MINISERIE IN QUATTRO PARTI

Di Carlo Monni

 

PARTE SECONDA

 

 

IL VALORE DI UN EROE

 

 

1.

           

 

                        8 maggio 1945. La Jeep avanza tra le rovine di Berlino, a bordo i due uomini del mistero conosciuti come Capitan America e Bucky si guardano intorno lievemente spaesati. Per il giovane Fred Davis è il primo viaggio nell’Europa devastata, anche se deve far finta di essere un veterano. William Naisland è già stato qui solo pochi giorni prima, quando era ancora Spirito del ’76. Era il 30 aprile e mentre lui, il Patriota e l’eroe sovietico chiamato Guardiano Rosso tenevano a bada i suoi sgherri, Capitan America, quello originale combatteva l’ultima battaglia con il Teschio Rosso. Ricorda ancora il bombardamento finale sul bunker del Teschio e Cap che ne usciva all’ultimo istante, unico sopravvissuto. Da un’altra parte, ma questo l’avrebbero saputo solo in seguito, la Torcia Umana e Toro chiudevano, una volta per sempre, i conti con Adolf Hitler in persona. Che tragica Ironia pensare che Capitan America e Bucky sarebbero sopravvissuti solo altri due giorni alla scomparsa dei due nemici che erano stati creati per combattere. Quando aveva accettato di diventare Capitan America avrebbe voluto subito mettersi alla caccia dell’assassino di Steve Rogers, ma Truman aveva subito voluto mandarlo in Europa, voleva che capitan America e Bucky fossero presenti alla resa formale delle truppe tedesche e lui, ovviamente, aveva obbedito, anche se non gli era andata giù. Quando erano arrivati l’armistizio era cosa fatta ed ora eccolo qui a testimoniare la disfatta del Terzo Reich. Ai lati della jeep che avanza senza fretta solo il cumulo di macerie che Berlino è diventata, i sogni di un pazzo ridotti ad un cumulo di cenere. Davanti a lui passano colonne dei soldati tedeschi prigionieri. Santo cielo, pensa, ci sono ragazzini e vecchi, era questa l’ultima risorsa di Hitler? Guarda i loro volti e si accorge che le emozioni che può leggervi non sono solo amarezza e delusione, ma, sorprendentemente, anche, sollievo. Sono sollevati, pensa, che questa follia sia finita. Si gira a guardare Fred, dovrà abituarsi a chiamarlo Bucky ed a pensare a se stesso come Cap, vede il suo volto sconvolto dall’impatto con la realtà della guerra, imparerà, teme. Ancora pochi giorni e poi, ne è certo, li manderanno nel Pacifico, contro i Giapponesi e laggiù le cose sono ancora dure. La guerra non è ancora finita per loro.

 

 

2,

 

 

8 maggio 1946 Per le strade di New York, i festeggiamenti per l’anniversario della fine della lotta contro I Nazisti volgono al termine. All’interno dell’appartamento nella Times Tower che era stato il Quartier Generale della Legione della Libertà ed oggi ospita quello della Squadra dei Vincitori, La Torcia Umana siede e tenta di scrivere una lettera:

Cara Jacqueline, ti scrivo dopo tanto tempo per sapere come stai. Mi spiace di non essermi fatto vivo prima, ma…”

Con un gesto di stizza appallottola il foglio e lo getta via. A che serve pensa? Lui può anche essersi innamorato di Jacqueline Falsworth, sua partner negli Invasori col nome di Spitfire, ma lei non aveva occhi che per Capitan America, è stato così sin dal primo momento che s sono conosciuti. La cosa ironica è che Cap a sua volta era chiaramente innamorato di una tizia, una biondina graziosa, un’agente federale, le rare volte che lui l’aveva incontrata si era presentata come Agente 13 e non ha mai saputo se Cap ne conoscesse il nome. Una volta, nel ’44, la incontrarono in Francia ed allora Cap la chiamava scherzosamente Mademoiselle. Scomparve all’epoca della liberazione di Parigi, forse fucilata come spia assieme a dei partigiani. Per Cap fu un brutto colpo ed otto mesi dopo toccò a lui scomparire nelle acque di Gibilterra. Ma, anche se non fosse stato così… cosa avrebbe potuto e potrebbe offrirle un androide? Lui può sembrare umano se si guarda allo specchio, ma sa di non esserlo, non invecchierà nemmeno, mentre lei….La Torcia allontana questi pensieri mentre rivolge lo sguardo ai suoi compagni: i due ragazzi, Bucky e Toro che chiacchierano, la Trottola e Miss. America, ormai sono una vera coppia, chissà quando si sposeranno? Namor, seduto in poltrona, cupo, pensa probabilmente al regno di Atlantide, da cui suo nonno, l’Imperatore Tha-Korr l’ha recentemente esiliato. E poi c’è l’uomo in piedi accanto alla grande finestra. William Naisland è stato un ottimo sostituto, per Steve Rogers e così Fred Davis per Bucky Barnes. I suoi amici scomparsi sarebbero fieri di loro. Gli si avvicina e posa una mano sulla sua spalla.

-Come va Cap?- gli chiede?

Capitan America sorride e risponde

-Bene, dopotutto è stata una settimana tranquilla no?-

-Si, diciamo di si. Non so come la pensate voi tutti, ma io sto cominciando a pensare che dopo quasi quattro anni di guerra e le superminacce naziste come Master Man, il Teschio Rosso, Croce di Ferro, affrontare dei comuni criminali sia, come dire, un po’ noioso. Capisco perché quasi tutti gli altri uomini del mistero si sono ritirati.-

-Non proprio tutti.- ribatte Miss America –A Boston c’è ancora il Patriota e non dimenticare l’Angelo, anche se lo si vede sempre più di rado E poi… uomini del mistero….e le donne? Vi siete dimenticati del Fantasma biondo? Quella che è comparsa un paio di mesi fa? –

-Uhm difficile dimenticarla con quel bel fisico.- interviene la Trottola

Miss America lo guarda storto

-C’è da chiedersi come faccia a cavarsela combattendo in vestito da sera.- aggiunge –Deve avere qualche superpotere solo per evitare di inciampare nella gonna.-

-Non essere gelosa Maddie, lo sai che io ho un debole per le brunette.-

-Ben detto Mr. Frank.-

-E non direi che ci manchino le minacce bizzarre. Papy!- interviene Toro –Ricordi quello scienziato pazzo ed il suo robot gigante, qualche giorno fa?-

-ed anche noi avremmo qualcosa da raccontare con quello scimmione che aveva rapito una ragazza e quegli altri pazzoidi l’altro giorno, vero Cap?-

Capitan America sorride.

-In effetti, Bucky, direi che hai ragione. Abbiamo tutti la nostra quota di nemici bizzarri. Anche Namor, immagino.-

-Se volessi avrei un sacco di cose da raccontarvi, amici….- afferma Namor -…ma non si addice al Principe di Atlantide vantarsi delle sue imprese!-

-Ah Ah!- ridacchia la Torcia –Quel che non ti si addice è fare il modesto, testa a punta.-

-Se ti va una zuffa io sono qui fiammifero.-

-Ah no, non sta bene tra alleati. Quel che vorrei sapere, piuttosto è cosa fare con il tuo modo di parlare. Un momento lo slang ed il momento dopo mi sembri uno che fa un provino per l’Amleto. Deciditi.- T’interessa davvero come parlo, fiammifero?-

-In realtà no. Sono più che soddisfatto che stiamo qui a chiacchierare o che combattiamo insieme, invece di scontrarci come un tempo.-

-Potrebbe capitare ancora.-

-No, chissà perché non lo credo. Non più.-

La Trottola li interrompe

-Signori, qui sotto c’è ancora una bella folla io credo che sarebbe una buona idea unirsi alle celebrazioni, che ne dite?

