MarvelIT presenta:

DEVIL & THOR 2002

di Carlo Monni e Fabio Furlanetto

 

LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI

 

Base dei Vendicatori, un giorno come tanti altri. Il vento inizia a soffiare sul tetto, nonostante ci fosse la calma assoluta solo pochi istanti prima. Il vento sembra concentrarsi in un solo punto, quando c’è un’esplosione di pura luce.

Dove prima non c’era nessuno, ora torreggia un uomo con mantello rosso che fa un ampio respiro. È finalmente tornato a casa, o almeno a ciò che il Dio del Tuono può considerare casa propria, sulla Terra. Raramente resta così lontano da quella città, ma Asgard ha avuto ben più bisogno di lui di New York, ultimamente. Estrae dalla cintura la sua tessera di Vendicatore, e la passa davanti ad un rilevatore per poter aprire la porta che portava all’interno.

Sebbene la sua razza, gli Asgardiani, possieda una tecnologia che avrebbe reso invidiose molte razze galattiche, Thor non si è mai sentito veramente a suo agio con le macchine mortali. La sua lunga permanenza sulla Terra nei panni del Dottor Don Blake e l’amicizia di lunga data con Iron Man gli hanno insegnato che essa è come la magia…né buona né cattiva di per se, ma a seconda dell’uso che se ne fa. Eppure ancora non apprezza il fatto di aver bisogno di una tessera per provare di essere il Figlio di Odino.

Dall’altra parte della strada c’è un albergo. La maggior parte degli inquilini non è interessata ai propri particolari vicini (escluse naturalmente le battaglie con i super-criminali che invadevano il loro spazio)…i pochi ad interessarsene sono i giornalisti, che si appostano davanti ad essa, in particolare i fotografi di giornali scandalistici.

Uno dei fotografi non è interessato alla tiratura dei giornali, quando dopo aver fotografato Thor si precipita verso la cornetta del telefono.

 

Edwin Jarvis ha visto di tutto nella sua vita alla Base. Ha incontrato praticamente tutti i principali super-eroi del pianeta, oltre a governanti in visita ed – ahimè – agenti del governo troppo zelanti. Per un uomo come lui, la vista di un dio è una cosa banale.

-Buongiorno, padron Thor ! Non aspettavo la sua visita…devo dare l’allarme per qualche minaccia?

-Rilassati, fido Jarvis…oggi Thor non è qui per parlar di pugna, ma per incontrare i suoi amici mortali.

-Mi duole informarla che tutti i Vendicatori sono usciti, padron Thor.

-Invero ti sbagli, Jarvis…il più fidato dei Vendicatori sta colloquiando con me in questo stesso istante! Dimmi buon Jarvis, per caso qualcuno cercò di contattarmi?

-Oltre ai soliti giornalisti e curiosi la base è stata stranamente calma durante la sua assenza. Relativamente parlando, almeno. Se mi è concesso chiederlo, Padron Thor…si è risolta la crisi su Asgard a cui ha accennato tempo fa?

-La Città Eterna è salva, ma temo che gravi nubi si staglino sul suo orizzonte. Sebbene abbia giurato di proteggere Midgard dalle forze del male, è ad Asgard che dovrò pensare nell’immediato futuro. Ma non potevo permettere che la mia dipartita da Midgard durasse più del tempo dovuto.

-Insomma ha avuto nostalgia.

-Una scelta di parole alquanto colorita per un dio…ma corrisponde a verità. Desideravo assaporare ancora la particolarità di Midgard. A proposito di assaporare, Jarvis…gradirei un po’ di quel montone che…

Il suono del campanello interrompe la consueta scena della Base.

-Mi scusi, Padron Thor…sembra che qualcuno l’abbia sentita, quando ha chiesto se qualcuno la volesse contattare…

Thor si avvia verso la dispensa, ma è richiamato da Jarvis dopo pochi passi.

-Padron Thor…vogliono lei. Ho cercato di dire che non voleva ricevere visite, ma sembra una cosa importante…

La mano di Thor sposta con noncuranza il grosso portone dell’entrata. C’è una donna sui quarant’anni sull’entrata, con un plico sottobraccio. Fa un passo indietro quando si trova davanti un muscoloso dio di almeno due metri d’altezza… vederlo di persona non fa lo stesso effetto come in un’immagine!

-Accidenti…

-Richiede la mia assistenza, milady ?

-Io…ehm…devo consegnarle questo – porge il plico a Thor, che lo osserva con sguardo perplesso – mi chiamo Helen Morgendorferr, e lavoro per lo studio legale Unger & Norton.

-E qual messaggio intendono riferirmi con questi…fogli di carta?

-Sono…ehm…è una citazione in giudizio, signor Thor. Le consiglio di procurarsi un avvocato, se non ne ha uno.

            Thor legge rapidamente i fogli mentre la donna ne approfitta per andarsene, poi prorompe in un’esclamazione di rabbia.

-Sangue di Odino, questi mortali sono invero dei pazzi!-

-Cosa succede Padron Thor?- chiede Jarvis

            Il dio del Tuono porge a Jarvis i fogli. Il fido maggiordomo legge e scuote la testa

-A quanto sembra le chiedono un risarcimento danni come responsabile morale della morte di un certo Joseph Sargent !

-Follia. Come posso esser io ritenuto responsabile della morte di un uomo che mai ebbi ad incontrare?- replica Thor

-Non saprei cosa rispondere, ma credo sia giusto quello che le è stato detto: lei ha bisogno di un avvocato.

-Avvocato? Mai ebbi bisogno di un avvocato, chi potrei mai scegliere?

            Jarvis rimane pensieroso, poi….

-Beh, i Vendicatori, o meglio la Fondazione Stark si serve di diversi studi legali. Sullivan & Costello si occuparono dell’amnistia per il Principe Namor anni fa quando si unì ai Vendicatori, poi c’è Jeryn Hogart, uno dei legali della REvolution e…due amiche di Capitan America, ma Miss Ferrari sta per assumere l’incarico di Procuratore Distrettuale e…. un momento Miss Bernie lavora per Nelson & Murdock.-

-Ho già sentito parlare di questo Murdock. È un uomo di valore?

-Senz’altro si.- risponde Jarvis -È cieco, ma ha saputo superare il suo handicap, diventando uno dei migliori avvocati della nazione. È considerato retto ed onesto, è amico di Devil, sembra anzi che il primo Devil, morto in azione anni fa, fosse addirittura il suo gemello… il che, se mi è concesso dirlo, dimostra quanto la realtà sia ben più strana della fantasia… Matt Murdock ha difeso molti superumani, è il legale di fiducia dei Fantastici Quattro….

-Invero, basta così, mi recherò da lui immantinente!-

Così dicendo Thor rotea il suo martello e poi vola fuori dalla finestra.

-Forse dovrebbe…ehm…chiedere un appuntamento.

 

Becky Blake sta riguardando alcuni documenti quando sente un vociare nel corridoio. Con una smorfia che esprime seccatura, spinge indietro dalla scrivania la sedia a rotelle e poi va verso la porta che apre:

-Si può sapere cosa diavolo sta succedendo qui- chiede

            Il motivo della confusione è subito chiaro: Thor è entrato nell’ufficio con la stessa grazia di un elefante in una cristalleria.

-Che succede qui? Non avete mai visto un vendicatore alto e biondo in vita vostra? Tornate al lavoro…- si rivolge a Thor -…e tu…che ti salta in mente di disturbare così. Non si usa prendere appuntamento su Asgard o da dove altro diavolo vieni?-

-Invero madamigella, il mio comportamento è stato poco consono alla buona educazione, ho lasciato che il mio temperamento ottenebrasse le mie facoltà e di ciò so disposto a fare ammenda.- risponde Thor

-Uhm si, grazie. Ora vorresti ripeterlo in inglese?-

            Thor rimane per un attimo perplesso, poi Becky sorride

-Scherzavo. Ora se volessi dirmi cosa ti porta qui tra noi…-

            Thor sta per dire qualcosa, quando alle sue spalle una voce maschile dice:

-Potrei saperlo anch’io?-

            Matt Murdock avanza deciso e punta la mano in direzione di Thor che, dopo un attimo d’esitazione gliela stringe

-Sono Matt Murdock e lei, a quanto ho capito è Thor il cosiddetto dio del tuono della mitologia norvegese.

-Io sono il dio del tuono!- replica Thor.

-Certo, certo. Ora dovremmo discutere del suo problema…perché ha un problema , giusto? Tutti quelli che cercano un avvocato ce l’hanno.- Thor fa per parlare, ma Matt lo previene –Andiamo nella sala riunioni. Vedo che conosce già il nostro Amministratore e valente avvocato Becky Blake.

-Blake, il suo nome è Blake?-

-Si.- risponde Becky perplessa –Perché?-

-C’era un tempo in cui il nome Blake rivestiva una speciale importanza nella mia vita. Considero l’averla incontrata oggi un fausto presagio.-

-Grazie… credo.-

            I tre entrano nella sala riunioni, chiudendosi la porta alle spalle

 

            Matt ascolta il resoconto che Becky gli fa della citazione contro Thor. Farebbe mille volte prima leggendola passandoci sopra le dita per rilevare le impressioni dell’inchiostro, ma deve reggere il gioco. A quanto sembra: circa un mese prima un certo Erik Christiansenn era entrato in casa del vicino Joseph Sargent, aveva preso in ostaggio lui, la moglie ed i due figli, poi li aveva minacciati con uno spadone vichingo, che aveva usato per staccare la testa dal collo del capofamiglia. Stava per fare lo stesso col resto della famiglia, quando il Team S.W.A.T. della Polizia di New York era intervenuto riuscendo a fermarlo appena in tempo. Ferito a morte, era stato trasportato all’Howard Stark Memorial Hospital dove, poco prima di morire aveva rilasciato una dichiarazione:

“L’ho fatto in onore di Thor. Solo il sacrificio dei suoi nemici mi farà guadagnare il Valhalla, lui l’ha detto, l’ha detto!”

