MINISERIE IN QUATTRO PARTI
Di Carlo Monni
PARTE QUARTA
1.
30 aprile 1945. La Torcia Umana sorvola una
Berlino ormai distrutta dai bombardamenti. Dal suo punto d’osservazione vede i
carri armati sovietici alla periferia est della città ed è solo questione di
tempo, prima che da ovest arrivino anche le altre forze alleate. La città è
stremata, la sua caduta è solo questione di giorni, ormai, e la notizia della
morte di Hitler, di cui lui è stato testimone e responsabile, potrebbe dare il
colpo di grazia. A pensarci bene, non gli sfugge l’ironia della situazione: lo
avevano spedito a catturare Hitler, ma, non appena lui e Toro erano penetrati
nel munitissimo bunker della Cancelleria, avevano scoperto che Hitler stava per
suicidarsi, ma la sua reazione aveva portato la Torcia a bruciarlo
letteralmente vivo. Ripensandoci, il terribile Fuhrer aveva accettato la morte,
con una serenità incredibile per un uomo come lui, ma era morto, questo era
certo e con lui il suo mondo da incubo era alla meritata fine. La guerra sta
davvero per finire? Ormai non ci possono essere dubbi. Sorprendentemente, una
parte di lui si sente triste al pensiero. Con gli Invasori aveva trovato
amicizia, solidarietà, accettazione, sarà ancora così dopo il ritorno a casa?
La nuova era che nascerà avrà posto per lui e quelli come lui?
1.
Capodanno del 1949. Gli Stati Uniti guardano ad un
futuro che si annuncia pieno di incognite. Sui cieli di Berlino si combatte
ancora una battaglia incruenta che ha per posta in gioco, forse il destino
stesso dell’Europa, il blocco di Berlino prosegue, ma i sovietici cominciano a
capire di aver perso la partita per l’intera Germania, ma, intanto, ad Ovest di
quella che Winston Churchill ha battezzato: “Cortina di ferro”, la
preoccupazione cresce. In Ungheria, Jugoslavia, Romania, Cecoslovacchia,
Polonia, Bulgaria colpi di stato hanno portato al governo i partiti comunisti,
sotto l’influenza sovietica, l’Austria è in bilico ed in oriente la Cina sta
per cadere. Non sono pochi quelli che pensano che entro poco tempo ci sarà
un’altra guerra mondiale. Alcuni la temono, altri la sperano
Jeff Mace farebbe volentieri a meno di una guerra ora, ma, oltre ad essere un giornalista, è anche l’uomo del mistero chiamato Capitan America e sa capire quanto si stia riscaldando la situazione, tuttavia non è la “guerra fredda” a preoccuparlo. C’è in giro un uomo che si fa chiamare Spirito del ’76, il vecchio alias di William Naisland, l’uomo che, per un solo anno, fu il suo predecessore nel ruolo di Capitan America. William è morto da quasi due anni, ormai, ma quest’uomo usa il suo nome ed il suo costume e, peggio di tutto, non lo convince affatto. C’è qualcosa di storto in lui, ne è sicuro, sia perché è il leader di un gruppo di superumani che erano stati collaboratori dei nazisti, sia per qualcosa di indefinito in lui. Certo, sembra un tipo molto patriottico, molto sicuro, irradia fiducia e carisma. Troppo a dire il vero.
Jeff non è uno stupido. Non
sottovaluta il pericolo comunista, ma quello che vede sono i sintomi di una
paranoia crescente ad ogni livello: dall’uomo della strada al Governo. Lo
stesso Truman, rieletto da poco, contro tutte le previsioni, non ne è immune e
quei tipi del Comitato per la Preservazione dei Valori Americani ne stanno
approfittando, al punto di servirsi di ex nazisti senza che nessuno abbia
alzato la voce per dire qualcosa. Non che non ci avessero provato, a dire il
vero, ricorda un discorso della Torcia Umana al proposito, ma non era servito a
molto, i Liberatori avevano dichiarato il loro pubblico pentimento per le
passate azioni e dichiarato che dora innanzi, si sarebbero dedicati anima e
corpo a proteggere la loro grande nazione dal pericolo comunista. Perché gli
altri uomini del mistero non facevano altrettanto, chiesero? Perché perdono
tempo a combattere ridicole minacce criminali, quando la sicurezza del paese è
minacciata?
Dicono al paese proprio quel che
vuol sentirsi dire, pensa Jeff, proprio come sapeva fare Hitler. Che pensiero
bizzarro gli è venuto, eppure…non riesce a scacciare la strana impressione che
gli ha fatto il nuovo Spirito del ’76 quando l’ha visto per la prima
volta. Deve scoprire la verità, lo deve
ad Elizabeth, se non altro.
Jerry “Headline” Hunter non può
quasi credere a quello che sta facendo. Non sono passati che pochi mesi da
quando il suo amico Will Fitzpatrick gli ha fatto sorprendenti rivelazioni,
alcune delle quali difficili da digerire, se a farle non fosse stato un uomo
con i piedi saldamente piantati per terra. Il primo problema era stato: Cosa
fare? La cosa più logica era denunciarli, ma a chi? Chi avrebbe creduto a
quello che dicevano, l’avrebbero preso per un delirio della mente sconvolta di
Will. Cielo, anche lui l’avrebbe creduto se non l’avesse conosciuto da così tanto
tempo. E così eccoli lì, nella sede del Comitato per la preservazione dei
Valori Americani, mentre Will scassina una serratura dopo l’altra con la stessa
facilità di uno scassinatore provetto.-
-È questo che v’insegnano alla C.I.A.?- gli chiede sottovoce
-Saresti sorpreso dal nostro addestramento.- ribatte lui
sogghignando
Riescono ad entrare e si mettono a perquisire l’ufficio. Non
sanno bene cosa stanno cercando, ma è proprio Hunter a trovarlo nel doppio
fondo di un cassetto
-Guarda qua!- dice al suo compagno –Che ne dici?-
Fitzpatrick scorre il documento e…
-Proprio quel che ci serve.- risponde –Questo risolve anche il dilemma che avevamo, ora sappiamo con chi confidarci.-
-Pensiamo alla stessa persona?
-L’unico possibile: Capitan America e, con lui, la Squadra dei Vincitori.-
2.
Quartier Generale della Squadra dei Vincitori, Times Square New York. Un meeting della Squadra dei Vincitori si è appena concluso ed ecco che, all’improvviso, prima di salutare, La Trottola prende la parola:
-Io e Maddie abbiamo un annuncio da farvi.- dice e guarda verso Madeline Joyce, Miss America, cercando conferma ed ottenendone un vigoroso cenno d’assenso –Agli inizi di aprile ci ritireremo dalle nostre identità in costume e ci sposeremo
Espressioni di stupore accolgono quest’annuncio, La Torcia Umana non sa cosa dire. Come androide, pensa, certe emozioni come l’amore, dovrebbero essergli negate, eppure non può negare a se stesso di provare emozioni sin troppo umane. Cosa passi per il cervello di Namor, il Sub Mariner, non è possibile saperlo, il suo volto rimane impenetrabile, solo le sue sopracciglia si aggrottano a significare chissà quali pensieri. Alla fine è Capitan America a rompere il silenzio.