-Si, penso che dovremmo farlo- dice Cap

Ok, allora facciamo un’entrata degna di noi e speriamo che a nessun malvagio venga in mente di guastarci la festa.- conclude la Trottola

-Se lo facesse..- interviene Namor

Ed eccoli saltar giù dalla terrazza. La supervelocità della Trottola gli consente di scendere lungo la parete del grattacielo senza cadere, La Torcia e Toro si infiammano e Namor e Miss America spiccano il volo portando con se rispettivamente Capitan America e Bucky che, ad un certo punto, mollano la presa e, dopo una breve caduta libera si afferrano ad un’asta di bandiera e, dopo una spettacolare serie di capriole, atterrano in piedi su di un palco simultaneamente ai loro compagni.

 

            Da qualche altra parte, in una saletta in penombra tre uomini stanno guardando la Tv. Sono Peter Henry Gyrich, Presidente del Comitato perla Preservazione dei Valori Americani, il suo segretario Henry Brown e lo psicologo Dott. Frederick Wertham. Dallo schermo in bianco e nero il Telegiornale trasmette le immagini della Squadra dei Vincitori alla celebrazione di New York.

-É inaccettabile.- dice Gyrich –Questi cosiddetti uomini del mistero non stanno facendo niente per la minaccia comunista.-

-Vero signore.- dice il suo segretario.

-Forse dovremmo fare in modo che compaiano dinanzi al Congresso.-

-Non funzionerebbe.- interviene il Dott. Wertham -Sono i simboli della vittoria sull’Asse. Il loro patriottismo non viene discusso. Non verrebbero mai chiamati solo per affermare il loro anticomunismo.  E poi non dimenticate Capitan America. La sua diffidenza verso i russi è ben nota.-

Gyrich stringe le labbra

È giusto-, dice –Eppure se simboli come loro appoggiassero la nostra causa…Possibile che non capiscano che minaccia sia il comunismo? Il modo di vita americano è sotto assedio e loro perdono tempo con ridicoli criminali. Anche il governo è troppo debole. Quello stupido di Roosevelt ha dato anche troppo a Stalin ed ai suoi rossi ed ora quelli si prenderanno mezza Europa e poi chissà che vorranno fare.-

-Calma Mr. Gyrich.- dice Wertham –Possiamo ancora fare qualcosa. Abbiamo amici al governo e se i candidati che appoggiamo saranno eletti alla camera ed al Senato, quest’anno…-

-Si ha ragione. Continuerò a battermi perché la gente capisca il pericolo. Darei l’anima per quest’obiettivo.-

-E questo è proprio ciò che potrebbe succederle Mr. Gyrich.- sussurra tra se il suo segretario.

 

 

3

 

 

            A circa 3000 miglia di distanza a San Francisco, la giovane studentessa nippo-americana Gwenny Lou Sabuki ascolta alla radio la voce di Capitan America mentre pronuncia il suo discorso di commemorazione a Times Square, incuriosita solleva il volto dal libro che sta leggendo. Il nome di Capitan America la riporta con la memoria a quella breve stagione del 1942-.1945 quando con Bucky, Toro e Human Top era, col nome di Golden Girl, un membro della squadra chiamata Kid Commandos. Avevano fatto del loro meglio sul fronte interno, dimostrando che anche i membri delle minoranze erano americani degni di rispetto. Per lei era stato peggio che per altri. Era una nisei, americana d’origine giapponese, lei e suo padre erano stati internati in uno dei campi approntati dall’esercito americano, Non importava che il dottor Sam Sabuki, chirurgo di fama, fosse un leale cittadino americano, era d’origine giapponese e tanto bastava. Solo l’intervento di Capitan America le aveva permesso di lasciare il campo per unirsi a quel gruppo di giovani avventurieri. Alla fine la guerra era giunta al termine, Bucky, quello originale, era morto, ucciso da un misterioso nemico e loro che si credevano invincibili ed immortali come tutti i ragazzi, avevano dovuto affrontare il fatto. Il gruppo si era sciolto quasi subito dopo, Toro si era riunito alla Torcia Umana nel pacifico, lei era tornata a casa con suo padre. Avevano dovuto ricomprare la loro stessa casa ad un prezzo da rapina e Sam Sabuki aveva ripreso la pratica medica, l’ospedale non aveva voluto riassumerlo, riuscendo, comunque, a sopravvivere decentemente. Gwenny Lou era tornata a scuola ed era anche riuscita a diplomarsi. In qualche modo che non sapeva spiegarsi essere Golden Girl non la interessava più molto, tuttavia, sentendo le parole di Capitan America si chiede….e se…

 

            Philadelphia, Pennsylvania. Nella villa dei Naisland regna il silenzio. Nello studio che fu di suo padre William Naisland, l’uomo che fu lo Spirito del ’76 ed oggi è Capitan America è intento a quello che giudica un noioso lavoro d’amministrazione dei beni familiari. Dalla radio accesa sente la voce stentorea di quell’imbonitore di George Rayburn, il Rappresentante che aspira a diventare senatore. Come al solito, tuona sul pericolo comunista. Beh, neanche a William piacciono i rossi, ma per quanto ne diffidi, non crede d’essere paranoico al riguardo. Ricorda che nel luglio dell’anno precedente, aveva assunto il ruolo di Capitan America da un paio di mesi appena, aveva accompagnato Truman come guardia del corpo alla conferenza di Potsdam, con Churchill e Stalin sul destino della Germania sconfitta. Era stato allora che lui ed il suo equivalente sovietico, il Guardiano Rosso, avevano collaborato per sventare un attentato ai tre grandi. Deve riconoscere che quell’uomo era in gamba, degno di rispetto, anche se non si fidava del suo leader e non gli piaceva la sua ideologia

            Interrompe le sue riflessioni per accendere la sua radio portatile, come fa ogni 15 minuti quando è casa da solo e subito sente una voce familiare:

-Qui è la Torcia Umana che parla, a tutti i membri della Squadra dei vincitori, emergenza a Boston. Priorità A1 emergenza immediata.

William ascolta il racconto della Torcia, poi spegne la radio e sale al piano superiore. Fred Davis dorme profondamente, ma l’addestramento ricevuto gli permette di svegliarsi immediatamente dopo che William l’ha toccato

-Che succede?- borbotta –Che ora è?-

-Le sei del mattino ed è ora di partire amico mio.La Squadra dei Vincitori è chiamata a raccolta.-

-Guai grossi?-

-Temo di si, amico mio, molto grossi, anzi.-

 

 

4,

 

 