Christiansenn, la cui famiglia era d’origine svedese, aveva avuto problemi psichiatrici seri negli ultimi anni che l’avevano portato ala perdita del lavoro. Si era fissato con la mitologia scandinava In particolar modo seguiva le imprese di Thor il dio del tuono sceso in terra e si era convinto di essere il prediletto dagli dei e che, per guadagnarsi il paradiso, doveva compiere un sacrificio in onore del dio del tuono. Tutte cose che la Polizia aveva scoperto anche grazie ad una perquisizione in casa di Christiansenn, dove erano state scoperte alcune sue deliranti note al riguardo. La scelta di Sargent era stata assolutamente casuale, sembrava.

La moglie ed i figli di Sargent avevano deciso di far causa a Thor per dieci milioni di dollari, sostenendo che erano la stessa presenza di Thor sulla Terra e la sua affermazione di essere un dio mitologico ad aver spinto l’assassino al suo gesto

-In pratica dicono che lei è responsabile delle azioni di tutti coloro che dicono di agire in suo nome e perché credono in lei... che, se lei non fosse mai venuto sulla Terra, Christiansenn non si sarebbe mai convinto che le sue idee sulla sua predestinazione al Valhalla erano corrette…- finisce di spiegare Becky

-Questa è pura follia.- sbotta Thor –Giammai pretesi sacrifici umani per guadagnarsi un posto nel Valhalla. Solo gli eroi hanno il diritto di sedere al desco di Odino, non i vili assassini.

-Tutto ciò è molto interessante Thor…- interviene Matt -…dovremo però pensare ad una strategia difensiva…

-Vuol dunque dire che assume la mia difesa?-

-Certo!- risponde Matt. -È un caso troppo interessante per lasciarlo perdere. Tutto il mio staff sarà a sua disposizione e per cominciare…

            Chiama la segretaria e le impartisce un ordine e poco dopo un nero sui 45 anni , entra, gli occhi sono coperti da occhiali scuri.

-Benvenuto Willie, non so se conosci Thor…Thor questo è Willie Lincoln, il nostro capo investigatore.

            I due si stringono la mano e Thor nota che l’uomo ha una stretta ferma e sicura. La situazione viene spiegata a Willie e poi Matt dice:

-Voglio che tu mi trovi tutto su questo Christiansenn ed anche sui Sargent. Mi sembra improbabile che l’idea di citare Thor sia venuta a loro. Chi gliel’ha suggerita? Claude Unger forse? Voglio sapere tutto ed intento tutto.-

-Non preoccuparti Matt.- Willie sogghigna ed esce.

-Quell’uomo… Lincoln…è cieco vero?- chiede Thor

-Si.- replica Matt, con voce secca, ha percepito che anche Becky si è messa sulla difensiva, sente che il suo battito è lievemente salito –La disturba? È comunque un bravissimo investigatore, spero non abbia problemi a lavorare con portatori di handicap

            Thor guarda Matt cupo, l’avvocato non può vederlo, ma ne percepisce l’irritazione è quasi stordito dagli imput sensoriali amplificati che gli vengono dal dio del tuono.

-Crede che il dio del tuono possa indulgere in simili meschinità?- risponde –Invero può sembrarvi impossibile, ma io stesso ho provato i disagi della menomazione fisica[1] e so che il corpo debole nasconde spesso un’anima forte. Se dite che quell’uomo farà un buon lavoro, ebbene io so che lo farà.-

            Matt sospira di sollievo, sarà un bel lavoro, pensa.

 

Becky lascia lo studio, per andare a fare una bella lavata di capo ai curiosi che si erano ammassati dietro la porta. Thor si avvicina alla finestra e ne scruta l’esterno, mentre Matt si siede alla sua scrivania. Il battito cardiaco di Thor è forte e regolare, quasi assordante quando si concentra solo su di esso. L’odore del suo martello è molto strano, indescrivibile…dà l’idea di un campo di battaglia deserto. Se questo è un essere sovrannaturale, rilascia tutti i segnali di un essere umano, per quanto straordinario.

-Vorrei studiare la difesa, se è d’accordo.

-Non sono…esperto nelle leggi dei mortali, signor Murdock, nonostante abbia vissuto con loro per lungo tempo. Cosa significa ?

-Vorrei farle alcune domande per conoscere il maggior numero di dettagli sulla faccenda. Alcune di queste domande le saranno poste anche dall’accusa, se si dovesse andare in tribunale…cosa che spero vivamente non accada, dato il coinvolgimento di Unger.

Thor si avvicina alla scrivania e si siede; nonostante il fisico invidiabile di Murdock, Thor sembrava il doppio anche da seduto.

-La difesa è semplice: non ho mai preteso un omicidio. Parola del Figlio di Odino.

Nessuna alterazione del battito…Thor resta impassibile come sempre.

-Questo non è sufficiente, Thor. Dobbiamo provarlo.

-Mette in dubbio la veridicità delle mie parole, signor Murdock ?

-La prego, mi chiami Murdock o Matt...tutto fuorché “signor Murdock”. E mi creda, ho la massima fiducia in lei…ma la fiducia è una cosa precaria. Specialmente se i media…

-Non mi parli di “media”, Murdock. Già una volta ebbi pesanti screzi con essi.

-Proprio per questo spero di non arrivare in tribunale, Thor. Conosco bene la reputazione di Unger…presto inizierà a comparire in tutti i programmi televisivi, a portare il filmato in cui lei sfascia le telecamere davanti alla Base dei Vendicatori, o qualunque altra azione dubbia lei possa aver messo in atto.

-Tutto questo è…tipicamente Midgardiano. Su Asgard…

-Non siamo su Asgard, Thor. Atteniamoci ai fatti e sarà semplice dimostrare che lei non ha nulla a che fare con l’assassinio.

-Lei è un uomo ragionevole, Murdock…. Ed un vero guerriero.

Matt si lascia scappare un’espressione di sorpresa, nonostante cerchi di restare indifferente.

-Mi riesce difficile immaginarlo.

-Alcuni uomini nascono per combattere con le armi, altri che non ne sono in grado combattono egregiamente con la mente.

-Lo prenderò come un complimento. Dunque…lei diceva che solo i guerrieri valorosi vanno nel Valhalla, non gli assassini.

-Così è.

-Nemmeno obbedendo all’ordine di un dio ?

-Io non ho ordinato niente a Christiansenn.

-Può dimostrarlo ?

-Ha la mia parola d’onore che non l’ho fatto.

-Quindi “no”.

-No, non posso dimostrarlo.

-Hhhmmm. Questo è un problema; Unger potrebbe cercare di dimostrare che Christiansenn era influenzabile da lei, commettendo il delitto anche senza la promessa del Valhalla. Però…se riusciamo a dimostrare che lei non è mai entrato in contatto con Christiansenn, e che non è in grado di dargli ordini non essendo un dio…

-Come ?

-Credo che la difesa più semplice sia provare alla giuria che lei non è un dio.

Thor si alza in piedi, battendo la mano sul tavolo producendo un suono che avrebbe coperto qualunque voce…tranne quella imperiosa di Thor.

-Io sono un dio, Murdock ! Sono il Dio del Tuono, figlio di Odino, principe della favolosa Asgard, la città degli dei !!!

-Può dimostrarlo ?

Thor fa un ampio respiro, spostando un paio di fogli sulla scrivania; Matt deve resistere all’impulso di afferrarli al volo mentre Thor si risiede rigidamente.

-Io sono un dio, su questo non può sussistere dubbio alcuno.- ripete

-Non ha risposto alla mia domanda…-

-Che risposta dovrei dare? Io so chi sono, l’ho sempre saputo.

            Matt china il capo, non sa come spiegarlo, ma…i segnali che i suoi sensi gli danno su Thor sono tutti fuori scala, deve fare uno sforzo supplementare per regolarli. Una cosa è certa, anche se somiglia ad un essere umano, Thor non lo è, almeno non nel senso comune del termine, ma che sia un vero dio mitologico, questo per lui è inammissibile o no?

-La offende che io proclami la mia divinità avvocato?- chiede Thor  -Vedo che lei è un uomo religioso, considera, forse la mia esistenza blasfema per il suo Dio?-

-Beh io…no…non ci ho mai pensato, ma no, assolutamente no.-

            Thor si concede un sorriso

-Noi di Asgard e degli altri pantheon divini sappiamo che al di sopra di noi ci sono poteri superiori e lo accettiamo come parte dell’ordine naturale delle cose, ma questo non è il punto. Il punto è che io non sono responsabile, perché giammai promisi il Valhalla a taluno in cambio di sacrifici umani e ciò nemmeno ai tempi in cui i templi a me dedicati erano sparsi per tutte le terre scandinave e germaniche. Sempre io protessi il debole contro il forte, perché questo è il modo di Thor.

