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N.B.: Gli eventi di questa storia hanno luogo dopo Fantastici Quattro 3 by MIT
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Collegamento Server Effettuato.
Riconoscimento Protocolli. Autorizzazione Epsilon-Eridani.
Benvenuto Dott. Richards!
Apertura Directory: Zona Negativa; Files: Shadow City/Lockdown/Stone. Richiesta
Lettura sintesi Conclusiva...
Shadow City è un complesso sistema connessionista entro i cui parametri definiti
mediante un processo stocastico una moltitudine di variabili controllate
interagiscono per rappresentare una realtà che non scompare se non smetti di
crederci. E chi crede alla realtà della vita sono tredici milioni di persone
inconsapevoli, le cui menti interconnesse in un sistema artificiale costruiscono
un mondo di dati, informazioni, sensazioni ed emozioni virtualmente reale.
Qualche tempo fa una variabile esterna non prevista è entrata nel sistema. Per
le proprietà di un sistema aperto questa variabile ha incontrato il sottosistema
di retroazione, la cui funzione è quella di garantire l' omeostasi originale
usando l' informazione d' uscita stessa aggiornata con l' inserimento della
nuova variabile come dato d' ingresso per far diminuire la deviazione all'
uscita rispetto ai parametri prestabiliti.
La retroazione negativa, neutralizzando i dati d' ingresso della variabile
nuova, mantiene la stabilità del sistema, l' unico modo col quale la variabile
esterna poteva non essere neutralizzata era comportarsi secondo i parametri
stabiliti, in modo tale da amplificare i suoi stessi dati e produrre un
cambiamento stando al gioco stesso del sistema.
Quella variabile esterna era Reed Richards. Il sistema di retroazione negativo
sono Lockdown e Rosetta. Shadow City è la rappresentazione del sistema.
Molo 4, quartier generale dei Fantastici Quattro. Fuori dalla bolla temporale.
La situazione: Sue Storm, Ben Grimm e Johnny Storm
osservano una scena che non si sarebbero mai aspettati di vedere.
"Sono Lockdown, sono il poliziotto di Shadow City. Tu sei la malattia e io sono
la cura. Oh yeah, baby!" Al centro del laboratorio scientifico, Lockdown minaccia
i tre spettatori mimando una scarica di proiettili sparati da immaginarie
pistole dalle mani guantate.
"Ha preso qualche botta in testa più di te, vecchio!".
"Parla quello che ha il cervello in fiamme, bah! Io non ci capisco più niente!
Ma che, ha perso qualche rotella girando sulla ruota del tempo?".
"Reed, è… è patetico! Di cattivo gusto". L' imbarazzo misto a divertimento dei
ragazzi viene ripreso dall' espressione corrucciata della Donna Invisibile. In
risposta, dal corpo immobile di Lockdown, spunta il volto preoccupato di Franklin
in spalla al suo geniale papà, Mister Fantastic.
"Scusa mamma! Era uno scherzo". Franklin le getta le braccia al collo ed il
gesto viene ricambiato amorevolmente con un bacio premuroso.
"Oh, tesoro… Ci sei riuscito. Ti chiedo io scusa, amore, pensavo fosse papà e…
beh, lo sai… non è che sia Jim Carrey".
"Preferisco Billy Crystal, in verità". Reed esce completamente dal corpo
immateriale del segugio di Shadow City, fa l' occhiolino alla moglie ed al
figlio ed orienta l' attenzione degli amici verso i veri corpi di Lockdown e
Rosetta Stone, distesi all' interno di trasparenti celle costantemente
monitorate da dispositivi di stasi.
"In parole povere, gommolo".
"Sono in uno stato di coma autoindotto per salvare il salvabile dal momento dell'
attivazione di decriptaggio e scaricamento del loro sistema di memoria ad opera
del virus che li ha infettati per poter uscire dalla bolla temporale e vincere
l' ennesima sfida".
