MINISERIE IN QUATTRO PARTI
Di Carlo Monni
PARTE
PRIMA
PROLOGO
“Quanto
tempo è passato da allora, eppure, se solo chiudo gli occhi sono ancora una
volta lì con loro e posso vederli com’erano quel giorno di settembre 1945 alla
grande parata con cui la città di New York festeggiò il ritorno a casa dei
nostri ragazzi dalla guerra ed i suoi difensori in costume in particolar modo.
Ed eccoli, i più caratteristici figli d’America, quelli che l’amico Phil Sheldon
aveva, con raro intuito, chiamato: le Meraviglie, uomini e donne che indossando
costumi variopinti hanno combattuto il nemico in patria ed al fronte. In prima
fila, naturalmente, direttamente dal Pacifico dove hanno contribuito alla resa
del Giappone, dopo aver valorosamente combattuto in Europa, ecco i membri degli
Invasori: Capitan America ed il suo giovane partner Bucky, la Torcia Umana e
Toro, l’enigmatico Sub Mariner, sono assenti solo Union Jack e Spitfire, rimasti
nella loro patria, la Gran Bretagna, a festeggiare con i propri connazionali. Ed
ecco anche la Legione della Libertà guidata dal Patriota e con Trottola, Miss
America, Diamante Blu, Thin Man ed i misteriosi Corvo Rosso e Jack Frost, che
hanno combattuto il nemico sul fronte interno Dietro a loro gli altri eroi,
forse meno famosi ma ugualmente validi: Black Marvel, Capitan Terrore,
Thunderer, Hurricane, Fin, Angelo, Challenger, il Difensore e la sua spalla
Rusty.
Si, chiudo gli occhi e sono di nuovo con loro, sento la musica, le grida dei cittadini festanti, la gioia, la felicità. E perché non essere felici? La guerra è finita è ora di godersi la pace.”
1.
Settembre 1945 Falsworth Manor,
Gran Bretagna.
È
la prima volta che si ritrovano qui da che la guerra è, finalmente finita. Non
sembra quasi vero che, solo tre giorni fa, si trovavano al largo delle coste
giapponesi per assistere alla tanto sospirata resa del Giappone ed ora è
finalmente tutto è finito Per quasi quattro anni sono stati gli araldi della
riscossa degli alleati contro l’Asse. È stato un bel periodo dopotutto,
nonostante la guerra. C’era amicizia e per qualcuno anche amore, ma adesso il
compito che fu loro affid7ato è finito e per il gruppo d’eroi che Winston
Churchill volle chiamare: Gli Invasori è il momento di riprendere le loro vite
di tutti i giorni.
Ed eccoli sul prato antistante l’antica dimora. Da un lato gli americani:
Capitan America, Bucky, La Torcia Umana, Toro e Sub Mariner (Beh lui non è
esattamente americano, ma che importa? Per i propositi di questa guerra possiamo
affermare che lo è stato) dall’altro i Britannici: Union Jack, Spitfire e il
Distruttore
Union Jack, alias Lord Brian Falsworth, saluta i suoi compagni d’arme con
un’asciutta stretta di mano.
-È
stato un onore per me combattere al vostro fianco.- dice –Io e mia sorella non
avremmo potuto avere alleati migliori.- Si rivolge a Capitan America –Tu sei un
uomo in gamba, abbiamo combattuto insieme solo per pochi mesi, ma hai fatto
onore all’uniforme che porti. Lui sarebbe orgoglioso di
te.-
-Che
farete adesso?- chiede la Torcia Umana
-Per
quanto mi riguarda, mi metterò a disposizione del Governo.- risponde Union Jack
–ma se Mr. Attlee non riterrà di aver bisogno dei miei servigi, beh penso che
Union Jack tornerà ad una dorata pensione e Brian Falsworth riprenderà la sua
vita. Chissà ..potrei dedicarmi alla politica.-
Una
risatina da parte di tutti. Il Distruttore si fa avanti:
-Per
quel che mi riguarda….- dice togliendosi la maschera -…non ho dubbi. Questa è
l’ultima volta che vedete il Distruttore, da ora in poi Roger Aubrey si riprende
la sua vita e, dopo tre anni passati a compiere azioni di sabotaggio dietro le
linee nemiche, direi che è l’ora, finalmente.-
-Si,
non potrei essere più d’accordo Roger.- dice Capitan America. –Sono contento di
vederti finalmente a posto, non come ai tempi dei
Crociati.-
Roger
fa una smorfia.-
-Gia.
Ne abbiamo fatta di strada da allora. Di certo non siamo più quelli di prima.Li
hai più sentiti gli altri?-
-No.
Spesso mi chiedo che ne è stato di loro, ma non ho mai provato a
cercarli.-
-Gia.
Beh addio…Cap.-
Un
sorriso da parte di capitan America che risponde
-Addio
Dinamite.-
Intanto la Torcia Umana si è staccata dal gruppo e parla con Spitfire,
alias Jacqueline Falsworth:
-E
così è l’ora dei saluti.- dice lei
-Si-
la Torcia sospira.- Jacqueline io volevo dirti…-
Lei
pone un dito sulle labbra di lui per zittirlo.
-No
Jim, non dire niente. Non rovinare questo momento. Per un breve periodo le
nostre vite si sono intrecciate e per alcuni di noi sono cambiate forse
irreversibilmente. Io vi porterò sempre nel cuore, specie Steve e te lo
sai.-
-Non
ti dimenticherò mai Jacqueline.-
Lei
gli da un lieve e rapido bacio sulle labbra e mormora:
-Vai
ora.-
Si
danno le spalle e la Torcia Umana non vede le lacrime che le rigano il volto
mentre la sua maschera cade lentamente nell’erba e neanche lei può vederlo
asciugarsi gli occhi a muta testimonianza che anche un androide può piangere.
Poi, i cinque eroi americani salgono sulla potentissima ammiraglia di Sub
Mariner e partono verso gli Stati Uniti
-Finalmente
si torna a casa eh Torcia?- dice Toro –E stavolta definitivamente. Non credete
che ci festeggeranno a dovere? Dopotutto è anche grazie a noi che la guerra è
stata vinta.-
-Noi
abbiamo fatto solo il nostro dovere ragazzo.- interviene Cap –Molti hanno dato
la loro vita per questo e sono loro che dovrebbero avere gli
onori.-
Toro
scuote la testa
-Lo
so.- dice –Me lo ricordo ogni volta che guardo te e Fred. Io ed il vero Bucky
eravamo molto amici e non riesco ancora a credere che sia
morto.-
Il
ragazzo chiamato Bucky vorrebbe dire qualcosa, ma Capitan America lo zittisce.