            Becky rientra nella sala riunioni

-Avete raggiunto qualche risultato?- chiede

-Il nostro cliente pensa che basterà proclamare la sua innocenza per convincere la giuria.-

            Tocca a Becky sorridere ora

-Bastasse questo, le carceri della nazione sarebbero vuote ora e noi dei disoccupati.- replica –Se mi concede di intervenire Mr. Thor. Io direi di aggiornarci a quando Willie ci avrà portato le conclusioni delle sue indagini, intanto noi andremo in Tribunale e vedremo di sapere a quale giudice è stata assegnata la causa.-

-Molto bene Becky, dove potremo ritrovarla Thor?- chiede Matt.

-Contattate i Vendicatori, essi sapranno come rintracciarmi. Ora vi saluto. Confido che farete un ottimo lavoro. – Si rivolge a Becky -È stato un onore conoscerla avvocato Blake, la sua bellezza e coraggio non sfigurerebbero nelle sali dorate del Regno Eterno!-

-Io….grazie Thor.-

            Senza perdere tempo Thor esce dalla finestra  e scompare volando appeso alla correggia del suo martello.

-Ma è vero quel tipo?- chiede Becky mentre i fogli sulla scrivania di Matt ricadono per terra spinti dalla folata di vento provocata da Thor

-Me lo chiedo anch’io…- risponde Matt -…ma immagino che lo sia, a meno che io e te non siamo capitati nell’ultima produzione di Spielberg…

 

Il mattino dopo, Thor vola sopra la città. Durante la notte non è riuscito a dormire. Non che ne avesse un gran bisogno, dal punto di vista fisico, ma persino gli dei devono riposarsi di tanto in tanto. Così, non potendo lasciare Midgard senza rendersi irrintracciabile, vola. Non lo ammetterebbe mai, ma è turbato. La sola idea che qualcuno possa credere che lui possa aver ordinato o avallato un sacrificio umano è intollerabile. Ci fu, ricorda, qualche caso isolato un migliaio di anni fa o poco più, ma lui non aveva esitato a far sentire la sua collera in quei casi. In quei tempi un vero seguace di Thor era autorizzato ad uccidere i suoi nemici solo in combattimento. Tuttavia non è solo questo a renderlo nervoso: in un combattimento viso a viso lui sa cosa fare, ma contro nemici che usano le armi della legge e dei tribunali…Cos’è quello là sotto?A quanto pare dei rapinatori stanno fuggendo da una banca, un cosa molto triviale, in verità, ma se la folla è in pericolo, il suo dovere è intervenire. Atterra in mezzo ai banditi e…

-Fermi marrani. Desistete dalla vostra vile azione o assaggerete l’ira di Thor!-

Senza ascoltarlo due dei rapinatori sparano, Thor rotea il martello deviando le pallottole che ricadono a terra

-Invero, mi sorprende sempre la pervicacia di voi mortali. Dovreste oramai sapere che le comuni armi sono inutili contro il figlio di Odino, ma ora basta! Questa sciarada è proseguita anche troppo. -

In pochi attimi è tutto finito ed i criminali sono abbattuti

-Bel lavoro Thor, anche se è raro vederti alle prese con comuni banditi.- A parlare alle sue spalle è stata una vecchia conoscenza di Thor

-Tenente Stone! È un vero piacere rivederti dopo tanto tempo.-

-Capitano Stone, in realtà. Dal nostro ultimo incontro sono stato promosso, al Dipartimento apprezzano il mio lavoro, pare.-

-Non sembri esser soddisfatto di cotal promozione.- gli dice Thor

-Beh, finché non mi mandano dietro una scrivania, va tutto bene e l’aumento mi serve per gli alimenti alla mia ex moglie.-

-Cotanto cinismo non ti si addice amico….Piuttosto mi chiedevo…perché scomodare Codice Blu per dei miseri rapinatori?-

-In realtà non cercavamo loro. Due tuoi vecchi amici: il Cobra e Mr. Hyde sono evasi ed abbiamo saputo che sono tornati a New York, ma quando siamo arrivati al loro presunto rifugio, non c’era nessuno.-

-Il Cobra e Mr. Hyde. Avversari apparentemente non al mio livello, ma in realtà molto pericolosi, tu ed i tuoi uomini dovrete fare molta attenzione, amico Stone.-

-Siamo dei professionisti, non preoccuparti. Tu, piuttosto, sei tornato sulla terra per restare? Ho sentito che ti sei fatto vivo anche in Germania ultimamente[2]

-Invero non so rispondere Stone, sembra però che affari seri mi tratterranno sulla Terra per un po’.-

-Beh buona fortuna riccioli d’oro

-Che il prode Odino stenda la sua mano benevola su di te ed i tuoi uomini Stone, ci rivedremo, i guerrieri s’incontrano sempre, lo sai.-

Così dicendo Thor riprende il suo volo, questa volta facendo molta più attenzione al paesaggio sotto di sé.

 

Nello stesso momento, nello Studio Nelson & Murdock, Becky Blake entra nell’ufficio di Matt, accompagnata da Willie Lincoln.

-Allora che novità abbiamo?- chiede Matt

Willie si siede e comincia il suo rapporto.

-Ho fatto quattro chiacchiere col mio vecchio capitano e lui è riuscito a farmi avere il permesso di vedere il dossier sul caso Christiansenn. A quanto pare l’amico era davvero uno sballato: si era fissato che Sargent e famiglia fossero dei troll travestiti da umani che operavano al servizio del perfido fratellastro di Thor: Loki. Le sue manie religiose erano cominciate anni fa per indirizzarsi sulla mitologia nordica di cui gli parlava sempre la nonna svedese. Durante una delle sue crisi aveva aggredito i suoi compagni di lavoro. Era finito in un istituto sino a sei mesi fa, quando una commissione di psichiatri ha stabilito che era completamente guarito…per me dovrebbero far causa a loro. Comunque, abbiamo la conferma del suo stato di salute mentale, ho parlato con il suo medico curante alla clinica psichiatrica in cui è stato per cinque mesi, tre anni fa, e mi è sembrato sorpreso che non fosse stato internato a vita. In sintesi, se speravi che scoprissi che dietro a tutto c’è un complotto di qualche supercriminale per screditare Thor, beh, mi spiace, ma dovrai pensare a qualcos’altro.

Non si può dire che l’espressione di Matt sia esattamente di delusione, in fondo non ci sperava davvero

-Beh sperare non costa nulla. Secondo il medico, perché Christiansenn ha ucciso proprio Sargent ?

-Potrebbe essere stata una discussione banale, forse anche una sola parola. Christiansenn avrebbe dovuto assumere tutta una serie di farmaci, che però aveva smesso di prendere da troppo tempo. Inoltre, era ben conosciuto in numerosi bar della zona.

-E’ stato visto anche la sera dell’omicidio ?

-Sì, e a quanto pare aveva bevuto decisamente troppo. Ma a parte il barista, non credo potrai convocare gli altri testimoni… erano sbronzi anche loro, nessuna giuria gli darebbe credito.

-Ancora un po’ e dovrò assumerti anche come avvocato, Willie. Può esserci utile dimostrare che Christiansenn era ubriaco quella sera, unito alla sospensione dei farmaci.

-Unger cercherà sicuramente di non far ammettere queste prove – nota Becky.

-Ne sono certo, ma se riusciamo ad avere il medico come testimone potrà essere lui a testimoniare sui farmaci. Se diciamo che Christiansenn doveva assumere dei farmaci, Unger non può negare la prova che può dimostrarlo. O se lo fa, possiamo giocare sul ragionevole dubbio della sanità di Christiansenn, a prescindere da Thor.

-E spostare così l’attenzione dall’influenza di Thor ai fatti…ti seguo.

-E sui Sargent cos’hai scoperto, Willie ?

-Non sono dei troll o lo nascondono molto bene. Tipica famiglia da classe media americana.  Nessuna ombra sul marito, uomo esemplare, ha sposato la fidanzatina del liceo ed ha sempre rigato diritto, niente macchie a parte un paio di multe per sosta vietata. Niente relazioni extraconiugali o altri scheletri nell’armadio e lo stesso dicasi della moglie.-

-Bleah! Peggio dei Cunningham di "Happy days".- commenta Becky.- Ma esiste gente così perfetta?-

-Qualche volta si.- risponde Willie - Una settimana dopo sono stati contattati da Unger & Norton. Claude Unger aveva saputo di loro dai media e si era subito gettato sulla preda. Hanno presentato una denuncia contro Thor per istigazione all’omicidio, ma sia il Procuratore Distrettuale che quello degli Stati Uniti, non l’hanno presa in considerazione, così hanno puntato tutto sull’azione civile.

-Grazie Willie, continua a cercare…non si sa mai- gli risponde.

-Conta su di me, Matt.

Willie esce dall’ufficio e Becky si rivolge a Matt con uno sguardo che anticipa già la domanda.

-Strategie?

-Beh Unger ha un punto debole, non può dimostrare che Thor ha ordinato a Christiansenn di commettere l’omicidio e non ci proverà nemmeno. La sua idea sarà di trattare Thor alla stregua delle multinazionali del tabacco o dei produttori di auto difettose: è responsabile perché con la sua stessa presenza sulla Terra, ispira le azioni dei suoi seguaci.