-Sono contento per voi, davvero, ma… avete parlato di ritirarvi, ne siete proprio certi?-
-Si!- risponde Miss America –Io voglio una vita normale per la mia famiglia e Bob ha un lavoro con il Governo a cui tener dietro, basterà per noi e per i figli che vogliamo.-
-Ha ragione, Cap.- interviene Bob Frank –Essere la Trottola è stato per me come un gioco da ragazzi e poi c’era la guerra a cui pensare, ma ormai non sono più un ragazzo, è ora di capire cos’è veramente importante. Io non sono come te Cap, non sono un simbolo, sono solo un uomo.-
-Capisco quel che vuoi dire.- replica Capitan America –Credo tu sappia cosa fai e, come ho già detto: in bocca al lupo a tutti e due.-
-Grazie Cap.- dice Trottola posando il braccio sulla spalla dell’amico. Per un periodo, forse lungo, nessuno parla, poi il gruppetto di eroi si separa.
Nell’appartamento di Betty Dean, Namor parla della cosa con la sua vecchia amica Betty Dean
-Beh forse i tuoi colleghi hanno preso la decisione giusta.- commenta Betty –Loro almeno hanno le idee chiare su quello che vogliono.-
-Stai dicendo che io non lo so forse?- ribatte il Principe di Atlantide
-Da quanti anni ci conosciamo Namor? Nove, dieci? Quante volte hai avuto una parola dolce per me, quante volte ti è passato per la mente che ho dei sentimenti. Per te è facile. Ti installi a casa mia e poi te ne vai in giro coi tuoi amici e con quella smorfiosa di Namora, come se non sapessi cosa vuole da te quella, ed io dovrei aspettarti e fare la brava.-
-Tra me e Namora non c’è niente di quel che puoi pensare.-
-Oh ma a lei piacerebbe, ci scommetto e magari anche a te, perché no? Lei è come te, dopotutto. Non ti vergogneresti a portarla a tuo nonno l’Imperatore!-
-Credi questo? Che io abbia vergogna di te perché sei un’abitante di superficie?-
-Non è così forse?-
-No di certo!- Namor l’afferra per le braccia, la guarda intensamente, poi, d’impulso, la bacia. Betty risponde al bacio, poi, d’improvviso, si stacca da lui
-No!- esclama –Non te la caverai così stavolta. Non sono un oggetto sempre disponibile per i tuoi capricci, devi trattarmi come una persona.-
Namor reagisce irosamente
-Donne! Non riuscirò mai a capire cosa vi passa per la testa. Tornerò quando ti sarai calmata!-
Si avvicina alla finestra e poi si tuffa fuori e si allontana volando. Betty sospira. È una tale testa calda, pensa, a volte non riesce proprio a capire dove sbaglia. Per noi non c’è futuro, lo so, ma proprio non riesco a fare a meno di lui.
La Torcia Umana è tornato negli uffici del suo indirizzo ufficiale, quando, ecco entrare la sua compagna d’avventure: Sun Girl, alias Mary Mitchell.
-Ciao Jim, com’è andata con i Vincitori?-
Jim Hammond, il nome con cui è conosciuto. La Torcia si chiede perché continui ad usarlo. Forse perché avere un nome da uomo lo aiuta a non sentirsi un essere di plastica? Con poche parole le racconta dell’annuncio di Trottola e Miss America.
-È splendido!- commenta lei –Ne sei convinto vero Jim?-
-Non so, non sono cose che interessano un androide.- ribatte lui e si volge a guardare fuori dalla finestra. Lei si avvicina e pone una mano sulla sua spalla
-Jim…- dice - …tu sei più umano di tanta gente che ho conosciuto. Molto più d tanti fatti di carne e sangue veri.-
-Dici?- ribatte lui –Guardami, io non sono come gli altri. Sono nato già adulto e non cambierò mai, non invecchierò mai Cosa potrebbe mai trovare una donna in uno come me?-
Lei gli passa una mano sul volto
-Questo dovresti farlo decidere alla donna.- risponde
d’improvviso lo abbraccia e lo bacia. Lui rimane interdetto. Per un attimo glia passa davanti agli occhi il volto di Jacqueline Falsworth. Non l’ha ancora dimenticata, dopo quasi tre anni, poi sente il corpo di Mary premere contro il suo e comincia a rendersi conto che il Professor Horton l’ha costruito fin troppo simile ad un normale essere umano di sesso maschile. Oh, al diavolo, pensa, a che importanza ha, dopotutto?
Jeff Mace è lontano da questo genere di pensieri, mentre attraversa il campus dell’Università di Harvard e vede il ragazzo che agita il bastone per richiamare la sua attenzione. Tutto sommato, pensa, Fred sembra aver preso piuttosto bene la menomazione alla gamba e al fine della sua carriera di Bucky o, forse, è solo molto bravo a mascherare le sue delusioni. Si accorge, ora, che Fred è in compagnia e riconosce subito la ragazza nisei in sua compagnia: Gwenny Lou Sabuki, in segreto Golden Girl. Non è strano che simpatizzino, dopotutto, Gwenny Lou è solo di pochi anni più vecchia di Fred e, nei panni di Golden Girl, ha rimpiazzato Bucky come partner di Capitan America nella lotta al crimine ed ai nemici della nazione. Jeff sa che i giornali speculano su un suo legame sentimentale con Golden Girl e la cosa non lo irrita più di tanto, è giornalista anche lui dopotutto e sa come ragionano. In fondo, è facile fare simili illazioni su una coppia di colleghi formata da un uomo ed una donna. Sarebbero sorpresi nel sapere che, in realtà, tra loro non c’è niente? Non crede ci sia qualcosa nemmeno tra lei e Fred, per quanto ne sa Fred si vede sempre con quella Sheila Carter.
-Salve ragazzi, come va?- dice allegramente
-Bene.- risponde Fred –Io e Gwenny Lou parlavamo dei professori più duri ed anche d’altro…-
-ovvero?-
-Beh lo sai: gli strani incontri di Capitan America e Golden Girl
-Non tanto forte.- risponde Jeff.-Non vorrai far sapere a tutti che io e Gwenny Lou siamo proprio quei due.-
-Scusami, hai ragione.-
-Lasciamo perdere. Ragazzi, sono venuto anche per portarvi un invito a cena a casa di Elizabeth Naisland.-
-Lo sapevo. Verranno anche Sheila e suo fratello Bruce.-
Jeff fa una smorfia, non è mai stato entusiasta dei suoi incontri con Bruce Carter IV, ma non può esimersi
Allora c’è davvero del tenero tra te e Miss Naisland eh Jeff?- chiede Gwenny Lou
-Te l’hanno mai detto che sei una ragazzina impertinente miss Sabuki?- ribatte Jeff facendosi un po’ rosso
-Qualcuno, ma di solito poi lo stendo con una scarica elettrica._
Oh Dio, pensa Jeff, ero così anch’io a quell’età? Che poi era solo pochi anni fa, non fare il vecchietto adesso.
Sospira, deve ricordarsi di comprare i fiori prima di arrivare a Philadelphia.
3.