Anche in lui è molto vivo il ricordo di quando, circa cinque mesi prima,
ricevettero una convocazione nientemeno che dal Presidente Truman in persona.
All’epoca l’uomo sotto la maschera di Capitan America era ancora l’uomo del
mistero noto come Spirito del ’76 e ed il giovanotto ora noto come Bucky era
ancora semplicemente Fred Davis, a suo tempo membro delle Sentinelle della
libertà, il gruppo giovanile di fans di capitan America. Il Presidente non usò
giri di parole e disse loro che Capitan America e Bucky risultavano dispersi,
quasi sicuramente morti, nell’esplosione di un aereo-bomba nazista, al largo di
Gibilterra dal due maggio. I nazisti erano fiaccati e la loro resa era questione
di giorni, aveva detto Truman, ma la lotta contro i giapponesi continuava e
l’America aveva bisogno del suo simbolo, non poteva permettere che i nemici
credessero che Capitan America fosse stato ucciso da uno di loro.Per questo era
necessario che Capitan America continuasse a vivere e così lui, William
Naisland, alias Spirito del ’76 era stato scelto per continuare la leggenda.
Cosa poteva rispondere? Ovviamente
solo si. E così. Rivestito con il costume di Capitan America e con una replica
dello scudo (nel cui uso aveva seguito un rapido, ma efficace, corso
d’addestramento) fatta di acciaio rinforzato con elementi di quel che era
rimasto della misteriosa lega di cui era fatto lo scudo originale ed
accompagnato dal giovane Fred Davis nei panni di Bucky, era partito per l’Europa
per unirsi al resto degli Invasori. Si, questa era la verità. Avevano fatto del
loro meglio e la leggenda di capitan America e Bucky aveva continuato a
vivere
Ritornando
al presente Cap sente Namor dire.
-Voi
uomini di superficie siete troppo sentimentali, per i miei gusti. I caduti
meritano onore e ricordo, ma io credo sia ora di pensare ai
vivi.-
-Brutta
faccia di pesce sei il più insensibile…-scatta la Torcia
-Frena
i bollenti spiriti fiammiferone o ci penserà la mia acqua a
spegnerli.-
Cap
sorride. Litigano, certo, ma sa che si rispettano. Non li conosce come il vero
Cap e non avrà mai la sua autorevolezza, ma sarà sempre onorato di avere la loro
amicizia.
2.
La parata scorre lungo Times Square e gli eroi, in piedi sul carro principale, sorridono alla folla ed agitano le mani. Quasi tutti almeno. Sub Mariner appare corrucciato ed annoiato
-Spero che questa storia finisca presto.- dice –Non capisco perché dobbiamo sottometterci a questa buffonata.-
-Pazienza Pesciolino.- gli risponde a mezza voce la Torcia –Questa gente ha aspettato per quasi quattro anni questo momento, facciamoglielo godere.-
-Trattami con più rispetto Torcia. Pesciolino non è nomignolo che si addice al Figlio Vendicativo.-
-Giuro che non capirò mai questa tua mania di parlare di te in terza persona.-
Il Patriota, già capo della Legione della libertà, si avvicina a Capitan America:
-Come va Cap?-
-Bene.- risponde la sentinella della libertà. -È bello essere a casa.-
C’è qualcosa nella voce di Cap che rende perplesso il Patriota, ma non riesce a capire cos’è.Il pensiero è presto accantonato quando la parata giunge alla sua fine e, di fronte al Sindaco ed al Governatore gli eroi in costume ricevono le chiavi della città. Nessuno degli eroi ascolta realmente i discorsi di due politici, poi anche quello finisce ed il gruppo comincia a disperdersi.
-Beh Cap sembra che la stagione degli Invasori sia giunta alla fine ormai.- dice la Torcia.-
-Già. Non mi sarebbe dispiaciuto se fossimo rimasti insieme ancora un po’. Avremmo potuto fare del bene non credi?-
-Non si può negare. Tu che farai adesso?-
-Ti confesso che non lo so ancora. Potrei anche ritirarmi, il compito per cui Capitan America è stato creato è finito ormai e….Davvero non so. Sono atteso a Washington. Il Presidente vuole vedermi, forse dopo il colloquio potrò prendere una seria decisione.-
-Per me è più facile. Credo che io e Toro torneremo a fare quel che facevamo pria della guerra. Ci sono ancora tanti criminali di cui occuparsi.-
-Bah sempre chiacchiere.- sbotta Namor –Ho ben altre cose di cui occuparmi, io- Con un gesto deciso afferra per la vita la sua amica Betty Dean e così dicendo vola via per ignota destinazione.
_-La solita testa calda commenta la Torcia.- Il che è buffo detto da me. Beh signori anche per me e Toro è l’ora di partire. Restiamo in contatto OK? –
-Certo-
Le due Torce s’infiammano e volano via e subito dopo Capitan America e Bucky salgono su una limousine in attesa per condurli verso l’aereoporto.-
Anche gli altri eroi si disperdono a poco a poco. Patriota saluta i suoi compagni della Legione della Libertà per quella che sembra l’ultima volta. Corvo Rosso dice che per lui è venuto il momento di tornare alla sua città nel cielo dal popolo alato che l’ha allevato, mentre Jack Frost afferma di voler tornare nell’artico, visto che il mondo degli uomini non lo ispira molto.
-E tu Blue Diamond?-
-Ho accettato di fare l’avventuriero in costume per debellare la minaccia nazifascita. Ormai è fatta e quindi me ne tornerò semplicemente a fare il professore, Non sono fatto per dare la caccia ai criminali. Tu?-
-farò quello che ho sempre fatto da quando ho messo per la prima volta questo costume. Il lavoro non finisce mai amico mio.-
Con la coda dell’occhio vede Trottola e Miss America allontanarsi insieme. Hanno un futuro quei due, pensa, almeno loro.
L’uomo chiamato Hurricane non ha ripensamenti, più veloce di quanto l’occhio umano riesca a vedere, è già scomparso, attraversando miglia e miglia in pochi secondi. In un battito di ciglia ha superato l’oceano e è arrivato in Australia. Deve ammettere di essersi divertito in questi anni ed anche la parata è stata divertente. Ora però ci sono altri affari che meritano attenzione. Del resto questo è lo stile di vita dell’Eterno Makarri.