-Come dire che Dio è responsabile dei massacri nordirlandesi.- commenta Blake

-Esatto, questo è il punto: se Thor è davvero un dio, fino a che punto porta la responsabilità degli atti compiuti da coloro che travisano il suo messaggio?

-Possiamo uscire dal discorso quanto ci pare, insistendo sui farmaci, ma la campagna mediatica che Unger ha certamente intenzione di portare avanti non ce lo permetterà a lungo. Sento che ci stiamo ficcando in un ginepraio.

-Ci entreresti con me? In parole povere, mi assisterai nel processo?

-Dovresti solo provare ad impedirmelo- risponde lei sorridendo.

-Bene, allora cominciamo… Speriamo solo di rimandare il più possibile il circo mediatico che, ne sono sicuro, sta già progettando di… - Matt non finisce la frase, distratto da un rumore che solo lui può sentire.

-Che c’è ? – chiede Becky.

Matt si alza dalla scrivania, afferra il bastone e si allontana – Scusami, ma mi sono appena ricordato di una cosa.

-Proprio adesso ? Non è la prima volta che glielo vedo fare…

 

Entro due minuti, Matt si è già cambiato in Devil e volteggia sulla città, cercando di non fare caso al rumore del traffico.

“Detesto farlo, ma non potevo aspettare troppo. A giudicare dal rumore che ho sentito, qualcuno ha letteralmente staccato un muro a mani nude, ed è scattato un allarme. Per fortuna la finestra era aperta, o neanche i miei iper-sensi l’avrebbero sentito ad un isolato di distanza”

Il senso radar individua una figura umana che lo sorvola, procedendo nella stessa direzione. Non c’è il tempo per identificare il battito cardiaco, ma non è necessario. Devil sente sirene della polizia in lontananza, quindi è certo di non essersi sbagliato.

-Sirene ! Hyde, dobbiamo andarcene da qui !

-Piantala di blaterare, Cobra. Non ho ancora finito di prendere tutti i gioielli, quindi se vuoi la tua parte ti conviene stare zitto.

-Avresti dovuto seguire il piano, invece di staccare il muro. Potevo strisciare dentro e prendere tutto, lasciando a te la cassaforte. E poi quanto ti ci vuole a prendere la refurtiva !?

-Le mie mani sono troppo grosse per essere anche veloci, ma se vuoi posso darti una dimostrazione personale della mia forza!

Il battito di Hyde è indecifrabile, tanto è alterato rispetto a quello di un essere umano. Il Cobra è molto più semplice da capire: è molto nervoso. Capita, quando il tuo collega è un mostro disumano. E’ arrivato il momento di entrare in scena: Devil lancia il bastone contro il muro, ed una serie di rimbalzi ben calcolati lo fanno urtare contro la borsa dei gioielli tenuta in mano da Hyde, che li rovescia in terra. Il bastone poi rimbalza nella mano di Devil, mentre scende verso di loro. Prima che possa fare la sua battuta d’esordio deve schivare sei capsule di veleno sparate dai polsi del Cobra.

-Ehi, è questo il modo di salutare un vecchio amico ? E poi da quando in qua voi due siete di nuovo in combutta ?

-Da quando mi serve un bestione per portare a termine un colpo, Devil.

Il bastone colpisce il Cobra in piena fronte, senza che lui se ne accorga nemmeno.

-Hai dimenticato il mio casco rinforzato, Devil ?

-No, ma ho notato che non ti protegge la mascella.

Assesta un buon pugno, ma la mascella del Cobra si riassesta subito in maniera innaturale, grazie alle sue doti di contorsionista molto particolare.

-Ho fatto molta strada dall’ultima volta, Devil, e mi sono aggiornato.

Dal costume esce un gas verde chiaro, che si sparge molto velocemente. Devil smette di respirare un attimo prima che sia troppo tardi, avendo sentito in anticipo il rumore delle fiale che si rompono.

“Veleno di serpente, o qualcosa di molto simile almeno. Il Cobra ne è immune, ma posso sperare che Hyde ne risenta ?”

Approfittando della momentanea confusione afferra il polso del Cobra. La mossa che sta tentando avrebbe quasi spezzato delle ossa normali, ma la mano del Cobra si muove all’indietro come se non avesse articolazioni e la mano sguscia via, grazie alle sostanze viscide di cui è ricoperta. Devil sperava proprio in questo: afferra il Cobra, che si trova nella posizione desiderata, e lo lancia contro Hyde nella speranza di fargli inalare del gas. Il gigante sposta il suo temporaneo alleato come se niente fosse, continuando a trattenere il respiro. Poi qualcosa lo colpisce in pieno petto, mandandolo contro il palazzo.

Il senso radar fa riconoscere da Devil il mistico martello di Thor, che ritorna al proprietario. Hyde, rimasto senza fiato, inala a pieni polmoni il gas del Cobra. Thor fa girare vorticosamente Mjolnir, mandando verso di lui tutto il resto e dando a Devil un po’ di respiro…letteralmente.

-Thor ti ringrazia per aver trattenuto codesti marrani fino al suo arrivo, o valoroso.

-Thor parla sempre in terza persona ?

-Solo quando molti pensieri gravano sulla sua persona.

-Grazie per l’aiuto, ma potevo cavarmela da solo.

-Invero…

Hyde si rialza, urlando come un pazzo e dirigendosi verso Thor pronto a combattere. Il dio del tuono non si muove neanche, solleva solo una mano contro cui Hyde va a sbattere, perdendo i sensi e cadendo a terra.

-D’accordo, forse non così in fretta. Che ci fai da queste parti ? Questi due non sono sotto il tuo livello ?

-Niun criminale è al di sotto dell’attenzione di Thor, Devil. Ora perdonami, ma questioni assai spinose richiedono la mia presenza.

Rotea il suo martello e dopo qualche istante è già in volo, mentre le volanti stanno arrivando. Ci penseranno loro a trattenere Hyde ed il…

“Un momento, dov’è il Cobra ? Dev’essere strisciato via ! Forse Thor non è l’unico con troppe cose per la testa… a proposito, meglio tornare allo studio. Sono sicuro che Unger non sta perdendo tempo”

 

Nei giorni seguenti Matt e Becky apprendono che alla Corte Federale il caso è stato affidato al Giudice Robert Chalmers, una vecchia volpe dei Tribunali: aveva iniziato come vice Procuratore Distrettuale nel Bronx e si era ritirato da Procuratore Distrettuale per concorrere ad un posto di Giudice della corte Superiore dello Stato, posto che aveva ricoperto per i 10 anni successivi per poi essere nominato dal Presidente degli Stati Uniti Giudice Federale nel 1° Circuito del Distretto Sud dello Stato di New York. Questo era avvenuto 15 anni fa, il suo nome è fatto spesso come quello di un possibile candidato alla Corte Suprema, non appena si libererà un posto. La sua reazione quando gliene parlano, di solito è: “Se sarò ancora vivo quando accadrà, ne riparleremo.” Quest’uomo ormai anziano, ma sempre combattivo, è uno strenuo sostenitore dei diritti civili, ma non manca chi lo ritiene un bigotto retrogrado, di solito qualcuno che ha almeno 20 anni meno di lui. Negli ultimi anni è stato spesso in prima linea nella difesa dei diritti dei mutanti  e questo gli è costato un paio d’attentati e l’incendio della sua casa.[3] Il suo commento? “Possono uccidermi, ma non far tacere la verità!” Tutto sommato Matt è contento di avere lui, ha già avuto esperienze con i superumani e saprà essere imparziale.

Matt e Becky presentano una mozione per far respingere il ricorso prima del processo per manifesta infondatezza della richiesta, ma Chalmers respinge l’istanza e fissa la data del processo con procedura d’urgenza e questo, almeno, fa comodo ad entrambe le parti

Lo studio esamina atti e testimonianze dell’accusa, deposita la sua lista testimoniale. Intanto i media montano il loro circo sulla faccenda e Claude Unger si trova nel suo elemento: non c’è TG o Talk Show che non veda la sua presenza.

La scelta dei Giurati non è un’impresa troppo facile, ma Matt ha un metodo tutto suo per selezionare quelli più sinceri ed imparziali e funziona bene, alla fine la Giuria è abbastanza equilibrata.

 

Alla fine, ecco il giorno dell’Udienza. Inutile dire che la sala è molto affollata e che i Media si sono sbizzarriti nel portare il meglio del loro peggio. Il Marshal annuncia con voce stentorea

- La Corte Federale del 1° Circuito del Distretto Sud dello Stato di New York è ora in sessione, presiede l’Onorevole Giudice capo Robert Chalmers. Tutti in piedi!-

            Chalmers attraversa la sala, raggiunge il suo scranno e si guarda intorno, poi scuote la testa disgustato.

-Signori, questa è un’aula di giustizia, non il tendone di un circo. Non è mia intenzione permettere che la funzione di questo luogo venga svilita trasformandolo nel set di una banale soap opera. Ho preparato delle regole a cui vi atterrete tutti: 1) L’ingresso del pubblico è libero e verrà consentito sino alla disponibilità di posti a sedere; 2) alla stampa sarà consentito un ingresso limitato a tre giornalisti della carta stampata ed a tre della TV scelti dal sottoscritto; 3) non potrete trasmettere in diretta, ma solo in differita e non ci saranno commenti durante l’udienza; 4) ammetto una sola telecamera, per ciascuno de telegiornalisti presenti.-

            Nell’aula si sente un brusio e poi un accavallarsi di voci:

“Non è giusto “

“la libertà di stampa…”

“…il diritto del cittadino a…..”