Caraibi. Nell’isola di Hydra il Barone Strucker sta esaminando alcuni incartamenti. I piani stanno proseguendo in maniera eccellente. Se il Teschio Rosso fosse ancora vivo sarebbe soddisfatto di come i suoi schemi stiano funzionando, Strucker deve ammettere che considerava alquanto cervellotica tutta la faccenda, ma non poteva fare certo a meno di prestare il suo aiuto a Zemo ed a quel suo altro alleato. La semplice genialità del tutto lo fa sorridere: se il piano funziona, controlleranno gli Stati Uniti in meno di 4 anni, se, invece fallisce, le altre braccia e teste dell’organizzazione rimarranno intoccate, pronte a colpire un’altra volta. Il suo animo di soldato si ribella a tutti quei sotterfugi, un attacco diretto, semplice ed efficace, sarebbe più nel suo stile, ma lo stratega che è in lui sa che l’Hydra non è ancora pronta per questo, ma lo sarà, questo è certo e quel giorno il mondo intero ne temerà il nome. Nel frattempo, però, deve adattarsi agli schemi dei suoi alleati e, ripensando ad essi, conclude ancora una volta, ma non lo ammetterebbe mai con nessuno, che il terzo membro della congiura lo mette a disagio, il Reich è stato concepito per esseri umani non per..per… esseri come quello, perfino Arnim Zola e le sue creature non gli trasmettono quel senso di….di… non sa neanche come chiamarlo.
Scaccia quei pensieri molesti e si concentra su questioni più personali, la sua vendetta su uno di pochi uomini che abbiano mai interferito coi suoi piani: il Capitano della U.S. Navy Simon Savage.
L’oggetto di quei pensieri si trova, proprio in quel momento ad una riunione di ex combattenti. Savage è un uomo dal volto duro con una lunga barba nera, proprio come t’aspetteresti dal comandante di una nave. Si guarda e si chiede quanto sia cambiato negli ultimi tempi. Una volta era raro vederlo con una divisa linda ed in ordine come adesso, d’altra parte, era un uomo d’azione, il comandante di un’eterogenea squadra d’assalto nel Pacifico, ora è stato proposto per la promozione a Contrammiraglio e questo vuol dire lasciare il Mare, almeno per un po’ e non è sicuro che gli piaccia. Al banco vede due vecchie conoscenze: il sergente Nick Fury e l’ex caporale Michael Kelly. Sorride e si avvicina ai due vecchi mastini della guerra.
-Salve ragazzi!-
-Savage!- esclama Fury posando il bicchiere di Whisky –Che bella divisa pulita che hai, allora è vero che ti hanno dato un bell’ufficio allo stato maggiore!-
-Ci stanno provando.- replica Savage –Non se la cosa mi va, se accetto avrò almeno la possibilità di stare vicino a mio figlio magari la mia ex smetterà di strillare che non mi trova mai.-
-Siamo tutti uomini d’azione.- dice Nick –Mi hanno proposto una promozione ad ufficiale, ma non so se fa per me.-
-Tenente Fury? Perché no?- Savage si rivolge ora al terzo, silenzioso interlocutore –Cosa ti porta qui Kelly, credevo avessi mollato l’esercito.-
-L’ho fatto…- risponde Mike Kelly -…ma rivedo sempre con piacere i vecchi amici, anche se…mi ricordano sempre di tutti quelli che ho visto morire.-
-A questo proposito…- commenta Savage -…mi fai venire in mente che anche i membri del mio gruppo sono quasi tutti morti, ma quasi tutti dopo il ritorno a casa. È quasi buffo se ci pensi, sopravvivere ai giapponesi agli inferni asiatici e poi basta un’auto che non guarda dove va…-
-Anche Patton ha avuto un incidente…si dice…- interviene Fury
-Pensi forse che…? No, non è possibile, i Leatherneck Raiders non hanno lasciato nemici vivi e poi….Si tratta di avvenimenti avvenuti nell’arco di quattro anni, quale nemico si comporterebbe così? Questa è la vita vera non una pulp magazine.-
Savage tace e, mentre beve una birra, non riesce a non pensarci. Domani cercherà Jay Piccolo Orso, vuole assicurarsi che stia bene.
Si fanno chiamare Liberatori, i loro nomi di battaglia sono: Spirito del ’76, Regina Ragno, Forzuto, Uomo Meteora, Volton, questi ultimi quattro erano, un tempo, i componenti dei Battle Axis, super esseri americani al soldo dei nazisti, ma ora il loro passato è dimenticato, ora sono diventati i beniamini d’America, gli implacabili persecutori delle spie comuniste. Quanto al loro capo, beh di lui si sa solo che si fa chiamare Spirito del ’76 e che ha due pugni micidiali ed un mantello invulnerabile, il resto è un mistero.
Il pubblico crede a quel che vede e non si fa molte domande, per quanto ne sa le motivazioni del gruppo sono cristalline come il sorriso del loro leader, come reagirebbe se sapesse che alla Regina Ragno interessa solo poter combattere i comunisti pagati da quell’U.R.S.S. i cui agenti le uccisero il marito nel 1940. Ha fatto un patto col diavolo pur di poterlo fare e non le importa degli scopi di chi l’ha ingaggiata. Quanto a Forzuto e Uomo Meteora, a loro importa solo di essere usciti dalla prigione e poter fare quello che sanno far meglio.
Hanno sconfitto l’ennesimo gruppo di spie rosse e l’hanno consegnato agli agenti dell’F.B.I. ed ora tornano al loro Quartier Generale, messo loro a disposizione dal Comitato per la Preservazione dei Valori Americani.
-Anche questa giornata è finita.- commenta La Regina Ragno –Non so voi, ma io ho proprio bisogno di un bagno!-
-Non è una cattiva idea.- dice Forzuto –Potrei seguirti, mia cara.-
La Regina Ragno ammicca n verso di lui e, con calma dice:
-Puoi farlo, se ti va di avere la bocca piena di ragnatela.-
-Sempre suscettibili voi donne.-
Lo Spirito del ’76 non segue il battibecco dei suoi compagni, silenziosamente si allontana ed entra in una stanza che chiude alle sue spalle, per poi azionare l’apertura di un passaggio segreto, attraverso cui giunge in un’altra stanza, dove lo attende un uomo.
-Buonasera mio caro amico!- si annuncia
L’uomo dinanzi a lui si volta ed un sinistro sorriso ne illumina il volto, è il cosiddetto Dottor Frederick Wertham
-Bentornato a casa.- lo saluta
Lo Spirito del ’76 si siede su un’ampia e comoda poltrona e si toglie il cappello a tricorno e la maschera
-Tutto bene?- chiede Wertham
-Non potrebbe andar meglio, gli innesti biotecnologici che hai fatto su questo corpo funzionano a perfezione, non solo controllo mente e corpo, ma ho anche pieno accesso ai ricordi della nostra cavia, posso imitarne alla perfezione la personalità. Avevi ragione, è meglio del trapianto di cervello che avevamo progettato e se qualcosa va storto….-
<<…posso sempre proiettare la mia essenza nel mio vecchio involucro.>> la voce viene dalle sue spalle, ma Wertham non si volta, Con voce fredda e controllata dice:
-Non è il momento di giocare, abbiamo molto in gioco, sai?-
<<Puoi stare certo che…>> -…lo so.- è di nuovo lo Spirito del ’76 a parlare –Non dimenticare che sono io quello che ha concepito il piano.-
-Che senza di me e le risorse di Zemo e dell’Hydra non avresti mai potuto portare avanti, ribatte Wertham.-
-Vero, lo ammetto, ma non è il momento di discutere, solo il piano conta. Sono quasi più popolare di Capitan America, ci pensi? Io un eroe dell’America ah ah! Ora scusami, si da il caso che stasera io abbia un appuntamento galante.-
Jeff Mace deve riconoscere di essere irritato dall’ostilità che Bruce Carter IV ha dimostrato per tutta la cena nei confronti di Gwenny Lou Sabuki, ostilità a malapena mascherata da un velo di fredda cortesia che, ne è certo, è dovuta esclusivamente al fato che la ragazza è una nisei, un’americana di origine giapponese. Anche Gwenny Lou finge indifferenza mentre chiacchiera con Fred Davis e con la sorella minore di Carter, Sheila, che sembra decisamente più cordiale del fratello. Per la giovane nippo-americana non c’è nulla di nuovo in questo, è abituata a questo genere di atteggiamento dai tempi della guerra, quando lei e suo padre furono rinchiusi in un campo di concentramento solo perché giapponesi, anche se cittadini americani. D’altro canto lei è stata fortunata, è all’università dopotutto, mentre il suo amico negro, Davy Mitchell, la Trottola Umana, suo compagno nei Kid Commandos durante la guerra, per quanto ne sa lavora come cameriere in un ristorante di Los Angeles. Immersa nei suoi pensieri e nelle chiacchiere coi suoi coetanei, non presta molta attenzione alle parole di Bruce Carter
-…Dewey non era meglio di Truman. Quello di cui questo paese è un uomo con abbastanza spina dorsale da dare il fatto loro ai comunisti ed ai sovversivi interni.-
-Uhm…- fa Jeff -…e chi dovrebbe essere un uomo simile, Mac Arthur, forse?-
-No! Mac Arthur non ha avuto nemmeno il fegato di trattare i Japs come meritavano.-
Jeff scuote la testa e rivolge un sorriso di rassegnazione verso Elizabeth Naisland e Gwenny Lou che si è appena voltata con uno sguardo ostile nei confronti Carter.