Tra la folla un giovanotto in impermeabile e cappello si allontana senza fretta quando una voce lo apostrofa all’improvviso
-Hunter, Titolo Hunter.-
Il giovanotto si volta e vede un altro uomo: trent’anni circa, forse meno, capelli neri, robusto e muscoloso.
-Will Fitzpatrick, vecchio mastino irlandese, sei proprio tu?-
-In persona. Ma dimmi cosa ci f a New York l’asso dei corrispondenti esteri?-
-Potrei farti la stessa domanda Will. Da quanto ne so tu eri entrato nell’O.S.S.-
-E tu come lo sai?- esclama lo stupito Fitzpatrick
-L’hai detto tu che sono un asso del giornalismo.-
-Toccato. Posso fidarmi di te?-
-Ma certo. Siamo vecchi amici Will e se mi dici di stare zitto, niente titoli sul giornale di domani.-
-Beh ti dirò che il Presidente vuole tener d’occhio i nostri uomini del mistero. Ha dei piani per qualcuno di loro sai?-
-Gia immagino anche quali. Beh, magari potremmo parlarne meglio davanti ad un paio di birre, che ne dici-
-Che è un’ottima idea, ma se speri di farmi dire di più ti sbagli.-
-Ci credo. Ehi, ma quello non è Mark Todd? Ehi Mark!-
Il nuovo arrivato è un giovanotto biondo dall’aria vagamente annoiata.
-Oh, ciao Hunter.- dice
-Sembra l’ora del ritorno a casa dei corrispondenti esteri. Mark era in Cina all’epoca dell’invasione Giapponese- Dice Hunter rivolto a Fitzpatrick. -È davvero un tipo in gamba.-
-Lo immagino. Un uomo di talento.- risponde enigmaticamente Will stringendo la mano di Mark Todd.
-Beh, su andiamo a farci queste birre insieme che ne dite?-
I tre si allontanano verso il più vicino bar.
Nel centro di Manhattan Sub Mariner e Betty Dean terminano il loro volo presso la finestra di un appartamento, quello di Betty, e vi entrano.
-Sei stato sgarbato con i tuoi amici Namor- dice lei
-Bah!- fa lui
-Sempre quel tuo caratteraccio. Beh non parliamone ora. Che intenzioni hai ora? Tornerai ad Atlantide?-
-Si, no, non lo so. – le volta le spalle. –A volte mi sento straniero anche ad Atlantide. Non sono del tutto umano, ma nemmeno del tutto atlanteano. Tornerò certo, ma forse dovrei fermarmi ancora per un po’, Se trovassi un posto dove stare..-
Lei pone una mano sulla sua spalla
-Se vuoi, puoi restare qui.- gli dice.
Namor si volta e la guarda negli occhi
-Si- risponde semplicemente.
3.
A Washington fa caldo.pensa William Naisland, alias Capitan america mentre è in piedi nello Studio Ovale dinanzi alla scrivania del Presidente degli Stati Uniti.
-Hai fatto un buon lavoro, ragazzo.- gli dice Harry S. Truman
-La ringrazio signore.- risponde Cap –Non è stato un compito facile essere all’altezza del mio predecessore, considerato il poco tempo che ho avuto per prepararmi-
-Non sei stato il solo figliolo. Per me è stato lo stesso. Entrambi pochi mesi fa siamo stati chiamati a svolgere un compito a causa della morte di chi ci ha preceduto. Quando ero un semplice Giudice nel Missouri ed accettai la candidatura per il Senato, ami avrei pensato che sarei arrivato alla Vice Presidenza prima ed alla Presidenza poi. E sa il cielo se non ero certo di non essere all’altezza del mio compito, ma era il mio dovere svolgere quel compito al mio meglio ed è quello che ho cercato di fare.-
-Capisco signore.-
-Davvero? Un giorno forse qualcuno si ricorderà solo degli errori che certamente ho compiuto e che compirò. A me resterà solo la coscienza di aver sempre cercato di agire per il meglio. Viviamo in tempi difficili ragazzo. L’Asse è sconfitto ed i suoi leaders sono morti od in prigione e così i suoi letali super agenti. Il Teschio Rosso è morto dinanzi al primo Capitan America e tu stesso hai testimoniato la fine del diabolico Generale Fang. Ma nuovi pericoli si profilano all’orizzonte. Sta per cominciare una sorta di guerra fredda tra noi ed i nostri vecchi alleati sovietici e forse presto o tardi dovremo combattere contro di loro per arginare la minaccia comunista come abbiamo fatto per quella nazista. Non possiamo abbassare la guardia ed in questa situazione l’America avrà ancora bisogno di un simbolo a cui guardare. L’incarnazione vivente dei suoi valori. C’è ancora bisogno di capitan America, lo capisci figliolo?-
-Si signore io…- una breve esitazione, poi Cap dice -…farò sempre del mio meglio signore.-
Mentre esce dall’ufficio si morde il labbro inferiore. Avrebbe dovuto dire al Presidente della sua lesione alla schiena, frutto di una vecchia caduta. È stato a causa di questa lesione che fu respinto alla visita di leva. No, pensa questa, è la sua unica chance di essere l’eroe che ha sempre sognato essere e giura che non la sprecherà
Nella sala d’aspetto Fred Davis, in costume, lo sta aspettando
-E allora?- chiede
-E allora, Bucky, abbiamo un lavoro da svolgere.-
E che Dio ci aiuti. Non può fare a meno di pensare.
4.
Ottobre 1945.
Il cargo atterra senza intoppi sulla pista di un aeroporto militare di cui siamo destinati a non conoscere il nome e ne sbarca un gruppo abbastanza colorito. Tutti evidentemente militari. Tra loro spicca un uomo massiccio dalla barba incolta e con il sigaro in bocca, dietro a lui un altro con i baffi rossi e la bombetta, con stampati i gradi da caporale e poi un nero dinoccolato ed altri ancora con uniformi sporche o fuori ordinanza.-
-Beh, rieccoci nei cari vecchi Stati Uniti.- a parlare è stato quello con la bombetta. –Adesso tutti a farci un bell’hot dog ed un buon whisky irlandese.-
-Frena i bollenti spiriti Dum Dum.- dice il capo
-Direi anch’io che è meglio Fury.- interviene un ufficiale, un capitano per la precisione.