-SILENZIO!- la voce di Chalmers si impone su tutti –Se non vi piacciono le mie decisioni reclamate alla Corte d’Appello. Ora procediamo con le designazioni. Un rappresentante ciascuno per i seguenti giornali cittadini: Daily Bugle, Daily Globe, New York Express. Un rappresentante per i seguenti network televisivi: W.G.B.S., W.F.S.K,  W.O.S.B.-

            I sei giornalisti si fanno avanti e Matt riconosce il battito nervoso del suo vecchio amico Ben Urich.sapeva che non sarebbe mancato.

            Il Giudice Chalmers si rivolge ai banchi degli avvocati.

-Siete pronti?- chiede.

-Il ricorrente è pronto Vostro Onore - proclama Unger.

-E lei avvocato Murdock? Non vedo il suo assistito.

-Lui… sta arrivando proprio ora.

            Gli sguardi sono attratti dall’entrata di Thor con il martello al fianco e l’elmo sotto il braccio.

-Chiedo perdono per il ritardo…- esordisce -…ma affari urgenti mi trattennero presso il Reame Dorato e solo ora sono potuto giungere su Midgard.[4] Spero che il mio ritardo non abbia arrecato danno alcuno.-       

            Chalmers accenna una smorfia che potrebbe essere un sorriso.

-No, è arrivato giusto in tempo, prenda posto.

-Ahem Mr…Thor… - interviene il Marshal timidamente -…dovrebbe lasciare il suo martello, non sono permesse armi.-

-Vostro Onore….- interviene Becky- la Priorità di Vendicatore di Thor gli permette di portare il martello e…

Thor scuote il capo sorridendo.

-Invero non ha importanza, depositerà il fedele Mjolnir su codesto tavolo. L’incantamento di Odino fa sì che nessuna mano disonorevole possa impugnarlo.-

Così dicendo appoggia il magico martello sul tavolo del Marshal e si va  a sedere accanto a Matt e Becky

-Signor Unger, può cominciare

-Grazie Vostro Onore.- Claude Unger si alza e si avvicina ai giurati. Con enfasi sempre crescente, illustra i fatti relativi all’omicidio di Joseph Sargent e conclude affermando che Thor, deve ritenersi ispiratore e, pertanto, responsabile morale dell’omicidio e, pertanto deve pagare con un risarcimento pesante. A questo punto, introduce i suoi testimoni. Uno dopo l’altro sfilano: i poliziotti che sono intervenuti, il medico legale che ha effettuato le autopsie e tutti spiegano lo svolgimento dei fatti di cui sono a conoscenza. Unger fa in modo di enfatizzare la parte in cui si dice che Christiansenn aveva una fissazione  per Thor ed era convinto di essere il suo messaggero nel mondo  e che il ruolo pubblico di Thor, il suo affermare di essere il vero dio del tuono e non semplicemente un superumano che ne aveva adottato l’identità, aveva rafforzato e radicalizzato le sue monomanie sino a portarlo al delitto rituale.

Matt e Becky controinterrogano, a turno, i testimoni, cercando, invece, di porre l’accento sul disturbo mentale dell’uomo e sul fatto che la sua psicopatologia sarebbe esplosa comunque ed in mancanza di Thor avrebbe trovato un altro catalizzatore.

-Ha altri testimoni avvocato Unger?-

-Si Vostro Onore: chiamo Elaine Sargent.

È la sua testimonianza più convincente: la famiglia di Sargent. Porta sul banco dei testimoni la moglie, che scoppia in lacrime nel momento giusto. Unger finge preoccupazione e chiede alla donna se vuole fare una pausa, e alla fine si assicura che i giurati vedano la sua falsissima commozione.

Matt sa che non ci guadagnerebbe nulla a controinterrogarla e rinuncia, riservandosi di farlo più tardi se necessario. Non ha bisogno di vedere il sorriso soddisfatto sulla faccia di Unger per sapere che c’è.

Percepisce anche il disgusto del giudice per questa sceneggiata, ma non è il compito di Chalmers decidere sul fatto, spetta alla giuria e la Giuria è influenzabile ed Elaine Chalmers l’ha colpita favorevolmente, purtroppo.

-Signori, data l’ora tarda aggiorno l’udienza a domattina alle nove, se siete d’accordo.

-Per me nessun problema.- dice Matt.

-Nemmeno per me, Vostro Onore- conferma Unger.

-Allora vi aspetto puntuali.

 

Casa di Matt  Murdock. Quella sera stessa.

-Un’altra intervista di Unger…- commenta Deborah Harris -…Non capisco come tu riesca a sopportare quel tizio e le sue dichiarazioni Matt. Perché non provi a replicare ?

-Non è il mio stile, sono imbranato davanti alle telecamere.

-Sciocchezze, non puoi lasciare l’iniziativa ad uno squalo come Unger o ti porterà via anche la camicia, li conosco quelli come lui.

-Ci penserò Debbie, ma ho altri pensieri adesso. Thor si è messo in testa di testimoniare domattina.

-Ed è un male?

-Il convenuto dovrebbe stare sempre zitto o rischia di dire cose che lo danneggerebbero. Thor poi è una tale testa calda….

-Ho capito, ma non puoi farci niente. Se ci saranno danni li limiterai. Ora rilassati e lascia fare alla zia Debbie. Ho un metodo infallibile per far dimenticare i guai, almeno per un po’…

 

Al palazzo dei Vendicatori, Thor sta per colpire a martellate la Tv, poi si frena appena in tempo

-Attento Ricciolidoro. – gli dice Occhio di Falco –Stark non gradirebbe se gli sfasciassi l’arredamento…un’altra volta.-

-Invero è frustrante.- borbotta Thor –Io sono uso ad affrontare i nemici a viso aperto. Le inside dei tribunali non fanno per me.

-E per chi? Rilassati biondone e vedrai che andrà tutto bene, dopotutto l’accusa è ridicola e la giuria lo capirà no? …No?

Thor tace sempre incupito.

 

-Il mio cliente desidera testimoniare, vostro onore.- dice Matt alzandosi, al suo fianco Becky scuote impercettibilmente la testa: non sarà una buona idea, lo sente.

Thor si alza, ed avvicinandosi al banco dei testimoni lancia un’occhiata ad Unger che chiarisce subito perché lo chiamano “dio del tuono”. Appoggia la mano destra sulla Bibbia, e prima che la guardia possa parlare recita una frase suggeritagli da Murdock:

-Sebbene qualcuno possa credere che la mia stessa pretesa di essere un dio sia un’offesa per quanto scritto in questo antico tomo, il dio del tuono ne rispetta la sacralità ed il significato

            Il marshal fa un lungo respiro prima di recitare la formula: …

-Giuri di dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità ? Dica lo giuro.

-Così giura Thor – il battito cardiaco è regolare; Matt ci ha fatto caso per pura abitudine, pentendosene subito.

-Dica… ehm… il suo nome e…ehm professione alla Corte.-

-Sono Thor, figlio di Odino, Principe del Reame Dorato di Asgard, Vendicatore di Midgard.

            Il giudice annuisce gravemente. Insolite credenziali per un testimone o per un convenuto.

-Cominci pure, avvocato Murdock- invita.

            L’avvocato dai capelli rossi si alza, misura lo spazio che lo separa dal banco dei testimoni e vi si avvicina. Anche senza supersensi non sbaglierebbe, conosce a memoria ogni aula di giustizia di questa città. Si avvicina al banco, lo tocca con la mano sinistra e poi parla:

-Mr. Thor, lei ha mai conosciuto Erik Christiansenn?

-Giammai ebbi ad incontrare quest’uomo.-

-Ne è proprio certo?-

-Mi è stata mostrata una sua fotografia e son certo che mai ebbi ad incontrarlo o scambiar parola con lui.-

-Quindi non gli ha mai ordinato di compiere un sacrificio umano in suo nome?-

-Sul mio onore mai! Considero la vita umana sacra, essa dev’essere rispettata e giammai dev’esser presa se non per difesa od in battaglia.-

-Grazie, per ora nessuna domanda, ma mi riservo di continuare l’interrogatorio.-

-Avvocato Unger?-

Claude Unger si avvicina al dio come uno squalo, cercando di non far trapelare le proprie intenzioni. Quelle di Thor sono chiare a chiunque possa vedere la sua faccia. Matt sente il respiro accelerare per un istante. Rabbia ? La sensazione di non essere nel posto giusto ? O anche un dio può provare un po’ di umanissima ansia ?

-Mi dica, signor Thor…se è questo il suo nome…

-Obiezione – si sbriga a dire Matt, più che altro dopo aver avvertito la tensione crescente di Thor…Unger spera di farlo innervosire, e non è neanche tanto difficile – L’imputato è stato identificato sulla base di una Tessera dei Vendicatori firmata dal Presidente in persona.

-L’accusa ha solo dato voce ad un dubbio, vostro onore. Non esistono precedenti sull’accettazione di una tale tessera per identificare una persona priva di altri documenti validi.

-Obiezione respinta. Continui, avvocato Unger.

-La ringrazio, vostro onore. Dicevo, signor Thor… lei afferma di essere un dio mitologico.

-Non lo “affermo”, lo sono.

-Perfetto. Lo dimostri.