-Credevo che in Pennsylvania regnasse la tolleranza, specialmente a Philadelphia, “la città dell’amore fraterno”, Sembra che mi sbagliassi.- replica quietamente
-Nessuno può accusarmi di non essere democratico...- ribatte l’altro -…ma questi sono tempi difficili, che richiedono misure difficili.-
-Nessuna emergenza può conculcare i diritti dei cittadini, specialmente il diritto al dissenso.-
Elizabeth interviene:
-Signori, vi prego, lasciamo da parte le discussioni politiche.-
-Certo cara Liz.- dice Carter
-Va bene.- aggiunge Jeff
Quell’uomo mi irrita, pensa Jeff, e non sono solo le sue idee, no, devo ammettere che sono anche geloso, conosce Elizabeth dall’infanzia ed era un vecchio amico di suo fratello, so che ha delle idee su di lei ed anch’io se è quello. Diavolo, mi sento il personaggio di un romanzetto rosa.
Imparerà anche troppo presto che sta, invece, interpretando un dramma.
Nella sede del Comitato per la preservazione dei Valori Americani, l’uomo di nome Henry Brown entra nel suo ufficio e si siede. Tutti i piani stanno procedendo bene, Oltre tre anni per piazzare tutte le pedine ai posti giusti e poi il loro gruppo privato di superesseri che il Governo era stato praticamente costretto a sponsorizzare, Se solo quei cretini di Washington fossero capaci di capire che sono sul punto di essere conquistati- senza neanche che sia sparato un colpo. Il Teschio Rosso aveva ragione, basta far leva sugli istinti più bassi e la gente è disposta a seguirti dove tu vuoi condurla. La paura del Comunismo è stata la molla giusta. È ancora immerso nelle sue riflessioni quando entra l’uomo conosciuto come Frederick Wertham.
-Tutto è organizzato per l’incontro al Campidoglio?- gli chiede Brown
-Si, sarà il primo incontro dei Liberatori con il Presidente e mi sto dando da fare perché i media ne tengano debito conto.-
-Quando abbiamo cominciato era davvero convinto che saremmo arrivati sin qui?-
-Assolutamente si.- replica Wertham –Non ho mai dubitato della nostra possibilità di riuscita. Siamo stati molto attenti, nessuno ha mai avuto il minimo sospetto sui nostri veri scopi.-
Se si prendesse la briga di andare a guardare nel doppio fondo del cassetto della sua scrivana non sarebbe più così certo.
La Torcia Umana e Sun Girl tornano da uno scontro con una banda di gangsters, nessuno di due ha parlato di quanto è avvenuto tra loro solo due giorni prima e nemmeno stasera ne avranno occasione, perché sulla porta dell’ufficio ci sono due figure, una delle quali gli è ben nota
_lei è Fitzpatrick dell’O.S.S. ci dette le informazioni in quell’affare dell’Hydra e del Dragone Marino nel ’44.-
-Sono nella C.I.A. ora, o almeno lo ero…- risponde Fitzpatrick …. Ed ho informazioni che lei ed i suoi soci Vincitori dovete assolutamente conoscere. È in gioco la sicurezza della nazione.-
4.
Will Fitzpatrick e Jerry “Headline” Hunter sono seduti su due delle poltroncine del salotto della sede della Squadra dei Vincitori ed i membri della Squadra li osservano in attesa che parlino, poi Will si decide a rompere il silenzio.
-Ero stato incaricato di rintracciare uno dei più pericolosi criminali nazisti ancora in libertà: il barone Zemo..-
A quel nome tutti si irrigidiscono, sanno chi è Zemo. L’uomo che ha ucciso gli originali Capitan America e Bucky.
-…lo rintracciai in Amazzonia, ma lì le cose andarono subito storte. Cadi nelle sue mani e lui non mi uccise, no…mi usò come cavia per i suoi esperimenti senza anestesia. Voleva vedere se il mio corpo era adatto, disse…-
-Adatto a cosa?- chiede la Trottola
-Ci arrivo…Zemo me ne parlò, era così sicuro della mia impotenza egli piaceva vantarsi. Cercava un corpo adatto ad ospitare l’essenza del suo alleato e quando vidi di chi si trattava credetti di essere impazzito… o forse solo di essere capitato in un film della Universal…-era una specie di uomo meccanico con una specie di boccia da pesci rossi al posto della testa e dentro vi galleggiava un cervello umano.-
-Il Prosciugatore di Cervelli!- esclama la Torcia Umana
-Lo conoscete vedo.-
-Gli invasori l’hanno affrontato alcune volte, tra cui nella loro prima missione come gruppo. All’epoca esercitava il controllo mentale su alcuni alieni a cui fece credere di essere gli antichi dei germanici.-
-Affrontò anche la Legione della Libertà.- interviene Capitan America, che, nei panni del Patriota, era stato il leader della Legione.
