Paddy O’Hanlon
sogghigna.
-Sarà un piacere.- risponde.
Ammettiamolo:
alla Vedova Nera piacciono le entrate ad effetto. Eccola davanti a noi,
inguainata nel suo bel costume, con il braccio destro teso verso lo zombie. Sul
polso brilla un elaborato bracciale da cui è partita la scarica che ha colpito
l’essere che stava per uccidere me ed i miei amici. Peccato che, a parte
rallentarlo per un attimo, il famigerato Morso di Vedova non pare aver avuto
alcun effetto su di lui. Non dovrei esserne sorpresa: se le leggende sono vere,
abbiamo a che fare con un cadavere rianimato e come si può uccidere o anche
solo far del male ad un morto?
Mentre mi faccio queste inutili
domande la sacerdotessa, Mambo, mi pare che si dica, ha uno sguardo che non
promette nulla di nuovo. Si sfiora il petto e grida:
-Uccidila!-
Lo zombie si precipita contro la
Vedova Nera che lo evita con una capriola e contemporaneamente gli spara
un’altra scarica senza sortire effetti.
-Muovetevi finché
lo tiene impegnato!- intima Al MacKenzie prendendomi per un polso.
Io afferro a mia
volta Cindy e grido:
-Filiamocela!-
-Non così in
fretta.-
Esmeralda Lobo si para davanti a
noi e muta in licantropa dicendo:
-Conosciamoci
un po’ meglio.-
Eccoci dalla padella nella
brace.
Entro di soppiatto in ospedale quasi come un ladro e mi fermo davanti
ai miei figli ancora in incubatrice. Sento i loro cuori battere praticamente
all’unisono e mi chiedo quando potrò finalmente tra le braccia.
-Presto, molto presto.-
Non ho bisogno di
voltarmi per sapere chi ha parlato.
-Leggi nel pensiero adesso, Maggie?- le chiedo.
Posso indovinare il
sorriso di Suor Maggie, che poi è mia madre, mentre risponde:
-Non è necessario, è talmente ovvio a cosa stavi pensando.-
-Non solo a quello. A volte mi chiedo se concepirli sia stato un atto
d’amore o di egoismo.-
-Non pensarlo mai. I figli sono sempre un dono del Signore e tu e Natasha
sarete ottimi genitori.- replica lei
Mi si avvicina accarezzandomi una guancia.
-Natasha sarebbe contenta di sapere che hai stima di lei.-
-Non dovrei, forse?-
-Beh… ha avuto un passato… turbolento.-
-Io sono l’ultima a poter dare giudizi sui peccati degli altri. Non ho
ancora finito di scontare i miei.-
E questo, credo che
chiuda il discorso.
4.
Nella sua forma di licantropa
Esmeralda Lobo ha decisamente l’aria di chi sta contemplando un pasto sontuoso.
Al MacKenzie si para ancora una volta davanti a noi ragazze. Come ho già detto:
molto cavalleresco ma sostanzialmente inutile.
-Patetico.-
dice Esmeralda e si avventa su MacKenzie.
Lui la colpisce in faccia con
qualcosa e lei emette un grido ricadendo indietro.
-Portasigarette in
argento.- spiega lui -Avrei preferito qualcosa di più letale ma ho dovuto
arrangiarmi.-
-Se credi che questo basti a
fermarmi…-
Improvvisamente
qualcosa… o meglio: qualcuno… piomba su Esmeralda gettandola al suolo. È lo
zombie e dietro a lui la Vedova Nera.
-Allontanatevi!- ci
intima -Non credo che riuscirò a rifarlo.-
Lo zombie si rialza e dietro di
lui anche Esmeralda. La sola indecisione che vedo nei loro occhi è su chi di
noi avventarsi per primo.
Lo zombie fa la prima mossa e si
lancia contro la Vedova Nera che balza di lato facendogli contemporaneamente lo
sgambetto spedendolo contro il parapetto del ponte.
Mentre si gira verso di noi la
Vedova chiede:
-Come si fa a
fermarlo?-
MacKenzie indica la Mambo e
risponde:
- Colpendo lei.-
Natasha evita di misura un assalto
di Esmeralda Lobo. Rotola un paio di volte sul ponte, poi allunga il braccio e
spara il suo Morso di Vedova colpendo in pieno la strega haitiana che crolla
svenuta. Quasi contemporaneamente anche lo zombie piomba a terra.
La strategia di MacKenzie ha
funzionato ma non possiamo rilassarci.
-Bel trucchetto…. Ma con me ci
vuole altro.-
-Qualcuno ha una
qualche arma d’argento o anche dell’aconito[6]
a portata di mano?- chiede la Vedova retoricamente -No eh? Lo supponevo.- [7]
Esmeralda avanza
verso di noi a fauci spalancate quando improvvisamente accade qualcosa: i primi
raggi dell’alba tropicale illuminano la nave e con sua sorpresa Esmeralda torna
umana.
-Que…-
La Vedova Nera non le dà il
tempo di riflettere e con un colpo di karate alla gola la stende.