-Obiezione. L’esatta natura dell’imputato non è pertinente ai fini del processo.

-Io direi che è molto pertinente. Obiezione respinta.

-Ho cercato la definizione di “dio” su molti vocabolari, signor Thor. E non ho trovato niente di abbastanza restrittivo da escludere la maggior parte dei super-esseri. Mi dica, signor Thor…lei cos’è ?

-Io sono l’immortale Dio del Tuono, figlio di Odino, erede al trono della città dorata di Asgard.

-Mi perdoni, Thor, ma cosa significa essere il “dio del tuono” ?

-Significa che tutte le tempeste, gli uragani, i lampi, i tuoni ed i fulmini di questo mondo e di tutti gli altri sono sotto il mio controllo.

-Esistono prove accertate di mutanti in grado di controllare il tempo. Ciò li rende degli dei ?

-Invero no.

-E cosa rende lei diverso ? Cos’ha per definirsi un dio ? La sua forza ? Il fatto che possa volare ? Allora anche Hulk ed Iron Man sono certamente dei !

-Obiezione.

-Accolta. Avvocato Unger, questo non è un teatro e non può fare monologhi. Non continui su questa linea.

-Solo un’ultima domanda in materia, vostro onore. Signor Thor, oltre alla sua autoproclamata immortalità ha altre caratteristiche, dimostrabili in un’aula di tribunale senza mezzi cosiddetti paranormali ?

I pugni di Thor si stringono con forza e risponde, a denti stretti:

-No. Ma sono l’immortale Thor.

-E come può dimostrarlo ? Ha forse un certificato di nascita risalente alla notte dei tempi ?

-Obiezione !

-Accolta. Avvocato Unger, l’avevo avvisata di non continuare su questa linea.

-Il Thor mitologico ha avuto molti adoratori in passato, non è così ?

-Invero. Il mio culto rivaleggiava con quello di Odino in persona – lo dice con estrema fierezza.

-Ma non ha seguaci da molto tempo.

-Così è.

-Come ha visto l’acquisizione di un nuovo adepto ?

-Giammai potrei reagire con piacere ad un omicidio commesso in mio nome.

-Non approva gli omicidi. E lei asserisce di essere un dio dei Vichinghi giusto?

-Come le dissi poco fa, io sono un dio vichingo, sebbene non possa dimostrarlo secondo i termini che mi richiedete.

-E non è forse vero che i vichinghi erano un popolo di feroci predoni ? E che nel corso delle loro scorrerie…uccidevano ?

-Erano battaglie, non vili omicidi di innocenti !

-E chi decide se una vittima è innocente o meno ? Lei ? Di quanti omicidi “giusti” è stato l’ispiratore, Thor ?

-Obiezione !

-E il vichingo aveva la sua approvazione giusto ?

-L’accusa si riferisce ad un essere mitologico, e non è stato dimostrato che il mio cliente sia quell’essere.

-Vostro onore, anche se non abbiamo di fronte un dio, abbiamo certamente un uomo che crede di esserlo. Se si è ispirato così tanto al dio Thor da identificarsi con lui, non possiamo escludere che abbia un comportamento simile.

-Vostro onore, Thor non ha mai richiesto sacrifici umani.

-Non in senso classico. E poi come possiamo basare un processo sui presunti comportamenti di una leggenda ? O anche se questo fosse il vero Thor, come possiamo sapere che non abbia cambiato atteggiamento ?

-La natura degli dei è di per se stessa immutabile ed eterna ! – urla Thor alzandosi di scatto in piedi. Nell’aula inizia a levarsi un chiacchiericcio confuso ed il giudice batte rumorosamente il martello.

-Ordine in aula, ordine ! E lei, signor Thor, si risieda. Il fatto che il Thor mitologico non chiederebbe sacrifici non è una prova ammissibile in un tribunale che si rispetti. La legge si occupa di fatti, non di leggende !! Non voglio più sentir parlare di cose del genere, sono stato chiaro ?

-Sì, vostro onore – rispondono i due avvocati.

-Bene. Ora…signor Thor, l’avvocato le aveva fatto una domanda.

-Vorrei riformularla, vostro onore, per far sì che non vada contro le sue richieste.

-Proceda.

-Lei conosce molto bene gli atti degli adoratori di Thor. Approva ciò che facevano in battaglia i vichinghi ?

Matt diventa chiaramente nervoso.

-Invero sì.

-Anche gli stupri ? Anche quelli li approvava ?

-Obiezione ! – Matt si alza in piedi, il tono di voce nervoso.

-Per quale motivo, avvocato ? Non ci sono stati riferimenti alla mitologia – gli risponde sorridendo Unger.

-Io…ritiro la mia obiezione, vostro onore.

“Stupido…ho fatto il gioco di Unger, come un principiante” pensa Matt.

-Può continuare, avvocato Unger.

-Non ho altre domande, vostro onore.

            Unger si risiede senza aspettare una risposta da Thor, guarda verso il banco della difesa con un’espressione gongolante; gli dispiace solo che Murdock non possa vederla.

Becky Blake contrae le labbra, poi, con una spinta decisa porta la sua sedia a rotelle dinanzi al banco dei testimoni.

-Thor, l’avvocato Unger non ha atteso la sua risposta, io vorrei sentirla…mi dica. I guerrieri vichinghi nelle loro scorrerie compivano anche stupri delle donne nemiche, lei li approvava o no?-

Un attimo di tensione. Matt percepisce l‘accelerazione dei battiti di Becky. Sa che non è facile per lei, quando era all’università fu stuprata e picchiata da un maniaco sino a perdere l’uso delle gambe. Ora guarda Thor negli occhi e lui regge lo sguardo e risponde.

-Mai approvai uno stupro, oggi come allora. Il valore del guerriero si dimostra nel rispetto dei deboli e delle leggi dell’onore, in ogni tempo ed ogni luogo.

-È una risposta sufficiente per me, ho finito.- dice Becky e torna indietro

-Può andare, Thor.- dice il giudice

Thor si alza dal banco degli imputati e si risiede in mezzo a Matt e Becky

-La vedo turbato, avvocato – gli dice sottovoce.

-Non è andata troppo bene, per lei.

-Per qual motivo ?

-Vede i giurati ? A cosa stanno pensando, secondo lei ?

-Paiono molto…incupiti.

-Si chiedono chi hanno davanti adesso…se l'eroe che li ha spesso protetti o uno spietato dio vichingo.

-Come osa…

-Io non la penso così, Thor. Ma abbiamo fatto esattamente ciò che voleva Unger: instillare il ragionevole dubbio che lei possa essere colpevole.

-Credevo che il dubbio fosse a favore dell’accusato.-

-E lo è. Solo se sono completamente convinti, possono decidere di condannarla, ma ora Unger li ha tirati dalla sua parte e, certo, Becky ha rimediato in parte, ma la giuria è confusa, non sa cosa pensare.

-La vedo sicuro di ciò.-

-Si fidi, so quello che dico.-

-Avvocato Murdock…il suo prossimo teste?

-Vostro Onore, la difesa chiama il dottor Harold Sinclair.

 

E’ Matt a gestire l’interrogatorio del dottore che ha avuto in cura Erik Christiansenn. Il dottore parla dettagliatamente del quadro clinico dell’assassino, e Matt si preoccupa di fargli spiegare tutto il più comprensibilmente possibile per dei profani. La tesi che intende dimostrare è che Christiansenn era mentalmente instabile anche senza l’influenza di Thor.

Nel controinterrogatorio, Unger pone l’accento sul fatto che una commissione di esperti, che aveva seguito il caso di Christiansenn per mesi, l’aveva ritenuto guarito. E riesce nel suo intento facendo ammettere al dottor Sinclair di non averlo seguito negli ultimi tre anni.

Il giudice Chalmers sembra sollevato per l’abbandono del risvolto mitologico della vicenda, ma Matt è tutt’altro che contento.

 

-Vostro onore, la difesa chiama a testimoniare Iron Man.

-Obiezione ! Non possiamo identificare…

-Vostro onore, Thor è stato considerato un testimone valido sulla base di una Tessera dei Vendicatori, ed Iron Man ne possiede una identica.

-E’ a dir poco oltraggioso, vostro onore ! Thor è una persona fisica, chiaramente identificabile, mentre Iron Man è soltanto un’armatura. Su quella Tessera non si vede neanche il suo volto !

-Posso citare molti precedenti, vostro onore, non ultimo New York contro Henry Pym.

-Si trattava di una causa penale, mentre questa è un’azione civile.

-Una persona è una persona, avvocato Unger.

-Concordo con l’avvocato Murdock. Obiezione respinta.

Iron Man attraversa l’aula, i suoi stivali metallici fanno un rumore sentito raramente in queste circostanze. Dentro l’armatura, Tony Stark non è entusiasta di tutto questo. Conosce Murdock, se ha chiesto la sua testimonianza di certo avrà i suoi buoni motivi. Unger avrebbe voluto chiamare a testimoniare Tony Stark in persona, chissà per quali idee contorte, ma per sua fortuna si trovava all’estero. Murdock aveva chiamato Iron Man solo in qualità di membro fondatore dei Vendicatori insieme a Thor, o forse sospettava qualcosa ? Questa domanda, unita all’amore per le sfide che condivide con Murdock, l’aveva portato ad accettare.

-Giuri di dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità ? Dica lo giuro.

-Lo giuro.

-Dica il suo nome e professione alla Corte.