-Vero.- conferma Miss America –fu nel 1942, era insieme a quel giapponese, lo Squalo e ci aiutò quel tipo che diceva di venire dal futuro.-
“Headline” Hunter scuote la testa, questa gente trova normali le cose più incredibili, pensa. Will continua il suo racconto:
-..il Prosciugatore di Cervelli voleva trasferire il suo cervello in un corpo umano, ma voleva essere sicuro che il corpo fosse in grado di reggere allo stress, sono parole sue, dell’installazione del suo supercervello. Mi presero campioni di sangue e tessuti e fecero numerose prove. Ad un certo punto, Zemo disse: “ Il nostro alleato pensa che il suo uomo artificiale sia più adatto, vedremo di testare la sua teoria se falliamo col prigioniero”
-Uomo artificiale? Mi interessa.- interviene la Torcia
-..Non ne so molto al riguardo, ma sul resto…..Zemo ed il Prosciugatore parlarono a lungo del piano che prevedeva un’infiltrazione degli U.S.A. grazie al Comitato per la Preservazione dei Valori Americani.-
-Ho sentito parlare di loro.- interviene Cap –Sono dei Nazisti dunque? Avrei dovuto pensarci.Ecco perché hanno fatto rimettere in libertà i Battle Axis per formare i Liberatori.-
Fitzpatrick continua:
-…avevano preparato accuratamente il terreno e puntavano ad impadronirsi del potere spingendo gli americani a fidarsi di loro, sfruttando i timori di questa guerra fredda, speravano di far eleggere un candidato scelto da loro Presidente o, in alternativa, di eliminare l’attuale per sostituirlo con uno dei loro. Si sono preparati per ottenere la fiducia del pubblico, ma non hanno considerato che sopravvivessi e riuscissi ad arrivare sin qui.-
“Headline” si alza ed estrae dei fogli dalla sua cartella
-Leggete qua!- dice porgendoli ai suoi interlocutori –Questa è la migliore delle prove, documentazione secondo cui Frederick Wertham, il nome di uno dei capi del Comitato, era una delle identità di comodo del defunto Teschio Rosso qui negli U.S.A. e che Henry Brown, il segretario del Comitato era iscritto al Partito Nazista.-
-Ok. Brown e Wertham erano membri dell’organizzazione del Teschio Rosso e questo l’ho capito…- dice Cap -…ma, perché dirlo a noi, perché non parlarne ai suoi superiori della C.I.A. Fitzpatrick?-
-Perché sarei morto due minuti dopo aver parlato con un qualunque funzionario.- replica Will –Si sono infiltrati dovunque ormai, voi siete i soli di cui posso fidarmi, i soli che possano fermarli prima che sia troppo tardi.-
-Che intende dire Fitzpatrick?- chiede Namor
-Legga quei fogli.. c’è un appunto di Wertham o comunque si chiami sui loro prossimi passi. Ci sarà una riunione al Campidoglio con i Liberatori e parlerà il Presidente di fronte al Congresso. Temo che vogliano fare qualcosa di grave e voi potete intervenire per smascherarli..-
Cap riflette, poi:
-Potrebbe essere proprio quello che vogliono per screditarci, eppure…non credo che abbiamo scelta, ci saremmo andati comunque, no?-
-Già.- commenta la Torcia -Non abbiamo scelta.-
Campidoglio fine di febbraio, la folla si assiepa nelle tribune e tra loro si fa largo “Headline Hunter cercando di raggiungere la tribuna stampa. È l’unico che ha una vaga idea di cosa stia per succedere e non vuole perdersi un solo minuto, specialmente perché se tutto va bene, quel negriero di Goodman avrà una bella prima pagina domani per il Bugle.
Ecco che entra il Presidente del Comitato per la preservazione dei Valori Americani, Peter Henry Gyrich che, con voce stentorea annuncia:
-Onorevoli membri del Congresso, ho l’onore ed il piacere di annunciarvi il più grande supergruppo d’America: i Liberatori!-
Ed eccoli entrare accolti dagli applausi, sotto lo sguardo vigile di Gyrich. Fa parte anche lui del complotto o è solo una testa di legno? Si chiede Hunter, poi da uno sguardo all’apparentemente mite Henry Brown ed al professor Wertham e non può fare a meno di chiedersi cosa passi loro per la testa in questo momento. Ci hanno riflettuto a lungo, se anche ci fosse un attentato a Truman, cosa ci guadagnerebbero? Il vice Presidente sarebbe Presidente e sarebbero ancora lontani dall’obiettivo…a meno che…Hunter guarda verso lo scranno del Presidente Pro Tempore del Senato, un senatore oltranzista del Mississippi. Certo, pensa, eliminati Presidente, Vice Presidente e Presidente della Camera, sarà lui ad assumere la carica di Presidente ed è uno di loro. Certo, attribuiranno la responsabilità ad un complotto comunista ed i Liberatori sono qui per fare la figura degli eroi. Cosa può essere? Una bomba? No, sarebbe un rischio troppo forte, potrebbero rimanere uccise le persone sbagliate. Un cecchino forse? Ma come potrebbe essere entrato armato? Semplice, non c’è una gran sicurezza intorno a Truman e se davvero ci sono complici in alto loco…beh non è difficile, ma dove può essere….In alto probabilmente. Lo sguardo di Headline corre verso il corridoi più alti. Gli sembra di vedere un luccichio spuntare da dietro una porta. Si è sbagliato? La sua ansia lo ha portato a vedere quello che sperava? Non lo sa, ma lascia il suo posto e corre. Vorrebbe poter avvertire qualcuno, ma non ne ha i mezzi, deve fare da solo.
La Torcia Umana, a volte, è stupefatto di come sia facile passare inosservati: è bastato indossare un normale vestito sopra la sua uniforme e per quasi tutti lui è solo Jim Hammond, poliziotto. Non ha mai pensato sul serio ad un’identità segreta, ma a volte se ne rammarica. Come Hunter, ha fatto i suoi ragionamenti e si accorto dell’uomo che è entrato in uno dei palchi riservati, un uomo con una borsa. Un killer comune, pensa ho affrontato alieni, scienziati pazzi uomini sottomarini ed ora un normale tizio con un fucile? No, non sottovalutare la situazione, quell’uomo sarà anche una minaccia normale, ma è pericoloso, non dimenticarlo.
Se ha sbagliato si scuserà, ma ora non perde tempo a spalancare la porta e fa bene perché vede l’uomo intento a maneggiare uno strano macchinario. La Torcia non perde tempo a chiedersi cosa può essere…con una palla di fuoco lo fonde rendendolo inutilizzabile, l’uomo reagisce estraendo una pistola e scopre che sparare ad un androide non serve a molto, in breve la Torcia lo blocca.
-Ora verrai con me amico!-
Nell’aula Gyrich ha concluso la sua presentazione ed ora lo Spirito del ’76 ha preso la parola
-Signor Presidente, amici americani, io ed il mio gruppo siamo onorati di essere qui e vi prometto che avete tutto il nostro impegno nella lotta alle minacce interne ed esterne al nostro amato paese.-
-Digli anche che lavori per i nazisti.- è la voce autorevole di Capitan America ad eccheggiare nella sala, mentre entra fiancheggiato da Sub Mariner e dalla Torcia che porta l suo prigioniero ed ecco anche Miss America e la Trottola.
-Digli che il tuo Dott. Wertham è in realtà un’identità fittizia creata dal Teschio Rosso per agenti nazisti e che Mr. Henry Brown è stato un agente nazista per tutta la durata della guerra.-
-Menzogne!-, sbotta lo Spirito del ’76 –Solo sporche menzogne! Non credetegli.-
-Signori, voi mi conoscete, io sono Capitan America, non ho mai mentito alla nazione americana e non comincerò oggi. Questi documenti provano aldilà di ogni dubbio quanto ho detto, così come la testimonianza di quest’uomo…- entra Will Fitzpatrick esce da dietro gli eroi -…l’agente della C.I.A. William Fitzpatrick vi porterà la prova che l’uomo che conoscete come Spirito del ’76 è, in realtà, una mostruosità nazista chiamata Prosciugatore di Cervelli.-
-È falso!-
-Davvero? Se è così non avrai difficoltà a toglierti il parrucchino e farti esaminare per vedere se sotto i tuoi capelli veri ci sono innesti chirurgici.-
Spirito del ’76 rimane per un attimo fermo, poi
-Fateli fuori!- ordina
Mentre i Liberatori si lanciano sui Vincitori Cap pensa che il suo avversario si è scoperto da solo, come sperava che facesse, non nota la smorfia sul volto di Wertham, mentre capisce che in pochi attimi oltre tre anni di piani stanno finendo in fumo e tutto perché quell’imbecille non è stato capace di fermare quell’agente quando poteva.