-Oh Happy Sam Sawyer.- esclama Nick Fury -Che c’è adesso? Ora che la guerra è finita n on puoi certo mandare me e gli Howling Commandos in qualche missione.
-Non esserne troppo certo Nicholas, comunque non sono qui per questo. Vi consiglio di tirar fuori i vostri abiti migliori ragazzi, perché stasera il Presidente vi appunterà sul petto un bel po’ di medaglie, Il vostro compenso per l’ottimo lavoro, dice lui.-
_Che mi venga....-
-Chiudi quella boccaccia Fury e vai a farti la barba, se ti ricordi ancora come si fa. Non vorrai fare cattiva impressione a Mr. Truman no sergente Fury?-
Nick Fury rimane per un attimo senza parole, poi si rivolge ai suoi uomini.-
-Avete sentito il capitano branco di lavativi? SI? Beh l’imnaginavo, su, muovetevi. Per quando saremo dal Presidente vi voglio lucidati a specchio, sono stato chiaro? E tu, Dum Dum, togliti quel sorrisetto idiota dalla faccia.-
Da quanto tempo William Naisland non varcava i cancelli di casa sua, nei sobborghi di Philadelphia, non riesce a ricordarlo. Gennaio 1942, probabilmente. Aveva lasciato la villa di famiglia subito dopo essere stato scartato alla visita di leva. Per il febbraio del 1942 era, comunque, già in Inghilterra ed aveva assunto l’identità di Spirito del ’76 ed il resto era storia. Mentre scende dal taxi assieme a Fred Davis non può fare a meno di sentirsi nervoso. Un uomo lo attende sulla soglia in cima alla breve scalinata.
-Signor William è davvero lei?-
-Si George, sono tornato.- sospira –Mia madre?-
-È di sopra, ormai non si alza molto spesso dal letto.-
-Capisco. Andrò su a salutarla. Intanto, George, questo è Fred Davis. È un orfano affidato temporaneamente alla mia custodia, abiterà qui per un po’.-
-Bene signore, gli farò preparare subito una camera.-
William non l’ascolta già più. In pochi balzi è gia salito al piano superiore. Bussa ad una porta e dopo una debole risposta, entra. La donna sul letto è pallida ed emaciata, ma non si può sbagliare sull’espressione di gioia che le appare in volto quando lo vede.
-William!- esclama –Sei tornato finalmente.-
-Si mamma, sono a casa.-
Si siede accanto a lei, le prende la mano e parlano.
Il preside della Benjamin Franklin High School di Philadelphia si appoggia allo schienale della sua poltrona
-Normalmente Mr. Naisland non accettiamo nuovi allievi ad anno già iniziato, ma lei appartiene ad una delle migliori famiglie della città e questa è un’ottima raccomandazione per noi.-
-La ringrazio signor Preside speravo che lo facesse. Fred, ehm Frederick, è un ragazzo in gamba, ma negli ultimi tempi non ha frequentato molti ragazzi della sua età e sarebbe bene che lo facesse.-
William esce nel cortile della scuola e vede Fred, (che senza il travestimento da Bucky è un anonimo adolescente dai capelli biondi e ricci), che chiacchiera con una ragazza. Bene, pensa, almeno si comporta come un ragazzo normale. Ha fatto subito amicizia.
-Ciao Fred.-
-Oh Bill ciao, ti presento Sheila Carter.-
-la sorella minore di Bruce Carter? Eravamo al liceo insieme proprio qui.-
-Si lo so.- Mi ricordo di quando veniva a casa nostra.-
-Beh spero che aiuterai Fred ad ambientarsi. Comincia domani. Non so se te l’ha detto, ma è un cugino di New York rimasto orfano.- Una bugia inventata per evitare il sorgere di domande imbarazzanti.
-Oh si, ne sarò felice.-
Ah i 15 anni! Pensa William, ero anch’io come loro solo pochi anni fa? Probabilmente si.
Un’isola dei Caraibi non meglio identificata. Il Barone Wolfgang Von Strucker guarda verso la spiaggia e sorride in modo sinistro. È uno dei pochi alti Gerarchi nazisti ad essere sfuggito alla cattura. Quelli che non sono in prigione sono morti: il Teschio Rosso, sepolto dalle bombe nel suo bunker segreto, l’agente Asse, Master Man e, naturalmente, Hitler in persona. Anche lui è creduto morto ed è meglio così. Nessuno lo cercherà e nessuno sospetterà che la sua superba organizzazione Hydra crescerà forte e pericolosa, nonostante le interferenze di quell’irritante capitan Savage, prima e degli Invasori poi. E poi lui ha un vantaggio: non solo la sua conoscenza del futuro grazie a quella bizzarra macchina del tempo, ma anche la tecnologia che ha rubato agli Gnobiani, quei poveri, patetici extraterrestri pacifisti. Grazie alle conoscenze che ha acquisito da loro potrà riuscire nel suo più ardito progetto e se riesce, allora le sue ignobili sconfitte saranno vendicate.
4.
Il tempo passa e lentamente il 1945 diventa il 1946. Pochi mesi appena, in cui molte delle colorate meraviglie che avevano animato le cronache degli anni di guerra semplicemente scompaiono: Capitan Terrore, Il Difensore, lo Sfidante, sono tra i tanti nomi di cui non si sente più parlare da tempo. A volte appaiono delle notizie, come quella della notte di terrore in cui un intero hotel nel centro di New York brucia senza speranza e tutti i suoi ospiti muoiono carbonizzati. C’è chi giura di aver visto sulla scena Black Marvel ed in seguito un Vigile del Fuoco giurerà di averlo visto allontanarsi in stato di shock. Da un giornale del novembre 1945: “Una passante innocente è stata raggiunta da un colpo di pistola diretto all’Angelo. La giovane donna si trovava proprio dietro all’Angelo e quando questi si è scansato evitando il colpo, il proiettile ha colpito proprio la ragazza che si trovava sulla sua traiettoria, uccidendola all’istante. L’Angelo ha abbattuto l’assassino e, secondo i racconti, dei testimoni, l’ha colpito ripetutamente con furia selvaggia lasciandolo in gravissime condizioni. Da allora il noto eroe non è stato raggiungibile per commenti sulla vicenda”.