-Bello spettacolo…-
commenta una voce femminile alle nostre spalle -… ma vi siete dimenticati degli
altri attori.-
A parlare è stata Allegra Bazin,
affiancata da alcune delle donne della sua guardia del corpo e da Danny Guitar.
Tutti ci puntano addosso delle pistole che mi sembrano piuttosto grandi.
La Vedova Nera serra le labbra e
capisco che si sta preparando a combattere di nuovo ma prima che qualcuno possa
fare una mossa echeggia una voce stentorea;
-Che sta succedendo
qui?-
Il massiccio Jimmy-6, Capo dei
Capi di New York e forse dell’intera Costa Est si para davanti ad Allegra e
continua:
-Ho fatto una
domanda e vorrei una risposta.-
È Danny Guitar a rispondere:
-Queste troie sono
delle fottute spie.-
Jimmy-6
gli rivolge un’occhiata truce e replica:
-Modera il tuo
linguaggio quando sei in presenza di signore, Guitar. Ti avevo avvertito una
volta, non ce ne sarà una terza.-
Volge lo sguardo ad Allegra
Bazin e le chiede:
-Vuoi darmela tu
qualche risposta?-
Lei gli riferisce quel che è
accaduto negli ultimi minuti. Jimmy scuote il capo e quindi si rivolge alla
Vedova Nera:
-Avevo sentito che
eri uscita dal giro per fare la mamma.-
-Non devi credere a
tutto quello che si dice. Sono di nuovo in azione come vedi.-
-È quello che
dicono delle tue amiche? Anche quello non è vero?-
-Non ha importanza
per me. Sono venuta per riportarle a casa sane e salve e lo farò a qualunque
costo. Il mio amico Uomo Ragno mi ha detto che sei un uomo d’onore e che
detesti la violenza sulle donne. Diceva la verità?-
Jimmy-6 serra le labbra, corruga
la fronte, poi, dopo quella che a me è sembrata un’eternità ma che in realtà
sono stati solo pochi istanti, dice:
-Potete andare.-
-Un momento!
Interviene Danny Guitar -Io non…-
Jimmy lo afferra per il collo e
lo solleva da terra come se fosse senza peso.
-Nessuno ti ha
interrogato, Guitar.- dice -Chiudi il becco. Questa è casa mia e si fa quello
che dico io,-
Mentre il gangster haitiano
annaspa agitando le gambe, Jimmy si rivolge a noi:
-Andate. Nessuno vi
fermerà. Avete la mia parola.-
-Per me è
sufficiente.- replica la Vedova con un sorrisetto.
Pochi
minuti dopo siamo a bordo di un veloce motoscafo che ci riporta a terra.
-Guitar e forse
anche la Bazin vorranno fartela pagare, lo sai, vero?- commenta MacKenzie
rivolto alla Vedova Nera.
-Dovranno mettersi
in coda. È una fila abbastanza lunga.- replica lei con noncuranza.
Vedo la costa della Florida avvicinarsi sempre
di più e sospiro di sollievo, presto sarò in salvo, a casa.
Bill
Hollister siede pensieroso nel suo studio attendendo una telefonata. Meno di
una settimana fa era il capo della Divisione Penale della Procura degli Stati
Uniti per il Distretto Sud dello Stato di New York poi si è dimesso per
solidarietà con Foggy Nelson ed ora la sua vita sta per subire una svolta.
Il suo telefono
squilla, è la chiamata che aspettava. Quando risponde la sua voce risuona calma
e tranquilla. Nulla tradisce il nervosismo che in realtà prova.
-Dimmi tutto.-
<<Il Comitato Centrale ti ha indicato come candidato ufficiale
alla carica di Procuratore Generale dello Stato con oltre il 70% dei voti. Se
non ci saranno contestazioni nelle prossime due settimane, la nomination
diventerà definitiva. L’elezione non sarà una passeggiata ma i sondaggi sono
favorevoli… molto favorevoli.>>
E senza che il suo
interlocutore possa vederlo, Hollister si concede un sorriso.
Diario di Lynn Michaels. Annotazione n. 752. Ero
seduta in un’aula del Tribunale Penale della Contea di New York, conosciuta
anche come Manhattan. Si discuteva della mia sanità mentale.
Non
molto tempo fa[8]
sono stata prosciolta dai miei presunti crimini come Punitrice per infermità
mentale. Normalmente avrei dovuto restare sotto osservazione per almeno un anno
prima che si decidesse se ero ancora pericolosa, ma il mio avvocato, una donna
brillante di nome Jeri Hogarth, aveva radunato un esercito di psichiatri
disposti a giurare che il mio era stato solo un problema temporaneo e che
adesso ero di nuovo sana di mente.
Tutta
una farsa ovviamente, io sono sempre stata sana di mente e se sono pericolosa
per qualcuno, lo sono per i criminali, ma diversamente dal mio vecchio amico
Frank,[9]
sono abbastanza furba da assecondare il sistema. Ho detto a quelli che mi
ascoltano quello che volevano sentirsi dire e loro hanno sorriso soddisfatti.