Lo scontro è cruento, ognuno dei Vincitori si scontra con un Liberatore La Torcia con Volton, Namor con Forzuto, la Trottola con la Meteora Umana, La Regina Ragno con Miss America e, naturalmente Capitan America con Spirito del ’76.
-Hai rovinato tutto, te la farò pagare.- urla Spirito
-Sei tu che devi pagare per aver ingannato il popolo americano ed aver profanato il ricordo di un vero eroe.-
-E tu sei il suo vendicatore? Che illuso idealista. È stato facile manipolarvi tutti quanti, voi americani idealisti. Il possessore di questo corpo si è sottoposto ai trattamenti che l’avrebbero potenziato di sua spontanea volontà, per aiutare il suo paese, senza immaginare che la sua stessa identità sarebbe stata mia, mia.-
-Sei più pazzo di quanto ricordassi Prosciugatore.- ribatte Cap
-Ci siamo già incontrati? Interessante. Zemo diceva che tu non sei il capitan America Originale e che lui l’ha ucciso, ma, se è così..chi sei? Uno dei rompiscatole in costume che ho combattuto?-
-Sono quello che ti sconfiggerà, ecco chi sono!-
Gli scontri proseguono con fasi alterne, ma la maggior esperienza dei Vincitori gioca a loro favore, nel frattempo Henry Brown è rannicchiato in un angolo, non osa muoversi. Gyrich è sconcertato e Wertham prende una decisione. Il piano è fallito, ma lui può ancora salvarsi e ricominciare un’altra volta. Mentre prova ad allontanarsi Will gli si para davanti e lo blocca
-Mi spiace, ma non si passa di qui amico.-
Con uno scatto che rivela una forza insospettata per un uomo anziano Wertham spinge via Fitzpatrick
-Fuori dai piedi umano!- esclama
Supera Will e si precipita nel corridoio. Will scatta in piedi chiedendosi se ha sentito bene…ha detto Umano? E lui cosa sarebbe? Raggiunge il corridoio, ma Wertham è sparito, ma a terra c’è un informe poltiglia giallastra che si sta liquefacendo e dei vestiti, quelli del presunto psicologo
-Che mi venga…- esclama Fitzpatrick -..e questo cosa significa?-
Grazie all’aiuto dei Golden Girl, Sun Girl e Namora, i Liberatori hanno dovuto cedere le armi, solo Capitan America continua la sua lotta
-Arrenditi – intima Cap al suo avversario.-
-Mai, non verrò sconfitto da uno come te, mai!-
-Non hai molta scelta!-
Con un abile capriola Cap si getta addosso all’avversario e lo fa cadere, poi gli è sopra e lo minaccia con lo scudo levato
-Ora basta, è ora di finirla.-
-Dovevo batterti! Era previsto che ti battessi.-
-Hai perduto, invece, ma anche se avessi vinto, non avresti ottenuto niente, qualcun altro avrebbe preso il mio posto, la guerra alla tirannia non finirà finché ci sarà un solo uomo libero ed ora alzati.-
-Non sarò mai tuo prigioniero, mai!-
Con un gesto improvviso, l’uomo che è chiamato Spirito del ’76 porta le mani verso la fronte, poi…urla, un urlo che sembra scaturire dal profondo della sua anima, infine ricade sul pavimento. Cap lo esamina e si accorge che è morto. Si è fatto esplodere il cervello o qualcosa di simile, pensa. D’impulso gli toglie la mascherina e vede il volto di Bruce Carter IV. NOn ne è particolarmente sorpreso, povero piccolo patriota, credevi di servire il tuo paese ed invece eri al pedine di un mostro. C’era ancora la tua coscienza da qualche parte in questo corpo o eri già morto da quando il Prosciugatore ha preso possesso della tua mente? E per ciò che riguarda il Prosciugatore…si sarà davvero suicidato, oppure aveva una via di scampo? I suoi nemici sono come le monete false, prima o poi rispuntano fuori.
Si rialza e si avvicina al podio
-Signori quello che avete visto oggi dovrà farci riflettere. I Liberatori ed il Comitato sono arrivati vicini al loro scopo, perché noi, il popolo americano, accecato dalle nostre paure, gliel’abbiamo permesso, noi. Pensateci attentamente e fate che non si ripeta.-
Scende dal podio e si riunisce ai suoi compagni.
5.
La storia potrebbe finire qui, ma ci sono alcuni fili in sospeso da riannodare
È ormai maggio quando la Torcia Umana sorvolando la città, immerso in cupi pensieri. È stato informato della morte del suo creatore, il professor Horton. Non erano in buoni rapporti, eppure, era la cosa più vicina ad un padre che avesse mai avuto, vorrebbe che tra loro fosse andata diversamente. Sta ancora pensandoci, quando viene richiamato da una voce familiare:
-Ciao Pappy!-
Ed ecco affiancarglisi la fiammeggiante figura di…
-Toro! Sei proprio tu, ragazzo?-
-Ebbene si, la mia madre adottiva sta bene adesso ed io avevo voglia di rivedere i vecchia amici, di riformare la squadra!-
-ma certo figliolo, su, vieni, ho molte cose da raccontarti.-
La riunione è di breve durata, all’arrivo nel loro Quartier Generale, due compagni vengono informati da Mary Mitchell Che il Boss di un sindacato del crimine ha chiesto di incontrarli in un magazzino. Pur consapevole che si tratta di una trappola La Torcia e Toro decidono di andare all’appuntamento lasciando a casa Sun Girl. Al magazzino, come previsto, i gangsters li affrontano, usando il misterioso fluido sperimentale X-R che hanno acquistato dai Sovietici. Il fluido riesce a spegnere la loro fiamma ed a paralizzarli.Toro viene portato oltre la Cortina di Ferro, come parte del pagamento ai Sovietici del fluido paralizzante, mentre la Torcia, giudicato troppo pericoloso viene portato a Yucca Flat, nel deserto del Nevada e seppellito in una buca profonda. Abbandonato sotto terra l’androide si autodisattiva e per molto tempo nessuno sentirà più parlare di lui. Il suo ultimo pensiero è per Toro, che non può più aiutare.Non immaginava così la sua ultima battaglia.
Il neo Contrammiraglio Simon Savage si è concesso una gita a New York prima di ripartire verso Washington e passeggia lungo uno dei viali, quando un camion perde il controllo, sbanda e punta sulla fola sul marciapiede. Savage sarebbe sicuramente spacciato se, improvvisamente, dall’alto non calasse una figura volante che si pari innanzi al camion e lo ferma con la sola forza delle braccia.
-È Sub Mariner!- esclama uno della folla
Namor svelle lo sportello del camion e ne tira fuori il guidatore
-Potevi fare una strage!- gli grida con ira.
-I…i freni non funzionavano…io ho perso il controllo
Namor non l’ascolta, lo consegna ad un poliziotto e riprende il suo volo
Simon Savage non saprà mai che quello era un attentato dell’Hydra nei suoi confronti.