            Dicono che mentre stai per morire la tua intera vita ti passa davanti agli occhi. Per Capitan America questo significa rivedere le immagini di un giovane William Naisland scartato alla visita di leva che, ispirato da Capitan america decide di assumere l’identità mascherata di Spirito del ‘76 e combatte gli uomini dell’Asse in patria e fuori. Si rivede mentre viene informato della scomparsa di Capitan America ed accetta di sostituirlo e poi tutte le avventure in coppia con Fred Davis nei panni di Bucky o insieme agli Invasori prima ed alla Squadra dei Vincitori poi. Ed infine rivive quei terribili momenti di poco prima. Un rapidissimo volo a bordo della navicella di Sub Mariner ed erano giunti a Boston. Tutto quel che sapevano era che il malvagio androide senziente chiamato Adam II creato dal Prof. Phinaes T. Horton, (lo stesso scienziato che aveva creato la Torcia Umana) si era ribellato al suo creatore ed aveva dato il via ad un piano pazzesco: sostituire importanti uomini di potere americani con copie androidi a lui obbedenti. Aveva deciso di cominciare a Boston con il rapimento di un giovane candidato al Congresso, John Fitzgerald Kennedy, figlio maggiore dell’ex ambasciatore in Gran Bretagna e magnate della finanza Joseph .P. Kennedy. Perché avesse deciso di scegliere uno che non era ancora neanche stato eletto, non riusciva a capirlo, ma così stavano le cose, per quanto gli sembrassero pazzesche. Questo lo aveva portato lì in quel parco deserto a combattere contro un androide di due metri e mezzo mentre Bucky e Namor   si riunivano al resto del gruppo per fermare altri androidi prima che raggiungessero Kennedy. La battaglia era stata intensa, ma lui non era riuscito ad evitare che l’androide lo afferrasse e cominciasse a stringerlo. Aveva cercato di liberarsi e forse ce l’avrebbe fatta, ma la sua schiena aveva ceduto prima. Aveva sentito lo schiocco delle vertebre che si spezzano e l’androide l’aveva lasciato cadere come una bambola rotta

            Ed ora era lì a terra, incapace di muoversi, la schiena irrimediabilmente rotta, le costole spezzate che avevano forato i polmoni ed il sangue che affluiva a riempire la cavità toracica. Pensò a sua sorella Elizabeth, sarebbe rimasta sola adesso, forse il suo vecchio amico Bruce Carter si sarebbe occupato di lei, si, forse. I suoi pensieri corsero a Fred Davis, Bucky, ed agli altri suoi alleati. Tutti contavano su capitan America e, proprio quando ce n’era più bisogno, lui aveva fallito, non era stato all’altezza del nome di Capitan America. Se non avesse avuto anni prima quella piccola lesione alla schiena ce l’avrebbe fatta a liberarsi, ma non c’era riuscito e adesso… All’improvviso una voce penetra il velo d’incoscienza che lo sta sommergendo.

-Fatti forza amico!-

A fatica apre gli occhi e vede:

-Patriota!-

Si Gli altri Vincitori mi hanno spedito a darti una mano, ma sono arrivato troppo tardi.-

-Si..Tardi…bisogna sbrigarsi…Kennedy…-

-Non preoccuparti, gli altri sanno quel che devono fare, Ora ti porto in ospedale.-

-No! Tardi per me…lo so…sto per morire…ma prima…ascolta…importante…ascolta!-

E gli dice tutto. Della scomparsa di Steve Rogers e Bucky Barnes, i primi Capitan America e Bucky, di coem il Presidente Truman gli disse che c’era bisogno sempre di un Capitan America ed alla.

-Capitan America non può morire. Tu devi continuare al posto mio. Prometti…Prometti!-

Con un ultimo sospiro reclina il capo e la sua voce tace per sempre. Il Patriota tace per un attimo, poi con voce tesa dice:

-Te lo prometto, mio valoroso amico! Ci sarà ancora Capitan America e quello sarò io!-

 

            La Squadra dei Vincitori si batte con valore contro Adam II ed il suo esercito d’androidi, decisa ad impedire l’omicidio di John Fitzgerald Kennedy e la sua sostituzione con un impostore androide, ma non sempre va tutto bene ed uno degli androidi sta per vibrare un colpo mortale contro Bucky quando…un familiare scudo circolare lo colpisce ed una voce sarcastica dice

-Non fare i conti senza l’oste ferrovecchio!-

E Capitan America irrompe sulla scena. Tutti sono sorpresi Adam II si era vantato di averlo fatto uccidere ed ora eccolo così che si getta nella mischia senza pensarci due volte menando colpi a destra ed a manca. Sono tutti così eccitati che non pensano al fatto che lo scudo una volta lanciato sul robot non è tornato in mano al suo possessore o che la voce è diversa. Nella foga della battaglia tutto questo è ignorato finché Adam II incontra la sua fine in un muro di fuoco ed il giovane John Kennedy si ritrova al sicuro

-Io..non so come ringraziarvi- dice

-Non ci pensi neppure Mr. Kennedy.- afferma l’uomo nel costume di Capitan America -È questo il nostro lavoro. Il miglior ringraziamento che potrà farci sarà, se sarà eletto al Congresso, fare bene il suo lavoro.-

-Può contarci, Capitan America. Le prometto che farò sempre del mio meglio finché avrò una vita da dare per il nostro paese-

            Quando lo lasciano nessuno di loro sa che da lì a 14 anni Kennedy sarà Presidente degli Stati Uniti e finirà ucciso altri tre anni dopo, ma questa, è un’altra storia, dopotutto.

           

            Il periodo che segue è per Jeff Mace molto convulso. Non solo deve spiegare agli altri membri della Squadra dei Vincitori che William Naisland è morto da eroe e che lui ha accettato la sua volontà di morente e ne ha preso il posto, ma deve sottoporsi anche ai controlli del Governo. Per fortuna come Patriota aveva avuto un’approvazione ufficiale come leader della Legione della Libertà ed il controllo è subito passato grazie all’intervento dell’Agente dell’F.B.I. Stuart, vecchio contatto degli Invasori. La Squadra non ha difficoltà ad accettarlo, tutti lo conoscono bene e Trottola e Miss America sono stati al suo fianco per tre anni nella Legione, quanto a Fred Davis, Bucky, come c’era d’aspettarsi la prende molto male. Jeff lo capisce e non perde tempo a parlargli

-So come ti senti Bucky. È dura quando si perde qualcuno che ti è vicino. Io ricordo quando morì mio padre, avevo circa la tua età ed avevo una sorellina di 13 anni..-

Bucky parla tra le lacrime:

-Mio padre era un agente dell’F.B.I. Fu ucciso da dei sabotatori nazisti un paio d’anni fa. La Legione della Libertà prese gli assassini, ma io ero orfano. Non sapevo cosa fare, poi l’agente Stuart mi chiamò e mi disse che Bucky era morto ed avevano bisogno di me per rimpiazzarlo. Io ero pronto, ero bravissimo nelle arti marziali e papà mi aveva insegnato a sparare.. Bucky era il mio idolo, ho accettato con entusiasmo. Mi affidarono a Bill e lui fu come un fratello maggiore ed ora…-

-Io non posso prometterti di essere come lui, ma farò del mio meglio e tu, se vuoi sarai sempre il mio partner Bucky.-

-Fred, mi chiamo Fred Davis.-

-Ok! Fred, abbi fiducia, non ti abbandonerò.-

 

            Infine viene il compito più difficile, ma Jeff decide di non sottrarvisi. È la mattina del giorno dopo quella in cui Capitan America, gli agenti dell’F.B.I. Stuart e Dale si presentano al portone di casa Naisland. Sono accolti dal maggiordomo George ed introdotti in una sala dove Elizabeth Naisland è seduta su un divano con un giovanotto dai capelli castani al fianco la ragazza è sorpresa di vedere il noto uomo del mistero e due agenti federali che immediatamente si presentano.