-Quando indosso questa armatura è semplicemente Iron Man. Sono impiegato alla REvolution come guardia del corpo di Tony Stark e come supporto tattico.

“Il che è vero” pensa Tony “anche se tecnicamente sono impiegato di me stesso !”

-Obiezione !

-La procedura rispetta lo Statuto dei Vendicatori, secondo cui un Vendicatore non può essere costretto a rivelare la propria identità se questo non è assolutamente necessario ai fini del processo.

-Obiezione respinta. Proceda pure, avvocato Murdock.

Iron Man racconta alcuni episodi in cui ha combattuto al fianco di Thor, sottolineando il suo impeccabile “stato di servizio”.

Tony ha accuratamente modulato la voce di Iron Man per renderla meno meccanica ed artificiale possibile, ovviamente senza lasciare che la sua vera voce sia identificabile. Matt non insiste troppo con questa testimonianza, non ha mai creduto più di tanto in queste tattiche per influenzare la giuria, ma in qualche modo doveva riabilitare Thor agli occhi dei giurati.

Poi tocca ad Unger, e Tony preferirebbe di gran lunga vedersela con il Mandarino.

-Mi dica, signor Iron Man…da quanto tempo fa il suo particolare lavoro ?

-Da diverso tempo.

-Può essere più specifico ?

-Obiezione, è irrilevante.

-Vostro onore, vorrei chiarire ulteriormente l’identità del testimone.

-Il testimone è già stato accettato, avvocato.

-Certamente vostro onore, lo abbiamo identificato come Iron Man. Ma quale dei vari Iron Man che si sono avvicendati negli anni ?

-Vostro onore, questo non è…

-Continui pure, avvocato Unger. Obiezione respinta.

-Vede signor Iron Man, Tony Stark ha dichiarato di aver licenziato un Iron Man una volta. Un’altra volta ha dichiarato che un Iron Man era impazzito e che era stato sostituito. Un’altra volta è stato dato per morto, ed è anche saltato fuori un certo War Machine prima impiegato da Stark e poi agente indipendente. Lei asserisce di essere tutte queste persone ?

Matt non può distinguere chiaramente il battito cardiaco di Iron Man, ma la sua respirazione è chiaramente accelerata.

-No, non lo sono – è costretto ad ammettere Tony. L’idea che ci siano stati più Iron Man è perfetta per mantenere un’identità segreta, ma finora non aveva pensato che questo potesse diminuire la sua credibilità.

-E ci dica, lei quale Iron Man è ?

-Obiezione !

-Accolta. Riformuli la domanda, avvocato Unger.

-Certo, vostro Onore. Lei è lo stesso Iron Man membro fondatore dei Vendicatori ?

Tony esita, si sta pericolosamente avvicinando al limite dello spergiuro, come riuscire a salvare la sua identità segreta e non mentire al tempo stesso? Soppesa attentamente ogni parola

-Iron Man è considerato membro fondatore dei Vendicatori, chiunque ci sia sotto l’armatura, dunque io sono un membro fondatore dei Vendicatori.- risponde infine

-Mmmm. Capisco il punto. Riformulerò la mia domanda allora: ha assistito a tutte le imprese di Thor che ci ha raccontato ?

-Non a tutte – Tony sta quasi digrignando i denti. Si è appena ricordato di odiare la maggior parte degli avvocati.

-Vostro onore, chiedo di invalidare la testimonianza. E’ chiaro che quest’uomo sta solo riferendo di fatti sentiti, a cui non ha assistito in prima persona.

-Obiezione !

-Respinta. I giurati non tengano conto della testimonianza. Lei può andare, Iron Man.

Il Vendicatore rosso e oro si alza dal banco dei testimoni, pensando:

“E’ stata davvero una pessima idea. Avrei dovuto capirlo prima, ma volevo aiutare il vecchio ricciolidoro. Mi fido di Murdock e so che vincerà la causa, ma mi assicurerò che nessuno dei miei avvocati abbia mai a che fare con Unger. Tra l’altro ero scomodo sul banco dei testimoni…dovrò riprogettare il coassiale inferiore, hhhmmm…”

-Quanto a lei, avvocato Murdock, se mi rifà uno scherzo del genere dovrò prendere seri provvedimenti, sono stato chiaro ?

-Sì, vostro onore.

-Bene. Il suo prossimo teste ?

Matt sente la soddisfazione di Unger. È stato in vantaggio nel primo interrogatorio, ed ha certamente vinto in questo. Sotto di due a zero, non è certo il suo metodo preferito per iniziare un processo.

Agli occhi di Unger, il processo è già vinto. Ma Matt non si fa prendere dallo sconforto, ripensando a suo padre: non importa quanti round vinci, ma se riesci a stendere l’avversario. Lungi dall’abbassarsi al livello di Unger, Matt deve comunque arginare le perdite e punta sul ricordare alla giuria l’eccellente passato di Thor.

 

-La difesa chiama a testimoniare Janet Van Dyne – risponde Matt, pensando che stavolta Unger non avrà da che ridire.

Ed infatti l’interrogatorio procede alla perfezione: Janet racconta altre azioni eroiche di Thor, e Matt le chiede se può confermare la testimonianza di Iron Man. Nonostante le numerose obiezioni di Unger, il giudice Chalmers acconsente e Janet conferma tutto quanto. Ora è fatta, Matt ha dimostrato alla perfezione il buon cuore di Thor ed ha demolito parte della linea di condotta di Unger. Avrebbe dovuto pensare prima alla faccenda dei diversi Iron Man…in fondo anche lui ha finto che ci sia stato più di un Devil, ma è diritto di Iron Man continuare la finzione, se di finzione si tratta.

Matt ha recuperato così bene che Unger non chiede neanche di controinterrogare Janet, che scendendo dal banco dei testimoni ammicca a qualche giurato maschio. Senza dubbio è una donna che sa gestire la situazione.

Matt sferra il colpo di grazia chiamando a testimoniare un soldato americano che l’aveva visto soccorrere un nemico, durante una delle rare azioni di Thor in uno scenario di guerra odierno. Matt avrebbe voluto la testimonianza della dottoressa Foster, ma Thor gli aveva chiesto come favore personale di lasciarla fuori da tutto questo.

Per la seconda volta, Unger non controinterroga il teste ed inizia ad essere meno rilassato.

 

Ultimo giorno del processo. Claude Unger si alza in piedi, fa in modo da offrire il suo profilo migliore alle telecamere. Si avvicina a banco della Giuria, sorridendo con fare sornione:

-Erik Christiansenn ha ucciso. Ha ucciso spinto da una mania religiosa che, nel suo delirio, richiedeva un sacrificio umano. Una mania che la stessa esistenza di quest’uomo…- con fare teatrale indica Thor, seduto al banco della difesa con aria corrucciata -…autonominatosi vero dio del tuono della mitologia nordica, ha alimentato. Questo Thor ha, giorno dopo giorno, con le sue azioni, le sue parole, le sue vanterie, convinto sempre di più Erik Christiansenn che potenze ultraterrene camminano sulla Terra e, per ingraziarsi il loro favore, egli ha compiuto un sacrificio di sangue. La povera Elaine Sargent ha perso suo marito,  i piccoli Joey e Gladys, il loro amato genitore. Thor non ha materialmente ordinato a Christiansenn di uccidere Joseph Sargent, ne convengo, ma  la sua stessa pretesa di essere il mitico dio del tuono, ripetuta in ogni occasione possibile, il suo atteggiamento insofferente delle leggi umane, hanno rafforzato nella mente malata di Christiansenn la convinzione di essere nel giusto. Senza l’esistenza di un Thor in carne ed ossa, egli sarebbe rimasto un innocuo esaltato. La sofferenza della famiglia Sargent dev’essere ripagata. Voi potete riuscirci, signore e signori della giuria, affermate la responsabilità di questo cosiddetto dio e condannatelo al risarcimento richiesto.Insegnate a queste figure pubbliche che hanno una responsabilità verso gli altri. Fate giustizia!

Ora tocca a Matt. Si alza, avanza aiutandosi col bastone, verso il banco della giuria. La sceneggiata del cieco gli pesa, ma non esiste altra scelta.

-Responsabilità.- esordisce –L’avvocato Unger dice che Thor è responsabile di quanto è avvenuto, perché è stato commesso in suo nome, da un suo presunto seguace…- appoggia entrambe le mani sul corrimano e punta il viso verso la giuria -… è un punto interessante sapete?  Non ha importanza che la persona al banco della difesa sia il vero dio del tuono. Per amore di discussione ammettiamolo che lo sia, che i miti siano veri e che gli eroi si guadagnino il Valhalla alla loro morte. Tra i documenti depositati c’è anche un saggio sulla mitologia nordica. Leggetelo: vi troverete scritto che Thor era un dio giusto e che aborriva i sacrifici umani. Può essere ritenuto responsabile per il travisamento dei suoi insegnamenti da parte di qualcuno? Se così fosse, perché non allargare il discorso? Citiamo Dio, si, proprio il nostro Dio, quello del vecchio e del nuovo Testamento, lo stesso del Corano, guarda un po’, per tutti i crimini, e sono molti, commessi dai suoi seguaci nelle ere passate, convinti, chissà perché, che il comandamento: “Non uccidere” consentisse di massacrare chiunque non la pensasse come loro. Noi non lo crediamo questo, ripugna al buon senso. Allo stesso modo Thor non può avere alcuna responsabilità nella disgraziata vicenda che stiamo discutendo. Avete ascoltato le testimonianze, esaminato reperti e documenti. Sapete qual è la verità. Decidete secondo coscienza, assolvete Thor.