-E così quello è il famoso Sub Mariner eh?- esclama uno di passanti –L’hai mai conosciuto papà?-
-Non di persona Leo.- risponde l’uomo di circa 50 anni e la barba nera, screziata di grigio, che si trova al suo fianco –Anni fa lo vidi sistemare dei sottomarini nazisti che avevano attaccato il convoglio mercantile di cui faceva parte la mia nave, ma non gli ho mai parlato. Peccato, però, mi sarebbe piaciuto fargli certe domande a cui, forse, lui sa rispondere. Oh beh, non importa, a volte credo sia stato solo un sogno, ma chissà…un giorno, magari lo rivedrò e glielo chiederò.-
Il capitano Leonard McKenzie non lo sa, ma non rincontrerà il figlio che non sa di avere per molti altri decenni, il destino ha evitato un incontro che poteva cambiare le loro vite e quelle di molte altre persone.
Poco più tardi, nell’appartamento di Betty Dean, Namor riceve la visita di sua cugina
-E così mio nonno mi ha perdonato.-
-Si- risponde Namora –Richiede la tua presenza ad Atlantide, la malattia di cui soffre l’ha debilitato e vuole che tu torni ad Atlantide ed anche tua madre lo desidera.-
-Molto bene. Torna pure ad Atlantide e di all’Imperatore, mio nonno, che presto sarò di ritorno.-
Poco dopo su un molo della Baia Namor e Betty si salutano con tristezza
-Tu capisci che devo andare vero?-le chiede Namor –Ho dei doveri verso il mio popolo e verso la mia famiglia.-
-Vai se devi. Ho sempre saputo che questo giorno sarebbe arrivato.- risponde lei –Non posso trattenerti.-
-Non ti dimenticherò mai, Betty e quando potrò, tornerò, è una promessa.-
La bacia dolcemente e poi si tuffa, per scomparire rapidamente sotto le onde. Solo allora Betty si lascia andare e piange.
Le cose sono cambiate in fretta per Capitan America. Nel giro di pochi giorni La Torcia Umana e Toro sono scomparsi senza lasciare tracce e Sun Girl ha deciso di ritirarsi, Namor e Namora sono tornati ad Atlantide e, subito dopo il loro matrimonio, Bob Frank e Madeline Joyce si sono sposati abbandonando l’attività e, di fatto, la squadra dei Vincitori si è sciolta. Jeff si chiede se vale la pena di continuare da solo, ora che Gwenny Lou Sabuki ha deciso di lasciare Boston per tornare in California per aiutare suo padre. Ci sta pensando da quando hanno sconfitto i Liberatori, è stanco di essere un simbolo, stanco di questa lotta incessante contro spie sempre più improbabili, il lavoro necessario può lasciarlo alle forze di polizia tradizionali. Ha avuto un incubo strano la notte scorsa: era stato intrappolato all’Inferno col Teschio Rosso e doveva battersi con lui per sopravvivere. Aveva vinto, per risvegliarsi sudato e tremante nel suo letto.
Ha riflettuto sul significato dell’incubo senza venire a capo di molte, salvo, forse, la consapevolezza che è arrivato il momento di smettere di pensare alle esigenze di Capitan America e dedicarsi, invece, a quelle di Jeff Mace.
Ne ha parlato con Fred Davis, subito dopo aver accompagnato Gwenny Lou all’aeroporto e lui ha capito la sua stanchezza:
-Abbiamo fatto una lunga strada Jeff.- gli ha detto –Forse è ora che il cammino finisca, non so.-
-Non ti manca l’essere Bucky?-
-Si, a volte. Altre, invece, mi dico che era una cosa da ragazzini e che sono cresciuto, ormai e devo pensare alla vita vera.-
-Si è quello che penso anch’io.- ha concluso Jeff.
È tornato nel suo appartamento, ha osservato a lungo il costume di Cap e lo scudo, poi l’ha piegato in quattro e riposto nell’armadio assieme a quello del Patriota. È stata una bella avventura, pensa, ma tutte le cose belle devono finire prima o poi.
Ed eccolo qui, a casa Naisland, mentre si rende conto che preferirebbe avere davvero a che fare con il Teschio Rosso, ma deve andare avanti. Quando Elizabeth entra, sente la gola diventare secca e quasi non riesce a parlare
-Elizabeth..io..ecco. sono qui per…io….Vuoi sposarmi?-
Dio. Che disastro! Pensa Jeff, non era così che l’aveva immaginata questa scena, vorrebbe sprofondare, poi nota il sorriso sul volto di lei e senta la sua risposta, un semplice:
-Si!-
E, a pensarci bene, non c’è molto altro da aggiungere.
EPILOGO
E
questo è tutto. Lo spettacolo è finito, le luci si spengono, gli attori
abbandonano la scena. È stato bello? Non so, non posso dirlo, io ero lì, facevo
parte del gioco. Un’era di meraviglie finì così, non con un bang, ma con un
sussurro. Mentre appoggio la testa sul cuscino e chiudo gli occhi, forse per
l’ultima volta, li rivedo com’erano allora, coi loro costumi colorati e la loro
ingenuità.Eroi di un tempo che non sarà mai più, se non nei ricordi di coloro
che lo vissero. Uomini come me, Jerry “Headline Hunter e, mentre il sipario
cala, sorrido.
FINE
NOTE DELL’AUTORE
Eccoci dunque alla fine. Come avrete notato, l’era dei supereroi della Timely Comics giunge al termine lasciando alcuni punti in sospeso. Non potevo fare diversamente, il mio scopo era narrare una storia su come gli eroi dell’età d’oro vissero il dopoguerra della seconda guerra mondiale e mi sono volutamente arrestato al 1949 anno in cui la Timely cessò le pubblicazioni dei suoi supereroi. Altre cose sono accadute in seguito, ma esulano da questa storia e non le ho narrate volutamente. Nell’appendice ho tracciato un breve profilo della loro storia successiva. Come negli altri episodi ho dato spazio al privato dei personaggi, riducendo al minimo indispensabile le descrizioni di lotte,
Ed ora eccovi il solito dossier sui personaggi citati in quest’episodio
APPENDICE STORICA
Ecco, come annunciato, alcune notizie sui personaggi presenti in questa storia
Capitan America III Jeffrey Mace, dopo l’abbandono dell’identità di Capitan America, sposa Elizabeth Naisland, sorella del precedente Capitan America William Naisland, già noto sino al 1946 come Spirito del ’76, l’identità usurpata da Bruce Carter IV/Proscugatore di Cervelli. Nel 1950 rifiuta un’offerta del Governo per riassumere l’identità di Capitan America in seguito alla Guerra di Corea e, per questo è citato dinanzi alla Commissione sulle attività anti americane presieduta dal Senatore McCarthy, ma si rifiuta di comparire e l’intervento del Presidente Eisenhower gli evita di essere imprigionato per “Disprezzo verso il Congresso”. Nel 1953 l’arrivo di un nuovo Capitan America e di un nuovo Bucky, che, dopo meno di un anno di attività sono costretti al ritiro a causa di un’improvvisa follia lo spinge a riconsiderare il concetto di “un Capitan America per tutte le stagioni e questo lo porta ad accettare, un’offerta che gli giunge della lontana Gran Bretagna. Nel 1955 diventa direttore del Boston Globe. Dal suo matrimonio nascono due figli: Steven Frederick, che muore in Vietnam nel corso di uno scontro con i Vietcong e Jeffrey William che, dopo aver conseguito il baccalaureato in Scienze a Harvard, decide di arruolarsi nel corpo dei Marines da cui esce alcuni anni dopo. Consegue un Master in Relazioni Internazionali alla Columbia University di New York ed entra nel Servizio Diplomatico. Come suo fratello sin dalla più tenera età, segue un ferreo programma di addestramento fisico in vista di intraprendere la carriera parallela di Capitan America, cosa che non farà mai e che è seppellita per sempre dall’inaspettato ritorno dell’originale Capitan America. Dal suo Matrimonio, avvenuto subito dopo la laurea nascono tre figli, due femmine ed un maschio, nell’ordine: Elizabeth Mary, che decide si seguire la carriera militare e si laurea in legge entrando nel J.A.G. (Judge Advocate General, la struttura giudiziaria militare) dove dimostra un notevole talento investigativo; Jeffrey Stephen William (Jeffrey III) che si dedica alla carriera di giornalista e Roberta Ann, attualmente ancora all’Università. Tutti questi personaggi li rincontreremo nella serie di Capitan America, tranne i due protagonisti di questa storia: Elizabeth Naisland Mace muore nel 1974 per un improvvisa emorragia cerebrale e Jeff Mace, sopravvissuto agli agguati di mille avversari, soccombe all’unico nemico che non ha potuto sconfiggere. Il cancro.