La Torcia Umana e Toro si danno da fare contro gli elementi criminali della nazione, scontrandosi a volte con bizzarri tipi in costume. Anche Sub Mariner si trattiene in terra d’America e si scontar con criminali ed occasionali scienziati pazzi ed imbattendosi in casi al limite dell’incredibile. E Capitan America e Bucky? Anche per loro non mancano le avventure al limite dell’incredibile, così come gli scontri con comuni criminali ed occasionali spie. Come quella sera, poco prima di Natale in quel complesso industriale a Long Island, New York.
I cinque uomini rivestiti di calzamaglie che li coprono dalla testa ai piedi si muovono con fare circospetto nel perimetro delle Industrie Stark e, con consumata abilità, uno di loro riesce a rompere i lucchetti ed i cinque riescono ad entrare in un capannone.
-Fatta- dice uno
-Bene, bene.-, dice un altro, con un costume di colore nero, gli altri lo hanno blu e lui è, chiaramente, il capo del gruppo. -Secondo le informazioni che abbiamo avuto qui ci sono abbastanza aggeggi scientifici che non avremo difficoltà a rivendere a qualche Potenza Straniera.-
-Davvero una bella prospettiva, non c’è che dire- dice una voce sarcastica alle loro spalle. I cinque si voltano per vedere, in piedi su un mucchio di casse…
-Capitan America e Bucky!-
-Ecco bravo.- dice Bucky –Fa piacere essere riconosciuti.-
-Uccideteli!-
-Ti dispiace se non siamo d’accordo?- dice Cap e si lancia loro addosso assieme al suo compagno. –Prendili Bucky, manovra sette!-
I cinque sabotatori non sembrano avere scampo: i loro proiettili s’infrangono sullo scudo di Cap che, con abilità lo usa, poi, per disarmarne due, mentre Bucky ne abbatte un terzo. Uno dei due disarmati tenta di colpire Cap con un attrezzo trovato in terra, ma Cap lo evita facilmente e l’abbatte senza fatica.-
-Sbaglio ragazzi o cercavate robetta che farebbe felice il vecchio Joe Stalin?- dice Bucky
-Se speri che parliamo, ti sbagli di grosso.--
-Per quel che m’importa amici, ci ho fatto il callo ormai a voi spie. Credo di aver smascherato più gruppi di attivisti io che l’F.B.I. –
In breve tempo le cinque spie sono abbattute ed in men che non si dica prelevate dalla Polizia
-Un’altra missione compiuta eh Cap?-
-Gia amico, beh direi che potremmo tornare a casa, dobbiamo tenerci pronti per il ballo di Natale no?-
-Mm si.-
-Ne hai parlato con Sheryl?-
-Se ci tieni a saperlo… Si, curiosone e ci verrà con me.-
-Bene, non mi aspettavano di meno dal mio fido partner.-
Ed i due eroi ripartono verso casa.
Poco lontano da lì, nella villa di Thomas Holloway, il padrone di casa fissa un costume deposto sul suo letto.
-È inutile.- dice –Dopo quello che ho fatto non riuscirò più a rimettere questo costume.-
-Allora lo farò io per te!- dice una voce alle sue spalle Thomas si volta per veder un giovane uomo esattamente identico a lui con indosso il costume dell’Angelo.
_Mark!- esclama all’indirizzo del fratello gemello. Scuote la testa –Beh, non posso impedirtelo, l’hai già fatto in passato, ma per me è finita. Per colpa della mia avventatezza è morta una ragazza e non saprò mai perdonarmelo.-
-Devi superare il tuo senso di colpa, Tom. L’Angelo può ancora fare del bene.-
-Parli bene tu, ma che ne sai? L’abbiamo presa come uno scherzo, un passatempo, ma la gente muore la fuori. Che bene possiamo fare noi con i nostri costumi ed i nostri pugni? Ci deve essere un altro modo. Deve esserci.-
Mark Holloway scuote la testa. Teme che il fratello si stia avviando verso la paranoia, ma non sa cosa farci. Esce nella notte in cerca di torti da raddrizzare.
5.
1946.
Il primo Natale del dopoguerra è venuto e passato, il nuovo anno non ha portato grandi novità dopotutto.
A febbraio un breve trafiletto del Philadelphia Tribune recitava: “Si è spenta serenamente nella sua casa all’età di 68 anni Beatrice Clayton Naisland, vedova di William Naisland Sr. Che è stato uno delle più importanti figure cittadine durante gli anni venti I funerali si sono svolti nel cimitero della città. Tra gli intervenuti vi erano oltre al figlio William Naisland Jr.ed alla figlia Elizabeth, anche il noto re delle cronache mondane Bruce Carter IV, vecchio amico del giovane Naisland”
Al termine del funerale Bruce Carter abbraccia l’amico.
-Mi dispiace molto Bill, di qualunque cosa tu abbia bisogno, io sono al tuo fianco, lo sai.-
-Si. Bruce, lo so.Ti dispiace riaccompagnare mia sorella a casa vorrei stare solo per favore.-
-Ma certo.-
Si allontanano tutti e per un po’ William rimane solo con se stesso ed il suo dolore, poi esce dal cimitero e cammina sotto la pioggia. Quando torna a casa è bagnato fradicio, ma sembra non badarci. Il maggiordomo George lo aiuta a togliersi l’impermeabile e gli dice:
-È arrivata una lettera per voi, l’ha portata un corriere speciale. È sulla scrivania dello studio.-
-Grazie George.-
William si reca nello studio e presa la busta la apre. Come si aspettava è una convocazione, ma stavolta viene dal Presidente. Truman, vuole vederlo assieme ad alcuni suoi vecchi compagni d’arme per un suo nuovo progetto. Non si può rispondere no, al Presidente, pensa, ovvio che lui e Fred andranno a Washington ed anche gli altri, ci scommette.
Namor è di nuovo a New York. È stata un’amara sorpresa per lui scoprire al suo ritorno ad Atlantide, che suo nonno l’Imperatore Tha-Korr si è fatto convincere dall’ambizioso figliastro Byrrah e dal fido Generale Krang ad esiliarlo perché non era ad Atlantide durante gli assalti dei nazisti. È giovane ed impulsivo, non è restato a difendersi dalle accuse, ma si è subito diretto verso le terre emerse deciso a costruirsi il suo destino nel Mondo di superficie.
Marzo 1946.