La Torcia si avvicina ai corpi dormienti:"Prendi fiato, cognato. Sistema di
memoria? Reed, vuoi dire che… non sono esseri viventi?".
"Non esattamente, Johnny. Sono forme di vita digitali, non biologiche, questo
sì".
"Quando picchiano fanno male, però" mugugna la Cosa, mentre incuriosito immerge
il ditone arancione nell' immagine di Lockdown "È questo cos'è, un' ologramma?".
"Una specie, Ben, è una proiezione della personalità digitale di Lockdown. Per
studiarlo meglio" aggiunge Reed aspettando la reazione di Sue all' ultima
affermazione.
"Lo puoi programmare, è come un video gioco!". Franklin riprende il suo
spirito giocoso, ma Susan coglie l' implicazione nelle parole del marito e
capisce che anche Johnny è arrivato alla stessa conclusione.
"Allora non è ancora finita, vero Reed?".
"Non qui, Sue, no".
"Ma noi abbiamo incontrato Lockdown e Rosetta anche al di fuori della
simulazione di Shadow City, Reed, ed erano esattamente come sono ora. Non la
fantasia di qualche programmatore occulto".
"Esatto, Johnny, capirai allora come essi siano delle forme evolute degli stessi
robot che ci hanno imprigionato in Shadow City. Fanno parte del complesso
sistema di controllo della realtà virtuale che è Shadow City. Tanto complessi da
identificarsi con gli stessi uomini e donne cui hanno il compito di proteggere e
badare nel loro sonno elettronico fino a confondere la realtà con la fantasia".
"Allora cosa vogliono da noi?".
"Sospetto che il nostro passaggio a S.C. abbia in qualche modo forzato il
sistema di controllo. Se ci pensate, anche nella Zona Negativa siamo riusciti a
sfuggire all' attacco di Lockdown. In parole povere ha solo fatto quello che
deve fare per programmazione: rimettere le cose a posto. E con noi aveva un conto
aperto".
"Ok, rispediamoli al mittente e chiudiamo a chiave la porta!".
"Non sarei così precipitosa, Ben. E tutte quelle persone imprigionate in una
menzogna?".
"Non hai tutti i torti, Suzie, ma potrebbero essere fatti loro e poi chi siamo
noi per rivoltare tutto come un calzino sporco?".
"Non dire idiozie, caprone! Siamo i Fantastici Quattro! È nostro dovere cambiare
le cose in meglio!".
"Ah, chiudi quella bocca, ragazzo, non venire a fare la paternale a me o mi
accendo il sigaro col tuo didietro! Non intendevo quello, cioè che diritto
abbiamo…".
"Ben, Johnny, smettetela! E vergognatevi, di fronte a Franklin!".
Il risoluto intervento della Donna Invisibile spegne sul nascere le scintille.
Reed in cuor suo ringrazia ed ammira ancora una volta il ruolo e la capacità di
Sue di gestione dell' emotività del gruppo e, valutata attentamente ogni parola,
ne approfitta e conclude:"Il problema è critico e delicato, ragazzi. Se è giusto
quello che penso e non vedo a questo punto perché non dovrebbe esserlo, volenti
o nolenti non possiamo più chiamarci fuori. Non è un alibi per rimandare
considerazioni etiche e morali, ma il 'programma' S.C. ed il suo sistema di
controllo, Lockdown, per la loro specifica natura non soprassiedono agli eventi
che gli si parano davanti. E ne siamo stati tutti testimoni con l' arrivo di
Lockdown nella nostra dimensione. Con questo voglio dire che è altamente
probabile che Shadow City sia già in qualche misterioso modo stata alterata dal nostro
passaggio. Mandando indietro Lockdown e Rosetta non possiamo non andare ad
osservare quanto la variabile 'Fantastici Quattro' in ingresso abbia influenzato
l' output del programma Shadow City".