 

La Giuria resta in camera di consiglio circa otto ore, poi, esce. Il Giudice Chalmers si rivolge al Capo Giurato.

-Avete raggiunto un verdetto?

-Si Vostro Onore!

Il foglietto è passato a Chalmers che, dopo averlo letto, lo fa ripassare al Capo Giurato che comincia a leggere ad alta voce:

-Noi la Giuria nella Causa promossa da Elaine Chalmers contro Thor Odinson abbiamo deciso di pronunciarci a favore del convenuto.

            Per un attimo nessuno parla, poi esplode una specie di boato dal  pubblico, mentre i giornalisti si accalcano

-Ordine ! Ordine !- grida Chalmers battendo ripetutamente il martelletto –HO DETTO ORDINE !-

            La folla si calma quel tanto che basta perché lui riesca a dire:

-Ringrazio la Giuria per il lavoro svolto. L’udienza è tolta potete andare.-

            Quasi quasi, sono mille volte meglio le Sentinelle di tutto questo, pensa andando via

 

Matt tende la mano a Thor, che la stringe con decisione…un po’ troppa forse, dovrà fingere che sia troppo per un semplice avvocato…ma no, in fondo si è più che guadagnato la vittoria e non vuole avere troppi pensieri per la testa adesso.

-Congratulazioni, Thor.

-Sono io a dovermi congratulare, Murdock…in sua assenza, solo le Norne sanno cosa sarebbe accaduto – dà una pacca sulle spalle a Matt che rischia quasi di cadere.

-Probabilmente avrebbe staccato la testa a Unger, e non credo mi sarebbe dispiaciuto più di tanto – risponde sorridendo Becky.

-Invero l’onore è stato mio, nell’aver potuto ammirare cotanta astuzia ed audacia – prende la mano che Becky gli stava tendendo, ma invece di stringerla la bacia delicatamente – invero inaspettate in una donna sì affascinante.

-Aspetti di ricevere la parcella, prima di continuare le lodi – E’ un leggero aumento del battito cardiaco quello che Matt sente ?

-Mandate il conto alla Base dei Vendicatori, provvederò io a saldarlo.

-Parla come un avvocato adesso, Thor.

-O come un medico – risponde sorridendo, Matt non è sicuro di avere capito la battuta ma l’umorismo vichingo non è mai stato il suo forte.

-Mi chiedo, Murdock…la famiglia Sargent dovrà sostenere ingenti spese ?

-Beh…sì, il conto di Unger sarà abbastanza salato.

-Uhhhhmmm. Con permesso…

Thor si incammina verso la vedova Sargent, in lacrime.

-Signora Sargent…mi addolora assai che suo marito sia morto in conseguenza di una fallacea interpretazione delle mie volontà. Pertanto, mi aggraderebbe assai provvedere al pagamento di qualunque spesa processuale dobbiate sostenere.

-La ringrazio molto, Thor – risponde lei asciugandosi gli occhi, poi gli stringe la mano e si allontana.

“Se aveva davvero tanti soldi” pensa Unger, poco distante “perché non ha pagato comunque il risarcimento ? Forse mi conviene tenermelo buono come potenziale cliente…”

-Signor Thor ? – chiede Unger avvicinandosi e tendendogli la mano. Thor non gliela stringe ed il suo sguardo è tutt’altro che rassicurante; Matt avverte il suo battito cardiaco accelerare e si affretta ad andargli incontro.

-Mi spiace molto che le circostanze ci abbiano resi, per così dire, avversari. La signora Sargent mi aveva nascosto alcuni particolari riguardo la salute di Christiansenn. Se avessi saputo in che condizioni era, non avrei mai accettato la causa…lei capisce, vero ?

-Capisco che le leggi di Midgard sono assai più misericordiose delle mie.

Il pugno destro inizia a stringersi, ma Matt è già dietro di lui e gli mette una mano sulla spalla, calmandolo.

-Non in un’aula di tribunale, Thor. Non di fronte a dei giornalisti, e soprattutto non di fronte a me.

Thor rilassa il pugno e si allontana. Unger tende la mano a Matt, sorridente.

-E’ stato un piacere vederla lavorare così egregiamente, avvocato Murdock.

-Se lo dice lei… - risponde glacialmente Matt, allontanandosi senza stringergli la mano.

Fuori dal tribunale, una folla di giornalisti quasi assale i vincitori della causa, mentre nelle strade si è accalcata una piccola folla.

Unger ovviamente rilascia decine di dichiarazioni, in cui dà la colpa alla vedova Sargent per aver perso la causa e si dice pronto a rappresentare qualunque superumano sia preso di mira dai normali cittadini, ma anche il contrario.

Matt sospira e cerca di non pensarci, il mondo è bello perché è vario. Lui e Thor si stringono la mano sotto i flash, così tanti che riesce a sentirne il calore sulla pelle.

-E’ stato un piacere, Thor…anche se, detto tra noi, preferirei non rappresentare nessun dio per un po’.

-Invero, anch’io preferirei non avere a che fare con taluni mortali, non foss’altro che per un millennio, ma giammai potrò pentirmi di averne incontrati di valenti come lei.

Thor rotea il mistico Mjolnir, allontanando la folla e sollevandosi in aria, seguito da telecamere e macchine fotografiche.

 

Poco dopo, Matt e Becky si allontanano dal tribunale, finalmente lasciati in pace dai giornalisti.

-Dì la verità, ti sei divertito.

-C’era di mezzo un morto, Becky. Non trovo mai la cosa divertente.

-E…?

-E non sono fiero di tutte le nostre scelte. Sono riuscito a non abbassarmi, grazie al cielo, al livello di Claude Unger, ma non avevo intenzione di condurre così il processo.

-Ma…?

-Ma credo che questo caso abbia dimostrato che i super-esseri non sono al di sopra della legge, o un caso troppo strano per poter essere trattato. Ormai fanno parte della quotidianità, ed è importante stabilire precedenti che non distorcano ulteriormente i fatti.

-E…?

-E, tutto sommato, anche se non ho visto scomparire il sorriso gongolante di Unger, sono sicuro che è capitato.

-Quindi…?

-Quindi…tutto sommato…in un certo senso…

-Sì ?

-Mi sono divertito.

-Ce ne hai messo ad ammetterlo.

-Ma finisce qui. Non voglio che la Nelson & Murdock diventi uno studio esclusivamente per i super-umani. D’ora in avanti, casi concreti.

-Oh, ne sono certa – risponde sorridendo Becky e guardandolo in faccia, mentre lui continua a guardare (si fa per dire) sempre davanti a sé. Poi sorride, sentendo un tuono in lontananza.

-Fino alla prossima volta, almeno.

 

FINE

 

 

Note degli autori

 

Avete avuto l’onere e l’onore di leggere il più insolito racconto di Devil e Thor che vi sia mai capitato di leggere !

Vi è piaciuto? Spedite le lodi a Fabio Furlanetto, se non l’avete gradito prendetevela con Carlo Monni. -_^

Scherzi a parte,  noi ce l’abbiamo messa tutta e speriamo che abbiate gradito lo sforzo. È venuto lungo, lo ammettiamo, ma con tutti quei personaggi che chiacchierano e chiacchierano, non era possibile e renderlo più corto. Mettiamola così: è uno speciale e questo ne giustifica la lunghezza insolita e poi è scorrevole e si legge rapidamente (Ok, ok questa è solo una speranza, è vero ^_-).

Credeteci o no, l’ispirazione iniziale è venuta da un episodio di Law & Order in cui un avvocato cercava di spacciare un delitto come volontà di Dio, e quindi insindacabile. Avendo a disposizione una divinità ed il miglior avvocato cieco dotato di supersensi in circolazione, il passo tra l’ispirazione e la stesura della trama è stato breve. Molto meno breve è stata la realizzazione, tanto che lo speciale ha rischiato di chiamarsi Devil & Thor 2003.

Imprevedibilmente, poco dopo l’inizio della stesura abbiamo letto la saga “L’ultima Beffa” di Bob Gayle, su Devil & Hulk #83-85, e ci è stata di così grande ispirazione che gli abbiamo fregato l’infido Claude Unger !

Ammettiamo che lo scontro con il Cobra e Mr. Hyde non è fondamentale ai fini dell’episodio, ma o questo o saremmo stati forzati ad intitolarlo Murdock & Thor. Ammettiamo pure, come se ce ne fosse bisogno, che anche queste Note non sono esattamente essenziali. Per dargli un minimo di senso, alcuni appunti di cronologia:

Per quanto riguarda Thor, la parte iniziale si svolge subito dopo la sua avventura con Ego descritta in Thor #11, mentre la parte del processo è situata dopo Thor #12.  Per quanto riguarda Devil, invece, la prima parte è situata tra Devil #15 e #16, il processo, subito dopo Devil #16.

I riferimenti ad episodi passati li trovate nelle note di chiusura subito dopo questi sproloqui.

 

Carlo & Fabio

 

 



[1] Quando era lo zoppo Dottor Blake ovviamente

[2] L’avete visto in Thor #10 spero

[3]è avvenuto in Uncanny X Men #99

[4] Eventi narrati in Thor #12