-Signori a cosa devo la vostra visita? –chiede

Osserva il volto cupo di Cap, poi l’agente Stuart si schiarisce la voce-

-Si tratta di suo fratello, miss…-

.William? Mi hanno detto che ha avuto un incidente d’auto e…-

-È per questo che sono qui.- interviene il giovanotto –Appena saputa la notizia sono corso da Elizabeth.-

-E lei sarebbe?- chiede brusco Will Fitzpatrick

-Mi chiamo Bruce Carter IV- risponde lui con fierezza –Ero un grande amico di William sin da quando eravamo ragazzi-

-Bruce Carter eroe di guerra.- recita monotono l’agente speciale Dale –Provetto pilota, nelle Tigri Volanti in Cina, poi si è arruolato nella R.A.F. e, dopo Pearl Harbour, reintegrato nell’aviazione di Marina. Tre decorazioni. Congedato con il grado di Vice Comandante. Sappiamo chi è lei Mr. Carter.- conclude con velata ironia. –Se non le dispiace quello che abbiamo da dire è un’importante faccenda governativa e riguarda solo miss Naisland.-

Bruce vorrebbe protestare, ma Elizabeth lo prega di accettare di andarsene

-Va bene, ma sai dove trovarmi. Liz. Non esitare chiamarmi, se hai bisogno.-

            Rimangono soli ed i tre visitatori raccontano ad una sbalordita Elizabeth tutta la verità su suo fratello, la sua vita segreta e la sua morte.

-Non possiamo rendergli pubblicamente gli onori che meriterebbe.- dice Stuart -Il mondo non deve sapere che c’è stato più di un Capitan America, ma lei aveva il diritto di sapere la verità e di avere questo.-

Così dicendo apre una valigetta. All’interno, avvolti da una bandiera americana, il costume di Capitan America e quello di Spirito del ’76. L’attuale Capitan America li prende e solennemente li depone in mano ad Elizabeth. Lei stringe il fagotto al petto e scoppia a piangere. Cap la guarda ed esita, poi guarda Stuart e stringe le labbra. Con un gesto improvviso.

-Il mio nome è Jeff Mace- dice –farò del mio meglio per essere all’altezza di suo fratello per portare avanti la leggenda di Capitan America, miss Naisland, l’ho giurato a lui e lo giuro a lei. Se mai avesse bisogno d’aiuto, beh mi cerchi a Boston a questi indirizzi ed io verrò.-

Scrive rapidamente qualcosa su un foglio e lo lascia su un tavolino.

-Io…grazie…- dice Elizabeth e poi torna a piangere.

            I tre uomini se ne vanno senza dire altro.

 

 

5,

 

 

            Il tempo passa, arriva l’estate piena e lascia il passo all’autunno. Per quei pochi che nell’opinione pubblica che se ne curano, il Patriota è uno dei tanti avventurieri in costume ritiratosi nell’ombra. Intanto il nuovo Capitan America si ambienta e viene accettato dai suoi compagni come leader della Squadra dei Vincitori che, poco dopo il suo arrivo, affronta e sconfigge la pericolosa minaccia dell’Uomo del Futuro e di Madame Morte. Intanto gli eroi continuano nelle loro carriere solitarie affrontando la loro dose di avversari bizzarri e comuni criminali e, quando sorge la necessità, la Squadra dei Vincitori fa il suo dovere contro ogni nemico.

            I Vincitori non sono i soli combattenti del crimine. Nei vicoli più oscuri della metropoli newyorkese, là dove anche le forze di polizia raramente si avventurano quando cala il sole, rimane un faro di speranza per coloro che sono abbandonati a se stessi: l’angelo dei diseredati. Solo pochi mesi prima, Mark Holloway era solo un giovanotto di buona famiglia che combatteva il crimine più come antidoto alla noia che per vero spirito di altruismo. Da un anno ormai Mark ha preso stabilmente il posto del gemello Tom nei panni dell’Angelo e solo pochi mesi fa la sua vita ha subito una svolta, quando durante uno scontro con uno dei suoi ricorrenti nemici, Stinger, aveva scoperto l’amara verità dell’esistenza di coloro che vivono ai margini della società, i reietti, gli indesiderati, uomini e donne senza una casa, un posto per vivere. Da allora ha deciso di dedicarsi a loro rifuggendo le luci della ribalta. Quanto a suo fratello…la depressione ormai lo ha preso nella sua morsa, Tom Holloway, posto di fronte alle sue imperfezioni ha ceduto. Incapace di sopportare il peso dei suoi sensi di colpa ha deciso di ritirarsi in completa reclusione in California, liquidando tutti i suoi interessi a New York, compresa la villa di Long Island

Mark si trova costretto ad affrontarlo:

-Che vuol dire che l’Angelo è morto? Io sono stato l’Angelo quanto te dovrei poter dire la mia.-

-Non c’è nulla da dire. Sono io che ho creato l’Angelo, tu sei venuto dopo. Se vuoi continuare con questa buffonata del cacciatore di criminali, fai pure, ma lo farai senza di me niente aiuti finanziari, niente casa, niente di niente.-

-Tu sei…- comincia a dire Mark

-Matto? Può darsi, ma un giorno troverò una via migliore della tua per risolvere il problema dei criminali, vedrai, lo vedranno tutti. Tu li prendi a pugni, li mandi in carcere e loro dopo poco tempo sono di nuovo liberi. Non basta. Forse sono matto, ma tu sei mio fratello, il mio gemello. Unisciti a me.-

Mark Holloway resta in silenzio, riflettendo

-Mi dispiace Tom.- dice, infine –Tu sbagli e, forse, un giorno lo capirai. Se davvero vuoi così. Tieni il costume e la cappa volante. A me non servono, addio.-

Mark Holloway lascia la casa dov’è cresciuto, un brivido gli corre per la schiena, non la rivedrà mai più, lo sa.Sia lui, che suo fratello hanno fatto le loro scelte e non c’è altro da dire. Forse nessuno vedrà più la colorata sagoma dell’Angelo, ma quando ci sarà bisogno di lui, lui sarà a fianco di coloro che lo meritano.

 

            La redazione del Daily Bugle ferve dei tradizionali preparativi natalizi quando Jerry “Headline” Hunter vi entra percorrendo il corridoio sino all’ufficio del direttore. Nell’ufficio dalle pareti ricolme di foto che vanno dalla Grande Guerra ai più recenti exploits dei membri della Squadra dei Vincitori, l’editore e direttore del giornale, Walter Goodman lo accoglie tormentando coi denti il manico di una pipa di radica.

-Benvenuto Hunter, era ora che ti facessi vivo

-Ha chiamato intemerato capo ed eccomi qui.-

-Sempre il solito buffone, vedo. Ti chiamano “Headline” (Titolo), per la tua incredibile capacità, io la chiamerei fortuna, nel trovare notizie da prima pagina, beh io ho proprio bisogno di uno con le tue capacità

-Sono qui per questo, no?-

-Uhm! Sei stato uno dei nostri migliori corrispondenti di guerra e conosci bene la situazione europea. Voglio che tu torni lì e stia alle costole di tutti i politici e militari che puoi. Stanno succedendo cose grosse da quelle parti. I russi hanno imposto ai paesi dell’Europa Orientale che hanno liberato dai nazisti, la partecipazione al governo dei comunisti locali. Ci sono tensioni continue. C’è chi pensa che presto ci troveremo in guerra con la Russia e chi lo vorrebbe addirittura e l’esito delle ultime elezioni sembra averlo dimostrato.-

-Già, qui hanno eletto quel bel tipo di Jack Bullitt, quello che vede i comunisti anche sotto il letto. Un vero inquisitore da caccia alle streghe di Salem.-

-Hunter non m’interessano le tue opinioni politiche. Me ne infischio se alle ultime presidenziali hai votato Roosevelt, Dewey o, magari, Norman Thomas.-

_A dir la verità non ho votato per nessuno di loro, capo. A novembre del ’44 ero sulle Ardenne al seguito di Patton.-

-Sparisci Buffone e vai a fare il tuo lavoro.-

 

 

6.