Tutti e quattro si guardano l' un l' altra ed il loro pensiero è uno solo.
"Molto bene, ragazzi, all' interfaccia per la Zona Negativa!".
Le ultime parole Susan le dedica al figlio:"Franklin, amore mio, per questo
viaggio non possiamo portarti con noi, ma contiamo su di te perché tu ci aspetti
al ritorno. Ti va di andare a trovare i signori Power per un po'? Puoi portare
il nuovo robot che ti ha costruito papà, se vuoi".
"Questa, gommolo, me la devi spiegare. Cosa sarebbero
questi?" sbuffa la Cosa alludendo al piccolo aggeggio metallico tra le dita.
"Campionatori temporali, Ben".
La Cosa osserva perplessa la strana fibbia metallica fissata alla cintura della
Torcia cambiare forma e divenire parte integrante del suo costume, invisibile ad
occhi indiscreti.
"Coraggio, Ben, immaginiamo cosa pensi e capisco come ti possa sentire, ma Reed
li ha completamene riprogettati, giusto caro?" chiede la Donna Invisibile.
"Sì, l' idea originale era del Dottor Destino. Usò un paio di questi bracciali
per coinvolgermi in un duello nelle pieghe dello spazio tempo. Derivano dalla
stessa tecnologia alla base della sua macchina del tempo".
"Vuoi dirci che sei andato a memoria per costruirli, Reed? Ah, siamo o non siamo
i numeri uno, eh cucciolo?" e Johnny lo sottolinea facendo l' occhiolino a Ben.
"Già, ci salvasti per il rotto della cuffia. E adesso vuoi anche tu farci
ballare su e giù per le lancette dell' orologio, giusto?" chiede la Cosa, ancora
poco entusiasta all' idea.
"Non proprio, vecchio mio. Questo nuovo modello lavora all' unisono.
Contemporaneamente attivati, i campionatori generano una distorsione spazio temporale. Una sacca
all' interno del trascorrere del tempo, i cui eventi si susseguono circolarmente
sulle sue pareti. Caduti dentro la bolla si può uscire solo se gli eventi che
hanno portato alla sua generazione vengono disattesi".
"Oh porca paletta, ma perchè mi vengono in mente certe domande?
La Zona Negativa.
Dove antineutroni, antiprotoni ed antielettroni compongono
gli atomi di antimateria di una vita non molto diversa dalla nostra.
Entriamo nell' influenza gravitazionale del mondo-città di Shadow City, così
come appare agli occhi dei suoi fondatori sognatori.
I grattacieli, moderni Icaro d' acciaio e vetro che sfidavano il cielo
perennemente scuro, hanno lasciato il posto a case, palazzi, chiese, castelli,
borghi, campi e colline dei primi secoli dell' anno mille europeo. Un sole alto
irradia il suo calore sulla terra battuta che ricopre le ampie strade del centro
che si diramano in zone in cui la luce stenta a raggiungere i carruggi più umidi
e bui. L' attività frenetica del mercato: lo strillare dei venditori, il vociare
allegro e chiassoso dei bambini, la moltitudine di persone vestite di colori
sgargianti e attillati, di stracci sporchi e maleodoranti, per tutti questa è
sempre stata la loro vita, il loro mondo e così continuerà ad essere.
La Città d' Ombra. Molti sono i motivi per avere paura delle ombre.
4
L' olezzo che giunge alle narici dei monelli, in un
carruggio nascosto alla vista delle alte torri del castello del Signore della
città, non sanno quanto derivi dalla mondezza sparsa ai bordi della strada
contro le pareti scrostate o da loro stessi, in tempi in cui lavarsi una volta
qualche settimana quando capitava era la norma o da quel grosso derelitto d'
uomo accasciato contro un muro e avvolto in ampie fasce scure, macchiate e rosicchiate
dai topi coperte di corda e grezza stoffa.