Boston, Massachussetts. In una sala affollata di giornalisti, il reporter Jeff Mace nota un vecchio amico.
-Ehi Hunter, Come va?-
-Ma guarda! Jeff Mace, l’asso della cronaca nera del Boston Globe in persona.- risponde con allegria Jerry Hunter, detto Titolo
-Beh questo può darsi…- risponde Mace -… ma vuoi dirmi cosa porta uno dei più famosi corrispondenti esteri alla conferenza stampa di un giovane aspirante deputato? Credo che non ci sarebbe nessun giornalista se suo padre non fosse stato Ambasciatore a Londra ed altre cose sotto Roosevelt. Figuriamoci uno come te.-
-In realtà sono a Boston perché sto scrivendo una serie di articoli sugli avventurieri in costume ancora in attività e qui, se non sbaglio, ne avete uno, un emulo di Capitan America: il Patriota.-
-Già.- borbotta Jeff Mace -È il nostro eroe locale.- Chissà che direbbe Hunter, pensa, se sapesse che il Patriota sono proprio io?
Poi nessuno di loro parla, mentre il ventinovenne John Fitzgerald Kennedy sale sul podio e comincia il suo discorso con cui annuncia la sua intenzione di candidarsi al seggio di rappresentante nel distretto di Brookline lì a Boston
Però, pensa Jeff, per essere un figlio di papà parla davvero bene.
Più tardi in un bar i due giornalisti conversano amabilmente.
-E così ti interessi di avventurieri mascherati Hunter?-
-Proprio così sono curioso su di loro. Dopo aver passato anni a combattere le minacce naziste come si sentono alle prese con i comuni guai di casa nostra?
-Proprio comuni, no. Ho sentito dire che Cap ha affrontato un robot gigante l’altra settimana.-
-Sai cosa intendo. Forse è per questo che tanti uomini del mistero sono scomparsi dopo la guerra. Si sono comportati come soldati. Una volta che la guerra è finita sono semplicemente tornati alla vita civile.-
-Probabilmente hai ragione.-
-Comunque, ho sentito dire che Truman ha chiesto agli ex Invasori di rimettere in piedi una nuova squadra, tu che ne pensi?-
-Che sarebbe un’ottima idea, dopotutto.- E potevano anche chiamarmi a partecipare al gruppo pensa con un po’ d’amarezza.
Will Fitzpatrick non nasconde la sua diffidenza verso questi avventurieri mascherati che si prendono tutta la gloria mentre la gente come lui fa il lavoro duro, certo Capitan America è diverso, lui merita il rispetto di tutti, non c’è dubbio su questo.Li osserva ora, alla loro prima uscita in pubblico come gruppo: la Squadra dei vincitori, li ha voluti chiamare il Presidente e no vi è dubbio che lo siano davvero. Capitan America, Bucky, la Torcia Umana, Toro, Sub Mariner, i mitici Invasori e poi la Trottola e Miss America, già membri della legione della libertà. Faranno il loro dovere nel difendere la libertà dell’America, non c’è dubbio, aiutati s’intende, dagli oscuri eroi dei servizi d’informazione.
In una sale del Cremlino a Mosca, il potente padrone dell’U.R.S.S. Josef Stalin ed alcuni suoi collaboratori stanno visionando un filmato appena giunto dagli U.S.A. che documenta la prima impresa della Squadra dei Vincitori contro Isbisa, un folle che minacciava New York con una bomba atomica rubata.Solo quegli ingenui di americani sarebbero riusciti a farsi rubare una bomba atomica. L’avesse avuta lui….
-Questi eroi, specialmente Capitan America, sono diventati una forte arma propagandistica per l’America, per non parlare delle cellule di fiancheggiatori della nostra causa. Da loro scoperte e smantellate- dice uno di presenti. –Forse sarebbe il caso di far intervenire uno dei nostri agenti speciali contro quel Capitan America, magari il Guardiano Rosso.-
-No, se perdesse sarebbe un grave scacco propagandistico per noi, non è il caso ancora.-
-Lavrentji..- Stalin parla senza alzare la voce, ma anche Beria, il potente capo della Polizia Segreta, tace immediatamente. -…se e quando intervenire contro questi cosiddetti eroi in costume, lo decideremo a suo tempo. Per ora abbiamo materie più urgenti di cui occuparci che qualche piccola rete di spie senza importanza. Voglio che anche la nostra patria abbia la bomba atomica e questo deve avere la priorità su tutto, fallo sapere ai nostri agenti in America.-
-Certo compagno.-
Da qualche parte nella Costa Est, in una saletta, peraltro anonima, un gruppo di uomini siede in riunione
-Buongiorno signori.- dice l’uomo seduto al centro –Il mio nome è Peter Henry Gyrich e vi do il benvenuto alla prima riunione del Comitato per la Preservazione dei valori Americani. Il punto focale del nostro ordine del giorno di oggi è: gli avventurieri mascherati cosa fanno per l’America? Sono davvero un’efficace linea di difesa dei valori che noi lottiamo per preservare in questo mondo ormai sempre più minacciato dalla degenerazione comunista? Lascerò su questo punto la parola ad un esperto psicologo che collabora con il comitato. Signori: il professor Frederick Wertham.-
Entra un uomo non molto alto sui 45-50 anni, capelli grigi occhiali e tipica aria da cattedratico. Senza sprecare parole si mette immediatamente al lavoro. La sala viene oscurata e sono proiettate delle diapositive degli eroi in costume.-
-Signori, li hanno chiamati, con dubbio gusto, le Meraviglie, ma cosa sappiamo di loro veramente? Poco e niente. Possiamo davvero portarli ad esempio della nostra società? Apparentemente si. Durante la guerra hanno aiutato lo sforzo bellico e dopo, molti di loro si sono spontaneamente ritirati, ma gli altri? Come quelli che erano noti come Invasori? Il Presidente si fida di loro, hanno formato la Squadra dei Vincitori ed hanno anche sventato seri pericoli per la nostra società, ma ci basta questo? Io dico di no. Certo Capitan America rappresenta i valori più veri delal nostra società, ma gli altri. La cosiddetta Torcia Umana non è nemmeno realmente umano: è un androide, un essere costruito artificialmente in un laboratorio, chi può dire cosa realmente passa per quello che chiamiamo il suo cervello? E Sub Mariner. Fino a pochi anni fa era una minaccia per tutti. Chi di voi non ricorda quando mandò un’onda gigantesca ad investire New York? E poi sia Capitan America che la Torcia hanno come compagni due ragazzini, chiaramente minorenni. Questo solleva interrogativi morali che la nostra nazione non può permettersi. In sintesi signori, io vi dico che l’esempio di queste cosiddette meraviglie può essere deleterio e persino corruttore per le menti influenzabili dei giovani. Essi debbono essere tenuti sotto controllo.-
-Grazie Dott. Wertham.- dice Gyrich. –Avete sentito tutti, signori. Io propongo di istituire un gruppo di lavoro che segua le imprese di questi avventurieri e suggerisca un sistema per controllarne gli eccessi. Chi è favorevole?-
La maggioranza delle mani si alza.