 

 

            Il 1946 diventa il 1947, gennaio diventa febbraio.A Hell’Kitchen nel chiuso della sua stanza, il Sergente Nicholas Fury osserva l’involucro sul tavolo. Per un altro anno aveva sperato che fosse stato un brutto sogno, poi una mattina era arrivato il pacco e lui si era risvegliato con l’età d’ottant’anni. Solo il maledetto siero del dott. Sternberg lo aveva riportato alla sua giusta età. Dunque, è vero, pensa, per il resto della sua vita avrà bisogno della formula di Sternberg per sopravvivere, certo avrà il vantaggio di invecchiare più lentamente, ma a che prezzo? Almeno Sternberg chiede solo soldi in cambio della sua “Infinity Formula” e non informazioni segrete. Non è una gran somma in fondo, con un po’ di sacrificio può riuscire a pagarla. Spera di non pentirsene in futuro.  

 

            Marzo 1947. Manaus, Brasile. L’agente della C.I.A. Will Fitzpatrick non può certo dirsi soddisfatto dell’incarico assegnatogli e, per dire la verità, non gli piace nemmeno il tipo con cui sta trattando, ma se le informazioni fornitegli sono giuste, beh non può lasciarsi scappare l’occasione.

-Certo che conosco il posto…- gli sta dicendo il pilota -…ma posso portarvi in aereo solo sino ad un certo punto, da lì in poi dovrete proseguire in barca.-

-Non si preoccupi per questo.- risponde Will. –Lei pensi solo a portarmi dove le ho chiesto, al resto penserò io.-

E speriamo che ne valga davvero la pena, pensa.

 

            In un’isola non meglio identificata nei Caraibi il Barone Wolfgang Von Strucker si gode la vista dell’alba e poi si dedica alla sua quotidiana seduta d’esercizi fisici. La perfetta efficienza fisica è sempre stato un dovere per ed intende continuare così. Mentre fa la doccia dopo due ore d’intensa attività sorride pensando a quanto sta succedendo. In questi tre anni l’Hydra è cresciuta in forza e potenza ed ancora nessuno sospetta nemmeno che del suo potere. Per due volte ha incrociato le spade con i maledetti alleati. La prima volta con Simon Savage e la sua ciurma che scoprirono l’esistenza dell’Hydra troppo presto e poi con i maledetti Invasori. Due sconfitte, ma dalle ceneri dell’ultima è riuscito a piantare i semi di un futuro trionfo. Nessuno sa che è sopravvissuto alla distruzione del Dragone Marino e che Hydra è ancora attiva e lui farà in modo che lo scoprano troppo tardi. Intanto se la sua equipe scientifica otterrà i risultati che spera e se i piani in corso andranno come previsto il prossimo decennio vedrà l’affermazione del Quarto Reich. Si potrebbe dire che è quasi un peccato che il Teschio Rosso non sai vivo per vedere il trionfo di uno schema da lui stesso programmato. Si! Un peccato, forse. Intanto però ha altre cose a cui pensare. Preme il bottone di un interfono.

-Caposettore B12 a rapporto sull’operazione Savage, immediatamente!-

Pochi minuti dopo il caposettore B12 è a rapporto nell’ufficio del Supremo Hydra

-Ebbene?-

-Ecco gli aggiornamenti Supremo. Il Sergente Samuel Yates, è stato rintracciato da un nostro operativo in un hotel della Costa dei Barbari a San Francisco. Il nostro agente l’ha ucciso con una precisa coltellata al cuore.La morte è stata accreditata ad omicidio a scopo di rapina. Il caporale Jacques Larocque è stato invece raggiunto a Parigi, abbiamo fatto esplodere il suo appartamento. La colpa è stata attribuita ad una fuga di gas. Il marinaio Roy Stone è finito sotto un treno della metropolitana mentre era in licenza a New York. Nessuno ha collegato queste morti all’Hydra. Della squadra dei Leatherneck Raiders rimangono solo il capitano Simon Savage e l’indiano Jay Piccolo Orso, ma è solo questione di tempo.-

-Bene caposettore B12. Simon Savage, come chiunque altro, imparerà presto che non ci si intromette negli affari dell’Hydra senza pagare il massimo prezzo. Può andare ora.-

 

È una Londra molto affaccendata quella in cui arriva “Headline Hunter ai primi d’aprile 1947. Come al solito ha avuto fortuna con un paio di politici, ma ora vorrebbe qualcosa di più, per esempio intervistando un ufficiale che lavora sul campo e chi meglio del capitano Happy Sam Sawyer, il leggendario ufficiale comandante dei mitici Howling Commandos del sergente Fury? In un angolo fumoso di un pub di una cittadina non molto distante da Londra i due si ritrovano dinanzi ad una pinta di birra.

-Chiariamo una cosa Hunter…- inizia Sawyer -…tu non mi piaci, non mi sei mai piaciuto. Non mi piacevi quando io ed i miei uomini rischiavamo il sedere sulle Ardenne, mentre tu ed i tuoi colleghi scribacchini ve en stavate tranquilli nelle retrovie e non mi piaci ora.-

-Non sei onesto con me, Sawyer. Io ci sono stato in prima linea ed in qualche occasione per poco non ci rimettevo la buccia.-

-Mmf! Te lo concedo. Ed è per questo che stiamo parlando e non sei ancora volato da quella porta.-

Hunter sogghigna

-Si, credo che l’avresti fatto-

-Beh lascia che ti dica una cosa ragazzo, se è proprio quello che vuoi sapere. Qui siamo tutti agitati. Non c’è piaciuto quel che i rossi hanno fato in Romania e Bulgaria e, soprattutto, non ci piace quel che sta succedendo in Germania. Churchill l’ha chiamata guerra fredda, mi dicono, ma ci manca tanto così a farla diventare caldissima.-

-Sembra che tu condivida l’isteria anticomunista di certa gente da noi.-

-Al diavolo Hunter! Io non sono uno di quelli che vedono una spia sotto ogni letto o che strilla al complotto comunista se la birra è un po’ acida, ti dico solo quel che vedo qui e ti assicuro che qui in Europa i guai non sono ancora finiti, ecco tutto.-

Se è così, pensa Hunter, avrò molto da scrivere nei miei reportage e non sarà niente di divertente.

 

 

7,

 

 

            Alla fine d’aprile un nuovo personaggio entra in scena nel panorama ormai ristretto degli avventurieri in costume.  Il suo nome è Aquaria Nautica Neptunia, ma si fa chiamare Namora. È la cugina di Sub Mariner e, come lui è un ibrido (di madre umana e padre atlantideo per la precisione). L’avamposto atlantideo dove viveva è stato brutalmente attaccato da un sottomarino e suo padre è rimasto ucciso. La sete di vendetta l’ha spinta in superficie ed alla fine ha deciso di combattere al fianco di Namor. La cosa, è inutile dirlo, non è piaciuta molto a Betty Dean. Come può Namor non essere attratto da una ragazza con i suoi stessi poteri?  Intanto Capitan America e Bucky sconfiggono tra gli altri un pazzoide e le sue super amazzoni e la Torcia Umana e Toro vincono anche il secondo scontro con Lady Asbesto. Il più grande cambiamento per il fiammeggiante duo avvenne, però, quando si trasferirono in un elegante attico di Madison Avenue ed aprirono anche un vero e proprio ufficio di rappresentanza con tanto di segretaria. La prima cosa che pensò la Torcia vedendola fu che Mary Mitchell non sarebbe certo passata inosservata: i lunghi capelli biondi e le curve al posto giusto, non aveva più di 23 anni ad occhio e croce. I pensieri che gli passarono per la testa non erano certo da androide, ma tant’è, si disse.