I monelli gli si avvicinano un po' di più. Per vederlo meglio, dicono, anche se
non è la prima volta che lo fanno. Il fascino misterioso che ti strizza le
viscere, ma ti inonda del piacere del fantastico e del proibito. E del morboso.
In fondo i loro genitori solvono dire che al mondo c'è chi è messo peggio di
loro. Lui ne è la prova vivente. È il pazzo del villaggio, il mostro che
spaventa i bambini, L' Uomo Senza Volto, una colata di lava e catrame
raffreddati e duri e rugosi senza espressione. La figura che devi ridicolizzare
per vincere le tue paure di piccolo ragazzo bastardo e, perché no, Innocente.
Jean, l' avevano chiamato così in onore al Signorotto della Sacra Fiamma
Purificatrice, era riuscito ad infilare nelle vesti dell' Uomo Senza Volto un
topo morto. Ci sta provando di nuovo.
Quando il piscio viene scolato da una finestra di sopra sulla testa del mostro,
una risata fragorosa i monelli non riescono a trattenere.
"Ahahaha!!! Via tagliamo, Jean! Che quella cosa si sveglia!".
"N- no… Non ha neanche le narici... solo un attimo…".
"Forse! Ci sento benissimo però, piattola!". Il tronco di pietra fusa che è il
suo braccio scatta veloce ed afferra il bambino alla gamba. La prima volta, i
monelli sorpresi, terrorizzati si gelano solo il tempo di assistere alla scena
successiva e si dileguano urlando e piangendo.
SNAP!
Il bianco degli occhi e lo strazio del volto tirato dallo spasmo e dal dolore.
"Adesso siamo in due di storpi mostri, Jean de Yancy. Ride bene chi ride ultimo!
Ahahahaha….".
3
Su soffici e caldi tappeti e decine di cuscini di raso
rossi, sopra e ai piedi di un immenso letto a baldacchino. In alto, tra le
stanze della lussuria del palazzo ornate di quadri erotici e specchi riflettenti
i corpi sudati e vogliosi sotto i caldi raggi di sole esterni.
"Oh baby, piccola! Si, cooosì continua…".
"Uhmmm…".
"…Ho le palle infuocate!".
"Uhu!?…".
"Ohhh sì… Vengo! Ahhh…".
"Uharghhh!!!…".
"Attenta! Baby!… Oh, cazzo piccola!… Avete tutte il dolce vizio di chiudere gli
occhi… Mmm… E tu baby… Sì, tu! Come ti chiami?".
"Alicia".
"Alicia… oh Alicia, sono già innamorato di te…voglio stare solo con te ora… Voi
altre, andate via!".
2
“Mordi, strappa, uccidi!”.
“Oh no, è tornata…”.
“Smettila di piagnucolare!”.
“Strappagli il CUORE!".
“Io… non so…”.
“Smettila! Ti odio quando fai così!”.
"E cosa vorresti fare? Distruggere tutto ed iniziare ad odiare te stessa?”.
“Io.. penso che glielo chiederò…”.
“No, lui no, lo odio… vi odio tutti!”.
“Sssì… Uccidilo!”.
1
Lungo le ampie sale del castello del Signore della Città d'
Ombra.
Lei si ferma invisibile davanti ad una porta che non dovrebbe esserci. Lucido
metallo senza aperture o appigli, incastrato nella parete di pietra. Una sezione
s'illumina ed un cubo si stacca, cambiando forma e materiale, una sfera d'
acciaio subito sostituita da un altro mattone.
Un occhio di luce rossa si apre e irradia di traccianti l' intera stanza
scolpendo le forme solide di una donna nell' aria ionizzata.
"Mia Signora, il Signore è occupato".
"Vuoi dire che mio marito è caduto nel buco? La ragazza qui vorrebbe
parlargli!".
In the shadows
Come risvegliarsi da un incubo, il cui orrore viene
moltiplicato per mille e si espande lungo tutto il tuo corpo, iniziando ad
instillare dentro di te il dubbio che solo di un incubo si sia trattato.