-La proposta è approvata.-
La riunione si scioglie il segretario della Commissione è l’ultimo ad uscire. Non ha mai parlato, non sappiamo nemmeno il suo nome, ma possiamo vedere il sorriso che gli si disegna sul volto mentre spegna la luce e chiude la porta.
FINE PRIMA
PARTE
NOTE
DELL’AUTORE
Bene signori, spero che vi siate divertiti a leggere questa prima parte di questa storia dedicata agli ultimi anni di attività degli eroi della Golden Age, quanto io mi sono divertito a scriverla. Beh, divertito, in realtà ci sono voluti giorni di ricerche per le quali Internet è stato preziosissimo e per questo, ringrazio Fabio F. per le dritte. Come mio solito in quest’episodio non succede niente o quasi a livello di azione, avendo preferito concentrarmi sui personaggi. Nelle prossime storie, come in questa accennerò solo di sfuggita alle avventure vissute dagli eroi nei loro albi, siano quelle degli albi Golden Age (che, peraltro non conosco o quasi) o quelle di Retcon (rettifica di continuity) narrate da Roy Thomas e da altri, un’eccezione sarà nel prossimo episodio, la morte di Capitan America II e l’arrivo di capitan America III, data la particolarità dell’evento.
Ed ora, avendo citato Roy Thomas, nello stesso stile da lui usato nei suoi racconti ambientati nella Golden Age, In appendice a questa, come alle successive puntate troverete un po’ di note esplicative sui personaggi della Golden Age apparsi in questa storia.
APPENDICE
STORICA
Ecco un elenco dei personaggi apparsi, in ordine di apparizione con un po’ di informazioni su ciascuno di loro.
Capitan America II. La Timely pubblicò Capitan America in varie serie dal marzo 1941 all’agosto 1949, ovviamente in quel periodo c’erano un solo Cap ed un solo Bucky. Quando Stan Lee & Jack Kirby ripescarono (è proprio il caso di dirlo) Cap stabilirono che era scomparso nel 1945 verso la fine della guerra in Europa. Perché Lee scelse di rinnegare le storia post belliche di Cap, molte delle quali scritte proprio da lui, non è mai stato chiaro. Forse non era soddisfatto di quei lavori o, forse, fu un’esigenza di maggiore drammaticità nel ritorno di Cap. Ma le tutte le storie pubblicate dal 1945 al 19949 e dal 1953 al 1954? Chiesero i fans di più antica data o gli appassionati. Ci pensarono prima Steve Englehart (su idea di Roy Thomas suppongo) e poi Roy Thomas stesso a spiegare che nel periodo di assenza di Cap altri avevano preso il suo posto e quello di Bucky. Tutto questo fu rivelato in What If #4, purtroppo inedito in Italia per il periodo 1945/1948 ed in Capitan America 65/68 (Corno) per quello 1953/1954. Capitan America II era in realtà: Spirito del ’76 alias William Naisland, eroe inventato da Roy Thomas per una storia degli Invasori pubblicata su Thor (Corno) nn° 199/201 basandosi su Fighting Yank, eroe pubblicato dalla casa editrice Nedor/Better negli anni 1941/1949. Del suo background non c’è stato mai detto niente, a parte che viene da Philadelphia. L’appartenenza ad una famiglia ricca (ad imitazione di Fighting Yank, appunto), la sorella, la madre malata, gli amici sono tutta opera mia. L’amico Bruce Carter IV si chiama così come omaggio proprio all’identità segreta di Fighting Yank
Bucky II è, in realtà, Fred Davis, ragazzino creato da Roy Thomas in Marvel Premiere °30 (in Italia Capitan America, Corno, n° 112) per impersonare Bucky in gioco d’inganni per il Teschio rosso. Fred è biondo e per impersonare Bucky indossa una parrucca.
Union Jack e Spitfire ovviamente li dovreste conoscere, essendo stati creati in era moderna da Roy Thomas sulle pagine degli Invasori. Per chi volesse saperne di più dirò che il primo Union Jack, alias James Montgomery Visconte Falsworth è un eroe inglese che agiva durante la 1° Guerra Mondiale e che nel 1942 il suo posto fu preso dal figlio Brian, attualmente c’è ancora un Union Jack in azione: è Joey Chapman, ma questo lo sapete, immagino
Il Distruttore. Questo personaggio agiva perlopiù in Germania e nei territori occupati dai Nazisti in azioni di sabotaggio e commando. Nelle storie Timely era in realtà l’agente dell’F.B.I. Keen Marlow che, preso prigioniero dai nazisti all’inizio delal guerra, riusciva a fuggire dopo aver bevuto una sperimentale versione tedesca del siero del super soldato elaborata da uno scienziato dissidente morto poco dopo e dopo la fuga si procurava il costume e… beh il resto lo immaginate no? Nella retcon operata da Roy Thomas l’origine è rispettata, ma dietro la maschera c’è, in realtà, Brian Falsworth che, in seguito assumerà il ruolo di Union Jack II, mentre il ruolo di Distruttore sarà assunto dall’amico Roger Aubrey che, in precedenza, (vedi Thor Corno n° 199/206) era il microscopico eroe chiamato Dinamite.
Betty Dean era l’amica, interesse sentimentale di Namor nel periodo 1939/1955, poliziotto prima e giornalista poi.