-Benvenuta tra noi miss Mitchell –Le disse stringendole la mano

-Sarà un piacere per me lavorare qui.- disse lei sorridendo

Toro si accorge di come la ragazza guarda la Torcia e pensa tra se che presto ci saranno guai per paparino.

 

Metà del mese di giugno, alla Benjamin Franklin High School è tempo di diplomi. Frederick Davis non solo si è diplomato con onore, ma ha anche avuto una borsa di studio per la prestigiosa Università di Harvard, vicino Boston nel Massachussetts. Subito dopo la cerimonia Fred è raggiunto da Elizabeth Naisland, in compagnia dell’immancabile Bruce Carter

-Congratulazioni Fred, sono felice per te.-

-Grazie Liz, per me è importante che tu sia venuta qua oggi, vorrei che Bill potesse essere qui.-

-Si lo so.-

-È grazie a lui che potrò andare a Harvard, lo sai? Ha scritto al rettore e…

-Si è sempre stato generoso.-

Ecco arrivare Jeff Mace che si presenta disinvoltamente

-Sono felice di rivederla Mr. Mace.- gli dice Liz

-Anch’io Miss Naisland, sono contento di vedere che sta bene.-

-Può chiamarmi Liz, se vuole…Jeff.-

-Oh! Si, certo, mi fa molto piacere.-

            Le chiacchiere continuano amene finchè Jeff non si congeda e Fred lo segue, In realtà hanno una missione come Capitan America e Bucky. Andandosene Jeff getta uno sguardo ad Elizabeth che lo saluta con la mano e non può fare a meno di notare uno sguardo ostile in Bruce Carter. È forse geloso?  Si chiede e sorride

 

È la fine di giugno ormai. Will Fitzpatrick non riesce a spiegarsi come ha potuto essere così stupido da cadere nella trappola e farsi catturare e d ora eccolo in ceppi in quello che sembra un incrocio tra una sala di tortura ed un laboratorio scientifico all’interno di un castello che nel folto della giungla amazzonica sembra proprio fuori posto. E davanti a lui proprio l’uomo che era venuto a cercare: il diabolico Dottor Zemo, ma non è più certo che sia una fortuna per lui averlo trovato.

-Benfenuto tra noi Herr Fitzpatrick.- la voce è fredda e parla inglese con un pesante accento tedesco che non sembra poi così ridicolo –Ja so chi è lei. So molte cose in verità, che lei mi sta dando la caccia, perché io sono riuscito dove il Teschio Rosso ha fallito. Lui è morto, ma io sono ancora qui ed ho ucciso ben due avventurieri in costume.-

-Cosa??-

-Ah! Non lo sapeva? Non gliel’hanno detto? Sono io che ho ucciso con le mie stesse mani quell’idiota inglese, Citizen V ed ho sgominato il suo patetico Battaglione V. E sono ancora io che ho mi sono preso la mia vendetta su quel verdamnt Kapitan Amerika che mi ha costretto a portare sempre questo cappuccio incollato per sempre al mio viso per colpa sua. L’ho ucciso assieme a quel suo ragazzino

-Capitan America e Bucky sono vivi.-

-Si so, del Capitan America che c’è in giro. Una patetica copia, un pallido riflesso dell’originale, non degno della mia attenzione. Non gliel’avevano detto i suoi superiori herr Fitzpatrick?-

-Che vuol fare ora nazista, uccidermi?-

-Oh lei morirà di certo Herr Fitzpatrick, ma prima che io abbia finito con lei avrà desiderato di morire almeno mille volte glielo assicuro!-

E Will Fitzpatrick fissa le due pozze oscure che sono gli occhi di Zemo e comincia a capire cosa significa il terrore.

 

 

8.

 

 

            Cina meridionale l’impenetrabile fortezza di Honan, dove dimora Fu Manchu il dottore del diavolo

Il generale Wang Feng non è più sicuro che aver fatto la cosa giusta, ma non si disobbedisce ad un ordine diretto del Generalissimo Chang Kai Shek senza pagarne il prezzo. Il dittatore della Cina pensa che l’abitatore di quella fortezza possa essere decisivo per sterminare l’esercito degli insorti comunisti di Mao Tse Tung, ma il generale Wang conosce la sinistra fama di Fu Manchu e teme che quella decisione risveglierà un male peggiore dei seguaci di Mao. Da quanto gli è stato raccontato può ritenersi fortunato di essere arrivato vivo sin lì, si dice che anche gli invasori giapponesi avessero evitato quel luogo durante la guerra, temendo una morte orribile ed ora lui è lì pronto ad incontrarsi con l’uomo nero dei suoi incubi di bambino. Lui e gli ufficiali e soldati che l’accompagnano percorrono un lungo corridoio ed infine sono introdotti alla presenza di Fu Manchu assiso un trono.

-Dimmi Generale Wang Cheng, perché osi disturbare Fu Manchu?-

-O Venerabile! Vengo per ordine del mio presidente, il Generalissimo Chang Kai Shek per chiedere..-

Fu Manchu alza la mano destra

-Silenzio. So quali sono le tue richieste. Normalmente per l’insolenza dimostrata nei miei confronti vi avrei già ridotto in cenere, mq oggi sono in buona disposizione d’animo ed ho deciso di venire incontro alle vostre suppliche.-

Batte le mani e una figura vestita di nero esce dalle tenebre.

-Il mio fedele assistente, l’Artiglio Giallo, si occuperà delle vostre necessità nel modo più appropriato.-

Il generale Wang fissa negli occhi l’uomo chiamato Artiglio Giallo e un sudore freddo lungo la schiena. No, non è stata una buona idea. Non si sveglia il can che dorme e loro hanno svegliato un mastino implacabile.

 

Settembre 1947. Corri Will Fitzpatrick, corri con tutte le tue forze non debbono prenderti. Sei stato fortunato a riuscire a fuggire ed ora devi restare libero a tutti i costi. Non importa che ogni tuo osso faccia male che il tuo corpo sia debilitato da mesi di prigionia e torture, corri senza fermarti. Li senti i cani alle tue spalle? Non ti molleranno, lo sai. Il fiume l’unica speranza, troppo debole per nuotare, lasciati andare alla corrente. Forse morirai, ma è meglio di quel che ti succederebbe se ti riprendessero. No, non pensarlo, devi sopravvivere. Il mondo deve sapere quello che hai visto, deve conoscere l’orrore, deve, deve!

 

 

9.

 

 

            Nella sede dell’associazione nota come Comitato per la Preservazione dei Valori Americani si sta svolgendo una riunione.

-Bene signori.- dice il presidente Peter Henry Gyrich –Fino ad oggi la nostra attività per sensibilizzare l’America sui pericoli che corre il sistema di vita americano è stata coronata dal successo. Grazie anche agli sforzi dei congressisti e Senatori eletti col nostro appoggio è stata varata una Commissione d’inchiesta sulle Attività anti americane che indagherà sulle attività sovversive in patria e fuori. Noi non saremo infettati dal morbo comunista questo è certo. Prima di passare all’ordine del giorno della seduta, vorrei ringraziare il nostro più recente membro che tutti voi ben conoscete: Mr. Edward Stark di New York, fondatore e presidente delle Industrie Stark, una società in prima linea nella difesa del nostro paese.