Non c’era nulla da dire: Jeryn
Hogarth era stata davvero brava ed aveva letteralmente stracciato la Vice
Procuratrice Distrettuale Kirsten McDuffie.
-Ed ora chiamo sul
banco dei testimoni Lynn Michaels.- annunciò.
Mi alzai dal banco della Difesa
e mi avviai compunta verso quello dei testimoni. Mi sedetti aggiustandomi
pudicamente la gonna dell’austero tailleur color crema che mi aveva procurato
Jeryn e la guardai negli occhi. Accennò un sorriso di incoraggiamento.
Lo spettacolo stava per
cominciare.
5.
Sono appena sceso dal taxi che
squilla il telefono. La voce dall’altra parte mi è molto ben nota.
<<Ciao
Matt.>>
-Ciao Natasha.-
rispondo con studiata disinvoltura -Com’è andata in Florida?-
<<Una notte po’
movimentata ma è andata abbastanza bene tutto sommato. E da te?>>
-Una notte
decisamente movimentata ma ti racconterò tutto al tuo ritorno.-
<<Penso che mi
tratterrò ancora un giorno o due per assicurarmi che tutto sia davvero a
posto.>>
-Vuoi che ti
raggiunga?-
<<No, me la so
cavare benissimo da sola e poi tu hai già abbastanza guai di cui occuparti a
New York. Piuttosto… come stanno i bambini?>>
-Ogni giorno meglio.-
<<Mi mancano.
Appena finita questa stupida storia voglio stare un po’ con loro.>>
Dio sa se non la penso come lei.
Continuiamo a parlare finché non entro nel luogo dove ero diretto e ci
salutiamo.
Il luogo è un bar vicino al
Tribunale Penale e chi mi sta aspettando è il mio più vecchio e caro amico.
-Ciao, Foggy, come
stai?- lo saluto sedendomi davanti a lui.
-Bene, Matt.- replica
Foggy Nelson - Scusa se ti ho chiesto di vederci qui, ma ho un favore da
chiederti: ho un cliente e vorrei poterlo ricevere nel mio vecchio ufficio, se
è possibile.-
-Quello è sempre il
tuo ufficio, te l’ho detto tante volte. Il tuo nome è sempre sulla porta e mi
fa piacere che tu sia di nuovo dei nostri. Piuttosto, dimmi: chi è il cliente,
qualcuno che conosco?-
-Non lo indovineresti
mai: è Ka-Zar.-
Mi chiamo Ben Urich e
sono un giornalista del Daily Bugle ma questo suppongo che lo sappiate bene
ormai. Sono seduto alla mia scrivania in redazione quando ricevo una
telefonata. Il numero mi sorprende e mi affretto a rispondere:
-Candace, sei tu?
Dove diavolo eri finita? Ero preoccupato da morire.-
<<Non posso
spiegarti adesso, Ben.>> mi risponde Candace Nelson <<Devi farmi un
favore: ti ho inviato un file criptato. Aprilo solo se tra 48 ore non sarò
tornata.>>
-La Vedova Nera è con
te?- le chiedo.
<<Sono viva
solo grazie a lei ed è merito anche tuo Ben, lo so, ma non chiedermi di più, ti
prego.-
Interrompe la comunicazione
lasciandomi con un sacco di domande senza risposta.
Fuori dalla casa di arenaria non lontano dal
porto, appostata a distanza di sicurezza, abbastanza lontana da non essere
notata dagli uomini di guardia, una donna dai capelli rossi ed occhi color
smeraldo che indossa un giubbotto di pelle verde e pantaloni neri attillati
anch’essi di pelle osserva la zona con il binocolo.
L’informazione era giusta, pensa la donna.
Adesso è ora di far calare il sipario per Finn Cooley.
E Dakota North si concede un sorriso per la
prima volta da molto tempo.
CONTINUA
NOTE DELL’AUTORE
Che
dire? Giusto un paio di osservazioni:
1) Elektra appare qui dopo
Marvel Knights #105. Non mancate di seguire i suoi futuri exploit su quella
serie. Io credo che vi piaceranno.
2) Come mai Ka-Zar abbia
bisogno di un avvocato lo sapete se avete team Marvelit
Team Up #40.
3) In un prossimo MIT-TU,
invece, vi aspetta un’avventura della Vedova Nera assieme a Poison sotto il
sole e tra le ombre di Miami che si svolge tra questo episodio ed il prossimo.
Nel prossimo episodio:
lo scontro finale con Finn Cooley, il destino di Lynn Michaels e molto altro.
Carlo
[1] Ovvero nell’ultimo episodio.
[2] Per la precisione su Daredevil Vol. 1° #14 (Prima edizione italiana Devil, Corno, #12).
[3] Nell’ormai leggendario Daredevil Vol. 1° #168 (in Italia su Fantastici Quattro, Star, #4).
[4] Irish Republican Army.
[5] Sempre nell’ultimo episodio.
[6] Detta anche erba lupina, secondo la leggenda è letale per i licantropi.
[7] A Benito Jacovitti sarebbe piaciuta questa battuta. -_^.
[8] Nell’episodio #99 per voi
[9] Frank Castle, il Punitore.