Jack Frost. Come c’è
stato rivelato di recente, è, molto probabilmente, il figlio mutante di un
Gigante di ghiaccio della mitologia nordica nato di altezza umana, per questo
scacciato dalla sua gente. Tornato nell’artico, inghiottito per fermare un
gigantesco serpente di ghiaccio (altra probabile creatura asgardiana, ma
sicuramente ispirato anche ai mostri di R.E. Howard) si farà inghiottire da lui
e lo congelerà finendo nel frattempo in animazione sospesa. Nei tempi moderni,
Capitan America, nell’artico alla ricerca del disperso D-Man, risveglia
inavvertitamente il verme dei ghiacci e lo stesso Jack Frost che pi si sacrifica
nuovamente per fermare il serpentone. (Cap & Thor n° 2)
Corvo Rosso. Questo giovane umano, unico sopravvissuto di uno dei primi disastri aerei, viene allevato da una razza di uomini alati che vive in una città sospesa nel cielo e che gli fornisce ali artificiali ed invulnerabili che gli consentono di volare. Al termine della guerra decide di ritornare presso il popolo alato e da allora nessuno sente più parlare di lui. Il suo fato ci viene rivelato in tempi moderni dal solito Roy Thomas dapprima in una vecchia storia degli X-Men (Cap Corno n° 45 o X-Men gli anni d’oro n° 10) che ci rivela che egli pose in animazione sospesa tutti gli abitanti della città del cielo (in seguito rivelatisi come un gruppo di Eterni od Inumani, non è del tutto chiaro) e se stesso per evitare che questi scendessero in guerra con il resto dell’umanità ed aveva poi fatto affondare l’isola nell’oceano da cui è emersa in tempo per salvare la vita all’Angelo degli X-Men. La sua apparizione è avvenuta infine in una storia di Sub Mariner (FQ Corno n° 87)., dove, impazzito per lo shock di aver scoperto che l’intera razza di uomini alati era morta a causa di un suo errore anni prima, decide di vendicarsi dell’umanità su cui scarica la colpa dell’accaduto.Per quanto se ne sa è morto.
Fin, Thunderer, Capitan Terrore Sfidante e Difensore & Rusty Su di loro non c’è molto da dire. Le loro serie ebbero, comunque, scarsa fortuna in patria. Per ora diciamo che non avendo alcun particolare super potere, alla fine della guerra, considerato chiuso il loro compito, preferirono ritirarsi a vita privata.
Il Patriota, alias Jefferson Mace, giornalista, divenne un eroe in costume ispirato da Capitan America ed avrà un ruolo rilevante nella nostra piccola saga. È stato il leader della Legione della Libertà
Trottola e Miss America. Alias rispettivamente Robert Frank e Madeline Joyce, Il primo ottenne il suo superpotere nel 1940 in Africa, quando il padre gli iniettò il sangue di una mangusta per curarlo dal morso di un serpente ed il ragazzo si risvegliò non solo curato, ma anche dotato di super velocità (non fatemi domande su come è possibile che attraverso la trasfusione del sangue di mangusta uno non solo si salvi, ma diventi anche super veloce. Ci sono legioni di storici e critici dei comics che cercano, inutilmente, di capirlo da sessant’anni.). La seconda, colpita da un fulmine bel laboratorio dello zio, uno scienziato, si risveglio illesa e dotata di super forza e del potere del volo. Su entrambi ne sapremo di più a tempo debito.
Thin Man alias Bruce Dickson questo personaggio, che fu protagonista di una sola storia nel 1940 sembra abbia, per pochi mesi, soffiato a Plastic Man il primato degli eroi con poteri elastici, poteri che aveva acquisita in Himalaya nella città nascosta, probabilmente in un’altra dimensione, di Kalahia lui possa. Nella nostra continuity è partito per il tetto del mondo assieme alla sua assistente per non essere mai più rivisto.
Angelo. Personaggio di discreto successo nei comics Timely, sia pure senza particolari super poteri a parte una cappa magica che gli permetterebbe di volare ed una serie di abilità personali che rivaleggiano con quelle di Barman. Non ci furono mai due fratelli Holloway. Il gemello fu inventato da Mark Gruenwald per spiegare perché la sua versione di Angelo descritto nella miniserie di U.S.Agent pubblicata in Vendicatori 13/16 differisse da quella di Peter David vista in alcuni racconti di Cloak & Dagger su Marvel Super Heroes. Io l’ho sfruttata per i miei fini. Nonostante una vaga rassomiglianza con Warren Worthington Jr, defunto padre dell’Angelo membro degli X-Men, non vi è apparentemente alcun rapporto tra i due omonimi personaggi.
Black Marvel. Ritiratosi dopo aver fallito nel salvare gli ospiti di un hotel in preda alle fiamme, Dan Lyons, tornerà nel futuro come mentore e finanziatore del gruppo noto come Slingers (altra serie inedita, grazie Lupoi)
Hurricane. Roger Stern ha rivelato sugli inediti Marvel Universe #6-7 che Mercurio, comparso per la prima ed unica volta su Red Raven Comics #1 ed Hurricane, entrambi supervelocistiche ha avuto una breve serie su Captain America Comics #1/11, erano in realtà l’Eterno Makarri che si divertiva a fare il combattente del crimine sotto false identità. Si tratta di un chiaro intervento di cosiddetta retcon
Jerry “Headline” (Titolo) Hunter era un giornalista d’assalto creato da Stan Lee nel 1941 e protagonista di una breve serie personale pubblicata su Captain America (G.A.) #5/11
Mark Todd è in realtà Blazing Skull, altro eroe minore
Will Fitzpatrick. Beh non è altri che il nonno materno di Peter Parker, alias l’Uomo Ragno. È apparso per la prima volta in Untold Tales Of Spiderman –1 (Uomo Ragno, M.Ita, n°243) e successivamente in Marvel Universe #1/3 (Wiz nn° 36/38), tutti scritti da Roger Stern
Il sergente Fury e gli Howling Commandos non hanno bisogno di presentazioni, credo
Il Barone Strucker lo sapete bene chi è, no?
Peter Henry Gyrich è probabilmente il padre o, forse, il nonno del nostro Henry Peter Gyrich ed ha, a quanto pare, la sua stessa amabile disponibilità d’animo.
Frederick Wertham. È ispirato all’omonimo psicologo che denuncio i fumetti quale maggiore causa della devianza giovanile, autore di un libro famoso nel settore: “Seduction of the innocent” che portò, tra le maggiori conseguenze, alla nascita della famigerata Comics Code Authority.
Harry S. Truman, John Fitzgerald Kennedy, Josef Stalin e Lavrentji Beria sono evidentemente gli omonimi personaggi realmente vissuti.
E questo, pero il momento è tutto.
Carlo