Stark, un uomo sui 45 anni, capelli brizzolati e baffetti si alza in piedi

-Vi ringrazio signori. Quando Mr. Gyrich mi ha contattato per chiedermi di unirmi a voi, confesso di aver esitato, ma alla fine ho capito che era importante fare qualcosa per l’America.-

In effetti, a convincere Stark era stato un episodio di pochi giorni prima quando la sua auto con a bordo lui, sua moglie ed i suoi bambini Howard ed Arnold era stata fatto segno di un attentato di un gruppo d’uomini armati fermati dall’intervento tempestivo della Torcia Umana e Toro. Era la seconda volta in tre anni che la sua famiglia era messa in pericolo, la prima volta era accaduto quando in piena guerra il Teschio Rosso lo aveva fatto rapire insieme alla moglie per strappargli i segreti del progetto Manhattan, allora erano stati Capitan America e Bucky con gli Howling Commandos a salvarli. Non doveva più accadere, aveva giurato e così eccolo qui.

 

            Sciolta la riunione rimangono solo Gyrich, il segretario Brown ed il dott. Wertham.

-Si, è stato un ottimo anno per l’associazione..- dice Gyrich – …tuttavia non mi piace che quei cosiddetti uomini del mistero non vogliano prendere una posizione pubblica sul problema comunista.-

-In effetti, signore..- dice Brown –…di questi cosiddetti eroi solo Capitan America è un vero simbolo patriottico, la Torcia non è umano e Sub Mariner, in fondo è uno straniero.-

-Quello di cui abbiamo bisogno, in effetti…- interviene il dott. Wertham -…è il nostro simbolo personale. Un gruppo di eroi mascherati che combatta apertamente per la giusta causa.-

-Ne abbiamo già parlato. È un gran bel progetto, ma come riuscire nel nostro intento? Abbiamo bisogno di un simbolo forte, qualcuno che possa realmente competere con Capitan America e formare un gruppo di eroi non è facile.

-Su questo punto…- dice Brown -…con l’aiuto dei nostri amici al Congresso, signore, abbiamo trovato una soluzione.-

-Davvero? Bene, molto bene, andiamo avanti allora che aspettiamo?-

Wertham e Brown si scambiano uno sguardo d’intesa.

 

            Nell’isola di Hydra un uomo entra nell’ufficio di Strucker

-Ce l’abbiamo fatta signore.- dice eccitato –L’esperimento è riuscito perfettamente.-

-Ne siete certo?-

-Si Supremo, le prove di laboratorio non mentono. Certo occorrerà testarlo su un soggetto umano, però non ho dubbi.-

-Bene se avremo successo, lei avrà tutto quello che ha chiesto.-

-Grazie Supremo…ma il soggetto umano per il test?-

-A questo è già stato provveduto, non si preoccupi.-

Uscito lo scienziato capo Strucker prende le cartelle di un dossier e sogghigna soddisfatto.

 

            Fine novembre 1947.I due membri della nave da guerra francese al largo delle coste della Guyana non credono ai loro occhi, eppure quello che galleggia appeso ad un tronco nelle acque della baia sembra proprio un uomo. Danno l’allarme e quello che è davvero un naufrago con la barba e i capelli lunghi ed incolti, gli abiti a brandelli, la pelle bruciata dal sole, magro da far spavento, viene issato a bordo. È vivo, sia pure a malapena, denutrito ed in preda alla febbre. Deve avere una fibra notevole pensa il capitano della nave. Will Fitzpatrick, perché di lui si tratta apre gli occhi e tenta di parlare, ma prima di perdere i sensi riesce solo a dire:

-Avvertire…devo…pericolo…genesi…nuova…pericolo...-

Il 1947 sta per finire. Benvenuto 1948.

 

 

FINE SECONDA PARTE

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

        

Eccoci giunti anche al termine della nostra seconda parte. Come si dice in questi casi: il complotto s’infittisce. Nel prossimo episodio aspettatevi: la Squadra dei Vincitori in Cina contro l’Artiglio Giallo per la salvezza di Chang Kai Shek e Mao Tse Tung (davvero), Capitan America a Berlino contro il Guardiano

Rosso, nuovi indizi su quanto è capitato a Will Fitzpatrick con Zemo e poi l’Hydra ed il Comitato per la Preservazione dei valori Americani e chissà cos’altro

Ed ora eccovi il solito dossier sui personaggi citati in quest’episodio

 

 

APPENDICE STORICA

 

 

Capitan America III. E così William Naisland ci ha lasciato ed il Patriota ne ha preso il posto nel ruolo di Capitan America perpetuando la leggenda. Forse vi verrà spontanea la stessa domanda che mi feci io tanti anni fa. Ok che vi sia un Capitan America sostituto serve a dare validità alle storie di Cap pubblicate dal 1945 al 1949, ma, perché due personaggi diversi prendono il posto di Steve Rogers, ovvero: che bisogno c’era di uccidere William Naisland per farlo sostituire da Jeff Mace? Le risposte possono essere solo due a mio parere: 1) rafforzare il senso di leggenda intorno a Capitan America mostrando come morto uno, subito un altro ne prende il posto (come il Phantom insomma); 2) rispondere alla domanda: che fine ha fatto il Patriota (le cui avventure su Marvel Mystery Comics s’interrompevano con il #74 del luglio 1946, e, guarda caso, dopo pochi numeri (#80, per la precisione) sulla stessa testata inizia un serial di Capitan America. Thomas ha voluto approfittare dell’occasione per sistemare un tassello della continuity Golden Age? Probabile

 

 

Margaret “Peggy” Carter. Su questo personaggio vale la pena di soffermarsi accuratamente. In Captain America Comics a partire dal #1, Capitan America ebbe come comprimario ricorrente l’agente federale Betty Ross, nome chiaramente ispirato a Betsy Ross, la mitica cucitrice della prima bandiera americana. La stessa Betty Ross che nel 1948, con un costume giallo e verde ed il nome di battaglia di Golden Girl divenne partner di Cap al posto di Bucky sino al 1949. Quando Capitan America fu riportato in vita in epoca moderna, Betty Ross fu cancellata dalla sua continuity, come tutte le sue storie postbelliche Il motivo mi sembra semplice: c’era già una Betty Ross nelle storie di Hulk e c’era, pertanto, un serio pericolo di confusione. Ecco, quindi che nel raccontare le storie di Cap nella II guerra mondiale al posto di Betty Ross fu introdotta l’anonimo agente 13 (vedi storia di Sando e Omar nel n. 2 di Cap Corno, mentre nella storia originale in Captain America Classic Years è Betty Ross, appunto). La somiglianza fisica evidente, (per non parlare del fatto che “Agente 13” era anche l’identificativo di Sharon Carter, ma su questo torneremo in seguito) porta a concludere che l’agente 13 fosse anche la mitica Mademoiselle che poi fu rivelata essere Peggy Carter nel lontano n. 74 di Capitan America Corno. A questo punto possiamo concludere che Peggy Carter è il vero nome della comprimaria di Capitan America negli anni 1941-1944 e che “Betty Ross” fosse un nome di copertura da lei adottato. In seguito lei scompare nel 1944 e Steve Rogers nel 1945. Nelle avventure dei successori di Cap, ovviamente non c’è posto per una Betty Ross, il cui posto può essere preso dalle rispettive amiche dei protagonisti. Quanto a Golden Girl, la cui identità segreta non può, secondo la mia ricostruzione essere Betty Ross, beh Roy Thomas in Invaders # 28 (Thor Corno #234) ci ha regalato una Golden Girl, probabilmente a questo scopo e ne riparleremo più sotto. Vale la pena di spendere, invece qualche parola su Peggy Carter e la sua relazione con Sharon carter. In Capitan America Corno #73/74 fu rivelato che Peggy era la sorella maggiore di Sharon Carter. Ora se questo era digeribile, sia pure a fatica, nel 1973, in quanto, sia pure raro, non è impossibile che tra due sorelle ci siano venti e più anni di differenza, oggi la differenza d’età rende impossibile questa parentela. È chiaro che Peggy non può essere la sorella di Sharon, la loro attuale differenza d’età (Peggy non può avere meno d’ottant’anni e Sharon è, più o meno, sulla trentina) fa sì che Peggy possa esserne la madre o addirittura la nonna (o, se non vogliamo discendenze dirette la zia o la prozia). Questa avrebbe dovuto essere la soluzione da scegliere sin dal 1973. Immagino che Thomas ed Englehart abbiano scartato questa soluzione per paura che i lettori cominciassero a chiedersi se per caso il padre non fosse proprio Cap con tutte le implicazioni del caso. Oggi, comunque, ci troviamo alle prese con un problema in cui le soluzioni possibili sono solo due: 1) operare un intervento di retcon che porti il rapporto di parentela tra le due Carter nella giusta prospettiva; 2) ignorare semplicemente il fatto, come sta attualmente accadendo in America (avete notato che da quando Sharon è tornata Peggy non si vede mai e non si parla mai di lei?)