È appena il caso di sottolineare che questi avvenimenti sono tutti frutto della mia fervida fantasia, tranne quello relativo alla morte di Jeff Mace, narrato in Captain America Vol 1° #285 in Italia su Capitan America & i Vendicatori (Star) #28
Bucky II Dopo la laurea, Frederick Davis sposa Sheila Carter, da cui ha un figlio: William, il matrimonio finisce pochi anni dopo con un divorzio. Alla fine degli anni sessanta, Fred si risposa ed ha un’altra figlia: Stephanie. Si dedica alla professione di giornalista e poi entra in politica. Dopo tre mandati come rappresentante del suo distretto al Congresso, viene eletto Senatore, carica che ricopre tuttora.
Questi fatti sono, ancora una volta, frutto della mia fantasia
Golden Girl Abbandonata l’attività di supereroina, Gwenny Lou Sabuki si dedica all’insegnamento a San Francisco. Per saperne di più su di lei e sui suoi discendenti, ricordatevi di seguire la serie di Capitan America.
Namor, il Sub Mariner dopo un’assenza di quattro anni ritorna in scena nel 1953 salvando dal disastro un sottomarino americano, riprende, così, le sue avventure nel mondo di superficie, la sua relazione platonica con Betty Dean e l’occasionale collaborazione con Namora. Nel tardo 1955 un incidente di fronte al palazzo delle Nazioni Unite, in cui resta ucciso un innocente turista francese, lo spinge ad abbandonare il mondo di superficie e, poco dopo si scontra con il misterioso Paul Destine, alias Destiny che ha trovato la mistica Corona del Serpente e se ne serve per sconfiggere Namor e fargli perdere la memoria dopo averlo costretto ad assistere, per mezzo di una proiezione mentale, alla distruzione di Atlantide ed alla morte del nonno Thakorr e della madre Fen, provocate dai suoi poteri. L’amnesiaco Namor vaga per decenni tra i barboni della Bowery di New York dove viene trovato alla fine da Johnny Storm, la nuova Torcia Umana.
Questi fatti sono narrati in Young Men, Men’s Adventures e Sub Mariner Comics pubblicati dal 1953 al 1955 dalla Atlas Comics (il nuovo nome della Timely) e su Fantastic Four (Vol 1°) #4 (FQ Corno #3) e su Sub Mariner (Vol 1°) #1 (FQ Corno #57/58) e nella miniserie Sub Mariner #1/4 del 1984 (in Italia su Namor, Play Press, #5/7)
Namora Pur essendo segretamente (mica tanto, in realtà) innamorata di Namor, Namora accetta di sposare un nobile Atlantide e si trasferisce in una colonia lontana dalla capitale Poiché non può avere figli, accetta di farsi clonare dallo scienziato Vyrra e si fa innestare l’embrione, dando vita alla figlia Namorita. Dopo la distruzione di Atlantide da parte di Destiny e la morte del marito, si trasferisce a Lemuria, nell’Oceano Pacifico, dove viene uccisa a tradimento dalla Perfida Llyra
Eventi narrati in Sub Mariner #59/51 (FQ Corno #112/113) e nella serie Namor #19/20 (Amor, Play Press #22/23)
L’Originale Torcia Umana. Risvegliato dalla catalessi nel 1953, da un’esplosione nucleare sperimentale proprio sopra la fossa in cui era stato seppellito, la Torcia riprende le sue avventure assieme al fido Toro, ritrovato in Corea dove era stato sottoposto al lavaggio del cervello. Dopo varie avventure, nel 1954 la sua fiamma potenziata nuclearmente va in supernova e lui si lascia esplodere sopra il deserto. In realtà, il suo corpo sopravvive e verrà ritrovato dal Pensatore Pazzo che cercherà di usarlo contro i Fantastici Quattro.Quando la vecchia Torcia si ribellerà, il Pensatore lo “spegnerà”
Questi fatti li trovate narrati in Young Men, Men’Adventures. Human Torch Comics del 1953/1954 e in FQ Annual #4 (in FQ Corno #53) del 1967. Il resto della storia della Torcia Umana Originale dovrebbe esservi noto.
Toro.Abbandonata l’attività di Supereroe nel 1954 dopo la scomparsa della Torcia, scopre di invecchiare lentamente a causa della sua fisiologia mutante. Alla fine si sposa, ma viene preso in trappola dal pensatore Pazzo che gli fa il lavaggio del cervello, convincendolo di essere l’originale Torcia Umana e mandandolo contro Namor. Recuperata la memoria, Toro verrà ucciso cercando di fermare il Pensatore fuggitivo.
Questi fatti sono narrati in Sub Mariner #14 (FQ Corno #70)
Sun Girl Il Destino di Mary Mitchell vi sarà noto, indovinate dove?
Il Prosciugatore di Cervelli. Questo Bizzarro criminale, fu creato da Roy Thomas nella serie gli Invasori #1/2. Il suo nome era Werner Schmidt e fu investito dall'onda d’urto della caduta di un’astronave aliena che en distrusse il corpo, a parte il cervello e gli occhi salvati in un corpo meccanico. Il Prosciugatore s’impadronì della fonte di potere (sotto forma di anello) e l’uso per controllare gli occupanti dell’astronave che trasformo nella sua personale versione degli dei nordici: Donar, Loga, Froh e Brunhilde. Sconfitto, tornò alla carica altre volte, tra cui un’avventura della Legione della Libertà con la Cosa in Marvel Two in One Annual e MTO #20 (FQ Corno #200/201) Quest’avventura è da qualcuno considerata fuori continuity. In tempi moderni è apparso in albi inediti di Alpha Flight Vol 1° e precisamente: AF #108/112
Bucky II Dopo la laurea, Frederick Davis sposa Sheila carter, da cui avrà due figli: William e Stephanie. Si dedica alla professione di giornalista e poi si dedica alla politica, dopo tre mandati come rappresentante del suo distretto al Congresso, viene eletto Senatore, carica che ricopre tuttora.
Questi fati sono, ancora una volta, frutto della mia fantasia
Golden Girl Abbandonata l’attività di supereroina, Gwenny Lou Sabuki si dedica all’insegnamento a San Francisco. Per saperne di più su di lei e sui suoi discendenti, ricordatevi di seguire la serie di Capitan America.
Arnim Zola Come? Non avete visto questo simpatico personaggio, inventato tanti anni fa da Jack Kirby, nella storia? Ne siete davvero sicuri?
E con questo siamo davvero arrivati alla fine
Carlo