Ecco, più o meno, la sensazione che accoglie i Fantastici Quattro al loro
risveglio dalle camere virtuali: tensione, sudore, rabbia, disperazione,
arrendevolezza, tutte sensazioni dipinte sui loro volti. Per aver visto un sogno
distorto (o forse solo un' altra realtà?) chiamata Shadow City.
"No! Non è possibile! Non è possibile, che diavolo sta succedendo?!…" urla la
Torcia Umana, scosso da spasmi di terrore.
"Calmati, Johnny, ti prego!" lo esorta sua sorella.
"Calmarmi? Oh, mio Dio, Sue! Non ti rendi conto di ciò che abbiamo fatto?".
"Io… Johnny… Oh, Signore...".
"Ne so quanto voi gente, ma quelli… quelli siamo noi… o almeno un qualcosa di
piccolo, freddo e duro dentro di noi che è venuto a galla…".
"Oh, Ben, caro, ma che stai dicendo? Tutto ciò non ha senso, delle copie
distorte di noi stessi? Ma… ma abbiamo lasciato Shadow City mesi fa! Reed,
cosa?… Reed? …".
Ma lo scienziato non le risponde, da quando si è ripreso sta facendo quello che
sa fare meglio di tutti: pensare, analizzare la situazione. E, se possibile,
trovare una soluzione, dimentico di tutto e di tutti. È ora davanti ai computer
della sala d' animazione sospesa e sta leggendo i dati su diversi monitor.
"Non è possibile" sussurra Johnny "Non è fottutamente possibile!" esplode poi
in
un potente urlo. Ben Grimm gli si avvicina, il giovane, rannicchiato, è ancora
scosso da forti tremori e si nasconde la testa fra le braccia.
Sue intanto prova invano ad attirare l' attenzione di suo marito:"Reed. Reed?!
Per l' amor del cielo, Reed, vuoi rispondermi?! Maledizione! Abbiamo i nervi a
pezzi; Johnny non è in sé! Smettila! Smettila per un momento di cercare risposte
fuori di te, lontano dalla tua famiglia… Reed!, abbiamo bisogno di te, ora!, io
ho bisogno di te!".
Lo scienziato si discosta dai suoi fantascientifici computer, pare non aver
ascoltato una sola delle parole di sua moglie, poi la sua distrazione viene
interrotta dalla visione delle lacrime sul volto di Sue. Lacrime che esprimono
una tensione presente in tutti e che finalmente sta trovando in lei pieno sfogo.
"Non puoi trattarci così, Reed!" lo rimprovera la Donna Invisibile.
Mr. Fantastic comprende il suo errore, si stava totalmente assentando,
dissociando, stava emergendo la sua personalità schizoide, proprio come era
accaduto alla sua controparte di Shadow City. Dunque si precipita ad abbracciare
la donna:"Susan, tesoro, perdonami…Ero interamente preso dai dati. Non ero
affatto preparato ad una piega degli eventi simile: costrutti virtuali senzienti
con le nostre personalità. Intelligenze Artificiali che ricalcano i nostri Io.
È..." guarda intensamente negli occhi prima lei, poi Johnny "... Affascinante".
La Torcia Umana, nel frattempo, non sa darsi pace:"L' ho uccisa, Ben. Uccisa per
divertimento e non me ne sono nemmeno accorto! Cristo santo, cosa sono diventato
in quel mondo maledetto!… Un mostro… Lo hai capito, l' hai provato anche tu…
Sono parte di noi… non ce ne libereremo mai…".