 

Golden Girl. Gwenny Lou Sabuki, giovane nippo-americana ebbe i suoi poteri di lanciare scariche di luce dalle mani in seguito ad un incidente con un macchinario elettrico dell’Agente Asse che l’aveva rapita, come mostrato in Invaders #26/28 (Thor Corno #232/234) si unì, quindi, a Bucky Toro ed al giovane di colore Davy Mitchell alias Human Top (capace di vibrare e girare su se stesso a supervelocità coem una trottola umana, appunto) nel gruppo dei Kid Commandos. Non è un vero personaggio Golden Age, ma è stato creato in epoca moderna da Roy Thomas e Frank Robbins

 

Guardiano Rosso I. Citato più volte, ma non ancora apparso. Equivalente Sovietico di Capitan America e primo di una serie che arriva sino ad oggi (Dopo la dissoluzione dell’U.R.S.S. l’attuale ha assunto il nome di Guardiano d’Acciaio), è apparso per la prima volta in un racconto inedito pubblicato in appendice a Namor Annual #1 e successivamente nell’altrettanto inedito Captain america Annual #13, dove fu rivelato che aveva accompagnato Capitan America, lo Spirito del ’76 ed il Patriota in una missione nella Berlino dell’aprile del 1945. La stessa in cui il Teschio Rosso scomparve e Cap recuperò la cassetta con il segreto dei Dormienti ed altro. Il Guardiano Rosso è una creazione del solito Roy Thomas e di John Buscema in una memorabile storia dei Vendicatori.

 

Phineas T. Horton è il creatore della Torcia Umana, come tutti sapete

 

Adam II Chi sia Adam II è spiegato nella storia, la sua prima ed unica apparizione è avvenuta in What If (Vol. I) #4, storia che, nonostante la collocazione, fa parte della continuity ufficiale.

 

Stuart e Dale dell’F.B.I.. Stuart è comparso per la prima volta in Giant Size Invaders #1 (Capitan America Corno #106) come ufficiale di collegamento tra gli Invasori ed il Governo americano. Dale è un vero personaggio della Golden Age, apparso per la prima ed unica volta in Daring Mystery Comics #3, più o meno 1941

 

Walter Goodman editore del Daily Bugle, compare per la prima volta in una memorabile storia di Web Of Spider Man scritta da Gerry Conway e disegnata da Frank Springer & John Romita Sr. (WOSM # 52 del luglio 1988 pubblicato in Italia in UR Star # 106) in cui si racconta come J. Jonah Jameson fu assunto al Daily Bugle. È chiaramente ispirato a Martin Goodman, editore della Timely/Atlas/Marvel sino al 1972 e con le sue fattezze è ritratto in Marvels #1. Sospet7to che possa essere il suocero di J.J.J.

 

Captain Savage and his Leatherneck Raiders. Protagonisti dell’omonima serie durata 19 numeri dal gennaio 1972. Erano una squadra mista Marina/Esercito (Savage è un capitano di Marina) in stile Sgt. Fury and his Howling Commandos, che agiva nel Pacifico. La serie non fu senza infamia e senza lode, ma è importante per la continuity perché Nel #2 la Squadra si scontra con l’Hydra di cui viene rivelata l’origine. La fine dei Raiders per mano dell’Hydra è un’idea mia. Dopotutto, almeno una volta ogni tanto, anche Strucker doveva avere successo in una della sua missione di vendetta no?  I Raiders erano perfetti non essendo mai apparsi in epoca moderna, per quanto ne so.

 

Samuel “Happy Sam” Sawyer è l’ufficiale comandante degli Howling Commandos

 

Heinrich XIII Barone Zemo. Lo conoscete tutti, credo. Fin da quando fu introdotto nella continuity il concetto dei Cap multipli, mi ero chiesto: ma è possibile che Zemo, che nella sua prima apparizione in Avengers #6, apprende del ritorno di Cap da un giornale, non sapesse che dal 1945 al 1949 e dal 1953 al 1954 c’era stato un Capitan America? Questa è la risposta.

 

Mary Mitchell La Segretaria della Torcia Umana è in realtà la super eroina Sun Girl, ne riparleremo nel prossimo episodio

 

Fu Manchu e Artiglio Giallo. Dovreste conoscerli no? L’idea di fare dell’Artiglio Giallo un apprendista di Fu Manchu è mia, mi è stata suggerita dalle indubbie affinità tra i due personaggi (In realtà L’Artiglio Giallo fu indubbiamente creato come chiara copia di Fu Manchu, personaggio di cui la Atlas non possedeva i diritti. Detto per inciso fu il primo cattivo ad avere una testata, apparve, infatti, in Yellow Claw #1 (1950).

 

Edward Stark è il nonno di Tony Stark (il cui nome completo è Anthony Edward Stark) è una mia creazione nata, non solo per esigenze di copione, ma anche per rimediare ad un’incongruenza di continuity. In una storia tratta da Capitan America Annual # 9 del 1990, pubblicata in Italia in Marvel Extra #12. In questa storia, il senatore Robert “Reb” Ralston, già membro degli Howling Commandos, ferito da un attentatore, ricordava nel delirio una missione dell’aprile 1944 nel cuore della Germania nazista, per salvare l’industriale Howard Stark e la moglie Maria, rapiti dal Teschio Rosso. Poiché, ovviamente, oggi, non è possibile che i genitori di Tony Stark fossero già adulti durante la guerra (mentre era possibilissimo, diciamo, nel 1963), ho deciso di approfittare dell’occasione per operare la mia personale operazione di retcon creando Edward Stark, il cui nome, tra l’altro ha assonanze fonetiche con Howard ed assegnargli il ruolo che apparteneva a Howard in questa storia ed alla moglie Margaret quello di Maria Stark.. L’incongruenza può essere spiegata con la confusione di Reb Ralston nel ricordare i nomi esatti nel delirio, Nella mia ricostruzione, Howard Anthony Stark ha circa 13 anni e suo fratello Arnold (Piccolo quiz, perché ho deciso di chiamarlo proprio Arnold?) uno di meno.

 

John Fitzgerald Kennedy, Chang Kai Shek, Mao Tse Tung sono, è ovvio, i personaggi reali.

 

Carlo