"Johnny… Jonathan". Da quanto non lo chiamava col suo vero nome? Sta cercando
davvero di parlare al cuore:"Il mostro te lo sei lasciato alle spalle molto
tempo fa, credimi. Diavolo, amico, non ti sto prendendo in giro o cercando di
darti lo zuccherino per mandar giù lo sciroppo amaro, quello non è il vero te,
non lo saresti mai diventato. Sei forte, uomo. All' inizio eri un ragazzino col
potere del sole, ma poi sei cresciuto, sei diventato un uomo, un eroe. Devi
avere più fiducia in te stesso: io ce l' ho, non permettere a quello schifo di
prendersi gioco di te!".
"Ben…".
"Johnny, è vero, qualcosa ha visto dentro di noi e ha tirato fuori la nostra
parte più infida e spregevole in quel teatrino di sonnambuli, ma con me non
attacca! Non mi spaventa! Quella parte di me che chiami mostro ho rischiato sul
serio di diventarla quando la mia pelle non è rimasta più tanto morbida come
quando ti fai la barba al mattino! Non me ne starò certo qua a vedere il secondo
tempo! Io e la mia controparte dobbiamo fare un discorsetto! E credo che anche
tu non sei uno che si tira indietro o sbaglio?!".
Johnny rimane in silenzio per qualche secondo, poi si alza deciso e tende la
mano al suo amico:"Ci… ci puoi giurare vecchio mio, ci puoi giurare…".
"Non è affascinante, Reed" afferma Sue "È abominevole! Non
permetto a nessuno di trattare così la mia famiglia, di giocare in quel modo con
le mie debolezze! Ci hanno già provato e se ne sono pentiti! Ma adesso, ci siamo
dentro fino al collo, amore! Il cambiamento di Shadow City, potrebbe essere
tutta colpa nostra!".
"Sì, Susan… avete ragione. Ben, Sue, Johnny, dobbiamo rientrare nella realtà
virtuale, non più come osservatori non partecipanti, ma come la prima volta
potendo agire direttamente in Shadow City. Questa volta né il nostro aspetto né
le nostre personalità saranno modificate e saremo coscienti di tutto ciò che ci
accadrà; potremo uscirne quando vorremo. Andiamo!".
Un nuovo viaggio inizia.
CONTINUA…
Entriamo nuovamente nell' influenza
gravitazionale del mondo-città di Shadow City, così come appare agli occhi dei
suoi fondatori sognatori. Ma stavolta i Quattro sono pronti, non si faranno
sorprendere dalle sue ombre.
NOTE:
Ripropongo, con l’intenzione di concluderla, una
mini degli FQ (originariamente pensata per la serie regolare, ma poi abbandonata
per lasciare spazio a Marco Rizzo). Questo progetto non sarebbe tale se Fabio
Volino non mi avesse più volte scritto, e convinto col suo entusiasmo, a
riprendere in mano idee già sviluppate, ma mai messe nero su bianco. Così mi
sono detto, perché no? Ho recuperato tutto il materiale già scritto su “mirror, mirror”, il plot completo da un vecchio pc e c’abbiamo lavorato su a 4 mani. In
questa prima parte ho ripreso i miei testi originali e aggiunto altri del tutto
inediti, già pronti ma mai pubblicati. Nella prossima e conclusiva parte,
leggerete la conclusione a 4 mani, mia e del Volo. Volino ha scritto delle
ottime cose partendo dal soggetto che avevo ideato, me le ha mandate, mi sono
piaciute e ho capito che aveva ragione: bisognava finirla 'sta storia! Ho quindi
pensato che si potesse fare ancora di più, perché quello che è venuto fuori è
molto bello. Così, ho ripreso i suoi testi e ci ho lavorato, e poi l’ abbiamo
nuovamente rivisto insieme, vedrete il risultato completo prossimamente (1 o 2
mesi, max, lo prometto ;) Ah, per chi se lo chiedesse lo scontro con Destino
citato da Reed è avvenuto su Fantastici Quattro 110.
Inoltre, ringrazio gli attuali scrittori degli FQ, Furlanetto e Vick, per aver dato il via libera alla pubblicazione di questa mini.
ciao